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L'atomo

La pi piccola parte in cui si pu suddividere una sostanza senza che perda le sue caratteristiche la molecola. La molecola la combinazione di particelle invisibili, gli atomi, che caratterizzano in modo inequivocabile le sostanze. Ritenuto indivisibile, si scoperto che a sua volta l'atomo suddiviso in particelle ancora pi piccole: i protoni, i neutroni e gli elettroni. I protoni, particelle dotate di carica elettrica positiva e i neutroni, particelle elettricamente neutre, formano una massa che costituisce il nucleo dell'atomo. Attorno al nucleo ruotano, su orbite ben precise, gli elettroni, particelle dotate di carica elettrica negativa. In un qualsiasi atomo il numero dei protoni sempre uguale a quello degli elettroni, l'atomo quindi risulta neutro. Il numero dei protoni (e quindi anche il numero degli elettroni) detto numero atomico. La somma del numero dei protoni e quello degli elettroni detto numero di massa. La somma della massa dei neutroni, dei protoni e degli elettroni detta massa atomica. Molto importante in chimica il peso atomico, ovvero il peso di un atomo, che ovviamente la somma dei pesi atomici delle varie particelle che lo compongono. In chimica per non si fa riferimento a questo peso atomico assoluto, ma piuttosto al peso atomico relativo, che il numero che indica il rapporto tra il peso atomico dell'atomo e l'unit di misura. Abbiamo detto che gli elettroni ruotano attorno al nucleo su orbite ben precise. Se potessimo osservare un atomo vedremmo una piccola sfera (il nucleo) con un contorno nebuloso (la nuvola di elettroni che vi ruota attorno a gran velocit). Gli elettroni ruotano ad una distanza ben definita dal nucleo, formando attorno ad essi degli strati gusci concentrici, detti appunto strati elettronico o gusci elettronici. Il numero degli strati e degli elettroni di ciascuno strato tipico per ogni atomo e segue leggi ben precise e complesse. Il primo strato pu contenere al massimo due elettroni, il secondo strato al massimo otto; se l'atomo ha un solo strato conterr non pi di due elettroni. Gli isotopi Atomi di uno stesso elemento, ma con numero diverso di neutroni (perch il numero di massa pu variare), si dicono isotopi dell'elemento stesso. Essi avranno lo stesso comportamento chimico, ma diverse caratteristiche dal punto fisico. Tutti gli elementi presenti in natura hanno diversi isotopi. La radioattivit naturale

Come tutte le grandi scoperte, i raggi X stimolarono subito una numerosa serie di ricerche soprattutto allo scopo di determinarne la natura. Nel 1896 Becquerel, mentre cercava di evidenziare la possibile emissione di raggi X da parte di alcuni metalli resi fluorescenti dalla luce, scopr quasi casualmente che i sali di uranio avevano la propriet di annerire le lastre fotografiche anche quando le lastre erano completamente racchiuse dentro un involucro opaco alla luce. Intu che lannerimento delle lastre doveva essere provocato da qualche radiazione emessa spontaneamente dalluranio. La scoperta di Becquerel fu in seguito chiamata radioattivit naturale e fece s che un gran numero di ricercatori si interess subito dei problemi connessi con le misteriose radiazioni. I primi importanti risultati furono raggiunti da una giovane studiosa di chimica di origine polacca, Marie Sklodowska Curie , e da suo marito Pierre Curie ,che, studiando le radiazioni emesse dalla pechblenda (un minerale che contiene uranio), scoprirono nel 1898 che gli elementi presenti nel minerale, come il radio, il torio e il polonio, avevano la stessa propriet di emettere spontaneamente le radiazioni. Nel 1905 venne eliminata lapparente contraddizione tra questi fenomeni e il principio di conservazione dellenergia grazie allelaborazione della TEORIA DELLA RELATIVITA di Albert Einstein in base alla quale una data quantit di materia pu trasformarsi in energia "scomparendo" come materia e "ricomparendo" come energia (e viceversa). Secondo questo principio sufficiente la scomparsa di una piccolissima massa per ottenere un enorme quantit di energia. La grande novit contenuta nella scoperta della radioattivit fu chiarita negli anni successivi attraverso questo studio della natura delle radiazioni; fu dimostrato infatti che le radiazioni sono il risultato di trasformazioni della materia in cui gli atomi non conservano pi la loro identit. La presenza di radiazioni dunque indice di trasformazioni che coinvolgono il nucleo di particolari isotopi di alcuni elementi. Gli isotopi i cui nuclei sono instabili e tendono a trasformarsi in altri pi stabili emettendo radiazioni sono denominati radioisotopi. La fissione nucleare Nel 1945, le due bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki, utilizzarono l'energia nucleare. L'impiego dell'energia nucleare per scopi pacifici ebbe inizio attorno agli anni sessanta e si concretizz all'inizio degli anni settanta con la costruzione delle prime centrali elettronucleari o atomiche. In queste centrali attualmente usata l'enorme energia che si sprigiona dalla fissione nucleare, che pu avvenire nel nucleo atomico dell'uranio, del torio e del plutonio. Prendiamo per esempio l'uranio, in cui avviene esattamente all'isotopo 235. L'atomo 235, viene bombardato con un neutrone a grande velocit; esso si scinde (fissione) in due, formando due atomi pi leggeri (bario e cripto) e di massa inferiore ed emettendo tre neutroni. Durante la fissione viene liberata una grande quantit di energia che corrisponde -secondo la relazione di Albert Einstein- alla perdita di massa.I neutroni liberati dalla reazione, bombardano a loro volta altri atomi di uranio, dando luogo ad una reazione a catena che si alimenta da se.

Per innescare tale reazione a catena e mantenere viva la fissione, necessario che la massa dell'uranio a disposizione sia di circa 7,5 kg (massa critica). Superata tale massa critica, la reazione diventa incontrollata ed il fenomeno "esplosivo", come accade nelle bombe atomiche. Nelle centrali nucleari, la reazione che avviene nei reattori nucleari, tenuta sotto controllo tramite barre al carbonio e quindi l'energia termica che si sprigiona pu essere utilizzata in modo analogo a quanto avviene nelle centrali termoelettriche. La fusione nucleare Ancora in fase di studio per quanto riguarda la sua utilizzazione per la produzione di energia controllata la fusione nucleare. Attualmente avviene in natura soltanto nel Sole e nelle stelle; l'uomo l' ha tragicamente sperimentata nella bomba all'idrogeno (bomba H). Al contrario della fissione, una reazione fra due atomi leggeri che, fondendosi, formano un atomo pi pesante, ma di massa inferiore e che, libera un enorme quantit di energia. I due atomi leggeri sono di deuterio e tritio (isotopi dell'idrogeno H), fondendosi formano un atomo di elio, liberano un neutrone ed un enorme quantit di energia. Affinch ci avvenga, i due atomi di partenza devono essere dotati di una velocit elevata (devono vincere la forza di repulsione elettronica dei protoni) e ci si ottiene portandoli a temperatura elevatissima (milioni di gradi), cosa al momento non ancora realizzata in laboratorio. Nella bombe H ci e stato possibile grazie all'esplosione di piccole bombe atomiche a fissione che provocarono le condizioni adatte a innescare l'istantanea fusione dei nuclei di idrogeno, con conseguente emissione incontrollata di energia.

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