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http://www.canalesicilia.it/zero-waste-sicilia-linceneritore-e-un-grosso-affare-per-chi-lo-gestisce-faraone-e-davvero-questa-la-siciliache-vuole/
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del Presidente di Zero Waste Sicilia, Prof. ordinario di Fisica presso
lUniversit di Messina Beniamino Ginatempo indirizzata allOn. Davide Faraone.
Egr. On. Faraone,
Lei ha recentemente ripreso e rilanciato lannuncio che il
Consiglio dei Ministri ha attivato le procedure per lennesimo
commissariamento della gestione dei materiali post-consumo
mi scuso di non riuscire a chiamarli rifiuti, come tutti della
Sicilia. Eppure Lei, che stato deputato regionale, sicuramente
sa che a partire dal 2000 e fino al 2013 la Regione Sicilia stata
commissariata in pi turni, con la motivazione ufficiale di essere
incapace di organizzare un sistema europeo di gestione degli
scarti urbani ed industriali, ma in realt con lobbiettivo di
imporre scelte non condivise dalla popolazione. I risultati di
questi commissariamenti sono sotto gli occhi di tutti, e da Lei
denunciati con forza solo oggi. Sulla carta, la legge regionale 9
del 2010 ed il piano regionale dei rifiuti prodotto da una struttura
commissariale e ministeriale che prevede, in ottemperanza di
direttive europee, il 65% di RD ed il 50% di recupero di materia
entro il 31/12/2015 . Ma un conto scrivere una legge o redarre
un piano, altro operare concretamente per realizzarlo. Infatti gli stessi commissari fino ad oggi non hanno
saputo, o potuto o voluto applicare questo piano, ma hanno tollerato tante illegalit ed inosservanze delle proprie
delibere. Viene pertanto il dubbio che proprio il commissariamento possa essere una concausa della malattia
invece che la cura, come la Commissione ecoreati (Pecorella) ha affermato nel 2013.
2. LEuropa ci chiede ben altro. I vari organismi europei ci indicano da decenni la strada giusta nella gestione
dei materiali post-consumo ed il ruolo strategico del recupero di materie prime seconde (MPS) per il futuro
industriale del vecchio continente, fino a suggerire il concetto di economia circolare (ultima Risoluzione del
P.E. del 09/07/2015). LEuropa si rende conto di non avere materie prime sufficienti per alimentare il suo
imponente sistema industriale, ed infatti costretta ad importarle. A causa della crescita dei paesi in via di
sviluppo, la domanda nel mercato della materie prime in forte crescita e la competizione sempre pi
dura. Pertanto presumibile che per lEuropa le materie prime scarseggeranno sempre di pi, nel
prossimo futuro. Cos nel lungo termine si delinea lo spettro della crisi da scarsit di risorse (peraltro gi
iniziata) e persino la desertificazione industriale, con il dilagare della povert e le conseguenze socioeconomiche prevedibili. Ecco che in questo scenario diventa strategico il recupero di materia dai nostri
scarti urbani ed industriali, fino a introdurre il divieto di incenerimento e smaltimento dei rifiuti riciclabili e
compostabili (cio tutti!) entro il 2025, nonch pensare alla discarica del futuro come il deposito
temporaneo di materia, per lestrazione mineraria urbana (punti 33 e 34 della Risoluzione del P.E. Un
Europa efficiente nelluso della risorse del 20/05/2012).
3. Liter che porta alla costruzione di un inceneritore potrebbe durare anche oltre un decennio. Sembra di
capire dalle notizie circolate che questi due inceneritori avrebbero la capacit di 700.000 ton/anno (2,5
milioni per tutta lItalia). Ora, non chiaro cosa ne sar dellemergenza rifiuti fino alla loro entrata in
funzione, ma quando funzioneranno che ne sar dei rimanenti 1.800.000 di tonnellate di rifiuti urbani e
speciali dei siciliani? Si aggiunga che a parit di costi si potrebbero dotare le discariche illegali siciliane
degli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB), che metterebbero a norma gli stessi ed
eviterebbero le sanzioni europee che il cittadino Pantalone sta pagando (200.000 ogni 6 mesi per ogni
discarica illegale, 400.000 ogni sei mesi per ogni discarica illegale dismessa ma non bonificata). Non sono
gli ambientalisti ad usare il Kit dei conservatori, la soluzione inceneritori che non pu essere venduta
come luscita della Sicilia dai guai odierni.
4. Linceneritore un grosso affare per chi lo gestisce. Infatti si fa pagare caro (si stima 180 euro/ton) per
accettare i rifiuti da bruciare per poi vendere a caro prezzo la poca energia elettrica prodotta (fonti
energetiche assimilate alle rinnovabili). uno strano caso italiano, nel quale un imprenditore non
acquista la materia prima per le sue produzioni ma si fa pagare per prenderla! E i cittadini pagano ben tre
volte questa follia: non incassano il controvalore dei materiali recuperabili, pagano per il conferimento e
pagano una maggiorazione delle bollette elettriche per gli incentivi alla falsa energia rinnovabile. Come si
diceva prima, si trasformano risorse pubbliche nel lauto affare di pochi, con la complicit della cattiva
politica.
5. Man a mano che decolla il recupero di materia e si raggiungono percentuali vicine all85% (consorzio
Contarina, a Treviso e provincia, 554.000 persone) i grandi impianti di incenerimento restano affamati.
il caso dei grandi inceneritori del Nord Italia (Torino, Parma, Brescia, ecc.), che gi oggi operano in perdita.
Ma se si prevede che la RD decolli, come si pu pensare di costruire questi impianti? Non forse contro il
buon senso?
Ma la cosa pi brutta degli inceneritori, On. Faraone, che
concettualmente rientrano nella nostra cultura dello spreco,
deprecata da Papa Francesco nella sua stupenda lettera enciclica
Laudato si . Quelle materie prime seconde che vengono trasformate
irreversibilmente in ceneri, emissioni e veleni sono un intollerabile
spreco; costringono ad un continuo saccheggio delle risorse terrestri,
che diminuiscono sempre pi velocemente e drammaticamente;
alterano il clima e distruggono le biodiversit; per accaparrarcele
facciamo persino guerre nei paesi che deprediamo e da cui in milioni
fuggono per inseguire il sogno non del benessere ma della semplice
sopravvivenza.
Egr. On. Faraone, a favore degli inceneritori non esistono, dunque,
motivazioni scientifiche e tecniche, sono contrari a quanto ci chiede
lEuropa, non faranno uscire la Sicilia dallemergenza, favoriscono
spregiudicati affaristi e cui la attuale classe politica delega le scelte strategiche di politica economica. davvero
questa la Sicilia che vuole?
Con cordialit e sperando nel rinsavimento della politica siciliana, La saluta
Beniamino Ginatempo
Presidente di Zero Waste Sicilia
Prof. ordinario di Fisica presso lUniversit di Messina