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Nel vento C qualcosa nel vento.

Forse perch oggi il ventisette gennaio, il giorno della Shoah; continuano a dirlo in tiv e alla radio, dappertutto, anche a scuola. Ma c qualcosa nel vento, che la semplice data non mi spiega. Mio bisnonno, che secondo mamma era la mia anima gemella in questo mondo, morto nella Seconda Guerra Mondiale. Non posso quindi contestare ci che dice mamma, ma comunque penso che sia la verit, ogni volta che ne parla ha le lacrime agli occhi, quelle lacrime che ti fanno sapere per certo: gli voleva davvero bene. A me fanno pensare anche: perch non lho conosciuto? Durante la Seconda Guerra cera un uomo di nome Hitler. Quel uomo pensava di essere superiore, e non nel modo in cui lo penso io, qualche volta a scuola. E sempre quel uomo voleva prendere il posto della selezione naturale della specie. Addio teorie di Darwin. Sono le sette e quarantatre del mattino, adesso esco da casa e mi incammino verso scuola. C qualcosa nel vento, e non sono gli uccelli che volano spensierati. Nella mia testolina Hitler come una macchia dolio su un cappotto gi sporco di suo. Mio bisnonno invece una parte pulita del tessuto. Sono quasi arrivata, ma il dilemma del vento non lho ancora risolto. Quando avevo sette anni, andavo speso in campagna mi sentivo veramente libera di fare di tutto, perch era un mondo piccolo e semplice. Ora che ci penso per, anche l cera qualcosa nel vento. Un giorno arriv il postino con un foglio simile a un diploma. E se non minganna la memoria, era proprio qualcosa di simile. Allora non capii le lacrime di mamma e del nonno, nel leggere quel foglio giallo-ocra. Adesso lo capisco. Erano tristi, ma io quando lho capito ho pianto per la frustrazione e perch ero arrabbiata. Che uso o soddisfazione pu trarre una persona da un attestato di partecipazione alla guerra e un ringraziamento per la vita data? Quella persona morta, non serve ricordarlo, ne tantomeno ringraziarlo con sontuosit. Tanto non credo che egli lo possa vedere e apprezzare. Quella persona mio bisnonno e non mimporta che sia morto combattendo valorosamente: il punto che morto. morto un uomo che prima conduceva una vita semplice e piena di armonia, un uomo che amava la natura e gli animali con reale passione e dedizione. Prima di morire perse una gamba e cos lo portarono ad Auschwitz. Seppur in fin di vita, e con un arto in meno, fu torturato e poi ucciso, o lasciato morire, per quanto ne so. E non voglio neanche pensare a quel che ne fecero di lui dopo. E allora, sapendo questo e pur essendo una timorata di Dio, consapevole e desiderosa dellinferno, non mi faccio nessuno scrupolo nel pensare che se ne avessi avuto la possibilit avrei infierito le stesse pene a

Hitler, non dico godendomela, perch non sono una psicopatica, ma gustandomi le lacrime che mi avrebbero rigato il viso. So che post-vendetta non ci si sente meglio, ma ribadisco, lo avrei fatto comunque. Eccomi a scuola c ancora quella cosa nel vento. Ma adesso ho capito che sta cercando di calmarmi. E ci sta riuscendo. Rimane solo una dolce malinconia e unamara impotenza.

Sar mio bisnonno che mi sussurra. Non smettere di ricordare, anche se fa male.

Vorrei permettermi di dedicare veramente questo racconto-confessione al mio bisnonno, una persona straordinaria che rimpiango ogni giorno di non aver conosciuto. Questa la sua storia.

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