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La Stampa 27 ottobre 1999

Il Cristianesimo come liberazione

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E' forse troppo dire che il discorso rivolto l'altro ieri dal Papa agli anziani un'importante novit nel suo insegnamento. Anzi, per molti versi le parole del Pap a sulla vecchiaia e l'atteggiamento davanti alla morte sembrano semplicemente en unciare in parole ci che egli da alcuni anni ormai esprime con la sua stessa figu ra, con la sua sopportazione della malattia, insomma con il suo modo personale d i vivere la vecchiaia e la crescente debolezza. Dunque, da questo punto di vista , nulla di nuovo, anzi una specie di pi esplicita coincidenza tra quello che il P apa e quello che dice. Coincidenza che non sempre risulta evidente, se si tiene conto della intensa sim patia umana che Giovanni Paolo ispira ai molti che pure si sentono distanti da t anti dei suoi insegnamenti espliciti. Le masse di giovani e meno giovani che lo accolgono in tante parti del mondo ascoltano con assai poca attenzione le sue es ortazioni sull'etica sessuale e i suoi anatemi contro il consumismo; quelli di l oro che capiscono il senso del suo pervicace attaccamento all'idea metafisica di una natura umana eterna, che dovrebbe fondare la sola morale valida (e, per ese mpio, l'esclusione della donna dal sacerdozio) se ne sentono per lo pi, giustamen te, respinti. Eppure tutto ci non si risolve in un rifiuto o in una chiusura vers o di lui, proprio perch tutti lo sentono come pi profondamente vicino di quanto no n appaia dai suoi discorsi. Ebbene, e' rispetto a questa immagine di rigidit dogm atica e di moralismo talvolta ai limiti del disumano che il discorso agli anzian i esprime una novit. Invece di ricordarci divieti e punizioni, il Papa invita a n on aver paura della morte. Presenta il messaggio cristiano nella forma che gli p i originalmente propria: quella di una liberazione dall'angoscia. Dalla paura e dall'angoscia derivano probabilmente tutte le nostre colpe morali, a cominciare dall'egoismo, dall'avidit, dalla violenza contro gli altri, fino a quella hybris che, anche presso i vecchi, si esprime nell'indulgenza ai peccati della carne (Viagra docet). Se il cristianesimo si presentasse sempre soprattutt o in questa luce, chi potrebbe ancora sentirlo come un ostacolo alla propria lib ert, respingerlo come una "bugia dei preti"? Forse, se cominciassimo a non aver p i paura del buio, diventeremmo anche pi generosi e, alla fine, pi liberi. GIANNI VATTIMO

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