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E allora tocchi il legno, passi le dita delicatamente sui nodi e sulle venature, lo sfiori come se accarezzassi un amante.

Poi ti riempi gli occhi di quella esi mia bellezza, quei fregi intagliati con perizia divina, quello specchio, opera d i mani non umane. Ricordi quanto lo hai desiderato. Lo hai agognato ogni santa notte, lo hai sogna to e bramato fino all'impossibile. E adesso che tuo, ti senti cos piena di gioia e di impalpabile euforia. Guardi il tuo riflesso e sorridi. Lo specchio cos bello. Prendi la matita carminia, cui mina fatta col tuo sangue come pigmento, e con la tua carne. E disegni, disegni ci che indisegnabile. Non ti fermi, continui imperitura. Ecco che il sigillo ormai fatto. Lo specchio ti riflette un'ultima volta, poi si illumina, riverbera riflessi cremisi, d'un altro mondo. Nasce un altro essere dal tuo sangue e dalla tua carne. Esiti. La paura di avvolge, lui ti guarda con occhi innocenti. Il rimorso ti attanaglia le viscere. Come hai potuto farlo? Sussurri "dormi" e lui cade preda dell'oblio. L'orrore ti invade. Quale sgomento a veder quel ragazzo nato da te stessa. Non un figlio. Non un fra tello. Un essere uguale a te, in tutto e per tutto, ma opposto, contrario. Un essere co mplementare. Quanta follia per riempire la solitudine! Non ti basta questo orrore? Non toccarlo! Non farlo! Ma le parole sono futili ed effimere, ti inginocchi accanto al suo viso da bambi no. E lui si sveglia con un fremito. Quello sguardo lo riconosci. Lo hai gi visto. Ma mai nei tuoi riguardi. Mai nei t uoi occhi. Quello sguardo che indentifica te come centro dell'universo dell'altro. Quello sguardo.... pieno d'amore. Ma ancora debole. E' appena nato. Ha bisogno di tempo. E tu ne hai, ne hai in ab bondanza, ma non hai con chi spenderlo. E allora lo lasci riposare, su quel letto di seta e raso, il tuo, tra tende di p izzo fatto a mano. Lo lasci rinvigorire. Perch non hai paura. Non temi che quando si sveglier non ti amer pi. Lui parte di te. Lui te. Voi siete la stessa persona. Ian. "Dono del Signore" Guardi ancora quello specchio. Mani non umane. -Quante anime hai intrapolato? Quante?Io so chi sei.. -Tu togli la vita, ma io l'ho data.Io so chi sei..progenie del demonio.. -Credi che importi? Chi mi fermer?-Elissa..Allora ti volti, sorpresa dalla voce alle tue spalle. -Asmodeus- dici, ma la tua voce atona. Il Principe cos bello. La cupidigia dilaga nella stanza. Lo specchio geme. -Elissa, sei pi bella ogni giorno che passa.-Assomiglio ogni giorno di pi alla morte.Asmodeus ride. Poi volta la testa verso il letto, e vede il giovine. Sorride. -Per anni, ho pensato che fossi la pi inutile della mia progenie, ma mi sono sbag liato.Il Principe ti guarda. -Chi ?-

Non rispondi. Lo specchio lo fa al posto tuo. Ian.. -Ian?- nella sua voce una punta di irritazione. Allora sorridi falsa, dolce come il fiele. -Il dono del Signore.-Ribelle come Lucifero e bella come Belial. Sbagliavo nel giudicarti, Elissa.Ti volti verso lo specchio, ma Asmodeus ti gi dinanzi. Nei suoi occhi vedi l'inferno. Caduti che bruciano tra le fiamme, urla di dolore , malvagi in catene. Ma non batti ciglio. Non ti importa di nulla, se non di Ian, nel tuo letto. Lo specchio mormora adulazioni nei confronti di Asmodeus, ma egli lo ignora. E i vostri sguardi allacciati vibrano di potere e cose immani, dolorose ed etern e. -Elissa, sii mia..- dice il Principe -io posso darti potere, bellezza e giovent e terna..Ti cammina lascivamente intorno. -Posso darti ogni cosa tu voglia, l'infinito e l'eterno..-All'Inferno.- rispondi - Non mi puoi dare la felicit. Non mi puoi donare l'amore . Non mi puoi rendere umana.Ti volti e lo guardi nei suoi occhi color sangria. -Sei inutile, come lo il peccato, quando non hai nulla da perdere.Asmodeus si infiamma di rabbia e, stizzito, svanisce. Sangue rosso, quando avrebbe dovuto essere verde. Come quello di una serpe. Sangue rosso, quando avrebbe dovuto essere blu. Come quello di un Principe. ( Il sangue delle rose, FarrahLennington) Ian ha la pelle velluttata come quella di una pesca. Le sue mani sono morbide e gentili. Sfiorano la tua di pelle delicatamente facendo scorrere le dita sulla tua schien a nuda. Appoggiato soltanto sul gomito, col lenzuolo che gli si drapeggia sul fianco, se mbra un dio dell'Olimpo. Lo baci e lo ribaci con estrema avidit. E' mio, solo mio, e lo amo in una maniera viscerale, pensi. E per la prima volta da quando hai memoria di te, ti senti felice. Lo riassorbi dentro di te un bel giorno di settembre. Non puoi permetterti di fa rlo stare troppo "fuori". Corri il rischio di non poterlo pi riavere. Corri il rischio che lui diventi indi pendente, una natura autonoma. Corri il rischio di perderlo. La prima volta che fai questo pensiero ti disgusti da sola. Decidi di non evocarlo pi. Ma non riesci. Una settimana dopo lui di nuovo tra le tue lenzuola. Quando ti svegli, Ian ti porta la colazione. Sa esattamente quello che vuoi. Ti porta caff, latte, brioche, zucchero, un pompelmo rosa. Ogni cosa come deve essere. E' il paradiso, pensi. E' la perfezione. Questa l'immensit dell'amore. Questo ci che l'amore pu creare. La perfezione. La mattina dopo, tra le altre cose, noti una piccola coppa di vetro rosato. Dent ro del gelato al lampone. Ian ti sorride come sempre. Gelato al lampone. -Piove.-dici. Ian, sul divano, legge uno dei tuoi libri. Ti guarda.

-Lo vedo- dice mite, sorridendoti. -La pioggia lava via i peccati.I suoi occhi brillano di incomprensione. Ti volti e lo guardi, cos tranquillo, cos bello, cos perfetto. -Quasi tutti.-Elissa..Ti volti quando Ian pronuncia il tuo nome. Ti sorride. -La mia mano- dice- sta sanguinando..Sposti lo sguardo verso la sua mano, imperlata di rosso, e poi sulla tua. I sigilli sul muro, che continui a fare e rifare, si confondono in un disegno in definito. Siamo davvero cos legati, pensi, che se io mi ferisco, si ferisce anche lui? Tutti quei futili tentativi di capire in che modo trasformare l'illusione in mat eria.. Come riuscire a far diventare carne l'irreale? Come? Come? Come? La tua mano sanguina, ma il dolore qualcosa di vago e lontano. Ian al contrario ne soffre, lo senti gemere sottovoce. Ti volti e prendi la sua mano tra le tue. Amorevolmente la bendi, e poi gliela baci. E baci anche l'interno dell'avambracc io. Poi ti sposti, e inizi a sbottonare la camicia, gliela togli, e poi anche la mag lietta sotto. Il suo petto nudo, glabro, cos liscio e profumato, inebriante, ti fa dimenticare il resto del mondo. La tua mano sanguinante crea cerchi vermigli sulla sua pelle. Lecchi una piccola porzione di pelle attorno al capezzolo, poi il capezzolo ste sso. La gola irresistibile, e ti avventi su di essa come un vampiro. Succhi la giugulare e poi la carotide, la pelle arrossata, segni di morsi, la su a mascella ricoperta di baci. E poi arrivi alle sue labbra, dolcissime, e quel bacio qualcosa di divino. Le vostre lingue si incontrano, si toccano, Ian ti esplora la bocca. Ti senti cos piena di lui, da volerne ancora. Perch in realt non sei satolla, ne vu oi ancora. E non soltanto baci. Vuoi Ian, lo vuoi sempre e comunque. Non ha importanza, il mondo l fuori. Se anche il sangue fosse imperversato per le strade e il mondo fosse crollato a pezzi, nulla di tutto ci avrebbe avuto importanza. Ed anche la redenzione avrebbe potuto aspettare.

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