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Patrizia Magretti
Ufficio di Coordinamento del Piano di Zona Ambito territoriale di Como
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La diversit non sta nel negare uguali aspirazioni, uguali bisogni; sta nel capire che occorre un percorso originale. Lattenzione alla persona sempre importante e lo anche quando la disabilit, nasce da un evento traumatico che interrompe il percorso di normalit. Da ci nascono delle situazioni che hanno caratteristiche diverse rispetto a quelle proprie di disabili dalla nascita. Riconoscere una realt nella sua ricchezza e nella sua complessit il fondamento delle buone prassi. Il difetto di molti problemi non quello di essere insolubili ma quello di essere urgenti.
Il Piano di Zona uno strumento dotato di dinamicit e flessibilit, che, grazie allesperienza conseguita dai territori, meglio di altri in grado di cogliere i bisogni della collettivit e conseguentemente di assicurare le risposte pi coerenti. Pertanto il documento programmatorio deve essere oggetto di verifica e possibile rimodulazione nel corso degli anni, in modo da renderlo pi aderente ai bisogni ed in linea con le esigenze di tutti i cittadini dellAmbito territoriale.
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LUfficio di Piano la struttura tecnico-amministrativa, che: assicura il coordinamento degli interventi e listruttoria degli atti di esecuzione del piano di zona; garantisce il raccordo con i referenti istituzionali, quali Regione Lombardia, ASL, Azienda Ospedaliera e Provincia e gli altri Ambiti territoriali; supporta i processi di connessione e coordinamento con gli altri Enti pubblici e privati che intervengono nellambito sociale e sociosanitario; offre supporto tecnico ai vari gruppi di progettazione attivati nellambito della programmazione zonale; effettua il monitoraggio degli esiti, del grado di raggiungimento degli obiettivi e presidia il processo di valutazione degli interventi e dei progetti attivati; garantisce lo svolgimento di funzioni e competenze di base (raccolta dati utili alla programmazione zonale, atti di gestione amministrativa delle risorse assegnate).
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L Area Disabilit
e la programmazione zonale:
Erogazione Buoni sociali mensili per assistenti familiari: Voucher sociali per servizi: - SADH,
- ADH, - trasporto, - pasti a domicilio, - telesoccorso, - soggiorni climatici, - SFA/ CDD/ CSE
Bisogni
/ Criticit
Necessit di misure flessibili per supportare la vita presso il domicilio (durante noi);
Esigenza di interventi sempre pi personalizzati (centralit della persona); Necessit di orientamento e di accompagnamento nei percorsi di cura della persona; Necessit di percorsi di qualificazione del lavoro e di integrazione sociale per chi supporta le famiglie.
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Sperimentazione di soluzioni innovative per favorire lautonomia della persona una volta che la famiglia dorigine non c pi (dopo di noi).
Ovvero,
come garantire alle persone disabili un futuro sostenibile di assistenza, autonomia e sicurezza dopo la scomparsa dei genitori, valorizzandone adeguatamente le risorse (anche patrimoniali).
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Risorse finanziarie sempre pi esigue (FNA 2011 ultimo anno di erogazione): garanzia della continuit dei servizi offerti
Le stesse risorse sono frammentarie, destinate annualmente e vincolate nellutilizzo (v. canali di finanziamento regionali).
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Differenziare gli interventi ed i servizi, consentendo una possibilit di scelta che parta dallesigenza della persona nelle sue varie fasi di vita; Attenzione alle nuove disabilit (disturbi
dellapprendimento,eventi traumatici o dovute a patologie prima non considerate come tali);
Incrementare interventi e progetti per lautonomia con lausilio di nuove tecnologie (alloggi e domotica) e sperimentazione di soluzioni innovative per favorire lautonomia della persona una volta che la famiglia dorigine non c pi (accompagnamento); Risolvere la disomogeneit territoriale delle politiche di assistenza e delle regole di accesso ai servizi, con riferimento anche allutilizzo di strumenti per la valutazione economica dei beneficiari e per le forme di compartecipazione al costo dei servizi.
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Migliorare sempre pi i percorsi di integrazione tra interventi sociali, socio sanitari e sanitari; Costruire percorsi di co-progettazione e collaborazione tra enti pubblici e risorse del territorio (terzo settore, privato profit, ecc.) anche attraverso lapporto dei tavoli tecnici tematici; Definire processi di analisi complessa delle esigenze e delle opportunit del Territorio (base conoscitiva per programmazione sempre pi aderente ai bisogni).
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Lente pubblico deve via via spostare la sua collocazione da responsabile dellerogazione dei servizi (in forma diretta o esternalizzata) e diventare regolatore del sistema nel suo complesso, assumendo il ruolo di facilitatore dellincontro e dello scambio tra i diversi attori presenti, anche grazie allutilizzo di strumenti (come voucher e buoni sociali). Sviluppare sempre pi capacit di coordinamento ed integrazione azioni e progetti territoriali/di Ambito che vadano oltre le risorse nazionali/regionali residuali. = razionalizzare lesistente. Definizione livelli essenziali dei servizi e prestazioni sociali (LEP) e costi sostenibili.
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Istituzione con il Piano di Zona 2008/2011 e prosecuzione nel Piano di Zona 2012/2014 del Tavolo tecnico con Dirigenti Scolastici per la costruzione di percorsi di prevenzione e di sostegno parascolastico, attraverso il Tavolo tematico Minori e Famiglia. (L. 328/2000, art. 14. I comuni, dintesa con ASL,
predispongono un progetto individuale di integrazione che tenga conto del percorso di istruzione scolastica e professionale).
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I COMUNI E LASSISTENZA SCOLASTICA PER MINORI DISABILI Il servizio di assistenza educativa solitamente viene svolta sia dalla Provincia che dai Comuni singoli/associati/consorziati ed realizzato attraverso la figura dellEducatore Professionale. L'Educatore una figura assegnata alla scuola per supportare il percorso di integrazione degli alunni disabili: l'espressione della volont di costruire un patto territoriale comune e condiviso, a favore dei diritti e delle specificit di ogni alunno disabile.
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L'Educatore deve avere una mentalit professionale dinamica, sensibile alle caratteristiche di ogni alunno disabile con attenzione ai cambiamenti e alle modificazioni, verificando costantemente le proposte e le opportunit in considerazione dei bisogni. La titolarit e la responsabilit dei progetti di integrazione, pur necessitando della condivisione e della compartecipazione tra tutti i soggetti coinvolti (EE.LL, servizi specialistici sanitari, famiglia), rimane delle istituzioni scolastiche. LEducatore una figura di sistema, che interviene all'interno dellorganizzazione scolastica, non soggetto a deleghe.
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Tra le finalit proprie dellEducatore rientrano quelle di: favorire lintegrazione scolastica e sociale dellalunno disabile e in difficolt in genere; promuoverne lautonomia personale e sociale; sostenere il mantenimento e lo sviluppo delle potenzialit residue (apprendimento, comunicazione, relazione, socializzazione)
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Lassistenza educativa scolastica andrebbe collocata allinterno di una pi ampia intesa tra Scuola, Comuni e Servizi Specialistici, che regoli il ruolo e il coordinamento tra i diversi enti coinvolti in materia di integrazione scolastica di minori con disabilit. Il lavoro di assistenza educativa scolastica non pu infatti prescindere dal funzionamento di altri ambiti di intervento che vedono coinvolti a diverso titolo la Scuola, i Servizi Specialistici ed i Comuni.
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A titolo esemplificativo, alcuni interventi, oltre a quello dellassistenza educativa, sono i seguenti.
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Accertamento dellhandicap e diagnosi funzionale; Stesura e monitoraggio dei progetti individuali (PEI); Percorsi integrati di formazione per operatori e per insegnanti; Sostegno agli alunni con disabilit sensoriale (Provincia); Studio, ricerca e sensibilizzazione; Adeguamento degli ambienti e abbattimento delle barriere architettoniche; Trasporto,.
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con certificato di handicap e con assistente educatore o educatore professionale nella scuola primaria e secondaria 1 e 2 grado (comprese scuole paritarie ed eventuali frequenze in scuole situate al di fuori dellAmbito): Comuni Ambito (escluso Comune di Como) circa 50 casi.
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SCUOLA
Provveditorato
Insegn.di sostegno
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L Azienda Ospedaliera o lente convenzionato e accreditato qualora, nellesercizio delle sue funzioni, sia a conoscenza della presenza di soggetti disabili che si iscrivono alle Scuole di ogni ordine e grado, ne dar comunicazione ai Dirigenti Scolastici, dopo aver chiesto lautorizzazione agli esercenti la potest genitoriale; Le singole istituzioni scolastiche, dopo aver acquisito il consenso scritto dei genitori, segnalano allAzienda Ospedaliera o allente convenzionato e accreditato la presenza nella stessa di alunni in difficolt entro i termini previsti dalla normativa vigente. Le richieste di intervento del Comune di residenza devono pervenire dagli Istituti Scolastici, in forma scritta, previo consenso dei genitori. La richiesta dovr essere corredata da certificazione e documentazione rilasciata da Servizi Specialistici Territoriali. L'ammissione al servizio di Assistenza Educativa Scolastica viene autorizzata dall'Ufficio Servizi Sociali del Comune. L'Ufficio determina, sentita la scuola, l'entit dell'intervento definendo il monte ore settimanale necessario di presenza dell'operatore di sostegno.
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La normativa (DPCM 185/2006) prevede che lASL sia il riferimento per laccertamento dello stato di handicap ai fini dellintegrazione dellalunno disabile nella scuola.
Prima dellapplicazione di questo provvedimento la certificazione veniva emessa dallo specialista e/o convalidata dalla U.O. di Neuropsichiatria infantile della Azienda Ospedaliera. A partire dal 2007 laccertamento di handicap per lintegrazione scolastica viene effettuato da appositi 4 collegi istituiti presso lAzienda Sanitaria Locale.
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Domanda daccertamento
La domanda di accertamento viene presentata al collegio dal genitore o dallesercente la potest genitoriale di un utente che ha gi effettuato un inquadramento diagnostico e funzionale dal quale sia emersa la presenza di una situazione di disabilit associata alla necessit di garantire supporti allintegrazione scolastica. Per la domanda si deve utilizzare un modello predisposto dalla ASL e si precisa che la stessa: deve essere presentata dal genitore/tutore al collegio della ASL di residenza, anche nel caso in cui il domicilio sia in altra ASL; deve essere corredata da: certificazione con definizione della patologia, classificata con l ICD-10 multiassiale o in subordine lICD9-CM, nonch con indicazione se trattasi di patologia stabilizzata o progressiva, rilasciata da un medico specialista nella branca di pertinenza della patologia rilevata di una struttura pubblica; relazione clinica, contenente i dati richiesti nel modello di domanda, che deve essere rilasciata da medico specialista nella branca di pertinenza della patologia rilevata o da psicologo dellet evolutiva, di struttura pubblica.
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Diagnosi funzionale
Per diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dellalunno in situazione di handicap. La D.F. deriva dallacquisizione di elementi clinici e psicosociali. La D.F. va formulata evidenziando in modo particolare le potenzialit e le capacit dellalunno.
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LAzienda Ospedaliera o lente convenzionato e accreditato tramite i propri operatori, provvede redigere la diagnosi funzionale rilasciandola alla famiglia. La D.F. dovr essere predisposta per gli alunni che verranno iscritti in 1 primaria, 1 secondaria di I e II grado, per le nuove segnalazioni e certificazioni, e per le nuove iscrizioni alla scuola dellinfanzia. La diagnosi funzionale viene aggiornata ad ogni passaggio di grado scolastico e, se necessario, in qualunque momento della carriera scolastica dellalunno. I Dirigenti scolastici, sulla base della documentazione pervenuta dall Azienda Ospedaliera o dallente convenzionato e accreditato, e su quella gi in loro possesso, dovranno: richiedere la nomina degli insegnanti specializzati e leventuale delega al rapporto 1 a 4 trasmettere agli Organi Scolastici competenti, ai fini della determinazione dellorganico, una certificazione complessiva, secondo un modello appositamente predisposto, nei tempi previsti; comunicare al Comune di residenza dellalunno in situazione di handicap la necessit che venga garantita, a decorrere dalla data di inizio della frequenza scolastica, lassistente per lautonomia personale qualora necessario. I Comuni devono includere tale fruizione nel programma annuale degli interventi per il diritto allo studio.
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Il P.E.I. o P.E.P. il documento nel quale viene descritto il progetto globale predisposto per lalunno, in un determinato periodo, ai fini della realizzazione del diritto alleducazione e allistruzione. Il P.E.I./P.E.P. rappresenta lo strumento per la realizzazione coordinata dei progetti riabilitativo, didattico e sociale individualizzati/personalizzati. dovr contenere tutti gli interventi individualizzati e/o personalizzati previsti a favore del soggetto, condivisi con gli altri operatori scolastici (insegnante di sostegno, consiglio di classe, capo distituto). Si deve prevedere la condivisione degli obiettivi educativi con la famiglia, attraverso un costante passaggio di informazioni da parte delle figure di sostegno soprattutto, ma anche con le verifiche tecniche che coinvolgono anche il consiglio di classe e lquipe socio-sanitaria. LEducatore partecipa agli incontri con lquipe socio-sanitaria; agli incontri relativi alle verifiche tecniche; ai consigli di classe, ai gruppi di programmazione, ai gruppi consiliari ad esclusione della valutazione finale del rendimento scolastico. Ci che preme sottolineare la componente educativa di tutte le funzioni dellEducatore, che non svolge mai mera assistenza, ma progetta e verifica interventi educativi per il raggiungimento della massima autonomia possibile e per lintegrazione scolastica e sociale dellalunno disabile e in difficolt di apprendimento.
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e gestionali:
trasporto assistito; sussidi didattici necessari per assicurare il diritto allo studio; eliminazione progressiva delle barriere architettoniche degli edifici di propria competenza ( art.24 L.104/92) secondo il piano programmato dei lavori pubblici; attrezzature, tecnologie e ausili specifici, non forniti dal Servizio Sanitario Nazionale; partecipazione tramite, gli Assessorati Servizi Sociali e Pubblica Istruzione alla gestione del progetto complessivo di integrazione della persona in situazione di handicap garantendone la qualit; assegnazione di assistenti educatori per la comunicazione e lautonomia personale in relazione alla realizzazione del Progetto Educativo individualizzato, inseriti nella scuola dellinfanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado pubblica e privata; attivazione del servizio di aiuto personale (art.9 L.104/92) inteso come intervento domiciliare; attuazione degli interventi extrascolastici integrati con quelli di assistenza scolastica (art.13 L.104/92); dare eventuale sostegno sociale ed economico al soggetto e alla sua famiglia.
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Accertamento per lindividuazione dellalunno con handicap ai fini dellintegrazione scolastica (D.P.C.M. 185/2006 D.G.R. 3449/2006). In relazione alla scuola ed allo specifico obiettivo dellintegrazione scolastica dellalunno con handicap, ai sensi del D.P.C.M. 185/2006, la ASL individuata quale titolare della procedura di accertamento attraverso apposito Collegio di accertamento 2.
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3. Governo delle leggi di settore Il particolare riferimento al settore minori disabili trova riscontro nell erogazione dei finanziamenti di alcune specifiche leggi dellhandicap a sostegno del singolo o della famiglia in cui lASL ha un preciso ruolo di referente Regionale per la valutazione delle richieste avanzate dal singolo cittadino diretto interessato . Un esempio utile al supporto della dimensione assistenziale nellambito dei giovani disabili la Legge Regionale 23/99 art. 4, commi 4 e 5 che eroga contributi per lacquisto di strumenti tecnologicamente avanzati dispositivi o servizi basati su moderne tecnologie atti a compensare le limitazioni funzionali sul piano motorio visivo uditivo intellettivo e del linguaggio per facilitare lautonomia e mettere in grado le persone disabili di esprimere al meglio le potenzialit.
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Particolare attenzione va posta nel rispettare il vincolo che esclude lammissibilit di sussidi didattici ottenibili in virt di disposizioni vigenti in materia di studio. Viene invece favorita e valorizzata la richiesta di ausili destinati a sostenere le famiglie o il singolo soggetto disabile impegnati in progetti individualizzati di integrazione sociale o scolastica tesi a sviluppare lautonomia. LASL ha predisposto in riferimento alla Legge 23/99 uno sportello di raccolta delle richieste presso tutti i Distretti del territorio, offrendo come punto di riferimento e supporto la figura dellassistente sociale.
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Fornitura gratuita di protesi ed ausili tecnici ai minori disabili, anche se non ancora dichiarati invalidi civili (Art. 26 Legge 833/1978 - Art. 34 Legge 104/1992).
Presso ogni sede Distrettuale attivo un Ufficio Protesico che si occupa dellerogazione di protesi ed ausili finalizzati al recupero funzionale e sociale di soggetti affetti da menomazione:fisiche, psichiche e sensoriali. La fornitura di presidi, ausili e dispositivi protesici costituisce parte integrante di un programma personalizzato di prevenzione secondaria, di cure e riabilitazione volto a compensare la menomazione del minore e favorirne lintegrazione sociale. Il sostegno alla famiglia e al minore (tale funzione riguarda gli aspetti psicologici e relazionali) viene garantito dalla rete consultoriale presente in tutti i distretti. Particolare cura viene prestata alla famiglia del minore disabile nell accompagnamento e informazione per la fruizione dei servizi, garantendo la tutela dei diritti per la socializzazione e lintegrazione sociale. LASL si attiva nelle funzioni di coordinamento per la predisposizione del Documento di Programmazione Territoriale (partecipando ai tavoli Distrettuali per analisi dei bisogni ed obiettivi propri dellarea minori disabili) monitorando la risposta data ai bisogni delle famiglie e del minore.
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Servizio U.ON.P.I.A dellAzienda Ospedaliera S.Anna di Como Riferimento per lintero territorio della Provincia dove operano quipe multidisciplinari che collaborano con le Scuole per lattuazione del percorso riabilitativo e/o terapeutico e con i Servizi Sociali dei Comuni e dellASL per tutti i casi che comportano complesse problematiche famigliari e sociali. LAzienda Ospedaliera assume le seguenti funzioni: prevenzione (intesa come individuazione il pi precoce possibile della situazione di disabilit, ma anche per evitare la patologizzazione impropria; predisposizione di percorsi che prevengano laggravamento e lemarginazione della persona con disabilit, ecc.); diagnosi (la funzione diagnostica intesa come atto integrato e interdisciplinare);
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cura (comprende le funzioni di cura volta alla guarigione parziale o totale ove possibile; le funzioni di cura di mantenimento e in generale il compito di care sociosanitaria del paziente nel suo percorso evolutivo); riabilitazione (in particolare leffettuazione di trattamenti riabilitativi, logopedici, fisioterapici ecc.); sostegno alla famiglia (tale funzione riguarda gli aspetti psicologici e relazionali, oltre che laccompagnamento e linformazione nella fruizione dei servizi, nella tutela dei diritti e per la socializzazione e per la integrazione sociale); orientamento post scuola dellobbligo; integrazione delle funzioni in un modello organizzativo interdisciplinare.
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In relazione alla scuola ed, in specifico, allobiettivo dellintegrazione scolastica della persona in situazione di handicap, lAzienda Ospedaliera svolge i seguenti compiti, in aggiunta o in continuit con i compiti istituzionali sopra elencati:
partecipazione ai Collegi ASL di accertamento per lindividuazione dellalunno con handicap ai fini dellintegrazione scolastica ai sensi del D.P.C.M. 185/2006 consulenza al personale docente ed alla istituzione scolastica in relazione allintegrazione del soggetto con handicap (P.D.F ecc.); partecipazione congiuntamente agli operatori scolastici e con la collaborazione delle famiglie alla elaborazione del PEI con la conseguente assunzione di responsabilit specifiche; partecipazione al GLH (Gruppo di lavoro di cui allart. 15 comma 2 L.n.104/92) e al CTRH (Centro Territoriale Risorse H). raccordo/integrazione con le realt extrascolastiche.
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E stato definito a livello di ASL e Ambiti territoriali un ACCORDO DI PROGRAMMA DELLA PROVINCIA DI COMO PER LINTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP (artt. 12 e 13 L. 104/92 e art. 2 D.P.R. del 24/2/94) Centralit dellalunno in situazione di handicap : al centro dellattenzione e dellintervento delle varie realt istituzionali, coinvolte nella integrazione scolastica, deve essere posta la persona nella globalit dei suoi bisogni, delle sue caratteristiche e delle sue potenzialit. Alla centralit della persona si accompagna quella della sua famiglia.
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La Famiglia rappresenta il primo e il pi importante agente educativoabilitativo-riabilitativo con il quale le istituzioni ed i loro operatori devono saper costruire un rapporto di collaborazione. Questo significa che per qualsiasi progettualit nei confronti della persona/alunno innanzitutto necessario acquisire il consenso della famiglia o del tutore. Il concetto di integrazione scolastica - non gi di semplice inserimento adattamento scolastico correlato a quello, pi ampio, di integrazione sociale. Gli interventi per uneffettiva integrazione scolastica risultano efficaci se parallelamente si opera per la sua pi complessiva integrazione sociale, che costituisce la condizione necessaria per la qualit della vita. E necessario operare in termini di progetto complessivo di intervento integrato tra tutte le realt, istituzionali e non, che a vario titolo sono coinvolte. Ci implica che vi sia una presa in carico globale della situazione da parte dei Servizi Sociali o Socio-Sanitari e che un loro operatore assuma il ruolo di referente per il coordinamento degli interventi e della loro integrazione, in modo da costituire un riferimento stabile per la famiglia.
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Assistenza educativa ad personam per studenti con disabilit frequentanti gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado.
La posizione della Provincia di Como: nellambito dellUPL si ritiene una forzatura far rientrare nei servizi di supporto organizzativo lassistenza educativa ad personam (Del.e 233/52741 del 2011) il servizio di assistenza specialistica per lintegrazione scolastica, in quanto finalizzato alla piena integrazione sociale e lavorativa dei disabili e non rientrante nel concetto di supporto organizzativo, deve essere.ricompreso fra i servizi peculiari forniti dal Comune, indipendentemente dal grado distruzione. Il servizio di assistenza a persona disabile attraverso la presenza di un educatore rientra tra i servizi tipicamente sociali forniti dal Comune.
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Regione Lombardia ha attivato un tavolo interistituzionale finalizzato alla individuazione di soluzioni condivise (Regione, Amministrazioni Comunali, Istituzioni scolastiche e famiglie). Consiglio Direttivo UPL del 18 novembre 2011 si ipotizzata la proposta di un protocollo dintesa per lassistenza degli studenti disabili nelle scuole superiori tra Regione, ANCI, UPL e Ufficio scolastico per la Lombardia per la.s. 2011-2012 e per le modalit dazione per gli anni successivi.
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Accogliere significa mettere insieme, creare un contesto per iniziare una relazione. Accogliere gli alunni disabili significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico, insieme agli altri alunni, alla pari degli altri alunni, senza discriminazioni. La scuola deve riconoscere tutti nella loro diversit. Pertanto l'accoglienza il riconoscimento del valore della persona del disabile che va accolto per le sue possibilit, per i potenziali valori umani di cui portatore. L'accoglienza vera e autentica quella che si estrinseca nell'impegno di promozione della formazione, dell'educazione e dell'istruzione. L'integrazione degli alunni diversamente abili deve significare il superamento della loro emarginazione, realizzando per loro interventi specifici, individualizzati in una scuola a misura di tutti.
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