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Gianfranco Marinoni

Destino

(07/01/2011)

Qualcuno ha messo una panchina in questo bosco, cos lontano dalla citt. Mi ci sono seduto. Volevo stare un po' solo con me stesso, dopo tanti anni di solitudine con gli altri. Qualcuno deve aver avuto la stessa idea: sullo schienale inciso un cuore trapassato da una freccia e il nome Mario, nient'altro. Non c' nemmeno un sentiero che porta a questa panchina. Infatti non so come ci sono arrivato. Attrazione magnetica? Non ci credo. Memoria remota? Lo escludo, mai stato qui prima d'ora. Passaggio obbligato? No, nulla impediva di scegliere un'altra direzione. Allora il caso? S, a meno che non si creda nel destino. Paolo uno di quelli che ci crede. E' anche religioso. Pensa che il suo nome non un caso, ma un riferimento a San Paolo. Con Paolo ho avuto diverse discussioni sul libero arbitrio, ma non ha mai voluto accettare che il libero arbitrio esiste; in effetti basta non parlarne. La sorella di Paolo della mia opinione. Afferma che quando lavorava alla Standa molti commessi le chiedevano di uscire e lei ora sceglieva l'uno, ora l'altro. Alla fine scelse male e si trov a fare una vita infelice. Hai visto? mi disse Paolo, scegli, scegli, ma alla fine, se quello il tuo destino, non ci scappi. Gli eventi, gli risposi, non sono il frutto di una singola scelta, ma di una serie pi o meno lunga di coincidenze casuali. Prendi il marito di tua sorella, per esempio, se il giorno in cui le chiese di uscire non fosse andato all'appuntamento per una qualsiasi ragione imprevista e tua sorella fosse uscita con un altro uomo che l'avesse fatta felice, ora non sarebbe cos. Ma il destino non ha voluto, insistette Paolo. Senti, gli risposi, perch esista un destino per ognuno di noi, occorre che qualcuno, o qualcosa organizzi tutte le possibilit, tutte le concatenazioni possibili in modo tale da far accadere proprio quell'evento decisivo, nel tempo e nel luogo esatti. Certo che c' quel qualcuno, Dio, concluse tranquillamente Paolo. E Dio si occuperebbe di ogni istante della mia vita e di quella di tutti gli altri esseri viventi, perch anche i topi, i dinosauri e le amebe hanno un destino, o no? E' inutile parlare con te se non sei credente. Lo stesso posso dire io di te, perch sei credente. Pensa solo a questo semplice fatto che ognuno di noi d per scontato: andare all'edicola qui all'angolo a comprare il giornale. Nessuno dubita del buon risultato dell'operazione. Per pensa a quante combinazioni positive devono accadere affinch il risultato sia quello voluto. Puoi scivolare lungo le scale perch la donna delle pulizie ha appena lavato il pavimento, esci in strada e un tuo carissimo amico ti invita in un bar, vieni assaltato da un delinquente che ti ruba tutti i soldi, o vieni travolto da un'auto condotta da un anziano colpito da improvviso ictus cerebrale, arrivi all'edicola ed chiusa per ferie, o per lutto in famiglia, o perch stata semidistrutta da un incendio vandalico, o perch l'edicolante ha vinto la lotteria ed partito per i Caraibi, chiedi alla fine il tuo giornale, esaurito, o non uscito per sciopero dei tipografi, o dei corrieri, va bene, compri il giornale e torni a casa, ma sul portone un vaso di fiori ti cade in testa e vieni ricoverato in ospedale e il tuo giornale, rimasto sul marciapiede viene portato via dalla nettezza urbana. In genere torni a casa sano e salvo col tuo giornale, ma solo perch le infinite combinazioni di

eventi che intervengono in questo atto sono state positive per te. Pensi veramente che qualcuno stia li a fare in modo che tu torni a casa col tuo giornale, o, se non ti vuole tanto bene, a farti accadere qualche brutto imprevisto? S, Dio fa questo. Gli diedi un pugno in faccia. Mentre si asciugava il sangue che gli usciva da un taglio all'arcata sopraccigliare gli chiesi: era destino che ti colpissi? Possibile che Dio ti voglia male? Che Dio il tuo?

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