Sei sulla pagina 1di 2

Matteo Annoni 3E Lessico familiare Ogni famiglia utilizza un proprio lessico o una propria terminologia che deriva da situazioni

memorabili nelle quali sono state pronunciate quelle parole famose che, in un certo senso, entreranno a far parte della storia di quella famiglia, anche per pi generazioni. Per esempio nella nostra famiglia si utilizzano ancora parole appartenenti al dialetto milanese, che tutt'ora utilizzano i nostri nonni o addirittura bisnonni quando parlano ai loro figli o nipoti. Spesso mia madre, che stata cresciuta principalmente da sua nonna, milanese da generazioni, quando ne capita l'occasione spesso se ne esce con modi di dire usati da sua nonna in dialetto milanese. Sovente discute perch io e i miei fratelli abbiamo punti di vista differenti dai suoi, com' ovvio che sia, e quando esaurisce le motivazioni che dovrebbero convincerci della "bont" della sue idee o si esaspera per l'ostinazione che dimostriamo, esclama un in un bel: "Cnt coo cnt crappen" (cento teste cento cervelli, cio ognuno la pensa in modo diverso). Che dire poi di quando continuo a rimandare qualcosa perch secondo me c' sempre il tempo di farla dopo con calma e mi dice: "A pag e mor gh' semper temp". Purtroppo la cultura moderna ha reso desueto l'uso del dialetto, almeno al nord, mentre nella parte centro-meridionale dell'Italia o nelle zone rurali resiste ancora, ma credo che con il ricambio generazionale presto sparir del tutto per questo motivo dubito che questo lessico familiare avr un seguito. L'evoluzione della cultura e il progressi hanno inoltre reso anacronistiche frasi del tipo. "Ho sgobbato come un negro" dove l'accezione del temine era prettamente dispregiativa ma a mio padre spesso esce di bocca quando torna stanco dal lavoro. Quando qualcuno di noi fa qualcosa di sbagliato e viene messo puntualmente in punizione viene sempre citato il proverbio: "Chi causa del suo mal pianga se stesso". Tutto risale a quando io andavo ancora all'asilo e un giorno, invitato a cena a casa di un mio amico, mio zio mi venne a prendere e io feci un capriccio incredibile per rimanere l a dormire. Alla fine rimasi l a dormire ma, in compenso, per un mese non potei andare a casa di nessuno e dovevo dire a tutti coloro che mi invitavano a casa loro per qualsiasi ragione: Non posso venire perch chi causa del suo mal pianga se stesso. Un altra volta abbiamo dato a una mia zia che vive sola con il suo cane degli abiti da riparare, dato che lei molto brava a cucire. Quando siamo andati a riprendere i lavori finiti ci ha detto:

"Per riparare quel paio di pantaloni ho pensato cos tanto che mi venuta la testa a pera. E da allora ogni volta che vediamo uno di noi concentrato a fare un lavoro gli diciamo: Attento a non pensare troppo che ti viene la testa a pera! E l scoppiamo tutti a ridere.

Potrebbero piacerti anche