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1919: Levene scopre il ribosio (zucchero dell’RNA) e il desossiribosio (zucchero del DNA).
Agli inizi degli anni Quaranta era noto che i geni determinano i La prova decisiva fu fornita nel 1952
caratteri ereditari e che sono localizzati sui cromosomi ma non da Hershey e Chase che dimostrarono
se ne conosceva l’esatta natura chimica. Poiché si sapeva che i che i batteriofagi, per introdurre nel
cromosomi sono costituiti principalmente da DNA e proteine, il batterio ospite il loro materiale
depositario dell’informazione biologica doveva essere una di ereditario, iniettano una molecola di
queste due molecole. DNA
L’esperimento di Frederick Griffith (biologo inglese) fu uno dei primi esperimenti a suggerire che i batteri sono in grado di
trasferire informazioni genetiche attraverso un processo noto come trasformazione.
Usarono isotopi radioattivi diversi per marcare il DNA e le proteine del fago T2 (involucro proteico e DNA) .
Allevarono il fago e le cellule di Escherichia coli (batterio) in una soluzione di zolfo radioattivo e poi un altro gruppo di fagi in una
soluzione di fosforo radioattivo.
Fecero infettare dai due gruppi di virus due differenti gruppi di batteri e frullarono le due colture.
Centrifugarono i campioni ottenuti e misurarono la radioattività nel liquido sovrastante e nel precipitato. Il fago T2 inietta il
proprio DNA nella cellula ospite, lasciando all’esterno tutte le proteine.
Dimostrarono che
erano proprio le
molecole di DNA
iniettate a indurre
un’ulteriore
produzione virali.
Dunque tutte le
istruzioni
necessario per
produrre nuovi fagi
dovevano essere
contenute nel DNA.
WATSON E 1951
CRICK
Grazie
Grazie ad
ad altre
altre ricerche,
ricerche, tra
tra cui
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le fotografie
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del DNA
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di Rosalind
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grazie alla
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della cristallografia
cristallografia aa raggi
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costruirono
costruirono la la doppia
doppia elica
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de DNA.
DNA.
Vinsero
Vinsero ilil premio
premio Nobel
Nobel della
della Medicina.
Medicina.
REGOLAZIONE
Tutte le cellule, dalle più semplici alle più complesse, possiedono moltissimi geni, ma in nessuno caso
DELL’ESPRESSIONE GENICA
vengono tutti espressi contemporaneamente. Ogni cellula, infatti, svolge le sue attività in maniera coordinata,
traducendo in proteine solo i geni necessari a seconda delle circostanze.
L’efficienza e la semplicità di questo sistema di controllo dipendono anche dal fatto che nei procarioti, mancano il
nucleo, la trascrizione è strettamente accoppiata alla traduzione, per cui l’mRNA inizia essere tradotto dai ribosomi
prima ancora che ola sua sintesi sia terminata.
IL MODELLO
DELL’OPERONE
Il sistema più noto di regolazione genica nei procarioti è rappresentato dal modello dell’operone, individuato negli anni sessanta
da Jacob e Monod.
Un operone è un tratto del cromosoma batterico costituito da un promotore, un operatore e uno o più geni strutturali. Il
promotore è il sito di attacco dell’RNA polimerasi; l’operatore segue il promotore.
CONTROLLO
CONFORMAZIONALE:
La cromatina si presenta in
due forme: eucromatina
(poco condensata) e
eterocromatina (più
condensata).
L’eterocromatina non viene
trascritta perché è troppo
compatta mentre
l’eucromatina si poiché più
accessibile come stampo.
CONTROLLO DELLA
TRASCRIZIONE
Il controllo della trascrizione è legato a modifiche chimica a carico del DNA:
Questo processo coinvolge la metilazione (modificazione del gruppo metile del DNA) di alcuni
nucleotidi di citosina nelle sequenze geniche che non vengono trascritte
Gli introni vengono rimossi, così rimangono solo gli esoni. Questo
spiega come il genoma umano, pur avendo un basso numero di
geni codificanti, ha tanti geni (SPLICING ALTERNATIVO)
Il DNA di un singolo cromosoma è molto più grande del nucleo però quest’ultimo riesce a contenerlo grazie
al sistema di spiralizzazione: ripiegamento e avvolgimento di ciascun cromosoma.
LE BIOTECNOLOGIE
Insieme di tecniche di biologia molecolare e genetica molecolare (anche chiamate ingegneria genetica) sviluppatesi a partire
dagli anni 70 del XX secolo (1978) con cui manipolare organismi e il DNA per produrre sostanze utili in ambiente medico-
farmaceutico, alimentare, agricolo, ecc…
TECNICHE DI UTILIZZO
DNA RICOMBINANTE: Ottenuto artificialmente assemblando
diverse sequenze nucleotidiche per ottenere una nuova molecola
di DNA
MAPPE DI RESTRIZIONE
LIBRERIE GENOMICHE
CNOLOGIE DEL DNA RICOMBINA
Gli strumenti di un ingegnere genico sono:
Enzimi di restrizione: minuscole forbici che tagliano il DNA in punti specifici per ottenere breve tratti di DNA contenenti i geni
che si vogliono studiare
Enzima DNA ligasi: una colla molecolare che lega i frammenti di DNA
I vettori: plasmidi (anelli di DNA contenuti nei batteri capaci di passare da un batterio all’altro) e i virus capaci di entrare nelle
cellule e trasportare il DNA
DNA polimerasi: enzima che funziona come una fotocopiatrice perché consente di produrre molte copie di DNA ricombinante
ENZIMI DI RESTRIZIONE
Forbici speciali naturalmente prodotti dai batteri per proteggersi dall’intrusione di eventuali DNA esterni.
RESTRIZIONE= questi enzimi causano la limitazione (restrinction) delle possibilità di crescita dei virus e tagliano il DNA
virale distruggendolo
SCOPERTA:
Agiscono solo sul DNA esterno che viene fatto a pezzi tramite un sistema che
Per caso alcuni scienziati scoprirono per
ne restringe (ovvero ne limita) le capacità di infettare il batterio.
caso questi enzimi nei batteri (anni 60), li
Vengono formati frammenti di lunghezza variabile (frammenti di restrizione).
isolarono e iniziarono ad utilizzarli nelle
Ognuno di questi taglia il DNA in corrispondenza di sequenze specifiche dette
biotecnologie. Oggi ne sono noti più di 300.
siti di restrizione. Sono forbici molto precise e agiscono sempre su sequenze
Nel 1978 Smith, Arber e Nathans vinsero il
chiamate palindromi che si leggono ugualmente sia da destra che da sinistra
premio Nobel per la medicina.
in base alla direzione 5’3’ o 3’5’
SHOTGUN CLONING
Clonazione rapida, da mitragliatrice
Gli enzimi di restrizione più comuni sono le endonucleasi di tipo II che riconoscono certe sequenze palindromiche.
La maggior parte di questi enzimi opera effettuando un taglio sfalsato, alle estremità delle sequenze formando estremità adesive.
VIRUS
o Non sono in grado di riprodursi da soli;
o Sono parassiti obbligati endocellulari -> per riprodursi devono entrare in una cellula
o Sono entità formate da un solo acido nucleico racchiuso da un involucro (RNA o DNA).
STORIA
Nel 1892 il russo Ivanowski notò
che le foglie di tabacco si coloravano di
giallo , e frullandole e poi filtrandole
ottenne dalle foglie un liquido
giallognolo: il giallume delle foglie.
I virus sono quasi sempre letali a differenza dei batteri; vengono utilizzati come veicoli per
gli esperimenti di modificazione genetica, attaccano solo determinate cellule, che
riconoscone tramite dei reattori presenti sulla membrana cellulare.
• Epatite A/B/C
VIROIDI PRIONI
Agenti patogeni costituiti da Particelle di natura esclusivamente proteica (no
acido nucleico) responsabili di malattie che
piccole molecole circolari di RNA a colpiscono il sistema nervoso. Sono note forme
singolo filamento. Sono noti che colpiscono gli animali come l’encefalopatia
soltanto nelle piante, dove spongiforme bovina ma anche gli uomini come la
malattia di Jakob-Creutzfeldt caratterizzata da
provocano numerose malattie; demenza, scosse muscolari di tipo epilettico e
possono essere trasmessi da una degenerazione del sistema nervoso, fino alla
morte. Il cosiddetto morbo della mucca pazza è
pianta all’altra attraverso il contatto una variante della malattia di Jakob-Creutzfeldt
con lesioni infette oppure da una che può essere trasmessa all’uomo da mucche
generazione a quelle successive. affette da encefalopatia spongiforme bovina.
Non sono noti i meccanismi che permettono a viroidi e prioni di esercitare un effetto patogeno.
HIV E’ un virus emergente (sconosciuto) come l’ebola
Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) è l'agente responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).
È un retrovirus del genere lentivirus, caratterizzato dal dare origine a infezioni croniche, che
evolvono lentamente ma progressivamente e che, se non trattate, possono avere un esito
fatale.
Il virus presenta diverse modalità di trasmissione:
• sessuale;
• ematica;
• verticale (madre-figlio).
La più diffusa (85%) è quella sessuale seguita dal contatto
con sangue o emoderivati infetti.
LISOGENO
Entrambi i cicli cominciano con l'iniezione dell'acido nucleico virale nella cellula ospite. Questa fase rappresenta un bivio tra i
due possibili cicli.
CICLO LITICO> distruzione cellula ospite CICLO LISOGENO> NON distruzione cellula ospite
Nel ciclo litico il genoma virale prende il controllo della Nel ciclo lisogeno il genoma virale, invece, si integra nel DNA
cellula ospite inducendola a sintetizzare nuovo acido nucleico dell’ospite, prendendo il nome di provirus (nei batteriofagi
virale e proteine che, una volta assemblate con il genoma, profago) e causando a volte mutazioni negli eucarioti (es.
andranno a costituire nuovi virioni, i quali usciranno dalla forme tumorali, AIDS). Una volta che la cellula si duplica
cellula uccidendola (lisi) o verranno da essa secreti. viene trasmesso anche il DNA virale alle cellule figlie
formando così in un breve periodo una vasta colonia di
genomi virali senza che avvenga la lisi. Il profago può
rimanere integrato nel cromosoma batterico oppure può
fuoriuscirne, riprendendo il ciclo litico. Il passaggio dal ciclo
lisogenico a quello litico può essere spontaneo o indotto in
laboratorio da raggi X, UV o altri agenti mutogeni.
FASI:
Aggancio: si attacca alla cellula Maturazione
Spogliazione: il virus perde il rivestimento Liberazione del virus
Replicazione e costruzione di proteine virali
COMBATTERE I
VIRUS
La maggioranza delle infezioni da virus è incurabile. In alcuni casi si riesce a trattare la malattia che provocano anche se
non si riesce a sconfiggere il virus. Sono stati sviluppati alcuni farmaci per combattere efficacemente qualche virus anche
se al momento sono pochissimi e spesso risultano avere gravi effetti collaterali
Alcuni batteriofagi possono agire come vettori di geni, trasportando geni batterici da una
cellula a un’altra. Ci sono due tipi:
1. Trasduzione generalizzata: viene incorporato nel capside un frammento qualsiasi del
DNA dell’ospite
2. Trasduzione specializzata: viene trasferito un frammento di DNA batterico adiacente al
punto di inserimento del profago
CONIUGAZIONE
Processo in cui il DNA del plasmide è trasferito da un batterio donatore ad uno ricevente
attraverso un ponte citoplasmatico formato da pili coniugativi.
Un esempio è quello del plasmide F (plasmide della fertilità) del batterio Escherichia Coli.
Le cellule di E.coli prive del plasmide F sono dette cellule F-, mentre quelle che lo contengono
sono dette F+. Durante la coniugazione tra la cellula F+ (donatore) e una F- (ricevente), la cellula
F+ replica il proprio plasmide e ne trasferisce una copia alla cellula F- tramite un pilo coniugativo
così da diventare F+.
VETTORI
Quest’ultimo viene inserito in una molecola di DNA in grado di replicarsi
autonomamente (vettore di clonaggio) che solitamente è un plasmide
(vettore ricombinante o chimerico).
Vengono utilizzati i batteri perché sono facilmente coltivabili e si
riproducono velocemente (un ciclo produttivo dura circa 20 minuti). Altri
microorganismi utilizzati sono i lieviti.
TRASFORMAZIONE
Per inserire un vettore ricombinante in un batterio si ricorre alla
trasformazione batterica (acquisizione del materiale genetico presente
nell’ambiente extracellulare). Questa ha una efficienza bassa perciò viene
aiutata dai marcatori che verificano se il vettore è stato inserito: geni
reporter che determinano un particolare fenotipo facilmente riconoscibile
attraverso la resistenza ad un antibiotico o la colorazione delle colonie del
gene lacZ (enzima galattosidasi) o la luciferasi che catalizza una reazione di
bioluminescenza.
I PLASMIDI
In molti batteri, oltre alla molecola di DNA principale (detta a volte «cromosoma batterico»), sono presenti piccole molecole
circolari di DNA, chiamate plasmidi, contenenti pochi geni che determinano caratteristiche utili alla cellula, ma non
indispensabili per la sopravvivenza (per esempio la resistenza agli antibiotici). I plasmidi si replicano in modo autonomo.
Attualmente si conoscono diversi tipi di plasmidi come il plasmide R (resistenza ai farmaci), F (della fertilità).
1. Taglio del DNA esogeno e del DNA
di un plasmide con lo stesso enzima
nei siti di restrizione
2. Isolamento del gene che si vuole
produrre
3. Costruzione del DNA ricombinante
4. Le estremità del DNA del plasmide
tagliato e quello del gene di
interesse costituiscono le estremità
adesive
5. Chiusura anello con legami
covalenti tramite l’impiego della
DNA ligasi
6. Inserimento del DNA ricombinante
in una cellula batterica
7. Moltiplicazione dei batteri con
clonaggio del gene, cioè produzione
di numerose copie del gene.
VETTORI
I vettori di clonaggio sono diversi ma hanno tutti dimensioni inferiori al genoma della cellula
ospite e determinate caratteristiche:
• Un tratto contenente siti di taglio per molti enzimi di restrizione (sito di clonaggio)
• Un origine di replicazione
• Un genere reporter che funziona come marcatore che permette di riconoscere le cellule in
cui è stato inserito il DNA ricombinante
I plasmidi batterici sono i vettori di clonaggio più utilizzati ma, dato che la maggior parte de geni eucarioti ha dimensioni maggiori,
si ricorre ad altri vettori tra cui i cromosomi artificiali di lievito detti YAC che sono costruiti in laboratorio.
I BAC (batteri artificiali) sono grossi plasmidi, il vantaggio di usarli è che possono portare frammenti di DNA più grandi.
I fagi (virus) sono utilizzati per la loro alta capacità infettiva mentre un altro vettore è l’mRNA che permette di ottenere un singolo
filamento di cDNA (DNA complementare) mediante un enzima chiamato trascrittasi inversa, penetrato nella cellula
------------------------------------------------------------------------ infettata insieme all’acido nucleico de virus
TRASCRITTASI
Per isolare l’mRNA di una cellula a partire dalla miscela di tutto l’RNA, si sfrutta la loro caratteristica di avere una
INVERSA
sequenza all’estremità 3’ costituita da circa 200 residui di adenosina (coda poli-A)
La miscela degli RNA cellulari viene messa in contatto con una resina a cui sono attaccati deI corti oligonucleotidi
costituiti da timidine (poli-T)
RICOMBINANTI
Hanno determinato la bioindustria per la produzione di farmaci e altri prodotti utili
all’uomo.
La prima proteina ricombinante ottenuta usando i batteri risale al 1977 ed è stata la
somatostatina .Successivamente l’insulina e altre proteine.
Oggi circa il 50% dei nuovi farmaci e delle terapie per la cura di malattie sono ottenuti con le biotecnologie.
RERIA GENOMICA o GENOTEC
L’intera collezione di plasmidi ricombinanti, all’interno delle cellule batteriche, prende il nome di libreria genomica o libreria di
cDNA a seconda che i frammenti clonati siano derivati dal DNA genomico di un organismo o dal DNA complementare (cDNA)
La libreria genomica contiene frammenti derivati da tutto La libreria di cDNA contiene soltanto quelle regioni che sono
il genoma, gli stessi indipendentemente dal tessuto o trascritte in un RNA messaggero.
dalle cellule da cui è derivato il DNA genomico di Un’intera libreria di cDNA è utile per studiare i geni responsabili
partenza. delle funzioni specializzate di un particolare tipo di cellule (es.
Per individuare una libreria genomica viene usata una cervello, fegato ecc.). Essendo prive di introni, le molecole di cDNA
sonda nucleotidica marcata sono più corte e quindi più maneggevoli in laboratorio.
LE SONDE NUCLEOTIDICHE
A volte il compito più difficile nella clonazione genica è quello di trovare il giusto scaffale della libreria genomica (ovvero trovare i
cloni contenenti il gene desiderato). Perciò si usano sonde nucleotidiche
Utilizzato per la prima volta come tecnica di identificazione nel 1985 nelle indagini
forense. E’ una mappa genetica che consiste nel comparare frammenti di DNA
proveniente da diversi individui e confrontare i marcatori genetici che sono
sequenze di genoma più simili tra individui con legami di parentela che tra quelli
che non ne hanno.
ODO DELLA TERMINAZIONE A CA
Nel 1975 fu introdotta una nuova tecnica: il sequenziamento del DNA con terminatori (metodo di Sanger: biologo inglese a cui si
deve l’invenzione) che oggi è la più utilizzata.
Negli ultimi anni tuttavia si stanno sviluppando nuove metodiche definite sequenziamento ad elevato parallelismo, in grado di
produrre enormi quantità di sequenze di lunghezza inferiore del metodo Sanger ma ad un costo minore e soprattutto ad una
velocità superiore. Si stima che si possano ottenere fino a 20 milioni di basi per corsa.
ELETTROFORESI
L’elettroforesi su gel di agarosio o policrilammide è una tecnica che prevede l’impiego di una macchina che sfrutta energia
elettrica che prevede l’impiego di una sottile lastra di gel che serve a dividere le macromolecole.
Il 97% del nostro DNA non è codificante e comprende altre sequenze che
un tempo venivano definite spazzatura ma che oggi si ritengono con
importanti funzioni di regolazione che hanno un unico problema di tipo
etico:
Sequenze regolatrici> promotori, enhacer, introni
Sequenze ripetute> nelle zone dei centromeri e telomeri per la
conservazione dei cromosomi
Trasposoni> Geni mobili capaci di duplicarsi e spostarsi che costituiscono
fino al 50% del genoma umano. Forse sono coinvolti nell’insorgenza di
tumori
Pseudogeni> Antichi gene che hanno perso funzionalità in seguito a
mutazioni. Si ritiene che possano favorire la comparsa di nuovi geni o
riacquistare per mutazione la funzione perduta. Il numero è pari forse al
10% de DNA totale
POST-
GENOMICA
Il progetto Encode (Europa e Stati Uniti) studia il DNA oscuro del progetto genoma e la loro funzione (genomica funzionale).
Per conoscere le funzioni si può ricorrere a diversi metodi:
ANALISI BIOINFORMATICHE: ricerca di geni con sequenza simile
KO GENICO: knock-out genico, silenziamento/spegnimento del gene.
La funzione di un particolare gene viene annullata sostituendo la
sequenza nucleotidica attiva con una modificata attraverso:
• la ricombinazione omologa: i filamenti di DNA caratterizzati da
sequenze omologhe, simili si appaiono e scambiano pezzi di DNA
• Oligonucleotidi antisenso: brevi frammenti di DNA o RNA
sintetizzati in laboratorio con sequenze complementari al gene
codificante (senso)o dell’mRNA del gene de spegnere.
• iRNA: tecnica post-trascrizionale-> meccanismo epigenetico
mediante il quale alcuni frammenti di RNA sono in grado di
interferire sull’espressione genica e spegnerla. L’iRNA può essere
frammentato in siRNA (short interfering) che impedisce la
traduzione ed è una tecnica molto efficace nella terapia di alcune
patologie.
• microRNA: piccole molecole di 20-22 nucleotidi di RNA non
codificante, a singolo filamento. Sono utilizzati nella terapia di
molte patologie.
TERAPIA
Consiste nel trasferimento di uno o più geni sani in una cellula malata, al fine di curare una patologia causata dall’assenza o dal
GENICA
difetto di uno o più geni (mutati). La sostituzione si fa sfruttando come vettore un virus reso inattivo, svuotato del suo corredo
genetico e riempito con il gene sano prelevato da cellula dello stesso tipo di quelle che hanno gene difettoso.
OGM
L’inserimento di geni nuovi ed estranei nelle piante o animali (mutazione del proprio patrimonio genetico) ha lo scopo di
produrre organismi modificati (transgenici se il gene introdotto proviene da specie diverse) con caratteristiche utili all’uomo.
PIANTE OGM
Bisogna manipolare il DNA di una ANIMALI OGM
singola cellula somatica. Il vettore più Le cellule uovo vengono prelevate da
utilizzato è il plasmide Ti una femmina e fecondate in vitro. Nel
(Agrobacterium tumefaciens) nucleo si inietta un gene già clonato.
Una pecora transgenica potrebbe
produrre lana di qualità migliore o
latte con proteine utili a curare
patologie.
• 1982> Si inserì nel genoma di un
topo il gene dell’ormone della
crescita per la cura del nanismo.
Gli OGM servono a produrre sostanze utili
all’uomo come l’anticoagulante (antitrombina
umana) secreta nel latte, l’insulina, organi
animali per il trapianto (es. valvola bovina)
CLONAZIONE
La clonazione in biologia è la riproduzione agamica, naturale o artificiale, di individui o cellule con identici patrimonio genetico.
Esempi di processi clonogenici naturali sono la scissione binaria dei batteri o la mitosi nelle cellule eucariotiche.
Il primo mammifero clonato è stata la pecora Dolly creata in Scozia nel 1997 da Ian Wilmut e vissuta per sette anni, durante i
quali diede alla luce diversi cuccioli. Ora è conservata in un museo a Edimburgo.
CELLULE STAMINALI
Le cellule staminali sono i “fornitori” di tutte le nuove cellule.
Quando una cellula staminale si divide, può creare altre cellule
staminali oppure cellule di altri tipi. Ad esempio, le cellule
staminali della pelle possono creare altre cellule staminali della
pelle o possono originare cellule più differenziate, con compiti
specifici come produrre il pigmento della melanina. Le cellule
staminali che che producono il sangue sono dette
ematopoietiche.
Quando ci ammaliamo o ci facciamo
male, anche le nostre cellule possono
venire danneggiate o morire. Quando ciò
accade, le cellule staminali si attivano,
riparando i nostri tessuti lesionati e
rimpiazzando le cellule che
costantemente muoiono. In questo modo
le cellule staminali ci mantengono sani e
evitano l’invecchiamento precoce.
Inoltre, esistono altre cellule staminali che sono presenti dai primi stadi dello sviluppo, e queste vengono chiamate cellule
staminali embrionali. Molti scienziati sono interessati alle cellule staminali embrionali perché il loro ruolo fisiologico e’ di costruire
tutti gli organi e i tessuti del nostro corpo e hanno una maggiore capacità naturale di riparare tessuti malati o danneggiati.
IPS Cellule staminali pluripotenti indotte
Medici e scienziati sono molto interessati ad un nuovo tipo di cellule staminali, chiamate cellule IPS. Infatti le cellule IPS
hanno quasi le stesse caratteristiche delle cellule staminali embrionali, ma non vengono ricavate da embrioni. Di
conseguenza, le cellule IPS non comportano dilemmi di natura etica.
Inoltre queste cellule vengono ricavate a partire dalle cellule del paziente stesso, e perciò non comportano problemi di
rigetto, cosa molto importante in tutti di casi di trapianti.
Gli scienziati hanno pensato di utilizzarle per curare
malattie. Per esempio, se il paziente ha un infarto si
vorrebbero trapiantare cellule staminali per riparare il
tessuto cardiaco danneggiato. Sarebbe però
necessario il trapianto di un milione di cellule
staminali .
Ci sono ancora degli aspetti da risolvere prima che le
terapie con le cellule staminali diventino una pratica
comune, in particolare riguardo la loro sicurezza:
infatti le cellule staminali potrebbero potenzialmente
generare tumori, o innescare reazioni immunitarie.
Al momento ci sono solo pochi tipi di trapianti di
cellule staminali che sono stati dimostrati sia efficaci
che totalmente sicuri. Il miglior esempio è il trapianto
di midollo osseo.