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ORGANIZZAZIONE DEI

MEZZI DI ALLENAMENTO

Fidal Toscana - Corso Istruttori 2011/2012


Autore: Marco Vizzutti
OBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO NELLE
CATEGORIE R/I-R/E E C/I-C/E

Organizzare i contenuti degli allenamenti e le


modalità didattiche e metodologiche con finalità
prevalentemente pedagogico-educative, che
produrranno effetti positivi soprattutto nel futuro
OBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO NELLE
CATEGORIE R/I-R/E E C/I-C/E

 Il giovane non è un adulto in miniatura ed è


quindi errato utilizzare i contenuti
dell’allenamento di un atleta evoluto,
riducendone semplicemente la quantità e
l’intensità per renderglielo eseguibile
OBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO NELLE
CATEGORIE R/I-R/E E C/I-C/E

 La scelta dei mezzi e delle metodologie di allenamento


utilizzate in un dato momento devono essere sempre in
stretta relazione con quanto realizzato nel periodo
precedente e con una possibile previsione di quello che
potrebbe essere il loro sviluppo futuro (principio
della continuità)
 Nella scelta dei mezzi e delle metodologie di
allenamento bisogna sempre tener conto e sfruttare al
meglio le caratteristiche dello sviluppo psicobiologico
caratteristico di un individuo in fase di crescita
(principio della differenziazione)
LE SPECIALITÀ DA PRATICARE
(RIFERITE IN PARTICOLARE ALLA CORSA)
 Categoria r/i- r/e  60/60hs/1000/corsa
campestre/salti/ prove multiple/ricerca di
un buon ambidestrismo nell’esecuzione
degli ostacoli
 Categoria c/i-c/e  inizia una
differenziazione delle specialità a cui
dedicarsi

Resistenti Velocisti
300/1000/2000/ 80/300/100hs/300hs/
300hs/campestri salti/prove multiple/
campestri
PRINCIPI DISTINTIVI
DELL’ALLENAMENTO GIOVANILE

1) Attuare strategie di intervento adeguate


• utilizzo di metodi induttivi e non solo deduttivi
• favorire la formazione di un’intelligenza motoria
• organizzare la pratica secondo i principi di
consapevolezza/trasversalità dei
contenuti/trasferibilità degli apprendimenti
PRINCIPI DISTINTIVI
DELL’ALLENAMENTO GIOVANILE

2) Organizzare una pratica multiforme e


multidisciplinare. Ciò consente di:
• arricchire il bagaglio di esperienze motorie
• migliorare la cinestesi
• suscitare interesse ed entusiasmo e quindi una
partecipazione più completa ed attiva degli allievi

ALTRIMENTI
limitatezza dei contenuti  scelta prematura di
una specialità  povertà e ripetitività dei
mezzi allenanti  ristagno e poi decadenza
della capacità di prestazione  abbandono
PRINCIPI DISTINTIVI
DELL’ALLENAMENTO GIOVANILE

3) Porsi come obiettivo la conoscenza delle potenzialità


del giovane e la costruzione integrale della sua
personalità (capacità fisiche, psichiche, tecniche e
tattiche)

4) Organizzare la pratica tenendo conto delle “fasi


sensibili dello sviluppo delle capacità coordinative e
condizionali”, in modo che le spinte della crescita e
gli effetti del training si sommino in modo efficace.
PRINCIPI DISTINTIVI
DELL’ALLENAMENTO GIOVANILE
5) Mezzi e metodi devono produrre sforzi
progressivamente crescenti, però rimanendo semplici
nella loro organizzazione (evitare eccessive
sofisticazioni); la loro evoluzione deve soprattutto
tendere all’aumento del carico

Evitare di anticipare i contenuti del


training dell’atleta evoluto con la
convinzione che, se il necessario ed il
sufficiente bastano a far bene, il più fa
sicuramente meglio.
ORGANIZZAZIONE DELL’ALLENAMENTO
GIOVANILE
RIASSUMENDO:
Deve rispondere a 2 principi

far accumulare molteplici integrare in modo efficace


esperienze motorie per le diverse capacità
arricchire la proposta coordinative e
condizionali che debbono
sostenere e consentire i
aumentare la
dinamismi sempre più
padronanza motoria
qualificati, richiesti dalle
diverse espressioni
evitare stereotipie tecniche che si stanno
di comportamenti apprendendo
CICLIZZAZIONE
In realtà per le fasce d’età 12/13/14/15
anni non si può parlare di una vera e
propria organizzazione che risponda ai
crismi di una rigorosa “ciclizzazione”

 ricerca di mezzi sempre più specifici


 metodologie diversamente elaborate

 distribuzione dei mezzi allenanti e loro modulazione


all’interno del dei cicli e microcicli
 ricerca di combinazioni fra intensità e volume dei
carichi
 alternanza fra lavoro e rigenerazione
Sarebbe invece opportuno prevedere e organizzare
tre periodi di attività di preparazione, alternati da
altrettanti periodi di verifica competitiva
DEFINIZIONE DEI CICLI
(ATLETI EVOLUTI)
Si distinguono per i contenuti in :
 Cicli d’introduzione  ripresa graduale del lavoro con
mobilitazione muscolare ed organica
 Cicli fondamentali  caratterizzati da esercitazioni
prevalentemente a carattere generale e speciale (indiretti)
 Cicli specifici  caratterizzati da esercitazioni
prevalentemente speciali e specifiche, cioè che influiscono
direttamente sulle capacità di prestazione
 Cicli di rifinitura  si inseriscono a conclusione del
periodo preparatorio e comprendono competizioni
secondarie per valutare le reazioni dell’atleta in gara
CICLIZZAZIONE ANNUALE
(ATLETI EVOLUTI)
 Prima parte  esercizi di forza nelle diverse espressioni
con esercizi di tipo generale e speciale
 Seconda parte  diminuisce la percentuale degli es.
generali di forza rimane invariata la quantità di quelli
speciali si introducono es. di forza specifica-tecnici e
ritmici
 Terza parte  scomparsa degli es. generali si lasciano
es. speciali a seconda delle esigenze si inseriscono es.
specifiche di forza, tecnica, ritmica e velocità
CICLIZZAZIONE DOPPIA
(ATLETI EVOLUTI)

 Prima parte  nel primo periodo (3 cicli di 4


settimane)  es. generali in misura ridotta (solo
riscaldamento)  si inseriscono es. speciali di
forza  numero ancora limitato di es. specifici
che però gradualmente aumentano, divenendo
nelle ultime settimane sempre più importanti
(tecnica e ritmica)
CICLIZZAZIONE DOPPIA
(ATLETI EVOLUTI)
 Seconda parte  più breve (dura circa 2 mesi)

1° mese 2°mese
forza speciale - forza es. speciali di forza in
specifica con es. tecniche e quantità ridotta e a più
ritmiche di gara. elevata correlazione con
Es. specifici da eseguire in la specialità - discrete
condizioni difficoltate e quantità di es. specifici di
facilitate forza, tecnica, ritmica e
velocità (es. difficoltate e
facilitate)
PERIODIZZAZIONE PER ATLETI EVOLUTI
Ciclizzazione semestrale
Ciclizzazione annuale
LA CICLIZZAZIONE IN ETÀ GIOVANILE
 Scarsa attinenza con quella degli adulti
 Sfrutta i cambiamenti biofisiologici ed ormonali
con lo scopo di fungere da stimolo aggiuntivo alle
spinte della crescita
 Organizzazione dei mezzi e dei contenuti non
rigorosa e sistematica
ASPETTI DELLA METODOLOGIA
DELL’ALLENAMENTO

PER I GIOVANI PER GLI EVOLUTI

 Obiettivi incentrati  Obiettivi incentrati sulla


sull’apprendimento massima prestazione
 La competizione è
 La competizione è intesa
compresa negli come finalizzazione
stimoli allenanti
dell’allenamento
 La programmazione
 La programmazione si
segue sviluppi
lineari con lievi sviluppa con i criteri
variazioni del carico della periodizzazione e
della ciclizzazione
DURATA DEGLI ALLENAMENTI

 Ragazzi  2-3 sedute  durata 100’ circa

 Cadetti  3-4 sedute  durata 100’/120’ circa

 Allievi  4-5 sedute  durata 120’ circa

 Juniores  5/6 sedute  durata 120’/150’ circa


DISTRIBUZIONE DEI MEZZI DI
ALLENAMENTO (SETTORE CORSE)
Mezzi che possono coesistere:
1) Lavoro di forza  poi balzi nelle varie forme
2) Lavoro di forza  poi sprint su brevi distanze (10-20-30 m),
brevi accelerazioni, utilizzo di progressivi con scopo di
rodaggio meccanico
3) Lavoro di forza  poi allenamento di resistenza alla velocità
4) Es. di balzi e multibalzi  poi all.di resistenza alla velocità
5) Resistenza veloce  poi capacità lattacida
6) Resistenza veloce  poi potenza aerobica
7) Balzi e multibalzi  poi capacità lattacida
8) Capacità lattacida  poi potenza aerobica con corsa
continua
9) Balzi e multi balzi o prove di sprint con brevi accelerazioni
 poi capacità lattacida
10) Es. ritmiche  poi R.V.
11) Es.  poi resistenza lattacida
12) Traino o salite (F.V.C.)  poi resistenza lattacida
DISTRIBUZIONE DEI MEZZI DI
ALLENAMENTO (SETTORE CORSE)

I mezzi di allenamento che possono


coesistere in una seduta sono diversi, ma
e’ importante non impegnare lo stesso
sistema di produzione di energia
DISTRIBUZIONE DEI MEZZI DI
ALLENAMENTO (SETTORE CORSE)

Mezzi che NON possono coesistere:

1) Esercitazioni ritmiche  poi R.V.


2) Forza  poi resistenza lattacida
3) Resistenza lattacida  poi tecnica o sprint
4) Resistenza lattacida  poi forza
OBIETTIVI DELLA
PROGRAMMAZIONE GIOVANILE

 1° Fase  Ricerca del piacere di correre-saltare-


lanciare, attraverso la comunicazione, la
creatività e l’espressività del movimento ( in
particolare per gli esordienti e la categoria r/i-r/e)
 2° Fase  Ricerca delle sensazioni di corsa-salto-
lancio e delle conoscenze essenziali della tecnica
di corsa-salto-lancio
OBIETTIVI DELLA
PROGRAMMAZIONE GIOVANILE
 3° Fase  Ricerca degli allineamenti del gesto della
corsa-salto-lancio e miglioramento
 per la corsa  delle capacità di velocità e di
resistenza
 per i salti  delle capacità di stacco e di
equilibrio in volo
 per i lanci  delle capacità di lancio abbinando
azioni preparatorie progressivamente più
impegnative come per es. l’utilizzo di una
ritmica ad 1 o più giri nel lancio del martello
 Attraverso esercizi specifici, percorsi e circuiti di
costruzione e di sintesi che favoriscano la strutturazione
ed il controllo del movimento, la distribuzione dello
sforzo e l’individualizzazione della proposta allenante
COME ALLENARE QUINDI
(SETTORE VELOCITÀ)

 Le capacità tecnico-ritmiche e di velocità


 Le diverse manifestazioni della forza muscolare

 La condizione fisica e le capacità di sopportazione e


distribuzione dello sforzo

nelle fasce d’età 12/13/14/15 anni senza


pregiudicarne il loro ulteriore sviluppo futuro?
LE CAPACITÀ TECNICO-RITMICHE
E DI VELOCITÀ
LE CAPACITÀ TECNICO-RITMICHE
E DI VELOCITÀ
LE CAPACITÀ TECNICO-RITMICHE E DI VELOCITÀ
LE DIVERSE MANIFESTAZIONI DELLA FORZA
E LA LORO UTILIZZAZIONE
LE DIVERSE MANIFESTAZIONI DELLA FORZA
E LA LORO UTILIZZAZIONE
LE DIVERSE MANIFESTAZIONI DELLA FORZA
E LA LORO UTILIZZAZIONE
CONDIZIONE FISICA E CAPACITÀ DI SOPPORTARE E
DISTRIBUIRE IN MANIERA OTTIMALE LO SFORZO NELLA
CORSA
CONDIZIONE FISICA E CAPACITÀ DI SOPPORTARE E
DISTRIBUIRE IN MANIERA OTTIMALE LO SFORZO NELLA
CORSA
CONDIZIONE FISICA E CAPACITÀ DI SOPPORTARE E
DISTRIBUIRE IN MANIERA OTTIMALE LO SFORZO NELLA
CORSA
CONSIGLI PER L’ORGANIZZAZIONE
DELLE SEDUTE DI ALLENAMENTO
NELLE CATEGORIE R/I-R/E E C/I-C/E
Sarebbe opportuno inserire una fase di riscaldamento
piuttosto variata e ricca di mezzi alfine di mantenere alta
l’attenzione ed evitare ripetizioni monotone e stereotipate
1) Corsa continua a ritmo uniforme e moderato
2) Abbinamenti di corsa, marcia e andature
3) Abbinamenti di corsa senza hs. e corsa con hs.
4) Uso della cordella
5) Utilizzo di andature coordinative
6) Giochi sportivi
7) Utilizzo di es. di stretching e mobilità articolare
con hs.
FASE DI RISCALDAMENTO

All’inizio del riscaldamento:


1) esercizi per la parte organica e
muscolare
2) esercizi per lo sviluppo della
coordinazione e l’abilità generale
(sfruttare lo stato di freschezza
nervosa)
FASE CENTRALE
Nella fase centrale della seduta di allenamento si sceglie il
tipo di lavoro che vogliamo puntualizzare meglio

1) Lavori di potenziamento muscolare


2) Lavori di resistenza a) Alattacida
Anaerobica
b) Lattacida
c) Aerobica

3) Lavori di apprendimento della tecnica delle singole


specialità con attenzione all’utilizzo dei metodi di
insegnamento adeguati  proposte efficaci
FASE CENTRALE

 Utilizzare
giochi-circuiti-percorsi-schede di
valutazione qualitativa

 Evitare
pause di inattività troppo prolungate
(aumentare la densità del lavoro)
LAVORI DI POTENZIAMENTO
MUSCOLARE
VARIAZIONI NEL TEMPO
Dal preatletismo generale al preatletismo specifico

 A carico naturale

 Uso di leggeri sovraccarichi (cinture e/o


cavigliere zavorrate)

 Uso dei bilancieri


LAVORI DI POTENZIAMENTO
MUSCOLARE
VARIAZIONI
METODOLOGICHE
 Far gravare sul settore muscolare da rafforzare, una
sempre maggior entità del peso del corpo
 Disporre in maniera più sfavorevole le leve corporee
utilizzate
 Aumentare la velocità d’esecuzione

 Accrescere il numero delle ripetizioni, eventualmente


riducendo quello delle serie, quando le prime
raggiungano valori molto elevati
LAVORI DI RESISTENZA
 Resistenza alattacida Prove da 30 (max 10-15)
a 60-80 m (rispettivamente 8-6)

In questa fascia d’età vi è una


ridotta attività degli enzimi che
sostengono questo fenomeno
energetico

 Resistenza lattacida poche prove (max 2-3 alla


settimana), con pause ampie e
su distanze dai 150 ai 1000 m

da iniziare 30-40 giorni


dopo l’inizio della
preparazione
LAVORI DI RESISTENZA
 Resistenza aerobica
Corsa continua a ritmo blando ed uniforme  per la
capacità aerobica
1) Corsa continua a ritmo uniforme veloce
2) Corsa continua progressiva
3) corsa con variazioni di velocità
4) Prove frazionate su distanze comprese fra i 300 m ed i
1000 m  per la potenza aerobica
RESISTENZA AEROBICA
12/13/14/15 anni
1) Effetti positivi su sistema cardiovascolare e
respiratorio
2) Rinforzo di tendini-muscoli-legamenti
3) Abitudine alla fatica

Raggiunta un’autonomia di 30’/40’


 si diminuiscono i km e si aumenta la velocità
corto veloce
migliorare gradualmente la velocità di percorrenza
Graduale inserimento di
 corsa progressiva
 con variazioni di velocità
 con prove frazionate
LAVORI DI APPRENDIMENTO DELLA
TECNICA NELLE SINGOLE SPECIALITÀ
IMPORTANTE
 Riuscire a collegare i miglioramenti che vengono
realizzati nelle capacità di forza, alle capacità tecnico-
ritmiche e di velocità del gesto
 Prevedere quindi un consistente e variato utilizzo di
tutte le esercitazioni che garantiscano un’espressione
veloce della forza
 Trasformare quindi la forza in capacità di eseguire
più velocemente il gesto di gara
 Utilizzo di tutti gli es. speciali e specifici che collegano
fra loro le diverse fasi del passo di corsa
 Conoscenza e perfezionamento delle andature
tecniche proprie di ogni specialità
 Grande utilizzo delle accentuazioni ritmiche (settore
velocità)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
E
BUON LAVORO

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