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La Stampa 15 febbraio 1999

Non pi tempo di riscossa dei cattolici


Ma poi vero che, con le recenti discussioni intorno alla procreazione assistita, i diritti "soggettivi" dell'embrione e quelli delle coppie di fatto, l'opinione pubblica finalmente tornata a mobilitarsi sulle "grandi questioni", riaprendo la via a un serio dibattito politico? Di mobilitazione di massa, pro o contro l'embrione, non si visto granch. Anche la grande eco che ha avuto nei nostri giornali la manifestazione parigina di qualche settimana fa - 100 mila persone in piazza contro la legalizzazione delle unioni di fatto, non solo gay, e in difesa della famiglia - non sembra corrispondere all'impressione che ne hanno ricavato i francesi. Non solo lecito dubitare che i diritti dell'embrione, e soprattutto la "scomunica" civile delle coppie di fatto, siano capaci di mobilitare le masse a sostegno della tesi conservatrice. altrettanto dubbio che l'eterogenea maggioranza che ha bocciato la fecondazione eterologa, inducendo qualcuno a salutarla come un risveglio politico dei cattolici, rispecchi davvero l'orientamento prevalente dell'elettorato italiano, credenti compresi. Anche ai tempi delle leggi sul divorzio e sull'aborto i parlamentari cattolici (e assimilati) credevano di rappresentare gli autentici valori morali e la posizione del "cattolico" popolo italiano. Gli esiti referendari, in entrambi i casi, gli si rivolsero contro, dando a loro quella sveglia che oggi vorrebbero far suonare per i cattolici chiamandoli a una fantomatica riscossa. Anche sui temi attualmente in discussione, molto probabile che i cattolici siano assai pi svegli delle gerarchie che credono di guidarli e rappresentarli.

GIANNI VATTIMO

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