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Il corso di formazione che oggi prende lavvio stato promosso dallUfficio dellAmbito Territoriale n.

. XII in collaborazione con i 4 CTRH provinciali, organizzato e coordinato dal CTRH Como Lago. Avr una durata di 20 ore e si svolger presso la sede dellIC Como Lago. Le ragioni del corso Perch Per chi Modalit di lavoro

Perch. La questione dellintegrazione scolastica degli alunni disabili, a distanza di oltre 40 anni dallavvio di questo processo etico, culturale, politico e sociale, potrebbe
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ritenersi di fatto risolta. A qualcuno pu sembrare superfluo e una inutile perdita di tempo disquisire ancora sulle motivazioni della convivenza di tutti gli alunni, sulle distinzioni tra inserimento e integrazione e in genere su tutte le questioni che riguardano questo tema. a) In effetti il processo ancora in corso. Tutti i giorni e in ogni occasione ci si rende conto che la partita aperta, che si registrano vittorie, esperienze decisamente positive e rassicuranti, ma al contempo sconfitte cocenti, delusioni, fallimenti tanto da far venire tentazioni di un ritorno al passato. Un ritorno che non assolutamente ipotizzabile visto che il quarantennale percorso avviato in Italia, rappresenta la prospettiva che si intende perseguire a livello mondiale. Merita di essere richiamata il documento dellAssemblea delle Nazioni Unite che nel dicembre 1966 affermava: il diritto di ogni individuo allistruzione deve mirare al pieno sviluppo della personalit umana e del senso della sua dignit e rafforzare il rispetto per i diritti delluomo e le libert fondamentali. Listruzione primaria deve essere obbligatoria e accessibile gratuitamente a tutti ... Ma soprattutto la Conferenza mondiale di Salamanca del 1994 sullEducazione e le esigenze Speciali nella quale ben 92 Paesi e 25 Organizzazioni internazionali sottoscrissero questa fondamentale dichiarazione: Le persone che hanno bisogni speciali devono poter accedere alle normali scuole che devono integrarli in un sistema pedagogico centrato sul bambino, capace di soddisfare queste necessit. Per chi. Volutamente liniziativa rivolta a tutti i docenti: quelli curriculari e quelli di sostegno per una doverosa , apparentemente scontata, ma assolutamente attuale sottolineatura che lintegrazione una partita che riguarda tutti i docenti, anzi tutto il personale scolastico, anzi tutti i soggetti interni ed esterni alla scuola che operano per gli alunni disabili. Modalit di lavoro Sostanzialmente il percorso articolato sulle seguenti fasi: a) Fase di approfondimento teorico di aspetti e contenuti dellintegrazione scolastica. b) Momento di interazione comunicativa fra relatori e docenti per approfondimenti ed esplicitazione di criticit ed esperienze specifiche. c) Fase di ricerca-azione per presentare percorsi- modalit di interventi
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d) Possibile consulenza per approfondimenti e documentazione di docenti esperti.

Prima di avviare la riflessione odierna che riguarda la qualit dellintegrazione/inclusione, i dati quanti-qualitativi, le reti e la normativa di riferimento per una visione di insieme, mi preme esplicitare la consapevolezza che oggi, pur essendo tanti coloro che hanno aderito a questa iniziativa, siamo assolutamente pochi rispetto a quanti sono impegnati sul fronte dellintegrazione scolastica ed ho cercato di capire perch. Le ragioni sono molteplici: la coincidenza di altri impegni professionali non differibili, problemi personali, ma anche una sottovalutazione della questione, il dare per scontata e risolta la problematica o addirittura pensare che la stessa riguardi altri e soprattutto la convinzione che difficilmente tali momenti possano consentirci di migliorare la nostra prestazione professionale. In buona sostanza non intravedere un senso nelliniziativa, una delle tanti al termine della quale ritorniamo al nostro quotidiano impegno professionale senza un valore aggiunto, in qualche occasione con maggiori frustrazioni e comunque soli con i nostri problemi che dovremo risolvere da noi. Tutto vero, tutto possibile, ma questo lo si potr dire solo ex post e non ex ante. Il mio auspicio che ognuno di voi possa al termine di questo percorso ritrovare, almeno in parte, una risposta ai propri dubbi, alle proprie incertezze, un sostegno al proprio lavoro. In ogni caso distribuiremo un questionario per acquisire vostri pareri, suggerimenti, richieste al fine di riflettere sulle scelte fatte e progettare le future iniziative. INTEGRAZIONE SCOLASTICA Vale la pena sottolineare che il concetto dellintegrazione non pu essere riferito unicamente agli alunni disabili. La logica dellintegrazione deve pervadere tutta la scuola. Certo poi se la scuola non integrante per tutti non pu esserlo neppure per i disabili. In tal senso ritengo di estrema attualit il messaggio di don Milani. Mi piace richiamare tre brevi passaggi del libro Lettera a una professoressa scritto quasi cinquanta anni fa, ma che rappresenta un punto di riferimento preciso e attualissimo per chi convinto che la scuola, oggi pi che mai, debba essere una scuola inclusiva che fa dellintegrazione la pietra miliare su cui poggiare.
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Cara Signora, lei di me non ricorder nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato spesso a lei, ai suoi colleghi, a quellistituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che respingete. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate. Al tornitore non si permette di consegnare solo i pezzi che son riusciti. Altrimenti non farebbe nulla per farli riuscire tutti. Voi invece sapete di poter scartare i pezzi a vostro piacimento. Perci vi contentate di controllare quello che riesce da s per cause estranee alla scuola. Ora siamo qui ad aspettare una risposta. Ci sar bene in qualche istituto magistrale qualcuno che ci scriver: Cari ragazzi, non tutti i professori sono come quella signora. Non siate razzisti anche voi. Anche se non sono daccordo su tutto quello che dite, so che la nostra scuola non va. Solo una scuola perfetta pu permettersi di rifiutare la gente nuova e le culture diverse. E la scuola perfetta non esiste. Non lo n la nostra n la vostra. Comunque quelli di voi che vogliono essere maestri venite a dar gli esami quaggi. Ho un gruppo di colleghi pronti a chiudere gli occhi per voi. A pedagogia vi chiederemo solo di Gianni. A italiano di raccontarci come avete fatto a scriverci questa bella lettera. A latino qualche parola antica come dice il vostro nonno. A geografia la vita dei contadini inglesi. A storia i motivi per cui i montanari scendono al piano. A scienze ci parlerete dei sarmenti e dellalbero che fa le ciliegie .Aspettiamo questa lettera. Abbiamo fiducia che arriver. Il nostro indirizzo : Scuola di Barbiana Vecchio Mugello (Firenze) Io credo che ci sia una forte relazione tra questi tre messaggi estrapolati dal libro di don Milani e le problematiche che affronteremo in questo comune percorso. Lattualit del messaggio di don Milani testimoniata dalla mozione finale dell8 Convegno Internazionale del Centro Studi Erickson sulla Qualit dellintegrazione scolastica e sociale dello scorso anno, laddove si afferma: Per noi la questione dellintegrazione non una parte della scuola, il centro vitale e ineludibile del senso delleducazione nelle moderne societ. Abbiamo invece avuto il mito perverso di una scuola che, per una maldestra idolatria del merito e per tagli orizzontali ciechi, rischia oggi di essere non solo ingiusta per alcuni, ma disintegrativa di tutti, anche di coloro che si volesse eleggere eccellenti e
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che in realt corrono il pericolo di essere aridi burattini di una societ di cattivi e solitari lupi. La questione della scuola e del sistema formativo oggi leccellenza per tutti, quel cosiddetto capitale sociale che si forma non nelle singole teste degli alunni, magari messi in gara uno contro laltro, ma nellinterazione plurale tra stili, attitudini, desideri, competenze di cui ogni nostro studente pieno. Pieno e non vuoto. nella qualit dellinterazione tra differenze (non in una formalistica integrazione come somma di sedie riempite da alunni/studenti) il destino di una scuola che si ponga lobiettivo delle cittadinanze sociale e individuale di persone libere, creative, responsabili, capaci di dare a s e al mondo un senso di futuro possibile. E pi avanti: Ci occupiamo di integrazione scolastica perch vogliamo cambiare la scuola per tutti e a nome di tutti gli alunni, non solo di quelli con disabilit .
.La

lettera, in effetti non diretta a una professoressa ma a tutti gli insegnanti, a un modo di fare scuola che si occupava dei primi e respingeva gli altri, dopo cinquantanni non si sia risposto completamente. Anche dal Convegno della Erickson giunge un messaggio forte sulla reale natura di una scuola inclusiva che deve puntare alla integrazione scolastica e sociale di tutti gli alunni. La risposta, agli alunni di ieri come a quelli di oggi, non pu che essere scritta a pi mani e da diversi soggetti: dai politici, dalle istituzioni, dai docenti individualmente e come categoria per affrontare la questione della inclusione scolastica e sociale dei meno fortunati. Con la Costituzione si aperta la scuola a tutti, ma nonostante un florilegio di leggi sicuramente innovative e positive nei decenni successivi non si ancora stati capaci di costruire la scuola per tutti in grado cio di rispondere ai bisogni di ciascuno: degli eccellenti e contestualmente di coloro che rischiano ogni giorno lesclusione, il drop out, per propri limiti o per ostacoli creati proprio dalla societ o dalla scuola. Basta pensare come si sia ampliata la platea negli ultimi decenni e come la personalizzazione dei percorsi educativi e didattici oggi riguardi gli alunni disabili, ma anche gli allievi con DSA, quelli stranieri, ma anche gli alunni affetti da disturbi di attenzione e iperattivit. Per quel che concerne pi specificatamente gli alunni disabili, se giustamente negli anni 70 e precisamente nel 1977 con la rivoluzionaria legge 517, si proceduto alla chiusura delle scuole speciali, forse giunto il tempo di rendere speciali le scuole
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normali puntando non alladattamento degli alunni alla scuola, ma alla capacit dellistituzione scolastica di adattarsi alle diverse capacit degli alunni. In concreto questo significa progettare un percorso adatto a ciascuno di loro attraverso quello strumento che la legge ha definito Piano Educativo Individualizzato (PEI). Come si debba procedere, sembra abbastanza chiaro e direi quasi scontato sul piano teorico, almeno apparentemente. Le vere questioni da affrontare sono: a) la verifica della congruit tra quanto dichiarato e formalmente sottoscritto e la prassi quotidiana. b) Il reale coinvolgimento di tutti gli insegnanti e delle altre figure coinvolte nel progetto, evitando nei fatti per un verso di delegare tutte le responsabilit allinsegnante di sostegno, o per laltro larroccamento dellinsegnante di sostegno per decisioni che possa ritenere di sua esclusiva competenza sia nella fase di progettazione, sia nella fase di attuazione. c) Il radicamento della cultura dellintegrazione in modo che divenga un modo di operare ordinario, uno strumento per integrare tutte le diversit. d) Un approccio centrato non solo sugli obiettivi (programmi), ma anche sulle relazioni (aspetti affettivi). Al riguardo sono personalmente convinto che una visione puramente tecnicistica e formale non sia la strada migliore e pi sicura. La necessaria professionalit tecnico-didattica non pu essere disgiunta da una grande capacit sul piano relazionale di creare un clima empatico e di grande attenzione a valorizzazione della persona. Interessante al riguardo un film di Marco Ferreri del lontano 1979 Chiedo asilo, di cui si riporta la locandina anche per il valore metaforico del titolo che sembra interpretare lesigenza di integrazione degli alunni disabili, dove un maestro di una scuola dellinfanzia, ostacolato dai genitori per i suoi metodi abbastanza discutibili e sui generis, con un bambino psichicamente disturbato riesce l dove altri professionisti pi esperti di lui avevano fallito. e) La definizione di un percorso il pi possibile costruito sulle reali potenzialit degli alunni disabili.

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LINTERAZIONE DEI SERVIZI PER LINTEGRAZIONE SCOLASTICA


Un secondo aspetto che vorrei rapidamente richiamare perch credo rappresenti un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico autenticamente inclusivo dei disabili, ma per molti versi non solo, quello relativo ad unazione organica e coordinata che coinvolga le famiglie, gli Enti, gli operatori dei diversi settori. E credibile ritenere che lintegrazione del disabile non possa prescindere da una forte interazione dei servizi sul territorio. Solo contestuali e coordinati interventi da parte delle Istituzioni che a vario titolo si occupano della disabilit possono consentire di affrontare correttamente ed efficacemente un problema sociale complesso come quello di cui ci si sta occupando. Sono chiamati in causa gli Enti locali (Comune, Provincia, Regione) per laspetto assistenziale, le Aziende Ospedaliere o ASL per laspetto diagnostico-terapeutico, la Scuola per laspetto formativo e didattico. Anche questa esigenza di continuit orizzontale trova conferma nel gi citato documento del Convegno della Erickson: una buona integrazione scolastica e sociale non la fa il ministero ma il territorio. Lintegrazione un processo a valore orizzontale, in cui scuola, famiglia, servizi sociosanitari, volontariato, enti locali sono attori di qualit se sanno integrarsi e interagire tra di loro. Noi vogliamo andare oltre le pigrizie, le deleghe dallalto, e puntare, osare, per una massima valorizzazione degli aspetti orizzontali dellintegrazione. Questo passaggio garantito dalla legge Quadro 104 del 92 , un provvedimento che rappresenta un passaggio fondamentale perch, oltre a richiamare e ampliare le norme precedenti per lassistenza, lintegrazione sociale e i diritti della persona handicappata, individua nella pi stretta collaborazione tra i servizi scolastici, quelli sanitari e quelli socio-assistenziali, il supporto decisivo al processo di integrazione degli alunni disabili. Con la legge 104 e altre norme tra cui la CM 339/92 si formalizza e si avvia la necessaria continuit orizzontale che si sostanzia in apposite intese e accordi di programma. Su questo versante la vera criticit riguarda sia la capacit dintendersi e di integrarsi tra figure professionali diverse per cultura e professionalit, sia il cumularsi selle rispettive criticit economico-finanziarie che rappresentano un forte ostacolo alla predisposizione delle risorse professionali per realizzare concretamente e pienamente quella politica inclusiva che rappresenta un valore fondante e un prezioso patrimonio etico, politico, sociale e culturale della societ italiana.
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Concludo questo mio contributo citando ancora un passaggio del Convegno della Erickson che pone laccento sullo strumento essenziale su cui bisogna fare leva per realizzare una scuola autenticamente inclusiva di cui lintegrazione un elemento sostanziale e imprescindibile. " Per superare molti dei problemi dellintegrazione scolastica e sociale delle persone con disabilit non ci vorrebbero affatto nuove leggi, n nuovi decreti, e neppure solo (anche se servono) nuovi e ulteriori fondi. Ci sono gi buone leggi, ma non ci sono corrispondenti buoni comportamenti a tutti i livelli del sistema scolastico e sociale: dal governo alle realt locali, alle scuole, fino alle singole classi. Quando lo scarto tra leggi e comportamenti non adeguati cos aspro, si corre il rischio del ridicolo, e noi quello di diventare solitari tormentoni del moralistico dover essere. Noi vogliamo andare oltre anche a questo. Chiediamo a noi in primis, e a tutti gli altri poi, comportamenti veramente adeguati alle leggi .. questa sembra unovviet, ma in questo strano Paese non lo affatto. Da noi tra il dire e il fare ci sono di mezzo la politica, letica, i soldi, le responsabilit spesso confuse, retoriche, false. Noi invece puntiamo a comportamenti centrati sulla responsabilit, individuale e collettiva. Francesco Grassotti

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