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Roma: I primi secoli di

Repubblica Romana
ANNA PERGOLA
II A LINGUISTICO
• Il passaggio dalla Roma monarchica alla
Repubblica fu dovuta alla ribellione dei re
La etruschi all’epoca dei Tarquini.

Cacciata Secondo la tradizione la cacciata dei re


etruschi e il passaggio alla repubblica sono
dei stati determinati dall’atto di Sesto Tarquinio,
figlio di Tarquinio il Superbo, nei confronti di
Tarquini Lucrezia, moglie di Tarquinio Collantino.
La leggenda racconta che Lucrezia fu violentata e ricattata da
Sesto Tarquinio, il quale gli disse che se lei non avesse ceduto,
l’avrebbe uccisa mettendo accanto al suo cadavere quello di
uno schiavo nudo, in modo che tutti pensassero ad un
vergognoso adulterio. L’insulto fu intollerabile, Lucrezia
raccontò al padre e al marito l’accaduto e subito dopo, estratto
dalle vesti un coltello, si suicidò

Allora l’amico Lucio Giunio Bruto, che aveva assistito alla


scena, giurò solennemente con Collantino che Roma non
sarebbe mai più stata governata da un re.
I re furono cacciati e il comando fu assegnato agli stessi Collantino e Bruto, che assunsero
il titolo di «consoli». Gli storici romani datavano questo evento al 509 a.C.: allora, dunque,
sarebbe nata la cosiddetta «repubblica» romana (da res publica, ossia cosa pubblica)
Da un punto di vista strettamente storico, per lungo tempo molti studiosi hanno
pensato che il passaggio dalla monarchia alla repubblica non fosse avvenuto
all’improvviso, ma tuttavia molti indizi ci fanno pensare il contrario.

Secondo le fonti, per esempio, nei primissimi anni di vita della repubblica alcuni
personaggi tentarono di restaurare la monarchia: cosa che non sarebbe avvenuta se essa si
fosse estinta in modo naturale. Perciò se non esattamente nel 509 a.C., certamente tra VI e
V secolo a.C. la magistratura unica e vitalizia del re dovette essere sostituita da quella
collegiale e annuale dei «consoli».
Il potere, in ogni caso, si concentrò nelle mani dell’aristocrazia delle genti di stirpe latina,
ossia dei patrizi; i nobili detenevano, di fatto, il potere sul resto della cittadinanza, mentre
al popolo erano riservate ben poche facoltà di azione politica. La storia della prima
repubblica romana, fu, dunque, anche quella del conflitto tra patrizi e plebei e
dell’equilibrio che si dovette sempre cercare tra loro.
Il Consolato

•Nell’antica Roma i consoli (consules, "coloro che decidono insieme") erano i due magistrati che,


eletti ogni anno, esercitavano collegialmente il supremo potere civile e militare ed erano quindi dotati
di potestas e imperium. La magistratura del consolato era la più importante tra le magistrature
maggiori della Repubblica romana (immediatamente al di sotto della dittatura, che era però
magistratura solo straordinaria).

•Si può dire che i consoli erano re provvisori, con l’unico limite posto dalla presenza del collega e
della scadenza.
•Molto spesso i due consoli di dividevano i compiti, cosicché uno comandava l’esercito e l’altro
amministrava la giustizia; oppure, in guerra, ognuno comandava una parte dell’esercito
Il V secolo

I problemi che la repubblica romana alla sua nascita dovette affrontare furono principalmente tre:

 Gli Etruschi
 i problemi esterni: i Latini e i popoli appenninici
 I problemi interni: il conflitto tra patrizi e plebeii
 I Tarquini cacciati da Roma assediarono nuovamente la città e la presero d’assedio con l’aiuto del re di
Chiusi, Porsenna; furono però costretti a ritirarsi in seguito alla coraggiosa resistenza della popolazione
e alle gloriose gesta di personaggi come Orazio Coclite, Muzio Scevola e Clelia, che sarebbero
diventati i veri eroi della nascente repubblica. Nella realtà, però, è probabile che Porsenna sia riuscito
davvero a imporsi sui Romani, ma questo nuovo dominio etrusco dovette durare ben pochi anni: infatti,
dopo essere stato sconfitto nel 504 a.C. ad Ariccia da Aristodemo, tiranno greco di Cuma, Porsenna fu
costretto ad abbandonare la regione, che fu liberata in modo definitivo dalla presenza etrusca.

 Contenuto il pericolo etrusco, i romani si trovarono esposti alle minacce delle città latine, si
verificarono violenti scontri che culminarono nel 496 a.C. con la sanguinosa battaglia del lago Regillo.
Secondo la leggenda, i Romani vinsero grazie al
miracoloso intervento di Castore e Polluce, i
«Dioscuri» (figli di Zeus), ma le conseguenze della
battaglia fanno supporre che, in realtà, essa abbia
avuto un esito piuttosto incerto: pochi anni dopo lo
scontro, infatti, tra Roma e le città latine fu stipulato
un patto di alleanza su un piano di sostanziale parità,
che segnò la nascita della cosiddetta «Lega Latina».
Questo patto stabiliva, per esempio, che l’esercito
comune sarebbe stato comandato, ad anni alterni, da
un generale romano e da uno latino.
 Lo stato di allerta provocato dalla minaccia di invasioni straniere non
riuscì, peraltro, a compattare la società romana e a sanare i conflitti fra i
due strati sociali della popolazione, che anzi si andarono acuendo.

La plebe comprendeva sia artigiani e mercanti, che ormai mal tolleravano


l’esclusione dalla vita politica, sia cittadini di più modeste condizioni, che
però desideravano ottenere migliori condizioni di vita; i patrizi, invece,
continuavano a controllare le principali magistrature, rivestivano le più
importanti cariche sacerdotali ed erano decisi a conservare questi privilegi
acquisiti con la nascita.
Subito dopo la pace con le città latine, i patrizi promulgarono una legge
Che riservava solo a loro il consolato, così come altre magistrature minori.
Il malcontento dei plebei non poté che crescere: la plebe chiedeva la
Promulgazione di un codice di leggi scritte, l’ammissione alle magistrature
Importanti, l’abolizione della schiavitù per debiti, l’abolizione del divieto
Di matrimonio tra patrizi e plebei e infine la redistribuzione dell’
Ager publicus
Le istituzioni romane
Dopo la codifica delle Leggi delle XII Tavole, accanto al consolato vennero man mano a definirsi altre
magistrature, probabilmente anche su pressione della parte più agiata della plebe, che promuoveva la
creazione di organi di governo differenziati. Caratteristiche condivise da tutte le nuove magistrature
erano la temporaneità della carica, l’elettività, la collegialità e la gratuità: nessun incarico era retribuito
e la loro attribuzione era considerata solo un fatto di prestigio. Le magistrature di nuova creazione – in
ordine crescente di importanza - erano:
 la questura
 L’edilità  Questura
 La pretura
 La censura  L’edilità

 La pretura

 La censura
I questori
 Qual era il loro compito?

Amministravano il denaro pubblico, incassavano i tributi,


pagavano gli stipendi ai soldati e ai dipendenti dello Stato.

 Quanti questori erano inizialmente?

Inizialmente erano due, ma aumentarono fino ad arrivare a 40 alla fine della


repubblica: ciò fu determinato dall’accrescersi del territorio e dalla necessità di
approntare un’amministrazione finanziaria adeguata alle nuove conquiste.
Gli edili
 Quale compito svolgevano?

Sovraintendevano ai mercati e all’approvvigionamento della città, si


occupavano degli spettacoli, della manutenzione delle strade e degli edifici e
dell’ordine pubblico.

 Inizialmente gli edili plebei e quelli patrizi com’erano?

Inizialmente gli edili plebei erano distinti da quelli patrizi, detti «curùli», ma in seguito la
carica fu unificata
I pretori
 In che cosa consisteva la loro attività?
Consisteva nella formulazione di regole giuridiche nuove, che adeguassero
il diritto ai cambiamenti della società senza abrogare le vecchie norme.

* Accanto al pretore che amministrava la giustizia a Roma, fu instituito – ma soltanto


nel 242 a.C. – quello incaricato di esercitarla fuori Roma; il numero dei pretori andò
quindi aumentando in parallelo all’espansione dello Stato romano.
I censori
 Quanti erano? Qual era il loro compito?

Erano e il loro compito era quello di effettuare il censimento, ossia di


aggiornare le liste elettorali e militari dei cittadini e dei loro patrimoni; dal
312 a.C. furono incaricati di redigere anche le liste dei senatori. I censori
erano nominati ogni cinque anni e le operazioni di censimento avvenivano al
Campo Marzio, precedute dalla «purificazione» rituale della città. Ai censori
era affidato anche il controllo sulla moralità e sui costumi.
La composizione del Senato
In un primo momento al Senato furono ammessi solo gli ex magistrati, in particolare ex
consoli ed ex pretori; a essi si aggiunsero, con il tempo, anche altri magistrati minori. Non tutti
gli ex magistrati, però, diventavano senatori: a decidere chi ne fosse degno furono in un primo
momento i consoli, e dopo il 312 a.C. i censori. In sostanza, avere ricoperto una carica
magistrale era una condizione necessaria, ma non sufficiente per far parte del Senato, dove si
entrava in segno di riconoscimento dei meriti pubblici.
nella prima fase della repubblica la funzione fondamentale del Senato fu quella consultiva: prima di
prendere iniziative in materia di politica interna o estera, infatti, i magistrati maggiori usavano
chiedere il parere del Senato che, pur non essendo formalmente vincolante, era tuttavia osservato come
tale.

Il Senato era un’istituzione così importante che i romani indicavano il loro Stato con questa
espressione: Senatus Populusque Romanus, cioè «il Senato e il popolo romano», il cui acronimo SPQR
indicava e indica tuttora la stessa Roma.

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