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La Sema, lo Semasa, La Danza

Rituale L’esoterismo e l’arte di


Rumi
Di

Fahredin Shehu

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Pristina

L’Astratto
L’opera di Jelaluddin Rumi, và al di là del atto, al di là della conoscenza, ed al di là del
arte, cosi che l’affrontare superficialmente tutta la sua teurgia non potrebbe bastare per
capirla. Lui stesso la descrive con la metafora della schiuma e del oceano, oppure con la
frase … non chiedere chi sono o da dove vengo, bensì prendi quello che ho in mano ... e
quello che lui ha in mano esprime i segni più evidenti dei sigilli angelici, materializzazione
del celestiale nel terreno.

L’atto della SEMA inteso come uno sforzo per entrare nel orbita angelica prenderà gran
parte di questo lavoro.

Il SEMAZEN , il suo significato, il suo ruolo, il preformare della semasa - danza rituale, la
musica come parte complementare della semasa.
I tre livelli della conoscenza; Egsoteria, Mesoteria ed Esoteria nel opera di Rumi, la
dinamica della meditazione come contrappunto, come quarta categoria del fenomeno e
come terza categoria del’Estetica di Fahredin Shehu.

Classificandolo tra i geni, fa emergere la domanda; se lui appartiene o meno a questa


categoria. Il considerarlo o meno tra i profeti, anche se evidentemente non raggiunge i
loro livelli. Riguardo a questo mi inoltrerò nel ultima parte riferendomi alla sua arte.

La SEMA
Essa è una parola araba il cui significato è : udire, approfondire; ha un uso esteso nella
lingua turca, persiana ma anche in altre lingue occidentali usata proprio per identificare la
pratica Sufi, più in specifico nel indicare la danza rituale eseguita da Jelaluddin Rumi1.

La sema è una Meditazione Dinamca2 par excellence, come concetto è stato trattato da
Sri Bhagwan Rajneesh OSHO, è stato proprio lui a incorporarla nel programma di
meditazione del mattino, a “OSHO” un Commune in

Paoona, India. Cosi fece anche G.I Gurdijeff3, si ispirò a Rumi con le sue danze sacrali
conosciute come “Gli archi Oum” Quando parliamo della meditazione, ci riferiamo alla
profonda riflessione, tale stato contraddice il concetto di meditazione come atto pratico.

La meditazione è uno stato mentale “senza pernsiero” ed il clima nella meditazione si


raggiunge quando svaniscono tutti i pensieri. Cosi che la SEMA è un mezzo molto efficace
nel raggiungere lo stato di “senza pensiero”.

A questo punto abbiamo a che fare con lo sviluppo del intelligenza intuitiva cosi che
l’istrumento usato per questa pratica il quale serve per sofisticare la tecnica è proprio l’arte
della musica il quale stimola i centri energetici. Questi nel Tesauf sono conosciuti con il
nome di Lataif4, fino al grado della Fanà cioè il fondersi con l’essenza di Dio. Per
descriverlo, Rumi dedica tutta una poesia nella sua “Mansevia” al calamo Ney il quale
viene usato per risvegliare questi centri energetici. Tali centri li possiamo trovare persino
nelle pratiche esoteriche della Cabala ebraica, nella tradizione Cinese ed anche in quella
della Vedda dei Hindu.

1
Nato a Balkh in Persia nei pressi del attuale Afganistan il 30 settembre 1207-17 dicembre 1273
2
Meditazione Dinamica : è il concetto della tecnica meditativa creata da Sri Bhagwan Rajneesh-OSHO,
(11/12/1931-19/01/1990)
3
Georgie Ivanovich Gurdieff, Neognostico contemporaneo Armeno, nato in Aleksandropoli il 13/01/1866-
10/1949
4
Latifat-an-Nafsi, Latifat al Qalbi, Latifat Er Ruhi, Latifat es Sirri, Latifat al Ahkaf: esse derivano dal Corano
dal Nafs, Qalb, Sirr, Khafi e Ahkaf rappresentano organi psico-spirituali oppure abilità sovra sensoriali o
sovra sensibili
Insieme al vestiario tradizionale, la musica e la prontezza degli iniziati, anche il
profumo5 ha il suo pieno ruolo importante durante la sema. Questi elementi in gran modo
influiscono nello stato psico-fisico del uomo.

La simbolica della sema -danza rituale. Ogni instante ogni momento della sema, di questa
esibizione spirituale ha la sua simbolica6.

La sema è la manifestazione del movimento dei corpi celesti la dove lo Sceikh cioè colui
che dirige la Sema il mentore; simboleggia il sole oppure l’asse del sistema dinamico della
Galassia, invece i Dervisci, gli iniziati in un movimento circolare simboleggiano i pianeti,
cosi ché abbiamo a che fare con una danza celeste di unificazione con il Cosmo.

La testa del danzatore della semasa7, si piega a 23°, piegamento identico al asse
del pianeta Terra, questo fa si che il liquido del orecchio non si muovi perdendo cosi
l’equilibrio. Un piede si mantiene fisso per terra, legato alla gravità, cosi che la linea
invisibile verticale tra l’orecchio e la gamba tiene ben saldo il semasa ad non perdere
l’equilibrio e cadere.

Anche le mani hanno la loro funzione: quando i palmi della mano sono rivolte una verso il
celo e l’altra verso la terra. Una viene dedicata alla luna e l’altra al sole, tutto questo
accompagnato con una musica composta appositamente per l’atto della Sema spesso
anche vocale.

Questa musica non è il fine ma il mezzo-Lift per passare da uno stato mentale “normale”
ad un altro “esaltato”.

Rumi8 a proposito della Sema dice:

Vedo le acque che sorgono dalle loro fonti

I rami dei cedri, che danzano come i pentiti

Le foglie, come le mani dei musicisti che battono

(Mathnawi, IV, 3265-3268)

5
In questo caso si tratta del profumo di Gelsomino, il preferito di Jalaluddin Rumi ed del profeta Isa (p.s.l)

6
Guarda: “Rumi del Sufisam” di nga Eve De Vitray Meyerovitch, Kaderjsko Bedevijska Tekija, Sarajevo,
1995, pagina 43.
7
L’iniziato che compie la Sema
8
Guarda: “Rumi i Sufizam” di nga Eve De Vitray Meyerovitch, Kaderjsko Bedevijska Tekija, Sarajevo, 1995,
pagina 44
Riguardo al movimenti9 dice:

Ogni cosa si muove

Gli amanti sprofondano nella fonte del amore

Nella fonte di acqua divina

Che hanno scelto

E piangono

E si lamentano

E come pietre di mulino nel cielo

non possono stare nemmeno un secondo in silenzio

Amore …

Amore …

Tu hai riempito l’Universo di tempesta.

Il mio cuore ogni notte cerca una stella

Per non farla fermare un attimo

Come me.

La Sema si pratica dai semasi vestiti di bianco, simbolo della coperta -il Cefin- con cui si
coprono i defunti.

Essi sono coperti anche di un caftan nero e largo, il quale simboleggia la tomba, nella
testa invece portano un cappello - Sikke alto fatto di qoha (lana lavorata) il quale
simboleggia la lapide (pietra mortuaria). Lo Sceikh entra in mezzo a loro, diventando il
legame tra il cielo e la terra. Cosi i semasa si aggirano a formare tre cerchi nella Semahan
(posto dove si svolge la Sema) simbolo delle tre tappe del avvicinamento a Dio: la tappa
della Sapienza, la tappa della Scoperta (Keshf) ed alla fine la tappa del Unificazione
9
Molana Xhelaludin Mohamed Molavi RUMI, “Ieri notte sussurrai a una stella ...”, Fondazzione Saadi
Shirazi, Tirana, 2002, pagina 35
(Vusul) salutandosi con lo Sceikh che sta in mezzo sopra un tappeto rosso. A questo
punto, i semasa gettano via la veste di caftano nero, gettando via cosi lo stato corporeo
mortale per rinascere. Dallo sceikh chiedono il permesso per iniziare la Sema apprendo
lentamente le mani al inizio con movimenti lenti a forma di cerchio poi aumentando
sempre di più la velocità. La mano destra accoglie l’energia cosmica; la Pietà invece viene
accolta dalla sinistra rivolta verso la terra per donarla a lei. Essa è passata tramite i loro
cuori, cosi, dopo essere stata riscaldata dal loro amore viene donata alla terra.

Tutto questo viene accompagnato al inizio dal – Kudum- tamburi che sono il simbolo della
tromba e del giorno del giudizio accompagnato con il Ney. L’insieme è formato da due
semicerchi una delle quali simboleggia l’imprigionamento del anima dalle catene della
materia invece l’altro quella del innalzamento verso Dio. Dopo il quarto giro della danza
entra in essa lo Sceikh. Lo Semasa simboleggia il sistema solare dove lo stesso Sceikh
simboleggia il sole mentre gli altri dervisci ballerini simboleggiano i pianeti. Nei istante in
cui lo Sceikh inizia la danza della Sema inizia anche la melodia dello Ney il quale esprime
il contempla mento del Unione. Quando lo Sceikh ritorna al suo posto la danza della
Sema si interrompe iniziando cosi la recita del Santo Corano, cercando con essa di
esprimere la risposta di Dio per i danzatori della Sema. Alla fine si procede al saluto e al
invocazione di Dio “HU” perche solo a Lui viene dedicato quest’adorazione.

Riferendosi al Ney, Rumi si esprime con queste parole: “Chiesi allo Ney perche piange,
esso mi rispose che lo avevano sottratto dallo Neystan, da allora non puo vivere senza
piangere e soffrire.”

Lo scopo della Semasa, è l’unificarsi con Dio (Vusul) attraverso il completo abbandono.

Il Semasa –è la persona che esegue la danza della Sema, si sa che questa è una tecnica
molto complicata. La Semasa ha u obbiettivo molto preciso, ed è quello che lo sceih suo
mentore arrivi al unificazione con Dio. Il legame Murid10 e Mushrid11, è basato nella totale
dedica, abbandono del quale lo guida un Murid di 1001 notte nella Tarika Mewlewi
(obbiettivo del quale resta quello del trattamento del ego fino al suo completo svanimento),
prima della reale iniziazione esso deve servire in ogni modo tutti i presenti nella sala
(tekke: apposita sala della tarika). Dopo di che il Murid deve abbandonarsi completamente
agli ordini del Murshid dato che lui conosce a fondo il grado spirituale e l’affinità del Murid
cosi che sarà capace a guidarlo al meglio in questa strada non tanto facile bensi difficile e
complicata. Il Murshid lo guida in tutte le tappe della crescita spirituale, in questo caso
abbiamo a che fare con una scuola speciale volta ad sofisticare lo spirito alla psicologia
strettamente individuale.

10
Alunno, dervisho, niziato, oppure se si vede l’”Ordine dei Dervishi di Mewlawie” fondato da Rumi, Semasa
11
Insegnante, mentore oppure Sceih il quale guida la semasa ed la scuola della psicologia personale, la
Tariqa.
I tre livelli della conoscenza: Egsoteria, Mesoteria, ed
Esoteria12

Prima di addentrarci nel opera di Rumi ci soffermeremo brevemente nelle tre categorie
epistemologiche, gnoseologiche, conosciute nel Islam come parte del Irfan;

Egsoteria, Mesoteria e l’Esoteria, rispettivamente appartenenti a categorie di gente


chiamati anche gli Ahli Zahir, Ahli Batin ed Ehli Keshf. Il linguaggio usato da Rumi13 nelle
sue opere, ed anche da altri come Muhyuddin Ibn Arabi, Ibn Al Farid, Yunus Emre e
specialmente Mensur Hallajjit ecc. Questo e stato il linguaggio dei livelli epistemologici il
quale non di rado ha avuto fraintendimenti. Tale fu il caso di Tallajji il quale venne
castigato per la sua celebre frase: Enne el Hakk-Io sono Il vero, io sono Dio, fatta in uno
stato di esaltazione mentale dove il suo ego era fuso nel essenza Divina (Fana Fillah) il
quale per lo Zahir (nel aspetto dello Sheria) esprime uno chiaro detto di Shirk (idolatria,
paragonare a Dio un compagno nella Sua Potenza) però espresso nella lingua del Batin
(nascosto, mistero, celato) esprime il senso del raggiungimento della Fenna (estinzione).

L’opera di Rumi si caratterizza dai suoi livelli di intendimento intesi come Ottavi termine
definito da G. I Gurdijjef nella sua opera “ Alla ricerca del miracolo – Citazioni tratte dagli
insegnamenti occulti” di Pyotr Damyanovich Ouspensky14. Tali concetti risultano essere
accessibili sia a dei bambini narrategli come episodi di un racconto che a degli esperti
studiosi della materia esoterica di Rumi ( il grado di egsoteria). Lo stesso vale anche per
coloro che cercano l’ispirazione nella sua arte letteraria (grado mesoterico) ed per gli altri
facenti parte della Tariqqa i quali vanno a cercare il profondo senso e anche la strada del
elevazione spirituale tramite la “Mesvevia” di Rumi specialmente nel suo terzo ed quarto
volume15 (grado di esoteria).

Cosi Rumi riesce a creare una meravigliosa sintesi delle diverse categorie della
conoscenza e della pratica, “In essa la Spiritualità e l’Etica universale hanno trovato una
sana sintesi”16

12
Per maggior informazzione guarda: Mouravieff, Boris, Gnosis, Exoteric Cycle: Study and Commentaries
on the Esoteric Tradition of Eastern Orthodoxy (Vol 1) pastaj; Mouravieff, Boris, Gnosis: The Mesoteric Cycle
(Book 2) dhe Mouravieff, Boris, Gnosis Book Three, the Esoteric Cycle: Study and Commentaries on the
Esoteric Tradition of Eastern Orthodoxy (Gnosis)
13
Rumi offre la poesia a coloro che la amano, intrattiene con i racconti coloro che essi gli amano, stimola
l’intelletto a coloro che danno valore a tale cosa, cosi dice Idries Shah në librin The Way of the Sufi, Arkana,
Pengiun Group, 1990, pagina 110.
14
Nato il 4 marzo1878 – 2 ottobre 1947, Matematico ed epistemologo russo, alunno di Gurdijeff.
15
Per approfondire guarda: Matnavi I Ma’navi, Book III & IV, Maulana Jalalu-‘d-din Muhammad Rumi,
abridged and Translated by E.H. Whinefield, 1898
16
Khalifah Abdul Hakim, Jalal Al Din Rumi, The History of Muslim Philosophy, Vol. II ed. M.M. Sharif,
kapitulli XLII, Pjesa 3, The Sufis, Otto Harrosowitz, Weisbaden 1963, pagina 838
Al inizio di questo saggio menzionammo l’opera di OSHO e la Meditazione Dinamica il
quale senza dubbio sorge dal opera di Rumi e dalla tecnica della Sema, è un contrappunto
in relazione alla musica, l’atto e il non atto, rispettivamente il ritrovamento dello Zero
Assoluto nel essenza della persona. Una simile composizione sinfonica degli atti creativi
esprime un contrappunto il quale accerchia l’Opera di Rumi composta da:

• L’atto della scrittura artistica sacrale, trascendentale, Teurgico (attività letteraria);

• L’atto della musica sacrale, (inteso come lo Ney);

• L’atto della meditazione (lo Sema);

• Il trasmettere del impulso cosmico dal orbita celeste a quella terrestre, tutto questo
tramite l’Ashk (amore, passione) e di tutto il fenomeno di Rumi.

Trattando il fenomeno Cosmico17, ci riferiamo alla trasformazione del’energia Divina in un


linea verticale, in un rapporto terrestre per il raggiungimento dei più alti livelli Celesti; poi a
quello di addetto- Eulia (che deriva da Weli in arabo amico di Dio)-questo è un grado al di
sotto di quello dei Profeti vettore diretto dalla terra verso il celo, invece rapportato ai Profeti
questo vettore si trasforma dirigendosi dal celo alla terra, facendo distinzione tra l’Ihlam
(Ispirazione) ed il Wahi (Rivelazione Profetica) il quale nel “Estetica dello Nun”18 si
posiziona nei gradi della Sapienza, Atre, Teurgia e della Rivelazione.

In questo modo si esprime la dinamica della meditazione, la Sema, fino al raggiungimento


dello Zero assoluto, il punto della meditazione silenziosa, la meditazione assoluta. Lo Zikr-
i-Hafi19 ed lo Zero assoluto sono due estremi dello stesso modello, dello stesso obbiettivo,
perché Meditare significa “non fare”.

Spesso ho sostenuto in diverse opere precedenti che …”Ci manca un vocabolario


terrestre per questioni Celesti”, Questo aspetto è stato esaurito dallo stesso Rumi tramite
la poesia la quale dà la libertà di espressione del occulto, del al di là, la quale nasconde in
sé i misteri dei livelli epistemologici e quelli intuitivi del pensiero laterale20, logico ed
gnoseologico.

17
Meher Baba, Mistico contemporaneo Indo- Perso (nato il 25 febbraio 1894 - 31 janar 1969), guarda:
Discourses, Meher Baba, Sheriar Press, 1995
18
Fahredin Shehu, “L’estetica dello Nun”, la prospettiva del estetica teurgica ed i livelli della creazione
artistica. Studio non ancora pubblicato.
19
Lo zikr in silenzio, la forma generale della meditazione, questo, come la rappresentanza ideale degli
Nakshibendi ed della meditazione dello Zen Buddismo.
20
Guarda: Lateral Thinking, nga Edward De Bono, Penguin Books, 1990
L’Arte di Rumi

L’Arte di Rumi è rimasto monumentale, sia nel contenuto nei volumi e nel essenza. Si
tratta di uno dei poeti più prominenti di tutti i tempi nella sfera del trascendentale sia in
Oriente che in Occidente. Per quanto riguarda l’Islam gran parte delle opere dei Suffisti
contengono accenni tratti dalle opere di Rumi, dalla sua epoca e fino ad oggi, non si può
fare a meno di pensare che cosi sarà anche nel futuro.

Le opere di Rumi21 si rivelano essere prospere, qualitative, uniche. Sono accettate


largamente da tutte le parti del mondo.

Inizialmente furono commenti del Santo Corano, poi proseguirono i commenti delle opere
di Sena, Attar, Ibn Arabi formulate in maniera poetica con una splendida originalità del
poeta.

La sua opera più voluminosa contenente trenta sei mila versi si chiama “Diwani Scemsi
Tabriz”, principalmente si tratta di liriche dove esprime uno speciale legame con Shemsi
Tabriz nella creazione di quest’opera gigante.

Una delle opere senza dubbio più note del autore è la “Mathnawi i Ma’nawi” lavorò su essa
per ben dodici anni anche se alla fine rimase un opera incompiuta. L’opera venne scritta
per richiesta di Husamedni Qelebi ed è composta da ben ventisei mila versi. Essa ha un
carattere didattico al fine di guidare l’iniziato verso un cammino spirituale facendo uso
anche delle narrazioni della tradizione Sufi.

Il poeta perso Jami scrive che il “Methnawi” sarebbe il Corano nella lingua Persa. Esso
venne tradotto in molte lingue occidentali, lo fecero conoscere soprattutto Whinfield,
Profesor R. A. Nicholson, A. J. Arberry, Annemarie Schiemmel, Eve De Vitray
Meyerovitch, Camille e Kabir Helminski con le perifrasi di Coleman Barks22 ecc.

Nella lingua Bosniaca i primi due volumi con i commenti vennero tradotti da Feizullah
Hadibairic, invece gli alrti volumi vennero tradotti dalla lingua inglese proprio dai volumi
che E.H.Whinfield traduse dal perso.

La terza opera poetica sono le “Rubaijjat”, la quale non riuscirono a divenire popolari
come successe con le “Diwani” e “Mathnawi”. Ancora una volta vennero fatte conoscere
al Occidente da A.J Arberry.

21
Per ulteriori chiarimenti guarda: Jalal al Din Rumi, Supreme Persian Poet and Sage, da Seyyed Hoseein
Nasr; Pubblicato dal Consiglio Supremo della Cultura a Teheran, 1974.
22
Guarda: The Illustrated Rumi; A treasury of Wisdom from the Poet of the Soul, il nuovi tradatti, Philip Dunn,
Manuela Dunn Mascetti, R. A. Nicholson, Harper San Francisco, 2000.
L’opera prosaica “FIhi ma Fihi” tratta i discorsi più intimi nei diversi aspetti della vita
spirituale e della sua personalità, caratteristica questa che non emerge nelle sue opere
poetiche. Sono discorsi raccolti dal figlio ed dai murid.

Mekatib è un'altra opera prosaica, la quale è una raccolta delle lettere inviate ai suoi amici
tra i quali anche Salah el Din Zarkub. Da esse vengono rivelate aspetti della sua vita
privata.

Anche l’opera “Majalis-l sab’ah” è una prosa la quale è composta dalle prediche e dalle
lezioni tenutesi nella dergah. Le prediche si rivelano essere dei consigli, esse si
distinguono dallo stile di narrazione.

L’influenza di Rumi nelle opere di molti artisti.

Eesso funge da ispirazione permanente non solo nelle opere letterarie ma anche nei saggi
di studio, presentazioni artistiche della Sema, senza tralasciare la sua influenza anche
nella musica. Nella letteratura, quest’influenza si può notare fortemente nei autori come
Muhamed Iqbal e Khalil Gibran, nella pittura si può notare nelle opere di Muhamed
Farschian, Istafil Sirche nella caligrafia, Maurice Bejart nel balletto. Si può dire che nella
musica la sua influenza è stata molteplice, dalla tradizione della cultura Sufi in Turchia
citando qui nomi come Omar Faruk Tekbilek, Ercan Irmak, Kudsi Erguner, Kani Karaca,
Ahmet Ozhan, spostandoci in Iran citando nomi come Iran Shahram Nazeri, Shahram
Shiva, Muhamed Eghbal, in Israele: Noa. Posiamo trovare anche un esempio di come la
musica Sufi viene trasposta nella musica elettronica di Mercan Dede23.

Riferendoci a Mercan Dede, il quale palesemente dimostra la sua ispirazione nella opera
di Rumi, posiamo dire che con il suo straordinario talento lui è stato capace di presentare
la sua arte sia nei strumenti folcloristici che quelli elettronici unificando cosi
armonicamente sia il tradizionale che il contemporaneo. Rivelandosi in prima linea nei
tentativi di creare l’armonia dal tempo della paura e della violenza nel mondo allo stesso
tempo promovendo Rumi al pubblico contemporaneo forse più di quanto hanno potuto
fare Prof. Nicholson, Arrbery, Annemarie Shchiemmel, Eve De Vitray Meyerovich,
Coleman Barks ecc. con i loro studi, traduzioni delle sue opere e le loro performance.
Mercan Dede spesso cita Rumi: se sei da per tutto non sei da nessuna parte, se sei in un
posto sei da per tutto , e il mio da per tutto è dentro il mio cuore, termina Dede.

Trecento anni dopo la scomparsa di Rumi, la sua opera continua ad essere una fonte
inesauribile nella quale si sono dissetati e si disseteranno molti ricercatori della via Divina
sia tramite l’Arte la Fede o la Scienza.

23
Dj Allen Arkin noto anche come Mercan Dede, autore, produttore ed multi – strumentalista turco. Per
maggior info su di lui vedi: ://www.mercandede.com/md/EN/index.html
Conclusioni

Nel Epistemologia sacrale degli Hindu esistono tre scuole di pensiero: la scuola del Karma
oppure del Opera, la scuola della Diana oppure Sapienza ed la scuola di Bhakta cioè del
Amore per arrivare fino alla conoscenza e vicinanza con Dio.

Nel Suffismo tutte queste scuole di pensiero vengono unificate in quel atto santo che si
chiama Vita ed in fine il Suffismo termina con il ASHK l’Amore, secondo l’Induismo
chiamato Bhakta.

Tra le tante definizioni fatte a Rumi come un grande artista, un profeta, un santo,
considero che il migliore tra tutti questi sia quello che lui stesso si e definito nella poesia
L’uomo di Dio24.:

L’uomo di Dio è:

Felice senza aver bevuto vino

Sazio senza aver mangiato carne,

Stupito di ogni cosa

E che non gli importa del bimish

l’uomo di Dio è:

Il re del tempo-derviscio

è il tesoro tra le macerie

Non è di terra, non è di vento

Non è di fuoco, non è di acqua

Esso stesso è il mare magnanimo

L’uomo di Dio è:

La luna del giardino in primavera

24
Molana Xhelaludin Mohamed Molavi RUMI, Ieri sera sussurrai ad una stella..., Fondazione Saadi Shirazi,
Tirana, 2002, pagina 137.
L’uomo di Dio

Diventa saggio dalla verità

Bibliografia:

Rajneesh, Osho, "Meditation": The Art and Ecstasy, Osho Intl, 1992
Meyerovitch, Eve De Vitray, "Rumi i Sufizam", Kaderjsko- Bedevijska Tekija, 1995.
Lahi, Riza, "Molana Xhelaludin Mohamed Molavi RUMI": Ieri sera sussurrai ad una
stella..., Fondacioni Saadi Shirazi, 2002
Mouravieff, Boris, “Gnosis: Exoteric Cycle: Study and Commentaries on the Esoteric
Tradition of Eastern Orthodoxy” (Vol 1) Agora Books, 1990.
Mouravieff, Boris, “Gnosis: The Mesoteric Cycle” (Book 2), Agora Books,1992.
Mouravieff, Boris, “Gnosis: Book Three, the Esoteric Cycle”: Study and Commentaries on
the Esoteric Tradition of Eastern Orthodoxy (Gnosis), Praxis Institute Press,1993.

Shah, Idries, "The Way of the Sufi", Arkana, Pengiun Group, 1990.

Ouspensky, P.D., "In Search of the Miraculous: Fragments of an Unknown Teaching",


Harvest/HBJ Book, 2001.

Dunn, Philip, Mascetti, Dunn Manuela, Nicholson, R. A.. "The Illustrated Rumi": A treasury
of Wisdom from the Poet of the Soul, Harper San Francisco, 2000.

Khalifah, Abdul Hakim, "The History of Muslim Philosophy": Vol. II ed. M.M. Sharif, Otto
Harrosowitz, Weisbaden, 1963.

Whinefield, E.H., abridged and Translated, "Matnavi I Ma’navi": Book III & IV, Maulana
Jalalu-‘d-din Muhammad Rumi, 1898, burim në Web dhe New Age Books, 2004.

Nicholson, R.A. "The Mathnawi of Jalaluddin Rumi": Six Volumes, E.J.W. Gibb Memorial
Trust New Series, 1925.
Baba, Meher, "Discourses", Sheriar Press, 1995.

(Shehu Fahredin, “Estetica dello NUN”: La prospettiva del estetica teurgica, ed i livelli
della creazione letteraria, opera non ancora pubblicata.)

De Bono, Edward, Lateral Thinking, Penguin Books, 1990

Fonti elettronice dal WEB utilizzate per questo studio:

http://www.semazen.net/eng/sp.php?id=3&page_id=1&menu_id=id3

http://www.dar-al-masnavi.org/

http://www.sacred-texts.com/isl/masnavi/

http://www.britannica.com/eb/topic-369314/Mathnawi-of-Jalaluddin-Rumi

http://libraries.theeuropeanlibrary.org/Turkey/treasures_en.xml

http://www.whirlingdervishes.org/whirlingdervishes.htm

http://www.mevlana.net/sema.htm

http://www.mevlana.org/

http://www.khamush.com/

http://www.omphaloskepsis.com/collection/

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