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PIER LUIGI CERVELLATI A MIRANDOLA (4.5.

2014)

Mi sto convincendo sempre pi che qui, nellEmilia terremotata, stiamo ripetendo
lesperienza dellAquila (contestazioni da una persona del pubblico mentre altri
applaudono) un mio parere (dal pubblico: sbagliato) pu essere sbagliato per
vorrei capire in che cosa differisce lesperienza dellAquila da quello che sta avvenendo, in
tempi pi o meno paralleli, qui in questo territorio. Cercher di spiegare il perch ritengo
che questa sia unesperienza che sta diventando parallela.

AllAquila cosa successo? E successo che c stato un grosso interessamento e un
intervento che si concluso praticamente con lintubamento con i tubi Marcegaglia di tutta
la citt storica. La si messa, come si dice, in sicurezza, in una sicurezza piuttosto rozza
di tipo permanente, non per facilitare gli interventi di restauro o qualsiasi tipo di intervento
nella citt storica. Nel mentre si proceduto alla costruzione delle cosiddette New Town,
cio tuttintorno sono state realizzate delle unit abitative molto costose, che hanno influito
molto negativamente su quella che doveva essere una rinascita della citt storica dopo il
tremendo terremoto. Invece ha disperso tra un insediamento e laltro ci sono anche 40
km di distanza - famiglie che si sono dovute dividere, con situazioni che dopo cinque anni
non si sono ancora risolte.

Poi per c stato, parallelamente, un grande dibattito sulle modalit del restauro.
Io ricordo, con dispiacere, un convegno che lAssociazione Bianchi Bandinelli tenne a
Roma nellautunno dellanno successivo, nel quale il presidente richiam lesempio della
ricostruzione di Venzone, la ricostruzione delle citt storiche che erano state
salvaguardate, terremotate e non.
Venzone era stata oggetto di un intervento, non filologico ma importante, che aveva
portato ad una ricostruzione la quale aveva agito anche economicamente
sulloccupazione e sulla rinascita del territorio. E stato uno dei pochi esempi di quello che
avvenuto non solo in Friuli, ma anche nellUmbria in scala pi ridotta, di applicazione dei
principi che in quegli anni erano stati diffusi e praticati qui in Emilia Romagna. Poi ci fu un
intervento dellallora direttore del Ministero dei Beni Culturali persona stimabilissima
contro il restauro dicendo che il restauro era una cartolina, che erano obbrobri.
Parl malissimo; io non riuscii a capire perch alla fine di questo convegno ci fosse stato
questo intervento sul restauro, nel senso tradizionale di ricostruzione, sul restauro dai
tempi di Viollet Le Duc - quello che si ritiene il padre del restauro, o del falso storico come
diceva John Ruskin - sul quale c stato un dibattito che dura a lungo in Italia ma anche in
Europa occidentale. E un modo concepire il restauro che pu essere condotto anche con
cose che non cerano ma che facevano parte della cultura di quel periodo storico, e
richiedeva quindi la conoscenza del monumento mentre altri dicono che il restauro tutta
una menzogna.

Nel dopoguerra, quindi 70 anni fa, ci fu il caso clamoroso del ponte alle Grazie o ponte
di Santa Trinita a Firenze, in cui la Sovrintendenza fece un rilievo fotogrammetrico dalle
fotografie per i conci del ponte. Per gli ingegneri dissero: lo mettiamo in sicurezza con
del cemento armato. Erano state da poco varate le leggi del 39 di tutela dei monumenti;
le Sovrintendenze dipendevano dal Ministero della Cultura, cio dellUniversit e della
Scuola e non dei Beni Culturali, e ci fu una serie di storici dellarte ed importante
questo a mio parere che imposero di ricostruire esattamente, usando anche gli
ingredienti che formavano le malte, che non erano a base di cemento ma una serie di
componenti legati alla tradizione. Allora gli architetti dissero che il motto dovera comera
era una menzogna; si riapr il dibattito su un risultato che ha avuto poi altri esempi di
ricostruzione: il tempo malatestiano di Rimini, la loggia della Mercanzia a Bologna,
lArchiginnasio di Bologna.
Ci sono esempi eccellenti di ricostruzioni identiche, filologiche, di quello che era andato
distrutto e ci sono esempi sicuramente negativi: a Parigi, mentre si ricostruiva
completamente Notre Dame, cera Hausmann che con i cannoni rifaceva la citt. Quindi
hanno convissuto, diciamo lidea della modernit della citt industriale, della citt nuova
rispetto alle leggi precedenti, e interventi che possono essere, come nel caso di Notre
Dame, con delle parti che sono non completamente inventate ma studiate da altri
monumenti del gotico dellIle de France, ed oggi patrimonio del paesaggio e dellumanit;
Notre Dame uno delle chiese pi visitate.

Voglio dire questo: non ci sono pi i singoli monumenti. Nel restauro c una cosa che si
chiama centro storico, abbiamo detto noi che, sbagliando, ne abbiamo inventato e diffuso
il nome. Non il centro storico il centro della citt contemporanea: la citt storica che
deve vivere allinterno della citt contemporanea, che non pu essere omologata a
questultima. Tra laltro molti esempi di periferie di citt contemporanea altamente
qualificate in Italia io non ne conosco, mentre abbiamo degli insediamenti storici che sono
sicuramente delle cose che si apprezzano in modo socialmente simbolico.
Allora prima di allargare la citt moderna, in un caso come questo, o come quello
dellAquila io mi sarei preoccupato di trovare i . - e secondo me sono abbastanza
semplici - in cui gli interventi devono restituire le forme e le attivit che si sono svolte nel
passato. Cio ritengo che ci sia un obbligo per la nostra identit, per la nostra qualit di
vita: mentre tutte le citt moderne si assomigliano, la citt storica ha la sua identit
specifica, ha un suo carattere ed quello che caratterizza quel territorio, che caratterizza
la citt. Allora questo carattere identitario, che si pu filosoficamente distruggere,
rappresenta un valore molto importante a mio parere. E quindi le poche risorse a
disposizione debbono essere investite per capire, per studiare, perch il restauro
unattivit in cui non ci dovrebbe essere una creativit costruttiva, ma semplicemente la
ricostruzione del monumento che stato demolito.

Certo, nella fattispecie, nessun monumento distrutto dal terremoto stato indenne da
interventi. Qui in Emilia cera il Regno Pontificio e non conosco le leggi del ducato come
andarono per quanto riguarda la manutenzione. Perch lunico antidoto al restauro, e
quindi al dibattito su come fare e come non fare, la prevenzione. Lo si dice tutti, tutti ne
siamo convinti, ma la prevenzione significa pianificare e in Italia la pianificazione non ha
attecchito come in altri paesi, che non hanno per le citt storiche che abbiamo noi.
Quindi pianificare la manutenzione il vero antidoto, perch questi interventi sui palazzi
che abbiano salvato, ingabbiato, che non sappiamo quando possiamo cominciare a
lavorare o altro, hanno subito tutti degli interventi manomissivi.

Fino a cento anni fa non cerano i water e la corrente elettrica. Noi che siamo considerati
dei conservatori non pensiamo che si debba tornare alla luce di candela e a non avere il
water in casa. Dobbiamo cercare di mantenere quellidentit, quella fisionomia rispetto alla
quale le recenti leggi, a mio parere, suscitano preoccupazione.
La Regione come intervenuta?
Le forze politiche nazionali alla fine degli anni 90, sulla base della trasformazione del
titolo V della Costituzione, hanno introdotto il principio che le Sovrintendenze organi
territoriali del Ministero - fossero completamente inutili, ma che ogni regione si potesse
dare un suo organismo di sovrintendenza. Con le Direzioni Regionali si arrivato ad un
compromesso nel rapporto tra Regioni e Stato. Ma lo Stato non ha fatto leggi sulla
pianificazione territoriale, non ha fatto leggi sullurbanistica e quelle esistenti sono vecchie
o con innovazioni di 40, 50 anni. E cos si arrivati a formulazioni in cui si dice: il
paesaggio la forma visiva del territorio e dellambiente che si crea nel territorio.

Bellissimo: il territorio appartiene alle Regioni, il paesaggio alle Sovrintendenze. Si devono
unire le forze per lintervento di salvaguardia del territorio, del paesaggio e dei beni
culturali.
La regione Emilia Romagna stata lunica in Italia alla sua nascita a costituire lIstituto per
i Beni Culturali; poi quella parte dellistituto che ha catalogato, che ha studiato il territorio
stata decapitata e totalmente cancellata. Ma listituto possiede ancora un archivio
formidabile che patrimonio della Regione. Perch non lha usato? E perch la Regione
emana questi decreti in cui si stabilisce che chi ha una casa inabitabile in centro e non
vuole pi questa casa, riceve i contributi per costruirsi o abitare una casa esterna,
allontanandosi del centro (voci dal pubblico: non cos)? Dopodich la cosa interessante
che questa casa pu essere destinata ad abitazione ci mancherebbe - ad uffici, quindi
ruolo direzionale - e questo vuol dire creare problemi di mobilit che poi non si riesce a
risolvere - e al commercio.

Allora, come nel caso dellAquila nel battibecco non si dice che si son trovati i soldi per
fare le new town esterne, qui si stanno trovando i mezzi per fare delle nuove costruzioni, e
invadere altro territorio, nel mentre discutiamo con la Di Francesco, che io ritengo una
bravissima Soprintendente, non su dei criteri. A me interesserebbe che per questi soldi
venisse stabilito che sono finalizzati alla rinascita della citt storica, alla difesa dell'identit
di luogo, e dopo si andr a trattare le case che sono da fare quando il centro storico
rimane abitato, quando il centro storico ha al suo interno la sua fisionomia. Altrimenti e
in questo mi dispiace per la signora che agli inizi si offesa ritengo che per ora si stia
copiando, quello che si fatto allAquila. E si discusso - mi dispiace, probabilmente Italia
Nostra non si fatta capire - con la mostra che stata sponsorizzata anche dalla
Sovrintendenza Regionale, le cui esercitazione non le avr mai approvate ma a mio
parere scandaloso anche solo che siano circolate. Il che non vuol dire che ci opponiamo
ideologicamente, sono cose che si possono fare, nel discorso generale troveremo gli
accordi del nuovo e del vecchio, del consolidamento pi leggero o pi pesante; ma
investiamo sulla citt, come cosa prioritaria. I decreti sparati a pioggia dalla Regione negli
ultimi 15 giorni mi fanno terrore, il terrore di ripetere lAquila anche qui.

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