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Roberto Tllez

Gamma-Cmara
Principi di funzionamento

La scintigrafia e una tecnica della medicina nucleare che


permette la misura in vivo della concentrazione locale di
radiofarmaci che emettono raggi singoli. Si tratta dunque di una
tecnica di imaging in emissione. Infatti, al contrario delle
cosiddette tecniche in trasmissione, come la radiografia a raggi
X o la TC, dove i fotoni vengono emessi da una sorgente esterna
e vengono rivelati dopo aver attraversato il corpo in esame, nella
scintigrafia i fotoni vengono emessi in seguito al decadimento
di un radioisotopo presente allinterno del corpo stesso. Nel
decadimento , un nucleo eccitato passa a uno stato a minore
energia emettendo una radiazione elettromagnetica sotto forma
di un raggio .

Limmagine proiettiva si ottiene misurando il numero


di fotoni N emessi lungo una determinata linea
ovvero:

Tale quantita e chiamata integrale di linea della distribuzione


(x,y,z) lungo la direzione L, che nel nostro caso e data dalla
direzione dellasse dei fori del collimatore.Il fattore k e un
coefficiente di proporzionalita che tiene conto, ad esempio,
dellefficienza del processo di rivelazione. Ponendo, ad esempio,
lasse y lungo questa direzione, lequazione 9.1 si riduce a:

che rappresenta unimmagine bidimensionale in (x,z)


ottenuta proiettando la distribuzione lungo lasse y.

Tipologie di strumentazione
Per limaging a emissione di singolo fotone esistono due modalit di
acquisizione: planare e tomografica:

e possibile acquisire una singola proiezione


della distribuzione del radiofarmaco. Tramite una
tomografia invece possibile rilevare la distribuzione
del radiofarmaco in tre dimensioni, cio visualizzarne la
distribuzione su varie sezioni (fette), a partire da un
insieme di proiezioni planari acquisite a vari angoli di
rotazione attorno al paziente.
Scintigrafia:

SPECT: La tecnica di imaging tomografico a emissione


di singolo fotone viene chiamata SPECT. Entrambe
queste tecniche di acquisizione sono utilizzate nella
pratica clinica. Sebbene le tecniche di scintigrafia e
SPECT siano diverse nella modalit di acquisizione, il

La gamma-camera convenzionale
Nella sua forma convenzionale, una gamma-camera consiste in un
collimatore, in una lastra di un cristallo scintillatore accoppiato
otticamente a un insieme di fotomoltiplicatori, e in una elettronica di
lettura e acquisizione dei dati. Tale assieme viene solitamente
chiamatotesta di rivelazione. I vari componenti della gammacamera sono di seguito descritti.
Il cristallo scintillatore (o piu semplimente scintillatore) e la parte
attiva del processo di rivelazione dei raggi . Nellattraversare lo
scintillatore, alcuni raggi gamma passano, mentre altri interagiscono
una o piu volte col materiale, depositando tutta o parte della propria
energia. La probabilita che un raggio di energia nota E interagisca
con uno scintillatore di un dato materiale dipende dallo spessore del
materiale attraversato e dal coefficiente di attenuazione lineare (E).
Tale probabilita e data dalla seguente relazione che esprime il numero
N(x) di fotoni che riescono ad attraversare uno spessore x di materiale,
dato il numero N0 di fotoni incidenti:
Il valore di (E) dipende dal numero atomico Z e dalla densita del
materiale stesso e dallenergia E del fotone. Tale valore risulta
solitamente tabulato in termini di (E)/ (coefficiente di attenuazione
massico, espresso in cm2/g o in m2/kg).

Il fotorivelatore
Una volta che lo scintillatore ha prodotto il lampo di luce, questo deve
essere rivelato in modo tale da misurarne lenergia totale (che si
assume essere pari allenergia persa dal fotone incidente) e la posizione
dellinterazione. Sebbene da allora ci siano stati notevoli progressi
nellaffinamento del metodo, il principio di funzionamento e ancora
quello da lui proposto, al punto da denominare tale rivelatore Anger
camera. Il sistema di fotorivelazione della Anger camera consiste in un
insieme di fotomoltiplicatori disposti su una griglia regolare a base
esagonale e accoppiati otticamente al cristallo scintillatore attraverso
opportune colle ottiche. Nelle prime versioni di Anger camera i
fotomoltiplicatori erano di forma circolare, mentre oggi per
massimizzare la raccolta della luce si utilizzano fotomoltiplicatori a
sezione esagonale (Fig. 9.1).

Ogni
fotomoltiplicatore
fornisce
un
segnale
elettrico
proporzionale alla quantita di luce che lo ha raggiunto. Il
fotomoltiplicatore puo essere descritto come un tubo a vuoto con
una finestra di ingresso trasparente. Su questa e depositato un
materiale che libera elettroni in corrispondenza
dellinterazione con un fotone luminoso (fotocatodo). Lelettrone
emesso con tale meccanismo e detto fotoelettrone (Fig. 9.2).
Lefficienza di questa conversione (ovvero la frazione di elettroni
prodotti rispetto al numero di fotoni che hanno raggiunto il
fotocatodo) e detta efficienza quantica e nei moderni
fotomoltiplicatori
vale
circa
20-25%.
Tipicamente
i
fotomoltiplicatori usati in questo tipo di rivelatori hanno una
dimensione di circa 3 di diametro. Gli elettroni prodotti nel
fenomeno di fotoconversione che avviene nel fotocatodo sono
accelerati da una differenza di potenziale applicata allinterno del
fotomoltiplicatore.

Il tomografo SPECT
Un tomografo SPECT e un sistema di imaging che consente la
produzione di immagini che rappresentano la distribuzione del
radioisotopo in tre dimensioni.

Un tomografo SPECT e solitamente costituito da una o piu teste, ciascuna


accoppiata al relativo collimatore, poste in rotazione attorno al paziente. Il
sistema e collegato a un computer che, in questo caso, deve controllare sia
le operazioni di acquisizione dei dati che il movimento di rotazione dei
rivelatori stessi. Esistono due modi di rotazione solitamente utilizzati in
SPECT. Il primo e detto a rotazione continua, mentre laltro e il cosiddetto
step-and-shoot. Nella modalita in rotazione continua i rivelatori sono ruotati
a velocita costante intorno al paziente e i dati sono poi raggruppati in un
numero finito (tipicamente 64 o 128) di valori angolari (proiezioni). Nella
modalita step-and-shoot il moto di rotazione si ferma a varie posizioni
angolari (corrispondenti agli angoli per i quali si vuole acquisire una
proiezione) e rimane fermo finche i dati non sono stati acquisiti per poi
passare a un angolo successivo.

In Figura 9.5 sono mostrate le configurazioni delle teste di


rivelazione SPECT piu comuni: A) testa singola, B) due teste
opposte, C) due teste a 90 e D) tripla testa. Solitamente, i
tomografi a due teste hanno la possibilita di variarne la posizione
nelle configurazioni B) e C). Cio risulta utile quando si utilizza la
SPECT come sistema di imaging planare per ottenere
simultaneamente proiezioni antero-posteriori (B) o antero- laterali
(C). Si noti che nei casi A) e B) unacquisizione tomografica
completa puo essere ottenuta solo ruotando i rivelatori di 180,
mentre nel caso C) sono sufficienti
90 e nel D) 60. Per ottenere un campionamento migliore
dellintero campo di vista, si preferisce solitamente acquisire una
stessa direzione di volo dai raggi lungo entrambi i versi, cosi da
mediare gli effetti di attenuazione dei raggi nel corpo (di questo
parleremo piu in dettaglio nella sezione dedicata). Per le varie

I collimatori
I collimatori sono solitamente classificati in base al materiale di
costruzione, alla geometria, e alla forma e dimensione dei fori.
Materiali di costruzione
i collimatori sono solitamente costruiti con materiali ad alto
assorbimento per i raggi . In particolare, si prediligono i
materiali che presentano unelevata probabilita di interazione
fotoelettrica rispetto alla possibilita di interazione per diffusione
Compton. Nella pratica si scelgono materiali ad alto numero
atomico Z e ad alta densita . I materiali piu comuni sono leghe
di piombo (Z = 82, = 11,3 g/cm3). Altri possibili materiali sono
leghe di tungsteno (Z = 74, = 19,4 g/cm3) oppure oro (Z = 79,
= 19,3 g/cm3). Questi ultimi materiali sono comunque meno
utilizzati del piombo, a causa della difficolta di lavorazione del
tungsteno e, rispettivamente, del costo delloro.
Geometrie dei collimatori
La geometria del collimatore definisce la condizione geometrica di
accettanza dei fotoni incidenti sulla gamma-camera. Esistono vari tipi
di collimatori, tra i quali e possibile citare: i collimatori a fori paralleli,
a fori convergenti o divergenti, e quelli a pin-hole.

Collimatori a fori paralleli


Un collimatore a fori paralleli consiste in un blocco di materiale in
cui sono praticati dei fori paralleli tra loro e perpendicolari al
rivelatore. Si tratta della geometria piu comunemente usata nella
strumentazione, in quanto fornisce ampi campi di vista e
restituisce una proiezione in dimensioni reali della distribuzione di
attivita allinterno del paziente.
I fori sono solitamente realizzati in tre forme: esagonali in una
griglia esagonale, circolari su una griglia esagonale, e quadrati in
una griglia quadrata (Fig. 9.6). Tipicamente la struttura del
collimatore e periodica, per cui le caratteristiche del collimatore
sono univocamente determinate a partire, oltre che dallo
spessore dei fori stessi, anche dalla loro forma, dimensione e
separazione. La dimensione dei fori e solitamente indicata con il
diametro D.

I tipi piu comuni di collimatori a fori paralleli sono classificati


come:
LEHR (Low Energy, High-Resolution): si utilizzano con radioisotopi
che emettono raggi di bassa energia per ottenere unelevata
risoluzione spaziale sacrificando la sensibilita;
LEAP o LEGP (Low Energy, All Purpose o General-Purpose): si
utilizzano con radioisotopi che emettono raggi di bassa energia per
ottenere un compromesso ottimale tra risoluzione spaziale ed
efficienza;
MEAP o MEGP (Medium Energy, All Purpose o General-Purpose): si
utilizzano con radioisotopi che emettono raggi di energia intermedia
per ottenere un compromesso ottimale tra risoluzione spaziale ed
efficienza;
HEAP o HEGP (High Energy, All Purpose o General-Purpose): si
utilizzano con radioisotopi che emettono raggi di alta energia per
ottenere un compromesso ottimale tra risoluzione spaziale ed
efficienza.
I collimatori classificati come LE (Low Energy) sono solitamente
consigliati per 57Co (122 keV), 123I (159 keV), 99mTc (140 keV), e
201Tl (da 69 a 81 keV); i collimatori ME sono utilizzati per 67Ga (93
keV, 184 keV e 296 keV), e 111In (172 keV e 247 keV), mentre i
collimatori HE sono utilizzati, ad esempio, per 131I (284 keV e 364
keV).

La SPECT/TC
Nella trattazione finora effettuata abbiamo trascurato gli effetti
di attenuazione dei raggi emessi dal corpo. Questi vengono
attenuati secondo legge esponenziale espressa dallEquazione
9.3. Ad esempio, il radionuclide 99mTc, che risulta quello
maggiormente utilizzato nelle tecniche a emissione di singolo
fotone, emette raggi con una energia
di 140 keV. Questi hanno un coefficiente di attenuazione
lineare nellacqua (H2O) pari a circa 1,53 . 10-1 cm-1,

Risulta dunque evidente che, nel caso della SPECT, leffetto di


attenuazione e non trascurabile. Ad esempio, nellattraversare
il corpo umano (circa 40 cm di diametro) si puo avere un
effetto di attenuazione fino a un fattore di circa 450.
Considerando lattenuazione, lEquazione 9.2 dellintegrale di
linea diventa:

dove L e la linea lungo la quale viene misurata (integrata) lattivita


(x,y,z), L e la linea effettivamente attraversata da un fotone emesso
dal punto P(x,y,z) e diretto lungo la linea L, mentre (x,y,z, E) e il
valore locale del coefficiente di attenuazione lineare per i fotoni di
data energia E (Fig. 9.9). Risulta dunque chiaro che, per ottenere la
distribuzione dellattivita, cioe per poterne dare una stima
quantitativa, e necessario conoscere a priori la distribuzione dei
coefficienti di attenuazione lineare per quella data energia.

Rilevatori a semiconduttore
La tecnologia dei rivelatori a semiconduttore sta lentamente
trovando una valida applicazione nel campo degli strumenti
dedicati per medicina nucleare. Infatti, i requisiti di un rivelatore
ottimale per la SPECT (alta risoluzione spaziale, alta risoluzione
energetica e buona efficienza per raggi di media energia) sono
soddisfatti solo in parte dai rivelatori basati su scintillatori e
fotomoltiplicatori.
Questi rivelatori sono attualmente disponibili in dimensioni
relativamente piccole rispetto alle dimensioni di una gammacamera, ma proprio grazie alla loro compattezza e modularita ben
si adattano alla costruzione di strumenti di imaging dedicati.
Principio di funzionamento
Il principio di rivelazione di raggi di energia inferiore a 1 MeV da
parte di un rivelatore a semiconduttore consiste nella conversione
diretta dellenergia del fotone incidente in un certo numero di
coppie elettrone-lacuna che, una volta trasportate al relativo
elettrodo, rappresentano una carica elettrica misurabile, la cui
intensita e proporzionale allenergia
del fotone incidente.

Nei dispositivi a semiconduttore questa e solitamente pari a 3-5 eV/coppia


e-h. Ad esempio, nel materiale CdTe (Tabella 9.1) un fotone da 100 keV puo
generare un numero medio di 23 000 coppie e-h. In un rivelatore a
semiconduttore la carica prodotta viene raccolta da una coppia di elettrodi,
posti a una certa differenza di potenziale, generando cosi un segnale
elettrico misurabile attraverso unopportuna elettronica di lettura.

Rivelatori a CdTe e CdZnTe


Il CdTe e il CdZnTe sono i tipici materiali semiconduttori utilizzati per la
realizzazione di rivelatori per applicazioni in medicina nucleare. Grazie
alle loro caratteristiche (Tabella 9.1), possono essere utilizzati per
costruire gamma-camere compatte e molto leggere che ben si
adattano a casi particolari e dedicati a organi specifici (ad esempio,
mammella o cuore). Tuttavia, e ancora difficile ottenere dei rivelatori di
grandi dimensioni, superiori ai 20 cm di lato. Per ottenere sistemi dotati
di un campo di vista sufficiente e dunque necessario assemblare piu
rivelatori tra loro.
Lottima risoluzione energetica, unita alla buona frazione di
interazioni per effetto fotoelettrico, consente unelevata capacita di
scartare gli eventi di diffusione Compton che avvengono nel
paziente, con la conseguenza di migliorare il rapporto segnalerumore nellimmagine finale.

Riferimenti
Bibliografici
AAPM Report n. 52 (1995) Quantitation of SPECT Performance. American
Institute of Physics, Madison
Knoll GF (2000) Radiation detection and measurement, 3rd edn. John
Wiley & Sons, New York
Madsen MT (2007) Recent advances in SPECT imaging. J Nucl Med
48:661-673
NEMA Standards Publications NU-1 2007 (2007) Performance
measurements of gamma-cameras. National Electrical Manufacturers
Associations, Washington
Webb S (1988) The Physics of Medical Imaging. IoP Publishing, BristolPhiladelphia

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