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Repubblica Romana
ANNA PERGOLA
II A LINGUISTICO
• Il passaggio dalla Roma monarchica alla
Repubblica fu dovuta alla ribellione dei re
La etruschi all’epoca dei Tarquini.
Secondo le fonti, per esempio, nei primissimi anni di vita della repubblica alcuni
personaggi tentarono di restaurare la monarchia: cosa che non sarebbe avvenuta se essa si
fosse estinta in modo naturale. Perciò se non esattamente nel 509 a.C., certamente tra VI e
V secolo a.C. la magistratura unica e vitalizia del re dovette essere sostituita da quella
collegiale e annuale dei «consoli».
Il potere, in ogni caso, si concentrò nelle mani dell’aristocrazia delle genti di stirpe latina,
ossia dei patrizi; i nobili detenevano, di fatto, il potere sul resto della cittadinanza, mentre
al popolo erano riservate ben poche facoltà di azione politica. La storia della prima
repubblica romana, fu, dunque, anche quella del conflitto tra patrizi e plebei e
dell’equilibrio che si dovette sempre cercare tra loro.
Il Consolato
•Si può dire che i consoli erano re provvisori, con l’unico limite posto dalla presenza del collega e
della scadenza.
•Molto spesso i due consoli di dividevano i compiti, cosicché uno comandava l’esercito e l’altro
amministrava la giustizia; oppure, in guerra, ognuno comandava una parte dell’esercito
Il V secolo
I problemi che la repubblica romana alla sua nascita dovette affrontare furono principalmente tre:
Gli Etruschi
i problemi esterni: i Latini e i popoli appenninici
I problemi interni: il conflitto tra patrizi e plebeii
I Tarquini cacciati da Roma assediarono nuovamente la città e la presero d’assedio con l’aiuto del re di
Chiusi, Porsenna; furono però costretti a ritirarsi in seguito alla coraggiosa resistenza della popolazione
e alle gloriose gesta di personaggi come Orazio Coclite, Muzio Scevola e Clelia, che sarebbero
diventati i veri eroi della nascente repubblica. Nella realtà, però, è probabile che Porsenna sia riuscito
davvero a imporsi sui Romani, ma questo nuovo dominio etrusco dovette durare ben pochi anni: infatti,
dopo essere stato sconfitto nel 504 a.C. ad Ariccia da Aristodemo, tiranno greco di Cuma, Porsenna fu
costretto ad abbandonare la regione, che fu liberata in modo definitivo dalla presenza etrusca.
Contenuto il pericolo etrusco, i romani si trovarono esposti alle minacce delle città latine, si
verificarono violenti scontri che culminarono nel 496 a.C. con la sanguinosa battaglia del lago Regillo.
Secondo la leggenda, i Romani vinsero grazie al
miracoloso intervento di Castore e Polluce, i
«Dioscuri» (figli di Zeus), ma le conseguenze della
battaglia fanno supporre che, in realtà, essa abbia
avuto un esito piuttosto incerto: pochi anni dopo lo
scontro, infatti, tra Roma e le città latine fu stipulato
un patto di alleanza su un piano di sostanziale parità,
che segnò la nascita della cosiddetta «Lega Latina».
Questo patto stabiliva, per esempio, che l’esercito
comune sarebbe stato comandato, ad anni alterni, da
un generale romano e da uno latino.
Lo stato di allerta provocato dalla minaccia di invasioni straniere non
riuscì, peraltro, a compattare la società romana e a sanare i conflitti fra i
due strati sociali della popolazione, che anzi si andarono acuendo.
La pretura
La censura
I questori
Qual era il loro compito?
Inizialmente gli edili plebei erano distinti da quelli patrizi, detti «curùli», ma in seguito la
carica fu unificata
I pretori
In che cosa consisteva la loro attività?
Consisteva nella formulazione di regole giuridiche nuove, che adeguassero
il diritto ai cambiamenti della società senza abrogare le vecchie norme.
Il Senato era un’istituzione così importante che i romani indicavano il loro Stato con questa
espressione: Senatus Populusque Romanus, cioè «il Senato e il popolo romano», il cui acronimo SPQR
indicava e indica tuttora la stessa Roma.