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La bellezza di camminare

All'inizio abbiamo letto dei brani tratti dal libro di David Le Breton: Il mondo a piedi. Elogio
della marcia.
"Camminare significa aprirsi al mondo. L'atto del camminare riporta l'uomo alla coscienza
felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la
piena partecipazione di tutti i sensi (...) Spesso camminare un espediente per riprendere
contatto con noi stessi! [...]
Camminare un modo tranquillo per reinventare il tempo e lo spazio. Prevede uno stato
d'animo, una lieta umilt davanti al mondo, un'indifferenza alla tecnica e ai moderni mezzi di
trasporto o, quantomeno, un senso di relativit delle cose; Fa nascere l'amore per la
semplicit, per la lenta fruizione del tempo. [...]
Camminare riduce l'immensit del mondo alle dimensioni del corpo. [...]
Camminare un metodo per calarsi nel mondo, per compenetrarsi della natura, per mettersi
in contatto con un universo che rimane inaccessibile alle normali modalit di conoscenza e di
percezione. Con il proseguire del cammino, il viaggiatore allarga lo sguardo sul mondo,
immerge il suo corpo in una nuova condizione. [...]
Sicch un cammino non necessariamente prigioniero di una vasta geografia, pu anche
compiersi in uno spazio ristretto, perch ci che conta soprattutto la qualit dello sguardo.
[...]
Camminare un modo per decondizionare lo sguardo, incide un percorso non solo nello
spazio ma anche nell'intimo, conduce a percorrere le sinuosit del mondo e del proprio
essere in uno stato di ricettivit, di alleanza. Geografia dell'esterno che si congiunge a quella
dell'interno svincolandola dalle normali costrizioni sociali; "la bella strada color lavanda
impallidisce a ogni secondo. Nessuno l'ha mai percorsa, anch'essa nata con il giorno. E il
villaggio l in fondo non attende che Voi per risvegliarsi all'esistenza (Roud 1984)".
Anche qui c' questo doppia realt che dobbiamo cercare di vivere durante la meditazione
camminata: da una parte concentrazione interiore, sguardo rivolto "dentro"; dall'altra
fruizione dell'esterno, della sua bellezza, di ci che prodotto dai miei movimenti, dal mio
contatto a terra. Pi sono dentro e pi sono proiettato fuori. Maggiormente realizzo uno stato
di calma e attenzione silenziosa e pi sono ricettivo all'esplosione di informazioni che mi
provengono dall'esterno.
Abbiamo iniziato la pratica con l'anapanasati. Poi un giro di camminata in tre movimenti; un
altro giro dividendola in cinque. Ricordiamoci, quando ci fermiamo ad ogni angolo, di
rilassare le tensioni che si sono accumulate sulle spalle, nel collo, sul petto, sulla parte
superiore delle braccia. Ancora meglio sarebbe riuscire, durante la stessa camminata, a porre
attenzione al rilassamento di queste parti. Questo ci costringe ad una maggiore
concentrazione e forse un rallentamento della velocit del nostro passo pu essere benefico.
La parte superiore del busto dovrebbe essere cos rilassata, da farci sentire tutto il suo peso
nelle mani, come se il sangue - fluendo liberamente - arrivasse tutto ad acquietarsi sul fondo
delle loro dita.
Poi abbiamo fatto un nuovo esercizio: attenzione ai suoni. Fenomeni che potrebbero risultare
ad alcuni distraenti, come il rumore delle macchine per la strada, persone che urlano, ecc.,
diventano un oggetto di meditazione. Sempre seduti alla solita maniera, riceviamo
semplicemente i suoni. Anche qui molto importante non emettere alcun giudizio tipo "mi
piace", "sgradevole", "dolce", "antipatico", "disturbante", ... Dobbiamo essere puri ricettori,

come se fossimo semplici registratori. Prima ci si sofferma su un suono, poi su un altro; poi ci
si rende conto che ce ne un numero assai alto accavallati l'uno sull'altro, in parallelo. Si
arriva a percepire dunque non pi questo o quel suono, ma l'intera sinfonia. Se si pratica
questo esercizio per un certo tempo, arriva un momento in cui si comincia a sentire un nuovo
suono, che alcuni hanno chiamato "il suono del silenzio": una specie di sibilo sotterraneo e
sottostante a tutti i suoni passeggeri. Un altro importante effetto di questo esercizio che si
scopre, paradossalmente, la bellezza, la semplicit, la piacevolezza di suoni che di solito ci
aggradano ben poco: rumori di motori, urla sgraziate, ecc. Divenendo oggetti di semplice
attenzione non giudicante, rivelano una parte di s prima a noi sconosciuta.
Alla fine della lezione, una storia zen sulle qualit necessarie per entrare nella via che
conduce alla realizzazione (clicca qui).

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