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n.94

di

Satira

Mimmo Attanasii

dimmitutto@teramani.info

Aphra Katz denuncia e svuota il sacco


La redistribuzione dei pesi sociali

iniquo perch in Parlamento siedono ancora indisturbati telefonisti da linea rossa, come caricature fuori del tempo, a fare il verso alle schermaglie telefoniche dei John Fitzgerald Kennedy e Nikita Sergejevic Kruscev. Una contestazione pacica e democratica si sarebbe dovuta abbandonare a rinunce dai lavori parlamentari no a quando loperatore del call center customer non si fosse dimesso dal perseverare nel marketing di uno squallido Chiamami e presto sarai fuori dal carcere. Paese iniquo e popolo iniquo. Il concepimento senza alcuno sdegno dellarricchimento illegale dei furbastri. Il menefreghismo. Una progettazione studiata in anni di spazzatura mediatica che ha delimitato la decenza del popolo esterrefatto dai Truman Show brianzoli al di sotto dello scroto. Con la differenza che Truman riuscir a ribellarsi al proprio pirandelliano autore per trovare la sua libert. Nel nostro territorio, sempre in controtendenza, il Christof, deus ex machina del reality realizzato da Peter Weir, con passo felino e ingordigia persevera nei suoi plagi, dai prodromi oscuramente ereditari. Popolo iniquo che costeggia i perimetri di una persona ostile alle regole e alle leggi, i contorni nebulosi di chi ha preteso dalle pi alte cariche dello Stato laccettazione di esposizioni sulla magistratura: Lescalation inarrestabile: si parte sostenendo che per fare il lavoro di magistrati bisogna essere malati di mente o che i magistrati (variazione leggiadra) sono un cancro da estirpare; si prosegue invocando una commissione dinchiesta col compito di stabilire che la magistratura unassociazione a delinquere con ni eversivi (Gian Carlo Caselli, Corriere della Sera, 27 aprile 2011). Uno strapazzato della e non dalla politica ha avuto lardire, mi si perdoner leufemismo forzato, di formulare un assunto dogmatico sulla presunzione di responsabilit da parte di un notabile abruzzese dipartito per essere stato il fondamento di un sistema che ha traghettato la nostra regione da una architettura produttiva schiettamente agricola verso un disegno imprenditoriale progredito e redditizio. Quello dellindustria, del terziario, della conoscenza. Per competere con parolai incapaci di pensare per sessanta secondi di seguito? Per sottomettersi alla critica di una classe borghese che aveva messo la morale nelle mani della polizia e le arti in quelle degli impresari? No, grazie!. Questa la chiosa di Aphra Katz. n

ono trascorsi tempi biblici da quando questo periodico apprott con tempismo e in esclusiva, nellarticolo La redistribuzione dei pesi sociali, numero 23 del marzo 2006, di raccontare le aspre vicissitudini di quel

che divenne poi noto con il nome di Aphra Katz, profugo norvegese, illustre luminare delle osservazioni atomiche. Grande studioso di mutamenti genetici, esperto di nanotecnologie e precursori nanofasici, dispositivi mesoscopici, dottrine della manipolazione nucleare, assemblaggi di nanostrutture e fullereni aggregati. Nel 2014 (d. C.), dopo i chiodi storti malmessi nellintonaco corrotto, di umide pochezze, in un territorio schernito con politiche improbabili, chiodi dozzinali, materiale scadente svenduto tra gli scaffali e il becerume di una ferramenta marcata dai pi nefasti familismi amorali e nepotismi, tanto credi che nalmente scenda gi per sempre la saracinesca, a farla nita su quella bottega, cupola di famiglie di amici di amici, la speranza in un risorgimento non sar pi lultima a morire. Forse si torner a votare. In un giorno risaputo soltanto da chi greppia nelle caste. In cima al Castello Della Monica gruppi di persone si erano radunati per vedere il ritorno delle macchine; attraverso questo canale di povert e paralisi uiva il benessere, la forza delle industrie. Di tanto in tanto, dai gruppi di persone in attesa, si levava alto il grido di saluto degli oppressi, oppressi e contenti di esserlo (Joyce) . Paese iniquo quello dove il potere giunto a livelli di disinteresse e miserabilit danimo, che arriva a frantumare la cultura politica, nebulizzare il senso delletica civile, ammettendo e legittimando come locuzione gestuale, seppure condizionata da riessi ingestibili ereditati da una dubbia educazione, il rozzo portamento del dito medio esibito solitario nella mano chiusa a pugno di compagno e concluso da esponenti di rilievo in un panorama impresentabile di politici nominati ed eletti gi prima nelle segreterie di partito. Paese

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