Sei sulla pagina 1di 4

www.CanaleSicilia.it - Giornale online Strearming Services - email redazione@canalesicilia.it - Tel.

393-1863330
canalesicilia.it
http://www.canalesicilia.it/zero-waste-sicilia-linceneritore-e-un-grosso-affare-per-chi-lo-gestisce-faraone-e-davvero-questa-la-siciliache-vuole/

Zero Waste Sicilia Linceneritore un grosso affare per chi lo


gestisce, Faraone davvero questa la Sicilia che vuole?
CanaleSicilia

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del Presidente di Zero Waste Sicilia, Prof. ordinario di Fisica presso
lUniversit di Messina Beniamino Ginatempo indirizzata allOn. Davide Faraone.
Egr. On. Faraone,
Lei ha recentemente ripreso e rilanciato lannuncio che il
Consiglio dei Ministri ha attivato le procedure per lennesimo
commissariamento della gestione dei materiali post-consumo
mi scuso di non riuscire a chiamarli rifiuti, come tutti della
Sicilia. Eppure Lei, che stato deputato regionale, sicuramente
sa che a partire dal 2000 e fino al 2013 la Regione Sicilia stata
commissariata in pi turni, con la motivazione ufficiale di essere
incapace di organizzare un sistema europeo di gestione degli
scarti urbani ed industriali, ma in realt con lobbiettivo di
imporre scelte non condivise dalla popolazione. I risultati di
questi commissariamenti sono sotto gli occhi di tutti, e da Lei
denunciati con forza solo oggi. Sulla carta, la legge regionale 9
del 2010 ed il piano regionale dei rifiuti prodotto da una struttura
commissariale e ministeriale che prevede, in ottemperanza di
direttive europee, il 65% di RD ed il 50% di recupero di materia
entro il 31/12/2015 . Ma un conto scrivere una legge o redarre
un piano, altro operare concretamente per realizzarlo. Infatti gli stessi commissari fino ad oggi non hanno
saputo, o potuto o voluto applicare questo piano, ma hanno tollerato tante illegalit ed inosservanze delle proprie
delibere. Viene pertanto il dubbio che proprio il commissariamento possa essere una concausa della malattia
invece che la cura, come la Commissione ecoreati (Pecorella) ha affermato nel 2013.

Due conticini della serva. Il valore dei materiali post-consumo, se


interamente recuperati, che ogni anno in Sicilia vengono seppelliti
inquinando di circa 100 milioni di euro (40 euro a tonnellata per 2.5
milioni di tonnellate annue). Se si pensa che, il costo di conferimento
da solo di circa 100 euro a tonnellata, (forse perch non c il TMB?),
si capisce che i padroni delle discariche rischiano di perdere oltre 200
milioni di euro lanno. Ovviamente si oppongono in tutti i modi, anche
quelli meno leciti, a che dai materiali post-consumo si possano
ricavare quelle RISORSE PUBBLICHE (fino a 90-100 milioni/anno),
nostre, dei siciliani.
Purtroppo, la politica economica della Sicilia e non solo! consiste
da troppo tempo nel trasformare risorse pubbliche nel lucro di pochi.
Lei, quale politico siciliano di spicco, dovrebbe impegnarsi nel
cambiare radicalmente questo stato di cose.
Purtroppo invece Lei rilancia la scellerata idea del governo di costruire
due inceneritori in Sicilia con laggravante di voler gestire il sistema dei
rifiuti attraverso gli strumenti dellemergenza commissariale come peraltro avvenuto in passato senza alcun
risultato, se non quello di alimentare lemergenza medesima, e quindi linefficienza nel settore. Tale soluzione
proposta 1) antiscientifica ed inquinante, 2) contraria alle politiche europee, 3) non consente di uscire
dallemergenza, 4) manifesta sudditanza verso i potentati economici e 5) contraria perfino al buon senso, come
sto per argomentare. Ove volesse organizzare un confronto pubblico su questi temi fra i suoi esperti e la nostra
associazione, ci dichiariamo da subito a Sua completa disposizione.
1. Lei sostiene, riporto testualmente,: Nessuno ha parlato di inceneritori nel provvedimento del governo
Renzi. C una programmazione nazionale finalmente, direi e si citano testualmente impianti di
recupero energetico, basati su moderne tecnologie a zero emissioni. . Ora anche se Nessuno ha
parlato di inceneritori, di impianti che inceneriscono spazzatura si parla, no? Chiamiamoli, dunque, col
loro nome. E la frase moderne tecnologie a zero emissioni francamente una bufala. Infatti da perito
chimico quale Lei , dovrebbe ricordarsi che Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Quindi
lincenerimento non trasforma la spazzatura solo in energia, come a volte altri lasciano truffaldinamente
intendere, ma in ceneri, scorie, gas serra (CO2), macroinquinanti (SOx, NOx, CO, ecc.), e microinquinanti
(diossine, furani, metalli pesanti, polveri sottili ed ultrasottili), cio emissioni o tossiche, o nocive o
climalteranti. Le acque di scarico contengono idrocarburi policiclici aromatici, residui solidi sospesi,
diossine e metalli pesanti. Si producono per ogni tonnellata incenerita da 200 a 300 Kg di scorie, cio rifiuti
speciali pericolosi che vanno smaltiti a costi almeno quadrupli in discariche appositamente attrezzate.
Inoltre i sistemi di filtraggio pi moderni recuperano solo dai 20 a 30 Kg per tonnellata di polveri tossiche
(nessuno pu o sa efficacemente intercettare nanopolveri o PM2.5), e se anche triplicassero la loro
capacit, non intercetterebbero pi di 100 Kg. Dove va a finire il resto? Con buona pace delle presunte
tecnologie ad emissioni zero, va tutto nella discarica pi grande che c e solo apparentemente gratuita:
latmosfera. Cio laria che noi ed i nostri figli vorremmo a buon diritto respirare. E poi nellacqua che
vorremmo bere, e nel terreno che vorremmo coltivare per nutrirci.

2. LEuropa ci chiede ben altro. I vari organismi europei ci indicano da decenni la strada giusta nella gestione
dei materiali post-consumo ed il ruolo strategico del recupero di materie prime seconde (MPS) per il futuro
industriale del vecchio continente, fino a suggerire il concetto di economia circolare (ultima Risoluzione del
P.E. del 09/07/2015). LEuropa si rende conto di non avere materie prime sufficienti per alimentare il suo
imponente sistema industriale, ed infatti costretta ad importarle. A causa della crescita dei paesi in via di
sviluppo, la domanda nel mercato della materie prime in forte crescita e la competizione sempre pi
dura. Pertanto presumibile che per lEuropa le materie prime scarseggeranno sempre di pi, nel
prossimo futuro. Cos nel lungo termine si delinea lo spettro della crisi da scarsit di risorse (peraltro gi
iniziata) e persino la desertificazione industriale, con il dilagare della povert e le conseguenze socioeconomiche prevedibili. Ecco che in questo scenario diventa strategico il recupero di materia dai nostri
scarti urbani ed industriali, fino a introdurre il divieto di incenerimento e smaltimento dei rifiuti riciclabili e
compostabili (cio tutti!) entro il 2025, nonch pensare alla discarica del futuro come il deposito
temporaneo di materia, per lestrazione mineraria urbana (punti 33 e 34 della Risoluzione del P.E. Un
Europa efficiente nelluso della risorse del 20/05/2012).
3. Liter che porta alla costruzione di un inceneritore potrebbe durare anche oltre un decennio. Sembra di
capire dalle notizie circolate che questi due inceneritori avrebbero la capacit di 700.000 ton/anno (2,5
milioni per tutta lItalia). Ora, non chiaro cosa ne sar dellemergenza rifiuti fino alla loro entrata in
funzione, ma quando funzioneranno che ne sar dei rimanenti 1.800.000 di tonnellate di rifiuti urbani e
speciali dei siciliani? Si aggiunga che a parit di costi si potrebbero dotare le discariche illegali siciliane
degli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB), che metterebbero a norma gli stessi ed
eviterebbero le sanzioni europee che il cittadino Pantalone sta pagando (200.000 ogni 6 mesi per ogni
discarica illegale, 400.000 ogni sei mesi per ogni discarica illegale dismessa ma non bonificata). Non sono
gli ambientalisti ad usare il Kit dei conservatori, la soluzione inceneritori che non pu essere venduta
come luscita della Sicilia dai guai odierni.
4. Linceneritore un grosso affare per chi lo gestisce. Infatti si fa pagare caro (si stima 180 euro/ton) per
accettare i rifiuti da bruciare per poi vendere a caro prezzo la poca energia elettrica prodotta (fonti
energetiche assimilate alle rinnovabili). uno strano caso italiano, nel quale un imprenditore non
acquista la materia prima per le sue produzioni ma si fa pagare per prenderla! E i cittadini pagano ben tre
volte questa follia: non incassano il controvalore dei materiali recuperabili, pagano per il conferimento e
pagano una maggiorazione delle bollette elettriche per gli incentivi alla falsa energia rinnovabile. Come si
diceva prima, si trasformano risorse pubbliche nel lauto affare di pochi, con la complicit della cattiva
politica.
5. Man a mano che decolla il recupero di materia e si raggiungono percentuali vicine all85% (consorzio
Contarina, a Treviso e provincia, 554.000 persone) i grandi impianti di incenerimento restano affamati.
il caso dei grandi inceneritori del Nord Italia (Torino, Parma, Brescia, ecc.), che gi oggi operano in perdita.
Ma se si prevede che la RD decolli, come si pu pensare di costruire questi impianti? Non forse contro il
buon senso?
Ma la cosa pi brutta degli inceneritori, On. Faraone, che
concettualmente rientrano nella nostra cultura dello spreco,
deprecata da Papa Francesco nella sua stupenda lettera enciclica
Laudato si . Quelle materie prime seconde che vengono trasformate
irreversibilmente in ceneri, emissioni e veleni sono un intollerabile
spreco; costringono ad un continuo saccheggio delle risorse terrestri,
che diminuiscono sempre pi velocemente e drammaticamente;
alterano il clima e distruggono le biodiversit; per accaparrarcele
facciamo persino guerre nei paesi che deprediamo e da cui in milioni
fuggono per inseguire il sogno non del benessere ma della semplice
sopravvivenza.
Egr. On. Faraone, a favore degli inceneritori non esistono, dunque,
motivazioni scientifiche e tecniche, sono contrari a quanto ci chiede
lEuropa, non faranno uscire la Sicilia dallemergenza, favoriscono

spregiudicati affaristi e cui la attuale classe politica delega le scelte strategiche di politica economica. davvero
questa la Sicilia che vuole?
Con cordialit e sperando nel rinsavimento della politica siciliana, La saluta

Beniamino Ginatempo
Presidente di Zero Waste Sicilia
Prof. ordinario di Fisica presso lUniversit di Messina

Potrebbero piacerti anche