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Camera dei Deputati - Interrogazione a risposta in Commissione n.

5-03162
presentata dallOn. Colonnese (M5S) il 4 Luglio 2014.
COLONNESE, FICO, CARINELLI, VIGNAROLI e NESCI. Al Presidente del
Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. Per sapere
premesso che:
che ciascuno Stato membro responsabile dell'applicazione del diritto
dell'Unione europea nel suo ordinamento interno (recepimento delle direttive
entro il termine stabilito, conformit e corretta applicazione delle disposizioni
nazionali rispetto al diritto dell'Unione europea);
i trattati assegnano alla Commissione europea il compito di assicurare la
corretta applicazione del diritto dell'Unione. Di conseguenza, se uno Stato
membro manca ai suoi obblighi, la Commissione europea dispone del potere,
previsto dall'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
di ingiungere allo Stato membro di porre fine all'infrazione e, se questo non
accade, di adire la Corte di giustizia (ricorso per inadempimento);
per inadempimento si intende la violazione da parte di uno Stato membro
degli obblighi impostigli dal diritto dell'Unione. L'inadempimento pu essere
costituito da un'azione o da un'omissione. Si considera che il diritto
dell'Unione sia stato violato dallo Stato membro, quale che sia
l'amministrazione centrale, regionale o locale responsabile
dell'inadempimento;
prima di presentare un ricorso per inadempimento alla Corte di giustizia, la
Commissione europea avvia un procedimento amministrativo detto
procedimento d'infrazione, ossia un procedimento precontenzioso;
nella fase precontenziosa si tenta di indurre lo Stato membro a mettersi
volontariamente in regola con il diritto dell'Unione;
la fase precontenziosa si articola in pi tappe e pu essere preceduta da una
fase di indagine o di esame, specie quando il procedimento d'infrazione
stato avviato a seguito di una denuncia;
prima dell'apertura di una procedura di infrazione, la commissione pu
sollevare dubbi su profili di violazione del diritto dell'Unione attraverso il
sistema EU Pilot;
il sistema EU Pilot, lanciato nel 2008 dalla comunicazione della Commissione
Un'Europa dei risultati Applicazione del diritto comunitario (COM
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(2007)502) ha inaugurato il progetto EU Pilot rappresenta un meccanismo di


risoluzione dei problemi di implementazione del diritto dell'Unione europea e
di scambio di informazioni tra la Commissione e gli Stati membri concepito
per la fase antecedente all'apertura formale della procedura di infrazione ex
articolo 258 TFUE;
EU Pilot dunque il mezzo che ha la Commissione per comunicare con gli
Stati membri su tematiche che pongono questioni riguardanti la corretta
applicazione del diritto dell'Unione europea o la conformit della legislazione
nazionale al diritto dell'Unione europea in una fase iniziale;
nel quadro del sistema Pilot, lo scambio di comunicazioni avviene
direttamente, tramite un sistema informatico, tra la Commissione e
l'amministrazione nazionale (per l'Italia, il dipartimento per le politiche
europee, il quale si occupa a sua volta di coinvolgere le amministrazioni
regionali o locali eventualmente interessate);
la Rappresentanza permanente italiana ha accesso al sistema e svolge una
funzione di supporto, in coordinamento con il dipartimento per le politiche
europee, soprattutto nella fase successiva all'eventuale chiusura negativa del
caso (in effetti, la maggior parte delle procedure di infrazione aperte derivano
da casi Pilot chiusi negativamente). Anche in questo caso, la Rappresentanza,
vista la sua continua interazione con le istituzioni europee, svolge un'attivit
di sostegno alle amministrazioni nazionali interessate attraverso
l'instaurazione e il mantenimento di contatti diretti con i funzionari della
Commissione;
dopo che il caso EU Pilot si chiude negativamente, la Commissione attraverso
una messa in mora invita lo Stato membro a comunicarle, entro un termine
prefissato, le sue osservazioni sul problema di applicazione del diritto
dell'Unione riscontrato;
la seconda tappa costituita dal parere motivato, nel quale la Commissione
esprime il suo punto di vista sull'infrazione e crea i presupposti per un
eventuale ricorso per inadempimento, chiedendo allo Stato membro di porre
fine all'infrazione entro un dato termine. Il parere motivato deve esporre in
modo logico e dettagliato i motivi che hanno determinato il convincimento
della Commissione europea che lo Stato membro abbia mancato agli obblighi
ad esso incombenti in virt del trattato;
con la messa in mora la direzione generale della Commissione competente in
materia identifica la violazione del diritto dell'Unione che viene contestata e
prevede un termine entro il quale lo Stato pu comunicare le proprie
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osservazioni e argomentazioni di risposta alla richiesta della Commissione.


Nel caso in cui non pervenga risposta oppure le informazioni trasmesse non
siano valutate soddisfacenti, la Commissione adotta un parere motivato
(articolo 258, paragrafo 1, TFUE), con cui constata la sussistenza della
violazione e invita lo Stato a prendere tutte le misure necessarie per porre
fine a tale situazione;
allorch lo Stato non si conformi al parere della Commissione, pu aprirsi la
fase contenziosa della procedura di infrazione, la quale si svolge dinanzi alla
Corte di giustizia (articolo 258, paragrafo 2, TFUE). Nel caso in cui il giudice
dell'Unione condivida la valutazione effettuata dalla Commissione, viene
pronunciata una sentenza che dichiara la sussistenza dell'infrazione e a cui lo
Stato tenuto a conformarsi, adottando tutte le misure necessarie per
adeguare l'ordinamento interno a quello dell'Unione (articolo 260 paragrafo 1,
TFUE). Allorch l'esecuzione della sentenza non venga posta in essere, la
Commissione ha la facolt di adire nuovamente la Corte di giustizia,
chiedendo l'applicazione di una sanzione pecuniaria (articolo 260; paragrafo
2, TFUE). Da notare la particolare situazione in cui la Commissione adisca la
Corte a proposito di una presunta violazione da parte dello Stato dell'obbligo
di comunicare alla Commissione le misure adottate in attuazione di una
direttiva: in tal caso, l'articolo 260, paragrafo 3, TFUE prevede che gi il
primo deferimento alla Corte possa essere accompagnato dalla richiesta da
parte della Commissione dell'applicazione di una sanzione finanziaria anche di
portata elevata (articolo 260, paragrafo 3, TFUE);
tutti i Governi che si sono succeduti in Italia negli ultimi anni hanno
rassicurato che la riduzione delle procedure d'infrazione pendenti nei
confronti del nostro Paese sarebbe stato un obiettivo prioritario, ma nessun
Governo riuscito in tale intento perch l'Italia continua a collocarsi in ultima
posizione fra gli Stati membri per gli adempimenti al diritto dell'Unione
europea, caratterizzandosi come il Paese con il numero pi alto di procedure
di infrazioni;
infatti, la Commissione europea, il 28 maggio 2014, ha deciso per quanto
riguarda l'Italia l'apertura di 2 nuove infrazioni per violazione del diritto
dell'Unione europea: 2014/0287 mancato recepimento della direttiva di
esecuzione 2012/25/UE sulle procedure informative per lo scambio tra Stati
membri di organi umani destinati ai trapianti; 2014/0289 mancato
recepimento della direttiva 2013/10/UE sull'etichettatura degli aerosol;
pertanto il numero delle procedure d'infrazione a carico del nostro Paese
continua a salire anzich ridursi; invero il numero delle stesse passato da
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114 a 117, di cui 81 riguardano casi di violazione del diritto dell'Unione e 36


attengono a mancato recepimento di direttive;
quanto sopra riportato si sostanzia in una insostenibile compromissione
dell'immagine dell'Italia nel mondo, oltre a costituire un allarmante aggravio
di oneri finanziari a carico dell'Italia a seguito delle sentenze di condanna per
inadempimento emesse dalla Corte di giustizia dell'Unione europea, in
particolare in materia ambientale :
quali iniziative intenda assumere il Governo per il miglioramento della fase
precontenziosa di scambio di comunicazioni, tramite il sistema informatico,
tra la Commissione e il dipartimento per le politiche europee al fine di evitare
che i casi EU Pilot possano chiudersi negativamente con l'apertura ufficiale
delle procedure di infrazione a carico dell'Italia;
come intenda il Governo garantire, nella fase successiva all'eventuale
chiusura negativa dei casi EU Pilot, un pi efficace ruolo della Rappresentanza
permanente italiana di supporto in coordinamento con il dipartimento per le
politiche europee e di sostegno alle amministrazioni nazionali interessate
attraverso l'instaurazione e il mantenimento di contatti diretti con i funzionari
della Commissione al fine di prevenire l'apertura ufficiale di infrazioni a carico
dell'Italia;
come intenda risolvere il Governo e dunque chiudere le numerosissime
procedure di infrazione, oramai 117 di cui 81 riguardanti casi di violazione del
diritto dell'Unione e 36 attinenti a mancato recepimento di direttive, che
fanno dell'Italia il Paese membro con il pi alto numero di casi di infrazione
nell'ambito dell'Unione europea;
in che maniera il Governo intenda, concretamente, perseguire l'obiettivo su
esposto e come sar conseguita realmente la finalit di evitare di continuare
a pagare le onerose sentenze di condanna della Corte di giustizia dell'Unione
europea per inadempimento e di ridurre il rischio di ulteriori condanne della
stessa Corte di giustizia a seguito delle molteplici procedure di infrazioni
pendenti a carico dell'Italia. (5-03162)

CAMERA DEI DEPUTATI


Marted 29 luglio 2014
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Politiche dell'Unione europea (XIV)


INTERROGAZIONI
Marted 29 luglio 2014. Presidenza del vicepresidente Paolo TANCREDI.
Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Sandro Gozi.
La seduta comincia alle 14.05.
5-03162 Colonnese ed altri: Sullo stato delle procedure di infrazione avviate
dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia.
Il sottosegretario Sandro GOZI rivolge in qualit di ex componente della
Commissione e rappresentante del Governo un saluto alla deputata
Colonnese per il contributo attivo svolto nei lavori della XIV Commissione.
La ringrazia inoltre per l'interrogazione, che consente di fare il punto della
situazione delle procedure di infrazione aperte nei confronti dell'Italia all'avvio
del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea.
Osserva preliminarmente come il Governo si sia fortemente impegnato, negli
ultimi mesi, nella lotta contro le procedure di infrazione, che personalmente
ritiene una lotta di legalit, almeno con riferimento alle procedure che
appaiono fondate. Ricorda infatti che le procedure di infrazione sono dei
contenziosi, delle contestazioni mosse all'Italia dalla Commissione europea,
che non sempre appaiono condivisibili e che non in tutti i casi conducono ad
una condanna.
L'azione di contrasto alle procedure appare invece particolarmente importante
quando si ha a che fare con contestazioni della Commissione europea che
derivano da un mancato recepimento delle direttive. In questi casi, infatti, si
tratta di atti alla cui formazione l'Italia ha partecipato ma che non vengono
poi tradotti nell'ordinamento interno. Si tratta di una tipologia di infrazioni che
non dovrebbe esistere, soprattutto laddove legata ad una inerzia
amministrativa. Ritiene che occorra, sul punto, impegnarsi al massimo ed
invita la XIV Commissione a monitorare soprattutto questa tipologia di
infrazioni.
Per quanto riguarda l'attuale situazione ricorda che le attuali procedure di
infrazione sono 101, di cui 80 per violazione del diritto dell'Unione europea e
21 per mancato recepimento di direttive. Si tratta di una diminuzione
considerevole rispetto alla situazione esistente nel momento in cui il Governo
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Renzi entrato in carica: non pi tardi dello scorso febbraio, infatti, il numero
complessivo di infrazioni si collocava sopra le 120, ed appariva in crescita.
Questo trend positivo frutto di un intenso sforzo del Governo, anche
nell'utilizzo di tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge n. 234 del
2012.
Evidenzia infatti che l'aumento del numero di infrazioni che si era registrato
nel 2013 era attribuibile principalmente alla mancata approvazione delle leggi
comunitarie 2011 e 2012. Gi a seguito dell'approvazione della legge di
delegazione 2013 il numero delle procedure di infrazione per mancato
recepimento sceso da 38, nel gennaio 2014, a 21, nel luglio del 2014.
Peraltro per 13 di esse sono stati gi notificati alla Commissione europea i
relativi provvedimenti di attuazione e tali procedure sono dunque in via di
archiviazione; sul punto ha gi avuto modo di segnalare l'opportunit che, da
parte della Commissione europea, ci sia uno sforzo di velocit
nell'archiviazione delle procedure, che altrimenti risultano ancora a carico del
Paese, bench sostanzialmente risolte.
L'approvazione definitiva della legge di delegazione 2013 secondo semestre
e il prossimo avvio delliter parlamentare della legge di delegazione 2014
dovrebbero portare ad un ulteriore diminuzione delle procedure per mancata
trasposizione di direttive. anche in corso di approvazione la legge europea
2013-bis, con la quale verranno chiuse altre 15 procedure di infrazione e 14
caso eu-pilot in materia di libera circolazione di persone, beni e servizi,
fiscalit, concorrenza, lavoro e politiche sociali e appalti. Il disegno di legge,
gi approvato dalla Camera, in discussione al Senato; non si pu
nascondere tuttavia che liter stato meno rapido di quanto non sarebbe
stato auspicabile, ma il Governo non pu che prendere atto dei prolungati
tempi di esame richiesti dal Parlamento.
Accanto agli strumenti normativi il Governo sempre sulla base della legge n.
234 del 2012 ha convocato la prima riunione del Comitato interministeriale
per gli Affari europei, che si riunir nuovamente a settembre proprio per fare
il punto, tra l'altro, sulliter legislativo dei disegni di legge all'esame del
Parlamento. L'attivazione del Comitato costituisce un ulteriore strumento al
servizio di una maggiore efficacia del sistema di adeguamento
dell'ordinamento italiano al diritto dell'Unione.
Vi poi il tentativo di restituire centralit all'azione di coordinamento del
Dipartimento per le politiche comunitarie poich, evidente che, per
consentire alle amministrazioni di rispondere al meglio alle procedure di
infrazione, e di interfacciarci correttamente con gli organismi europei, occorre
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un forte centro di coordinamento e impulso. Questa azione va di pari passo


con un forte raccordo fra il Dipartimento per le politiche europee e la
rappresentanza permanente d'Italia presso l'UE.
Sempre in ossequio alla legge 234 ricorda che sono stati creati presso tutti i
Ministeri i nuclei di valutazione europea, ci che consentir un migliore
collegamento con le amministrazioni nazionali.
Ricorda altres che il Governo ha per la prima volta esercitato i poteri
sostitutivi previsti dalla legge 234 nei confronti di una Regione inadempiente
nei confronti del diritto europeo, la Sicilia, con ci evitando una assai
probabile condanna da parte della Corte di giustizia.
Quanto alle 80 procedure di infrazione per violazione del diritto dell'Unione
europea, evidenzia come vi siano degli ambiti, quale quello ambientale, che
registrano un elevato e complesso contenzioso. Ricorda in proposito che il
decreto-legge n. 91 del 2014, che stato appena approvato dal Senato,
consentir di chiudere sei procedure in materia.
Ritiene poi che le iniziative legislative che saranno portate a compimento e
che saranno avviate nel corso del semestre consentiranno di ridurre
ulteriormente il contenzioso, anche al fine di offrire una dimostrazione della
seriet e della credibilit del nostro Paese quale membro dell'Unione europea.
Vega COLONNESE (M5S) ringrazia il Sottosegretario per la risposta alla sua
interrogazione, della quale si dichiara parzialmente soddisfatta. Il
Sottosegretario ha infatti evidenziato la tendenza in calo delle procedure di
infrazione ma vero che, se diverse procedure si chiudono, nel frattempo se
ne aprono di nuove e la situazione resta ancora molto grave, soprattutto in
ambito ambientale.
Condivide quanto rilevato in ordine al fatto che non tutte le procedure di
infrazione possono essere imputate ad una responsabilit dell'Italia, ma
alcune di queste debbono essere piuttosto ricondotte ad una difficolt di
applicazione della normativa europea alla situazione nazionale. Molte
procedure tuttavia sono riconducibili ad una interpretazione errata del
legislatore nazionale, che si pone peraltro in contrasto con l'interesse
collettivo.
Auspica, in conclusione, che quello di oggi sia solo il primo appuntamento di
una serie di incontri che consentano al Parlamento, ed in particolare alla XIV
Commissione, di conoscere ed anche svolgere una funzione di controllo e di
garanzia rispetto al recepimento della normativa dell'Unione europea.
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Paolo TANCREDI, presidente, sottolinea l'importanza di un monitoraggio


costante, richiamando la competenza delle Commissioni di merito circa la
valutazione in ordine al recepimento delle direttive di settore.
Il sottosegretario Sandro GOZI conferma la piena disponibilit del Governo a
riferire regolarmente in Commissione sia sulla fase ascendente, di formazione
della normativa europea, che sullo stato delle procedure di infrazione, come
anche sulla gestione del semestre di Presidenza italiana del Consiglio
dell'Unione europea.
Stefano VIGNAROLI (M5S) sottolinea come la XIV Commissione abbia
bisogno di un dialogo costante con il Governo su questi temi e ritiene
opportuno acquisire maggiori informazioni, in particolare sui casi EU-pilot che
costituiscono il primo campanello di allarme rispetto all'avvio delle procedure.
Auspica inoltre che il Governo possa fornire informazioni dettagliate sulla
procedura relativa alla discarica di Malagrotta.
Paolo TANCREDI, presidente, richiama i deputati all'oggetto della seduta
odierna e dichiara quindi concluso lo svolgimento della interrogazione
all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.30.

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