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nella tesi secondo cui linteriorit dipende dallesteriorit e quindi il soggetto dipende
sempre dalloggetto ( es: il paesaggio fuori dalla finestra).
SCHEMI TRASCENDENTALI : la dottrina dello schematismo indaga il modo in cui le
categorie si possono applicare ai fenomeni. Come facciamo con lintelletto a percepire
qualcosa che appartiene alla sensibilit ? elemento mediatore il tempo attraverso cui
tutti gli oggetti sono percepiti: Il tempo a priori, omogeneo alle categorie e ai
fenomeni. Gli schemi trascendentali sono una rappresentazione intuitiva delle categorie
e quindi sono categorie calate nel tempo.
I PRINCIPI DELINTELLETTO PURO E LIO LEGISLATORE DELLA NATURA : i principi
dellintelletto puro sono le regole di fondo tramite cui avviene lapplicazione delle
categorie agli oggetti. Lio <legislatore> della natura la massima espressione della
rivoluzione copernicana attuata da Kant e ed quellordine necessario e universale che
sta alla base di tutti i fenomeni.E legislatore perch non attinge le sue leggi dalla natura
,ma le prescrive ad essa.Essendo il fondamento della natura,lio anche il fondamento
della scienza che la studia .Superamento dello scetticismo humiano: Hume riteneva che
lesperienza potesse smentire le verit su cui si regge la scienza.Kant sostiene invece
che tale possibilit non sussista,in quanto lesperienza,non pu mai smentire i principi
che ne derivano.
AMBITI DUSO DELLE CATEGORIE E IL CONCETTO DI NOUMENO : lORIGINALIT DEL
COPERNICANESIMO FILOSOFICO di Kant consistita anche nel riconoscere le possibilit e
i limiti del fondamento del sapere. Le categorie,essendo la facolt logica di unificare il
molteplice della sensibilit,funzionano solo in connessione con le intuizioni spaziotemporale. Considerate di per s,cio senza essere riempite di dati provenienti dal senso
esterno o interno,sono vuote. Perci le categorie sono operanti solo in relazione al
fenomeno.Di conseguenza,il conoscere per Kant non pu estendersi al di l
dellesperienza.Questo principio esclude che le categorie abbiano un uso
trascendentale,ed implica che il loro unico uso possibile sia quello empirico,per il quale
esse vengono riferite solo ai fenomeni (ossia agli oggetti di unesperienza determinata).
Kant ha sempre ribadito che lambito della conoscenza umana rigorosamente limitato
al fenomeno,poich la cosa in s,che egli denomina NOUMENO) non pu divenire
oggetto di unesperienza possibile.In senso positivo il noumeno loggetto di una
conoscenza extra-fenomenica che a noi preclusa e che potrebbe essere propria di un
ipotetico intelletto divino.In senso negativo il noumeno una X sconosciuta che non pu
mai entrare in rapporto conoscitivo con noi.In questo senso la cosa in s un concettolimite che serve ad arginare le nostre pretese conoscitive.
LA DIALETTICA TRASCENDENTALE Nella Dialettica Kant affronta il problema se la
metafisica possa considerarsi una scienza. Nella tradizione filosofica il termine dialettica
assume diversi significati.Per Platone essa la scienza delle idee.Per gli stoici la logica.
Per estensione Aristotele definisce dialettico anche il ragionamento "eristico", cio quello
che parte da premesse che "sembrano" soltanto probabili, ma non lo sono.Quest'ultima
accezione ripresa esplicitamente da Kant, per cui la dialettica larte sofistica di dare
alle illusioni validit di vero La metafisica,nonostante la sua infondatezza, unesigenza
naturale e inevitabile della mente umana .Esempio della colomba: Lintelletto umano
insofferente del limite ed portato a pensare anche senza dati.In ci simile ad una
colomba che,mentre vola,immagina di potersi liberare dallaria,non rendendosi contro
che questultima,pur essendo un limite al suo volo, anche la condizione
immanente,senza di cui essa precipiterebbe a terra. (ARIA= ESPERIENZA / COLOMBA=
RAGIONE).Perci il nostro sapere ,che solo quello fenomenico,sar sempre parziale.I
metafisici,secondo Kant, sono simili ai navigatori degli oceani che,non contenti della loro
isola (cio della terraferma del fenomeno) vogliono spingersi in alto mare (che
rappresenta il regno dellassoluto).La Dialettica ,in questo senso, si configura come la
denuncia dei fallimenti del pensiero quando procede oltre gli orizzonti dellesperienza
,quidato da unillusione strutturale.
Kant) La critica alle prove dellesistenza di Dio
La tradizione ha elaborato una serie di prove dellesistenza di Dio,che Kant raggruppa in
tre classi:prova ontologica,cosmologica e fisico-teologica.
1)La prova ontologica pretende di ricavare lesistenza di Dio dal semplice concetto di Dio
come essere perfettissimo,affermando che,in quanto tale,Egli non pu mancare
dellattributo dellesistenza. Kant sostiene che lesistenza asseribile solo tramite
lesperienza e non si pu dedurre per via puramente intellettiva.
2)La prova cosmologica gioca sulla distinzione fra contingente e necessario,affermando
che se qualcosa esiste deve anche esistere un essere assolutamente necessario.
Secondo Kant la prova ha due limiti logici: fa un uso extrafenomenico del concetto di
causa ,che funziona solo allinterno dellesperienza e,in secondo luogo, ricade nella
prova ontologica,che dallidea del Perfettissimo pretende di derivare la sua realt.
3)La prova fisico-teologica fa leva sullordine,sulla finalit e sulla bellezza del mondo per
innalzarsi ad una mente ordinatrice ,identificata con un Dio creatore,perfetto ed
infinito.Anche questa prova non fa che partire dallesperienza per saltarne fuori,poich
non possiamo arrogarci il diritto di affermare che la Causa del mondo infinitamente
perfetta,saggia e buona .E se ci avviene perch noi identifichiamo sottobanco
lipotetica Causa ordinante con lidea della Realt perfettissima.
La funzione regolativa delle idee Secondo Kant le idee della ragion pura ,anche se non
possono avere valore costitutivo perch non servono a conoscere alcun oggetto possibile
,possono avere un uso regolativo.Cos lidea psicologica spinge a cercare i legami fra
tutti i fenomeni e a rintracciare ununit proprio come se fossero manifestazioni di
ununica sostanza semplice.
LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA
La ragione non serve solo a dirigere la conoscenza,ma anche lazione.Accanto alla
ragione teoretica abbiamo quindi una ragione pratica.Kant distingue fra una ragion pura
pratica (opera indipendentemente dallesperienza) ed una ragione empirica pratica (che
opera sulla basa dellesperienza). Kant sente l'esigenza di redigere un'altra Critica,
quella della Ragion Pratica, dove per pratica intendiamo morale, l'azione morale libera,
sciolta dall'esperienza (poich nel campo morale l'uomo fa ci che deve fare, e le cose
che deve fare le trova in s) e disinteressata. L'uomo kantiano perci un uomo libero
che deve obbedire solo a se stesso, tuttavia il giusto che regola l'azione inteso in senso
Socratico: non devo agire secondo ci che giusto per il singolo, ma secondo ci che
giusto in senso generale, ovvero ci che giusto per tutti.
Se la ragion Pura si rifaceva a Hume, la Pratica di rif a Rousseau e ha quattro
caratteristiche principali:
1) universalit: tutti gli uomini hanno la morale
2) incondizionatezza: la morale non deve essere dettata da finalit concrete, devo voler
una cosa perch la ritengo giusta, non ci sono in morale grandi o piccole azioni, ma solo
azioni morali.
3) libert: l'uomo libero solo quando agisce moralmente, e il criterio di ci che giusto
fare viene all'uomo dal suo interno, la morale permette cos all'uomo di agire in maniera
autonoma, per questo nella libert morale si ha l'autonomia. La morale si gioca
allinterno di una tensione bipolare fra ragione e sensibilit.Se luomo fosse
esclusivamente sensibilit,ossia impulso, ovvio che la morale non esisterebbe ,perch
luomo agirebbe solo per impulso.Viceversa,se luomo fosse pura ragione,la morale
perderebbe ugualmente di senso,in quanto lindividuo sarebbe in una situazione di
perfetta adeguazione alla legge.Nella Ragion pratica il tema dominante la polemica
contro il fanatismo morale,ossia la pretesa di fare del bene tramite uninclinazione
naturale spontanea,e perci nel sostituire alla virt (che lintenzione morale in lotta fra
ragione e impulsi egoistici) la presunzione della santit.
La critica della r.p. si divide in :
-Dottrina degli elementi che tratta degli elementi della morale e si divide in analitica e
dialettica.
-Dottrina del metodo che tratta del modo in cui la legge morale pu accedere allanimo
umano.