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Venerd, 8 giugno 2012 www.nuovasocieta.

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Sommario
Strane incertezze del Pd sulla Repubblica Presidenziale di Diego Novelli...............................pag.1 Profumo e il merito a numero chiuso di Alessandro Ferretti.......................................................pag.2 L'oscurit di Giovanni Vantaggiato di Andrea Doi.......................................................................pag.3 Il Pdl vuole le primarie. Ma chi ha il coraggio di sfidare il Cavaliere di Giulia Zanotti.............pag.4 Il camerata Alemanno ci riprova: dopo Ordine Nuovo e i Nar, ora spazio alla X Mas di Lorenzo Garau............................................................................................................................................pag.5 Terremoto: liberatoria per tornare al lavoro? Una barbarie di Cesare Damiano......................... pag.5 Pd, ora basta con chi gufa dall'interno di Giorgio Merlo.............................................................pag.6 Punire i corvi e salvare chi fornisce l'esca di Vittorino Merinas..................................................pag.7

Strane incertezze del Pd sulla Repubblica Presidenziale


di Diego Novelli Nell'aula di Palazzo Madama i senatori della nostra Repubblica si accingono a discutere il progetto di legge elaborato da una commissione ristretta (extraparlamentare) per una modestissima riduzione del numero dei parlamentari, per distinguere i ruoli tra Senato e Camera, per cambiare la legge elettorale vigente, accrescendo i poteri del presidente del Consiglio. Questo progetto di legge stato definito dall'onorevole Salvatore Vassallo, deputato del Pd noto costituzionalista, un minestrone. Ci non bastasse nei giorni scorsi Silvio Berlusconi con uno dei suoi soliti colpi di teatro ha proposto una riforma costituzionale per trasformare la forma della nostra Repubblica, da parlamentare a presidenziale. Il suo fido autoparlante Angelino Alfano, che ha fatto parte della commissione extraparlamentare presieduta da Luciano Violante e che ha partorito il progetto di legge, ha immediatamente elaborato un emendamento per inserire la trovata del Cavaliere. Due sono i fatti piuttosto sconcertanti accaduti nelle ultime ore. 1) tre senatori del Pd, Ceccanti, Morando e Tonino hanno gi dichiarato il loro consenso all'emendamento Alfano, senza che il segretario del loro partito si dissociasse dell'iniziativa, come 1

ha fatto invece con l'onorevole Fassina per le elezioni anticipate. 2) Violante da parte sua si limitato a dire che tale proposta, cio l'elezione diretta del presidente della Repubblica non possibile inserirla nel progetto di legge in discussione "semmai se ne potr parlare nella prossima legislatura". In queste ore si rifatto vivo l'onorevole Augusto Barbera, ai tempi del PCI, soprannominato "la fattucchiera delle riforme istituzionali", diventando uno dei protagonisti della famigerata Bicamerale, presieduta da Massimo D'Alema.

Profumo e il merito a numero chiuso


di Alessandro Ferretti Le anticipazioni non lasciano spazio a dubbi. Il ministro Francesco Profumo imbocca la strada dell'"eccellenza" per riformare scuola e universit, introducendo premi riservati al 5% degli studenti e al 20% dei docenti pi "meritevoli". Alle accuse di elitarismo ha risposto: "Dare un riconoscimento a chi eccelle vuol dire mettere i meritevoli al traino dell'intera classe e innalzare il livello medio". Sembra vero: ma lo ? Lasciamo da parte gli evidenti problemi di classificare le persone e proviamo a pensare: cosa succede all'ambiente di studio e di lavoro se i premi sono riservati al massimo a uno studente su venti e a un docente su cinque? Oggi nella mia facolt il clima sostanzialmente collaborativo. Lo studente che perde una lezione o che non afferra un concetto sa di poter contare anche sui compagni di corso per avere appunti e delucidazioni. A Fisica Beach (il cortile dell'istituto) gli studenti studiano e ripetono in gruppo, apprendendo dialetticamente i concetti e il modo migliore per esprimerli. Se un docente rileva un corso riceve in dote dal predecessore il suo prezioso materiale didattico, affinato da anni di esperienza. Nella ricerca la collaborazione pratica comune: se ho bisogno di informazioni su una tecnica di misura so che i colleghi mi trasmetteranno competenze che sono frutto di anni di impegno e fatica, permettendomi di lavorare in condizioni ottimali. Ma ecco che arrivano gli esclusivi e profumati premi a mettere i pi collaborativi in conflitto di interessi. Lo studente che insiste nel condividere la sua bravura si d la zappa sui piedi: gli altri, grazie al suo aiuto, potrebbero passargli davanti in classifica e fargli perdere l'accesso (riservato al top 5%) alle assunzioni agevolate da sgravi fiscali. I docenti che continuano ad essere disponibili rischiano di aiutare i colleghi ad entrare al loro posto nel 20% che si intasca i soldi.. di certo non un incentivo a fare squadra! Il problema che il "merito a numero chiuso" non ci mette in competizione con noi stessi, ma l'uno contro l'altro: essere corretti e collaborativi diventa un lusso, che molti non potrebbero permettersi. La rottura del clima di collaborazione ha poi inevitabili ricadute su didattica e ricerca. Invece di sfruttare le sinergie si viene indotti all'individualismo: inoltre escludere a priori i quattro quinti dei docenti dalla premialit sar demotivante per molti, e per una buona didattica e ricerca la motivazione semplicemente indispensabile. A conferma della perniciosit dell'idea, per quel poco che so questa pratica non molto diffusa nel settore privato: a chi lavora per obiettivi viene dato semplicemente un traguardo da raggiungere. Superando il traguardo ottengono il premio, a prescindere dalla prestazione dei colleghi, ed puro buonsenso: si evita che impieghino buona parte del tempo a farsi le scarpe tra di loro! Come possa un ex-professore ed ex-rettore proporre un meccanismo cos controproducente un mistero. Guardando il contesto si direbbe che questa follia non sia casuale: di certo ci divide tra "premiati" e "mazziati", e gli antichi romani ci insegnano che dividere il il primo passo per comandare. Il merito a numero chiuso spinge l'universit pubblica, in un precipizio fatto di guerre intestine che ne degraderanno la qualit, giustificando a posteriori il processo di 2

dismissione/privatizzazione: alla faccia dell'utilit pubblica e della ricerca di base. Profumo fa pendere di fronte al nostro naso la carota, ben sapendo che in questo modo si guidano gli asini. La speranza una sola: che studenti e docenti rispediscano la carota avvelenata al mittente salvando, come sempre dal basso, la scuola e l'universit italiana e con esse qualcosa di pi importante. E' ormai chiaro che nel mirino dei predicatori della meritocrazia c' un intero modo di vivere: la vita sociale, collaborativa, affettiva, empatica e solidale. In una parola: la vita umana.

L'oscurit di Giovanni Vantaggiato


di Andrea Doi Continua a dire di non avere complici, di aver ideato e realizzato tutto da solo. Giovanni Vantaggiato, 68 anni di Copertino, in Salento, il reo confesso attentatore di Brindisi, avrebbe avuto al suo fianco solo l'odio, mentre trasportava, piazzava e faceva saltare in aria le tre bombole di gas. Quando ha ucciso Melissa Bassi, 16 anni e ferito altre cinque studentesse era insieme al suo rancore, contro il mondo, contro quella malagiustizia che secondo il suo punto di vista non gli avrebbe dato soddisfazione in un contenzioso. Accecato dal suo lato oscuro. In passato sul territorio c'erano stati due episodi inquietanti. Due esplosioni, sempre lo stesso obiettivo, un benzinaio, che se l' cavata con qualche escoriazione e graffio. Si indaga ancora per capire se le vicende, di qualche anno fa, siano collegate tra di loro e con le bombe alla "Morvillo Falcone". Anche se alla base di tutto ci sarebbe una sentenza, del 19 aprile di quest'anno, relativa ad una storia di truffa, ad oltre trecento mila euro in fornitura di carburante finite sul groppone dell'autore della strage, dipendente di un deposito di carburanti intestato alla moglie. Qualcuno invece parla di assegni. Ancora troppi dubbi. Nonostante Vantaggiato, padre di due figlie, abbia "vuotato il sacco". Anche sul movente non ci sono certezze. veramente una vendetta contro i giudici? Davvero si voluto colpire la scuola solo perch il Tribunale brindisino era troppo protetto? Lo dovevo fare ripete dopo nove ore di interrogatorio, come un macabro mantra,il presunto attentatore. Poi ha firmato il verbale, ha aspettato che gli notificassero lo stato di fermo di polizia ed stato "accompagnato" nel carcere di Lecce. La caccia a chi era Giovanni Vantaggiato prima che l'oscurit si impadronisse di lui incominciata. Copertino, pi di 24 mila abitanti, invasa dai cronisti e dalle telecamere. Un citt che era conosciuta per il suo santo protettore, San Giuseppe, il "santo dei voli", perch quando entrava in estasi si alzava dal terreno. Non solo. San Giuseppe da Copertino anche il protettore degli studenti. "O san Giuseppe da Copertino, amico degli studenti e protettore degli esaminandi, vengo ad implorare da te il tuo aiuto..." recita l'inizio della supplica a lui dedicata. Chiss se Melissa Bassi e le sue amiche conoscevano anche loro questa preghiera. La grande carovana mediatica si spostata da Brindisi a qui. Qualcuno rimasto a presidiare il Palazzo di Giustizia e la scuola "Morvillo Falcone", per raccogliere le parole di chi fino a ieri sera aveva timore che altre bombe potessero scoppiare e che oggi dopo la notizia del fermo tira un sospiro di sollievo. Altri sono ancora a Lecce, davanti alla Questura, dove hanno bivaccato tutta la notte, in attesa che qualcosa in pi trapelasse dall'interrogatorio fiume. Ma molti sono a Copertino, alla scoperta di chi questo Vantaggiato, fino a poche era fa ignoto a tutti quanti. Eppure di lui da pi di un mese si conosceva il volto, ripreso da quella telecamera istallata su di un chiosco di panini e bibite, a due passi dall'istituto di moda. Quella faccia occhialuta, la giacca blu, le scarpe casual, quel braccio rigido, forse offeso, e la mano in tasca. Poi 3

l'altra, la sinistra, che schiaccia, dopo un attimo di esitazione, il telecomando che aziona il detonatore. Il boato, le urla e calcinaci che volano anche verso il punto in cui, pochi secondi prima, c'era l'attentatore. Tutto filmato. La prima strage italiana registrata attimo per attimo. Neppure questo bastato per gli amanti della dietrologia. Matrice politica, anarchici, mafia, ma anche sicari arrivati dall'estero. Le piste ogni giorno si moltiplicavano, mentre televisione e Rete continuavano a mostrare quei fotogrammi: un uomo solo. Il bastardo stato preso intitolava la versione online di un noto quotidiano. Ecco: il killer per tutti questo. Un bastardo, che ha ucciso vigliaccamente, nascondendosi dietro ad un detonatore. Anche tra gli assassini esistono dei codici d'onore, si dice. E chi piazza le bombe non certo ben visto dai "colleghi" criminali. Vantaggiato ha tenuto botta, usando il gergo, agli inquirenti. All'inizio delle nove ore di interrogatorio non ha collaborato minimamente. I magistrati che coordinano le indagini, Cataldo Motta e Milto De Nozza, e gli investigatori hanno messo sul tavolo i forti indizi in loro possesso. Il filmato, appunto, del chioschetto, ma anche un altro in cui si vede varie volte una Fiat Punto bianca, sua e un'altra utilitaria, forse di propriet della moglie del benzinaio. Intanto la perquisizione nell'abitazione dell'uomo andava avanti. Infine la confessione. l'una di notte quando il capo procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Cataldo Motta, esce dalla questura e annuncia: L'abbiamo preso. Il resto delle sue parole sono coperte dall'applauso dei tanti che erano li davanti. Motta ha spiegato ai giornalisti che Vantaggiato ha confessato durante l'interrogatorio ma che la confessione non soddisfacente, per cui le indagini comunque continueranno per completare il quadro investigativo. La storia non finita. Ora si cercano possibili complici e ulteriori prove. Facendo cos luce dentro a quell'oscurit.

Il Pdl vuole le primarie. Ma chi ha il coraggio di sfidare il Cavaliere?


di Giulia Zanotti C' stato un tempo in cui nel Pdl tutto sembrava chiaro. Nessuna gerarchia da precisare, nessun leader da scegliere. Re Silvio era alla guida del partito e lui decideva chi e come avere al suo fianco. Mentre le elezioni servivano solo a giustificarsi davanti al Paese con la frase "sono gli Italiani ad averci scelti". Ma quanto tempo passato da allora. Cos tanto che oggi anche il Popolo delle Libert apre le sue porte alle primarie per scegliere il nuovo leader. Gi, infatti il segretario del Pdl Angelino Alfano ha presentato un documento diviso in sei punti sull'utilizzo delle primarie. Per il momento si sa poco del documento presentato ai vertici del partito. Le uniche cose che trapelano arrivano dalla bocca dello stesso Silvio Berlusconi: E' uno strumento democratico, un programma forte e costruttivo, spiega il Cavaliere che di sicuro non ha preso bene il calo nei 4

sondaggi che vedono ora il Popolo delle Libert a quota 36 per cento. A quanto pare all'interno del programma troverebbero spazio anche le riforme istituzionali come il presidenzialismo, da sempre nelle mire dell'ex premier. Progetti ambiziosi, dunque. E mentre ci si interroga su chi all'interno del partito avr il coraggio di sfidare Berlusconi ci pensa Ignazio La Russa a spazzare via i dubbi: Alle primarie per la premiership il nostro candidato il segretario del partito Angelino Alfano. La nostra volont far scegliere agli elettori i deputati. Noi vogliamo ripartire dalla gente ha detto il coordinatore del Pdl che in ogni modo non chiude le porte a possibili alleanze. Insomma, nessuna strada sar lasciata intentata pur di riportare il Pdl ai fasti di un tempo.

Il camerata Alemanno ci riprova: dopo Ordine Nuovo e i Nar, ora spazio alla X Mas
di Lorenzo Garau Il sindaco di Roma Gianni Alemanno non perde il vizietto. Dopo aver concesso una sala comunale all'ex terrorista nero di Ordine Nuovo Franco Freda, per la presentazione di un libro, e aver premiato con il microfono d'oro l'ex militante del gruppo di eversione neofascista Gruppi Armati Rivoluzionari, i Nar, Mario Corsi il primo cittadino che non ha mai dimenticato le sue simpatie di estrema destra ha deciso di ospitare nella sala Pietro da Cortona dei Musei capitolini, il 19 giugno, la terza edizione di un premio che celebra la X Flottiglia Mas. Per chi ha poca memoria storica bene ricordare cosa fosse la Decima: dopo l'armistizio dell'otto di settembre del 1943 il comandante Julio Valerio Borghese combatt a difesa di Benito Mussolini e della Repubblica di Sal. Nel nord Italia ancora in molti oggi ricordano le torture e le fucilazioni che videro come protagonisti le camicie nere di Borghese. Non solo. Non un mistero che dalla strage di Portella delle Ginestre avvenuta il primo maggio 1947, alle bombe sui treni, nelle piazze e a un tentativo di colpo di stato dietro le quinte ci fossero uomini che in qualche modo avessero avuto a che fare con questo reparto speciale della regia marina. Il premio, come detto giunto alla terza edizione, intitolato al comandante Bartolo Gallitto e l'ausiliaria scelta Raffaella Duelli. L'anno scorso venne organizzato dall' "Associazione combattenti X Flottiglia Mas", "Armata silenti" e "Campo della memoria" e sempre ospitata dal Comune in piazza Campidoglio. A differenza della presentazione del libro di Freda, che dopo le polemiche venne annullata, per il momento Alemanno non fa passi indietro nonostante l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia abbia chiesto ufficialmente che la premiazione non venga effettuata. Insomma, come detto il sindaco di Roma coerente al suo passato e alla celtica d'oro che porta al collo. E grazie a lui anche la X Mas si riesce a ritagliare il suo bel spazio istituzionale.

Terremoto: liberatoria per tornare al lavoro? Una barbarie


di Cesare Damiano Come se non bastasse tutto quello che accaduto, adesso abbiamo anche l'invenzione della liberatoria. Siamo rimasti di stucco nell'apprendere che un'azienda del modenese pretende di far sottoscrivere ai propri dipendenti un documento che la solleva da ogni responsabilit circa le 5

eventuali conseguenze che potrebbero derivare, durante l'attivit lavorativa, in seguito a nuove scosse sismiche. Si tratta di una scelta grave e inaccettabile, una vera barbarie del lavoro che va respinta con decisione. Il punto da cui partire dovrebbe essere, invece, quello della messa in sicurezza dei capannoni industriali dopo la catena di morti sul lavoro che si verificata nelle scorse settimane.

Pd, ora basta con chi gufa dallinterno


di Giorgio Merlo Diciamocelo sottovoce ma con franchezza. I sondaggi danno il Pd in crescita malgrado le enormi difficolt e le imponderabili contraddizioni dell'attuale momento politico e, paradossalmente, all'interno del partito, non mancano le voci, sempre pi numerose, di chi lavora alacremente per offuscare, se non per sfregiare, l'immagine e la credibilit del partito stesso. Prima c' chi invoca, di nuovo e per l'ennesima volta, la necessit di andare subito al voto e cacciare al pi presto Monti. Non si sa se per arrivare prima al Parlamento ovviamente da parte del proponente - o per una reale esigenza del paese. Poi c' chi sottolinea, altrettanto stupidamente, che il Pd un partito "aperto", e quindi "contendibile" e quindi "scalabile". Tradotto per i non addetti ai lavori: un partito che si pu distruggere da subito. Anzi quasi si auspica questa soluzione. Infine ci sono coloro che, attraverso la famosa e ormai indecifrabile parola "modernizzazione", attaccano a giorni alterni il gruppo dirigente, in particolare il segretario, reo di non parlare solo di primarie, democrazia partecipata ecc. ecc. Insomma, un modo come un altro per indebolire indirettamente il Pd ed esporlo quotidianamente al linciaggio mediatico da parte dei professionisti del nuovismo. Ormai in costante crescita e sempre propensi, come accade puntualmente in Italia, ad andare in soccorso del potenziale vincitore. Ieri Berlusconi, oggi Grillo. Ma, per fermarsi al Pd, forse giunto il momento di richiamare alcuni paletti che sono e restano fondamentali se si vuole percorrere la strada di un partito che punta a governare il paese dopo l'archiviazione di una lunga ed anomala stagione politica, quella dominata dal berlusconismo appunto. Innanzitutto, senza una profonda unit del partito - di questo partito - ogni altra ipotesi per ridare credibilit alla politica, dignit ai partiti e rilevanza a chi governa nuovamente destinata a cadere nel vuoto creando ulteriore disillusione e distacco con la cosiddetta opinione pubblica. Del resto, l'unit del partito non la riproposizione di un rinnovato centralismo democratico n la scimmiottatura dei partiti a sfondo padronale e piegati ai voleri e ai desideri del guru, del comico e o del capo indiscusso di turno. Che si tatti di Berlusconi, o di Grillo, o di Vendola o di Di Pietro poco importa. Il profilo sempre quello e le concrete modalit di comportamento sono sempre le stesse. Cio, chi dissente pubblicamente viene emarginato se non cacciato e chi mette in discussione la leadership invitato a farsi da parte. No, l'unit del partito , molto pi semplicemente, la capacit di ricondurre a sintesi il confronto aperto che avviene nel partito e senza esporlo quotidianamente ad uno stillicidio di dichiarazioni e di prese di posizione l'una in contrasto con l'altra e sempre tese, purtroppo, a indebolire la credibilit e l'autorevolezza del gruppo dirigente. In secondo luogo persin patetico il tentativo di inseguire, e di cavalcare, tutte le parole d'ordine 6

demagogiche e populiste che serpeggiano nella societ. Come se, per apparire pi moderni e pi nuovi degli altri, ci sia l'eterno bisogno di contestare e di "processare" tutto ci che appartiene al passato. Anche se recente. Dimenticando il detto del vecchio Nenni che "c' sempre un puro pi puro che ti epura". E, oltretutto, che un partito di governo che si piega supinamente al vento della demagogia e della irresponsabilit destinato, prima o poi, a manifestare la sua radicale inadeguatezza a svolgere proprio quel ruolo di governo del paese che pubblicamente rivendica. In ultimo luogo, bene ricordare che la "pluralit" del Partito democratico non pu trasformarsi in quello che comunemente viene definito come un "casino". La "pluralit" era e resta una specificit di questo progetto politico e va conservata come una ricchezza culturale che ha contribuito a dar vita ad un partito superando vecchi steccati e ormai vecchie ed antiquate contrapposizioni. Ma se questa si trasforma in una permanente e costante radicalizzazione di posizioni, oltre ad offrire una immagine confusa e perdente si consolida la convinzione che quel partito, cio il Pd, di fatto incapace a reggere l'urto del governo e della sintesi progettuale. Ecco perch in questi mesi, proprio in questi mesi, si gioca la capacit di questo grande partito popolare, democratico e interclassista di confermarsi anche come un autentico partito di governo. Non in balia degli eventi ma capace, semmai, di leggere gli eventi e di saperli governare. Senza demagogia e senza avventurismi.

Punire i corvi e salvare chi fornisce l'esca


di Vittorino Merinas "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, poich siete come sepolcri imbiancati che all'esterno appaiono belli a vedersi, dentro invece sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine. Cos anche voi all'esterno apparite giusti davanti agli uomini, ma nell'interno siete pieni di ipocrisia e d'iniquit" Difficile, scorrendo le notizie di questi giorni sul Vaticano, non rifarsi al Ges che, con rara violenza, si scaglia contro chi alle leggi dell'ebraismo faceva mostra di rigoroso ossequio, ma ne dimenticava l'anima. Una serie di inappellabili condanne che quanti indossano le sacre tonache dovrebbero ripetersi ad ogni levar del sole. Non c' bisogno di particolari su quanto sta avvenendo nello staterello papale. I quotidiani ne riferiscono con abbondanza. Rivalit tra pezzi da novanta della curia, lotte per mettere le mani sul sacro forziere dello IOR, fazioni contrapposte che si posizionano in vista del prossimo conclave, insofferenza nei confronti del cardinale Bertone teso al predominio nella curia e al protagonismo politico a scapito della CEI... Un reticolo di machiavelliche operazioni di potere che ha gi le sue vittime illustri. monsignor Carlo Vigan spedito nunzio a Washington ed Ettore.Gotti Tedeschi licenziato in tronco. L'uno direttore e l'altro presidente dello IOR cui avevano tentato di restituire dignit dopo decenni di intrallazzi finanziari e affarismi senza scrupoli. Una medievale giostra per nulla cavalleresca per l'espansione del potere di singoli e gruppi negli spazi lasciati sguarniti da papa Benedetto, uomo di libri pi che di governo, troppo fiducioso nel disinteresse e nella fedelt dei suoi collaboratori e di chi presiede i dicasteri della Sede romana. Bastino questi richiami per motivare qualche considerazione. 1- Ci che si sta verificando non un caso eccezionale favorito da un pontificato debole. Il "fumo di satana" soffocava i Sacri Palazzi gi 7

al tempo dell'uomo di polso Wojtyla, per tacere sul passato pi remoto. 2- E' risaputo che i centri di potere sono luogo di manovrieri e corrotti. La Santa Sede, per, dovrebbe essere il cuore pulsante del servizio ecclesiale, non del potere sacerdotale. Si misura sul vangelo non imita le corti. 3- Se porporati e monsignori, per danneggiare e diffamare l'avversario, non avessero trafugato e diffuso documenti secretati, l'avvilimento e lo sfasciume del centro del cattolicesimo non sarebbero mai venuti alla luce, in barba a tutte le recenti promesse di trasparenza. L'opacit tradizionale nella chiesa e mezzo per schermare una santit pi dichiarata che reale. Fortunatamente essa riluce senza proclami nell'agire d'un gran numero di credenti, preti e laici, pi figli del vangelo che dell'istituzione. 4- Si cerca il corvo e si minimizza, non potendola negare, la realt. Peccato e crimine la diffusione dei documenti, non i fatti documentati. Si pizzicato un povero cristo e si mette un velo su manovratori ed ispiratori. Pesci piccoli al ludibrio, pesci grossi protetti. "Gli avvenimenti di questi giorni hanno recato tristezza nel mio cuore", dice il papa e tosto aggiunge: "Desidero rinnovare la mia fiducia ai miei pi stretti collaboratori." E' questa la trasparenza ratzingeriana? La casta non si tocca! 5- Il clericalismo un male non solo fuori, ma anche dentro la chiesa. Nei secoli il clero si fatto potere unico e incontrollato di'una chiesa istituzionalizzatasi. Nulla a che vedere con la comunit descritta negli Atti degli apostoli. Progressivamente si modellata sulla struttura di potere terreno, per giunta guarnendolo di sacralit. Il potere pi pernicioso che esista! Quando la chiesa rifiorir come affare dei credenti e non solo dei preti? 6- S' detto che questa crisi ecclesiastica s'accompagna a quella civile. In verit vi strettamente intrecciata. Arrivismi, potere, denaro, corruzione. Molti protagonisti sono presenti nell'uno e nell'altro campo del malaffare. 7- "La chiesa non una realt che decolla dal mondo verso cieli mitici e mistici. E' impiantata nel terremo. Qualche volta il terreno anche fango e impolvera le vesti", dice il cardinale Ravasi. Non solo qualche volta n semplice polvere! Un tempo il cardinal Consalvi disse che "in tanti secoli non ci sono riusciti nemmeno i preti" a distruggerla. Dire preti ingeneroso. Il pericolo sta al vertice. Nella chiesa non si arriva in alto solo per la fede e quando vi si arriva spesso la fede rimasta per strada.

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