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Intro Come avevamo gi accennato nel Congresso di Londra, ci accingiamo a parlare del congresso di Amsterdam del 1907, che

tanto ha influenzato il movimento anarchico sotto un'ottica prettamente sindacalista, abbandonando quasi completamente il carattere insurrezionale di fine ottocento e inizio novecento. Questa serie di articoli sono tratti dal libro "The International Anarchist Congress Amsterdam, 1907" di Maurizio Antonioli e tradotto in inglese da Nestor Mcnab e messo online da Zabalaza.net. Vedere anche L'alba del sindacalismo anarchico e rivoluzionario Il congresso socialista rivoluzionario di Londra (luglio 1881), che ha riunito i pochi elementi antiautoritari rimasti della Prima Internazionale, e che si sparsero per tutto il mondo (1), era stato l'ultimo tentativo anarchico nel rimettere "in piedi la vecchia Internazionale in qualche modo"(2). Non ci sarebbero stati ulteriori sforzi, a causa della scelta del metodo dell' "illegalit" come unico metodo possibile di lotta (giustificato a causa delle circostanze), rimossa ogni possibilit per le minoranze rivoluzionarie, che erano sempre pi convinti dell'imminenza dell'azione diretta, nel mantenere legami organici con le organizzazioni di massa che si stavano consolidando in quasi tutta l'Europa. "Le delibere di Londra", scrive Gino Cerrito (3), "... ufficialmente inaugurato l'era del terrorismo anarchico, che (...) completava la trasformazione di gruppi in organizzazioni settarie, a volte ridotti a individui che hanno contatto casuale con gli altri, e spostando il Movimento Anarchico lontano dalle masse del popolo, che quindi rimase sotto la guida esclusiva dei legalitari." Nel giro di pochi anni, e in parte a causa della dura repressione del governo (che effettivamente era stata la ragione principale per le decisioni di Londra), il movimento anarchico aveva praticamente firmato la sua condanna a morte come movimento organizzato. Anche se l'anarchismo ha mantenuto una vitalit indiscutibile in molti paesi, quasi ovunque - ad eccezione della Spagna - "il senso di una organizzazione continuativa, delle relazioni internazionali (...) di una coerente strategia rivoluzionaria" (4) era stato perso. N alcuni tentativi isolati, come quello da Malatesta nel 1884 (5), sembrano in grado di cambiare questa tendenza nel rilanciare un movimento internazionalista che fosse vicino a quello originale. Quando, alla fine del 1880 e agli inizi del 1890 -e non senza contraddizioni, perplessit e scontriuna nuova Internazionale era nata secondo quella "nostalgica" della IWMA, ed era composta dai circoli socialisti europei, gli anarchici si ridussero al ruolo di semplici spettatori. L'unica misura e soluzione, dopo aver messo da parte ogni speranza alternativa, poteva essere -almeno da parte di coloro che erano sopravvissuti agli stormi anti-organizzativi e tenacemente dalla parte della tradizione di Saint Imier- quella di ritagliarsi un posto in nuove organizzazioni, rendendo la maggior parte della sua natura ancora decisamente "miste". Come noto, i vari tentativi -Bruxelles (1891), Zurigo (1893) e Londra (1896)- non erano serviti a nulla. La maggior parte di questi congressi avevano votato per l'esclusione degli anarchici, anche se vi erano minoranze molto attive nei territori in cui risiedevano e anche per altri motivi. Tuttavia, nonostante la mancanza di successo per quanto riguarda l'obiettivo interessato, questi sforzi per tornare al circuito internazionale non sono stati completamente negativi. I contatti sono stati rinnovati, il dibattito stato stimolato, idee, punti di discussione e le forme di lotta circolavano tra i lavoratori o la popolazione in generale (un esempio tipico lo sciopero generale) e vi stata la possibilit di alleanza con altre forze rivoluzionarie. Come Christiaan Cornelissen ha ricordato anni dopo (6), Zurigo e Londra non sono state la completa sconfitta per gli anarchici, ma sono stati anche l'occasione per incontrarsi, "dans l'ombre du Congrs ouvrier socialiste". Che non era cosa da poco, soprattutto se si considera che quelli erano gli anni del boom del terrorismo e illegalimo, e l'anarchismo era stato catturato nella morsa della controffensiva governativa che culmin con la Conferenza Internazionale Anti-anarchica di Roma nel 1898, e che

vedeva la partecipazione delle principali potenze europee, con l'eccezione di Gran Bretagna e Svizzera. Infatti, nonostante il carattere "terrorista" del periodo -e questo era l'idea che la borghesia (e non solo) e l'opinione pubblica aveva dell'anarchismo- stato nel 1890 che vi furono i primi sintomi di un cambiamento all'interno del movimento anarchico. Cominci a farsi sentire il "bisogno" di un accordo programmatico e operativo tra gli anarchici socialisti (7) al fine di porre la "fine all'isolamento che gli anarchici in alcuni paesi [aveva] messo a se stessi e alla separazione dalle masse o del popolo stesso"(8). Non solo in Francia, ma anche in Italia e nei Paesi Bassi c' stata una crescente tendenza verso una costante presenza nelle organizzazioni del lavoro che rapidamente si ingrandiva. Non facile stabilire le ragioni di questa evoluzione. Forse accadde per via delle ripetute esclusioni al Congresso dell'Internazionale (9), con l'urgenza di contrastare i ribelli, l'onda antiorganizzativa con qualcosa di pi solido (10), accrescendo la tensione sociale e politica in molti paesi: forse luna o l'altra (o entrambe) di queste aveva innescato il desiderio di ricomporre il movimento e, allo stesso tempo, nello sviluppare un progetto per questo. Nel 1900, quando vi fu l'assassinio da parte Bresci al Re d'Italia Umberto I, si port a termine (almeno in Europa) la fase "classica" degli atti individualisti, ovvero che il punto di svolta era stato raggiunto. Il segno pi evidente stata la convocazione da parte libertari francesi con tendenze sindacaliste rivoluzionarie, del Congresso Internazionale dei lavoratori di Parigi del 19-23 settembre 1900. Mentre la lettera-circolare del comitato organizzatore chiariva che: "c' una generale tendenza rivoluzionaria e anti-parlamentare, sviluppatasi tra gli operai, e sembra utile che i sindacati, che si sono rifiutati dei diktat dei socialdemocratici, possano discutere delle questioni che riguardano il proletariato in generale" (11). Nonostante il tono generale e l'espressione della natura "lavoratore" dell'iniziativa, che non era -come Delesalle (12) ha detto- un tentativo di tenere "un piccolo parlamento anarchico", il congresso ha avuto un sapore definito anarchico, sia nei suoi ordini del giorno e sia dei suoi partecipanti (13). Ma a Parigi vi sarebbero stati un gran numero di eventi quell'anno: 5-8 settembre vi era il Congresso della Federazione delle Borse, il 10-14 settembre il Congresso Nazionale corporativo (CGT); il 17-18 settembre, un Congresso Internazionale Corporativo promosso dalla Federazione delle Borse e dalla CGT in aperto contrasto con l'Internazionale socialista, il cui congresso si sarebbe aperto a Parigi il 24 settembre. E non era un caso che il Congresso Rivoluzionario dei Lavoratori (pi tardi conosciuta come il Congresso Internazionale Anti-parlamentare, affinch non vi sia alcun dubbio sulla sua natura) era stato istituito per il verificarsi tra il Congresso Internazionale Corporativo e il Congresso dell'Internazionale. L'obiettivo era chiaro, anche se gli organizzatori erano preoccupati: per coinvolgere i delegati del primo congresso e boicottare il secondo, e anche per sollevare la questione "anarchica" di nuovo sotto un'altra forma -quella dell'autonomia dell'organizzazione del lavoro da parte delle organizzazioni politiche. Tuttavia, solo pochi giorni prima era prevista l'apertura, del Congresso Internazionale Anti-parlamentare, ma dovette essere interrotta, a causa del divieto posto su di essa dal governo Waldeck-Rousseau. Non abbiamo modo di sapere quali potevano essere gli effetti del congresso, anche se lasciando da parte la partecipazione prevista di molti elementi provenienti da Romania, Belgio, Boemia e cos via, molto probabilmente si limit solo alla Francia e gruppi di emigrati (italiani, russi, ecc.). In ogni caso, il Congresso Internazionale Corporativo, a cui hanno partecipato solo pochi delegati inglesi, francesi, italiani e svizzeri, non sembravano aver incontrare alcun successo eccezionale. Ma a parte il risultato, anche la volont di riunirsi per un ampio dibattito su una base dalla parte del "lavoratore", era di per s un fatto importante. E' stato dimostrato che, da un lato, l'isolamento stava finendo e, d'altra parte, ampi settori del movimento anarchico stavano rapidamente tornando alle posizioni della lotta di classe. Il mancato congresso di Parigi sembrava non aver prodotto alcun effetto, sembrava solo agire come

indicazione ad una tendenza di sviluppo. Ma estremamente difficile seguire le linee di propagazione all'interno del movimento di certi impulsi e di stabilire con esattezza chi o che cosa era stato responsabile. Era chiaro, per, che le idee potenti, come lo sciopero generale, che avrebbe dovuto essere al centro di un dibattito particolare a Parigi (siamo in possesso, infatti, del rapporto che doveva essere presentato) (14), cominciava a diffondersi e radicarsi tra i circoli libertari in Francia e altrove. Gi nel 1900-01, attraverso i canali emigranti e i pi noti quotidiani, numerosi gruppi anarchici (alcuni dei quali erano spesso dichiaratamente anti-organizzatori) in tutta Europa e nelle Americhe, stavano iniziando a concentrare la loro attenzione su un obiettivo del notevole sviluppo della organizzazioni sindacali, aggiunto ad una nuova aggressivit; sembrava pi facile raggiungere tali cose rispetto alle tradizionali esplosioni insurrezionali. In ogni caso, il nuovo secolo (almeno il 1902-03) sembrava offrire agli anarchici la possibilit oggettiva per un rilancio a livello internazionale, anche se vi erano variazioni nella velocit di crescita nei vari movimenti nazionali, e ciascuno ha dovuto adattarsi alle peculiarit del proprio contesto. Indubbiamente lo stimolo di una maggiore omogeneit nelle politiche dei partiti socialisti produsse, a titolo di risposta, una opposizione omogenea all'interno di quelle forze che non erano disposte ad accettare tali politiche. Fu soprattutto, per, l'inizio di un ciclo di lotte che coinvolse quasi tutta l'Europa che, nonostante fortune rapidamente fluttuante, influenz la composizione del movimento anarchico. Un movimento che, tra l'altro, mai si era diviso in base alla posizione geografica. Ma a causa della sua instabilit molto -a causa della repressione governativa, delle fluttuazioni interne e in continua evoluzione e personale militante- aveva diviso in fazioni, correnti che regolarmente apparse in vari luoghi, e a volte a causa di influenze esterne, ma che altre volte aveva sviluppato spontaneamente. Questo non il luogo per affrontare l'internazionalizzazione del movimento anarchico. Fino ad oggi ci mancano i mezzi con cui farlo, ci sono dei vuoti che sono troppo grandi da riempire, e finora non ci sono stati studi comparativi sulla questione. Tuttavia, certo che in quegli anni le condizioni per un tale fenomeno si stava sviluppando, modesto in quanto potrebbe essere stato di dimensioni (dato il non-ruolo centrale giocato dall'anarchismo), ma molto rispetto al periodo della Prima Internazionale. Era, per, legittimo pensare che nel 1906, che l'idea di costruire un'Internazionale anarchica stava prendendo piede, e non era stato semplicemente un caso o la fantasia di alcuni gruppi che si sentiva in pericolo. La prima proposta di creare un'Internazionale libertaria, che sarebbe stata in grado di collegare e coordinare i movimenti nei vari paesi, era stata avanzata durante il secondo congresso del Groupement Communiste Libertaire in Belgio, presso StockelBois il 22 luglio 1906 (15). L'idea era stata subito adottata il giorno seguente, il 23 settembre, durante la seconda assemblea generale (a Utrecht) della Federatie Vrijheidlievende Kommunisten nei Paesi Bassi, che aveva proposto un congresso internazionale, e che si terr ad Amsterdam l'anno successivo (16). Al fine di preparare la strada per una tale iniziativa, la pubblicazione di un "Bulletin de l'Internationale Libertaire" era stata avviata a Herstal, vicino a Liegi, sotto la direzione di Georges Thonar, segretario del Groupement. L'appello lanciato nel primo numero di ottobre (17) conferma la nostra impressione precedente: "Anche se un gran numero di libertari ha pensato alla creazione di un'organizzazione internazionale da un bel po' di tempo, non si pu negare che questa tendenza -almeno in alcuni paesi- attualmente pi forte che mai. Crediamo fermamente nell'idea e ci rallegriamo di vedere i progressi che sta facendo ogni giorno. Abbiamo deciso che le discussioni non sono pi sufficienti, che non ci accontenteremo della propaganda puramente teorica dell'ideale, ch risolutamente impianteremo l'embrione di questa Internazionale, che sicuramente svilupper in qualcosa di buono -che molto si pu dire. Cos i nostri sforzi verrano pagati; l'Internazionale Libertaria verr creata in pochi mesi ". I tempi coinvolti lasciavano poco spazio di manovra. Un mese dopo, la federazione olandese aveva annunciato che il congresso avrebbe avuto luogo a luglio o agosto (la scelta venne fatta cadere su agosto) e aveva reso chiaro che il loro obiettivo (quello principale e unico) era stato l'

"organizzazione di una associazione internazionale libertaria "(18). Ma perch tale Congresso Internazionale era stato "creato" da i belgi e gli olandesi (anche se vi erano le eccezioni, ovvero una sorta di "vocazione" per i belgi, che erano anche fortemente coinvolti nei primi giorni della Seconda Internazionale)? Perch sono stati i movimenti di luoghi, che pi gli storici avevano sempre considerato periferici all'anarchismo per non parlare del fatto che sono stati i paesi con grandi tendenze sociali democratiche, l'epicentro, oltre i primi, nel fare qualcosa di concreto per quanto riguarda l'organizzazione internazionale? La risposta non semplice e richiederebbe un'analisi approfondita del movimento anarchico dei due paesi, cosa che non possibile. Ma va detto, contrariamente a quanto comunemente si pensa, che sia il Belgio che i Paesi Bassi -e, soprattutto, Paesi Bassi- erano in realt nulla rispetto alle zone "classiche" dell'anarchismo -come Spagna, Francia e in Italia. Si pu azzardare una o due ipotesi. In entrambi i paesi, la tradizione libertaria aveva radici profonde che risale ai primi anni della vecchia internazionale. In entrambi i paesi, il federalismo anarchico aveva avuto una lunga storia di autonomia locale e regionale. Tale pensiero era partito in alcuni dei porti pi importanti d'Europa e l'importanza dei marinai nella diffusione della propaganda non pu essere sottovalutata. Entrambi i paesi hanno formato un cuscino tra le grandi potenze ed essere una casa di tradizione pacifista profonda, che era alla base degli anarchici antimilitaristi attivi. N si dovrebbe dimenticare che Amsterdam era stata la sede dell'Associazione Internazionale Anti-militarista (Internationaal Antimilitaristische Vereeniging), formata nel 1904 grazie alla guida dell'instancabile attivit di Ferdinand Domela Nieuwenhuis, uno dei pochi leader europei socialdemocratici che erano passati verso l'anarchismo. E in Belgio, il luogo naturale di rifugio per i disertori francesi, l'agitazione antimilitarista del 1906 aveva raggiunto livelli di intensit, soprattutto nelle pagine dell'aggressiva "L'azione diretta", diretta da Henri Fuss-Amor (19). Belgio e Paesi Bassi, infatti, sono stati tra i primi paesi ad avere federazioni anarchiche nazionali (un dato decisamente rilevante, anche se non erano enormi) e di organizzare l'opposizione al riformismo sindacale attraverso delle organizzazioni separate -il vecchio Nationaal-Arbeids-Sekretariaat (fondata nel 1893 da Cornelissen e in passato il sindacato unico del paese, ma poi abbandonato dai riformisti) e la CGT "piccola" della regione di Liegi. Ancora una volta, era stato l'olandese che aveva proposto, prima nel 1909 e ancora nel 1913, la formazione di un'Internazionele Sindacalista Rivoluzionaria. Naturalmente, l'importanza dei movimenti belgi e olandesi non deve essere esagerata. Per forza di cose, hanno operato su un livello piuttosto limitato, sia nella loro area fisica di azione e nella loro "lunghezza d'onda politica", ed erano in realt dipendenti, ideologicamente parlando, sul movimento francese. Ma devono avere raggiunto un livello di de-provincializazzione e la maturit che consentiva loro di organizzare con successo una tale iniziativa (cosa che sarebbe stata impensabile, per esempio, per gli italiani). La proposta, tuttavia, era stata accolta con un crescendo di aderenti e n le isolate riserve degli individualisti e anti-organizativi e n lo scetticismo di altri (come Jean Grave), erano stati sufficienti a gettare in crisi la validit dell'iniziativa. Era stato un segno tangibile della misura in cui circoli anarchici sentivano il bisogno pressante di riportare una dimensione internazionale l'anarchismo. Soprattutto, si sent l'esigenza di eliminare l'isolamento dei gruppi, e di avere uno scambio di informazioni, e per scoprire come i movimenti nei vari paesi stavano diventando. "Con i nostri fratelli al di l dei nostri confini", diceva un pezzo anonimo nel "Bulletin de l'Internationale Libertaire" (20), "noi abbiamo rapporti solo puramente teorici. A malapena sappiamo che esistono." Ma ovviamente, questo non era l'unico problema. Non era solo un "letterbox" che era necessario. C'era anche la necessit di un motore, qualcosa che sarebbe stato in grado di stimolare la crescita del movimento, di lanciare e coordinare le iniziative nella lotta, per facilitare l'agitazione diffusa, le campagne di solidariet e, perch no, la scintilla della rivoluzione. Nel giro di poche settimane il

congresso di Amsterdam era diventato realt. La prima ad annunciare la loro partecipazione erano stati i Bohemians (il Cesk Anarchistick Federace e la sua rivista "Nova Omladine", la sezione ceca dell'Internazionale antimilitarista e la rivista "Matice Svobody"), seguito da vicino dalla Anarchistische Fderation Deutschlands e numerose riviste in lingua tedesca ("Der Revolutionr", "Der Freie Arbeiter", "Der anarchist", "Die freie Generation"). Questi sono stati seguiti dal JiddischSprechende Fderation Anarchistische e il neo-costituito Fdration Communiste-Anarchiste della Svizzera Romanda. Gruppi italiani come la Federazione Anarchica Socialista del Lazio e le riviste "Il Pensiero", "La Giovent Libertaria" e "La Vita Operaia", avevano annunciato la loro intenzione di partecipare. Infine, vari periodici e individui provenienti da Algeria, Austria, Bulgaria, Canada, USA, Gran Bretagna, Francia, Grecia, Argentina, Russia, Tunisia, Spagna, Portogallo, Brasile e altrove avevano annunciato che avrebbero partecipato. Nei primi mesi del 1907, Amde Dunois istitu un gruppo di propaganda per il congresso (21) a Parigi. In aprile, il "Bollettino" registrava altri nove gruppi, ad Amsterdam, Portalegre (Portogallo), Bari e Napoli (Italia), New York, Londra, Porto Alegre (Brasile), Buenos Aires, Berlino e Notre-Dame de Lourdes (Canada) (22). L'iniziativa del congresso sembrava anche suscitare una nuova pro-organizzazione nel guidare diversi paesi. Gli italiani nella Federazione Anarchica Socialista del Lazio, incontratisi a Roma il 25 marzo 1907 e chiamarono un congresso nazionale per il giugno successivo in modo da creare un'organizzazione con un raggio territoriale pi ampio (23). Il gruppo portoghese, Conquista do Po, aveva annunciato nello stesso periodo un congresso che si teneva a Lisbona dopo il congresso di Amsterdam (24). I russi, inoltre, stavano progettando la formazione di una Federazione Anarchica, secondo "Der Freie Arbeiter" (25). La reazione rapida di ampi settori dell'anarchismo internazionale non era stata tuttavia accompagnata da un'adeguata vivacit e ricchezza del dibattito in preparazione del congresso. Questo era stato forse quello che Georg Herzig si riferiva alla vigilia del congresso, quando aveva parlato di una mancanza di entusiasmo e di "emulation prliminaire" (26). Infatti, mentre la maggior parte dei giornali libertari fornivano notizie sulla fase preparatoria, la pubblicazione di appelli e messaggi dal comitato organizzatore, e di articoli stampati erano pochissimi, comprese le domande che il congresso doveva affrontare. Infatti, era stato limitato ad una costante, ma per meglio dire superficiale, le preoccupazioni di natura pratica. Fin dall'inizio, l'olandese aveva chiarito di voler affrontare "questioni pratiche" (27), mentre i brasiliani di "A Terra livre" avevano espresso il loro timore che ci sarebbe stata una sorta di disputa fatta come nel mondo accademico "senza affrontare qualcosa di concreto e pratico "(28). Questa era stata anche l'opinione degli italiani da "La Giovent Libertaria", che avevano sottolineato la necessit di "discutere la migliore forma di azione, invece di perdere tempo in discorsi teorici e parole vuote" (29), e dei belgi che, nelle parole di Henri FussAmore, avevano ripetuto che erano "venuti ad Amsterdam, non solo per parlare ma per organizzare" (30). Ma soprattutto si trattava di una generale volont di fare qualcosa, senza mai andare oltre un certo punto. In effetti, la circolare inviata dal comitato organizzatore, alla fine del 1906, firmato da Lodewijk, Thonar, Fraubse, Vohryzek e Knotek, Shapiro -in altre parole i segretari dei principali (e solo) organizzazioni nazionali- gi delineavano un preciso piano di discussione: "Negli ultimi anni, i principi libertari e comunisti anarchici e le relative tattiche, hanno assunto una nuova luce. Senza voler anticipare l'ordine del giorno, che deve ancora essere finalmente deciso dai gruppi, vogliamo dire che l'azione diretta stata cos fortemente e consapevolmente adottata in tanti paesi, a causa dell'influenza dei nostri compagni, testimonianza del progresso delle nostre idee che stanno facendo all'interno di circoli operai, che la discussione dei problemi che solleva sarebbe gi di per s giustificata dalla convocazione di un congresso internazionale "(31). Fondamentalmente quello che dicevano era che se un congresso veniva visto come una buona idea, era perch l'anarchismo in questi ultimi anni aveva riscoperto la sua vitalit grazie al suo utilizzo di azione diretta e, quindi, nella terminologia dei tempi, grazie al sindacalismo rivoluzionario e alla

pratica sindacale. Cos, Herzig non aveva torto nel parlare di una circolare che promuoveva la "propaganda sindacalista" (32). Il problema del sindacalismo, quindi, era il punto principale del Congresso. Eppure, nonostante questo, si ha l'impressione, leggendo la stampa anarchica durante il periodo precedente al congresso, che c'era qualche reticenza su tale questione. Forse era la paura di influenzare il risultato dell'iniziativa, mettendola troppo in risalto, che ha portato a un'importante enunciazione come "sindacalista anarchico", come Fuss-Amor insisteva sulla natura "anarchica" piuttosto che sulla natura "operaista" (a differenza di Delesalle nel 1900) del congresso (dove "operaista" significava semplicemente sindacalista)?(33) Perch Cornelissen, che aveva anche cercato di portare Pouget e Yvetot ad Amsterdam e aveva poi "ripiegato" su Monatte (34), aveva minimizzato il problema? (35) Perch allora la polemica che era emersa durante il Congresso, e ancor pi dopo il congresso, non emerse in anticipo? Il fatto che Herzig us la "propaganda sindacalista" nella chiamata iniziale per il congresso e che la Fdration Communiste-Anarchiste de la Suisse Romande aveva interpretato la nuova Internazionale come un'Internazionale del Sindacalismo anarchico (36), non era del tutto insignificante. L'unico a intervenire su questo argomento, e che ha esplicato con grande chiarezza, stato Amde Dunois, tra il Dicembre 1906 e Luglio 1907. L'argomento di Dunois era iniziato con la consapevolezza dell'esistenza di due correnti distinte all'interno dell'anarchismo: "un certo tipo di anarchismo teorico, che si occupa in generalizzazioni astratte" - una sorta di anarchismo che, ad esempio, nella primavera del 1906 lottava per la giornata di otto ore (37) - che lui ha descritto come "pura", e l' "operaismo anarchico" che, "senza mai abbandonare il solido terreno della realt concreta, si dedica costantemente all'organizzazione del proletariato, alla luce della rivolta economica, altrimenti nota come la lotta di classe." Questo secondo tipo, per, non era, agli occhi di Dunois, semplicemente una delle variet che l'anarchismo sembrava essere diviso, anche se era la vera e autentica interpretazione del "rivoluzionario anti-autoritario del comunismo", era la continuazione del collettivismo dell'Internazionale Bakuninista che, persa nella tempesta reazionaria a seguito della Comune e dell'onda "individualista" degli anni Novanta, era ricomparsa al momento delle prime proiezioni del sindacalismo rivoluzionario: e quindi l'aspetto "pratico" dell'anarchismo (38). Era stato quindi necessario mettere da parte tutte quelle non originali (per non parlare anacronistiche) forme di anarchismo, e garantire che l'anarchismo potesse avere una radice solida nelle organizzazioni di classe e diventare un'avanguardia per il movimento operaio, il cui compito non era quello di dirigere il movimento "ma di capirlo, di ispirarlo e di illuminarlo nelle tenebre [da cui era circondato e per portarlo] nel suo futuro" (39). Tutto questo non significava che sarebbe stato superfluo perch vi era "un gruppo di opinione", "un movimento particolarmente ideologico", in altre parole un movimento specifico, distinto dall'organizzazione dei lavoratori. Al contrario. Dunois era convinto che il sindacalismo di per s non era sufficiente, e proponeva la creazione di una rete di gruppi anarchici (e quindi con una precisa posizione ideologica), i quali sarebbero stati in grado di svolgere la funzione particolare dell'avanguardia senza in alcun modo danneggiare l'autonomia delle organizzazioni dei lavoratori.(40) Gli articoli di Dunois sono stati forti abbastanza per essere visti anche come un po' provocatori. Ma anche loro non suscitavano alcuna risposta. Ma poi, a parte un certo tono esclusivista, non c'era nulla in loro che non era stato condiviso da gran parte del movimento. Gi da tempo, sia in Italia (soprattutto attraverso l'opera di Luigi Fabbri) e in Francia (Caughi, Pierrot, Goldsmith), la continuit tra l'Internazionale Bakuninista e il sindacalismo rivoluzionario, era apertamente dichiarato (41). Anche Kropotkin aveva sostenuto questa idea (42) poco prima dell'apertura del Congresso. Se non altro, le polemiche si sono concentrate su quelle forme di sindacalismo di

origine marxista (Leone, Labriola, etc in Italia e Lagardelle in Francia) che avevano negato qualsiasi collegamento tra l'anarchismo e sindacalismo. Certo, Dunois sembrava dare grande priorit per l'organizzazione sindacale pi specifica, ma poi concordava con Fabbri (43) e Bertoni e Pierrot che non erano lontani nel condividere tale nozione (44). Ora, con il senno di poi, noi possiamo fare una serie di differenze nelle varie tendenze, che esistevano non tanto in quanto stato detto [finora], ma in ci che non stato detto. Se prendiamo in considerazione il suo successivo sviluppo, Dunois probabilmente la riteneva di secondaria importanza, anche se non ha messo in dubbio l'aspetto ideologico, la cui continuit e la sopravvivenza era una questione per i gruppi di opinione. Che cosa, allora, era responsabile - soprattutto in Francia - per far rivivere quello "spirito" anarchico su cui tanti concordavano? Certamente l'ingresso, non semplice ma coerente, di quei militanti "storici". Pi che altro, stato il fatto che un numero crescente di organizzazioni dei lavoratori avevano adottato pratiche libertarie nelle lotte (rifiuto della mediazione, l'autonomia di classe, anti-istituzionalismo, e cos via), e anche quello che era conosciuto come azione diretta. Fondamentalmente, l'anarchismo non poteva che portare l'anarchia se diventava un elemento essenziale della condizione dei lavoratori e del relativo comportamento e non a causa di qualsiasi valore intrinseco. A questo punto era difficile pensare che qualcuno come Fabbri, o Bertoni, o anche Kropotkin, potesse essere d'accordo. In realt, una posizione come [quella] Dunois trovava la sua giustificazione in una lettura precisa della situazione politica del momento, anche se faceva, forse, troppo affidamento su questa [situazione]. Perch l'anarchismo in quegli anni sembrava attraversare una rinascita? Per una serie di motivi, ma soprattutto a causa della situazione internazionale generale, che ha visto quello che era sostanzialmente una situazione economica favorevole, con una classe operaia in attacco e di pari passo con una situazione politica sempre pi instabile. un dato di fatto, con il nuovo secolo e in particolare dopo il 1902-03, ch la qualit delle lotte operaie diventava decisamente amara. Forse era la coscienza di una nuova forza (la massiccia espansione dei sindacati) che aveva scatenato un'ondata di richieste che era stata senza precedenti. Quest'onda colpiva quasi tutte le nazioni europee per un periodo di tempo con scioperi generali e scioperi di massa. Se gli scioperi sono stati per il suffragio universale (come in Belgio e Svezia), o per difendere il diritto libero di sciopero (come nei Paesi Bassi), o per protestare degli oltraggi contro il proletariato (come in Italia), essi colpivano e andavano direttamente contro lo Stato. Questo aumentava e portava a un progressivo aumento d'antagonismo tra i lavoratori e lo Stato. Poi, nel 1905, con gli eventi in Russia (*), ch ricordava a tutti in Europa che qualcosa che sembrava essere sopravvissuto solo nei cuori dei pochi -la rivoluzione- era dopo tutto possibile, ma con il rischio crescente di una guerra sulla scia della prima crisi marocchina: il livello dello scontro era salito vertiginosamente. L'anti-militarismo era diventato sempre pi un elemento di agitazione. Ancora una volta lo Stato stato visto come un nemico di classe. Questo spiega la diffusione di tale "spirito" anarchico di cui abbiamo parlato prima, e della ripresa alla organizzazione anarchica. Infatti non stato un caso che le Federazioni nazionali tedesche, ceche, olandesi e belghe sono nate dopo la rivoluzione russa nel 1905 e che, in generale, le organizzazioni sindacaliste rivoluzionarie (il Cesk Federace Vech odboru, la CGT belga e la Fdration des Unions ouvrires della Svizzera Romanda) sono state istituite prima di queste. Da tutto ci, si poteva dedurre che la crescita del movimento anarchico dipesa in qualche modo dalla situazione generale. E' stata la radicalizzazione del movimento operaio che aveva dato all'anarchismo un alito di vita e non viceversa. Ma una tale radicalizzazione ha avuto luogo anche (non solo, ovviamente) grazie agli strumenti di lotta che la pratica sindacale offriva, in particolare lo sciopero generale, la cui enorme carica di spontaneit -che era poco controllabile dal tipico centralismo di organizzazione- era stata in grado di lanciare una Seconda Internazionale, la cui strategia era in crisi da tempo. Ci ha portato alla conclusione tratta da alcuni settori del movimento, che l'anarchismo doveva essere sindacalista o altro per non rischiare l'estinzione. Come

abbiamo detto prima, per, nulla di tutto questo venuto alla luce prima del Congresso, il quale si era aperto in un clima di apparente unit. E' inutile fare qui il punto di tutto quello che stato detto al Congresso, come documentato nel rapporto successivo. Ci limiteremo alla questione del sindacalismo. E' cosa ben nota dalla storiografia contemporanea, in particolare quella francese, e precisamente dal lavoro di Maitron (45) al recente "Colloque du Creuzot" (46), che il Congresso di Amsterdam ha segnato il distacco decisivo tra l'anarchismo "ortodosso" e il sindacalismo, il quale quest'ultimo di anarchico non aveva pi nulla. Questa visione consent a Rolande Tremp di immaginare Malatesta, [a differenza] di tutte le persone, nel dire a Monatte: "Non sei pi un anarchico" (47) Si tratta di un'interpretazione che, in realt offre poco conforto. Il discorso di Monatte era certamente interamente avvolto nella questione del sindacalismo, una sorta di inno al sindacalismo e alla CGT. Ma era lo stesso Monatte che, durante il dibattito successivo, aveva affermato: "Come tutti gli altri qui, il nostro obiettivo finale l'anarchismo" e che pi volte riaffermava la validit del "suo" anarchismo. Per quanto riguarda Malatesta, aveva effettivamente dichiarato in un articolo che fu pubblicato in varie riviste, e di cui aveva aggiunto come prefazione il rapporto del Congresso di Fabbri (48): "Sono convinto, ..., che Monatte e il gruppo di "giovani" sono sinceramente e profondamente anarchici tanto quanto qualsiasi compagno barbuto vecchio." Ma, pi che il discorso di Monatte, che spesso evitava il problema, stato il rapporto di Dunois in materia di organizzazione, che era la cosa fondamentale in quel momento. In realt, non va dimenticato che lui era sul lato sbagliato della maggior parte degli attacchi precongresso e delle polemiche post-congresso. Per quanto riguarda il problema dell'organizzazione specifica (un elemento centrale, come sarebbe diventato chiaro in seguito, anche questo), Dunois aveva continuato da quello che era stato detto negli articoli precedenti. Ma egli aveva introdotto un nuovo elemento parlando di "sindacalisti" che erano "ostili - o almeno indifferenti - a tutta l'organizzazione sulla base di una identit di aspirazioni, sentimenti e delle organizzazioni" e di "anarchici sindacalisti", tra i quali lui stesso incluso, "che volentieri assegnavano il primo posto nel campo d'azione al movimento operaio" (senza per rifiutare uno "specifico movimento anarchico") con "la propria azione, da effettuarsi direttamente". E' vero che poi ha tentato di ridurre la differenza di un malinteso con un'altra forma ("Questo come parlare con i sindacalisti. Ma io non vedo dove le loro obiezioni sono valide contro il nostro progetto di organizzarci., Al contrario, vedo che se fossero valide, sarebbero anche contro l'anarchismo stesso, come una dottrina che cerca di distinguersi dal sindacalismo e rifiuta di lasciarsi assorbire"). Ma altrettanto vero che la sua posizione non era un caso isolato. Infatti, era proprio quello che Fabbri sosteneva da qualche tempo (Fabbri aveva spesso ripubblicato gli articoli di Dunois ne "Il Pensiero" e fu il solo a pubblicare altri articoli di Dunois, sempre ne "Il Pensiero"). N era lontano dal pensiero di Bertoni e Wintsch, che nel 1913-14 dovevano essere i pi severi critici del sindacalismo.(49) In effetti, possiamo dire che i punti di vista degli anarchici sindacalisti francesi, la Fdration Communiste-Anarchiste della Svizzera francofona e gli italiani della Federazione socialista Anarchica erano a tutti gli effetti identici. Se la posizione di qualcuno poteva essere descritta come un p "anomala", era quella di Malatesta, che era pi vicino ai compagni in lingua inglese. Sul problema non tanto di organizzazione ma dell'atteggiamento da assumere verso gli antiorganizzatori, Malatesta differiva nettamente dal sindacalismo anarchico o quelli favorevoli al sindacalismo. In qualit di personaggio eclettico e pluralista, aveva lottato duramente per il "partito", la lotta contro le pi severe forme di individualismo, ma era pronto ad accettare una certa apertura verso gli anti-organizzatori comunisti. Questo era stato dimostrato da uno dei suoi discorsi, dove aveva cercato di minimizzare le differenze come le incomprensioni causate dalle parole

("Basta litigare; restiamo ai fatti! Le parole dividono ma l'azione ci unisce"), qualcosa con cui Fabbri, per esempio, aveva dichiarato di essere in disaccordo (50). Il semplice fatto che, mentre Malatesta, innanzitutto, cercava di proteggere l'unit del movimento anarchico, altri sono stati pi che disposti a fare a meno di alcuni elementi, se ci significava salvare l'unit del movimento operaio rivoluzionario. Il potere unificante di azione era qualcosa che i sindacalisti avrebbero potuto vedere, ma chi unificava gli anarchici? Perch non invece il proletariato? E proprio quella era la differenza fondamentale tra Malatesta e Monatte? Malatesta non era affatto anti-sindacalista. Egli aveva dichiarato che lui era (e, infatti, lo era sempre stato) "un sostenitore dei sindacati" e costantemente incoraggiava gli anarchici ad aderire alle organizzazioni dei lavoratori. Nessuno dei due aveva mai sognato di "danneggiare" l'autonomia delle organizzazioni dei lavoratori (un altro punto su cui aveva concordato con i sindacalisti). Certo, Malatesta era insistente che lo sciopero generale era insufficiente come l'arma definitiva e sottolineava la necessit di un'insurrezione, con una difesa armata, che correva parallela e continuava dopo ogni eventuale paralisi della produzione. Ma, dopo la rivoluzione russa e le varie esperienze di altri scioperi generali, c'era qualcuno che pensava che gli "strumenti di abbattimento" sarebbero stati sufficiente a realizzare una rivoluzione sociale? Non vi erano i rischi del corporativismo, minimizzati da Dunois o Monatte. Infatti, stato al fine di limitare loro -i corporativist-, per neutralizzarli, che la partecipazione organica degli anarchici era stata richiesta. Era vero che "gli anarchici sindacalisti" sembravano propensi a non rigettare il cosidetto "funzionarismo", o almeno non respingerla a priori, mentre Malatesta era stato, su questo punto, rigidamente intransigente (ma allora lo era anche Bertoni ...). Ma questo era stato sufficiente a dividere le due parti? Indubbiamente c'era stata una differenza, molto profonda su questa. E in qualche misura abbiamo gi stabilito che cosa era. Si trovava non tanto nella scelta tra sindacalismo, [da usare] come un fine o mezzo, e che in seguito sarebbe diventato parte integrante delle polemiche all'interno del movimento anarchico. Anche se Monatte, pur rifiutando di vedere "nel proletariato organizzato solo un terreno fertile per la propaganda" e riducendolo "ad un semplice mezzo" (Malatesta si riferiva chiaramente alla pratica del sindacalismo, non all'organizzazione del proletariato, anche se non significava, semplicemente, manovrare la massa), non metteva in discussione la questione dell'anarchia e del suo fine, come noi abbiamo sottolineato in precedenza. Il nocciolo della questione era altrove. Malatesta non poteva condividere l'idea che l'anarchismo dovesse praticamente rinascere continuamente nel processo di emancipazione dei lavoratori: in altre parole, il movimento era "bloccato" per la storia della lotta di classe. Il terreno della lotta di classe, come inteso dagli anarchici sindacalisti, sembrava troppo stretto per lui. E comunque, come egli stesso spiegava, non credeva nell'esistenza di classi "nel senso proprio del termine", n l'esistenza di "interessi di classe". Il punto di partenza della lotta degli sfruttati non deve e non pu essere condiviso dagli interessi di classe, o dall'identit "ideale" con l'obiettivo di una "completa liberazione dell'umanit, attualmente in stato di servit, sotto il profilo economico, politico e morale di vista." Considerando che la base della visione anarco-sindacalista era la produzione, la societ legata alla fabbrica e della classe operaia come un mondo a s con la sua stessa esistenza specifica, Malatesta basava la propria visione politica sul meccanismo di riproduzione del potere, sulla scelta tra libert e autorit. E va detto, per, che tale complessit sfugg alla maggior parte dei partecipanti al Congresso. Alcuni hanno visto nel dibattito tra Malatesta e Monatte non uno scontro, ma il riemergere dell'insurrezionalismo tradizionale oltre allo sciopero generale. Altri cristallizzavano la

loro attenzione sul problema dei fini e mezzi, sottolineando che si trattava di anarchismo e che doveva raccogliere il sindacalismo al suo interno e non il contrario. Altri ancora si erano limitati a vedere solo la critica di Malatesta sul corporativismo e del potenziale "conservatorismo" dei sindacati. Pochi hanno capito la vera natura dello scontro. Malatesta stesso aveva confermato questa impressione (51): "Su queste questioni, come esposte [sia] da Monatte che da me, seguono un dibattito che stato molto interessante, per quanto soffocato dalla mancanza di tempo e dalla necessit faticosa per la traduzione in molte lingue. Si conclusa con la proposta di diverse risoluzioni, ma non credo che le differenze nelle tendenze erano ben definite, infatti, una grande quantit di penetrazioni sono necessarie per capirle e, anzi, la maggior parte dei presenti non lo ha fatto e ha votato comunque per le varie risoluzioni. Che, naturalmente, non nega il fatto che due tendenze abbastanza reali sono apparse, per quanto esistano le differenze per la maggior parte in previsto agli sviluppi futuri, piuttosto che alle intenzioni attuali dei compagni." Fabbri, inoltre, aveva contribuito al momento, per mezzo di una lettera di chiarimento a "La Protesta Umana" (52), nel ridurre al minimo le divergenze e le relazioni come Malatesta credeva che "se due tendenze sono emerse dal congresso sul sindacalismo, erano cos poco percettibili che sarebbe difficile definire concretamente in due ordini del giorno, e che in ogni caso, la differenza stava in una diversit di apprezzamento teorico e non in alcuna differenza reale." Se noi crediamo che Malatesta diceva poi che non era chiaramente il caso, non ci che conta: il punto essenziale era che la differenza faceva fatica a venire alla luce e forse alcuni avrebbero preferito che non succedesse. E di questo non ci resta che vedere l'atteggiamento di Bertoni, che in seguito sarebbe diventato uno dei pi feroci dei "Malatestiani". In un lungo articolo de "Le Rveil socialiste-anarchiste" (53), Bertoni (che era del Cantone Ticino) aveva confessato di non capire la posizione di Malatesta sulla natura riformista dei sindacati e aveva visto come pericolosamente vicino a quello della "politica del socialismo", che tendeva a sfruttare il sindacato per il bene del partito La situazione sarebbe probabilmente rimasta statica se, da parte degli anarcosindacalisti, Dunois (chi altro?) non avesse spinto a parlare di tale questione. Nonostante la serie di equivoci che abbiamo appena visto, gli anarchici sindacalisti avevano chiaramente capito che erano stati in grado di guidare il Congresso verso un "operaismo anarchico". Il blocco che era costituito attorno a Malatesta era, tutto sommato, decisamente la maggioranza. Fu a questo punto che l'attacco all'anarchismo "tradizionale" prese una piega molto pi seria. Un mese dopo il Congresso, mentre "Les Temps Nouveaux" aveva pubblicato il primo articolo di Malatesta, un lungo pezzo di Dunois apparve ne "Le Rveil socialiste-anarchiste", in cui lui non criticava Malatesta (anche se ha ammesso: "Malatesta infinitamente pi vicino a noi sindacalisti di molti di coloro che gli hanno dato i loro voti") ma che aveva ripetuto abbastanza esplicitamente che l'anarchismo e il sindacalismo erano la stessa cosa, e aveva indicato la strada che l'anarchismo doveva prendere: "Si deve, infine, smettere di cercare di essere "tra il cielo e la terra" (ovvero tra i borghesi e i proletari), per parafrasare l'espressione netta di Bakunin, e diventare ancora una volta quello che, francamente, dovrebbe essere. In altre parole, si deve puntare nuovamente verso i lavoratori (...) E' dall'interno che l'anarchismo sar in grado di chiarire, per animare e per rendere fertile la pratica presso il movimento dei lavoratori. Non vedo come possa essere diretto o ricevere influenze dall'esterno (...) L'anarchismo deve coraggiosamente entrare dentro il movimento operaio, mescolarsi a stretto contatto con la sua vita, la sua attivit quotidiana, con le sue lotte, sconfitte o vittorie, -lasciate fare la sua parte di compiti e responsabilit comuni, lasciate impregnare tutto lo spirito e le sensazioni della classe operaia- e, quindi, solo cos, trover la forza di raggiungere tutta la sua missione rivoluzionaria. "(54)

E Dunois non si era fermato qui. In un successivo articolo nel giornale "Pages Libres" (55), aveva parlato apertamente di una crisi in seno all'anarchismo, a causa del fatto che "molti si aggrappano invano a vecchie formule", mentre "la minoranza (si ) coraggiosamente alleata al sindacalismo rivoluzionario ", definita come una nuova filosofia, "una piattaforma di lancio per un intero esercito di brillanti pensatori e intellettuali, ma ... allegramente sgombrato con l'esperienza e la coscienza di un proletariato desideroso di benessere e libert"(56). Non era una questione, per, di cambiare opinione e di spostarsi dall'anarchismo al sindacalismo rivoluzionario, dal momento che il "sindacalismo rivoluzionario l'anarchismo - ma un anarchismo rigenerato, rinfrescato dalla brezza del pensiero proletario, un anarchismo realistico e concreto, che non pi soddisfatto, come lo era il vecchio anarchismo, con negazioni astratte e dichiarazioni: un militante anarchico che confida in una classe operaia rafforzata dalle lotta nel corso degli anni, e non pi solo nei suoi iniziati, per la realizzazione dei suoi sogni." Mentre Malatesta, lineare e coerente nella sua difesa di unit del movimento anarchico, aveva cercato di non peggiorare il divario quando notava la divergenza, Dunois preferiva il non "camuffare" il "conflitto teorico e pratico". "Ad Amsterdam, l'anarchismo tradizionale aveva visto l'anarchismo sindacalista andare contro di esso per la prima volta. E ci saranno altre occasioni per seguire questo primo incontro. Ma l'anarchismo tradizionale, avvolto nel suo mantello di idealismo, che domani sar il suo sudario, mezzo morto come l'altro vivo." Come possiamo vedere, non c'erano mezze misure. Per Dunois, il movimento anarchico era a un bivio: o si doveva accettare le posizioni dei "sindacalisti anarchici" oppure si sarebbero estinti, o per meno vegetare in uno stato di crisi continua. Ma al tempo stesso, Malatesta stava esplorando la questione dell'anarchismo e/o sindacalismo in un articolo pubblicato su "Freedom" e ne "Les Temps Nouveaux" e altri giornali (57), in cui affermava che: "La colpa di aver abbandonato il movimento operaio stato pi dannosa per l'anarchismo, ma almeno stato lasciato con le sue caratteristiche distintive." L'errore di confondere il movimento anarchico con il sindacalismo si riveler grave. In altre parole, la "purezza" dell'ideale prima di tutto. Alla fine del 1907 e inizio 1908, le rispettive posizioni sembravano essere definite chiaramente. E tuttavia si pu dire che non aveva provocato nessuna reazione particolare nei circoli anarchici. Il problema del "sindacalismo", era continuato ad essere discusso pi o meno ovunque, ma senza nulla di nuovo. Gli articoli di Malatesta e Dunois non sembravano aver esercitato molta influenza, o meglio, non sembrava aver spostato il dibattito a qualsiasi misura. In Francia, Charles-Albert e Jean Grave ricominciavano la loro vecchia critica al sindacalismo (58), mentre in Italia, vari articoli su "L'Alleanza Libertaria" (un nuovo giornale emerso dal Congresso di Roma) seguiva la linea pre-Amsterdam (59) di prudenza per il supporto al sindacalismo. Lo stesso si potrebbe dire per la Svizzera francese, dove "Le Rveil anarchistesocialiste" era saldamente collocata a met strada tra Dunois e Malatesta. (60) In Germania il "Der Revolutionr" aveva ospitato un dibattito ragionato tra alcuni elementi a favore e contro il sindacalismo.(61) I circoli degli emigrati russi si scontravano diverse tendenze e tutto continu come prima (62). Quindi, nessuna risposta esagerata. Infatti, anche l'allontanamento degli anarchici sindacalisti francesi (ma non tutti) era stato graduale. La loro preoccupazione principale non era tanto lo scontrarsi con altri anarchici, ma cercare di formare un fronte unitario con le altre tendenze nel sindacalismo. Nei primi mesi del 1908, apparve a Parigi "L'Action Directe", concepito come un tentativo di mettere insieme elementi di origine diversa -sindacalisti puri, sindacalisti socialisti, sindacalisti anarchici, come Monatte stesso scrisse (a parte lui, gli altri collaboratori incluso Griffuelhes , Merrheim, Pouget, Delesalle, Lagardelle, Dunois e Cornelissen). (63) Poi, verso la fine del 1908, Dunois aveva contribuito al "Bulletin de l'International Anarchiste" nella sua qualit di

membro della stessa Internazionale, anche se da questa fase, come egli stesso aveva confessato, era stato sempre pi portato a credere che gruppi specifici erano "inutili e superflui."(64) Dal 1909-10, il processo di rottura potrebbe dirsi completo. La maggior parte degli anarco-sindacalisti, a parte alcuni casi isolati, erano ritornati in posizioni vicine a quelle di Malatesta (Fabbri o Bertoni, per esempio) o avevano definitivamente optato per il sindacalismo senza alcuna ulteriore specificazione. Quando, nel 1909, Monatte aveva fondato "La Vie Ouvrire", tra il nucleo iniziale della rivista vi erano Dunois, Fuss-Amore e Clment Lon, proprio per citare solo quelli che avevano partecipato al congresso di Amsterdam (in effetti, Clment aveva inviato solo la sua relazione). Cornelissen era ormai completamente occupato con la modifica del "Bulletin du movimento international syndacaliste". Solo pi tardi, dopo la prima guerra mondiale, l'anarco-sindacalismo sarebbe tornato ancora una volta come un fenomeno a livello internazionale. Nonostante tutte le contraddizioni, le incomprensioni e i silenzi che abbiamo evidenziato, l'evento di Amsterdam ha avuto e ha ancora, ripercussioni importanti (conseguenze che non erano cos immediate come Malatesta aveva previsto) sul movimento anarchico. Amsterdam non ha comportato la liquidazione definitiva dell'anarchismo "tradizionale" come gli anarchici sindacalisti avevano sperato, in modo che l'anarchismo avrebbe potuto riacquistare il suo ruolo guida nel processo di emancipazione del proletariato. Stabilire se la loro alternativa avrebbe incontrato un maggiore successo, o almeno tentare di stabilirlo, sarebbe al di fuori dell'ambito di questo lavoro. Una cosa, per, non emerge che da una attenta analisi di quello che succede, e che fa da sfondo il congresso di Amsterdam: non pi possibile limitarsi ad accettare acriticamente le linee dello scontro tra Monatte e Malatesta, sulla base di ci che frequentemente distorce la tradizione o la storiografia. Se guardiamo ad Amsterdam nel suo vero contesto, prendendo in considerazione la situazione al momento e del come nata tale iniziativa, possiamo trovare molte risposte alle domande che la storia del movimento anarchico continua a fare. Note 1. L'unica organizzazione rappresentata al Congresso di Londra era stata la Federazione del Giura. Tedeschi, austriaci, spagnoli, russi e svizzeri-tedeschi erano rappresentati da emigranti che vivevano a Londra (Vera Zasulic per i russi, Malatesta e Merlino per gli italiani). 2. P.C. MASINI, Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Malatesta, Rizzoli, Milan 1969, p. 203. 3. G. CERRITO, Dallinsurrezionalismo alla settimana rossa, CP Editrice, Florence 1977, p. 13. 4. P.C. MASINI, op. cit., p. 220. 5. Cfr. G. Cerrito, op. cit, p. 34 e seguenti;. P.C. MASINI, op. cit., p.215 e seguenti. 6. C. Cornelissen, Le Congrs Ouvrier Rvolutionnaire et Libertaire d'Amsterdam (1907), in Rvolution Almanach de la versare 1907, La pubblicazione Sociale, Parigi senza data (1907). 7. Vedi F.S. MERLINO, Ncessit basi et d'une entente, Impr. A. Longfils, Bruxelles 1892. 8. Dalla prefazione di E. Malatesta per l'edizione italiana di Merlino del summenzionata pamphlet (Necessit e basi di Accordo, La Popolare ed., Prato 1892). 9. Questo anche il parere, anche se limitato alla Francia, di R. Brcy, Le Mouvement sindacali en France 1871-1921, Mouton & Co., Parigi - La Haye 1963, p. XII.

10. I lettori non hanno bisogno di ricordare la scelta "sindacalista" di Pelloutier e Pouget in reazione al "individuo ... dinamite", e Malatesta cercava di contenere l'ascesa di illegalismo cercando di promuovere l'utilit del "partito anarchico". 11. Le Congrs ouvrier rvolutionnaire international de Paris 1900, in Les Temps Nouveaux du 31 mars au 6 avril 1900. 12. P. DELASALLE, Le Congrs rvolutionnaire, in Les Temps Nouveaux du 21 au 27 juillet 1900. 13. Le domande principali discusse sono state: il comunismo e l'anarchismo, il comunismo e l'individualismo, lo sciopero generale, l'atteggiamento degli anarchici verso le cooperative, l'anti-militarismo, l'antisemitismo, il sionismo, il tolstoismo, la questione delle donne, i diversi mezzi di propaganda, le organizzazione tra gruppi comunisti rivoluzionari provenienti dallo stesso paese o di paesi diversi, l'atteggiamento degli anarchici in caso di guerra, sommossa o una insurrezione, l'organizzazione di solidariet, fondi per gli aiuti, la pubblicazione di una rivista internazionale. Tra i partecipanti, gli tudiants Socialistes Revolutionnaires Internationalistes, molte librerie francesi libertare e gruppi di studio, alcuni sindacati locali, i giornali "Le Pre Peinard", "Le Libertaire", "Les Temps Nouveaux", il parigino antimilitarista del gruppo, il gruppo parigino italiano, bulgari, cechi e belgi. 14. "Les Temps Nouveaux" ha pubblicato un numero speciale con tutti i rapporti. 15. Vedere "Het Volksdagblad", 26 July 1906, per la relazione sul congresso. Anche "Grond it Vrijheid", agosto 1906 (Een nieuwe Internazionale). 16. Vedere "Grond it Vrijheid", Oktober 1906 (Mededeelingen van de Federatie van Vrijheidlievende Kommunisten). 17. Aux Anarchistes, in Bulletin de lInternationale Libertaire, octobre 1906. 18. Le Congrs dAmsterdam, in Bulletin de lInternationale Libertaire, novembre 1906. 19. Laction directe, edited by Gilly (Hainaut) was noted for its workerist anti-militarism. See Les Temps Nouveaux, 7 avril 1906. 20. Vers lInternationale, in Bulletin de lInternationale Libertaire, octobre 1906. 21. See Bulletin de lInternationale Libertaire, fvrier 1907. 22. Ibid, avril 1907.

23. Un Congresso Anarchico Italiano. Appello agli anarchici dItalia, in La Giovent Libertaria, 30 marzo 1907. 24. Vedere "Bulletin de l'Internationale Libertaire", mai 1907. 25. Vedere "Der Freie Arbeiter", den 20. Aprile 1907. 26. G. Herzig, Le Congrs d'Amsterdam, in "Le Rveil anarchiste-socialiste", 20 juillet 1907. 27. Le Congrs d'Amsterdam, cit. 28. L'Internationale Libertaire, in "Bulletin de l'Internationale Libertaire", fvrier 1907. 29. LA GL, Riflessioni (A Proposito del Congresso Internazionale Libertario di Amsterdam), "La Giovent Libertaria", 23 febbraio 1907. 30. H. FUSS-AMORE, Groupement Comuniste Libertarie, in "Les Temps Nouveaux", 26 janvier 1907. 31. La circolare apparso in gran parte della stampa anarchica a gennaio / febbraio 1907. 32. G. Herzig, cit. 33. H. FUSS-AMOR, Le Congrs d'Amsterdam, in "Les Temps Nouveaux", 9 mars 1907. 34. Secondo quanto Monatte ha scritto, in un lungo articolo che trattava con la fondazione e la vita de "La Vie Ouvrire", in "La Rvolution proltarienne", octobre 1959 - janvier 1960 (il commento che ci interessa nel numero di ottobre). 35. C. CORNELISSEN, cit. 36. Vedere le note del Rapport sur le movement anarchiste en Suisse Romande, in "Bulletin de l'Internationale Libertaire", 29 fvrier 1908. 37. Il riferimento ai famosi scioperi di Aprile-Maggio 1906, indetti dala CGT per chiedere le 8 ore lavorative giornaliere. 38. A. DUNOIS, Les anarchistes et le movement ouvrier en France, in "Bulletin de l'Internationale Libertaire", juillet 1907 (also published in "Der Freie Arbeiter", den 31. August 1907). 39. A. DUNOIS, Un Congrs anarchiste, in "Les Temps Nouveaux", 1 dcembre 1906 (also published in "Il Pensiero", 16 gennaio 1907). 40. A. DUNOIS, Sur le Congrs d'Amsterdam, in "Les Temps Nouveaux", 16 fvrier 1907. 41. A tal riguardo, vedere "Bakunin tra sindacalismo rivoluzionario e anarchismo", in Bakunin cent'anni dopo, edito da Antistato, Milano 1977, pp. 70-71. 42. P. KROPOTKIN, Les Anarchistes et les Syndicats, in "Les Temps Nouveaux", 25 mai 1907. 43. Vedere la mia introduzione su L. FABBRI, L'organizzazione operaia e l'anarchia, Crescita

Politica Editrice, Florence 1975. 44. Vedere per esempio di Pierrot, Le syndicalisme, in "Les Temps Nouveaux", 11 mai 1907 e di Bretoni, Gli anarchici e l'organizzazione operaia (estratto dal rapporto inviato al Congresso Anarchico di Roma), in "Il Pensiero", 16 giugno 1907. 45. J. MAITRON, Histoire du movement anarchiste en France (1880-1914), SELI, Paris 1951, p. 306. 46. Vedere "Le Mouvement social", avril-juin 1977. 47. Ibid. 48. Resoconto generale del Congresso Internazionale Anarchico di Amsterdam, Libreria Sociologica, Paterson 1907, p. 5. 49. Vedere Bakunin tra sindacalismo rivoluzionario e anarchismo. 50. L. FABBRI, A proposito del Congresso di Amsterdam. Due parole di schiarimento, in "La Protesta Umana", 28 settembre 1907. 51. Vedere Resoconto generale ..., cit., p.5. 52. L. FABBRI, op. cit. 53. L. BERTONI, Anarchisme et syndicalisme, in "Le Rveil socialiste-anarchiste", 30 novembre 1907 (the article was concluded in the following 8th August issue). 54. A. DUNOIS, Le Congrs d'Amsterdam, in "Le Rveil socialiste-anarchiste", 21 septembre - 2 novembre 1907. 55. A. DUNOIS, Le Congrs d'Amsterdam et l'anarchisme, in "Pages libres", 23 novembre 1907. 56. "Bien-tre et libert" era il motto della Confdration Gnrale du Travail. 57. E. MALATESTA, Anarchisme et syndicalisme, in "Les Temps Nouveaux", 28 dcembre 1908. 58. CHARLES-ALBERT, Aprs le Congrs, in "Les Temps Nouveaux", 7 dcembre 1907. J. GRAVE, Syndicalisme et anarchie, in "Les Temps Nouveaux", 1, 8, 15 fvrier 1908. C' un curioso commento di Malato in "La Guerre Sociale", du 28 aot au 3 septembre 1907, dove si parla di due tendenze, una "oggettiva" ed uno "soggettiva": la prima cerca di modificare l'ambiente al fine di trasformare l'individuo, il secondo mira a perfezionare l'individuo. Le due tendenze apparse, tuttavia, non ci sembrano distinguere in questo modo. 59. vedere per esempio A. BORGHI, Anarchismo e sindacalismo, in "L'Alleanza Libertaria", 1 e 8 maggio 1908; E. SOTTOVIA, L'influenza sindacalista nel movimento anarchico, ivi, 17 luglio 1908; L. FABBRI, Come e perch siamo sindacalisti, ivi, 28 agosto 1908, etc. 60. Vederee L. BERTONI, Anarchisme et syndicalisme, cit.; J. W(INTSCH), Idologie du syndicalisme, in "Le Rveil socialiste-anarchiste", 13 juin 1908. 61. Vedere il dibattito intitolato Syndikalismus und Anarchismus, tra Luigi (Fabbri) e Karl

Holfmann e G. Stine in "Der Revolutionr", nei numeri tra il 16 e 20 Novembre, e 7 e 21 December 1907. 62. Vederee P. AVRICH, The Russian Anarchists, University Press, Princeton 1967, p. 81 and following. 63. Il primo numerdo de "L'action directe" usc il 15 Gennaio del 1908, e l'ultimo numero usc il 3 Ottobre dello stesso anno. 64. Vedere "Bulletin de l'Internationale Anarchiste", dcembre 1908. Note del blogger (*) Vedere Qui e Scritti di Kropotkin sulla rivoluzione russa del 1905 e le sue conseguenze (1), (2),(3),(4)

Il Congresso Internazionale Anarchico presso la Sala Plancius ad Amsterdam, 26-31 Agosto 1907
Lunedi 26 agosto
Prima sessione - Sessione mattutina La sessione apre alle nove con Henri Fuss nominato presidente. L'agenda discussa. Ferdinando Domela Nieuwenhuis sottolinea che l'International Anti-militarist Association, di cui segretario generale, avr il suo 2 Congresso il Venerd, per discutere la questione dell'antimilitarismo. Lui supportato in questo da Raphal Friedeberg, Pierre Ramus, Max Baginsky ed Emma Goldman. La proposta vigorosamente contrastata da Errico Malatesta e Ren de Marmande e una controproposta messa davanti chiedendo di rispettare l'ordine del giorno. A seguito di lunghe discussioni, le proposte vengono messe ai voti, con la vittoria di Malatesta con 38 voti sulla sua proposta al contrario di 33 voti per il movimento di Domela-Friedeberg. La proposta di Malatesta stata accettata

Seconda sessione - Sessione pomeridiana Questa sessione dedicata alle relazioni sullo stato del movimento anarchico in Belgio, Boemia, Olanda, Romanda (Svizzera francofona), Stati Uniti e Vienna (Austria).

Terza sessione - Sessione serale Altre relazioni sullo stato del movimento anarchico in Germania, tra gli ebrei di Londra, Russia, Serbia, Italia e Gran Bretagna.

Marted 27 agosto
Quarta sessione - Sessione mattutina La seduta comincia alle nove. Rudolf Lange nominato presidente del Congresso, con Christiaan Cornelissen e R. de Marmande come aiutanti. In primo luogo vi il seguente ordine del giorno "Anarchismo e sindacalismo". Ma uno dei relatori, il compagno Turner, non ancora arrivato (1): il Congresso decide di affrontare quindi il tema "Anarchismo e organizzazione". Amde Dunois prende la parola. Amde Dunois: (*) E' finito il tempo in cui i nostri compagni siano stati quasi unanimi nella loro chiara ostilit verso la ogni idea di organizzazione. La domanda che noi ci stiamo occupando oggi sarebbe, poi, quella di sollevare proteste senza fine verso loro, e i loro sostenitori, che sarebbero stati accusati con veemenza di un programma segreto e autoritario. Erano tempi in cui anarchici, isolati gli uni dagli altri e ancor pi dalla classe operaia, sembravano aver perso ogni sentimento sociale, in cui gli anarchici, con i loro incessanti appelli per la liberazione spirituale dell'individuo, sono stati visti come la manifestazione suprema dell'individualismo antico dei grandi teorici borghesi del passato. Si pensava che azioni e iniziative individuali bastassero per tutto; e veniva applaudito il considetto "nemico del popolo", quando dichiarava che un uomo solo il pi potente di tutti. Ma non pensate a una cosa: che il concetto di Ibsen non mai stato quello di un rivoluzionario, nel senso che diamo a questa parola, ma di un modo di concernere un moralismo principale ch stabilisse una nuova lite morale all'interno del seno stesso della vecchia societ. Negli anni passati, parlando in generale, vi stata poca attenzione a studiare la materia concreta della vita economica, dei diversi fenomeni di produzione e scambio, e anche della popolazione, con la conseguente che ci siamo spinti a negare l'esistenza di quel fenomeno di base -la lotta di classe- a tal punto da non distinguere nella societ attuale, alla maniera dei democratici puri, nient'altro che le differenze di opinione, che la propaganda anarchica ha preparato gli individui come un modo di formazione loro per la discussione teorica. Nelle sue origini, l'anarchismo non era altro che una protesta concreta contro le tendenze opportuniste e il modo di agire autoritario della democrazia sociale, e in questo senso si pu dire di avere svolto una funzione utile nel movimento sociale degli ultimi 25 anni. Se il socialismo nel suo insieme, come una idea rivoluzionaria, sopravvissuto alla progressiva borghesizzazione della societ democratica, senza dubbio merito degli anarchici. Perch abbiamo anarchici che non si sono accontentati di sostenere il principio del socialismo e federalismo contro le sfacciate deviazioni dei cavalieri della conquista del potere politico? Perch il tempo li ha portati all'ambizione di ricostruire una nuova ideologia da capo, di fronte a parlamentari e socialisti riformisti? Noi non possiamo che riconoscere che tale tentativo ideologico non sia stato sempre facile. Molto pi spesso di quanto noi stessi ci siamo limitati a consegnare alle fiamme quello che la democrazia sociale adorava. Questo stato il modo inconsapevole con cui gli anarchici, senza neanche rendersene conto, sono stati in grado di perdere di vista la natura essenzialmente pratica e operaista del socialismo in generale e dell'anarchismo in particolare; nessuna delle quali mai stata altro che l'espressione teorica della resistenza spontanea dei lavoratori contro l'oppressione da parte del regime borghese. E' successo agli anarchici come successo al socialismo filosofico tedesco prima del 1848 -come si legge nel "Manifesto Comunista"- che si vantava di essere in grado di rimanere "in dispregio di tutte le lotte di classe" nel difendere "non gli interessi del proletariato, ma gli interessi della natura umana, dell'uomo in generale, che non appartiene a nessuna classe, non ha realt, che esiste solo nel regno mistico della fantasia filosofica ".

Cos, molti dei nostri sono tornati curiosamente verso l'idealismo da un lato e l'individualismo dall'altro. E ci fu un rinnovato interesse per le tematiche storiche del '48 come quelle di giustizia, di libert, fratellanza e l'onnipotenza di emancipazione dell'Idea del mondo. Allo stesso tempo, l'individuo era esaltato, nella maniera inglese, contro lo Stato e qualsiasi forma di organizzazione venuta, pi o meno apertamente, in quanto era vista come una forma di oppressione e di sfruttamento mentale. Certo, questo stato d'animo non era assolutamente unanime. Ma questo non toglie il fatto che esso responsabile, per la maggior parte, dell'assenza di una organizzazione coerente col movimento anarchico. La paura esagerata che alienava la nostra libera volont nelle mani di qualche nuovo corpo collettivo, ci ha impedito l'unione. E' vero che esisteva tra noi "gruppi di studio sociale", ma sappiamo quanto essi erano effimeri e precari: nati fuori del capriccio individuale, questi gruppi erano destinati a scomparire con esso; coloro che li componevano non si sentivano abbastanza uniti, e alla prima difficolt incontrata, si andava incontro alla divisione. Inoltre, questi gruppi non sembravano aver mai avuto un'idea chiara del loro obiettivo. Ora, l'obiettivo di una organizzazione allo stesso tempo il pensiero e azione. Nella mia esperienza, per, quei gruppi non hanno agito affatto cos: essi contestavano e basta. E molti venivano tacciati di essere costruzioni di piccole cappelle o di negozi parlanti. Che cosa sta [questa evoluzione] alle radici dell'opinione anarchica sulla questione dell'organizzazione? Ci sono due ragioni per questo: -Il primo l'esempio dell'estero. Ci sono piccole organizzazioni permanenti in Inghilterra, Olanda, Germania, Boemia, Romanda e Italia, che operano da diversi anni, senza dare visibilit all'idea anarchica, poich hanno sofferto per questa. E' vero che in Francia non abbiamo una grande quantit di informazioni sulla costituzione e la vita di queste organizzazioni, ma sarebbe auspicabile indagare. -La seconda causa molto pi importante. Consiste nella decisiva evoluzione che le menti e le abitudini pratiche di anarchici hanno subito pi o meno ovunque negli ultimi sette anni, che li ha portati ad unirsi al movimento operaio e partecipare attivamente nella vita [quotidiana] della gente. In una parola, abbiamo superato il gap tra l'idea pura, che pu facilmente trasformarsi in dogmi, e la vita reale. Il risultato fondamentale di questo che siamo diventati sempre meno interessati alle astrazioni sociologiche di un tempo e sempre pi interessati al movimento pratico in azione. La prova la grande importanza che il sindacalismo rivoluzionario e l'anti-militarismo, per esempio, hanno acquistato per noi negli ultimi anni. Un altro risultato della nostra partecipazione al movimento, anche questo molto importante, che l'anarchismo teorico si progressivamente affinato e diventato vivo attraverso il contatto con la vita reale, fonte eterna del pensiero. L'anarchismo nei nostri occhi non pi una concezione generale del mondo, ideale per l'esistenza, una rivolta dello spirito contro tutto ci che cattivo, impuro e bestiale nella vita, ma anche, soprattutto, una teoria rivoluzionaria, un programma concreto di distruzione e ri-organizzazione sociale. L'anarchismo rivoluzionario -e sottolineo la parola "rivoluzionario"- mira essenzialmente a partecipare al movimento spontaneo delle masse, di lavoro verso ci che Kropotkin cos nettamente definiva come la "Conquista del pane". Ora, solo dal punto di vista dell'anarchismo rivoluzionario che la questione dell'organizzazione anarchica pu essere affrontato. I nemici dell'organizzazione di oggi sono di due tipi: In primo luogo, ci sono quelli che sono ostinatamente e sistematicamente ostili a qualsiasi tipo di organizzazione. Sono gli individualisti. Essi sono d'accordo tra loro con l'idea popolare di Rousseau che la societ un male, che sempre una limitazione dell'indipendenza del singolo. La pi piccola

quantit di societ possibile, o nessuna societ a tutti; che il loro sogno, un sogno assurdo, un sogno romantico che ci riporta alle pi strane follie della letteratura di Rousseau. Abbiamo bisogno di dire e dimostrare che l'anarchismo non individualismo, allora? Storicamente parlando, l'anarchismo nato, attraverso lo sviluppo del socialismo, nei congressi dell'Internazionale, in altre parole, dal movimento operaio stesso. E infatti, logicamente, l'anarchia significa societ organizzata senza autorit politica. Io parlo di organizzazione. Su questo punto tutti gli anarchici - Proudhon, Bakunin, quelli della Federazione del Giura, Kropotkin - sono d'accordo. Lungi dal trattamento che organizzazione e governo come uguali, Proudhon non ha mai smesso di sottolineare la loro incompatibilit: "Il produttore incompatibile con il governo (dice ne le "Ide gnrale de la Rvolution au XIXe sicle"), l'organizzazione si oppone al governo". Lo stesso Marx, i cui discepoli ora cercano di nascondere il lato anarchico della sua dottrina, definiva l'anarchia cos: "Tutti i socialisti [devono] capire dall'anarchia la seguente [cosa]: che una volta che l'obiettivo del movimento proletario -l'abolizione delle classi- raggiunto, il potere dello Stato -che serve a mantenere la grande produzione maggioritaria sotto il giogo di una piccola minoranza sfruttatricescompare e le funzioni di governo si trasformano in semplici funzioni amministrative ". In altre parole, l'anarchia non la negazione di organizzazione, ma solo della funzione di governo del potere dello Stato. No, l'anarchismo non individualista, ma in fondo federalista. Il federalismo essenziale per l'anarchismo: infatti l'essenza stessa dell'anarchismo. Sarei felice di definire l'anarchismo come il federalismo completo, l'estensione universale dell'idea del contratto libero. Dopo tutto, non riesco a capire come un'organizzazione anarchica potrebbe danneggiare lo sviluppo individuale dei suoi membri. Nessuno sarebbe stato obbligato a partecipare, cos come nessuno sarebbe stato costretto a lasciare una volta che si erano uniti a essa. Cos, che cosa una federazione anarchica? Compagni diversi da una regione particolare, la Romanda per esempio, avendo stabilito l'impotenza delle forze isolate e di azioni frammentarie, un bel giorno, d'accordo tutti quanti, decisero di rimanere in contatto continuo con gli altri, di unire le loro forze con l'obiettivo di lavorare per diffondere le idee comunista-anarchiche e idee rivoluzionarie e di partecipare a manifestazioni pubbliche mediante la loro azione collettiva. Hanno quindi creato una nuova entit la cui preda designata l'individuo? Assolutamente no. Essi, molto semplicemente e per un obiettivo preciso, hanno unito insieme le loro idee, le loro volont e le loro forze: e dalla conseguente potenzialit collettiva, ognuno guadagna qualche vantaggio. Ma abbiamo anche, come ho detto prima, un altro tipo di avversario. Essi sono coloro che, pur essendo sostenitori delle organizzazioni dei lavoratori fondati su una identit di interessi, dimostrano di essere ostili -o almeno indifferenti- a qualsiasi organizzazione sulla base di un'identit di aspirazioni, sentimenti e principi, sono, in una parola, i sindacalisti. Esaminiamo le loro obiezioni. L'esistenza in Francia di un movimento operaio, con una visione rivoluzionaria e quasi anarchica , in quel paese, al momento l'ostacolo pi grande di ogni tentativo di organizzazione anarchica, in quanto rischia di naufragare [subito] -non sto dicendo che deve essere distrutto. E questo fatto storico importante impone alcune precauzioni su di noi, che non incidono, a mio parere, i nostri compagni in altri paesi. - Il movimento operaio odierno, osservano i sindacalisti, offrono agli anarchici un campo quasi illimitato di azione. Mentre l'idea-base di gruppi, piccoli santuari in cui solo gli iniziati possono entrare, non pu sperare di crescere indefinitamente, l'organizzazione dei lavoratori, d'altra parte, ampiamente accessibile; non un tempio le cui porte sono chiuse, ma uno spazio pubblico, un forum aperto a tutti i lavoratori senza distinzione di sesso, razza o ideologia, e quindi perfettamente adatto al comprende tutto il proletariato flessibile e mobile al suo interno. Ora, continuano i sindacalisti, l nei sindacati dei lavoratori che gli anarchici devono essere. Il

sindacato dei lavoratori il germoglio di vita della societ futura; il primo che spianer la strada per quest'ultimo. L'errore nel rimanere entro le quattro mura, tra gli altri iniziati, masticare le stesse domande della dottrina pi e pi volte, sempre in movimento all'interno della stessa cerchia di idee. Non dobbiamo, sotto qualsiasi pretesto, separare noi stessi dal popolo, perch non importa quanto indietro e limitata sia la gente: sono loro, e non l'ideologo, a essere il motore indispensabile di ogni rivoluzione sociale. Abbiamo forse, come i socialdemocratici, tutti gli interessi nel promuovere proposte diverse da quelle della grande massa dei lavoratori? Partito, setta o interessi di fazione? E' la gente che deve venire da noi o siamo noi che dobbiamo andare da loro, che vivono la loro vita, guadagnandoci la loro fiducia e stimolando essi con le nostre parole e il nostro esempio di resistenza, ribellione e rivoluzione? Ecco come i sindacalisti parlano. Ma io non vedo come le loro obiezioni hanno alcun valore contro il nostro progetto di organizzazione. Al contrario. Vedo chiaramente che se avessero un valore, sarebbero anche contro l'anarchismo stesso, come una dottrina che cerca di essere distinta dal sindacalismo e rifiuta di lasciarsi assorbire in esso. Organizzata o meno, gli anarchici (e con questo intendo quelli della nostra tendenza, che non arbitrariamente separiamo l'anarchismo dal proletariato) non si aspettino di essere investiti del ruolo di "salvatori supremi" con qualsiasi mezzo, come dice la canzone. Noi siamo volentierosi nell'assegnare il posto d'onore nel campo d'azione al movimento operaio, convinti come siamo stati per cos tanto tempo che l'emancipazione dei lavoratori sar nelle mani degli interessati e non in mani altrui. In altre parole, e a nostro avviso, il sindacato non deve solo avere una funzione puramente corporativa, una funzione commerciale come intendono i socialisti Guesdisti e con loro anche alcuni anarchici che si aggrappano ancor oggi a formule obsolete. Il tempo per il corporativismo puro finito: questo un fatto che pu in principio essere contrario ai concetti precedenti, ma che molto accettata, con tutte le sue conseguenze. S, lo spirito corporativo tende molto e molto a diventare un'anomalia, un anacronismo, e sta facendo spazio per lo spirito di classe. E queste mie parole, non [sono ispirate] grazie a [quelle parole dette da] Griffuelhes o Pouget - ma il risultato di una [determinata] azione. In realt la necessit di azione che hanno obbligato il sindacalismo ad alzare la testa e ampliare il suo raggio di azione. Oggi il sindacato dei lavoratori si trova sulla strada per far diventare i proletari quello che lo Stato per la borghesia: l'istituzione politica per eccellenza; uno strumento essenziale nella lotta contro il capitale, un'arma di difesa o attacco a seconda della situazione. Il nostro compito come anarchici, il pi avanzato, il pi audace e il settore pi disinibito del proletariato militante, quello di rimanere costantemente al suo fianco, a combattere la stessa battaglia tra i suoi ranghi, nel difenderlo contro se stesso, non [essendo] necessariamente il nemico meno pericoloso. In altre parole, vogliamo fornire questa enorme massa in movimento, che il proletariato moderno, non dico con una filosofia e un ideale, qualcosa che potrebbe sembrare presuntuoso, ma ad un obiettivo e dei mezzi d'azione. Lungi da noi, dunque, dell'idea inetta di volerci isolare dal proletariato, che sarebbe stato, lo sappiamo fin troppo bene, per noi stessi ridurci all'impotenza dell'orgogliosa ideologia, di vuote astrazioni di ogni ideale. Organizzazione o non organizzazione, poi, gli anarchici rimangono fedeli al loro ruolo di educatori, stimolatori e guide delle masse lavoratrici. E se siamo oggi con una mente nell'unirci in gruppi di quartieri, citt, regioni o paesi, e di federare questi gruppi, per dare alla nostra azione sindacale una maggiore forza e continuit. Ci che pi spesso manca in noi oltre la lotta nel mondo del lavoro, la sensazione di essere supportati. I sindacalisti socialdemocratici hanno dietro di s la potenza costante e organizzata del partito da cui a volte ricevono le parole d'ordine e in ogni momento la loro ispirazione. I sindacalisti anarchici, invece, sono abbandonati a se stessi e, al di fuori del sindacato, non hanno alcun legame reale tra loro o con altri compagni: non sentono alcun appoggio dietro di loro ed essi non ricevono alcun aiuto. Quindi, vogliamo creare questo collegamento, per fornire questo supporto costante, e io sono personalmente convinto che la nostra attivit sindacale non pu che beneficiare sia di energia

che di intelligenza. E pi forti noi siamo -e noi diventeremo forti organizzandoci noi stessi- pi forte sar il flusso di idee che si possono inviare attraverso il movimento operaio, che diventer cos, lentamente, impregnato dello spirito anarchico. Ma questi gruppi di lavoratori anarchici, che vogliamo vedere realizzati nel prossimo futuro, non hanno altro ruolo che quello di influenzare le grandi masse proletarie indirettamente, per mezzo di una lite di militanti, di guidare sistematicamente in risoluzioni eroiche ovvero, in una frase, nel preparare la rivolta popolare? Riusciranno i nostri gruppi con i limiti che hanno a perfezionare l'educazione dei militanti, per mantenere la febbre rivoluzionaria viva in loro, per consentire loro di incontrarsi, per scambiare idee, per aiutarsi a vicenda in qualsiasi momento? In altre parole, essi avranno la propria azione per effettuare direttamente ci? Io credo di s. La rivoluzione sociale, se si immagina sotto le spoglie di uno sciopero generale o di una insurrezione armata, non pu che essere opera delle masse che devono beneficiarne. Ma ogni movimento di massa accompagnato da atti la cui vera natura - oserei dire, la cui natura tecnica implica che esse siano effettuate da un piccolo numero di persone ovvero dal settore pi perspicace e audace del movimento di massa. Durante il periodo rivoluzionario, in ogni quartiere, in ogni citt, in ogni provincia, i nostri gruppi anarchici formeranno molte piccole organizzazioni che lotteranno, che assumeranno le speciali misure delicate che la grande massa quasi sempre in grado di fare. E' chiaro che i gruppi dovrebbero essere, fin ad ora, di studio e di stabilire queste misure insurrezionali in modo da non essere, come spesso accaduto, sorpreso dagli eventi. Ora per il principale, regolare, e continuo obiettivo dei nostri gruppi, (ormai avrete indovinato) la propaganda anarchica. S, noi ci organizziamo soprattutto per diffondere le nostre idee teoriche, i nostri metodi di azione diretta e del federalismo universale. Fino ad oggi la nostra propaganda stata fatta solo, o quasi solo, su base individuale. La propaganda individuale ha dato risultati notevoli, soprattutto nei tempi eroici quando gli anarchici sono stati compensati per il gran numero [di sostenitori] di cui essi avevano bisogno come una febbre di proselitismo che ha ricordato i cristiani primitivi. Ma questo continua ad accadere? L'esperienza mi costringe a confessare che non lo . Sembra che l'anarchismo abbia attraversato una sorta di crisi negli ultimi anni, almeno in Francia. Le cause di questa sono chiaramente molte e complesse. Non mio compito stabilire qui a cosa dovuto, ma mi chiedo se la totale mancanza di accordo e di organizzazione non una delle cause di questa crisi. Ci sono molti anarchici in Francia. Essi sono molto divisi sulla questione della teoria, ma ancora di pi sulla pratica. Ognuno agisce a modo suo quando vuole, in questo modo gli sforzi individuali sono dispersi e spesso esausti, semplicemente sprecati. Gli anarchici si trovano pi o meno in ogni ambito di azione: nei sindacati dei lavoratori, nel movimento antimilitarista, tra i liberi pensatori anti-clericale, nelle universit popolari, e cos via. Ci che ci manca un particolare movimento anarchico, che pu raccogliere ad esso, sul terreno economico e dei lavoratori che ci appartiene, tutte quelle forze che hanno combattuto in isolamento fino ad ora. Questo specifico movimento anarchico spontaneamente nascer dai nostri gruppi e dalla federazione di questi gruppi. Il potere di azione comune, di un'azione concertata, senza dubbio lo creer. Non ho bisogno di aggiungere che questa organizzazione non sar in nessun modo compresa di tutti gli elementi pittorescamente dispersi che si descrivono come seguaci dell'ideale anarchico; ci sono, dopo tutto, quelli che sarebbero del tutto inammissibili. Sarebbe sufficiente per l'organizzazione anarchica raggruppare intorno a un programma concreto, l'azione pratica, tutti i compagni che accettano i nostri principi e che vogliono lavorare con noi, secondo i nostri metodi.

Vorrei che fosse chiaro che non voglio andare nello specifico qui. Non mi occupo del lato teorico dell'organizzazione. La forma e il nome del programma dell'organizzazione da creare sar stabilita separatamente e dopo la riflessione dai sostenitori di questa organizzazione. Georges Thonar: Desidero associarmi a tutto quello che ha detto Dunois sul problema dell'organizzazione e mi asterr dal parlare, anche se non senza prima fare una dichiarazione. Ieri abbiamo chiuso la lunga discussione che nasce dalla proposta di Domela Nieuwenhuis con un voto. Ho votato, pur essendo contrario ad ogni [forma di] voto, poich mi sembrava che la questione messa in discussione non era importante. Molti qui erano sicuramente in una situazione simile. Io sto semplicemente chiedendo al Congresso di dichiarare oggi che Io ho agito senza ragione e che accetto di agire in modo pi saggio da oggi in poi. Le parole di Thonar creano un piccolo incidente. Alcuni partecipanti applaudiscono rumorosamente, mentre si cominciano a sentire le proteste vivaci. Errico Malatesta: Il problema del voto che Thonar solleva ovviamente di parte della questione dell'organizzazione che stiamo discutendo. Cerchiamo di discutere il problema del voto, poi; per quanto mi riguarda, non vedo nulla di scomodo in esso. Pierre Monatte: non riesco a capire come il voto di ieri pu essere considerato anti-anarchico, in altre parole autoritario. E' assolutamente impossibile confrontare il voto con cui un'assemblea decide una questione procedurale al suffragio universale o alle elezioni parlamentari. Utilizziamo voti in ogni momento nei nostro sindacati e, ripeto, non vedo nulla che va contro i nostri principi anarchici. Ci sono compagni che sentono il bisogno di sollevare questioni di principio su tutto, anche le pi piccole cose. Incapaci come sono a capire lo spirito del nostro anti-parlamentarismo, essi hanno posto l'accento su un semplice atto di mettere un pezzo di carta in un'urna o sollevando un lato nel mostrare la propria opinione. Christian Cornelissen: Il voto da condannare solo se si lega la minoranza. Questo non il caso del Congresso, e stiamo usando il voto come un facile mezzo per determinare la dimensione delle diverse opinioni che si trovano di fronte. Ren De Marmande: non possibile fare a meno del voto, anche in questo modo. Se decidiamo di non votare dopo ogni dibattito, come facciamo a sapere il parere del Congresso o le correnti di opinione che ci sono nel Congresso?

Quinta Sessione - Sessione pomeridiana Il compagno H. Croiset da Amsterdam, che rappresenta la tendenza individualista al Congresso, prende la parola. Hynan Croiset: Ci che conta prima di tutto quella di provvedere alla definizione di Anarchia, che servir come base per il mio contributo. Noi siamo anarchici, nel senso che vogliamo stabilire uno stato sociale in cui l'individuo si trovi con una garanzia in merito alla sua libert totale, in cui tutti saranno in grado di vivere la propria vita pienamente; in altre parole, in cui all'individuo sar consentito, senza restrizioni di alcun tipo, di vivere la propria vita e non, come oggi, la vita degli altri, e con questo intendo la vita che gli stata imposta da altri. Il mio motto : Io, io, io... e poi gli altri! Gli individui hanno bisogno di associarsi solo quando chiaro che i loro sforzi individuali non gli possono permettere di raggiungere l'obiettivo [da] soli. Ma il gruppo, l'organizzazione, non deve mai, sotto qualsiasi pretesto, diventare una costrizione per tutti coloro che hanno liberamente

aderito. L'individuo non fatto per la societ. Al contrario, la societ che fatta per l'individuo. L'anarchia cerca di permettere ad ogni individuo di sviluppare tutte le sue facolt liberamente. Le organizzazioni, tuttavia, hanno l'inevitabile risultato di limitare la libert dell'individuo in misura maggiore o minore. L'anarchia quindi contraria a qualsiasi sistema permanente di organizzazione. Per la vana ambizione di diventare pratica, gli anarchici si sono riconciliati con l'organizzazione. Hanno intrapreso una china pericolosa. Prima o poi saranno loro a riconciliarsi con l'autorit stessa -proprio come i socialdemocratici. Le idee anarchiche devono conservare la loro purezza antica, invece di cercare di [svilirsi per] diventare pi pratiche. Torniamo alla purezza antica delle nostre idee. Siegfried Nacht: Io non seguir Croiset sul terreno dove si avventurato. Ci che mi preme chiedere la chiarezza prima di tutto del rapporto tra anarchismo, o pi esattamente organizzazioni anarchiche, e i sindacati dei lavoratori. E' al fine di facilitare il compito di questi ultimi che noi, come anarchici, dobbiamo creare gruppi speciali per la preparazione e l'educazione rivoluzionaria. Il movimento operaio ha una missione propria, che deriva da condizioni di vita che la societ odierna impone al proletariato: questa missione la conquista del potere economico, l'appropriazione collettiva di tutte le fonti di produzione e di vita. L'anarchismo ha la stessa aspirazione: ma non sarebbe in grado di attuarlo con solo i suoi gruppi di propaganda ideologica. Valida come pu essere, la nostra teoria non penetra tra la gente ed soprattutto attraverso l'azione che le persone possono [essere] educate. A poco a poco, l'azione dar loro una mentalit rivoluzionaria. Le idee dello sciopero generale e l'azione diretta esercitano una grande attrazione sulla coscienza delle masse lavoratrici. Nella rivoluzione futura, queste masse in una forma o nell'altra, costituiscono la fanteria dell'esercito rivoluzionario. I nostri gruppi anarchici, specializzati in questioni tecniche, per cos dire, formano l'artiglieria che, sebbene meno numerosi, non meno necessario che della fanteria. Georges Thonar: comunismo e individualismo sono uguali e inseparabili nel complesso di tutta l'idea anarchica. L'Organizzazione, che un'azione comune, indispensabile per lo sviluppo dell'anarchismo e non contraddice le sue premesse teoriche. L'organizzazione un mezzo e non un principio; ma ne consegue che, per essere accettabile deve essere costituito in modo libertario. L'organizzazione dimostrata [era] inutile quando eravamo solo un piccolo numero di anarchici che si conosceva e frequentava regolarmente. Siamo diventati una legione e dobbiamo fare attenzione a non disperdere le nostre forze. Cerchiamoci quindi, organizziamoci; non solo per la propaganda anarchica, ma anche e soprattutto per l'azione diretta. Io non sono affatto ostile al sindacalismo, soprattutto quando di tendenza rivoluzionaria. Ma l'organizzazione dei lavoratori non anarchica e, di conseguenza non saremo mai completamente noi stessi all'interno di essa: la nostra attivit non pu mai essere totalmente anarchica. Da qui la necessit di creare gruppi libertari e federazioni, fondati sul rispetto per la libert e l'iniziativa di ciascuno e di tutti. Karel Vohryzek: E' come individualista che io voglio difendere la causa dell'organizzazione! E' impossibile pretendere che l'anarchismo non possa consentire l'organizzazione in ragione dei suoi principi. Nemmeno il pi individualista intrasingente condannerebbe l'associazione di individui a titolo definitivo. Dire, come a volte si dice, "o Stirner o Kropotkin", cos opposti questi due pensatori, sbagliato. Kropotkin e Stirner non si possono contrapporre l'uno contro l'altro: hanno esposto la stessa idea da diversi punti di vista. Questo tutto. E la prova che Max Stirner non era l'individualista folle [come lo dipingono certuni:] egli si era pronunciato a favore dell' "organizzazione". Ha anche dedicato un intero capitolo per l'associazione di egoisti. Come la nostra organizzazione non ha potere esecutivo, essa non sar in contrasto con i nostri principi. Nei sindacati dei lavoratori, noi difenderemo gli interessi economici dei lavoratori. Per il

resto, dobbiamo essere un gruppo distinto e creare organizzazioni su base libertario. Emma Goldman: Anch'io sono a favore di un'organizzazione in linea di principio. Tuttavia, temo che prima o poi questo cadr in esclusivismo. Dunois ha parlato contro gli eccessi dell'individualismo. Ma questi eccessi non hanno nulla a che fare con l'individualismo vero, come gli eccessi del comunismo non hanno niente a che fare con il comunismo reale. Ho impostato il mio punto di vista in un rapporto le cui conclusioni tendono pi o meno ad assorbire l'individualit del singolo. Questo un pericolo che deve essere previsto. Anch'io accetter l'organizzazione anarchica a una sola condizione: che sia basata sul rispetto assoluto per tutte le iniziative individuali e non per ostacolare il loro sviluppo o evoluzione. Il principio fondamentale dell'anarchia l'autonomia individuale. L'Internazionale non sar anarchica a meno che non rispetta del tutto questo principio. Pierre Ramus: Sono a favore dell'organizzazione e di tutti gli sforzi che possiamo fare al riguardo. Tuttavia gli argomenti presentati nella relazione di Dunois non mi sembrano essere qualitativamente accettabili. Dobbiamo cercare di tornare ai principi anarchici, come sono stati definiti da Croiset poco tempo fa, ma al tempo stesso dobbiamo sistematicamente organizzare il nostro movimento. In altre parole, l'iniziativa individuale deve basarsi sulla forza del collettivo e il collettivo deve trovare espressione nell'iniziativa individuale. Ma perch questo accada, in pratica, dobbiamo mantenere i nostri principi di base intatti. Per il resto, siamo lungi dal creare qualcosa di nuovo. In realt, siamo gli immediati successori di quelli che stavano con Bakunin contro Marx nella vecchia Associazione Internazionale dei Lavoratori. Noi non stiamo portando nulla di nuovo e noi possiamo solo dare ai nostri vecchi principi nuova vita e incoraggiare la tendenza all'organizzazione in tutto il mondo. Per quanto riguarda l'obiettivo della nuova Internazionale, non deve agire come una forza ausiliaria del sindacalismo rivoluzionario. Essa deve occupare, nella sua interezza, la propaganda dell'anarchismo.

Sesta Sessione - Sessione serale La seduta si apre alle otto e mezza. Una grande folla presente nella sala e il compagno I.I. Samson, di propria iniziativa riassume gli eventi del giorno. Malatesta prende quindi la parola, per parlare dell'organizzazione. Errico Malatesta: Ho ascoltato con attenzione tutto ci che stato detto prima di me sul problema dell'organizzazione e ho la netta impressione che ci che ci separa il diverso significato che diamo alle parole. Non dobbiamo litigare sulle parole. Ma per quanto riguarda il problema di base, io sono convinto che siamo completamente d'accordo. Tutti gli anarchici, qualunque sia la tendenza a cui appartengono, sono individualisti in un modo o nell'altro. Ma il contrario non vero; non con qualsiasi mezzo. Gli individualisti sono cos divisi in due categorie distinte: una che rivendica il diritto al pieno sviluppo di tutte le individualit umane, proprie e altrui, l'altra che pensa solo alla propria individualit e non ha alcuna esitazione nel sacrificare l'individualit degli altri. Lo Zar di tutte le Russie appartiene a quest'ultima categoria di individualisti. Noi apparteniamo alla prima. Ibsen scrive che l'uomo pi potente del mondo colui che pi solo! Assolutamente assurdo! Lo stesso Dottor Stockmann (2), a cui Ibsen fa pronunciare questa massima, non era nemmeno isolato, nel senso pieno della parola, ma ha vissuto in una societ costituita e non sull'isola di Robinson. L'uomo "solo" non pu svolgere nemmeno il pi piccolo utile, come il compito produttivo; e se qualcuno ha bisogno di un padrone sopra di lui proprio l'uomo che vive in isolamento. Ci che libera l'individuo, quello che gli permette di sviluppare tutte le sue facolt, non la solitudine, ma l'associazione. Al fine di poter svolgere un lavoro che veramente utile, la cooperazione indispensabile, oggi pi

che mai. Senza dubbio, l'associazione deve consentire ai suoi singoli membri piena autonomia e la federazione deve rispettare questa autonomia ai suoi gruppi. Stiamo attenti a non credere che la mancanza di organizzazione una garanzia di libert. Tutto sta a dimostrare che non lo . Un esempio: ci sono alcuni giornali francesi le cui pagine sono chiuse a tutti coloro le cui idee, lo stile o, semplicemente, la persona, abbiano la sfortuna di essere sgradite agli occhi dei redattori. Il risultato : i redattori sono investiti di un potere personale che limita la libert di opinione e di espressione dei compagni. La situazione sarebbe diversa se questi giornali appartenevano a tutti, invece di essere beni personali di questo o quell'individuo: allora tutte le opinioni possono essere liberamente discusse Si parla molto di autorit, di autoritarismo. Ma ci dovrebbe essere chiaro cosa stiamo parlando qui. Noi protestiamo con tutto il cuore contro l'autorit incarnata dello Stato, il cui unico scopo di mantenere la schiavit economica all'interno della societ, e noi non finiremo mai di ribellarsi contro di essa. Ma esiste un'autorit morale che semplicemente nasce dall'esperienza, dall'intelligenza e dal talento; e nonostante ci gli anarchici non rispettano questa autorit. E' sbagliato presentare gli "organizzatori" e/o i federalisti come degli autoritari, ma altrettanto sbagliato immaginare gli "anti-organizzatori" e gli individualisti come coloro che hanno deliberatamente scelto di essere condannati all'isolamento. Per me, ripeto, la controversia tra individualisti e gli organizzatori una semplice disputa sulle parole, che non regge ad un attento esame dei fatti. Nella realt pratica, che cosa vediamo? Che gli individualisti sono a volte "organizzatori" per la ragione che questi ultimi troppo spesso si limitano a predicare organizzazione senza praticarla. D'altra parte, ci si pu imbattere nell'autoritarismo molto pi efficace in quei gruppi che proclamano rumorosamente la "libert assoluta dell'individuo", rispetto a quelli che sono comunemente considerati autoritari perch hanno un ufficio e prendono decisioni. In altre parole, ognuno si organizza -organizzatori e anti-organizzatori. Solo coloro che fanno poco o nulla possono vivere in isolamento, contemplando [il resto]. Questa la verit, perch non la si riconosce. Se ce ne sar bisogno dico ci che vedo: in Italia tutti i compagni che sono attualmente attivi nella lotta facendo riferimento al mio nome, sia gli "individualisti" che gli "organizzatori", che credo che siano tutti nel giusto, come qualunque sia la loro reciproca differenza, seguono tutti un'azione pratica e collettiva insieme. Basta con queste dispute verbali; restiamo all'azione! Le parole dividono e le azioni uniscono. giunto il momento per tutti noi di lavorare insieme al fine di esercitare un'influenza efficace sugli eventi sociali. Mi addolora pensare che per liberare il nostro popolo dalle grinfie del boia, sia stato necessario per noi girare ad altri soggetti questo compito. Ferrer non avrebbe poi la sua libert grazie a massoni e borghesi liberi pensatori, se gli anarchici, riuniti in una potente e temuta internazionale, fossero stati in grado di eseguire da soli la protesta mondiale contro l'infamia criminale del governo spagnolo. Facciamo in modo che l'Internazionale anarchica diventi finalmente una realt. Per permetterci un appello rapido a tutti i nostri compagni, la lotta contro la reazione e l'agire, quando il momento giusto, con l'iniziativa rivoluzionaria, ci deve essere un internazionale!

Note * Rapporto presentato al Congresso Internazionale Anarchico di Amsterdam (24-31 agosto 1907), da "Il Pensiero", 16 novembre 1907. 1. Turner infatti era andato alla Conferenza Internazionale sindacalista.

2. Malatesta si riferiva al dramma di Ibsen "Un nemico del popolo" (1882). La figura del dottor Stockmann era stato molto popolare tra gli anarchici individualisti e pi di un individualista usava "il dottor Stockmann" come pseudonimo (per esempio, Carlo Molaschi). "L'ennemi du peuple" era anche il titolo di un famoso giornale francese individualista. Lo stesso si pu dire per il verso tragedia "Brand". Uno dei giornali libertari svedesi pi famosi, fondato nel 1898 e che divenne nel 1908 il portavoce del partito dei giovani socialisti (di tendenza anarchica), era stato chiamato anche "Brand". Anche oggi un periodico anarchico con lo stesso nome viene pubblicato in Svezia.

Mercoled 28 Agosto
Settima sessione - Sessione Mattutina
La sessione si apre poco dopo le nove. Il compagno R. Lange confermato nel suo ruolo di presidente. Seguono le traduzioni in olandese e tedesco del discorso tenuto da Malatesta il giorno precedente e la lettura della corrispondenza, in particolare la lettera inviata da Parigi dal compagno Tsumi, il quale si scusa nel non aver preso parte al Congresso per motivi di salute. La discussione sull'organizzazione cominciata il giorno precedente, nuovamente ripresa. Max Baginsky: Un errore che troppo spesso viene fatto quello di credere che l'individualismo rifiuti l'organizzazione. I due termini sono, al contrario, inseparabili. L'individualismo, pi specificamente, significa lavorare per la liberazione interiore mentale dell'individuo, mentre l'organizzazione significa associazione tra individui coscienti, con un obiettivo da raggiungere o una necessit economica da soddisfare. Non dobbiamo per dimenticare che una organizzazione rivoluzionaria richiede individui particolarmente energici e consapevoli. L'accusa che l'anarchia sia distruttiva e non costruttiva e che, pertanto, l'anarchia si oppone alla organizzazione una delle tante falsit diffuse dai nostri avversari. Si confondono le istituzioni di oggi con l'organizzazione e quindi non riescono a capire come si possa combattere la prima e favorire la seconda. La verit , per, che i due non sono identici. Lo Stato generalmente considerato la pi alta forma di organizzazione. Ma in realt una vera organizzazione? Non piuttosto un'istituzione arbitraria astutamente imposta alle masse? Anche l'industria, considerato un'organizzazione, eppure nulla pi lontana dalla verit. L'industria la pirateria dei poveri nelle mani dei ricchi. Ci viene chiesto di credere che l'esercito sia un'organizzazione, ma un'attenta analisi mostrer che si tratta di niente di meno che uno strumento crudele della forza cieca. L'istruzione pubblica! Non sono le universit e altre istituzioni scolastiche, forse i modelli di organizzazione, che offrono opportunit a belle persone nell'educare se stessi? Lungi da ci, la scuola, pi di ogni altra istituzione, non sono altro che caserme, nelle quali si educa la mente umana e la si manipola al fine di essere sottoposto ai vari fantasmi mentali e sociali, e quindi resa capace di continuare questo sistema di sfruttamento e di oppressione. Invece, l'organizzazione come la intendiamo noi qualcosa di diverso. Si basa sulla libert. Si tratta di un naturale raggruppamento spontaneo di energie, che garantisce risultati positivi per l'umanit. E' l'armonia di uno sviluppo organico che produce la variet di colori e forme, la combinazione che oggi ammiriamo, in un fiore. Allo stesso modo, l'attivit organizzata di esseri umani liberi e colme di spirito di solidariet porter alla perfezione dell'armonia sociale, che noi chiamiamo l'anarchia. Infatti, solo l'anarchia rende l'organizzazione non-autoritaria, fatta degli interessi comuni possibili, dal momento che abolisce l'antagonismo che esiste tra gli individui e le classi. Nella situazione attuale, l'antagonismo degli interessi economici e sociali produce una guerra incessante tra le unit sociali e rappresenta un ostacolo insormontabile sulla strada per il benessere collettivo. Esiste una convinzione errata che l'organizzazione non incoraggia la libert individuale e che, al contrario, provoca un decadimento della personalit individuale. In realt, tuttavia, la funzione di organizzazione vera quando sviluppa la crescita personale. Cos come le cellule di un animale, attraverso la cooperazione reciproca, e poteri latenti espresse nella formazione dell'organismo completa, l'individuo, quindi, raggiunge il massimo livello del suo sviluppo mediante la cooperazione con altri individui. Un'organizzazione, nel vero senso della parola, non pu essere il prodotto di un sindacato di puro nulla. Deve essere costituito da persone autocoscienti e intelligenti. Infatti, la somma delle possibilit e delle attivit di un'organizzazione rappresentata dall'espressione delle energie singole. Ne consegue logicamente che maggiore il numero di forti, autocoscienti individui di un'organizzazione, minore il pericolo di stagnazione e pi intenso il suo elemento vitale.

L'anarchismo sostiene la possibilit di organizzazione senza disciplina, senza la paura o senza la pena, senza la pressione della povert: un nuovo organismo sociale che finir la lotta terribile dei mezzi di sussistenza, della lotta viziosa e peggiorativa dell'uomo e dell'allargamento continuo dell'abisso sociale. In breve, le lotte per l'anarchismo sono per una forma di organizzazione sociale che garantisca il benessere per tutti. L'embrione dell'organizzazione si pu trovare nel tipo di sindacalismo che si liberato dalla centralizzazione, dalla burocrazia e dalla disciplina, che incoraggia l'autonomia o un'azione diretta da parte dei suoi membri. Amde Dunois: Devo sottolineare che, mentre ho cercato di portare la discussione dalle nobili vette di idee vaghe e astratte fino alle idee concrete, precise e umilmente rispettose della terra, Croiset ha, al contrario, inviato di ritornare indietro fino ai cieli, tornando ad altezze metafisiche dove io rifiuto di seguire ci. La mozione che io propongo per l'adozione da parte del Congresso non ispirato da idee speculative sul diritto dell'individuo al pieno sviluppo. Essa si basa su considerazioni di ordine pratico completo per quanto riguarda la necessit di organizzare, per portare una maggiore solidariet alla nostra propaganda e lotta. A questo punto, Dunois legge la mozione, il cui testo leggermente modificato pu essere trovato qui sotto. Cornelissen: Niente pi relativo del concetto di individuo. L'individualit in s non esiste nella realt, dove sempre limitato da altre individualit. Gli individualisti troppo spesso dimenticano questi limiti reali e infatti il grande vantaggio di un'organizzazione sar quello di rendere l'individuo consapevole di questi limiti permettendogli di abituarsi a conciliare il suo diritto allo sviluppo personale con i diritti degli altri. Benoit Broutchoux: La mia esperienza di militante rivoluzionario, sicuramente mi ha insegnato che l'organizzazione ancora il mezzo pi efficace per impedire il feticismo che viene troppo spesso applicato, per quanto riguarda la persona, da alcuni agitatori, che conferisce loro un'autorit che in realt estremamente pericolosa. Voi sapete che nel Pas-de-Calais abbiamo una organizzazione di minatori potente? Beh, nessuno troverebbe in mezzo a noi anche la minima traccia di autorit o autoritarismo. Solo i nostri nemici possono sostenere il contrario e denunciare, per esempio, qualcosa di simile ad una autorit costituita in forma di segretari delle nostre sezioni sindacali. Gerhart Rijnders: Nemmeno io sono ostile all'organizzazione. In realt, non ce n' uno anarchico che contro di esso, nemmeno sotto sotto. Tutto dipende dal modo in cui concepita l'organizzazione e configurata. Ci che dobbiamo evitare prima di tutto sono i personalismi. In Olanda, ad esempio, la Federazione esistente soddisfa tutti, ma anche vero che coloro che non approvano, possono semplicemente scegliere di non aderire. mile Chapelier: Vorrei chiedere che i discorsi siano un p pi brevi e che giungano subito al punto. Dal discorso di ieri sera di Malatesta, che si occupato a fondo della questione, non un argomento nuovo prodotto per o contro l'organizzazione. Prima di parlare di autorit e libert, dovremmo concordare sul significato di queste parole. Per esempio, qual l'autorit? Se l'influenza che gli uomini delle reali abilit che esercitano in un gruppo, non ho nulla da dire contro di essa. Ma l'autorit che dobbiamo evitare a tutti i costi l'autorit che deriva dal fatto che alcuni compagni seguano ciecamente un uomo o un altro. Questo un pericolo, ed per evitarlo che vorrei chiedere che l'organizzazione debba essere creata senza leader e comitati generali. Goldman: Come ho gi detto, sono a favore dell'organizzazione. Vorrei solo dire che la mozione di Dunois che afferma la legittimit dell'azione individuale esplicitamente, stia accanto a quella dell' azione collettiva (60). Quindi sono io che presento un emendamento alla mozione Dunois.

Emma Goldman legge la sua mozione che, dopo essere stata accettata da Dunois, viene aggiunta in seguito alla mozione di quest'ultimo in forma abbreviata. Isak Samson: Qui in Olanda c' una Federazione dei Comunisti Libertari di cui faccio parte. Indubbiamente, come diceva il compagno Rijnders prima, molti compagni si sono rifiutati di aderire. Per ragioni di principio? No, per motivi che sono esclusivamente personali. Non si escludono, n hanno mai escluso, nessuno. Che vengano a noi, se vogliono. In realt, io non nascondo dal punto di vista che, qualunque sia la forma di organizzazione, vi saranno sempre dei malcontenti. Essi sono cos per natura e non dobbiamo preoccuparci troppo delle loro critiche. Vohryzek: La mozione di Dunois non dice nulla su ci che la natura della organizzazione anarchica o come dovrebbe essere; io chiedo pertanto che sia completata mediante un'aggiunta in cui si specifica questo, un'aggiunta che Malatesta ha accettato di firmare con me. Vohryzek legge l'aggiunta, che trovate scritto sotto. La discussione si conclude. Le mozioni presentate sono ora in votazione. Sono due: in primo luogo, la mozione di Dunois, leggermente modificata dalla Goldman e completata da Vohryzek e Malatesta, la seconda la mozione presentata dal compagno Pierre Ramus. Mozione di Dunois "Congresso anarchico ad Amsterdam, 27 agosto 1907, considerando che le idee di anarchia e di organizzazione, lungi dall'essere incompatibili come spesso si afferma, integrano e chiariscono la vicenda, come il principio stesso di anarchia sta nella libera organizzazione o produttrice; considerando che l'azione individuale, per quanto importante possa essere, non pu supplire alla mancanza di azione collettiva di un movimento combinato, nella stessa misura che l'azione collettiva non pu supplire alla mancanza di azione individuale; considerando che l'organizzazione delle forze militanti, garantirebbe un nuovo sviluppo della propaganda e pu accelerare la penetrazione delle idee di federalismo nella rivoluzione della classe operaia; considerando che l'organizzazione dei lavoratori, sulla base di interessi comuni, non esclude un'organizzazione basata su idee e aspirazioni comuni, sono del parere che i compagni di ogni paese, dovrebbero procedere a formare gruppi anarchici e federare i gruppi una volta che sono stati formati." Vohryzek-Malatesta Addendum: "La Federazione Anarchica un'associazione di gruppi e individui in cui nessuno pu imporre la sua volont, n sminuire l'iniziativa degli altri. L'obiettivo per quanto riguarda la societ attuale quello di cambiare tutte le condizioni morali ed economiche e, di conseguenza sostenere la lotta con tutti i mezzi appropriati." Mozione di Ramus: "Il congresso anarchico ad Amsterdam propone che i gruppi di tutti i paesi si uniscano in federazioni locali e regionali, a seconda delle varie divisioni geografiche. Noi dichiariamo che la nostra proposta si ispira ai principi stessi dell'anarchismo, e noi non possiamo vedere la possibilit di iniziativa e azione individuale al di fuori del gruppo, che, fondato secondo i nostri desideri, fornisce solo un terreno pratico per l'espansione gratuita di tutte le individualit. L'organizzazione federale la forma pi adatta per il proletariato anarchico. Unisce i gruppi esistenti in un organico che cresce con l'aggiunta di nuovi gruppi. E' anti-autoritario. Esso non consente alcun potere legislativo centrale che pu prendere decisioni vincolanti per i gruppi e gli individui, che hanno il diritto di sviluppare liberamente all'interno del nostro movimento comune, e ad agire in modo anarchico e con un senso economico, senza alcun ordine o ostacoli. La

federazione non esclude qualsiasi gruppo e ogni gruppo libero di uscire con tutte le risorse che ha pagato pi per aderire di nuovo, e pu farlo ogni qualvolta che lo ritenga necessario. Si raccomanda altres che i nostri compagni formino gruppi in base alle esigenze dei loro rispettivi movimenti e non dimenticano che la forza del movimento nazionale o internazionale dipende dalla sua costituzione a livello internazionale, come mezzo di emancipazione che pu derivare soltanto da un'azione internazionale combinata." Compagni di tutti i paesi, organizzatevi in gruppi autonomi e unitevi in una Federazione Internazionale: l'Internazionale anarchica. Dopo la lettura delle mozioni francesi, olandesi e tedesche, esse sono andate ai voti. Il movimento Dunois ottiene 46 voti, l'addendum di Vohryzek, 48. Contro, stata sollevata solo una mano (alla mozione di Dunois), nessuno contro l'addendum, che ottiene cos l'unanimit dei voti. Il movimento Ramus viene poi messo immediatamente ai voti, ottenendo 13 voti a favore e 17 contro. Molti dei presenti si sono astenuti, in quanto la mozione di Ramus non aggiunge nulla a quello gi votato. Il rapporto pubblicato su "Pagine Libres", ha sottolineato l'importanza del voto al Congresso: "La risoluzione Amsterdam non senza importanza: ora non sar pi possibile per i nostri nemici social-democratici invocare il nostro vecchio odio per qualsiasi tipo di organizzazione, al fine di allontanare da noi il socialismo senza alcun processo ulteriore. L'individualismo leggendario degli anarchici stato pubblicamente messo a morte ad Amsterdam dagli stessi anarchici, e la mala fede di tutti i nostri nemici non sar in grado di resuscitarlo." (61). Si vedr, tuttavia, che sia nelle precedenti discussioni che nelle proposte presentate finora, l'organizzazione stata trattata solo dal punto di vista teorico. Ci restava solo per prendere decisioni di natura pratica, per creare l'internazionale anarchica. Questo era il compito della prossima sessione.

Ottava Sessione - Sessione Pomeridiana Questa stata una sessione privata. La stampa stata avvertita che non sarebbe stata ammessa. Oltre a coloro che parteciperanno al congresso - e sono stati chiamati per nazionalit al fine di evitare entrate disastrose- solo un piccolo numero di osservatori era presente in sala, tra i quali Fritz Kater, presidente della Freie Vereinigung Deutscher Gewerkschaften che aveva seguito i lavori del Congresso per due giorni tra le fila dei delegati tedeschi, e diversi compagni di Amsterdam noti agli organizzatori. All'inizio della sessione del comitato organizzatore del Congresso, stata presentata la relazione finanziaria, da cui si poteva vedere che le spese avevano superato i fondi che si possedevano in mano e vi era un deficit di circa 250 franchi, il quale era stato previsto. Dopo un breve scambio di opinioni, si deciso di fare una colletta tra i presenti al termine della sessione e che un appello alla solidariet ai compagni provenienti da ogni paese doveva essere fatta al pi presto dal tesoriere del Congresso (J. De Bruijn) a tutti i giornali anarchici. Mentre il Congresso ha deciso che il rapporto di questa sessione non poteva essere pubblicata in dettaglio, dobbiamo limitarci ad una breve occhiata. Tutti erano d'accordo in merito all'utilit di stabilire relazioni internazionali tra gli anarchici, ma le opinioni sono state divise dalle modalit per stabilire le migliori relazioni. Molti delegati hanno parlato durante la discussione: Georges Thonar, Henri Fuss, Chapelier, Malatesta, Fabbri, Ceccarelli, Monatte, Zielinska, de Marmande, Broutchoux, Walter, Wilquet, Nacht, Samson, Cornelissen, Rogdaev, Vohryzek, Lange e Friedeberg. Thonar ha chiesto che l'Internazionale fosse composta da federazioni nazionali e regionali di ogni raccolta e con un certo numero di sezioni locali, che corrispondono alla federazioni che

corrispondono direttamente tra di loro tramite persone di fiducia. Fuss ha risposto a questo, dicendo che piuttosto che andare in modo cos dettagliato, il Congresso dovrebbe limitarsi alla creazione di un ufficio di corrispondenza con il compito di collegare il movimento di diversi sistemi nazionali. Vohryzek ha sollevato il problema se accettare o meno individui isolati come membri e ha chiesto che vengano accettati solo dietro presentazione. Nacht ha sostenuto l'idea che i delegati delle organizzazioni esistenti, dovrebbero iniziare a prendere accordi tra di loro e poi presentare al Congresso un piano preciso per l'Internazionale. Lange ha proposto la creazione di un Ufficio internazionale di corrispondenza di cinque membri, con sede a Londra con il compito di fungere da intermediari tra i gruppi e questa proposta, come si vedr, stata accettata dal Congresso. Poi Friedeberg ha chiesto che l'Ufficio di presidenza resti in contatto permanente con i gruppi e imposti gli archivi dell'anarchismo internazionale con i giornali e le relazioni scritte che avrebbe ricevuto. Emma Goldman si oppose all'idea di un Ufficio di Corrispondenza. Ha pensato che le spese per un ufficio potevano essere sostenute se spese per la pubblicazione di un Bollettino internazionale, i cui costi sono stati accettati dai compagni americani. A questo punto Cornelissen ha risposto che in effetti il Bollettino sembrava pi utile, ma che sarebbe meglio se fosse stato pubblicato dall'Ufficio internazionale. Ad un certo punto il presidente, Lange, ha annunciato che diverse proposte concrete sono state depositate sulla sua scrivania, nel corso delle discussioni. Le proposte provengono da compagni come Vohryzek, de Marmande, Friedeberg, Lange, Nacht, Fabbri, Fuss, Broutchoux e Samson e, lungi dall'essere incompatibili, si completano a vicenda. E' stato poi proposto di fondere tutte le proposte in un una sola e la seduta stata sospesa per fare questo. La sessione ripresa dopo mezz'ora. Vohryzek, de Marmande, Friedeberg e gli altri sono venuti a un accordo sul seguente testo che ha ottenuto 43 voti contro 6, quando stato sottoposto per l'approvazione al Congresso: "Gli anarchici (federazioni, gruppi rappresentati e individui) si sono riuniti al Congresso di Amsterdam dichiarando che l' "Internazionale anarchica" sia fondata. Esso costituito dalle organizzazioni esistenti e dai gruppi e singoli compagni che possono aderire successivamente. Gli individui, i gruppi e le federazioni devono rimanere autonome. Un ufficio internazionale composto da 5 membri istituito. Questo ufficio ha il compito di creare un archivio internazionale anarchico, accessibile ai compagni. Esso stabilisce rapporti con gli anarchici provenienti dai vari paesi, sia direttamente, sia attraverso la mediazione di tre compagni scelti dalle federazioni e gruppi provenienti dai paesi coinvolti. Al fine di aderire all'Internazionale su base individuale, i compagni devono prima essere attestati da un organismo, dall'Ufficio di presidenza e da altri compagni a lui noti. Le spese sostenute dall'ufficio di presidenza, archivio, ecc, devono essere coperti dalle federazioni, gruppi e singoli membri. " Da parte loro, Baginsky, Goldman e Ramus hanno presentato la seguente proposta, che ha ottenuto solo 4 voti: "Il Congresso Internazionale Anarchico dichiara che fondata l'Internazionale. Questo internazionale non avr un ufficio centrale e le sue funzioni saranno garantite nel modo seguente: Le federazioni, i gruppi e i movimenti di una tendenza anarchica in ogni paese, individualmente o collettivamente, eleggono due corrispondenti i cui nomi e gli indirizzi sono pubblicati in ogni numero dei periodici anarchici internazionali. I corrispondenti, secondo le istruzioni ricevute dai loro gruppi e federazioni, restano in costante contatto con i corrispondenti di altri paesi. La pubblicazione di un bollettino Internazionale stato stabilito" E cos avvenne la fondazione dell'Internazionale anarchica che tanti compagni dei Paesi Bassi, del Belgio, della Germania e della Boemia attendevano da tanto tempo. All'annuncio del risultato del voto, scoppi un applauso unanime. Erano le sette e la sessione si era conclusa con il canto de

"L'Internazionale"

Nona Sessione - Sessione Serale Alle 9, la grande Plancius Hall letteralmente piena. Lange dichiara aperta la seduta. All'ordine del giorno vi la discussione del seguente punto: "Il sindacalismo e l'anarchismo". Il compagno Pierre Monatte da Parigi, un membro del comitato della Confdration Gnrale du Travail, prende la parola come primo oratore. Monatte: Il mio scopo non quello di offrire una esposizione teorica del sindacalismo rivoluzionario, ma dimostrare a voi, sul posto di lavoro e quindi di lasciare che i fatti parlano da soli. Il sindacalismo rivoluzionario, a differenza del socialismo e dell'anarchismo che sono venuti prima, ha trovato un posto di per s pi tendente verso l'azione che attraverso la teoria e deve essere cercata l'azione, piuttosto che in libri. Si avrebbe bisogno di essere ciechi per non vedere tutto ci che l'anarchismo e il sindacalismo hanno in comune. Entrambi hanno l'obiettivo della completa distruzione del capitalismo e del sistema salariale per mezzo di una rivoluzione sociale. Il sindacalismo, che la prova di un risveglio nel movimento operaio, ha ricordato l'anarchismo delle sue origini operaie, e in effetti gli anarchici hanno contribuito non poco a trascinare il movimento operaio lungo il percorso rivoluzionario e per divulgare l'idea di azione diretta. Cos, il sindacalismo e l'anarchismo hanno reagito tra loro, a tutto vantaggio di ciascuna. E' tra le fila della Confdration Gnrale du Travail in Francia che le idee rivoluzionarie sindacaliste hanno preso forma e si sviluppa. La Confederazione occupa un posto tutto suo all'interno del movimento operaio internazionale. E' l'unica organizzazione che, mentre si dichiara apertamente rivoluzionaria, non ha legami con partiti politici, anche quelli pi avanzati. In molti altri paesi, la democrazia sociale gioca il ruolo di primo piano. In Francia, la CGT lascia il partito socialista nella sua scia, grazie ai suoi numeri puri e all'influenza che essa esercita: si aspetta solo di rappresentare la classe operaia e ha apertamente respinto tutti i progressi fatti ad essa negli ultimi anni. La sua autonomia la sua forza e intende restare autonoma. Questo atteggiamento della CGT di rifiutare di trattare con le parti ha portato i suoi nemici esasperati ad etichettarla come anarchica. Ma nulla pi lontano dalla verit. La CGT un raggruppamento di sindacati e dei sindacati dei lavoratori e non ha alcuna dottrina ufficiale. Tutte le dottrine sono rappresentate all'interno di esso e sono ugualmente tollerate. Il comitato confederale contiene un certo numero di anarchici, che si incontrano e collaborano con i socialisti, la maggioranza dei quali - bene sottolinearlo - non sono meno ostili degli stessi anarchici all'idea di accordi tra i sindacati e il partito socialista. La struttura del CGT vale la pena descrivere. A differenza di molte altre organizzazioni dei lavoratori, essa non tende a centralizzarsi e non autoritaria. Il comitato confederale non , come i nostri governanti e giornalisti della stampa borghese immaginano, un comitato di gestione che unisce i poteri legislativo ed esecutivo: privo di ogni autorit. La CGT governata dal basso verso l'alto, il sindacato non ha altro maestro che se stesso, ma libero di agire o di non agire; nessuna volont esterna interferisce o influenza la sua attivit. La base della Confederazione il sindacato. Ma lo stesso sindacato non aderisce alla Confederazione direttamente, lo fa solo attraverso la sua corporazione federativa da un lato, e la sua Bourse du Travail, dall'altro. La Confederazione consiste nell'unione delle federazioni e delle borse. La vita della Confederazione coordinata dal comitato confederale che si compone di delegati di entrambe le borse e federazioni. Alcuni dei suoi membri vanno a formare commissioni che funzionano in parallelo - La Commissione giornale ("La Voix du Peuple"), la commissione di controllo che ha a che fare con questioni finanziarie, e la commissione degli scioperi e scioperi generali. Solo il Congresso ha il potere di deliberare questioni collettive. Ogni sindacato, non importa quanto debole sia, ha il diritto di essere rappresentato da un delegato di propria scelta. I conti della Confederazione sono piuttosto modesti. Meno di 30.000 franchi all'anno. Le agitazioni

continue che nascono dal grande movimento del maggio 1906 (62) per le 8 ore al giorno, non costata pi di 60.000 franchi. Tale piccola figura ha provocato grande sorpresa tra i giornalisti quando stato annunciato. E cosa (direte voi)? La Confederazione stata in grado di supportare mesi e mesi di agitazione dei lavoratori intensi, con solo poche migliaia di franchi? Il fatto che il sindacalismo francese, povero sul piano finanziario, ricco di energia, dedizione ed entusiasmo, e queste sono le ricchezze che sono difficili nel diventare schiavi. Ma il movimento operaio francese non diventato quello che oggi senza lo sforzo e il tempo. Negli ultimi trentacinque anni - dalla Comune di Parigi - il movimento operaio passato attraverso varie fasi. L'idea del proletariato, organizzato in "societ di resistenza", essendo l'agente della rivoluzione sociale era l'idea che stava al cuore dei grandi dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, fondata a Londra nel 1864. Il motto internazionale era stato, e si ricorder tuttora, "l'emancipazione dei lavoratori sar il compito dei lavoratori stessi", ed ancora il nostro motto, quello di tutti noi, dei promotori dell'azione diretta e dei nemici del parlamentarismo. Le idee di autonomia e di federazione, cos popolare tra di noi, una volta che ha ispirato tutti coloro dell'Internazionale e che si sono sollevati contro l'abuso di potere da parte del consiglio generale, si sono schierati con Bakunin dopo il congresso dell'Aia. Inoltre, anche l'idea dello sciopero generale, cos popolare oggi, un'idea dall'Internazionale, dove il suo innato potere stato capito. La sconfitta della Comune ha innescato una reazione terribile in Francia. Il movimento operaio ha subito un brusco calo dopo che i suoi militanti sono stati uccisi o costretti all'esilio. Il movimento operaio, tuttavia, ha mosso i suoi piedi dopo pochi anni, dapprima lentamente e timidamente, poi in maniera crescente e coraggiosa. Il primo congresso si tenne a Parigi nel 1876 (63) ed stato interamente dominato dallo spirito pacifico dei cooperativisti e dei mutualisti. Al successivo congresso (64), alcuni socialisti parlarono per quanto riguarda l'abolizione del sistema salariale. Infine, a Marsiglia nel 1879 (65) i nuovi arrivati avevano vinto il congresso, ponendolo sotto un carattere marcatamente socialista e rivoluzionario. Tuttavia, sorsero rapidamente le differenze fra i socialisti delle varie scuole e tendenze. A Le Havre (66), gli anarchici si ritirarono, purtroppo, lasciando campo libero ai sostenitori dei programmi minimi e della conquista del potere. Rimasti soli, anche i collettivisti finirono in disaccordo. La lotta tra Guesde e Brousse ha distrutto il partito dei lavoratori nascente, portandolo a un vero e proprio split (67). Ma n i guesdisti n i broussisti (che dovevano si sarebbero di nuovo divisi, qualche tempo dopo, a causa dell'operato di Allemande) (68) sono stati in grado di parlare per il proletariato. Il proletariato, giustamente indifferente alle polemiche furiose tra le varie scuole di pensiero, avevano trasformato le unioni in quello che ora si chiamano sindacati. Lasciati a se stessi, in tutta sicurezza - grazie alla loro debolezza e le gelosie delle varie cricche - il movimento sindacale ha acquisito forza e fiducia a poco a poco. cresciuto. Nel 1892, la Fdration des Bourses stata costituita (69). Fin dalla sua nascita nel 1895 (70), la Confdration Gnrale du Travail ha posto molta enfasi sul mantenimento della sua neutralit politica. Nel frattempo, il Congresso dei lavoratori nel 1894 (a Nantes) aveva votato per il principio dello sciopero generale rivoluzionario (71). Questa l'et in cui molti anarchici, avendo finalmente capito che la filosofia da sola non sufficiente per fare una rivoluzione, entrata nel movimento operaio, che ha visto ed ha offerto la pi perspicace delle migliori speranze. Fernand Pelloutier era l'uomo che, pi di chiunque altro, incarna questa evoluzione degli anarchici (72). Tutti i congressi in seguito tendevano ad affinare la divisione tra la classe operaia organizzata e politica. A Tolosa nel 1897 (73), i nostri compagni Delesalle e Pouget avevano dato le prime basi per quelle che sono conosciute come le tattiche ed adozioni di boicottaggio e sabotaggio. Nel 1900, il quotidiano "La Voix du Peuple" era stata fondata con Pouget come redattore capo (74). La CGT ha superato le sue iniziali difficolt e ha dimostrato la sua forza sempre pi ogni giorno. Stava diventando una forza che sia i governi ei partiti socialisti dovuto affrontare. Il nuovo movimento stato quindi sottoposto a un attacco feroce da parte del governo, supportato da tutti i socialisti riformisti. Millerand, che ora un ministro del governo (75), ha cercato di trasformare in reggimento i sindacati e trasformare ogni Bourse in un ramo del suo ministero. Aveva assunto agenti che lavoravano per lui all'interno delle organizzazioni e dei militanti di fiducia sono stati oggetto di tentativi di corruzione da parte di questi agenti. Era stato un

momento pericoloso. Il pericolo, tuttavia, era stato evitato grazie all'accordo tra tutte le fazioni rivoluzionarie - anarchici, guesdisti e blanquisti. E una volta che il pericolo era passato, l'accordo rimase. Forte dopo il 1902 con l'afflusso della Fdration des Borse (76), un evento che ha creato l'unit dei lavoratori, la Confederazione oggi trae la sua forza da se stessa, ed da questo patto che il sindacalismo rivoluzionario nato, una dottrina che rende il sindacato l'organo e lo sciopero generale come strumento della trasformazione sociale. Tuttavia - e vorrei richiamare l'attenzione di tutti i compagni non-francesi a questo punto estremamente importante - n la realizzazione dell'unit dei lavoratori, n la coalizione dei rivoluzionari potevano solo portare la CGT alla sua forza attuale e alla sua influenza, se non fossimo rimasti nella nostra pratica sindacale e il cui principio di base che in effetti esclude sindacati di opinione: un unico sindacato in ogni citt per ogni commercio. La conseguenza di questo principio la neutralit politica del sindacato, che non pu e non deve essere anarchico, n Guesdista, n Allemandista, n blanquista, ma semplicemente dei lavoratori. Le differenze di opinione, spesso sottili e artificiali, cadono in secondo piano nel sindacato, consentendo l'accordo. In pratica, gli interessi prevalgono sulle idee: tutte le polemiche tra le varie scuole e sette non pu eliminare il fatto che i lavoratori, che sono tutti ugualmente soggetti alle leggi del sistema salariale, hanno gli stessi interessi. E questo il segreto dell'accordo raggiunto tra di loro, il che rende il sindacalismo cos forte e che ha permesso al Congresso di Amiens lo scorso anno ad affermare con orgoglio che era sufficiente a se stesso (77). Il mio contributo qui sarebbe decisamente incompleto se non dimostro il mezzo che il sindacalismo rivoluzionario vuole per raggiungere l'emancipazione della classe operaia. Questi mezzi possono essere riassunti in due parole: azione diretta. Ma qual l'azione diretta? Per lungo tempo, sotto l'influenza delle scuole di pensiero socialiste e in particolare la scuola Guesdista, i lavoratori hanno affidato il compito di soddisfare le loro richieste allo Stato. Ricordo le marce dei lavoratori guidati da deputati socialisti, i quali fornivano petizioni del quarto stato ai poteri pubblici! Dato che tali metodi di ricorsi proposti [si sono rivelate delle] amare delusioni, a poco a poco sorto il fatto che i lavoratori avrebbero potuto solo ottenere quelle riforme solo se erano in grado di imporle da soli, in altre parole, come dice il motto dell'Internazionale che ho menzionato in precedenza e deve essere inteso e applicato nel modo pi rigoroso possibile. Fare le cose se stessi, dipendento soltanto su se stessi - che l'azione diretta. Ma questo avviene naturalmente in forme diverse. La sua forma principale, o meglio la sua forma pi evidente, lo sciopero. Una spada a doppio taglio, come stato detto di recente: una spada solida e ben temperato, che diciamo quello che pu colpire al cuore i padroni, se abilmente gestiti dai lavoratori. attraverso lo sciopero che le masse lavoratrici entrano nella lotta di classe e familiarizzano con le nozioni da cui derivano, ma attraverso lo sciopero che ricevono la loro formazione rivoluzionaria, che misura la loro forza contro la forza del loro nemico quale il capitalismo, guadagnandosi la fiducia nel proprio potere e imparando ad essere audaci. Il sabotaggio non meno prezioso. Funziona in questo senso: il lavoro paga male per male. Come lo sciopero, che sempre esistito, ma ha solo acquisito il suo significato rivoluzionario negli ultimi anni. I risultati raggiunti dal sabotaggio sono gi notevoli. Nei casi in cui gli scioperi sono rivelati inutili, il sabotaggio riuscito a spezzare la resistenza dei padroni. Un esempio recente: il sabotaggio che ha seguito lo sciopero e la sconfitta dei muratori parigini nel 1906. I lavoratori edili tornarono ai loro luoghi e hanno stabilito che la pace con i boss sarebbe stata pi terribile di una guerra. E cos, tacitamente e unanimemente d'accordo, hanno cominciato a rallentare la produzione verso il basso, come per caso, sacchi di gesso o cemento sono stati trovati rovinati, ecc, ecc Questa guerra ancora in corso oggi e, ripeto, i risultati sono stati impressionanti. Non solo i padroni spesso hanno dovuto ammettere, ma gli operai sono usciti da questa campagna molto pi consapevoli, pi indipendenti, pi ribelli. Ma se mi sono occupato solo del sindacalismo nel suo insieme, dimenticando di citare le sue

manifestazioni particolari, che tipo di scuse vorreste che siano! Lo spirito rivoluzionario in Francia stava morendo, anno dopo anno languiva. Il rivoluzionarismo di Guesde, per esempio, era solo a parole o, peggio ancora, a beneficio delle elezioni e del Parlamento; il rivoluzionarismo di Jaurs, d'altra parte, andato anche oltre: si trattava semplicemente, e apertamente, di cose ministeriali e governative. Come per gli anarchici, il loro rivoluzionarismo era rifugiato sulle alture delle alti torri d'avorio della speculazione filosofica. Ma fra tutte queste defaillances, a causa loro, che il sindacalismo nato; lo spirito rivoluzionario venuto ancora vivo, si rinnovava a contatto con essa, e la borghesia, per la prima volta da quando la dinamite anarchica aveva messo a tacere la sua voce grandiosa, la borghesia tremava! E' importante, quindi, che l'esperienza sindacale del proletariato francese, sia utile al proletariato di ogni paese. Ed compito degli anarchici garantire che questa esperienza ricominci ovunque e che ci sia una classe operaia che stia lottando per la propria emancipazione. Invece di basarsi sulle opinioni del sindacalismo, che ha dato luogo ai sindacati anarchici, ad esempio,in Russia e i sindacati cristiani e i sindacati social-democratici in Belgio e in Germania, gli anarchici devono prevedere la possibilit di uno stile francese del sindacalismo, la neutralit - o pi precisamente, indipendenza - sotto forma di sindacalismo. Cos come vi un solo [lavoro di] classe, quindi ci dovrebbe essere una sola organizzazione di singoli lavoratori, un sindacato unico, per ogni lavoro e in ogni citt. Solo a questa condizione pu la lotta di classe - non pi di fronte al ostacolo di argomenti tra le varie scuole di pensiero e sette rivali su ogni punto sviluppare la sua misura massima e dare il maggiore effetto possibile. Il Congresso di Amiens ha proclamato che il sindacalismo basta a se stesso. Ora so che questa parola non sempre stata completamente capita, nemmeno da parte degli anarchici. Ma cosa significa, se non che la classe ormai matura del lavoro si propone, infine, di essere sufficiente a se stessa e non affidare la propria emancipazione a chiunque altro da s? Cosa potrebbero gli anarchici obiettare a tale volont chiaramente espressa per l'azione? Il sindacalismo non perde tempo promettendo il paradiso dei lavoratori sulla terra. Si chiede loro di conquistare e assicurare che la loro azione non sar del tutto invano. E' una scuola di volont, di energia, di pensiero fecondo. Si aprono nuove speranze e prospettive per l'anarchismo, troppo a lungo chiuso in se stesso. Lasciate che gli anarchici abbracciano il sindacalismo; quindi, il loro lavoro sar tanto pi fecondo, i loro scioperi contro il regime sociale ancor pi decisivo. Come con ogni sforzo umano, il movimento sindacale non privo di difetti, ma lungi dal voler nascondere loro, credo sia utile ricordare, a loro, continuamente in modo che possiamo agire per superarle. La pi importante la tendenza degli individui di affidare il compito di lotta per i loro sindacati, alla Federazione, alla Confederazione, contare sulla forza collettiva quando la loro energia individuale sia sufficiente. Con costantemente appello alla volont dell'individuo, alla sua iniziativa e alla sua audacia, noi anarchici saremo in grado di reagire con forza contro questa tendenza negativa a ricorrere continuamente alla forza collettiva per le questioni piccole e grandi. Il funzionarismo sindacalista, inoltre, provoca la critica vivace che, va detto, spesso giustificata. Esso pu e deve accadere quando alcuni militanti non soddisfano pi la loro funzione, al fine di combattere in nome dei loro compagni, ma per guadagnarsi da vivere. Ma non dobbiamo dedurre da questo che le organizzazioni sindacali devono fare a meno funzionari. Molte organizzazioni non possono farne a meno. Ma sono una necessit i cui difetti possono essere corretti da uno spirito sempre vigile della critica.

Note 60. La proposta da parte della Goldman stata fatta con Berkman. 61. Questo , naturalmente, una considerazione completamente polarizzata da parte dell'editor.

62. Nel maggio del 1906, 158.000 persone erano in sciopero in Francia a sostegno della giornata di 8 ore. Vedi CH. TILLY - EDW. Shorter, Scioperi in Francia (1890-1968), Cambridge University Press, Cambridge 1970, pp 119, 120. 63. 2-10 OTTOBRE 1876. 64. Lione, 28 gennaio - 8 Febbraio 1878. 65. 20-31 Ottobre 1879. Il congresso si pronunciato a favore della collettivizzazione dei mezzi di produzione, si orientata verso "la Fdration gnrale de toutes les societ". A Marsiglia, la Fdration du Parti des travailleurs socialistes de France [Federazione del Partito dei lavoratori socialisti di Francia] stata fondata. 66. Nel novembre del 1880. 67. C'erano gi stati i primi segni di dissenso tra i Broussisti e i guesdisti al Congresso di Rheims (30 ottobre - 6 novembre 1881), dove la Federazione si trasformata in partizioni di socialistes des travailleurs. Al congresso successivo a Saint-tienne, che statp aperto il 25 settembre 1882, i guesdisti sono usciti e hanno impostare il Parti Ouvrier [Partito dei Lavoratori], in seguito diventato il Parti Ouvrier franais [Partito dei Lavoratori Francesi]. I seguaci di Brousse invece hanno fondato il Parti Socialiste Ouvrier rvolutionnaire, che in seguito divenne la Fdration des travailleurs socialistes de France [Federazione dei Lavoratori socialisti di Francia]. 68. Nel 1890 l'ala possibilista sinistra, guidata da Jean Allemande, formano un partito che ha preso il vecchio nome di Parti Ouvrier socialiste rvolutionnaire. 69. Saint-tienne Congress, 7-8 febbraio 1892. 70. Congresso di Limoges, 23-28 settembre 1895. 71. 17-22 Settembre 1894. 72. Pelloutier (1867-1901) stato segretario della Fdration des Bourses du Travail a partire dal 1894 e sostenitore degli anarchici che si volevano unire ai sindacati. 73. 20-25 settembre 1897. Il Congresso ha proclamato che lo sciopero generale "sinonimo di rivoluzione". 74. "La Voix du Peuple" stato il portavoce della CGT e ha iniziato la pubblicazione il 10 dicembre 1900. La serie pre-bellica si conclusa il 3 agosto 1914, quando scoppiarono le ostilit. mile Pouget (1860-1931), che era stato dietro il vecchio giornale "Le Pre Peinard", era stato il suo redattore capo fino al 1909. Il suo posto fu preso da Yvetot (1909-1912), che a sua volta era stato sostituito fino al 1914 da Dumoulin. 75. Nel 1898 Alexandre Millerand, un socialista indipendente, ha accettato l'incarico di Ministro dell'Industria e del Commercio nel governo Waldeck-Rousseau. 76. Il congresso di Montpellier, 22-27 settembre 1902 (13 Congresso nazionale corporativo e 7 congresso della CGT). 77. 8-16 Ottobre 1906.

Gioved 29 Agosto
Decima sessione - Sessione Mattutina La sessione si apre alle nove e mezzo. Si deciso che il presidente rester invariato fino alla fine del Congresso. Dopo la traduzione del discorso di Monatte in olandese e in tedesco, Friedeberg parla di osservare che tutti i principali giornali europei hanno pubblicato relazioni sul congresso anarchico con l'eccezione dei giornali social-democratici. Questi giornali, in particolare il "Vorwrts", hanno osservato il silenzio pi religioso, ma senza dubbio preferisce intrattenere i loro lettori con la farsa diplomatica che sta suonando a l'Aia! Malatesta: Invece di rimpiangere questo silenzio unanime, io sarei felice di parlare a titolo personale di esso. In passato, ogni volta che la stampa social-democratica ha affrontato gli anarchici, stato sempre quello di calunniare loro. Ora non dice nulla: almeno un passo avanti. Ma Monatte non voleva "L'Humanit", giornale socialista francese, e "Vorwrts", il ricco e potente "organo centrale" della socialdemocrazia tedesca, che collocava sullo stesso piano. "L'Humanit", era povera e non aveva corrispondenti ad Amsterdam. Monatte era convinto che questo era l'unico motivo per il silenzio da parte di "L'Humanit" (78). Malatesta: Il tempo passa e siamo ancora lontani dall'aver ottenuto qualche risultato attraverso la nostra agenda piena. Abbiamo ancora tre problemi importanti da discutere: "Il sindacalismo e l'anarchismo", "Lo sciopero economico generale e lo sciopero generale politico", "L'antimilitarismo e l'Anarchia", per non parlare di molte questioni di secondaria importanza. Come difficile separare il sindacalismo dallo sciopero generale, chiedo che, per risparmiare tempo, venga discusso insieme. Si deciso che le questioni di sindacalismo e dello sciopero generale devono essere unificate sotto il titolo del "sindacalismo e dello sciopero generale" e che la discussione si svolger nel pomeriggio. Il compagno Nikolai Rogdaev prende la parola per parlare de "La rivoluzione russa". Rogdaev parla in russo e la maggior parte delle persone partecipanti al Congresso non lo capiscono (79). Gli occhi di tutti, comunque, sono fissati su quel giovane pallido nei cui occhi brucia una fiamma strano. E tutti possono indovinare ci che sta dicendo. Egli parla della lotta in cui sono impegnati gli anarchici russi (compreso se stesso) contro lo zarismo omicida; egli ricorda le rivolte ed i martiri, le sofferenze e le esecuzioni, tutto il dramma enorme che si gioca in Russia, e che viene affrontato tra l'indifferenza dell'Europa. A questo punto, Siegfried Nacht ha sollevato un incidente. Ha accusato il compagno Croiset di aver dato informazioni ad alcuni giornalisti borghesi di Amsterdam la sera precedente, precisamente quando c' stata la sessione privata. Egli ha suggerito che Croiset dovesse dare qualche spiegazione pubblica. Le parole di Nacht provoc grande emozione in tutta l'assemblea. Non si sapeva cosa Croiset aveva fatto trapelare di informazioni e si temuto che potesse essere dannosa per alcuni delegati (in particolare i tedeschi), una volta tornati nei loro paesi. Ma Croiset si alz e chiese di parlare. Era pallido. La sua difesa, alternativamente in olandese, in tedesco e in francese, stato ascoltata in silenzio. Croiset: Nacht dice il vero in effetti, me ne rendo conto con profondo rammarico. Io sono degno del tuo rimprovero, e lo accetto a priori, un risultato della mia colpevole spensieratezza. Desidero solo protestare con veemenza una espressione usata da Nacht. Dice che ha "sorpreso" me. Solo chi nasconde pu essere sorpreso. Tuttavia, stato nel corso della riunione pubblica di ieri che ho

parlato con i giornalisti. Vorrei aggiungere che le informazioni fornite non possono compromettere nessuno dei nostri compagni.

Malatesta: Sebbene deploro la spensieratezza del compagno Croiset, io chiedo al Congresso di continuare prima con l'ordine del giorno. La maggior parte ha condiviso il punto di vista di Malatesta, e Croiset stato formalmente rimproverato. Va aggiunto che alcuni dei presenti, rappresentati da Chapelier, erano contrari a questo rimprovero, dato le scuse di Croiset e il danno praticamente inesistente.

Undicesima Sessione - Sessione pomeridiana Non appena la sessione si aperta, Emma Goldman ha letto una risoluzione a sostegno della Rivoluzione russa proposta dai compagni Rogdaev e Vladimir Zabrezhnev insieme alla Goldman, Cornelissen, Baginsky, Ptr Muni, Luigi Fabbri e Malatesta. La risoluzione stata approvata all'unanimit. La discussione dello sciopero generale e del sindacalismo riprende. Il primo a parlare stato Christiaan Cornelissen. Cornelissen: Non credo che un anarchico potrebbe obiettare al discorso di Monatte. Tuttavia, si dovrebbe stabilire che parlava solo dal punto di vista di un militante sindacalista e che da un punto di vista anarchico il suo discorso richiede una spiegazione completa. Anarchici, noi dobbiamo sostenere sia il sindacalismo che l'azione diretta, ma a una condizione: che il loro obiettivo sia rivoluzionario e che essi non cessano di mirare a trasformare la societ attuale in una societ comunista e libertaria. Non possiamo nascondere il fatto che n il sindacalismo n l'azione diretta sono sempre, necessariamente, rivoluzionari. E' possibile usarli anche per i conservatori, reazionari etc. Cos i lavoratori di diamanti di Amsterdam e Anversa hanno notevolmente migliorato le loro condizioni di lavoro senza ricorrere ai mezzi parlamentari, con l'uso esclusivo di azione sindacale diretta. E che cosa vediamo oggi? I tagliatori di diamanti hanno fatto una sorta di casta chiusa della loro corporazione, attorno al quale hanno costruito una muraglia cinese. Hanno limitato il numero degli apprendisti e si oppongono se gli ex tagliatori tornano al commercio, una volta che questi avevano lasciato. Certo, non possiamo approvare tali pratiche! E neppure questa una specialit olandese. In Inghilterra e negli Stati Uniti, i sindacati hanno spesso praticato l'azione diretta. Hanno usato l'azione diretta per creare uno stato di privilegio per i loro membri, ma evitato ai lavoratori stranieri di lavorare anche quando sono membri dei sindacati e, infine, essendo costituiti da lavoratori "qualificati", hanno a volte opposti i movimenti del lavoratori manuali, contro i lavoratori "non qualificati". Noi non approviamo nulla di tutto questo. Allo stesso modo, non possiamo approvare l'atteggiamento dei tipografi francesi e svizzeri che si rifiutano di lavorare con le donne. Attualmente esiste una minaccia di guerra tra Stati Uniti e Giappone, ma la colpa non sta con i capitalisti americani e della borghesia, che richiama un beneficio ancora maggiore dello sfruttamento dei lavoratori giapponesi che dei lavoratori americani. No, sono i lavoratori stessi americani che stanno scatenando la guerra violentemente per opporsi all'importazione di manodopera giapponese. Infine, ci sono anche altre forme di azione diretta che non abbiamo mai smesso di combattere: per

esempio, quelli che cercano di opporsi all'introduzione di macchinari (linotypes, montacarichi, ecc), in altre parole il miglioramento della produzione attraverso il miglioramento delle gli strumenti di produzione. Ho intenzione di condensare queste idee nella forma di una mozione che indica le forme del sindacalismo e del supporto di azione diretta anarchica. Il compagno Malatesta prende immediatamente la parola e risponde, con uno dei suoi discorsi pi vigorosi, a Monatte . Dal momento in cui il vecchio rivoluzionario comincia a parlare, con l'eloquenza e la franchezza cos apprezzata da tutti, il silenzio cade sulla sala. Malatesta: Tengo a precisare subito che qui saranno trattati solo i punti in cui sono in disaccordo con i precedenti oratori, e in particolare Monatte. Altrimenti sarebbe inutile continuare con la ripetizione inutile, qualcosa che noi possiamo permetterci di fare in un dibattito, per esempio, di fronte a un pubblico ostile o indifferente. Ma qui siamo tra compagni e sono sicuro che sentirmi criticare ci che c' da essere criticato sul sindacalismo, nessuno di voi sarebbe tentato di prendermi per un nemico dell'organizzazione e dell'azione dei lavoratori; se questo avvenisse, significa che non mi conoscete molto bene! La conclusione raggiunte da Monatte che il sindacalismo un mezzo necessario e sufficiente per la rivoluzione sociale. In altre parole, Monatte ha dichiarato che il sindacalismo basta a se stesso. E questo , a mio parere, una dottrina radicalmente errata. Lo scopo del mio intervento quello di contrastare questa dottrina. Il sindacalismo, e pi precisamente i movimenti dei lavoratori (il movimento dei lavoratori un fatto che nessuno pu ignorare, mentre il sindacalismo una dottrina, un sistema, e dobbiamo evitare di confonderli). Il movimento operaio, ripeto, ha sempre trovato in me un convinto, ma non cieco, difensore. perch lo vedo come un terreno particolarmente favorevole per la nostra propaganda rivoluzionaria e al tempo stesso un punto di contatto tra le masse e noi stessi. Non ho bisogno di insistere su questo punto. Si deve ammettere che non sono mai stato uno di quegli intellettuali anarchici, che benevolmente si sono murati nella loro torre d'avorio della pura speculazione, una volta che la vecchio Internazionale scomparsa; che non ho mai smesso di lottare dell'atteggiamento di isolamento orgoglioso, e che ho trovato ovunque, sia in Inghilterra, Italia, Francia, o altrove, n compagni che spingono indietro il percorso dei sindacalisti, dimenticando un passato glorioso, una nuova chiamata, ma che i primi anarchici avevano gi stabilito e seguito all'interno dell'Internazionale. Io voglio che gli anarchici entrino nel movimento operaio oggi, come hanno gi fatto in passato. Io sono un sindacalista, nel senso di essere un sostenitore dei sindacati, oggi come in passato. Io non chiedo i sindacati anarchici che vogliono immediatamente giustificare i sindacati socialdemocratici, o repubblicani, o monarchici o altri che sarebbe, nella migliore delle ipotesi, quello di dividere la classe operaia pi che mai. Io non voglio nemmeno sindacati rossi, perch non voglio sindacati gialli. Al contrario, voglio sindacati che sono aperti a tutti i lavoratori senza distinzione di opinioni, sindacati assolutamente neutri. Allora, io sono per la partecipazione pi possibile nel movimento operaio. Ma io sono per questo, soprattutto, nell'interesse della nostra propaganda, il cui raggio d'azione sarebbe notevolmente alto. E' solo che questa partecipazione non pu comportare nella nostra rinuncia alle nostre carissime idee. Nei sindacati dobbiamo rimanere, come anarchici, con tutta la forza e l'ampiezza del termine. Il movimento operaio non altro che un mezzo - anche se, ovviamente, il migliore di tutti i mezzi a nostra disposizione. Ma mi rifiuto di prendere questo mezzo come un fine, e io lo rifiuto se dovesse farci perdere di vista gli altri elementi delle nostre idee anarchiche, o pi semplicemente i nostri altri mezzi di propaganda e di azione.

I sindacalisti dall'altro insegnano a fare un'estremit dei mezzi, per prendere il parziale per intero. E' cos che nella mente di alcuni dei nostri compagni, il sindacalismo sta per diventare una nuova dottrina, minacciando l'esistenza stessa dell'anarchismo. Ora, anche se si rafforzata con l'uso inutile del aggettivo rivoluzionario, il sindacalismo , e sar sempre, un movimento legalitario, conservatore senza altro obiettivo possibile - nella migliore delle ipotesi - che il miglioramento delle condizioni di lavoro. Ho bisogno di andare oltre la prova dell'esempio offerto dai grandi sindacati nordamericani. Essersi presentati come radicalmente rivoluzionari, in un momento in cui erano ancora deboli, una volta cresciuti come dimensioni e ricchezza, queste unioni sono diventate organizzazioni marcatamente conservatrici, unicamente occupate con la creazione di privilegi per i loro membri nel corso del seminario di fabbrica, e sono molto meno ostili al capitalismo dei padroni che i lavoratori non organizzati, che quel proletariato cencioso cos diffamato dai socialdemocratici! Ora, questo proletariato in continua crescita dai disoccupati, che conta per nulla con il sindacalismo, o meglio, che conta solo come un ostacolo, non pu essere dimenticato dagli anarchici e noi dobbiamo difendere costoro perch sono sottoposti alle peggiori sofferenze. Ripeto: gli anarchici devono entrare nei sindacati dei lavoratori. In primo luogo, al fine di svolgere propaganda anarchica, in secondo luogo, perch l'unico mezzo che ci possono fornire i gruppi che saranno in grado di assumere la gestione della produzione quando verr il giorno; inoltre, dobbiamo unirci al fine di contrastare al meglio delle nostre capacit quello stato d'animo detestabile che porta i sindacati a difendere solo degli interessi particolari. L'errore di base di Monatte e di tutti i sindacalisti rivoluzionari, a mio parere, deriva da una concezione troppo semplicistica della lotta di classe. Si tratta di una concezione in cui gli interessi economici di tutti i lavoratori - della classe operaia - sono tenuti ad essere uguali, per cui sufficiente per i lavoratori mettersi a difendere i propri interessi particolari, in modo che gli interessi del proletariato contro i padroni possano essere difesi. La realt molto diversa, a mio avviso. I lavoratori, come la borghesia, come tutti, sono soggetti alla legge della concorrenza universale che deriva dal sistema della propriet privata e che non potr estinguersi se non insieme a questo sistema. Non vi sono quindi classi, nel senso proprio del termine, perch non ci sono interessi di classe. Esiste la concorrenza e la lotta all'interno del lavoro di "classe", cos come c' tra la borghesia. Gli interessi economici di una categoria di lavoratori sono implacabilmente in contrasto con quelli di un'altra categoria. E in effetti a volte vediamo alcuni lavoratori molto pi vicini, economicamente e mentalmente, alla borghesia che al proletariato. Cornelissen ci ha dato alcuni esempi di questo fatto qui in Olanda. E ce ne sono altri. Non ho bisogno di ricordarvi che i lavoratori molto spesso usano la violenza durante i loro scioperi ... contro la polizia o contro i padroni? No, contro i crumiri, che sono troppo sfruttati e ancora pi sfortunati, mentre i veri nemici dei lavoratori, l'unico vero ostacolo alla parit sociale, sono la polizia e i padroni. Tuttavia, la solidariet morale tra proletari possibile, se la solidariet non economica. I lavoratori che si limitano alla difesa dei loro interessi corporativi non sapranno cosa sia, ma verr il giorno in cui la volont condivisa di trasformare la societ, far di loro degli uomini nuovi. Nella societ odierna, la solidariet non pu che essere il risultato di condivisione di un ideale comune. E' compito degli anarchici quello di incitare i sindacati per l'ideale, guidandoli a poco a poco verso la rivoluzione sociale - con il rischio di danneggiare coloro che hanno dei "guadagni facili", che sono cos appassionati oggigiorno.

Non si pu pi negare che l'azione sindacale comporta dei rischi. Il pi grande di questi rischi certamente quello dei militanti che accettano delle posizioni ufficiali nei sindacati, soprattutto quando vengono pagate delle posizioni. Come regola generale, l'anarchico che accetta l'ufficio retribuito all'interno di un sindacato, si perde nella propaganda, e si perde con l'anarchismo! Egli diventa debitore con coloro che lo pagano e, in quanto non sono anarchici, il funzionario pagato, si ritrover diviso tra la sua coscienza e quella dei propri interessi; e se seguir la propria coscienza, perder la sua posizione; oppure se seguir i suoi interessi, addio anarchismo ! Il funzionario un pericolo per il movimento operaio, paragonabile solo al parlamentarismo: entrambi portano alla corruzione e la corruzione porta alla morte, in quanto il passo breve. Ora, passiamo allo sciopero generale. Per quanto mi riguarda, accetto il principio e che venga promosso a pi non posso, in modo da farlo per diversi anni. Lo sciopero generale mi ha sempre colpito come un ottimo mezzo per impostare la rivoluzione sociale. Tuttavia, dobbiamo fare attenzione a evitare di cadere sotto la pericolosa illusione che lo sciopero generale pu rendere superflua la rivoluzione. Ci si aspetta che crediamo che, l'improvvisa sospensione della produzione faccia morire i borghesi e cedere le armi da l a pochi giorni. Personalmente, non mi viene in mente niente di pi assurdo. Il primo a morire di fame, durante uno sciopero generale, non sar la borghesia che hanno tutta la produzione accumulata a loro disposizione, ma gli operai, che hanno solo il loro lavoro per vivere. Lo sciopero generale, come descritto da noi, una pura utopia. In entrambi i casi i lavoratori, faranno la fame dopo tre giorni di sciopero generale, e poi torneranno a lavorare con la coda tra le gambe, aggiungendo alla lista, l'ennesima sconfitta: questo se non si decide di prendere i prodotti nelle proprie mani con la forza. E chi cercher di fermarlo? I soldati, i gendarmi, la borghesia stessa, e l'intera questione sar decisa necessariamente con fucili e bombe. Sar una insurrezione e la vittoria spetta al pi forte. Allora, cerchiamo di preparare questa insurrezione inevitabile, invece di limitarci ad esaltare lo sciopero generale come se fosse una panacea per tutti i mali. E per favore non solleviamo l'obiezione che il governo armato fino ai denti e sar sempre pi forte degli insorti. A Barcellona nel 1902, l'esercito non era cos numeroso (80). Non vi era stata alcuna preparazione per la lotta armata e gli operai, che non hanno capito che il potere politico era il loro vero nemico, hanno inviato dei delegati al governatore per chiedergli di raggiungere i padroni, in modo da parlargli. Inoltre, lo sciopero generale, anche assunto al livello di ci che realmente, ancora una spada a doppio taglio che deve essere utilizzata con prudenza. I servizi di soggiorno non sarebbero in grado di far fronte a un arresto prolungato. Sar necessario prendere il controllo delle derrate alimentari con la forza, e subito - senza attendere lo sciopero che si trasforma in insurrezione. Invece di invitare i lavoratori a smettere di lavorare, quello che dovremmo fare chiedere loro di andare a lavorare, ma per il proprio beneficio. A meno che ci accade, lo sciopero generale diventer presto una carestia generale, anche se eravamo forti abbastanza per comandare subito tutti i prodotti nei magazzini. L'idea dello sciopero generale ha le sue origini in una convinzione del tutto errata: la convinzione che l'umanit potesse consumare il prodotto accumulato dalla borghesia per mesi e anni senza produrre nulla. Questa convinzione ha ispirato gli autori di due opuscoli di propaganda pubblicati una ventina di anni fa: "Les produits de la Terre" e "Les produits de l'Industrie" (81), opuscoli che hanno fatto pi male che bene a mio parere. La societ di oggi non ricca come si pensa. In un pezzo, Kropotkin ha dimostrato che se ci fosse una brusca interruzione della produzione, l'Inghilterra sarebbe sopravvissuta solo per un mese, e Londra non pi di tre giorni. Sono pienamente consapevole del fenomeno della sovrapproduzione. Ma ogni

sovrapproduzione viene immediatamente corretto dalla crisi che rapidamente ripristina l'ordine per l'industria. La sovrapproduzione sempre temporanea e relativa. Ma tempo di concludere. Deploro il fatto che i compagni si sono isolati dal movimento operaio. Oggi, deploro il fatto che molti di noi stanno andando all'estremo opposto e permettendo a noi stessi di essere assorbiti da quel movimento. Ancora una volta ripeto, l'organizzazione dei lavoratori, lo sciopero, lo sciopero generale, l'azione diretta, il boicottaggio, il sabotaggio e l'insurrezione armata hanno tutti dei significati. L'anarchia l'obiettivo. La rivoluzione anarchica che vogliamo va ben oltre gli interessi di una classe: ci che viene proposto la completa liberazione dell'umanit, che attualmente in uno stato di servit, da un punto economico, politico e di vista mentale. Quindi, cerchiamo di essere attenti a qualsiasi unilateralismo, o attraverso azioni semplicistiche. Il sindacalismo, un ottimo mezzo di azione, a causa del quale, il lavoratore costringe il datore a mettere a nostra disposizione l'azione per l'appunto; ma non pu essere il nostro unico obiettivo. E tanto meno dovremmo permetterci di perdere di vista l'unico obiettivo che vale lo sforzo: l'Anarchia.

Dodicesima Sessione - Sessione Serale La seduta inizia verso le nove con la traduzione olandese del discorso di Malatesta. Dopodich la discussione continua. Friedeberg: Come sono d'accordo con Malatesta sulla questione del rapporto tra anarchismo da un lato, e il sindacalismo e lo sciopero generale dall'altro, farei perdere tempo al Congresso se mi dilungo su questa discussione. Come Malatesta, non credo che l'anarchismo si d come unico obiettivo quello di emancipare una classe, per quanto interessante possa essere, ma anzi di emancipare l'intera umanit, senza distinzione di classe, sesso, nazionalit o razza. Mantenere tutte le azioni anarchiche entro i confini della classe operaia con mezzi di movimentazione, a mio parere, si fa una grave ingiustizia per la caratteristica essenziale e profondo dell'anarchismo. Ho posto davanti una mozione ispirata da questa idea e lo sottopongo all'approvazione del Congresso. Fuss: Vorrei ricordare a Malatesta che ci sono ancora alcuni anarchici che, per tutto il loro coinvolgimento nel movimento operaio, non rimangono meno fedeli, e in modo dichiaratamente, alle proprie convinzioni. La verit che si trovano nell'impossibilit di visualizzare il proletariato organizzato come terreno fertile solo per la propaganda. Lungi dal considerarlo un mezzo semplice, essi attribuiscono ad essa il proprio valore e desiderano altro che essere l'avanguardia dell'esercito di lavoratori in marcia verso l'emancipazione. Lottiamo contro la borghesia, vale a dire contro il capitale e contro l'autorit. Questa la lotta di classe, ma a differenza delle lotte politiche, si svolge essenzialmente sul terreno economico, intorno a quei stabilimenti che un giorno dovranno essere ripresi. Non stiamo pi a vivere in tempi in cui la rivoluzione significa prendere pi di pochi municipi e decretando la nuova societ da un balcone. La rivoluzione sociale a cui stiamo lavorando, comporter l'esproprio di una classe. L'unit di combattimento , pertanto, non come in passato fatto da un gruppo di opinione, ma da un gruppo commerciale, del sindacato dei lavoratori. Quest'ultimo l'organo pi adatto alla lotta di classe. Ma essenziale che esso sia progressivamente guidato verso lo sciopero generale per l'appropriarsi dei mezzi di produzione, ed questo che invitiamo i compagni in ogni paese di fare. Samson: Tra i mezzi d'azione dei lavoratori consigliata sia da sindacalisti che dagli anarchici, il sabotaggio occupa un ruolo di primo piano. Tuttavia, mi sento in dovere di sottolineare una riserva

nei suoi confronti. Il sabotaggio non soddisfa il suo scopo, ma cerca di danneggiare il boss, ma danneggia coloro che ne fanno uso e, allo stesso tempo, pone l'opinione pubblica contro i lavoratori. Dobbiamo cercare di perfezionare la classe operaia con tutte le nostre forze, ma credo che il sabotaggio lavora contro questo obiettivo; se il solo sabotaggio danneggia le macchine, non sarebbe una brutta cosa, ma danneggia soprattutto la moralit professionale del lavoratore e per questo motivo io sono contrario. Broutchoux: Io sono ben lontano dal condividere i timori di Malatesta sul sindacalismo e sul movimento operaio. Come ho gi detto, io appartengo a un sindacato di minatori che totalmente entuasiasta delle idee rivoluzionarie e dei relativi metodi. Questo sindacato ha sostenuto violenti ed energici scioperi che non sono stati dimenticati - e sosterr altri in futuro, in quanto nel nostro sindacato sappiamo fin troppo bene che cosa siano le tattiche ipocrite della conciliazione e dell'arbitrato predicato dagli apostoli di piombo della pace sociale, e noi credere solo nella lotta, nelle richieste violente e nella rivolta. L'evoluzione in atto tra noi nei circoli dei lavoratori mi sembra di dare contro formalmente alle teorie di Malatesta. Vohryzek: Spero di proporre una mozione specifica sul sciopero generale politico al Congresso. L'idea di questo sciopero generale, sta guadagnando terreno giorno per giorno nei paesi tedeschi, soprattutto perch i socialdemocratici lo hanno fatto proprio, credendo senza dubbio di poter in tal modo danneggiare lo sciopero generale economico sostenuto dagli anarchici. L'anarchico deve oppore la propaganda in favore di uno sciopero destinato a non porre fine allo sfruttamento del proletariato dalla borghesia, ma a salvaguardare l'istituzione del suffragio universale sotto la minaccia da parte del governo o per conquistare il potere politico. Tuttavia, se tale sciopero scoppier, gli anarchici avrebbero dovuto prendere parte al fine di spingere i lavoratori, con fermezza, nella direzione della rivoluzione e di instillare il movimento con l'obiettivo delle rivendicazioni economiche. Ramus: Mentre il compagno Monatte potrebbe essere giustificato in anticipo su tutte le riserve espresse da Malatesta, parlando da un punto di sindacalista esclusivamente di vista rivoluzionario, posso solo dire di essere pienamente d'accordo con Malatesta. Mi sembra assolutamente indispensabile quello di non perdere mai di vista il fatto che il sindacalismo, lo sciopero generale e l'azione diretta, con tutte le sue varie forme, non possano essere considerate come qualcosa di veramente anarchico, ma con i mezzi di azione. Il sindacalismo si pu dire di essere contenuto all'interno dell'anarchismo, ma sarebbe sbagliato dire che il sindacalismo contiene l'anarchismo. Il grande merito del sindacalismo, dell'azione sindacale, consiste essenzialmente quello di opporsi al parlamentarismo borghese, in pratica, cosa che evidente. Ma proprio come non riesco a guardare lo sciopero generale come un surrogato della rivoluzione sociale, non posso ammettere che il sindacalismo basta a se stesso, come fanno i sindacalisti. L'anarchismo ha gi fornito con tutte le sue armi da guerra, quando ha ricevuto anche una filosofia e un ideale, e solo allora si ammette che il sindacalismo basta a se stesso. E sar sufficiente a se stesso perch sar diventato ...anarchico! In conclusione vorrei dire questo: noi siamo anarchici in primo luogo, poi sindacalisti. Ma non il contrario. E' passata la mezzanotte quando il compagno Ramus finisce il suo discorso. I presenti al congresso sono molto stanchi e l'atmosfera in sala gradualmente diventato sempre pi accesa e agitata. C'

una volont generale di portare il dibattito sul sindacalismo a termine ad ogni costo, e Dunois chiede invano che la risposta di Monatte venga rinviata al giorno successivo. Monatte: Ascoltando Malatesta questa sera come ha aspramente criticato le nuove idee rivoluzionarie, ho pensato che stavo ascoltando l'eco del passato lontano. La migliore risposta di Malatesta alle idee nuove, il cui brutale realismo lo spaventa, quello di trascinare e rispolverare le vecchie idee blanquiste, che una volta ci hanno portato a credere che il mondo potesse essere rinnovato per mezzo di una insurrezione armata trionfante. Inoltre, i sindacalisti rivoluzionari presenti qui questa sera, sono stati ampiamente rimproverati di sacrificare l'anarchismo e la rivoluzione al sindacalismo e allo sciopero generale. Ebbene, posso dirvi personalmente che il nostro anarchismo vale tanto quanto il vostro e non abbiamo alcuna intenzione di tirare gi la nostra bandiera, proprio come dite voi. Come tutti gli altri qui, l'anarchismo il nostro obiettivo finale. E' solo che i tempi sono cambiati, anche noi abbiamo cambiato la nostra concezione del movimento e della rivoluzione. La rivoluzione non pu pi essere effettuata come lo era nel '48. Per quanto riguarda il sindacalismo, mentre pu in pratica, dare luogo ad errori e deviazioni in alcuni paesi, l'esperienza ci fermer dal ripeterli. Invece di criticare il sindacalismo passato, il futuro presente e anche le sconfitte dall'alto, se gli anarchici diventono pi strettamente associati con il proprio lavoro, i pericoli del sindacalismo possono nascondersi e saranno scongiurati per sempre. Thonar: Nonostante quello che dice Monatte, non ci sono giovani o vecchi qui che difendono idee nuove o vecchie idee. Molti giovani, e io sono uno di loro, pensano alla gloria nel non abbandonare un'insieme di idee anarchiche che sono sicure al riparo dalle devastazioni della tempesta. Semmai, credo che ci siano semplicemente delle differenze di giudizio tra il "giovane" da un lato e il "vecchio" dall'altro lato; e tali differenze non sono abbastanza per dividere l'esercito anarchico in due campi rivali. La sessione viene chiusa all'una del mattino

Note 78. In realt, "L'Humanit", ha proceduto a dare delle notizie dalle agenzie nei suoi numeri del 28 e 29 agosto. 79. Cfr. Appendice del "Dibattito sul sindacalismo. Atti del Congresso Internazionale anarchico di Amsterdam (1907)", a cura di Maurizio Antonioli, Firenze 1978. 80. Malatesta si riferiva allo sciopero generale che scoppi a Barcellona quell'anno. 81. M. Nettlau (Bibliographie de l'anarchie, Bruxelles-Parigi, 1897, p. 70) attribuisce entrambi i volantini, che erano usciti nel 1885 a Ginevra e nel 1887 a Parigi, rispettivamente scritti da lise Reclus e col supporto di un anonimo. Nella relazione svolta dal "Pubblicazione Sociale", una nota li attribuisce solo ad un aiutante di Reclus.

Venerd 30 Agosto
Tredicesima sessione - Sessione mattutina Sono le nove quando Lange, che rimasto come presidente, dichiara aperta la seduta. Il dibattito sul sindacalismo e lo sciopero generale finito e resta solo di votare le diverse mozioni che sono state presentate, prima di passare al tema dell'anti-militarismo. Il compagno Aristide Ceccarelli, per, chiede di dire qualche parola sui lavoratori argentini e il movimento anarchico. (*) Egli prende la parola. Aristide Ceccarelli: Da alcuni anni in Argentina il movimento operaio si fortificato e sviluppato sempre pi. Esiste un gruppo di militanti che si descrivono come sindacalisti. Ma, come i sindacalisti italiani che si assomigliano molto, non hanno rinunciato ai metodi del parlamentarismo; gli unici a svolgere qualsiasi lavoro serio all'interno della classe operaia, lungo le linee rivoluzionarie, sono gli anarchici. Si pu dire che quasi tutta l'organizzazione della Federacin Obrera Regional Argentina (82) mostrano tendenze libertarie; e molti di questi fanno propaganda anarchica diretta. Il recente Congresso dei lavoratori argentini, stato descritto come un congresso di unificazione (83), con l'approvazione a larga maggioranza della proposta fatta dai sindacati di contribuire alla propaganda del comunismo anarchico. Ceccarelli va a delineare lo stato miserevole dei lavoratori argentini e termina dichiarando che autorizzato a proporre al congresso anarchico di votare una risoluzione volta a impedire il pi possibile l'emigrazione europea in un paese dove, per quanto se non di pi di qualsiasi altra parte, non c' n pane n libert. Errico Malatesta e molti altri delegati osservano che la risoluzione proposta dalla discussione di Aristide Ceccarelli merita una discussione speciale, e che il Congresso non pu impegnarsi in questo momento, in quanto deve prima terminare l'esame del fascicolo del sindacalismo. Senza deliberare sul problema sollevato da Ceccarelli, si deciso di passare alla votazione sulle proposte relative al sindacalismo e lo sciopero generale, che sono in tutto quattro. Prima mozione: Cornelissen - Malatesta - Vohryzek: "Il Congresso Internazionale anarchico ritiene che i sindacati sono come le organizzazioni che combattono nella lotta di classe per il miglioramento delle condizioni di lavoro, e come unioni di produttori che possono servire nella trasformazione della societ capitalistica in una societ comunista anarchica. Cos il Congresso, pur riconoscendo che pu essere necessario creare particolari gruppi sindacalisti rivoluzionari, raccomanda che i compagni sostengano le organizzazioni sindacali generali che sono aperti a tutti i lavoratori della stessa categoria. Ma il Congresso ritiene che la funzione degli anarchici sia quello di costituire l'elemento rivoluzionario in queste organizzazioni, e di diffondere solo le forme e manifestazioni di azione diretta (scioperi, boicottaggi, sabotaggi, ecc) che sono intrinsecamente rivoluzionarie e volte a trasformare la societ. Gli anarchici considerano il movimento sindacale e lo sciopero generale come potenti mezzi rivoluzionari, ma non come sostituti per la rivoluzione. Esso raccomanda inoltre che in caso di proclamazione di uno sciopero generale per la conquista del potere politico, i compagni partecipano allo sciopero, ma allo stesso tempo cercano di usare la loro influenza per incoraggiare i sindacati a spingere le loro richieste economiche. Gli anarchici pensano che la distruzione capitalista e della societ autoritaria, pu avvenire solo attraverso l'insurrezione armata e l'espropriazione violenta, e che l'uso dello sciopero, pi o meno generale, e il movimento sindacalista, non deve farci dimenticare i mezzi pi diretti di lotta contro la potenza militare dei governi." Questo mozione non firmata solo dai suoi autori, ma anche dai compagni Wilquet, Goldman, de Marmande, Rogdaev e Knotek, ed ottiene 33 voti a favore contro 10 a sfavore.

Seconda mozione: Friedeberg "La lotta di classe e l'emancipazione economica del proletariato non sono identiche alle idee e alle aspirazioni dell'anarchismo, che vanno al di l delle aspirazioni immediate delle classi e mirano alla liberazione economica e morale di tutti gli esseri umani, in un ambiente privo di autorit e non a un nuovo potere, ovvero quello della maggioranza sulla minoranza. L'anarchia, per, vede l'eliminazione dell'oppressione di classe, la scomparsa delle disparit economiche, uno stadio assolutamente necessario ed essenziale per il raggiungimento del suo obiettivo finale. L'anarchismo deve opporsi alla lotta per l'emancipazione del proletariato condotta con mezzi che contraddicono le idee anarchiche e ostacolano il vero obiettivo dell'anarchismo. Gli anarchici quindi si rifiutano di condurre la lotta, secondo i metodi del socialismo marxista, vale a dire del parlamentarismo e di un movimento sindacale corporativo, il cui unico scopo il miglioramento delle condizioni del proletariato, e che significa che implicano il conseguente sviluppo di una nuova burocrazia, di un programma approvato o non approvato da un'autorit intellettuale, e l'oppressione della minoranza sulla maggioranza. Anarchia significa per l'abolizione dell'oppressione di classe e non pu che essere quella che nasce direttamente dalla affermazione della singola persona: l' "azione diretta" e la "disobbedienza individuale" - vale a dire l'individualismo attivo e passivo, sia di una sola persona che di una massa, muovendosi con una volont collettiva. Il Congresso Libertaria Comunista respinge quindi lo sciopero per i diritti politici (Politischer Massenstreik), il cui scopo inaccettabile per l'anarchismo, ma riconosce lo sciopero generale economico e rivoluzionario, vale a dire il rifiuto di tutto il proletariato come classe al lavoro, e significa raccordo per la disorganizzazione della struttura economica della societ di oggi e per l'emancipazione del proletariato dalla schiavit del lavoro salariato. Per conseguire a tale sciopero generale, essenziale che l'ideale anarchico penetri nei Sindacati. Un movimento sindacalista che animato da uno spirito anarchico pu, attraverso lo sciopero generale rivoluzionario, distruggere il dominio di classe e aprire il percorso finale dell'anarchismo: La realizzazione di una societ senza autorit " Questa mozione passa con 36 voti favorevoli e 6 voti contrari. Terza mozione: Dunois Contrassegnata da Monatte, Fuss, Nacht, Zielinska, Fabbri, Walter. "Gli anarchici che si sono riuniti ad Amsterdam tra il 26 e il 31 agosto 1907, considerano: Che l'attuale regime economico e giuridico caratterizzato dallo sfruttamento e riduzione in schiavit della massa dei produttori, e stabilisce gli interessi contrapposti assolutamente inconciliabili che compongono la lotta di classe; Che per solidarizzare la resistenza e le ribellioni sul terreno economico senza preoccupazioni dottrinali, l'organizzazione sindacalista l'organo fondamentale specifico di questa lotta del proletariato contro la borghesia e tutte le istituzioni borghesi; Che necessario per uno spirito sempre pi audace e rivoluzionario per guidare gli sforzi dell'organizzazione Sindacalista verso l'espropriazione dei mezzi di produzione capitalista e la soppressione di ogni autorit; Che come espropriazione e la presa di possesso collettiva degli strumenti e produzione del lavoro, pu essere solo il compito dei lavoratori stessi, il sindacato destinato a trasformarsi in un'associazione di produttori e quindi il germoglio che vive in una societ di oggi per diventare il futuro della societ; Invitiamo i compagni di tutti i paesi a non dimenticare che l'azione anarchica non si limita solo alla sfera del Sindacato, ma di partecipare attivamente al movimento autonomo della classe operaia e di sviluppare all'interno delle organizzazioni sindacali le idee di rivolta, l'iniziativa individuale e di solidariet, che sono l'essenza stessa di anarchismo ". Questa mozione passata con 28 voti a favore e 7 contrari.

Visto che non conteneva nulla per quanto riguarda lo sciopero generale, stato completato dalla seguente mozione: Quarta mozione: Nacht - Monatte Contrassegnata da Fuss, Dunois, Fabbri, Zielinska and Walter. "Gli anarchici riuniti ad Amsterdam 26-31 agosto 1907, dichiarano di ritenere che lo sciopero generale atto ad espropriare, venga visto come uno stimolo notevole per l'organizzazione e lo spirito di ribellione nella societ di oggi e come la forma per la completa emancipazione del proletariato, e che pu essere compiuta solo in questo modo. Lo sciopero generale non pu essere confuso con lo sciopero generale politico (Politischer Massenstreik), che non altro che un tentativo degli elementi politicanti di deviare lo sciopero generale dai suoi fini economici e rivoluzionari. Con la diffusione degli scioperi alla localit intere, regioni o mestieri, la classe operaia progressivamente si alza e trascina se stessa verso lo sciopero espropriante generale, che includer la distruzione della societ di oggi e l'espropriazione sia dei mezzi di produzione che dei prodotti stessi." Questa mozione passata con 25 voti a favore. Il lettore pu essere piuttosto sorpreso dal fatto che queste quattro mozioni siano passate tutte, date le evidenti contraddizioni tra di loro. Si sfida la norma parlamentare, ma una trasgressione cosciente. Affinch l'opinione della maggioranza soffochi, o sembra soffocare, quella della minoranza, la maggioranza ha presentato le mozioni singole una per una, per il voto. Tutti e quattro avevano una maggioranza di voti. Di conseguenza, tutti e quattro sono state approvate.In questa fase sembra che il soggetto del sindacalismo e lo sciopero generale siano finalmente esaurite. Ma Emma Goldman si alza e annuncia che sarebbe strano per un Congresso anarchico il suo non pronunciarsi a favore del diritto alla rivolta, nel suo senso pi ampio. E legge la seguente dichiarazione, controfirmata dal compagno Baginsky: "Il Congresso Internazionale anarchico dichiara il suo riconoscimento del diritto del singolo e dell'intera massa alla rivolta. Il Congresso sostiene che gli atti di rivolta, soprattutto quando sono diretti contro i rappresentanti dello Stato e della plutocrazia, devono essere considerato sotto il profilo psicologico, essendo i risultati della profonda impressione fatta sulla psicologia dell'individuo dal peso terribile sociale dell'ingiustizia. Si potuto stabilire, come regola generale, che solo i personaggi pi nobili, pi sensibili e pi delicati sono soggetti a tali impressioni profonde come a manifestarsi in atti attivi o passivi di rivolta. Da questo punto di vista, gli atti di rivolta sono le conseguenze socio-psicologiche di un sistema inaccettabile, e come tali, devono, con le loro cause ed i motivi, essere capiti piuttosto che esaltati o condannati. Durante i periodi rivoluzionari come in Russia, l'atto di rivolta - anche senza considerare la sua natura psicologica - ha un duplice obiettivo: mina il fondamento stesso della tirannia e suscita l'entusiasmo di coloro che non osano ribellarsi. Questo soprattutto il caso di attentati terroristici diretti contro i rappresentanti pi brutali e odiosi del dispotismo." Accettando la presente risoluzione, il Congresso esprime il suo sostegno per l'atto di rivolta del singolo e la sua solidariet con l'insurrezione collettiva. Malatesta: Per quanto mi riguarda, accetto la dichiarazione della Goldman e di Baginsky. Ma come non pu essere collegato sia al dibattito sul sindacalismo, che chiuso, o sull'anti-militarismo, che presto per iniziare, propongo che venga considerato come una semplice dichiarazione di principi e non come un movimento normale, e che il Congresso vota su di esso in quanto tale. Goldman: Indipendentemente da come si voglia chiamare, Max Baginsky e Io, vogliamo che il Congresso voti su tale dichiarazione. Posta in votazione, la dichiarazione Goldman-Baginsky viene approvata all'unanimit.

La discussione sull'anti-militarismo quindi aperto, ma a causa della mancanza di tempo e il fatto che il Congresso anti-militarista stato appena aperto, si decide che gli anarchici dovrebbero unirsi a quest'ultimo congresso, presentando una mozione approvata dal Congresso anarchico . La mozione firmata da Malatesta, de Marmande, Thonar, Cornelissen, Ramus e Domela Nieuwenhuis. Mozione: "Gli anarchici, che desiderano l'emancipazione integrale dell'uomo e della libert assoluta dell'individuo, sono naturalmente i nemici dichiarati di tutte le forze armate nelle mani dello Stato -esercito, marina o di polizia. Essi invitano tutti i compagni, a seconda delle circostanze e temperamento individuale, alla rivolta e si rifiutano di servire (individuale o collettivo), passivamente e attivamente disobbedendo, ed a unirsi in un attacco militare per la distruzione di tutti gli strumenti di dominio. Essi esprimono la speranza che le persone di tutti i paesi interessati risponderanno ad una dichiarazione di guerra con l'insurrezione. Essi dichiarano che loro opinione che gli anarchici diano l'esempio." La mozione approvata senza discussione e la sessione si chiude a mezzogiorno. Quattordicesima Sessione - Sessione pomeridiana Questa sessione si svolge come parte del Congresso Anti-militarista, con il delegato della Federazione Anarchica Boema, Vohryzek, che stato eletto come presidente. De Marmande, che delegato a parlare a nome del congresso anarchico, fa la sua relazione sulla storia e lo sviluppo del movimento antimilitarista, sottolineando il ruolo di primo piano svolto dagli anarchici. E conclude mettendo in votazione la mozione approvata dalla sessione mattutina del congresso anarchico ed approvata all'unanimit. Seguono una serie di relatori tra cui Friedeberg, Rogdaev, Domela Nieuwenhuis, Croiset, Ramus, Goldman e Fabbri. Quindicesima Sessione - Sessione Serale La sessione si apre verso le nove ed scarsamente frequentata, molti dei delegati sono rimasti al Congresso anti-militarista. Altri sono in una stanza vicina, in una riunione di sindacalisti rivoluzionari. L'ordine del giorno prevede la discussione dell'alcolismo e dell'anarchismo e il professor J. Van Rees presenta una breve relazione. Discussione dell'argomento rinviata al giorno successivo. Note 82. Il 25 maggio 1901 a Buenos Aires, la Federacin Obrera Argentina nasce come un sindacato "autonomo" dai partiti politici. E' stato fortemente federalista e influenzato dagli anarchici. Per questo motivo, l'opposizione socialista, che era contrario allo sciopero generale e all'azione diretta, ha creato la Unin General de Trabajadores [Unione generale dei lavoratori] nel marzo 1902. Il quarto congresso della FOA (tenutasi a Buenos Aires dal 30 luglio al 2 agosto 1904), ha deciso di aggiungere il termine regionale al nome, creando cos la FORA. 83. Nel marzo del 1907 a Buenos Aires, la FORA e la UGT hanno effettuato un tentativo di unificazione. L'operazione non riuscita grazie alla intransigenza dei delegati anarchici che hanno annunciato che erano a favore di una organizzazione orientata verso il "comunismo libertario", ottenendo una maggioranza. Questo atteggiamento di "non neutralit" stata aspramente criticata da Luigi Fabbri (si veda il suo articolo Una spiegazione necessaria) del 7 maggio, numero di maggio de "La Vita Operaia". L'articolo stato ripubblicato in "La Protesta" il 7 luglio e ne "L'Accin Socialista" il 16 luglio. A tal merito, vedere anche Origini del movimento anarchico Argentino - Prima parte --(1)

Sabato 31 Agosto
Sedicesima sessione Come la sessione di Mercoled pomeriggio, anche questo si svolge a porte chiuse, prendendo misure relative alle funzioni dell'Ufficio Anarchico Internazionale. Il compagno Lange, al quale il Congresso debitore per il buon ordine che ha regnato nella maggior parte delle sessioni, sollevato dal suo incarico a causa della stanchezza e il suo posto preso da Errico Malatesta. Henry Beyle e Benot Broutchoux propongono che il Congresso adotti la seguente risoluzione: "Il Congresso rileva che il governo repubblicano (francese) agisce contro i lavoratori nello stesso modo di tutti i governi. E manda i suoi saluti fraterni ai compagni Yvetot, Marck, Lvy, Bousquet, Torton, Lorulot, Berthet, Clmentine Delmotte, Gabrielle Petit e ad altri dodici anti-militaristi, attualmente in carcere a Parigi e a tutti i compagni incarcerati nelle prigioni della repubblica. Il Congresso invia anche i suoi pi calorosi saluti a tutti i difensori della libert, che si svolgeranno nelle fortezze del capitalismo mondiale. Si invita l'Ufficio internazionale, come suo primo atto, ad organizzare la difesa e l'assistenza per tutti i nostri amici imprigionati ". La risoluzione passa ad unanimit. La discussione poi inizia immediatamente sull'Ufficio internazionale. E' un po' confuso ed un resoconto integrale sarebbe difficile. La maggior parte dei presenti partecipa al dibattito, che prosegue fino a mezzogiorno. Deve essere deciso dove localizzare tale ufficio. Alcuni delegati inizialmente propongono Parigi o Ginevra, ma queste proposte, con determinazione opposte da altri, vengono abbandonate. Bruxelles e Amsterdam non hanno maggiore successo, ma viene raggiunto l'accordo per Londra, un centro essenzialmente internazionale che ospita militanti di tutti i paesi. Resta da scegliere i cinque membri dell'Ufficio di presidenza. Una lista circola con i nomi di Errico Malatesta (nonostante le sue proteste), Rudolf Rocker, Alexander Schapiro, John Turner (assente) e Jean Wilquet. I cinque compagni sono eletti, Malatesta in testa con 53 voti. Malatesta italiano, Rocker e Wilquet sono tedeschi, Schapiro russa e Turner inglese. Alla proposta di Malatesta, il Congresso manda l'Ufficio Internazionale a lanciare una campagna di agitazione in tutti i paesi occidentali a sostegno del compagno belga Eduard Joris, che stato condannato a morte da un tribunale turco per la sua partecipazione ad un attentato alla vita del Sultano (21 luglio 1905). Prima del termine della sessione, un delegato si chiede se la data del prossimo Congresso sia stata gi fissata, e uno scambio di opinioni avviene. Si decide di tenere un altro congresso fra due anni e si lasciato all'Ufficio internazionale di fissare l'ora esatta e il luogo, in accordo con le federazioni affiliate e gruppi. La sessione termina alle 12:30.

Diciasettesima Sessione - Sessione Pomeridiana Questa sessione finale del Congresso si svolge in una stanza al primo piano. Ci sono tanti delegati quanti erano presenti il primo giorno, se non di pi, ma vi una stanchezza generale nell'aria,

tipica del giorno di qualsiasi Congresso. L'ordine del giorno non stato completamente trattato e tutti sono d'accordo di finire il pi presto possibile. Emma Goldman viene eletta a parlare. Il primo punto all'ordine del giorno "La formazione integrale del bambino". Il diffusore Clment Lon da Parigi, ma in sua assenza, il compagno De Marmande assume il compito di delineare il rapporto di Clment. La proposta di creare una scuola modello nei quartieri operai, con il patrocinio dei sindacati rivoluzionari. Tutti sono d'accordo nell'approvare una simile idea e si spera che la relazione di Lon Clment possa essere pubblicata e distribuita, ma non si parla di tutte le deliberazioni. A causa della mancanza di tempo, Pierre Ramus decide di non presentare la sua relazione sul tema "Letteratura moderna e anarchismo", cos come il compagno Gerhart Rijnders, che doveva parlare sul tema "Anarchismo e Religione". Sulla questione dell' "alcolismo", del Prof. Van Rees, presenta una mozione di dieci punti e si impegna ad integrare due punti aggiuntivi proposti da mile Chapelier. La mozione, tuttavia, non viene messa ai voti per l'opposizione di quasi tutti i delegati ad essa. L'ordine del giorno passa poi al tema "L'anarchismo come la vita e l'attivit intellettuale" (relatori E. Armand e Mauricius, da Parigi). Entrambi i relatori, tuttavia, sono assenti e, come nessuno chiede la questione da trattare, passato sopra. Sulla questione delle associazioni di produzione, uno dei relatori, I. I. Samson, ha gi presentato la sua relazione. L'altro, mile Chapelier, segue l'esempio di Ramus e Rijnders e rinuncia al suo rapporto. Vi , tuttavia, una risoluzione sulla materia, proposto da Samson. Ma anche in questo caso il congresso si rifiuta di votare su di essa, in quanto il problema sollevato da Samson non pu essere affrontato in pochi minuti. Non c' tempo per trattare la questione a fondo e si ritiene preferibile lasciarlo fino al prossimo congresso. La questione finale all'ordine del giorno, ovvero la questione dell' "Esperanto", su cui il compagno Chapelier ha preparato una lunga relazione. Ma si limita a presentare una risoluzione, sottoscritta anche da Malatesta e Rogdaev. La risoluzione contrastata da Amde Dunois e Fuss Henri. Dopo ulteriori discussioni, una risoluzione alternativa viene proposta e adottata. La compagna Emma Goldman dichiara quindi che l'ordine del giorno stato completato e che il Congresso ha quindi concluso il suo lavoro. Invita poi Errico Malatesta a dire alcune poche parole conclusive. Malatesta si alza, e con una voce forte e penetrante fa il seguente discorso: "Compagni, il nostro Congresso finito. I giornali borghesi, di tutti i colori, aveva annunciato che il primo Congresso Internazionale avrebbe avuto luogo sotto un'atmosfera di gran fermento e dominato dalla confusione e dall'incoerenza. Anche alcuni compagni avevano previsto una maggiore discordia tra le nostre fila. Ma i fatti hanno dato ragione a noi e non alle menzogne di tutti questi profeti. Nonostante l'insufficente preparazione del materiale, dovuto solo alla nostra povert, nonostante la difficolt per i delegati di tali lingue e origini diverse a capirsi, questo Congresso riuscito nel modo migliore possibile a risolvere e a trattare determinati argomenti. Non solo ha completamente confuso le speranze maligni di tutti i nostri nemici, ma posso dire che ha superato anche le pi ottimistiche speranze dei suoi sostenitori. Invece di provocare una scissione nel campo anarchico, ha aperto la strada verso un'unione feconda. Ha esortato i compagni, che fino a ieri lottavano in isolati, ad aiutarsi a vicenda, indipendentemente dai confini, in modo da poter marciare verso il nostro futuro insieme. Indubbiamente ci sono state alcune manifestazioni di disaccordo tra noi, ma questi sono solo questioni secondarie. Siamo tutti

d'accordo sui punti essenziali. E poteva essere altrimenti? Non vogliamo tutti con la stessa passione, la liberazione dell'umanit, la totale distruzione del capitalismo e lo Stato, la rivoluzione sociale? Il nostro primo Congresso dar i suoi frutti se tutti quelli che sono qui oggi, una volta rientrati a casa, si concentrano maggiormente su ci che deve essere fatto, piuttosto che su ci che stato fatto; torniamo alla nostra attivit di propaganda e di organizzazione con la massima fiducia possibile e energia. Al lavoro, compagni!" Un applauso saluta queste parole vibranti. L'entusiasmo al suo massimo. I volti di tutti si illuminano di gioia. Un compagno poi canta l'Internazionale: "Debout, les Damns de la terre! Debout, les Forcats de la faim! " Tutti cantano. L'inno rivoluzionario francese ha veramente conquistato tutti. Dovunque l'uomo, anarchico o socialista, lotta contro l'ingiustizia sociale e il sogno della liberazione dell'umanit, l'Internazionale diventato il ritornello della guerra che risuona durante gli scioperi, le manifestazioni e i congressi. finito il Congresso. La sala si svuota gradualmente. Strette di mano, addii, o meglio au revoir, dato che la maggior parte dei partecipanti non stanno lasciando Amsterdam fino al giorno successivo, anche se alcuni lo fanno poich devono prendere il treno della sera o della notte. Alle nove l'ultimo incontro si svolge nel grande salone al primo piano delle Plancius. Nellaa sala, gremita di gente, Cornelissen, Broutchoux, Monatte, Ramus, Chapelier, Samson, Muni, Sepp rter, Frabse e Ludwig, a turno, parlano alla folla. La stessa idea viene eseguito in tutti i loro discorsi: l'idea che il Congresso di Amsterdam lascer un ricordo indelebile sul mondo rivoluzionario e sull'anarchismo internazionale, che sar pi maturo e pi forte.

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