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ELENA SEVI

[Valeria Mantarano, Elena Sevi in Strong Women, catalogo della mostra, a cura di Maria Selene Sconci, Spazio
Sculpture Art di Margherita Serra, Matera 11 luglio - 4 settembre 2013, Edizioni Arti, Brescia, 2013, ISBN 978-88-
97724-16-2]


Lo scultore non cerca di tradurre in marmo il proprio pensiero: egli pensa direttamente come se gi tutto fosse di
marmo, egli pensa in marmo (Andr Gide, Oscar Wilde, 1910).
Esiste una sorta di inscindibilit tra materiale ed immateriale nei lavori della scultrice Sevi. Esiste un sistema di
relazioni molto intimo tra largilla, la pietra, il gesso, il legno, il raku , il piombo (materiale prediletto) e il suo essere
donna, prima di tutto, e artista . La sua identit, versatile e genuina, diventa un tuttuno con i materiali con cui si mette
alla prova, i suoi materiali (come lei stessa sottolinea): li salda, li buca, li graffia, li modella quasi affidandosi
allimprevedibilit delle reazioni chimico-fisiche degli stessi.
Si viene ad instaurare, in tal modo, un senso di fiducia, di abbandono, di appartenenza che le permette di riconoscersi
pienamente in ci che produce.
Nei Ritratti con corazza, la corazza, simbolo per eccellenza del guerriero che si premunisce di un armatura per
difendersi e proteggersi dagli attacchi esterni, diventa rifugio e riparo. La corazza sembra avvolgersi e avvolgere, come
una coperta soffice e pregiata, i tratti somatici di un viso silente e con gli occhi socchiusi. Quasi a voler marcare, anche
attraverso la resa ruvida ma ricercata del modellato, la convivenza che sussiste tra lo spirito umano e l essenza
primordiale e spirituale della materialit.
La Sevi sembra poi ritrovare la colorita giovinezza quando imprime alle sue sculture lucentezze, comunque ben
equilibrate, di turchesi, ramati, rossi e verdi (Piccolo ritratto con corazza).
NellAmazzone permane la tematica a sfondo belligerante. C un chiaro riferimento ai primordi della scultura nel
busto realizzato in gesso, la scultura greca classica per intenderci. Ricorre anche la metafora del rifugio/riparo ma
questa volta resa attraverso un piombo lacerato e consunto che copre, non casualmente, gli occhi, specchio dellanima.
E dunque quella della Sevi una volont di celare identit profonde? O forse una semplice necessit di riscoprirsi ed
entrare in contatto, in solitudine e senza contaminazioni esterne, con le innumerevoli sfaccettature del suo io?

Valeria Mantarano

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