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VIALE DELLA LETTERATURA 30, 00144 ROMA - PRESSO LA QUALE L'OPERA E' DEPOSITATA



14000







L LA A M MA AL LA AT TT TI I A A D DE EL LL LA A F FA AM MI I G GL LI I A A M M
d di i F Fa au us s t t o o P Pa ar r a av vi i d di i n no o



v ve er r s s i i o on ne e 1 19 9. . 1 12 2. . 2 20 00 08 8



















Fausto Paravidino
Via Sebino 11 9/5
00199 Roma. tel.: 06 8845750 - 338 3173946
2


















Questo testo e' dedicato a tutti quelli che
volenti o nolenti, consapevoli o meno,
col loro parlarmi, scrivono le mie battute

dati gli argomenti qui trattati,
vorrei inoltre dedicare la presente
all'opera di alcuni signori medici, nelle persone di
Checov, Celine, e i miei due beneamati genitori

fausto
3

l l a a m ma al l a at t t t i i a a d de el l l l a a f f a am mi i g gl l i i a a M M
d di i f f a au u s s t t o o p pa ar r a av v i i d di i n n o o
( ( g ge en n n na ai i o o - - a ap pr r i i l l e e 2 2 0 0 0 0 0 0 ) )





personaggi
La famiglia M.:
Maria una ragazza tra i venti e i venticinque anni
Marta sua sorella
Gianni il loro fratello minore
Luigi il genitore

E poi:
Fabrizio tra i venti e i trenta
Fulvio idem
Il dottore


luogo
Anche in Italia, come nel Far West, ci sono piccoli centri abitati che si sviluppano interamente ai
lati di importanti strade statali. La caratteristica di questi luoghi il limite dei 50 allora su strada
dritta, limitazione inspiegabile per il viaggiatore che consideri tali localit solo come un intralcio
o un ristoro nella sua primaria esigenza di spostarsi da un posto ad un altro posto. Le principali
risorse economiche di siffatti paesi sembrerebbero pertanto il bar del camionista e la pompa di
benzina, ma a osservare meglio si scopre che tali risorse sono affiancate anche da agricoltura,
allevamento e persone.
In uno di questi luoghi ambientata la nostra vicenda.


tempo
Il tempo quello a cavallo tra lautunno e linverno, un uggioso depressivo che talvolta sfoga in
pioggia o neve.


nota
La versione del testo sulla quale ho basato questa revisione quella pubblicata da Ubulibri, ed
(ad eccezione di un piccolo taglio) quella presentata alla edizione 2000 del Premio Candoni - Arta
Terme.
Si ringraziano il regista Ramin Gray e la scrittrice di teatro Timberlake Wertenbaker per il lavoro
condotto sul testo al Royal Court Theatre nellestate di quello stesso anno, lavoro che se non ha
portato, come speravo, ad una nuova stesura del testo, ha per lo meno portato me ad una maggiore
consapevolezza di esso.
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prologo

Il dottore da solo.

DOTTORE Sono quello che una volta si sarebbe chiamato medico della Mutua e che ora si
chiama medico di Base o di famiglia, ma data la natura del luogo dove lavoro e dove
ambientata la vicenda, non disdegno neanche essere chiamato medico di campagna o, pi
semplicemente: dottor Cristofolini, come fanno i pi. opinione diffusa che il mio
compito sia quello di guarire i malati, e io stesso ho (lungamente) condiviso questa
opinione che ora posso testimoniare essere vera solo di misura. Sono in realt chiamato a
curare i malati. Curare pu voler dire tutto, e malati pu voler dire tutti. Tale la
natura del mio lavoro. Sono stato educato a riconoscere le malattie per debellarle o
limitarne i danni, e sono specializzato in malattie tropicali, ma di fatto, la pi parte del mio
lavoro consiste nel prestare un paziente orecchio alle ansie e ai problemi, anche sanitari, di
coloro che - per ironia di linguaggio - vengono a loro volta chiamati pazienti, e a
proporre rimedi sbilanciandomi in consigli di carattere generale, come: Faccia una bella
passeggiata, Si faccia un bel pianto, Perch non glie lo dici che il problema questo?,
Secondo me dovreste fare la pace. raro che questi consigli vengano messi in pratica,
ma anche raro che i miei pazienti prendano le medicine nella forma e nel dosaggio da me
prescritti, per cui sto cominciando a formularmi lidea che il mio compito primario sia
questo: ascoltare. La malattia uningiustizia senza rimedio, come lo sono le pene
damore, la morte, lignoranza dei figli e dei padri e la perdita del raccolto. Di fronte a
tanta ingiustizia lunica cosa che la pu rendere sopportabile dichiararla ad unaltra
persona, nella speranza che il dolore privato diventi dolore del mondo. Entrano nel mio
ambulatorio, si siedono davanti a me. Alzo lo sguardo e domando Cosa si sente? ovvero
Cosha?, Cosa c che non va? Si sfoghi, mi dica cosa la affligge, qualsiasi cosa, pianga
pure, io la ascolter, non la interromper, non la giudicher se lei non me lo chieder, non
sapr proporle nessuna soluzione, ma lei torner a casa e star meglio. E se domani star di
nuovo cos male, mi trover al solito posto, e cos sar fino alla fine delle vostre storie e del
mio incarico. Sono un medico di base specializzato in malattie tropicali. Il mio compito
quello di testimoniare la malattia. Di qualunque natura essa sia. Quelle che vedrete, sono
alcune delle storie che ho.
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uno

Un luogo di ritrovo. Sera, cielo sereno. Maria e Fulvio.

MARIA Tu mi ami?
FULVIO S, perch?

Il dottore.

DOTTORE Ecco, questo Fulvio, il figlio della tabaccaia, non lo conosco bene, venuto da
me una volta soltanto, voleva che gli facessi fare il test per lHIV. Da l ho appreso che
occasionalmente, la sera, quando gli amici lo fanno bere, dimentica di essere felicemente
fidanzato con Maria. Comunque sia, risultato negativo al test. Maria M. - la fidanzata -
lei. Vive con Luigi, suo padre, Marta e Gianni: i suoi fratelli. la reginetta delle
gravidanze interrotte. Il che mi fa supporre che anche lei, di quando in quando, manchi di
rispetto a Fulvio.

Maria e Fulvio.

MARIA Ogni tanto mi sembra che non te ne frega niente di me.
FULVIO Adesso?
MARIA No, ogni tanto.
FULVIO Quando?
MARIA Che ne so, difficile, una sensazione.
FULVIO Ho capito, ma vorrei capire come si pu fare.

Pausa.

MARIA Non ti va di parlarne.
FULVIO No, no, se vuoi parlare
MARIA Non ti va.
FULVIO No, non mi va. Parliamo troppo ma se pensi che dobbiamo parlare ne parliamo,
pazienza se non mi va, sopporto, mi sforzo. (pausa) Che c?
MARIA A te pare che siamo fidanzati?
FULVIO Non so, non sono molto esperto, penso di s.
MARIA A me sembra di no.
FULVIO Perch?
MARIA Ma perch non ci comportiamo come fidanzati!
FULVIO Perch, come si comportano i fidanzati?
MARIA Non lo so, un esempio stupido, ma non mi regali mai una rosa.
FULVIO Vuoi che ti regali delle rose?
MARIA No, non me ne frega niente delle rose, te lho detto, era un esempio.
FULVIO Era un esempio stupido se non te ne frega niente delle rose.
MARIA Come faccio a spiegartelo?!
FULVIO Non lo so, sei tu che ti sei voluta impantanare in questa discussione, io sono qui che
ascolto.
MARIA Ma non mi aiuti per niente.
FULVIO Se non so dove vuoi arrivare come faccio ad aiutarti?
MARIA Ma hai capito benissimo dove voglio arrivare.
FULVIO Che non mi occupo abbastanza di te?
MARIA Non questo.
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FULVIO (molto stupito) Davvero?
MARIA No.
FULVIO Allora non lo so. Se ti viene in mente qualcosa dimmelo.

Pausa.

FULVIO Ma ti annoi?
MARIA No, no, non questo.
FULVIO E allora perch ti fai tutti questi problemi? Stiamo bene e basta.
MARIA Penso che potremmo stare meglio.
FULVIO No, normale che sia cos. perch siamo grandi. Se morivamo prima ci sembrava
di stare benissimo, ormai siamo troppo grandi e ci dobbiamo accontentare di sopportarci.
Che comunque non male. Sforzati di sopportarmi come io sopporto te.
MARIA Fai molta fatica?
FULVIO A sopportarti?
MARIA S.
FULVIO No. un rapporto adulto. normale.

Entra Fabrizio.

FABRIZIO Ciao, vi disturbo?
FULVIO No, no.
FABRIZIO Magari volevate stare un po
FULVIO No, ti stavamo aspettando.

Il dottore.

DOTTORE Fabrizio lo conosco meglio perch fa finta di essere ipocondriaco. un bugiardo
patologico, tra le altre cose sostiene di essere cugino acquisito di Fulvio. Non mi mai
riuscito di trovare tra loro altro rapporto che la semplice amicizia, cosa che comunque non
da sottovalutare.

Fulvio, Maria, Fabrizio.

FABRIZIO Cosa facciamo?
FULVIO Gli altri ci aspettano in autostrada.
FABRIZIO Qual il programma?
FULVIO Andiamo allautogrill, beviamo due birre, facciamo due discorsi e ce ne andiamo.
FABRIZIO Maria viene con noi?
FULVIO Ti va?
MARIA (priva di vita) S. S.

due

Casa M. Mattino, cielo poco nuvoloso. Marta e Maria.

MARTA Ti sei divertita? Ieri?
MARIA S.
MARTA Dove sei stata?
MARIA Cos, con Fulvio.
MARTA Era una festa?
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MARIA S, una festa.
MARTA Bello?
MARIA S, penso di s. (Pausa) Gianni?
MARTA Dorme, no? Ha fatto tardissimo, ubriaco.
MARIA E tornato dopo di me?
MARTA Non sto a controllare a che ora tornate a casa.
MARIA Io esco.
MARTA Mi prendi le sigarette?
MARIA Diana blu.
MARTA Ti do i soldi.
MARIA Me li dai quando torno. (sta per uscire, si ferma sulla porta come in preda al
panico) Ti voglio bene.
MARTA A volte non si vede.
MARIA Scusa. (esce in fretta).

Marta si accende lultima sigaretta. Inizia a fumare lentamente. Entra Luigi, un uomo sulla
cinquantina. Ha il passo incerto.

MARTA Ciao pap. Come stai? (spegne la sigaretta)

Il dottore.

DOTTORE Eccoci qua, ci siamo quasi tutti. La ragazza che sta per iniziare la sua giornata
Marta M., ed una gran brava ragazza, molto responsabile. Luomo che sta per
affrontare uno dei grandi problemi che quotidianamente rendono invivibili i suoi giorni e
quelli di coloro che lo circondano Luigi M., il genitore.

Marta e Luigi.

LUIGI Non trovo le scarpe.
MARTA Ce le hai.
LUIGI Queste sono le pantofole.
MARTA E non vanno bene?
LUIGI Vanno bene come pantofole. Io ho bisogno delle scarpe.
MARTA Perch, dove devi andare?
LUIGI Quando mi alzo mi metto le scarpe.
MARTA Adesso le cerchiamo.
LUIGI Le ho gi cercate, non ci sono.
MARTA Non ti ricordi dove le hai lasciate lultima volta?
LUIGI Le ho messe al loro posto.
MARTA E qual il loro posto?
LUIGI Lo sgabuzzino delle scope.
MARTA Lo sgabuzzino delle scope ce lavevamo nella casa vecchia.
LUIGI Io ieri sera le ho messe l.
MARTA Sar stata unaltra sera.
LUIGI Era ieri sera, le ho messe l e mi sono messo le pantofole, devono essere l.
MARTA Saranno da qualche altra parte. Adesso te le cerco.
LUIGI Qualcuno deve averle spostate.
MARTA Nessuno ti sposta le scarpe.
LUIGI Tuo fratello deve averle spostate, io ieri sera le ho messe l. Sono andato al cimitero e
quando sono tornato le ho messe l.
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MARTA Quando la mamma morta non stavamo gi pi nella casa vecchia. Non le hai mai
messe nello sgabuzzino tornando dal cimitero.
LUIGI Ieri s. Tuo fratello deve averle spostate. Dov Gianni?
MARTA E a letto.
LUIGI Bisogna che si alzi.
MARTA Ieri tornato tardi.
LUIGI Non pu stare tutto il giorno a letto.
MARTA E domenica.
LUIGI Non un motivo per stare tutto il giorno a letto.
MARTA Non ha niente da fare.
LUIGI Se si alza poi qualcosa da fare la trova. Vallo a svegliare.
MARTA S, adesso vado. Vuoi che ti faccia un caff?
LUIGI Lo prendo con Gianni. Quando si alza. Vallo a svegliare.
MARTA Prima guardo se trovo le scarpe.
LUIGI Non le trovi, le ho gi cercate, le ha spostate Gianni. Non si troveranno mai. Vallo a
svegliare.
MARTA Guardo meglio nello sgabuzzino delle scope.
LUIGI Lo sgabuzzino delle scope era nella casa vecchia. Non possono essere l. Quando
abbiamo cambiato casa ce le avevo ai piedi. Vai a svegliare Gianni.
MARTA S.

Marta esce. Luigi comincia a passeggiare per la casa. Si ferma. Si dimenticato dove doveva
andare. Torna a sedersi. Si rialza, esce. Marta rientra.

MARTA Pap! (Pausa) Pap!
LUIGI (off) S.
MARTA Dove sei?
LUIGI (off) Devo lavarmi.
MARTA Aspetta che ti aiuto.
LUIGI (off) Sono capace di lavarmi.

Marta esce. Entra Gianni. Si guarda intorno. Va verso il pacchetto di sigarette sul tavolo. vuoto.
Va verso la cucina, sbatte contro una sedia, inciampa, si fa male.

GIANNI Ahia

Il dottore.

DOTTORE Gianni M. lultimogenito della famiglia. Parla spesso a vanvera e si diverte a
tormentare gli altri con la sua saccenza. Marta mi dice spesso che cos facendo si sta
scavando la fossa con le sue mani, io trovo generalmente un po fuori tono i giudizi di
Marta sui suoi famigliari.

Gianni.

MARTA (off) Ti sei alzato?
GIANNI No.
MARTA (off) C il caff sul fuoco.

Entra Luigi tutto bagnato.

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GIANNI Ciao, caff?
LUIGI Hai fatto il caff?
GIANNI Ne vuoi?
LUIGI Grazie.
GIANNI (nota che tutto bagnato) Ti sei lavato?
LUIGI Marta pensa che non sia pi capace di lavarmi da solo.
GIANNI Sei perfettamente in grado di lavarti da solo.
LUIGI Mi sono sempre lavato da solo.
GIANNI Infatti.
LUIGI Ogni tanto non la capisco mica, nervosa.
GIANNI Uh. Non cattiva per.
LUIGI Non ho detto che sia cattiva.
GIANNI Le piace sentirsi utile.
LUIGI A tutti piace sentirsi utile.
GIANNI Solo che a volte lei non capisce che un uomo ha bisogno dei suoi spazi.
LUIGI S ma non cattiva.
GIANNI No, (pausa) un po asfissiante.
LUIGI E stanca.
GIANNI S, ma non lo vuole ammettere, cos si stanca ancora di pi. Prima o poi le verr un
esaurimento nervoso.
LUIGI No.
GIANNI Se non gioca un po s.
LUIGI No. Non le verr.
GIANNI Magari non le verr. Ma se non sta attenta le verr.
LUIGI Non le verr.
GIANNI A mamma era venuto.
LUIGI Non era esaurimento nervoso.
GIANNI Il dottor Cristofolini aveva detto che era esaurimento nervoso.
LUIGI Non capisce niente quello.
GIANNI Per mamma non stava bene.
LUIGI Era solo un po stanca.
GIANNI Era esaurita.
LUIGI No.
GIANNI Il dottore
LUIGI Da quando arrivato quello stanno tutti male. Sono le medicine.
GIANNI Tu stavi male da prima.
LUIGI Io s, ma la mamma no. Se tua sorella non si innamorava di quello l tua mamma era
ancora viva. Le sue ricette lhanno ammazzata.
GIANNI S, s, s

Rientra Marta.

MARTA Ecco il caff.
GIANNI Sei innamorata del dottor Cristofolini?
MARTA Ma cosa dici?
GIANNI Lha detto pap.
MARTA Pap, ma cosa dici prendi il tuo caff, dai.

Luigi inizia a bere il caff. Pausa.

LUIGI Se non ti innamoravi del dottor Cristofolini mamma era ancora viva.
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MARTA Pa-p

Marta raccoglie le tazzine, esce in cucina.

GIANNI C puzza.
LUIGI Bisogna lavare il pavimento.
GIANNI C puzza di piscio.
LUIGI Da quando non c mamma non si lava pi il pavimento.
GIANNI Marta lo lava tutti i giorni.
LUIGI Ieri non lo ha lavato.
GIANNI Sei tu che puzzi di piscio.
LUIGI Io non puzzo.
GIANNI Quando ti pisci puzzi.
LUIGI Non mi sono pisciato. il pavimento.
GIANNI Il pavimento non puzza di piscio. Marta! Marta!
LUIGI Non mi sono pisciato.
GIANNI Non c niente di male.
LUIGI Non c niente di male ma non mi sono pisciato.
GIANNI Marta!
LUIGI Lasciala stare, non vedi che esaurita?
GIANNI Ti deve cambiare.
LUIGI Non mi puoi cambiare tu?
GIANNI Ti cambia lei. Marta!
MARTA (off) Cosa c?
GIANNI C da cambiare pap.

Pausa.

MARTA Adesso arrivo.
GIANNI Adesso viene.
LUIGI Ma come mai ci mette tanto?
GIANNI E un po stanca.
LUIGI S, ma la casa deve andare avanti lo stesso.

Entra Marta.

MARTA Forza pap, andiamoci a cambiare.

Lo solleva con fatica e lo accompagna fuori scena.

LUIGI Piano, piano, mi fai male.
MARTA Su, su.
LUIGI Non sono un pacco.
MARTA Dai, non fare storie, andiamo.
LUIGI Non mi parlare come una suora, non sei una suora.
MARTA Ma cosa ne sai tu di come parlano le suore
LUIGI Lo so come parlano le suore.
MARTA Allora raccontami come parlano le suore.
LUIGI Come te parlano. Come si parla coi deficienti.

Sul loro dialogo dissolvenza.
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tre

Un luogo di ritrovo. Mezzogiorno, cielo sempre un po coperto. Fulvio e Fabrizio.

FULVIO Mi sa che non la amo.
FABRIZIO Non mi ero accorto che eravate a questo punto.
FULVIO A che punto?
FABRIZIO No, nel senso che ma lei cosa ne pensa?
FULVIO Non lo so, parla in continuazione ma non lho mica capito che cosa pensa.
FABRIZIO Ah, ne parlate.
FULVIO Non facciamo altro. Ne parliamo tanto che non sappiamo pi di cosa stiamo
parlando.
FABRIZIO Qual il problema?
FULVIO Si lamentata che non le regalo mai delle rose. Stiamo insieme da una vita e dovrei
regalarle le rose.
FABRIZIO A te non piace regalare rose.
FULVIO S, ma poi mi ha detto che comunque non era quello.
FABRIZIO E che cosera?
FULVIO Che non le dedico abbastanza attenzione.
FABRIZIO Be, un classico.
FULVIO Infatti.
FABRIZIO E secondo te vero?
FULVIO Stiamo sempre insieme!
FABRIZIO Ma se lei ti lasciasse come staresti?
FULVIO Non so quando mi minaccia per non ho paura.
FABRIZIO Perch sai che tanto poi non lo fa.
FULVIO E quello il guaio.
FABRIZIO Eh s.
FULVIO S.
FABRIZIO S.

Fulvio si alza.

FABRIZIO Dove vai?
FULVIO A casa.
FABRIZIO Pensavo che ti dovessi vedere con Maria.
FULVIO Adesso?
FABRIZIO Mi pareva.
FULVIO Vado a casa a mangiare.
FABRIZIO Buon appetito.
FULVIO Rimani qui? Che ci fai da solo?
FABRIZIO Non lo so, non ho voglia di andare a casa.
FULVIO Boh, buon divertimento.
FABRIZIO Ciao.

Fabrizio rimasto dove Fulvio lo aveva lasciato. Entra Maria.

MARIA Ciao.
FABRIZIO Oh, ciao, cercavi Fulvio?
MARIA S, dovevamo vederci.
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FABRIZIO S, mi pareva, infatti. andato a casa.
MARIA Ah.
FABRIZIO Uhm.
MARIA E tu che ci fai qui?
FABRIZIO Boh?
MARIA Come?
FABRIZIO Non lo so. Non mi andava di andarmene a casa.
MARIA Perch?
FABRIZIO Come perch? Non mi andava, no?
MARIA Non stai bene a casa?
FABRIZIO S, s. E tu?
MARIA S.
FABRIZIO Bene. una bella cosa che stiamo tutti e due bene a casa, no?
MARIA S.
FABRIZIO S. Ma se a casa stiamo cos bene, che ci facciamo qua?
MARIA Io mi dovevo vedere con Fulvio.
FABRIZIO Ah, gi, vero.
MARIA E tu?
FABRIZIO Io io mi ricordavo che vi dovevate vedere e allora sono rimasto cos se arrivavi
ti dicevo che Fulvio andato a casa.
MARIA Be, sei stato gentile.
FABRIZIO S, io sono gentile.
MARIA E una bella cosa.
FABRIZIO Perch, tu non sei gentile?
MARIA A volte no.
FABRIZIO Be, normale, nessuno sempre gentile.
MARIA Con mia sorella sono proprio stronza.
FABRIZIO Stronza?
MARIA Non ci credi?
FABRIZIO No.
MARIA E invece cos, a volte sono proprio stronza.
FABRIZIO Perch?
MARIA Non lo so. Quando sono da sola penso che dovrei essere pi buona con lei, ma poi
appena la vedo mi viene da essere di nuovo stronza.
FABRIZIO Non parlate molto.
MARIA Non abbiamo molto da dirci.
FABRIZIO Pensavo che a te piacesse parlare.
MARIA Faccio una fatica terribile.
FABRIZIO Adesso stai facendo fatica?
MARIA Adesso non stiamo parlando di niente.

Fabrizio ci rimane un po male.

quattro

Casa M. Un paio dore pi tardi, cielo coperto. Gianni da solo in casa. intento a fare qualcosa.
Forse niente. Entra Maria.

GIANNI (senza voltarsi) Maria.
MARIA Ciao.
GIANNI Non ti chiedi come ho fatto a riconoscerti senza voltarmi?
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MARIA No.
GIANNI Non sei curiosa?
MARIA Non siamo tantissimi ad avere le chiavi di casa.
GIANNI Poteva essere Marta.
MARIA E uscita?
GIANNI E andata a comprarsi le sigarette da sola visto che tu ci hai messo quattro ore. Le
hai comprate?
MARIA Era arrabbiata?
GIANNI No, voleva fumare. Le hai comprate?
MARIA S.
GIANNI Allora dammi una sigaretta.

Maria gli butta il pacchetto.

GIANNI Mi fanno schifo le Diana.
MARIA Infatti non sono per te.
GIANNI Sopporter.

Si accende una sigaretta.

GIANNI Allora?
MARIA Cosa?
GIANNI Non sei curiosa? Di sapere come ho fatto a riconoscerti?
MARIA No, ma immagino che non la smetterai finch non te lo chiedo, quindi dimmelo.
GIANNI No, mi porter il segreto nella tomba.
MARIA Bene.
GIANNI Io invece sono curioso. Dove sei stata?
MARIA In giro.
GIANNI Sono curioso.
MARIA Sono stata in giro, basta.
GIANNI Con Fulvio?
MARIA S.
GIANNI Perch sorridi?
MARIA Mi fai ridere.
GIANNI Non sono io che ti faccio ridere.
MARIA Smettila.
GIANNI Coshai fatto?
MARIA Vaffanculo, sono fatti miei!

Se ne sta andando.

GIANNI Ti voglio bene.
MARIA Sei un rompicoglioni.
GIANNI Ma ti voglio bene.
MARIA Lo dici solo perch vuoi che ti racconti qualcosa.
GIANNI S.

Maria esce. Gianni sorride.

GIANNI La adoro.

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cinque

Casa M. Verso sera, non necessariamente la stessa, cielo nuvoloso. Pap Luigi e Marta.

LUIGI Mi porti gli occhiali?
MARTA Non ci vedi perch buio, gli occhiali non ti servono a niente.
LUIGI E troppo presto, non pu essere gi buio.
MARTA Eppure venuto buio.
LUIGI Una volta non era cos buio.
MARTA Una volta ci vedevi meglio.
LUIGI E allora portami gli occhiali.
MARTA Pap, non un fatto di occhiali, quelli ti servono per mettere a fuoco, se non ti basta
la luce non ci vedi, e non c niente da fare. Ti ci abitui.
LUIGI Una volta mi bastava.
MARTA Una volta non eri malato. Non il mondo che cambia. Sei tu.

Pausa.

LUIGI Anche il mondo un po cambia.
MARTA Anche il mondo un po cambia.
LUIGI Tu mi volevi pi bene.
MARTA Io ti voglio bene.
LUIGI Mi contraddici sempre. Sembra che lo fai apposta. Sar malato ma non sono scemo.
Non c bisogno di contraddirmi cos tanto. Gli altri non lo fanno.
MARTA Gli altri non passano cos tanto tempo con te.
LUIGI Ma quando ci sono, sono pi gentili.
MARTA Perch non ti ascoltano.
LUIGI Perch non ascoltano quel cretino del dottor Cristofolini.
MARTA Il dottore ti sta aiutando tantissimo.
LUIGI Quando cera il dottore vecchio non stavo cos male.
MARTA Perch eri meno malato.
LUIGI Appunto.
MARTA Senti, ti porto a letto?
LUIGI E presto.
MARTA Non ti va di coricarti un po?
LUIGI Il fatto che buio non vuol dire che ora di andare a letto. Se no dinverno le
fabbriche chiuderebbero alle tre.
MARTA Non lavori pi in fabbrica.
LUIGI Non un buon motivo per buttare la giornata.
MARTA Daccordo, non buttiamo la giornata. Stiamo qua a parlare delle stagioni.

Pausa.

LUIGI Se con te si potessero fare discorsi pi seri li farei.
MARTA S.

Pausa.

LUIGI Quando parlo con Gianni ha sempre qualcosa da raccontarmi, lui curioso. pieno di
interessi. Tu no.
MARTA No, non ho gli interessi di Gianni.
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LUIGI Maria no, lei timida, quindi non centra, un discorso a parte, ma tu mi preoccupi.
Una volta facevi sempre un sacco di cose, eri pi vitale.
MARTA Una volta cera mamma.
LUIGI La vita continua lo stesso. Sai, credo che Maria abbia qualcuno.
MARTA Fulvio.
LUIGI Qualcosa del genere. (pausa) E tu?
MARTA Io che?
LUIGI Non c nessuno?
MARTA No.
LUIGI Vedi, non si sa mai di cosa parlare.
MARTA Parla con Maria.
LUIGI Parlaci tu, cos poi mi racconti.
MARTA Ci manca solo quello.

Suona il telefono.

LUIGI C il telefono.
MARTA Lho sentito.
LUIGI Rispondi, allora.
MARTA Non per me.
LUIGI E allora deve disturbare tutto il tempo senza che nessuno lo fermi?

Entra Gianni.

GIANNI C il telefono.
MARTA Rispondi.
GIANNI (al telefono) Pronto.
LUIGI Chi ?
GIANNI (al telefono) Pronto.
LUIGI Chi ?

Gianni riattacca.

LUIGI Chi era?
GIANNI Nessuno.

Gianni se ne va.

LUIGI Ci fanno anche gli scherzi, ci fanno.
MARTA Non uno scherzo, aveva suonato anche prima. uno che vuole fare sapere che
esiste.
LUIGI Chi ?
MARTA Non lo so.
LUIGI Non gli riesce molto bene di fare sapere che esiste se non sai chi .
MARTA Non per me.

Pausa.

LUIGI Dov Maria?
MARTA Sar in camera sua.

16
Pausa.

LUIGI Perch non qui con noi?
MARTA Sta bene in camera sua.
LUIGI Non sta bene con noi?
MARTA Sta meglio in camera sua.
LUIGI Dovreste andare pi daccordo.
MARTA Andiamo daccordo.
LUIGI Non vero. Chiamala.
MARTA Perch?
LUIGI Voglio parlarvi.
MARTA Ma davvero, non abbiamo nessun problema.
LUIGI Non vero, vi devo parlare. Valla a chiamare.

Marta si alza. Ed esce. Suona il telefono. Nessuno risponde. Luigi si alza e si trascina verso il
telefono.

LUIGI (risponde) Lo so che esisti ma non so chi sei, io mi chiamo Luigi. E tu?

Entra Gianni.

GIANNI Chi era?
LUIGI Uno che voleva fare sapere di esistere.
GIANNI E come si chiama?
LUIGI Non lo so, non me lha detto.
GIANNI Richiamer.
LUIGI Speriamo.

Entrano Maria e Marta.

MARIA Mi volevi parlare?
LUIGI S.

Gianni se ne stava andando, si ferma stupito.

LUIGI Secondo te chi era al telefono?
MARIA Non lo so.
LUIGI E gi qualche volta che chiama e non dice niente.
MARIA Ti d tanto fastidio?
LUIGI Sono solo curioso di sapere chi . Tu hai dei sospetti?
MARIA No.
LUIGI Bene, bene.
MARIA E questo che mi dovevi dire?
LUIGI S, mi pare di s.
MARIA Allora posso tornare in camera mia?
LUIGI Perch non stai un po qui con noi?
MARIA Vuoi che resti qui?
LUIGI S, stiamo un po tutti insieme.
GIANNI Anche io?
LUIGI S, tutta la famiglia.

17
Marta sbuffa. Rimangono l tutti quattro un po in imbarazzo per quasi un minuto. Poi comincia a
suonare il telefono. Dissolvenza.

sei

Luce. Il dottore da solo.

DOTTORE E venne Fabrizio lipocondriaco, era molto eccitato e il problema era che di notte
il sangue gli colava dalle orecchie. Ma non era questo colare notturno che lo agitava. Ma
questo era tutto quello che lui pensava di potere dire a me ed era di questo che dovevamo
parlare. Ovviamente non potevo escludere che il suo sangue che cola di notte dalle
orecchie potesse essere causato da una pustola, un eczema, una coltellata, ma la cosa non
convinceva n me n il mio paziente, che in cuor suo - riguardo alla sua malattia - si era
formulato gi unidea ben precisa e con tanto di colpevoli, ipotesi che ovviamente non
poteva confessarmi, ma che era mio compito scoprire. Questo quello che chiedeva da me,
e quello che dovevo fare. Dopo avremmo potuto verificare insieme con calma se la sua
ipotesi era veritiera e magari farci su quattro risate, cosa che - purtroppo - non avemmo
occasione di fare.

sette

Casa M. Sera tardi, pioggia battente. Maria guarda dalla finestra. Entra Gianni. La guarda.

MARIA Piove.
GIANNI Merda.
MARIA Perch?
GIANNI Non lo so. Mi sembrata una cosa brutta.
MARIA Non ti piace la pioggia?
GIANNI Non me lavevi mai chiesto. (pausa) Davvero ti importa sapere se mi piace la
pioggia?
MARIA No.
GIANNI Allora perch me lhai chiesto?
MARIA Non lo so.
GIANNI Se me lhai chiesto perch ti importava saperlo.
MARIA Ormai ne abbiamo parlato troppo, diventato troppo importante, non mi importa
pi.
GIANNI Ma importante. importante, no?
MARIA Non lo so.
GIANNI Come non lo so? E importante il rapporto che abbiamo con la natura. No?
MARIA S.
GIANNI A scuola si impara che brutta la grandine perch rovina luva, la nebbia perch
rompe le palle a pap quando torna dal lavoro e la neve buona solo per proteggere il
grano. sbagliato. antropocentrico. Fascista. (riflette) Poi per dopo le elementari non ci
si pensa pi.
MARIA Basta Gianni, mi stai rompendo le palle.
GIANNI Ma il rapporto con la natura fondamentale, se non ci interroghiamo almeno su
questo, niente ha pi senso, non puoi dire che questo ti rompe le palle. Non puoi.
MARIA Voglio dire che io parlerei volentieri con te della pioggia se non avessi la sensazione
che mi stai prendendo per il culo.
GIANNI Non ti sto prendendo per il culo.
18
MARIA Quando ti esalti cos tanto per un argomento che ho proposto io hai laria di prendere
per il culo.
GIANNI Tu non hai proposto largomento, hai solo detto piove, tutto il ragionamento lho
fatto io. Sono partito da una tua frase banale per intavolare un discorso. E tu non lhai
accettato. Ho la sensazione sempre pi netta di essere lunico a provare a costruire un
dialogo in questa casa. Siete castranti. A parte pap ovviamente. Non avete mai niente
da dire e tagliate le palle a chi prova ad intavolare una qualsiasi discussione.
MARIA Non parliamo mai perch parli sempre tu. Non ascolti. Ti piace ascoltarti.
GIANNI Per forza. Sono un maschio.

Pausa.

Gianni fa per uscire.

MARIA Esci?
GIANNI No.

Gianni apre la porta.

GIANNI Merda! Piove!

Esce. Maria da sola.

MARIA E bella la pioggia.

La luce elettrica fluttua due volte.

Passaggio di tempo, pioggia sempre battente. Maria sola.

Bussano ai vetri. Maria ha un sobbalzo, poi va ad aprire la porta.

MARIA Fabrizio?
FABRIZIO Posso entrare?
MARIA Perch?
FABRIZIO Piove.

Fabrizio entra. Ha in mano un mazzo di rose.

MARIA Cosa ci fai qui?
FABRIZIO Passavo. Cos poi la pioggia, un gran freddo, allora ho detto Maria abita l,
magari mi apre e non prendo lacqua, allora ho bussato, ti ho portato queste. S.
Passeggiavo per caso con dei fiori. Passeggio spesso con dei fiori. Cos se piove e devo
chiedere a qualcuno che mi apra non mi faccio trovare a mani vuote. D fastidio la
macchina l davanti?
MARIA Non passa mai nessuno.
FABRIZIO Ti scoccia che ti sono venuto a trovare? Senza telefonare o
MARIA No.
FABRIZIO Davvero?
MARIA Davvero.
FABRIZIO Solo non ti scoccia o ti fa piacere? No, no, non c bisogno che ci pensi, solo
se posso stare un po qui, fa piacere a me, ecco. Posso?
19
MARIA S, siediti.
FABRIZIO No, grazie.

Maria gli d una sedia. Fabrizio si siede. Poi si rialza. Maria ride. Fabrizio le passa le rose.

FABRIZIO Queste sono per te.
MARIA Sono belle.

Fabrizio le poggia sul tavolo.

FABRIZIO Le ho poggiate qui.

Pausa.

MARIA Perch tutto questo?
FABRIZIO Tutto questo cosa?
MARIA Le rose
FABRIZIO Be sono belle e allora ho pensato che ti facevano piacere e ma ti fanno
piacere?
MARIA (ci pensa molto a lungo) S.

Pausa.

FABRIZIO Per questo. (Pausa) Sai, io sono piuttosto timido.
MARIA Non sembrerebbe.
FABRIZIO Be, non sono ancora riuscito a dirlo non sono mai riuscito a dirlo in tutta la
mia vita, sarebbe la prima volta cio, magari lho detto ma per finta, e anche l era
imbarazzante
MARIA Cosa?
FABRIZIO Dopo questo preambolo ancora pi difficile.
MARIA Sei buffo.
FABRIZIO Io ti amo.
MARIA Ma non mi conosci per niente.
FABRIZIO Non centra, io ti amo.
MARIA Non vero.
FABRIZIO S, io ti amo. (pausa) come uccidere, superato limbarazzo della prima volta
continuare esaltante. Maria, io ti amo.
MARIA Ma come fai?
FABRIZIO Non lo so, non ci penso, ti amo.
MARIA C c Fulvio.
FABRIZIO S, c Fulvio.
MARIA E un tuo amico.
FABRIZIO S, un mio amico.
MARIA Noi siamo fidanzati.
FABRIZIO S. Ma io non ho detto tu e Fulvio non siete fidanzati, io e Fulvio non siamo
amici ho detto che ti amo.
MARIA E cosa pensi di fare?
FABRIZIO Non penso a niente. Ti amo.
MARIA Mi stai facendo diventare scema.

Pausa.
20

MARIA Non si pu. Voi siete amici - e non mi conosci per niente, abbiamo parlato ogni tanto
e basta - che - cio adesso tu sei venuto qui, i fiori, hai detto tutto questo e ora? E io -
perch cos difficile? Ma perch non mi odi? Io mi sto ascoltando, non mi piaccio. Perch
non parli? Ma se ti dico s, va bene, anchio ti amo cosa risolviamo? peggio, perch
non possibile, no?
FABRIZIO Lhai detto.
MARIA S, ma inutile, non si pu.
FABRIZIO Puoi dire che non volevi dirlo.
MARIA No. Non questo.
FABRIZIO Allora sono felice.
MARIA Ma non c niente da essere felici.

Si osservano. Buio di colpo.

MARIA La luce.
FABRIZIO E mancata la luce.
MARIA E la pioggia.
FABRIZIO Ho un accendino.
MARIA No.
FABRIZIO No?
MARIA Torna subito.
FABRIZIO S, ma intanto
MARIA E bello il buio. Si ascolta meglio.

Pausa al buio.

MARIA Cosa fai?
FABRIZIO E la mia mano.
MARIA Mi sembrava. Aspetta. Dove sei?
FABRIZIO Qui.
MARIA Mi sembravi pi lontano.
FABRIZIO Mi allontano?
MARIA No uuummmfff cosa fai?
FABRIZIO E un bacio.
MARIA Lo so.
FABRIZIO Non vuoi?

Rumore di bacio.

MARIA No.

Sospiri.

MARIA Se torna la luce?
FABRIZIO Scoppiamo a ridere.

Rumore di sedia. Rumore di mani sul tavolo.

MARIA Ahia.
FABRIZIO Scusa.
21
MARIA Niente.

Sospiri.

MARTA Maria?
MARIA S.
MARTA C qualcuno?
MARIA Ci sono io.
MARTA Dove sei?
MARIA Sulla sedia.
MARTA Sei seduta al tavolo?
MARIA S.
MARTA Cosa fai l?
MARIA Aspetto che torni la luce. Tu dove sei?
MARTA Dalla porta.
MARIA Non dormivi?
MARTA Mi era sembrato di sentire dei rumori.
MARIA Ho sbattuto contro la sedia quando andata via la luce.
MARTA Credevo che fosse pap.
MARIA Pap no, a letto.

Torna la luce.
Maria seduta al tavolo. I fiori sono davanti a lei. Fabrizio immobile alle spalle di Marta.

MARTA E quelli?
MARIA Cosa?
MARTA Le rose.
MARIA Ah, belle, no?

Si guardano.

MARTA Bisogner metterle in un vaso.
MARIA S.

Marta va a prendere un vaso. Lo prende. Si volta, vede Fabrizio.

FABRIZIO Buonasera.
MARTA Come sei entrato?
FABRIZIO Dalla porta. Era aperta.
MARTA Era aperta?
MARIA S.
MARTA (indica i fiori) Sono tuoi?
FABRIZIO (indica Maria) Sono suoi.
MARTA Sei Fulvio?
FABRIZIO No.
MARIA S.
MARTA S o no?
FABRIZIO S.
MARTA Be, piacere di conoscerti.
FABRIZIO Non mi avevi mai visto?
MARTA Be, carino.
22
MARIA S?
MARTA S.
FABRIZIO Grazie.
MARTA Non colpa mia. (pausa) Pensate di amarvi?
FABRIZIO S.

Marta guarda Maria.

MARIA Ti secca?

Pausa.

MARTA No. Non deve. Vieni a pranzo domani?
MARIA Perch?
MARTA Cucino io. Invito chi mi pare. Vieni?
FABRIZIO Grazie.
MARTA Bene, a domani.

Marta esce.

FABRIZIO Se non vuoi non vengo.
MARIA Vai a casa.
FABRIZIO S, dicevo, per domani
MARIA Ti prego, vai a casa.
FABRIZIO S.

Buio.

otto

Casa M. Stessa notte, piove ancora. La scena completamente buia. Entra uno al buio, cammina
cercando di non fare rumore. Sbatte contro una sedia. Fa rumore (e si fa male).

GIANNI Ahia!

Si accende la luce. Marta.

MARTA Ciao.
GIANNI Ciao, come va?
MARTA Bene, bene. Tu?
GIANNI Bene, grazie. Dormivi?
MARTA No.
GIANNI Ah. Eeee che ora sar?
MARTA Le quattro, quattro e mezza
GIANNI E non dormivi.
MARTA No.
GIANNI Gli altri?
MARTA Loro dormono.
GIANNI E tu eri sveglia.
MARTA Eh s.
GIANNI S.
23

Pausa.

GIANNI Sicch sono ubriaco.
MARTA Ti faccio un caff?
GIANNI Facciamoci un caff.

Marta sta per uscire.

GIANNI Di notte sei pi bella.
MARTA Cosa?
GIANNI Sei bella.
MARTA Sei ubriaco.
GIANNI Ho anche fumato un po.
MARTA Ecco.
GIANNI Ti voglio bene, sai?
MARTA Certo, sono tua sorella, no?
GIANNI Infatti. Anche a Maria voglio bene, a pap per ti voglio bene.
MARTA Grazie. Anchio.
GIANNI Non mi chiedi come mai mi viene da dirti una cosa cos logica?
MARTA No.
GIANNI Non ti sembra strano?
MARTA Quasi tutto quello che fai tu mi sembra strano, per questo non ti chiedo mai niente.
GIANNI Certo a fare sempre quello che ti pare si finisce per essere poco interessanti.
MARTA Appunto.
GIANNI Speravo che mi contraddicessi.
MARTA No.
GIANNI Vuoi una sigaretta?
MARTA Pensi che staremo a parlare ancora a lungo?
GIANNI Io mi fumo una sigaretta.
MARTA Dammene una.

Gianni la guarda.

GIANNI Camel. Faccio notare. (si accendono le sigarette). Io sono un po fatto per anche tu
sei diversa.
MARTA Mi trovi diversa?
GIANNI Ma ti sembra normale che io e te stiamo qui a parlare e a fumare alle quattro e
mezza del mattino?
MARTA S.
GIANNI E non dormivi.
MARTA No.
GIANNI Lo so perch non dormivi.
MARTA Io no.
GIANNI Pensavi a noi pensavi.
MARTA S?
GIANNI Tu pensi che a noi non ce ne frega niente di pap, che tu da sola ti fai un culo cos
per lui e ti becchi pure gli insulti ogni tanto, mentre noi facciamo quello che vogliamo,
facciamo. Non aiutiamo in casa, torniamo tardi e non ci dici mai: adesso che s
pisciato lo cambi tu, mai. Sei un po fredda magari, dai qualche rispostina, ma non ci dici
mica niente. Ma io non ho capito te se lo fai perch pensi che lui cos ti vuole pi bene -
24
perch se cos una scemenza perch - perch lui non sensibile a queste cose - o se
invece un giorno non ne potrai pi e ci spaccherai la faccia, oppure se lo fai solo per la
soddisfazione di potermi dire con superiorit che se faccio questi discorsi perch non ho
capito niente. E magari vero, non ho capito niente. Allora aiutami, no? Perch tu ti fai un
culo cos e noi ce ne battiamo le palle e tu non dici niente? Perch uno pu dire no, non
che ve ne battete le palle, il vostro un altro modo di dimostrare laffetto, ma una
stronzata. Perch perch laffetto un conto. Il culo che c da farsi un altro. E allora
tu non puoi dire s, io gli voglio bene, per le mani nel suo piscio non mi va di mettercele,
perch se gli vuoi bene, gli vuoi bene anche quando piscia, quando vomita, quando beve,
quando rompe i coglioni, quando si dimentica le cose. Ma anche se non gli vuoi bene, se ti
fa schifo, o se anche magari lhai sempre odiato, insomma, anche se lo pensi, no! Va bene
per lui. Ma per te un altro discorso. Perch resta il fatto che tu ti fai il culo. E io no! E
allora? Che cazzo di storia ?
MARTA Piano, dormono.
GIANNI E che si sveglino, perch questo discorso deve interessare anche a loro. A Maria. A
pap che non me ne frega niente se si ridotto cos, sar diventato pi distratto, pi
egoista, ma non scemo da non vedere quello che succede. Allora dovrebbe fare il padre e
dire: adesso voi due vi muovete. Questo mese rompo i coglioni a voi due.
MARTA Smettila davvero.
GIANNI Ma perch?
MARTA Smettila.
GIANNI S, s, la smetto. La smetto. Io la smetto anche, perch se parlo dico cazzate, e se
anche ne dico una giusta, tanto io ne ho dette tante, che nel mucchio quelle giuste non
sanno di niente. E intanto mamma morta, perch morta, e allora lhanno uccisa le
medicine, dice lui le medicine del Cristofolini.
MARTA No.
GIANNI Eh, no. Eh s. S. Lo sai benissimo anche tu, e anche Maria, lo sanno tutti!
MARTA Non lo sa nessuno perch non vero.
GIANNI S, non vero. E vero, vero
MARTA Non mai stato dimostrato.
GIANNI No, perch a dimostrarlo non si faceva bene a nessuno, perch tanto a lui fa piacere
pensarla cos, gli fa comodo, e anche l, tu, gi a reggergli il gioco, come se facesse
comodo anche a te, e invece no, perch se tu lo dicessi chiaro e forte che mamma si
ammazzata da sola
MARTA No.
GIANNI Che non ce la faceva pi di lui, di noi, di lei, e si buttata in gola tutto il tubetto
delle medicine - s certo, come dice pap, le medicine, proprio quelle - se tu lo gridi forte
allora col cazzo, che ci stai l a pulirgli.

Silenzio.

MARTA No.
GIANNI Cosa no?
MARTA Non pensavo a questo.
GIANNI Ma io s. Io a questo pensavo. Anche se tu pensi che non ci penso.
MARTA Lo so che ci pensi.
GIANNI Lo sai? Ma cosa sai?
MARTA Lo so che ci pensi. E anche Maria.
GIANNI Anche Maria? Cosa ne sai di cosa pensa Maria se non parlate mai?
25
MARTA So che ci pensate proprio quando non parlate. Pensate: come dovremmo sentirci in
colpa che c nostra sorella che fa linfermiera e la mamma mentre noi beviamo, fumiamo,
scopiamo, parliamo, pensiamo, quanto pensate! -

Pausa.

GIANNI Non sto bene.
MARTA Vuoi vomitare?
GIANNI No, non stomaco, non sto bene.
MARTA Non dirmi che per me perch non ci credo
GIANNI No, no, per me, pensavo a me pensavo. Mi presa una tristezza come se avessi
addosso quella di tutto il mondo, una specie di Cristo depresso, sai
MARTA Sono le canne.
GIANNI Sar.

Pausa.

MARTA Di notte si pi tutto. Pi allegri, pi tristi, pi rompiballe. Di notte si parla di pi.
GIANNI La storia.
MARTA Che storia?
GIANNI Raccontamela. Una storia di mamma.
MARTA Cera una volta?
GIANNI S, per in tedesco.
MARTA Quale?
GIANNI Quella che finisce che In seinen Armen das Kind war tot.

Pausa.

MARTA Sei sicuro?

Gianni la abbraccia, rimane con la testa sul suo petto.

MARTA Wer reitet so spat durch Nacht und Wind?
Es ist der Vater mit seinem Kind;
Er hat den Knaben wohl in dem Arm,


Dissolvenza.

nove

Casa M. Mattino seguente, cielo sereno. Luigi. Entra Marta con il caff. Silenzio.

LUIGI Che casino questa notte.
MARTA S?
LUIGI Eh be.

Pausa.

LUIGI Chi cera? Ho sentito una voce.
MARTA Gianni era un po agitato.
26
LUIGI No, unaltra voce.
MARTA Maria.
LUIGI Anche, ma lei parla sempre piano. Se era solo lei non la sentivo.
MARTA Cera il suo fidanzato.
LUIGI Ah, ecco! Ecco! Non mi si dice mica niente a me. Sono contento. Un po di vita!
MARTA S.
LUIGI E tu lhai visto? Fulvio, vero?
MARTA Mi pare di s.
LUIGI La famiglia si allarga! E quando lo possiamo vedere tutti insieme, questo Fulvio, da
fare due parole, cos, per conoscerci?
MARTA Non lo so, pap.
LUIGI Non lhai invitato a pranzo?
MARTA S.

Pausa.

LUIGI Davvero?
MARTA S.
LUIGI S?
MARTA Ti ho detto di s.
LUIGI Allora oggi abbiamo un ospite. Mi devo mettere elegante.
MARTA Non dire sciocchezze.
LUIGI Se non ci si mette eleganti per gli ospiti, quand che ci si mette eleganti? Poi per un
genero!
MARTA Non esageriamo.
LUIGI Vado a mettermi elegante.
MARTA Magari non viene.
LUIGI Se non viene mi vado a cambiare di nuovo. Mettiti elegante anche tu.
MARTA Magari non viene.
LUIGI Se non viene ti sarai messa elegante lo stesso. Mettiamoci tutti eleganti. Se non viene
pranziamo tutti insieme eleganti lo stesso. Dov Gianni?
MARTA Dorme.
LUIGI Sveglialo.
MARTA Ieri tornato tardi.
LUIGI Vallo a svegliare.
MARTA Per dirgli di mettersi elegante?
LUIGI S, per suo cognato.
MARTA Magari non viene.
LUIGI Non un motivo per stare a letto tutto il giorno. Vallo a svegliare. Io vado a vestirmi.
Cosa fai da mangiare?
MARTA Non lo so.
LUIGI Fai qualcosa di un po ricercato. (uscendo) Non so la zuppa di cipolle, la fonduta
per attenzione ai grumi, tua mamma faceva sempre i grumi. Invece che essere un piacere
diventava una sofferenza

uscito. Marta sola.

MARTA Ci vorrebbe la fontina, ci vorrebbe.

dieci

27
Altrove, stesso giorno. Fulvio e Fabrizio. Fulvio fa annusare una mano a Fabrizio.

FULVIO Cos?
FABRIZIO Non so.
FULVIO Pensaci.
FABRIZIO Motorino?
FULVIO E il suo dentro.
FABRIZIO Del motorino?
FULVIO Maria. (pausa) Ti piace?
FABRIZIO Cos, in astratto, no.
FULVIO Cosa vuol dire?
FABRIZIO Penso che se ne fossi innamorato, mi piacerebbe.
FULVIO Ma sarebbe lo stesso odore.
FABRIZIO Pressappoco.
FULVIO E allora che senso ha innamorarsi o no, di una o di unaltra?
FABRIZIO Ma uno mica si innamora solo dellodore della fica.
FULVIO Anche. Anche.
FABRIZIO E a te piace lodore che hai sulla tua mano?
FULVIO Me lo stavo chiedendo, per questo volevo un parere esterno.
FABRIZIO Lodore della fica inscindibile dal tutto. legato alla persona. Anche se gli odori
di fiche si assomigliano tutti, tu stai sentendo lodore della sua. E io di tutte.
FULVIO Quindi non mi piace la sua?
FABRIZIO E quello che ti stavi chiedendo, no?
FULVIO Quindi secondo te non sono pi innamorato?
FABRIZIO Secondo te?
FULVIO Sto cercando di capirlo. Non mettere confusione. da quasi una settimana che non
la vedo per capire se mi manca o no.
FABRIZIO E ti manca?
FULVIO Sento lodore!

Pausa.

FABRIZIO Non la vedi da una settimana e senti lodore?

Si guardano stupiti. Fulvio si annusa la mano. La fa annusare a Fabrizio.

FABRIZIO Motorino. Senza dubbio.

Fulvio annusa laria. Acchiappa di scatto la mano di Fabrizio e se la porta al naso.

FULVIO Fica. Chi ?
FABRIZIO Una.
FULVIO Fica.
FABRIZIO S, con una ragazza attaccata intorno.
FULVIO Sei innamorato?
FABRIZIO No.
FULVIO E una chiavata?
FABRIZIO No.
FULVIO Allora sei innamorato.
FABRIZIO Ci vediamo.
FULVIO E scopate.
28
FABRIZIO Parliamo.
FULVIO E da quanto che va avanti questa storia?
FABRIZIO Non c nessuna storia.
FULVIO S, per proprio difficile parlare con te! Da quanto che vi vedete, solo voi due, e
parlate?
FABRIZIO Senti, perch una cosa cos, che non so, allora non mi va di parlarne tanto.
FULVIO Perch hai paura di sentirti un cretino quando finisce, ti capisco.
FABRIZIO Ti senti un cretino?
FULVIO Perch?
FABRIZIO No, hai detto che quando finisce uno magari si sente un cretino
FULVIO Non finita.
FABRIZIO Mi sembrava di avere capito che
FULVIO Mi sto solo chiedendo se mi piace ancora lodore della sua fica. Se per caso non
pi la rottura di coglioni del fatto di avere, di avere una persona che sta con me, ecco.
FABRIZIO Allora, non vi siete lasciati.
FULVIO Ti sembro uno che molla cos?
FABRIZIO Non un fatto di mollare, che se uno
FULVIO Ti sembro uno che molla alla prima difficolt?
FABRIZIO Non la prima difficolt, da quando ti conosco che vi lamentate!
FULVIO Be non sono uno che molla neanche dopo un mare di difficolt. Mi interrogo, s.
Sono uno che si interroga. Ma non uno che molla.
FABRIZIO Non volevo dire questo.
FULVIO E allora non lhai detto. E io e Maria non ci siamo lasciati. Uno di questi giorni
finisco di interrogarmi, vado da lei con unaria da figo che perdona - non si sa che le devo
perdonare, ma le donne hanno sempre un senso di colpa quando non ti fai sentire per un
po - lei si scioglie, mi abbraccia e scoppia in lacrime e la vita continua a scorrere
tranquilla. Probabilmente dopo lei ne vorr parlare, e io cercher di tagliare corto o
sopportare ecc. Stare insieme questo. Mica passeggiare con la manina nella manina e
scambiarsi grandi sorrisi!
FABRIZIO Certo.
FULVIO Fai passare una settimana e vedrai che te ne accorgi anche tu.
FABRIZIO Pu darsi.
FULVIO Adesso andiamo al fiume.
FABRIZIO Al fiume?
FULVIO Io e gli altri abbiamo comprato sei chili di salsiccia. Andiamo al fiume.
FABRIZIO Io avrei un impegno oggi.
FULVIO Con quella?

Pausa.

FULVIO Tu non duri una settimana, te lo dico io.
FABRIZIO Magari ci sentiamo questa sera.
FULVIO Fabrizio.
FABRIZIO Eh.
FULVIO Non lasciarti portare dove non puoi andare. Te lo dico da amico. E perch ti
conosco.

Pausa.

FABRIZIO Certo.

29
Fabrizio esce. Fulvio da solo. Un momento. Fulvio prende il telefonino, compone un numero,
attende.

undici

Squilla il telefono in casa M. Luigi elegantissimo si affretta a rispondere.

LUIGI Chi esiste?
Fulvio! Ti stiamo aspettando.
S, a pranzo.
S.
S, ti abbiamo invitato.
S, non lo sapevi?
Come chi? Marta, mia figlia.
S, un po timida, sar per questo che non te lha detto.
S, Marta sta gi cucinando per te, ci offendiamo, se non vieni, eh! Ti aspettiamo.
S.
S.

dodici

Fabrizio da solo. al telefono. Aspetta.

FABRIZIO Pronto?
Ah, buonasera, c sua figlia?
No, Maria.
Sono Fulvio.
No, non credo che ci conosciamo.
A pranzo ma non sono sicuro in realt che
No, mi fa piacere conoscerla, che eravamo daccordo che ci sentivamo prima, magari
No, non sapevo che Marta stesse gi cucinando.
No, come facevo a saper
No, non la sto prendendo in giro.
No.
No.

tredici

Casa M. Pi tardi. Gianni e Luigi. Sono molto eleganti.

LUIGI Tu non lo conosci?
GIANNI Non ho mai conosciuto nessun Fulvio.
LUIGI Eppure un posto piccolo
GIANNI Non ho mai conosciuto nessuno che conoscesse mia sorella.
LUIGI E strano. Mamma conosceva tutti quelli che conoscevo io.
GIANNI E tu non conoscevi tutti quelli che conosceva mamma, non strano per niente.
LUIGI E perch le donne sono pi espansive.
GIANNI Non per quello.
LUIGI S, sempre stato cos.
GIANNI Io sono espansivo, eppure non conosco le persone che conosce Maria. Che non
espansiva per niente.
30
LUIGI Cosa ne sai tu?
GIANNI Lo so. Conosco tutti i suoi amici.
LUIGI E perch un posto piccolo.
GIANNI Infatti.

Pausa.

LUIGI Secondo te poco espansiva? Non secondo gli altri. Secondo te! il nostro parere che
voglio sapere.
GIANNI Io le voglio bene.
LUIGI E ci mancherebbe altro, ma secondo te chiusa?
GIANNI S.
LUIGI Secondo me no.
GIANNI E secondo me s.
LUIGI E solo pi riflessiva.
GIANNI Non vero, rifiuta i discorsi.
LUIGI Questo vero, ma perch forse per via dei nostri discorsi.
GIANNI No, no, rifiuta anche quelli interessanti.

Entra Maria.

LUIGI Vatti a vestire elegante.
MARIA Sto bene cos.
LUIGI No, mettiti qualcosa di elegante, importante.
GIANNI S, mettiti in maschera anche tu. Ci divertiamo.
LUIGI Non per divertirsi, per rispetto.
MARIA Non abbiamo mai fatto caso a come vestirci
LUIGI Ma per rispetto verso Fulvio.
MARIA Non verr.

Suonano alla porta.

LUIGI E arrivato, arrivato! Gianni, vai ad aprire!

Gianni va ad aprire. Fulvio.

GIANNI Ciao.
FULVIO Ciao.
GIANNI Sei il fidanzato di una delle mie sorelle?
LUIGI Vieni Fulvio, accomodati, ti faccio preparare un aperitivo, io sono Luigi, il pap di
Maria, e lui Gianni, mio figlio. Marta! Marta! Marta laltra mia figlia, in cucina,
Marta, vieni a vedere chi c!
MARIA Cosa ci fai qua?
FULVIO Mi hanno invitato.
MARIA Ma chi?
FULVIO Tuo padre.
MARIA (a Luigi) Lhai invitato tu?
LUIGI Marta lha invitato, comunque limportante che sia con noi
MARIA Non credo che si fermi.
LUIGI Non essere scortese, se mi vuoi scusare, vado a vedere a che punto il pranzo
FULVIO Prego.
31
LUIGI Gianni, vieni a preparare un aperitivo a Fulvio (gli fa locchiolino) Ti va un aperitivo?
FULVIO S, grazie.

Escono Gianni e Luigi.

FULVIO Be? Non sei contenta di vedermi?
MARIA S. Solo che
FULVIO No, non parlare.
MARIA Veramente dovrei parlarti invece c qualcosa che ti dovrei dire
FULVIO No. Non c niente che devi dirmi. Lo so cosa vuoi dirmi. Lo so. Ma non ha
importanza. Limportante che io sono qua. E tu sei qua. E non c nientaltro. Tutto il
resto sono stronzate. Stronzate, io e te, quello che c tra di noi troppo importante per
rovinarlo per una stronzata. Non sarei venuto qua dopo tanto tempo che non ci sentivamo
se dessi importanza a queste stronzate. Io ti perdono.
MARIA Tu mi perdoni?
FULVIO Io ti perdono.

Fulvio labbraccia, Maria rimane un po rigida.

FULVIO Su, su, va tutto bene

Entra Fabrizio con un mazzo di rose in mano. Non capisce. Non dice una parola. Maria lo vede,
Fulvio no, di spalle. Entra Gianni con un aperitivo in mano. Non capisce. Fulvio lo vede, Maria
no, di spalle.

GIANNI (Evidentemente a Fabrizio) Ciao.
FABRIZIO Ciao.

Maria scopre Gianni e Fulvio scopre Fabrizio.

GIANNI Io sono Gianni. Lei Maria, mia sorella, lui Fulvio, il suo fidanzato. Tu?
FABRIZIO Mi chiamo Fabrizio.
GIANNI Sei il fidanzato di Marta?
FABRIZIO Marta?
GIANNI E mia sorella. Laltra.
FABRIZIO S, certo.
GIANNI S?
FABRIZIO No. S, la conosco non siamo fidanzati.
GIANNI Scusa se sono indiscreto: entri spesso nelle case della gente con delle rose in mano?
FULVIO Scusa anche la mia indiscrezione ma
FABRIZIO No, Fulvio, hai ragione, credo che dovremmo parlare.
FULVIO Lo credo anchio. (A Maria) E forse anche tu avrai qualcosa da dire?
MARIA Non mi hai lasciato parlare.
GIANNI Mi sembra un momento abbastanza imbarazzante.
MARIA Gianni, perch non vai a fare un aperitivo per questo con le rose?
GIANNI Non vorrei tornare con due aperitivi e trovarvi in quattro.
MARIA Gianni, vattene.
GIANNI Ti prego, sto qui, in un angolo, non disturbo, parlo solo se mi chiedete un consiglio
espressamente.
FULVIO Posso scartare lipotesi che quei fiori siano per Marta o per me?
FABRIZIO Fulvio te lavremmo detto
32
FULVIO Voi due?
FABRIZIO Noi due, te lavremmo detto al pi presto
FULVIO Siete gi in ritardo da un po per dirmelo al pi presto
FABRIZIO Gli eventi sono un po precipitati
GIANNI S, da soli.
MARIA Stai zitto o vattene.
GIANNI Sto zitto.
FABRIZIO Lo so che ho fatto una cosa che non ti dovevo fare ma stato pi forte di me, io
non ci posso fare niente, tu pensa quello che vuoi
FULVIO Non lo so, dovrei anche pensare a quello che vuoi tu?
FABRIZIO No, infatti, voglio solo dire che la nostra amicizia non centra
FULVIO Direi proprio di no.
FABRIZIO Io sono innamorato, non ci posso fare niente. Avrei preferito che non fosse la tua
ragazza.
FULVIO Lo spero bene.
FABRIZIO Sono innamorato, cosa devo fare?

Pausa.

FULVIO E tu?
MARIA Io non so.
FULVIO Forse il caso che ti concentri.
MARIA Mi sembrava che tu non vedessi lora che ti lasciassi.
FULVIO Ma non lhai fatto.
MARIA Detto cos sembra una formalit.
FULVIO Non lo .
MARIA Tu pensi che tra di noi possa andare avanti?
FULVIO Ora non lo so, dieci minuti fa lo pensavo senzaltro.
MARIA Mi sembrava che non mi sopportassi, che fossi cos stufo
FULVIO Mai quanto te, direi.
MARIA Io non sono stufa, che difficile starti vicino, quando ci sono vuoi stare solo, e
allora
FULVIO E allora per stare sola anche tu meglio cercarsi un po di compagnia.
GIANNI No, guarda che lei sta spesso sola.
MARIA Stai zitto.
GIANNI Era per difenderti.
MARIA Non ne ho bisogno.
GIANNI A me sembra di s.
FULVIO E da quant che va avanti questa storia?
FABRIZIO Ieri?
FULVIO Ieri?

Entra Luigi seguito da Marta.

LUIGI E pronto!
MARTA (a Fabrizio) Ciao Fulvio
FABRIZIO Ciao.
MARTA (a Fulvio) E tu chi sei?
LUIGI E Fulvio, no?
MARTA Lui?
LUIGI (a Fabrizio) Ma tu chi sei?
33
FABRIZIO Fabrizio?
MARTA Fabrizio?
FULVIO Io sono Fulvio.
MARTA Ah, piacere, Marta.
LUIGI Ma non vi conoscete?
MARTA Veramente credevo che fosse lui.
FULVIO Eh, certo, sei di casa, no?
FABRIZIO E un caso.
LUIGI Scusa Fabrizio, hai detto?
FABRIZIO S.
LUIGI Tu sei un amico di Fulvio?

Silenzio.

LUIGI Be comunque sei il benvenuto, sediamoci a tavola se no si fredda! Gianni, aiuta
Marta a portare di qua
GIANNI Loro sono tutti fidanzati con Maria, lhanno scoperto adesso e stavano cercando di
chiarirsi le idee.

Pausa.

LUIGI E vero?

Pausa.

MARIA S.
LUIGI E qual quello vero?
FULVIO Io sono quello che cera prima, lui la novit. Secondo lei qual quello vero?
LUIGI Maria, credo che tu dovresti essere un po pi responsabile.
MARIA Non puoi svegliarti oggi e chiedermi di essere responsabile.
LUIGI Se vuoi un consiglio da me, me lo dovevi
MARIA Non voglio nessun consiglio da te.
LUIGI Non essere strafottente.
MARIA Non sono stra
LUIGI Non vuoi consigli da nessuno, non vuoi sentirti dire che devi essere responsabile, se
non vuoi i consigli devi accettare le critiche, guarda che casino hai combinato!
MARIA Pap, sono fatti miei.
LUIGI Non sono fatti tuoi, questi due stronzi dove li mettiamo?
MARIA Non lo so, ne stavamo parlando prima che entrassi tu.
LUIGI Adesso non dire che colpa mia se tu non riesci a risolvere questo casino!
MARTA Non stava dicendo questo.
GIANNI Un po s.
MARIA Sto dicendo che una cosa che riguarda me
LUIGI S, perch tu sei una ragazza autonoma, fai sempre di testa tua! Come la mamma, ma
io pensavo che fossi un po pi sveglia! Adesso basta. Non si possono sempre affrontare i
problemi sbuffando, con una scrollata di spalle. Non mi piace proprio per niente questo
andazzo. Adesso ci mettiamo qui, con calma, ci diciamo le cose e analizziamo per bene il
da farsi. E non mi interessa se vuoi o non vuoi il mio aiuto o il mio consiglio. Ci sediamo
tutti quanti quelli che siamo attorno a questo tavolo. Mangiamo. E quando abbiamo finito
di mangiare affrontiamo il problema tutti insieme con calma, e vedrete che cos una
soluzione si trova.
34
GIANNI Sono daccordo.
MARIA Tu cosa centri?
GIANNI Mi piace discutere, credo nella dialettica.
LUIGI Bravo, allora quando sar il momento anche tu dirai la tua opinione. Ora aiuta Marta a
portare qui il mangiare.
MARTA Credo che sar meglio rimandare questo pranzo.
LUIGI E discutere prima? No, meglio mettere qualcosa sullo stomaco.
MARTA Fulvio, Fabrizio, stato un piacere. vi devo accompagnare alla porta o la trovate da
soli?
LUIGI Marta non scappare anche tu davanti ai problemi perch non da te.
MARTA Pap, per piacere.
LUIGI Marta, non insistere, ho capito che lo fai per non mettere tua sorella in imbarazzo e
questo molto bello da parte tua, ma questa volta so cosa fare, nessuno esce di qui finch
non si arrivati ad una soluzione. Non sono io il malato, non solo. facile fare tutti di
testa propria, ma non si pu fare sempre cos. Ora prendo in mano io la situazione.
Facciamo un giro di opinioni e vediamo se riusciamo a chiarirci un po tutti le idee. Amare
bello ma ragionare indispensabile. Marta, porta qualcosa da mettere su questa tavola
prima che la fame ci renda tutti nervosi.
MARTA Andate a casa, non vi preoccupate, ci penso io a lui.

Va verso Luigi come per accompagnarlo da qualche parte.

MARTA Pap.

Luigi le d uno schiaffo molto forte. Rimangono tutti interdetti.
Poco dopo, Marta gli ricambia uno schiaffo altrettanto forte.

MARTA Mai pi.
GIANNI (Sottovoce) Porca troia.

Pausa.

FABRIZIO Maria
MARIA Andatevene.

Pausa.

LUIGI Io vado a letto.

Esce molto lentamente.

MARIA Ti porto qualcosa da mangiare.

Luigi lentamente si volta e la guarda. Poi prosegue la sua uscita. uscito.

quindici

Casa M. Alba, cielo limpidissimo. Gianni sta vestendo pap. Maria guarda fuori dalla finestra.

GIANNI Vedrai come ci divertiamo.
LUIGI E freddo?
35
GIANNI Certo che freddo, se no che gusto c?
LUIGI E presto.
GIANNI E lalba.
LUIGI Il cane?
GIANNI Flash morto.
LUIGI Si preso un colpo.
GIANNI Non lhai fatto apposta.
LUIGI Lho impallinato.
GIANNI Pu succedere.
LUIGI Il fucile.
GIANNI Non hai pi il porto darmi.
LUIGI Non possiamo andare a caccia senza cane e senza fucile.
GIANNI Vedrai che ci divertiamo. A te piace andare a caccia.
LUIGI Ci andavo sempre.

Entra Marta. Silenzio.

MARTA Cosa fate?
GIANNI Andiamo a caccia.
MARTA Non fate i cretini, non si pu andare a caccia, pap non ha pi neanche il porto
darmi.
GIANNI Cosa ce ne frega a noi?
LUIGI Non si pu andare a caccia.
GIANNI Noi possiamo e ci divertiremo un sacco.
MARTA Fa freddo.
LUIGI Fa freddo.
GIANNI Ma ci lasci in pace? Deve fare freddo.
LUIGI Ci ammaleremo.
GIANNI Ma non la stare a sentire quella.
MARTA Pap non sei un coglione, non farti trattare come un coglione.
GIANNI Sei tu che lo tratti come
MARTA Io non ho mai cercato di fargli credere qualcosa che non fosse vera.
GIANNI Perch non hai fantasia.
LUIGI Non litigate.
GIANNI Non stiamo litigando.
MARTA S, a me sembra che stiamo litigando, perch devi dirgli che non stiamo litigando?
Pap, torna a letto.
GIANNI Pap viene a caccia con me.

Silenzio.

LUIGI Io vado a dormire.
GIANNI Non puoi tirarti indietro cos, dobbiamo andare a caccia.
LUIGI Nessuno va a caccia senza fucile col cane morto e con sto freddo. Buonanotte.
MARTA Buonanotte.

Luigi esce.

GIANNI Ti credi furba?
MARTA E inutile fargli credere una cosa che non vera.
GIANNI E inutile tutto, e allora? Con un po di fantasia si vive meglio. Era felice.
36
MARTA Ti sembrava felice?
GIANNI Non poteva esserlo comunque dopo quello che hai fatto ieri.
MARTA Il fatto che Maria faccia la troia non lo autorizza a fare il cretino, sono problemi di
Maria.

Maria si volta. Gianni in imbarazzo.

GIANNI (a Maria) Io non dico che pap abbia fatto bene a immischiarsi in
MARIA Lo so.
GIANNI Vorrei che questo fosse chiaro.
MARIA E chiaro.
GIANNI Dico solo che secondo me Marta non aveva il diritto di trattarlo cos.
MARTA Dovevamo fare veramente il dibattito su chi si scopa Maria? Tu ti saresti divertito.
GIANNI (a Maria) Non mi sarei divertito.
MARIA Io penso di s.

Pausa.

GIANNI Ma siete tutti contro di me?
MARIA No. Siamo soli.
GIANNI Ma come siamo soli? E che cazzo di novit ?
MARTA Nessuna novit.
GIANNI Ma cazzo

sedici

Casa M. Stesso giorno. Maria e Marta. Il telefono suona.

MARTA Forse il caso se rispondi.
MARIA Non so cosa dirgli.
MARTA Rispondo io?
MARIA La sai lunga tu.

Il telefono si sta zitto.

MARTA Voi pensate che io abbia solo voglia di rompervi i coglioni.
MARIA Io e chi? Non ci siamo noi e tu. Un giorno ti sveglierai e ti accorgerai che nessuno ti
vuole fare del male. Che ognuno ci i cazzi suoi e basta. E scoprirai di essere molto pi
sola di come ti lamenti di essere.
MARTA Cos, una maledizione?
MARIA E una constatazione, a nessuno interessa maledirti.

Pausa.

MARIA Andremo molto daccordo il giorno che smetterai di invidiarmi o compiangermi.
MARTA Questa era una maledizione.
MARIA Questa s.

Sorridono.

diciassette
37

Ambulatorio. Cielo sereno, molto freddo. Il dottore e Marta

DOTTORE Ti esaspera?
MARTA Al contrario. molto tranquillo.

Silenzio.

DOTTORE So che non facile vedere in questo stato una persona che sempre stata un punto
di riferimento per tutta la famiglia
MARTA Non mai stato un punto di riferimento. Forse avrebbe voluto esserlo, ma nessuno
glie lha mai permesso. Siamo troppo furbi noi per avere dei punti di riferimento.
DOTTORE Ma da piccoli
MARTA Da piccoli siamo diventati grandi. Neanche. Non che siamo cresciuti, non mai
cresciuto nessuno, c chi ha da essere piccolo e chi ha da essere grande. Lo capisci subito,
Gianni sar sempre piccolo e io sono sempre stata grande. Pap era piccolo da prima, non
da quando malato. Maria sempre stata grande.
DOTTORE Interessante. E mamma?
MARTA Mamma non c. Chi non c non n grande n piccolo, non c e basta.
DOTTORE Non glie la perdonerai mai?
MARTA Non c niente da perdonare. Chi non c non c. Sono gli altri ad occuparsi delle
cose.
DOTTORE E di te chi si occupa?
MARTA E di lei?
DOTTORE Non lo so, ma prima o poi qualcuno se ne dovr occupare.
MARTA Lei mi piace, perch sembra molto ingenuo.
DOTTORE Piccolo?
MARTA Non ho detto piccolo.
DOTTORE No, ma stando alla tua teoria
MARTA Io teorie non ne ho. Ho abbastanza da fare anche senza teorie.
DOTTORE Secondo me hai troppo da fare.
MARTA Va fatto.
DOTTORE E a fare qualcosa solo per te non ci pensi?
MARTA Non mi interessa. Non mi interessa farmi una famiglia, non mi sembra per niente una
bella idea. Mi occupo della famiglia che gi c. Il resto non mi interessa. - Io la guardo a
lei, ci penso, non creda che non ci pensi. Lei perfetto. Ma non fa per me. Non lei, il
genere. Non me ne occupo, forse sarebbe bello, tenero anche, ma non il mio campo
DOTTORE Non mi stavo proponendo.
MARTA Lo spero bene, ci manca solo quello, ne ho gi tre uno peggio dellaltro. E lei?
DOTTORE Io?
MARTA S, parlo solo di me, e lei?
DOTTORE Io sono qui per ascoltare, normale che parli solo di te
MARTA Non normale per niente, sono gli stupidi che parlano senza ascoltare, io non sono
stupida.
DOTTORE Per niente.
MARTA Lei non pensa che io sia stupida.
DOTTORE No.
MARTA Lei pensa che io sia stupida, lo so. lo pensano tutti.
DOTTORE Io penso che tu sia solo un po triste.

Pausa.
38

MARTA Ma porca puttana! (si alza, si allontana, trema di rabbia)

Il dottore si alza, le va vicino. La sfiora.

DOTTORE Marta.
MARTA Non mi tocchi.

Il dottore ritira la mano. La sfiora di nuovo. Marta si volta di scatto, bacia il dottore intensamente.

MARTA Non dica niente. Mi lasci in pace. Sono una stupida, s.
DOTTORE Io
MARTA Ti ho detto di stare zitto. Volevo solo provare. Solo provare. Il fatto che ti ho
baciato non vuol dire che ho voglia di stare a sentire coshai da dire in merito. Non ne ho
proprio nessuna voglia. Stai zitto come hai sempre fatto, che va bene. Per te va bene.

Esce.

DOTTORE Marta

Entra Fabrizio tutto pesto.

FABRIZIO E permesso?
DOTTORE S. Ciao, come stai?
FABRIZIO Guardi.
DOTTORE Cosa c?
FABRIZIO Come cosa c? Guardi!
DOTTORE Coshai fatto?
FABRIZIO Ho picchiato. Con la macchina.
DOTTORE Devi stare attento, ne muoiono un sacco. Perdi sempre sangue dalle orecchie?
FABRIZIO Certo che perdo sangue! Dalle orecchie, dal naso, ho due costole che non le
muovo pi.
DOTTORE Prima dellincidente muovevi le costole?
FABRIZIO E la testa. Adesso non la muovo pi, devo avere il collo spezzato.
DOTTORE Saresti morto. Hai avuto mal di testa, nausea, sonnolenza?
FABRIZIO No, ma cosa centra? Sono tutto ammaccato!
DOTTORE Se avessi una emorragia cerebrale? Mi scoccerebbe se morissi di colpo, senza
preavviso. Non sei andato in ospedale?
FABRIZIO Sar meglio che ci vada per fare dei raggi, no?
DOTTORE E allora vai in ospedale a fare dei raggi.

Pausa.

FABRIZIO E si capisce che ci vado!
DOTTORE Stai attento, se prendi la macchina.

Fabrizio esce. Entra Fulvio.

FULVIO Buongiorno.
DOTTORE Buongiorno, qual buon vento?
FULVIO Ho male a una mano.
39
DOTTORE Coshai fatto?
FULVIO Faccio fatica a muoverla.
DOTTORE Come hai fatto?
FULVIO Ho picchiato con la macchina.
DOTTORE Pure tu?
FULVIO Perch?
DOTTORE Anche il tuo amico, tuo cugino, Fabrizio, ha picchiato.
FULVIO S, eravamo insieme.
DOTTORE Dovreste stare pi attenti, ne muoiono un sacco.

Pausa.

FULVIO Ha fatto la denuncia?
DOTTORE Chi?
FULVIO Fabrizio, no?
DOTTORE Era colpa tua? Chiedilo a lui se ha fatto la denuncia.
FULVIO Non posso, non siamo rimasti molto in buoni rapporti.
DOTTORE Per lincidente?
FULVIO Per Maria.
DOTTORE Spiegami la dinamica.
FULVIO Dellincidente o di Maria?
DOTTORE Quello che vuoi, se sai gi cosa vuoi raccontarmi, non farmi fare un sacco di
domande inutili. Parla e basta.
FULVIO Non che poi lo racconta in giro? Pioveva, no?
DOTTORE Quindi la strada era bagnata.
FULVIO No, pioveva, quindi non sono uscito.

diciotto

Flashback - Luogo di ritrovo, Fulvio da solo con lo sguardo assente. Entra Fabrizio. Si ferma un
po distante. Lo guarda.

FABRIZIO Come va?

Silenzio.

Fabrizio si avvicina, Fulvio di scatto si alza e comincia a picchiarlo un po selvaggiamente.
Fabrizio si difende, alla fine per cede. Rimane a terra ansimante. Si cerca di rialzare lentamente.
Ha ancora energie per farlo.

FABRIZIO Be, ci voleva.
FULVIO Ci voleva a te.
FABRIZIO Mi dispiace.
FULVIO Anche a me. (va verso la radio, ha le lagrime agli occhi) Devi capire che
comunque, qualsiasi cosa succeda, tu rimani un amico. Un amico vero. Mi dispiace
(Spegne la luce)

buio.

FABRIZIO Cosa vuoi fare?
FULVIO Io ti voglio bene
40

Alza di molto il volume della radio. Si sentono comunque violenti colpi e urla lancinanti.

diciannove

Il dottore.

DOTTORE Quello non era un problema. Erano vivi tutti e due. In un certo senso si erano
chiariti, a modo loro. Il vero problema ero io. Stavo tutto il giorno a fare finta di occuparmi
di loro, a sorbirmi le loro ansie e le loro lamentele. Quello andava bene, avevo imparato a
metterlo in conto, ma come si permettevano di coinvolgermi? Non era professionale da
parte loro. Anche perch io ero assolutamente disponibile ad essere coinvolto. E questo
non era professionale da parte mia. Per se era pacifico che io mi dovessi occupare di loro,
di me chi si occupava? Loro? Va bene, ma allora che se la assumessero questa
responsabilit! Come potevano pretendere che io mi occupassi di loro se nessuno si
occupava di me? Non possibile, non funziona, cos il grande cerchio della vita si spezza!
Se non c un bracconiere che scuoia il coccodrillo che ha mangiato la zanzara che ha
trasmesso la malaria al pomodoro non funziona pi niente. No? E cos io non funzionavo
pi. Fuori servizio, guasto.

venti

Casa M. Stesso giorno, cielo quasi bianco, molto basso. Maria, Gianni, Luigi.
Il telefono suona.

LUIGI C qualcuno.
GIANNI Io non ce la faccio pi.
LUIGI C qualcuno che vuole parlare.

Il telefono suona. Gianni si alza e va a rispondere.

GIANNI Pronto. Ah, ciao! S, s, voleva parlare proprio con te, da un po che ti cercava ma
tu non ti fai mai trovare, aspetta. Maria! Maria! Al telefono. Adesso arriva.

Gianni posa la cornetta vicino al telefono e torna dovera. Si accende una sigaretta.
Maria dopo un po va a rispondere.

MARIA (al telefono) Pronto, mi dispiace, non so cosa farci, non ho il controllo della
situazione, no, non lho mai avuto

Marta rientra in casa.

MARIA (al telefono) no, non credo di avere fatto soffrire tanto come mi stato detto. S, ho
fatto pi errori che respiri, ma ho amato, sempre. Almeno qualcosa lho amata sempre. No.
Non ho mai mentito, voi avete voluto pensare che mentissi perch cos magari era pi
facile, cos diventavo una strega, una che ammazza i vostri figli per non prendersi delle
responsabilit, magari vero, ma ho sempre amato. Sempre. E tanto

Dolcemente Marta le sfila il telefono di mano, si porta la cornetta allorecchio, riattacca.

MARTA Con chi parlavi?
41
MARIA Col telefono.
GIANNI Chi hai ammazzato?
MARTA Gianni, fatti gli affari tuoi.
GIANNI Ma sono affari anche miei
LUIGI Quando Marta dice di farti gli affari tuoi fatti gli affari tuoi.
GIANNI Perch se no mi picchia? Io non lascio che un altro pensi per me.
LUIGI E allora impara a pensare da solo, cresci, non puoi fare sempre come se avessi tre
anni.
GIANNI Il problema che qui non cresce proprio nessuno, si invecchia e basta, e allora io
preferisco i miei tre anni.
LUIGI Io non sono vecchio, sono malato. diverso.
GIANNI Siete tutti vecchi, non avete voglia di giocare, quella parla al telefono al da sola
LUIGI Quello un bel gioco
GIANNI Non bello per niente, ve lo insegno io un bel gioco
MARTA Piantala.
GIANNI Ma un bel gioco
MARTA Lascia perdere.

Pausa.

GIANNI Non lo volete neanche sentire?
MARTA No.
GIANNI Pap?
LUIGI Ha detto no.
GIANNI Ma un gioco normale, un bel gioco. Maria?
MARIA Magari unaltra volta.
GIANNI Non ci credo. Non possibile. Siete sinceri?

Silenzio. Gianni ha uno scatto, prende le chiavi della macchina.

LUIGI Dove vai?
GIANNI Vado a vedere se trovo qualcuno pi pi
MARTA Pi cosa?
GIANNI Diverso da voi.
LUIGI Non fare tardi.

Gianni esce.

LUIGI Non sono vecchio, sono malato.
MARTA S.

Pausa.

LUIGI Fa neve.
MARIA Cosa?
LUIGI Fuori, fa neve.
MARIA Che bello!

Marta la guarda stupita. Poi sorride.

ventuno
42

Il dottore.

DOTTORE Le cose si erano messe cos: io avevo chiuso lambulatorio, ero andato in un bar
con lintenzione di comprare una bottiglia di whisky e due chili di pop-corn. Prima di
riuscire a pagare e andarmene feci ancora una mezzora di ambulatorio l al bar e mi
guadagnai una visita a casa per il giorno dopo. Mentre ero in macchina fui sorpreso da una
fitta nevicata, scivolai contro un cancello, fui perdonato in quanto medico, mi
risparmiarono gentilmente la visita alla zia asmatica e mi regalarono sei uova. A casa ne
feci due fritte, aprii whisky e pop-corn e mi piazzai davanti alla televisione. Pensai a me
molto, molto intensamente. Ogni tanto il mio pensiero vagava dalle gravidanze interrotte di
Maria, alla impacciata scazzottata tra i cugini, Marta e la sua rabbia ma poi riuscivo
quasi sempre a concentrarmi su di me. Dopo qualche tempo sarebbe suonato il telefono, e
nonostante lora da guardia medica notturna, io sarei andato a rispondere.

ventidue

Casa M. Stesso giorno. Guadano pi o meno tutti la neve. Poi entra Fulvio con una certa energia.

FULVIO Maria, ti devo parlare.
LUIGI Buonasera Fabrizio.
FULVIO Fulvio. Buonasera.
MARTA Come stai?
FULVIO Devo parlare con Maria.
LUIGI Te ne vai in giro con questo tempo

Maria lo guarda.

MARTA Volete stare da soli?
MARIA No, no.
LUIGI Tanto io non sento, guardo la neve, io.
FULVIO Maria, io ci ho pensato. Sono stronzate. Non possiamo mandare tutto affanculo per
delle stronzate
LUIGI Fulvio, ci sono delle signorine
FULVIO Non mi importa cosa c stato con Fabrizio, o con altri se ci sono stati degli altri,
non lo so, non voglio saperlo, non ha importanza. Io mi sono abituato a te. Nel bene e nel
male, noi siamo sempre stati insieme, giusto cos.

Silenzio.

FULVIO Io ero venuto per dirti questa cosa.
MARIA E molto bello quello che hai detto.
LUIGI (tra s) Insomma
FULVIO S, lo so che bello, ma io volevo io ti ho perdonato, no? E una specie di
proposta, come dire: Ci lasciamo tutto alle spalle e andiamo avanti. Insieme. Questo
volevo dirti.
MARIA Sei molto carino ma io, io da tanto che cerco di lasciarmi tutto alle spalle e, e
non mi viene tanto bene. Torna tutto e allora penso che non pi possibile.
LUIGI (tra s) Sei diventata molto responsabile.
FULVIO Va bene, non c problema, allora, non ci lasciamo niente alle spalle e affrontiamo
tutto piano piano
43
MARIA No, non sarebbe giusto per te, una cosa che devo fare io, non sarebbe come pensi,
sarebbe sempre peggio soprattutto per te.
FULVIO Non ti preoccupare di cosa meglio o peggio per me, io voglio provare
MARTA Ma lei no. Come te lo deve dire?
FULVIO Ma tu che vuoi? (a Maria) E lei che ti ha messo queste idee in testa? Ti ha fatto il
lavaggio del cervello dopo quello che successo qui laltro giorno?
MARIA No, no. Lei non dice agli altri cosa devono fare, cerca di capire cosa vogliono fare.
Tante volte non ci prende, e tante volte s. Questa volta ci ha preso.
MARTA Davvero pensi questo?
MARIA S.
MARTA Non pensi che io cerchi di condizionare le vostre vite?
MARIA Non lho mai pensato, no, a me sembra che cerchi di capire cosa vogliamo e basta.
MARTA Non me lavevi mai detto.
MARIA No.
LUIGI (tra s) Dovreste parlare di pi, sotto sotto andate daccordo
FULVIO Scusa Maria, potremmo chiudere la parentesi? Stavamo parlando.
MARIA Avevamo finito.
FULVIO Dovrei andarmene cos?
MARIA Penso di s.

Entra Gianni molto eccitato.

GIANNI Buongiorno, anzi buonasera, oh, ciao Fabrizio
FULVIO Fulvio.
GIANNI Stavate parlando?

Entra anche Fabrizio col collare ortopedico e qualche cerotto.

MARTA Cos successo?
GIANNI Sono un po su ma sto bene, poi mi passa. Se fai da mangiare io mi occupo degli
aperitivi.
FABRIZIO Ha picchiato con la macchina, lho trovato in un campo.
LUIGI Avete picchiato?
GIANNI No, io ho picchiato, ho fatto tutto da solo, ho arato un campo.
LUIGI Tu non hai picchiato, Fulvio?
FABRIZIO Fabrizio. No, io passavo di l, ho visto dei fari che si muovevano
GIANNI S, fatevi raccontare la scena, lui la racconta benissimo
MARTA Ma stai bene?
GIANNI S che sto bene, sono solo un po su. Perch non fai qualcosa da mangiare? Scusa
pap. Non andavo forte, cera un sacco di neve, sono uscito come un coglione, scusami,
non volevo, lo so che stai in pensiero
MARIA Gianni, siediti
GIANNI Sto bene, non ho nessuna voglia di sedermi!
FABRIZIO Ha fatto un volo bruttissimo
GIANNI Sedetevi voi, perch non vi sedete? Mi sembrate degli alberi cos tutti in piedi,
fermi. O fate qualcosa o vi mettete comodi, anche tu Marta, faccio io da mangiare, va
bene? Oggi ci penso io. Sono un po stronzo ogni tanto, ma adesso ho capito, faccio male,
io vorrei sempre che qualcuno giocasse con me, ma non nella vostra natura, non colpa
vostra se siete morti. No, scherzo, voglio dire che mi rendo conto che magari avete i vostri
problemi e io non vi ascolto
MARTA Non ti preoccupare, Gianni, lo sappiamo.
44
GIANNI S, lo so che lo sapete ma voglio che sappiate che me ne rendo conto e vi chiedo
scusa, io a volte sembra che non capisco perch sono molto preso dai cazzi miei, e se vi
vedo morti come in questo momento - sedetevi - mi sembra che mi rubate le energie o non
so, invece tu (Marta) stai pensando a noi, tu (Luigi) hai da combattere, non facile
resistere come fai tu, se poi in pi ti facciamo preoccupare.
LUIGI Gianni, mi stai facendo preoccupare.
GIANNI Maria, dove sei? Ah, sei l, a te spesso io ti aggredisco perch mi sembri pi
aggredibile, magari non ascolto, magari non capisco neanche cosa ti preoccupa, ho capito
quando parlavi degli uccisi, ti riferivi ai bambini, no?
MARIA S, ma stai calmo.
FABRIZIO Che bambini?
GIANNI Ti posso abbracciare?
MARIA Certo
GIANNI (la abbraccia) Scusami per tutto, sai
MARIA Ci andiamo a stendere un attimo, facciamo due chiacchiere con calma?
GIANNI Mi piacerebbe parlare un po con te.
MARIA Andiamo a stenderci, cos parliamo.
GIANNI S. (si scioglie dallabbraccio) Pi tardi per, ora mi dispiace perdere tutta questa
compagnia, c tanta gente vi va di fare un gioco?
MARTA S.
MARIA S.
GIANNI Tutti daccordo?
FULVIO Veramente
MARTA S, siamo tutti daccordo.

Pausa.

GIANNI Bene.

Pausa. Gianni vomita.

MARIA Chiama il dottore.

Marta va al telefono di corsa.

FABRIZIO Ha fatto un volo bruttissimo.
LUIGI Gianni, cosa succede?
FABRIZIO Ho visto i fari nel cielo, che giravano
FULVIO Porca troia.
LUIGI Gianni, cosa c?

Maria va a tenere la fronte a Gianni.

FABRIZIO Mi sono fermato, lho visto che girava intorno alla macchina e lho portato qui
MARTA (al telefono) Pronto, dottore? Gianni non sta bene
LUIGI Gianni cosa c?
GIANNI Mi solo venuto sonno.
MARTA (al telefono) Ha picchiato con la macchina sta vomitando.
MARIA Adesso andiamo a stenderci.
GIANNI S.
LUIGI Gianni! Gianni!
45
MARTA Non lo fate dormire.
MARIA Cosa?
MARTA Il dottore arriva, non lo fate dormire.
GIANNI Ma io ho sonno. Sto bene, ho sonno e basta.
MARIA Perch non facciamo quel gioco?
GIANNI Perch ho sonno.
LUIGI Gianni. Gianni!
GIANNI Bisogna essere in forma per fare il gioco, dormo poco, unoretta e poi giochiamo.
FABRIZIO Gianni, noi dobbiamo andare via
GIANNI E andate!
FABRIZIO E che volevamo prima fare il gioco.
FULVIO Che gioco?
MARTA Gianni, spiegaci il gioco.
GIANNI Non lo so, non so le regole.
MARIA Inventatele.
GIANNI Non ne ho voglia, voglio dormire finch non mi passa il mal di testa.
MARTA Gianni (gli d degli schiaffetti)
LUIGI Gianni!
MARTA Raccontami una storia.
GIANNI Raccontamela tu.
MARTA Se te la racconto io ti addormenti.
GIANNI Io voglio dormire.
LUIGI Gianni!
MARIA Hai tutto il tempo per dormire, adesso bisogna divertirsi.
GIANNI Ma vaffanculo
LUIGI Gianni!
MARIA Dimmi come fai a riconoscermi senza voltarti.
GIANNI Dal modo di camminare.
MARIA E basta?
GIANNI Eh s.
MARIA Era solo questo?
GIANNI Buonanotte.
MARTA E MARIA Gianni! Gianni! (lo chiamano, gli danno degli schiaffetti)
MARIA S addormentato.
FULVIO Che facciamo?
FABRIZIO Aspettiamo il dottore

Pausa.

LUIGI Puzzi di rutto Gianni, mangiare gi digerito quando cera mamma non puzzavi di
rutto. Non il pavimento, sei tu, Marta lo lava tutti i giorni il pavimento, il pavimento non
sa di vomito, sei tu, tu non puzzi di vomito, ma quando vomiti puzzi. Non c niente di
male, per

Marta continua a tenere il fratello tra le braccia, non cerca pi di svegliarlo, lo accarezza
lentamente, Maria si alza.

MARIA Potete andare voi due.
FULVIO Volevamo aspettare il dottore
MARIA Non c bisogno, ormai dorme.
FABRIZIO Se c bisogno di noi
46
LUIGI No, no, dorme
FULVIO Allora andiamo?
MARIA S, grazie.

Li bacia sulla guancia.

FABRIZIO Arrivederci.
LUIGI Ciao Fulvio.

Escono. Una pausa.

LUIGI Non dovevi andare a caccia con quel tempo.
MARTA Und in seinen Armen das Kind war tot.

Passaggio di tempo.

Gli stessi pi il dottore.

DOTTORE Unemorragia cerebrale, deve avere battuto la testa, magari non se n neanche
accorto
LUIGI Non mica scemo, fa finta di non accorgersi, ma in realt sa tutto, anche se sta
dormendo non vi conviene chiamarlo scemo, capace che si sveglia di colpo e comincia a
dirvi un sacco di cose, tremendo lui
DOTTORE Voi Se avete bisogno di qualsiasi cosa
MARTA S, abbiamo bisogno di qualsiasi cosa, ma penso che dovremo arrangiarci
MARIA S, penso di s.
LUIGI Ci siamo sempre arrangiati.

Passaggio di tempo.

Gianni morto, Luigi, Maria, Marta.

MARTA Se potessi fare tutto quello che vuoi, cosa faresti?
MARIA Me ne andrei.
MARTA Dove?
MARIA Non lo so. Qualche posto lo troverei. Ne proverei tanti

Pausa.

MARIA E tu?
MARTA Anchio.
MARIA Partiresti?
MARTA S, penso di s. S.
MARIA Con me?
MARTA No. Tu vorresti che partissi con te?
MARIA No. Ci incontreremmo. Prima o poi.
MARTA Cos, per fare due chiacchiere.
MARIA Eh s. Non sarebbe male.

Pausa.

47
MARIA E lui?
MARTA Per quello una soluzione si troverebbe.
MARIA Un ospizio?
MARTA Perch no?
MARIA Sarebbe felice?
MARTA Io credo che lui sia felice se siamo felici noi.
MARIA E se non lo fosse?
MARTA Pazienza. Lui la sua vita lha fatta.
MARIA Pazienza.
MARTA Ma io credo che starebbe bene, non sembra ma adattabile. Si lamenterebbe un po
e poi si abituerebbe.
MARIA S, penso anchio.
MARTA S?
MARIA S.
LUIGI Per me non vi fate problemi, sto qui con Gianni, quando fa bello andiamo a caccia.

epilogo

Il dottore.

DOTTORE Partirono il dodici di dicembre. Io lasciai lincarico circa un anno dopo. Da alcuni
anni vivo e lavoro in Africa. Come molti di noi non sono volato qui allinferno per
vocazione, ma per delusione. chiaro che col tempo la vocazione si fatta sentire, sono
bravo, sono un punto di riferimento per tanti giovani medici che vengono qui e anche la
mia specializzazione in malattie tropicali mi torna molto utile. In mezzo a tanti bambini
che muoiono di dissenteria mi domando sinceramente se sia necessario avere raccontato
questa piccola storia. Lottando tutti i giorni contro una morte vera, continuamente
minacciosa, sento che dovrei provare disgusto per le gravidanze interrotte di Maria, lo
stupido incidente di Gianni, le lamentele del vecchio, i problemi di Marta, ma in cuor mio
non riesco a non provare tenerezza. Stando ai fatti, so che Marta e Maria partirono
davvero, che Gianni venne regolarmente sepolto e che il vecchio Luigi fin in una casa di
riposo. In seguito io andai a trovare spesso il genitore, senza trovarlo particolarmente
peggiorato. Maria torn a trovarlo un paio di volte, ma in quelle occasioni non ci
incontrammo. Non so cosa sia di loro attualmente, suppongo che a questora Luigi sia
morto, che le due sorelle abbiano saputo la notizia con un certo ritardo, che Fulvio si sia
sposato con una ragazza conosciuta un mese prima e Fabrizio no. Mi diverto ogni tanto a
immaginare la fine che hanno fatto tutti, ma me lo tengo per me. Un mio collega, un
medico russo scriveva le donne non perdonano gli insuccessi, credo che non si riferisse
alle donne in quanto donne, ma ai suoi pazienti. Aveva ragione, quando uno parla tanto
facile che qualche cazzata la dice, ai medici non si perdonano gli insuccessi e io
detesto sbagliarmi.

Si spegne lentamente la luce su Maria, Marta e Luigi.

Fausto, 01. aprile. '00

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