Sei sulla pagina 1di 33

La discesa agli inferi di Enea

e la negromanzia di Sesto
Eneide VI vs Pharsalia VI
Un’anti-Enea: Sesto
«Non appena i due condottieri1 pongono gli accampamenti in questa terra
maledetta dal destino2, il presentimento della guerra incombente sconvolge
tutti ed è palese che si avvicina a grandi passi l’ora grave del prova decisiva e
che il fato si sta ormai compiendo. […] Ma, mescolato alla folla degli inetti 3,
v’era Sesto, figlio indegno del grande Pompeo3, al quale egli – esule e
ladrone nelle acque di Scilla4 – contaminò, pirata siculo, i trionfi riportati sul
mare5».
1. Cesare e Pompeo
2. la Tessaglia, dove si trova Farsalo, teatro della battaglia decisiva delle guerre civili che
vedrà la vittoria di Cesare; è maledetta dal destino anche perché sede di tremende e crudeli
streghe
3. Sesto Pompeo Magno Pio: figlio di Pompeo combatté, dopo la morte di Cesare, contro Ottaviano
ed Antonio, battendo con la sua flotta la zona del Mediterraneo compresa tra la Sicilia e l’Africa
4. i soldati spaventati
5. la Sicilia, presso il cui stretto (Messina) dimoravano i mostri marini Scilla e Cariddi
6. come Pompeo aveva conseguito gloria e successo sconfiggendo i pirati, ora Sesto, pirata lui
stesso, infanga la memoria paterna. Cfr. Pirro, figlio degenere di Achille nell’Eneide.
Costui, spinto dalla paura a conoscere anticipatamente il corso del destino, insofferente di indugi e
ansioso per tutti gli avvenimenti futuri, non consultò i tripodi di Delo né gli antri della Pizia, non
decise di ricercare che cosa indicasse Dodona – nutrice dei primi uomini con i frutti della terra –
con il bronzo di Giove8, né di consultare chi fosse in grado di conoscere i fati dalle viscere degli
animali sacrificati, chi potesse chiarire cosa significassero i voli degli uccelli, chi fosse capace di
osservare i fulmini nel cielo e di scrutare le stelle con l’attenzione e l’esperienza degli Assiri9, o
qualsiasi altro mezzo nascosto o misterioso, ma pur sempre lecito 10: egli conosceva invece orrendi
rituali di magia, rifiutati dagli dei stessi, e gli altari profanati da cerimonie spaventose:
professando la sua fede nel mondo infernale, l’infelice era convinto che gli dei sapessero ben poco 11.
Quel suo furore crudele, ma al contempo vano, è rafforzato dal luogo stesso e dalla vicinanza
dell’accampamento alle mura delle Emonidi 12, la cui attività neanche la più orrenda è immaginosa
fantasia riuscirebbe a superare: esse riescono a compiere tutto quel di incredibile può esservi.
8. I santuari di Delo, Delfi (dove operava la Pizia) e Dodona erano i sacri luoghi deputati secondo la religione greca agli oracoli. In
quest’ultima località, alla quercia sacra a Zeus erano appesi bronzi che, mossi dal vento, producevano suoni interpretati comi
oracoli. Le Dodonidi erano le ninfe e profetesse che fecero da nutrici a Bacco.
9. Sono qui elencate tutte le pratiche della religione etrusco-romana che fanno a capo all’augurio e all’aruspicina
10. Sono questi i metodi tradizionali, religiosi, legali per ottenere informazioni sul futuro
11. Sesto, impius (irreligioso, sacrilego) ha fede negli dei inferi, non in quelli superi o olimpici come il pius Enea
12. Le Emonidi erano le blasfeme e crudeli streghe della Tessaglia, un po’ quello che per noi oggi sono i satanisti .
Enea Sesto
 Onora la famiglia, la moglie Creusa, il padre Anchise, -Disonora il padre con una carriera criminale
il figlio Iulo
(cfr. Pirro Neottolemo)
 È docile al volere divino -Agisce come se gli dei non esistessero
 Onora gli dei olimpici -Onora gli dei inferi
 È un guerriero leale -È un tremendo pirata
 Peregrina in mare per fondare la grande città di -Peregrina in mare per predare navi
Roma -Non fa gli interessi della patria
 Vive per la patria -è ÌMPIUS, massimo esempio di EMPIETÀ
 è PIUS, garante della PIETAS
Le Emonidi
Haemonides der. Haemonia, nome poetico della Tessaglia,
a sua volta der. di Haemon (Emone, promesso sposo di
Antigone).
Nel contesto lucaneo cfr. haemo- (gr. αἷμα), sangue.
Queste le loro atroci attività:
 Incantesimi di magia nera
 Pozioni e veleni
 Formule magiche: «A causa della formula di
incantesimo delle streghe tessaliche, un amore, non
stabilito dal destino, invade cuori, che non si erano
mai aperti a quel sentimento».
 Riti voodoo: «Il rito magico del filo, attorcigliato
secondo modi e giri noti solo alle maghe, avvinse
coniugi non più legati dall’unione del letto nuziale e dalla
potenza dell’attraente bellezza».
 Potere sugli astri: «Si fermò il regolare
succedersi dei fenomeni naturali ed il
giorno, rinviato, interruppe il suo corso, dal
momento che la notte si era insolitamente
allungata: il cielo non obbedì più alle sue
leggi ed il mondo – che suole muoversi con
rapidità – nell’ascoltare la formula
dell’incantesimo rallentò fino a fermarsi […]
Esse per prime trascinarono giù dal cielo
vorticoso le stelle, e la luna serena,
stretta da ogni parte dalla sinistra forza
malefica dei loro incantesimi, impallidì e
bruciò di nere fiamme, simili a quelle che
ardono sulla terra, come se il nostro
pianeta le impedisse di scorgere la luce
del sole, ponendo la propria ombra tra
sé e l’astro: la luna, dunque, tirata giù da
un incantesimo, deve subire travagli così
grandi finché, avvicinatasi ancora di più alla
terra, non si adagia sull’erba, su cui
riversa la propria schiuma».
 Potere sui fenomeni atmosferici: «Ed ancora: riempiono ogni cosa di pioggia,
coprono di nubi il caldo sole e fanno tuonare il cielo senza che Giove ne
sappia nulla: con le medesime formule e con le chiome scarmigliate spazzano via
nebbie umide e nuvole. Senza che tiri un alito di vento si gonfia il mare, che,
invece – allorché gli viene ordinato di non curarsi delle tempeste – si calma».
 Potere sui fenomeni naturali: «I torrenti rimangono fermi, quasi
penzolando dalle rupi scoscese, come se fossero inchiodati al loro letto ed i
fiumi scorrono senza seguire la direzione determinata dalla gravità. Un’estate non
fece straripare il Nilo […] Le montagne abbassarono le loro vette ed appiattirono i
gioghi; l’Olimpo contemplò le nubi dal basso e le nevi della Scizia si sciolsero
nel pieno dell’inverno senza che fosse apparso il sole. La formula magica delle
maghe tessaliche rigettò indietro il mare […] Persino la terra scosse gli assi,
sconvolgendo il loro equilibrio, ed il mondo, che compie normalmente il suoi
giro al centro dell’universo, vacillò».
 Potere sulle bestie
feroci: «Tutti gli animali
in grado di uccidere e
pericolosi per natura
hanno paura delle maghe
tessaliche e forniscono
loro i mezzi per dare la
morte: le tigre fameliche
ed i leoni dalla nobile ira
le leccano con una lingua
carezzevole; per esse il
serpente svolge le sue
spire gelide e si allunga sul
terreno pieno di brina; la
vipera, che era stata fatta a
pezzi, si ricompone ed i
rettili muoiono contaminati
dal fiato umano delle
streghe».
 Potere sugli dei: «I
sacrileghi canti di quella
gente crudele costringono i
numi – sordi a tanti popoli – ad
ascoltarli». Tanto che così si
lamenta lo stoico Lucano:
«CHE TRAVAGLIO È MAI
QUESTO PER I NUMI, DI
OBBEDIRE AGLI
INCANTESIMI E AI FILTRI,
COS’È MAI QUESTA PAURA
DI NON TENERNE CONTO?
QUALE TIPO DI PATTO
VINCOLÒ E COSTRINSE GLI
DEI CELESTI? ADEMPIERE I
COMANDI DELLE STREGHE
È UN DOVERE O UN
PIACERE?»
Un’anti-Sibilla:
Erittone
Non appena la fama del luogo svelò la
maga Erittone a Pompeo, egli, nel
cuore della notte […] si mise in
cammino attraverso i campi deserti.
 Ha un aspetto orribile:
Una magrezza spaventosa
dominava nel volto dell’empia e sul
suo viso, circondato di chiome
scarmigliate e che non aveva mai
conosciuto il cielo sereno, gravava
orribilmente un pallore infernale.
 È più empia delle Emonidi:
La feroce Erittone aveva
condannato, tacciandoli di
eccessiva pietà, questi riti
scellerati e delittuosi di quella
gente crudele.
 Vive nei sepolcri: Abitava
nelle tombe abbandonate ed
occupava i sepolcri, dopo averne
cacciato le ombre, grazie ai favori
accordatile dalle divinità infernali.
 Conosce alla perfezione il
mondo infernale: né gli dei
olimpici né il fatto di essere viva le
impedivano di percepire la folla
dei morti silenziosi, di conoscere i
luoghi infernali e i segreti dell’Ade
sotterraneo.
 Rifiuta la religione tradizionale: Era per lei
un’empietà entrare in una casa o rendere omaggio a
lari […] Non prega gli dei e non chiede, con supplice
invocazione, l’aiuto del dio né conoscere le viscere
propiziatrici: si rallegra nel porre sugli altari fiamme
funeste e incenso, che strappa ai roghi accesi.
 Osa impossessarsi delle folgori di Zeus: se le
nebbie o le nere nuvole sottraggono la vista delle stelle,
la maga tessalica esce dai vuoti sepolcri e si
impadronisce delle folgori notturne.
 Ammorba la natura: Calpesta, bruciandoli, i semi
di un raccolto fruttuoso e con il suo respiro rende
pestifera l’aria.
 Costringe gli dei a fare la sua volontà: Alle
prime parole della sua preghiera, gli dei permettono
qualsiasi nefandezza ed hanno paura di ascoltare una
seconda invocazione.
 Ha potere sulla morte: Ella seppellisce nei sepolcri
anime ancora in vita e che ancora sostengono i corpi, mentre la
morte è costretta a presentarsi per altri, cui il fato aveva
assegnato anni di vita; sconvolgendo i riti funebri, fa tornare il
corteo dal cimitero: i cadaveri si alzano dal letto funebre.
 Saccheggia tombe e cadaveri: Lei strappa dalle
fiamme dei roghi funebri le ceneri fumanti dei morti e le ossa
ardenti dei giovani e perfino la fiaccola che i genitori ancora
impugnano, e raccoglie i frammenti del letto funebre svolazzanti
tra il nero fumo, le vesti che si trasformano in cenere e le braci
che odorano ancora di membra […] Incrudelisce avidamente
sui cadaveri, immerge le mani nelle orbite e si inebria nel
cavarne fuori gli occhi gelidi e rosicchia le pallide
escrescenze delle mani rinsecchite. Spezza con i denti le
corde e i nodi degli impiccati, fa scempio dei corpi penzolanti
dalle croci […] e divelle i chiodi conficcati […] Si pone a sedere
presso i cadaveri insepolti, precedendo le bestie feroci e gli
avvoltoi, e non preferisce fare a pezzi i corpi con il ferro o con le
mani, ma attende che i lupi addentino le membra per
strapparle dalle loro gole fameliche»
 È una spietata assassina: Le
sue mani non rifuggono
dall’uccidere, se c’è bisogno di
sangue fresco, il primo che zampilli
da una gola squarciata, e non si
trattiene dall’ammazzare, se i rituali
esigono sangue appena sgorgato e i
funerei altari richiedono viscere che
ancora si muovono […] Utilizza ogni
tipo di morte: strappa la prima peluria
dalle guance degli adolescenti e
svelle con la sinistra la chioma ai
giovanetti che stanno spirando; non
poche volte, perfino, durante il funerale
di un congiunto, la spietata strega
tessalica si getta sulla cara salma.
 Celebra rituali di sangue
Sibilla Erittone
 sacerdotessa
- anti-sacerdotessa
blasfema
 al servizio degli - gli dei sono al suo
dei servizio
 rispettosa del - amica degli dei inferi
volere divino - profanatrice di tombe
 ministra del dio e cadaveri
olimpico Apollo - assassina
 veritiera - compie rituali di
profetessa sangue
 ligia ai rituali
- spavalda negromante
per Sesto Pompeo
prescritti dalla
religione olimpica - È la prima vera
strega della letteratura
 saggia guida per occidentale
Enea nel mondo
dei morti
La richiesta di Sesto
Non appena la fama del luogo svelò questa maga
a Sesto Pompeo, egli, nel cuore della notte,
allorché il sole guida il mezzogiorno sotto la nostra
terra1, si mise in cammino attraverso i campi
deserti. […] Ed a lei rivolge per primo la parola
l’inetto figlio di Pompeo: «O decoro delle Emonidi,
tu che sei in grado di svelare i destini alle genti e
puoi sviare il futuro dal suo cammino, ti prego di
farmi sapere con sicurezza quale fine la fortuna
della guerra ci sta apprestando. […] Tortura gli
dei oppure risparmiali e tira fuori dai Mani
(Morti) la verità; schiudi le sedi dell’Ade,
invoca la Morte in persone e costringila a
confessarmi chi fra noi essa voglia cogliere».
1.Quando il sole illumina l’altro emisfero.
La risposta di Erittone
La sacrilega Tessala esulta che la sua fama sia così diffusa e ribatte: «Se tu, o giovane, chiedessi
di conoscere fati meno importanti, sarebbe agevole rendere disponibili gli dei – anche contro la loro
volontà – a compiere ciò che vuoi. È consentito alla nostra arte magica […]. Ma – allorquando la
concatenazione delle cause deriva dalla prima origine del mondo e, se si vuol mutare qualcosa,
tutti i destini ne risentono, e tutti gli uomini sono soggetti al medesimo colpo del fato – allora (e
questo lo ammettiamo anche noi, la folla delle maghe tessaliche) la Fortuna possiede un potere
più grande. Però, se ti contenti di conoscere anticipatamente gli eventi, sono molte e facili le
strade di accesso alla verità2. […] È facile, dal momento che c’è un’abbondanza così grande di
morti recenti, fari risorgere dai campi tessalici un solo corpo, in modo che la bocca del cadavere
morto da poco e ancora tiepido possa parlare con voce piena e non sia un’ombra spettrale,
appartenente a un corpo le cui membra siano completamente rinsecchite dal sole, a mormorare
all’orecchio parole incomprensibili3».
2.Cioè: Erittone, pur essendo una maga molto potente e non facendosi scrupoli a ricattare gli dei, può modificare soltanto
piccoli eventi futuri e non può mutare il destino di un evento così grande e che coinvolge così tanti individui come la guerra
civile.
3.Lastrega, se Sesto si accontenterà di sapere il futuro senza modificarlo, ricorrerà alla negromanzia, risuscitando il corpo di
un soldato morto da poco (e quindi non del tutto trapassato) per interrogarlo sull’esito della guerra tra Cesare e Pompeo.
La preparazione del rito negromantico
La scelta del cadavere: La maga aveva così parlato e, raddoppiate con la
sua arte magica le tenebre della notte, vagava, con il capo luttuoso coperto da
un’orrida nube, tra i corpi degli uccisi, abbandonati e insepolti. Di colpo fuggirono i
lupi, fuggirono gli avvoltoi, dopo aver tolto gli artigli dalla preda ed aver interrotto il
pasto. […] Non si sa chi la maga voglia richiamare in vita […]. Alla fine sceglie
un cadavere, gli pone un laccio intorno al collo e, infilato un uncino nel
cappio funesto, si trascina dietro lo sventurato corpo, destinato a rivivere4, su
rocce e sassi, portandolo sotto l’alta rupe di una montagna incavata, che la
funerea Erittone aveva consacrato ai suoi riti sinistri.
La scelta del luogo: Non lontano dagli ingressi dell’Ade, la terra si abbassa
e sprofonda: in quel punto un’oscura selva inclina verso il basso i suoi rami e un
fitto e impraticabile bosco di tassi […] getta la sua ombra. […] è incerto se la
maga veda gli spiriti dei morti perché li ha trascinati lì o perché sia lei ad
essere discesa fin nel regno sotterraneo.
4.Cfr. Ettore trascinato da Achille in segno di spregio.
 La vestizione: Erittone indossa un abito di vari colori e di strana foggia, al
modo delle Furie; la chioma, tirata indietro, fa apparire il volto e gli irti capelli
sono stretti da vipere. […]
 La rianimazione: A questo punto la maga, per prima cosa, riempie il petto
del morto con sangue caldo – infondendovelo attraverso nuove ferite da lei
stessa inferte –, pulisce gli organi interni e vi aggiunge spuma lunare.
 La pozione: A questa mistura aggiunge tutto quello che la natura produce con
parti sinistri: bava di cani idrofobi, viscere di lince, vertebre di iena feroce,
midolla di cervi nutritisi di serpenti, […] occhi di serpente, le pietre che
emettono suoni quando sono riscaldate da un’aquila che cova, il serpente
volante degli Arabi, la vipera nata presso le acque del Mar Rosso e
custodisce conchiglie preziose, la pelle di un rettile libico ancora vivo, le ceneri
della fenice deposta sull’altare orientale. […] aggiunse rami impregnati da
un sacrilego incantesimo, erbe sulle quali al momento della nascita aveva
sputato con la sua bocca spaventosa, e tutti i veleni che lei aveva apprestato
per il mondo.
 La preghiera gli dei inferi: Allora la sua
voce […] emise per un primo momento
mormorii confusi e molto differenti dalla
lingua degli uomini: in quella voce erano
presenti latrati di cani, gemiti di lupi, i
lamenti del gufo pauroso e del notturno
barbagianni, strida e ululati di fiere, sibili
di serpenti, il frastuono delle onde […] il
rumore dei boschi e il tuono delle nuvole
squarciati. Subito dopo ella pronuncia, con
l’incantesimo tessalico, gli altri scongiuri e le
sue parole giungono fin nell’inferno più
profondo. Invocando tutti gli dei infernali,
chiede loro, in cambio del sangue che
con i suoi crimini ha versato in loro
onore, di far resuscitare il soldato per
profetizzare a Sesto la fine della guerra.
La resurrezione del morto
Un incidente di percorso: Non appena la maga ha pronunciato queste parole, alza il capo e la
bocca bavosa e vede ritta in piedi l’anima del corpo disteso a terra, che ha terrore delle membra
senza vita e gli odiati sbarramenti dell’antico carcere: essa è spaventatissima al pensiero di
tornare nel petto ferito, degli altri organi squarciati da colpi mortali. Oh infelice, cui è strappato
l’ingiustamente estremo vantaggio della morte, il fatto cioè di non poter più morire!5
5.Lospirito del morto non vuole tornare in vita ed essere intrappolato di nuovo nel doloroso carcere del corpo.
Lucano lo compatisce, vedendo stoicamente nella morte la fine di tutti i dolori e la pace dell’animo.
La minaccia agli dei inferi: Erittone si meraviglia che il fato possa frapporre tali ritardi e, piena d’ira
contro la Morte, percuote il cadavere immobile con un serpente vivo e, attraverso le fenditure,
che la terra – secondo l’incantesimo – ha provocato, abbaia contro i Mani infrangendo così i
silenzi del regno dei morti.
A questo punto la maga ruggisce contro le Furie chiamandole cagne infernali, insulta Ecate e
Persefone. Svelerà a sua madre Cerere – dice la maga – che ella non è non un’innocente
fanciulla rapita da Ade, ma la lasciva amante di lui, che gioisce delgli orridi banchetti infernali e
che non vuole fare ritorno a casa.
Osaaddirittura affrontare Plutone, re dell’Ade, minacciando di infrangere l’oscurità del suo
regno con la luce del Sole.
Contro di te, il più malvagio signore del
Tibi, pessime mundi mondo, farò entrare il Sole (Titano) nelle
tue caverne in rovina, e all'improvviso
arbiter, inmittam ruptis Titana cauernis, sarai colpito dalla luce del sole.
et subito feriere die. Paretis, an ille Obbedirete?
O Ade dovrà essere costretto da colui
conpellandus erit, quo numquam terra uocato grazie il quale, quando viene evocato,
non concussa tremit, qui Gorgona cernit apertam sempre trema la terra sconquassata?
uerberibusque suis trepidam castigat Erinyn, Egli che può vedere il volto aperto
Gorgone (Medusa), che con le sue
indespecta tenet uobis qui Tartara, cuius frustate castiga Erinni (Furia), egli che
uos estis superi, Stygias qui perierat undas? tiene il Tartaro invisibile a voi; del quale
voi siete in potere, o dei superi; egli
che ha spergiurato presso le onde
dello Stige?
Secondo alcuni studiosi Lucano allude al dio
Demogorgone (Demiurgo), primo e più potente di tutti gli
dei, padre di Omago (a sua volta nonno di Saturno).
Altri hanno voluto vedere in questa figura un riflesso del
Dio ebraico dell’Antico Testamento, terribile e
minaccioso, di cui certo Lucano poteva avere nozione.
 La rianimazione: Subito il sangue denso del morto
si riscalda e ridà vita alle nere
Protinus astrictus caluit cruor atraque fouit ferite e scorre nuovamente nelle
uolnera et in uenas extremaque membra cucurrit. vene fino all’estremità delle
membra: gli organi interni, percossi
Percussae gelido trepidant sub pectore fibrae, nel petto gelido, palpitano e la
et noua desuetis subrepens uita medullis nuova vita, scorrendo nelle midolla
miscetur morti. Tunc omnis palpitat artus, non più abituate alla normale
attività organica, si mescola alla
tenduntur nerui; nec se tellure cadauer morte. Tutte le membra vibrano, i
paulatim per membra leuat, terraque repulsum est nervi si tendono: il cadavere non
erectumque semel. si alza dal suolo utilizzando
gradatamente i suoi arti, ma,
tutto in una volta, è respinto da
- Cruor: sangue (di ferita) vs sanguis, che circola nel corpo. terra ed è ritto in piedi.

- Ater, tra, trum: nero. Cfr. αἴθω, bruciare.

- Lessico medico: foveo (fare impacchi), vulnus (ferita), vena, membra, trepidare, pectus (petto),
fibra (viscere), medulla (midollo), palpitare, artus (arto), nervus (nervo), cadaver (cadavere).
Distento lumina rictu Aperte le fessure delle palpebre, gli
occhi si spalancano: l’aspetto non è
nudantur. Nondum facies uiuentis in illo, ancora quello di una persona viva,
iam morientis erat: remanet pallorque rigorque, dal momento che aveva cominciato
et stupet inlatus mundo. Set murmure nullo ad essere quello di un morto:
predominano ancora il pallore e la
ora astricta sonant: uox illi linguaque tantum rigidità ed egli si stupisce di essere
responsura datur.  stato nuovamente trasportato nel
mondo.
La bocca, però, ancora irrigidita,
non emette alcun mormorio: la
- Lessico medico: lumen (occhio), rictus (apertura degli voce e la lingua gli sono state
occhi), pallor (pallore), rigor (rigidità – cfr. rigor mortis), os fornite soltanto per dare risposte.
(bocca), lingua.

- Valore magico-rituale del suono: murmur (mormorio),


sonare (risuonare), vox (voce), responsus (oracolo).
Il responso del morto
Interrogato dalla strega, che gli promette in cambio del suo responso
un incantesimo che lo proteggerò da futuri riti negromantici, il
morto riporta tra le lacrime ciò che ha visto all’Inferno dopo il suo
trapasso: i Mani di Roma litigano ferocemente; le anime dei beati,
presso i Campi Elisi, ovvero quelle dei grandi eroi della Repubblica
(fra cui Scipione Africano) e dei sostenitori di Pompeo, sono tristi;
le anime dei dannati, presso il Tartaro (l’Ade profondo), ovvero
quelle dei sostenitori di Cesare (fra cui il congiuratore Catilina e i
rivoluzionari Gracchi), gioiscono.
Dunque è chiaro che Cesare trionferà nelle guerre civili e Pompeo
morirà. Il morto consola però Sesto dicendogli che suo padre, pur
perdendo la guerra, troverà pace nell’aldilà frale anime beati. Sarà
egli stesso, una volta morto e divenuto uno spettro, apparirà a Sesto
per guidarlo dall’oltretomba.
Rispedito dalla maga nell’Ade, il morto fa ritorno alla pace ultraterrena,
e la strega, allungando la notte con i suoi incantesimi, riaccompagna la
sventurato Sesto al suo accampamento.
La discesa agli Inferi di Virgilio La risalita dagli
 È voluta dagli dei Inferi di Lucano
 È compiuta tramite una sacerdotessa, quindi -Nonè benedetta dagli dei,
all’interno della religione tradizionale ma è un rito blasfemo
-È compiuta da una maga
 È una catabasi, cioè una «discesa» agli Inferi
che odia e minaccia gli dei,
 Termina con la presentazione al figlio da parte dunque è un atto irreligioso
dell’ombra di Anchise della futura gloria di Roma-
È una «risalita» dagli Inferi
e dei grandi personaggi della storia latina di un morto innaturalmente
 Invita l’eroe romano alla speranza riportato in vita
-Termina con il responso
della rovina di Roma a
seguito delle guerre civili in
cui trionferà il tirannico
Cesare e morirà il virtuoso
Pompeo
-Diffondeuna tragica
disperazione
Qualche link ‘‘lucaneo’’…
L’insuperabile tragedia
shakesperiana del Macbeth,
groviglio di stregoneria,
fantasmi e ambizione, nella
celebre versione di Roman
Polanski (1971) o in quella di
Justin Kurzel con Michael
Fassbender (2015).
L’“orrore cosmico” evocato
dallo scrittore statunitense
H.P. Lovecraft (XX secolo),
ideatore di un complesso
pantheon pullulante di Antichi
Dei dalle forme abominevoli,
che attendono sotto gli oceani
la distruzione dell’umanità.
Un dark blues del gruppo
fondatore dell’heavy metal sulla
diabolicità della guerra e dei
guerrafondai…

http://www.youtube.com/watch?v=UJTCUbjOZ4g
Un film supereroistico contro i
supereroi, tratto dallo storico
fumetto di Alan Moore (autore fra http://it.wikipedia.org/wiki/Watchmen
gli altri V per Vendetta)… http://www.youtube.com/watch?v=HFUMNRuxrtc

Potrebbero piacerti anche