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Francesco Dal Molin - Hannibal 201 Kaiseki

Dopo aver visto la prima scena della seconda stagione di Hannibal quelli che (me
compreso) avevano ancora qualche dubbio sulla qualit della serie si sono dovuti
ricredere.
Quella sequenza di immagini di quasi 4 minuti ha suscitato in buona parte degli
spettatori la domanda: Cosa diavolo sta succedeno?
Tutto ci sul quale si basata la trama, il cardine al quale ruotavano intorno tutti i fatti
della prima stagione, sta per crollare: una macchina a 100 allora verso un burrone.
Hannibal, freddo bastardo senza scrupoli, cuoco provetto dal palato fine con un senso
dello humor discutibile e Jack Crawford, uomo tutto dun pezzo nonch capace
investigatore, ingaggiano un duello letale a colpi di coltello, cazzotti, cravatte, ante di
frigorifero o qualsiasi altro oggetto utile a portata di mano nella cucina del rinomato
chef, in sottofondo una musica assordate carica di tensione.
La lotta si fa man mano pi cruda ed esasperata, fino a quando Hannibal riesce a
ribaltare la situazione, colpendo gravemente Jack lasciandolo, ormai, senza vie di
scampo.
Stacco
Sala da pranzo di Hannibal, musica classica e unamabile senzazione di quiete fanno
da cornice ad una cenetta tra i due personaggi protagonisti del duello, che discutono e
mangiano in assoluta tranquillit.
La scritta che accompagna questa scena, dodici mesi prima, ci rischiara
leggermente le idee e ci permette di prendere un po di fiato.
Strana decisione quella di aprire la stagione proprio con una cos importante
antecipazione,
ma lo scopo di Bryan Fuller, creatore della serie, chiaro: aggiungere una forte
tensione ed una sfrenata curiostit a noi spettatori, a mio parere centrando il
bersaglio.
lo stesso espediente utilizzato da Ugo Foscolo in Ultime lettere di Jacopo Ortis, che
gi nel titolo fa capire le sorti spiacevoli del protagonista.
Carichi di aspettative, la visione della puntata estramamente piacevole.
Concluso questo flashforward la narrazaione riprende a svilupparsi da dove la
avevamo lasciata la scorsa stagione, ovvero con Will Graham in prigione, accusato di
essere il responsabile della serie di omicidi attorno ai quali si sviluppata la trama
della prima stagione.
La sua mente messa a dura prova dagli sforzi atti a riacquistare la memoria dei
giorni antecedenti lincarcerazione, spesso con il solo risultato di essere vittima di
incubi e allucinazioni.
Ricorrenti sono infatti i suoi sogni deliranti, interpretati in maniera coinvolgente
dallattore Hugh Dancy, che fondono la tranquillit proprio di Will allinquietudine del
demone che ha in corpo.
Questi incubi sono manifestazione della paura pi sublime, data non tanto dagli orrori
raccapriccianti che che i serial killer psicopatici ci propongono nei casi, ma dal
camminare pesante di un cervo nella penombra, cadenzato da una musica elettronica
e penetrante che carica di terrore e angoscia lo spettatore.
Ricorda molto Donnie Darko: un coniglio in mezzo ad un giardino bastato per andare
a dormire con la luce accesa per una settimana.
Con William in gattabuia Hannibal prender il suo posto come consulente investigativo
al fianco dellagente Crawford e del suo team.

Non solo una sostituzione formale, Hannibal si immedesima completamente in lui,


guarda con i suoi occhi la morte, prova la stessa sensazione di smarrimento e viene
pervaso dalla stessa angoscia che ha portato il nostro protagonista alla crisi. Questo
non fa altro che accumunare i due personaggi, rendendo ancor pi appassionante il
loro rapporto, nel quale lo psicologo nella passata stagione ha avuto un forte controllo
e condizionato lagire di Will.
Il primo caso sul quale devono investigare di notevole coinvolgimento: uomini
vengono selezionati dal serial killer in base al colore della loro pelle al fine di creare
una tavolozza di colori, con i quali creer la sua opera darte.
Del resto i casi che si susseguono puntata dopo puntata non sono mai banali n
eccessivamente forzati bens intriganti, grazie anche allirresistibile attrazione che
provoca in ognuno di noi lhorror ed il macabro.
Questi, fusi insieme ad una trama invidiabile, conferiscono alla serie la capacit di non
annoiare, una qualit che poche simili riescono ad ottenere.
Hannibal lo vediamo anche tenere una seduta con la sua psicologa Bedelia Du
Maurier, piena di frasi alle quali non ne intuiamo il vero significato in quanto troppi
sono i misteri passati che si celano dietro il loro rapporto. Per parlargli della piega che
ha preso il suo rapporto con William, Di come a furia di giocare con il suo pupazzo
abbia finito col romperlo provocando in lui una sensazione di debolezza in questa sua
perdita, cosa che non si addice ad un freddo calcolatore. La discussione verter anche
sul suo nuovo ruolo allinterno dellFBI e di come, nuovamente, lei debba aiutarlo,
questra volta al fine di rimanere un amico agl occhi dellispettore.
Non si sa con certezza se Bedelia sappia effettivamente dell suo bizzarro hobby
Hannibal. Anche per questo la conversazione assume sfumature misteriose e bizzarre,
ragione dovuta al fatto che i ruoli di psicologo e paziente si invertono: Hannibal
infatti in alcuni momenti a porre le domande alla donna.
Bryan Fuller con questo primo episodio dallinizo azzardato riuscito a fare ci che
aveva fatto, nella prima stagione, in tredici episodi: creare unatmosfera cupa ed
accattivante ben caratterizzata che avvolga la storia, e faccia crescere nello spettatore
il seme della curiosit.
La seconda stagione di Hannibal si avvia quindi con le migliori premesse verso una
continuazione che pezzo dopo pezzo avanzer verso un finale che gi intravediamo.
A noi resta solo scoprire come.
Francesco Dal Molin

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