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FRANE

Scorrimenti

Prof. E. Rotigliano – Corso di Geomorfologia applicata e Rischio idrogeologico


FRANE

Varnes, D. J. (1978): Slope movement: type and processes. In Landslide analysis and
control (Ed. E. B. Eckel). Transp.Res.Board, Spec. Rep., 29, pp. 20-47.

“a more or less rotational movement, about an axis that is parallel to the slope
contours, involving shear displacement (sliding) along a concavely upward-curving
failure surface, which is visible or may reasonably be inferred”.

……..a small degree of internal deformation of the displaced material, which


distinguishes it from flow-like mass movements types…...

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Frane di versante (scorrimenti):
Sebbene molti tipi di movimenti di massa siano inclusi nel termine generale
«landslide», l'uso più restrittivo del termine si riferisce solo ai movimenti di massa,
dove esiste una zona di debolezza distinta che separa il materiale di scorrimento da
materiale sottostante più stabile. I due principali tipi di scorrimenti sono rotazionali
e le traslativi.
Avvengono con una fase di trasporto che vede la massa deformata muoversi in
modo coerente. La deformazione è limitata a lievi fratture soprattutto in
scorrimenti rotazionali.
Una differenza caratterizzante tra le due tipologie è la velocità di movimento,
magnitudo. Fissato uno stesso volume l’energia del fenomeno è legata solo alla
velocità di movimento che maggiore in scorrimenti traslativi. Lo scorrimento
rotazionale ha una superfice di rottura che rallenta la velocità di deformazione.
Questo è un fattore importante per determinare una differenza di rischio tra le due
tipologie.
In termini di tempi di ritorno, ancora una volta, la superfice di rottura genera delle
differenze. È più probabile che uno scorrimento traslativo esaurisca la sua energia
potenziale morfodinamica in un solo evento, soprattutto all’aumentare della
pendenza della discontinuità. Invece, in scorrimenti rotazionali è più probabile
avere una riattivazione perché non si esaurisce l’energia potenziale
morfodinamica in un solo evento, questo comportamento è detto diacronico
(l’evento si esaurisce in diversi eventi cumulati).
Scorrimenti rotazionali
Lo scorrimento rotazionale è una deformazione di un versante su una
superfice concava con concavità rivolta verso l’alto di un volume di
roccia-terra-detrito che subisce una roto-traslazione verso valle,
attorno a un asse parallelo alla superficie del terreno e trasversale
attraverso lo scorrimento, perché il taglio è su superfice circolare. La
superfice di rottura è circolare perché è una superfice di
neoformazione, quindi è necessario richiamare sforzi notevoli per
portare a rottura il materiale. Questo si ottiene approfondendo la
superfice di rottura il più possibile per aumentare la forza peso, ma
non si può generare una superfice di rottura verticale perché il
movimento deve essere cinematicamente possibile. Quindi bisogna
trovare un compromesso ed è quello che una volta scesi in profondità
bisogna curvare la superfice di rottura per incontrare la superfice
topografica. Per questi motivi nasce la superfice circolare. Da ciò
scaturiscono tutte le morfologie degli scorrimenti rotazionali che
verranno descritte.
Fattori predisponenti:
- Incremento delle pressioni neutre che fa diminuire la pressione efficace (forza
normale) e di conseguenza diminuisce la forza d’attrito
- Variazione dell’altezza della falda fa aumentare le pressioni neutre
- Aumento della forza peso aggiungendo carico alla testata
- Scalzamento al piede

Possiamo distinguere due tipi di spinte:


- ZD: spinta attiva a monte che favorisce il movimento;
- ZS: spinta passiva al piede che si oppone al movimento. Questa può venire a
mancare in presenza di uno scalzamento al piede.
Morfologia del versante
1) Se il versante è poco inclinato la
superfice di rottura non può
raggiungere la superfice topografica
perché la spinta passiva sarebbe più
elevata rispetto a quella attiva.

2) Le frane di scorrimento rotazionale avvengono su versanti più inclinati rispetto a


quelle di tipo traslativo. Inoltre, richiedono un elevato rapporto H/L in modo da
avere una maggiore spinta attiva rispetto a quella passiva.

1)

2)
Elementi morfologici:
1. Corona, può presentare fratture periferiche di trazione che possono
rappresentare fratture di scarpata di futuri eventi franosi. In roccia si presenta
come una frattura che segue fratture preesistenti; in detrito/ terra si presenta
come frattura arcuata e concava verso l’alto.
2. Scarpata principale, molto acclive, alta, denudata e concava verso la superfice di
rottura. Può presentare indicatori cinematici come strie e solchi dalla corona alla
testa del corpo di frana.
3. Testata principale, porzione del corpo di frana ribassata. Si può presentare
orizzontale o in contropendenza con fratture trasversali dalle quali possono
nascere scarpate secondarie.
4. Scarpata secondaria
5. Corpo principale
6. a)Unghia di rottura, sezione ristretta sulla quale deve passare il materiale della
sezione a monte; b)Fratture di sforzo trasversali, si formano a causa della scarsa
deformazione interna del materiale che interagisce con l’unghia di rottura.
7. Piede, porzione del corpo di frana che oltrepassa l’unghia di rottura . SI possono
generare fratture longitudinali (cercini) dovute ala decompressione del corpo di
frana dopo che è stato compresso per superare l’unghia di rottura e prchè non è
più limitato lateralmente dalle scarpate laterali. Se queste fratture sono
abbastanza ampie isolano porzioni del piede di frana dette dita di frana.
8. Scarpate laterali, altezza che diminuisce verso l’unghia.
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6a
- Maggiore è il livello di saturazione del corpo di frana,
tanto maggiore sarà la sua porzione che scavalcherà
l’unghia della superfice di rottura, con comportamento
plastico duttile.
- Le scarpate principali, secondarie e laterali avranno
superfici circolari come la superfice di rottura.
- Le fratture presenti nel corpo di frana faciliteranno
l’infiltrazione che può portare a saturare il deposito
generando dei flussi. Si avranno quindi delle frane
composite di tipo scorrimento-colamento che sono le più
diffuse in terreni critici.
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Meccanismi di rottura:
Si possono distinguere in base alla posizione d’uscita nel versante:
1. Rottura di versante, spessore limitato la componente tangenziale della forza peso non è
mai contraria al movimento (non è presente una spinta passiva). Sforzi di taglio limitati.
2. Rottura d’unghia, la superfice di rottura raggiunge l’unghia. È presente una spinta passiva
che si oppone al movimento.
3. Rottura basale, presenta elevati volumi e un elevata spinta passiva. La superfice di rottura
più a valle presenta una contro-pendenza.
Si possono distinguere in singoli e multipli. Gli scorrimenti rotazionali multipli sono generati da
stessi eventi che si susseguono sullo stesso versante nello stesso evento o da eventi differenti
che coinvolgono i movimenti rotazionali preesistenti.
1. Singolo (single): fenomeno che consiste in un singolo
movimento del materiale spostato, spesso costituito Stile di attività
da un unico blocco relativamente intatto.
2. Complesso (complex): fenomeno caratterizzato dalla
combinazione di due o più tipi di movimento; il
termine è limitato ai casi in cui i diversi tipi di
movimento sono in sequenza temporale.
3. Composito (composite): fenomeno in cui due o più
meccanismi di movimento avvengono in parti diverse
della massa spostata, talvolta simultaneamente. Zone
SINGOLO
diverse della massa spostata possono presentare COMPLESSO

sequenze di movimento diverse; si considera per


convenzione come primo movimento quello a quota
topograficamente più elevata
4. Successivo (successive): molteplice ripetizione dello
stesso tipo di movimento in cui le diverse masse
spostate non condividono la superficie di rottura; COMPOSITO
SUCCESSIVO
fenomeno dato da un insieme di movimenti identici
ma individuali.
5. Multiplo (multiple): molteplice ripetizione dello
stesso tipo di movimento, che causa un ampliamento
della superficie di rottura; la nuova massa spostata è
in contatto con la massa spostata precedentemente e
spesso condivide con essa la superficie di rottura. MULTIPLO
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1. Costante (moving): frana in cui il Distribuzione di attività
materiale spostato continua a
muoversi ma in cui la superficie di
rottura non mostra variazioni COSTANTE

apprezzabili.
2. Retrogressiva (retrogressing): se la
superficie di rottura si estende in senso
RETROGRESSIVO
opposto a quello del movimento del
materiale spostato; comporta
l'arretramento della scarpata
principale.
3. Avanzante (advancing): se la superficie
di rottura si estende nella direzione del
AVANZANTE
movimento. Si realizza o attraverso la
formazione di superfici di scorrimento
multiple (cioè formatesi
contemporaneamente) o successive
(cioè formatesi in tempi diversi) o per
semplice avanzamento del piede.
4. In allargamento (widening): se la IN
ALLARGAMENTO
superficie di rottura si estende su uno
o entrambi i margini laterali.
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Distribuzione di attività
5. In diminuzione (diminishing): se il IN DIMINUZIONE

materiale coinvolto in una frana


attiva diminuisce di volume nel
tempo, indipendentemente dalle
cause che comportano tale
diminuzione.
6. Multi-direzionale (enlarging): se la
MULTIDIREZIONALE
superficie di rottura si estende in
due o più direzioni; in tal modo
viene continuamente aggiunto
materiale al volume del materiale
spostato.
7. Confinato (confined): movimento in
cui è presente una scarpata ma in
cui non è visibile la superficie di
CONFINATO
scorrimento al piede della massa
spostata, probabilmente dovuti alla
compressione ed al rigonfiamento
del materiale al piede.

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Attive:
Stato di attività
1. Attiva (active): frana attualmente in movimento. Il termine attivo potrà essere utilizzato
qualora sia alta la frequenza temporale dei singoli fenomeni su tutta l’area.
2. Riattivata (reactivated): una frana che è di nuovo attiva dopo essere stata inattiva; le frane
senza una discernibile storia di precedenti movimenti potranno più semplicemente
essere descritte come "attive".
3. Sospesa (suspended): se si è mossa entro l’ultimo ciclo stagionale ma non è attiva
attualmente.

4. Inattive: Se l’ultima fase di attività risale a prima dell’ultimo ciclo stagionale, la frana,
secondo gli autori citati, è da definirsi "inattiva" (inactive). Le frane inattive sono suddivise
ulteriormente nelle seguenti sottoclassi:
a) Quiescente (dormant): se si ritiene possibile una sua riattivazione;
b) Naturalmente stabilizzata (abandoned): se non si ritiene possibile una sua
riattivazione;
c) Artificialmente stabilizzata (stabilized): se non si ritiene possibile una sua
riattivazione in quanto protetta dalle sue cause originarie, o da altre, con misure di
stabilizzazione;
d) Relitta (relict): frana originatasi in condizioni geomorfologiche o climatiche
considerevolmente diverse dalle attuali, di cui si ritiene impossibile una sua
riattivazione per opera di quelle o di altre cause.
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Stato di attività
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Elementi diagnostici: di frane potenziali (cause preparatorie)
- Versanti acclivi, aree scalzate da erosione fluviale o marina
- Innalzamento della superfice piezometrica o variazione del regime
idrologico
- Argille consolidate
- Alternanza di rocce permeabili su impermeabili e la presenza di
uno strato debole generano fenomeni multipli.
- Retrocessione a monte del fenomeno

Elementi diagnostici: di frane relitte


- Terreno accidentato
- Area di piede riconoscibile perché rialzata rispetto all’intorno
- Zona di corona con elementi retro-ruotati o superfici orizzontali
- Cavità riempite da detrito dilavato
- Tutte le irregolarità sono smussate, ma la superfice di taglio può
rimanere sepolta.
- Le fratture periferiche possono conservarsi alla testa
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Misure
1) Si generano al PC delle ipotetiche superfici di rottura per le quali verranno calcolati i centri
di rotazione variando la curvatura della superfice. Per ogni calcolo, avremo un coefficiente
di sicurezza e trovando quello peggiore potremmo dire se e quanto il versante è a rischio.

2) Simulando anche un versante con tre superfici di rottura circolari, ma con lo stesso punto
di uscita al piede, otterremmo volumi e inclinazioni differenti per simulare tre possibili
meccanismi di rottura d’unghia.

1)

2)
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Si possono disporre stazioni GPS
su un corpo di frana per
monitorare gli spostamenti
verticali, indicanti in figura con dei
numeri (positivi per sollevamento
e negativi per abbassamento), e
orizzontali, indicati con dei vettori
che indicano sia lo spostamento
che l’inclinazione. Gli spostamenti
orizzontali sono maggiori lungo
l’asse centrale.

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Misure del corpo di frana:


- Misure in pianta
- Misura di scarpata
- Lunghezza del versante
- Altezza del versante

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Scorrimenti traslativi
Scorrimento traslativo. La massa della frana si sposta su una superficie
approssimativamente planare con minime o nulle rotazioni e inversioni di pendenza. La
superfice di rottura è preesistente e il blocco è svincolato lateralmente.
Fattori preparatori:
- Discontinuità già presenti come nei ribaltamenti e crolli.
- Discontinuità a franapoggio -.
- Il piano basale deve uscire fuori dalla superfice topografica.
- Sbancamento, formazione di una scarpata alla base del versante.
Può essere generata per la costruzione di una strada.
- Incisione al piede da parte di un corso d’acqua o dal mare
- Innalzamento della falda che crea carico idraulico
- Terremoti di media magnitudo
Dinamica: Il movimento può avere velocità differenti che determina i
fatto che il blocco rimane intatto o no. Al termine del suo movimento
il corpo si frantuma a cause di discontinuità secondarie. A velocità
maggiori, quindi a pendenze più elevate, considerando che il
movimento si propaga con una certa continuità, a causa degli urti che
avvengono a causa degli attriti dovuti a micro e macro scabrezze
durante lo scorrimento, il blocco si può frammentare in unità minori
ancor prima di aver terminato il suo movimento in scorrimenti
planari. Si generano falde di detrito che possono cementarsi, anche
se la cementificazione non sarà molto elevata. Questa falda può
continuare a scorrere se non ha ancora raggiunto il piede del versante
e generare un movimento che sarà uno scorrimento di detrito (debris
slide). Se la superfice è più inclinata il movimento sarà a valanga di
detrito (debris avalanche). L’evoluzione che può scaturire in un
fenomeno franoso modifica il rischio perché cambiano le energie del
fenomeno.
Dai meccanismi di dinamica si possono distinguere due tipologie di
scorrimenti traslativi
Morfologia del versante:
- Varie superfici a franapoggio meno che partono dallo stesso
punto di testata. L’attivazione della frana è più probabile in
quelle più inclinate e più profonde. Se si alza il piede e si riduce
l’inclinazione nessuna superfice sarà contemplata.
- Se si abbassa la testata, resta solo la superfice più inclinata come
superfice attivabile.
1) Non rotazionali, il corpo si può suddividere in parti (di
grandi dimensioni), ma si muove come se fosse un
unico corpo. Si mobilita su bassa pendenza e velocità
di rottura.
Si possono ulteriormente suddividere in base al
materiale in:
a)Block slide, avviene in roccia. Innesco a partire da
uno scorrimento rotazionale al piede del versante
lungo la superfice di rottura il blocco si deforma,
formando a monte una zona di collasso. Si formano
morfologie di tipo «grabben». Gli alti e bassi
dipendono dalla velocità. Coprono grandi aree
soprattutto per sprofondamento. La scarpata è
rettilinea a cause delle superfici preesistenti che
fanno da binario.
b)Slab slide, avviene in detrito/terra. Corona rettilinea.
Fratture per trazione che creano la scarpata
secondaria. Sul piano di rottura avremo strie e solchi.
Lo si frammenta in grandi porzioni mantenendo
comunque una sua unitarietà.
2) Planari, il corpo di scorrimento trasla frammentandosi in
micro-parti. Si possono suddividere in base al materiale
coinvolto in:
a) Rock slide, avviene in roccia. Alta inclinazione che causa la
frammentazione e elevata velocità di rottura. Siamo al
limite del fenomeno di valanga di detrito (rock avalanche).
Tutto il corpo di frana raggiunge il piede abbandonando la
superfice di scorrimento. La frammentazione può essere
molto spinta fino a formare conoidi di detrito (Vajont,
1963).
b) Debris slide, avviene in detrito, quindi materiale incoerente
(di granulometria superiore alle sabbie). Alta inclinazione
che causa la frammentazione e elevata velocità di rottura.
Coinvolge la copertura colluviale o il regolite stesso, poiché
la superfice di scorrimento coincide con la separazione
delle formazioni. Il corpo di frana sarà a valle, con pochi
frammenti rimasti in superfice di scorrimento. Sono frane
superficiali a sezione rettangolare (mentre i colamenti sono
lobati). Quando arriva al piede si parlerà di debris flow. Si
formerà una conoide di deiezione al termine del flusso non
appena non è più confinato lateralmente.
c) Mud slide, avviene in materiale di terra con elevata libertà
di movimento a causa della resistenza al taglio che è nulla.
Possono avvenire in presenza sia di bassa inclinazione che
alta e da ciò dipenderà la velocità di movimento.
Avvengono in presenza di una superfice liquefatta
all’interfaccia con la superfice di rottura inclinata.
Elementi morfologici:
1. Corona: lineare
2. Scarpata principale: quasi verticale per poi inclinarsi in
non rotazionali. A gradini in base ai piani di stratificazione
in planari.
3. Fianchi: scarpate basse e anche divergenti o parallele in
non rotazionali, non individuabile in planari.
4. Testata: materiale indisturbato in non rotazionali; molto
frammentata in planari.
5. Corpo di frana: unico o pochi frammenti, indisturbato
tranne per fratture in non rotazionali; smembrato e
disarticolato in base alla velocità in planari.
6. Unghia del piede: flussi in non rotazionali; accumulo di
materiale in planari.
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SLIDE (TRANSLATIONAL)
BLOCK SLIDE

A translational slide is a non-circular failure surface which involves


translational motion on a near-planar slip surface.
The movement is largely controlled by surfaces of weakness within the
structure of the slope-forming material: joint sufaces, bedding planes, faults, thrusts and
deposits, which display variations in shear strength, as well as shear surfaces generated
through the soil by the failure.

BLOCK- and SLAB-SLIDE


(LOW SLOPE ANGLE AND VELOCITY)

ROCK- and DEBRIS-SLIDE


(HIGH SLOPE ANGLE AND VELOCITY)

MUD-SLIDE
(LOW AND HIGH BOTH SLOPE ANGLE
AND VELOCITY)

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SLIDE (TRANSLATIONAL)
BLOCK SLIDE

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BLOCK SLIDE

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SLIDE (TRANSLATIONAL)
BLOCK SLIDE

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BLOCK SLIDE

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BLOCK SLIDE

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SLIDE (TRANSLATIONAL)
SLAB SLIDE

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SLAB SLIDE

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SLIDE (TRANSLATIONAL)
ROCK SLIDE

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ROCK SLIDE

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ROCK SLIDE

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DEBRIS SLIDE

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DEBRIS SLIDE

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MUD SLIDE

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