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DARIO TOMASELLA

LA COMPUTAZIONE STORICA DAL MAINFRAME AL PERSONAL

(Pubblicato Storia, nn. pp.195-209.)

su Quaderni Giuliani di 1-2, gennaio-dicembre 1991,

Abstract
Questo articolo un ampliamento ed un completamento di alcune delle idee abbozzate nella relazione Note di computazione Italiano storica, svolta for al Forum del and Comitato Computing,

dell'Association

History

tenuto il 9 e il 10 novembre del 1990 e pubblicata su "H&C Notizie. Notiziario del Comitato Italiano History & Computing", n.2, 1991, pp.25-28 e contemporaneamente anche un riassunto del lavoro: Gli storici ed il

computer. Il dibattito sulla quantificazione in storia e sulluso del computer, entrambi dello stesso autore. Il discorso parte dalla presa datto che esiste un mutamento in senso evolutivo della strumentazione

tecnica, soprattutto di tipo informatico, a disposizione della ricerca storica e cerca di trarne le conseguenze partendo dagli inizi di questa evoluzione. In un primo tempo il computer stato usato nel campo della storia quantitativa ed in questa prospettiva duso ha avuto una notevole espansione nel corso degli anni 60 e 70, per poi contrarsi a cavallo tra la fine di quesultimo

decennio e linizio degli anni 80 a causa di un revival della storiografia di tipo narrativo. Tale contrazione per temporanea, in quanto alla met di questo decennio per nascono sia lAssociazione Intenazionale History and Computing in Gran Bretagna, che il concetto duso del computer come metafonte ad opera dello storico francese Jean-Phippe Genet. Larticolo si conclude portando

lesempio dello sviluppo di modello matematico applicato alla ricerca storica.

Alcune puntualizzazioni In questi ultimi trent'anni si assistito ad un notevole mutamento tecnica nel 1972 in a senso evolutivo della Gilbert della ricerca aveva

strumentazione storica. Gi

disposizione Felix

infatti,

occasione di scrivere:

Are we at the end of the road technology has led us, and have been fully utilized? Frankly, it only at the beginning of a historical source materials1 Tale mutamento per, come il

down which modern its possibilities seems that we are new approach to

mitico

Giano,

bifronte: una sua faccia sotto gli occhi di tutti ed fatta dell'uso massiccio delle fotocopiatrici, del

telefax e di un certo modo di usare il computer, legato alla costruzione di grandi banche dati ed allo sviluppo di modelli econometrici utilizzanti i grandi elaboratori dei centri di calcolo universitari; l'altra faccia invece pi nascosta ed fatta dell'uso privato, personale appunto, del personal computer da parte degli storici, come ha gi avuto occasione di scrivere Richard Jensen2. In questo senso, il lavoro in cui viene privilegiato il

F. Gilbert, Introduction, in Historical Studies Today, edited by F. Gilbert and St.R. Graubard, Norton, New York 1972, p.XIII. R. Jensen, Scrivere con il personal computer, "Passato e Presente", n.16, 1988, pp. 165-185 (nuova versione dell'articolo The Hand writing on the Screen, apparso su "Historical Methods"; il numero e l'anno di quest'ultima rivista non appaiono nel riferimento su "Passato e Presente"). Esiste anche un precedente articolo dello stesso autore sullo stesso argomento: R. Jensen, The microcomputer revolutions for Historians, "Journal of Interdisciplinary History", XIV, 1, 1983, pp.91-111.
2

suo

uso,

perlomeno macchina

nel da
3

nostro

paese,

quello

di dei

sofisticata

scrivere.

Utilizzando

programmi di videoscrittura testi mantenendoli, per

infatti possibile elaborare dire, "in sospeso" nella

cos

memoria della macchina, per poi stamparli solo quando si sicuri che non sono necessarie ulteriori correzioni, e con delle ottime caratteristiche di stampa, senza per

questo dover essere dei provetti dattilografi. In tale contesto vengono per sviluppati anche altri lavori, come
4 la costruzione di piccole basi di dati , bibliografiche o

diversamente

caratterizzate, utilizzando costruite

per degli

uso

personale

interpersonale, Oppure vengono

appositi grandi

programmi. per

delle

tabelle

l'analisi di pi o meno piccole fonti statistiche; in questo caso vengono utilizzati dei programmi detti "fogli elettronici"5.

Esiste un linguaggio, dai media denominato computerese, parlato dagli utilizzatori di tali macchine. Allo scopo di evitare questa deformazione anglicizzante della lingua italiana, cercher di tradurne i termini pi specifici. In questo caso, la parola "videoscrittura" penso sia quella che rende meglio l'inglese word-processing. I programmi (word processor) di questo tipo pi diffusi sono WordStar della MicroPro e Word della MicroSoft. Con il termine "base di dati" mi riferisco alla parola inglese database. Il pi famoso di questi programmi ancora, nonostante non risponda pi alle esigenze contemporanee, il vecchio dBase III Plus, detto anche DB3, della Ashton Tate. Traduzione italiana del termine inglese spreadsheet; uno dei programmi pi noti senz'altro il Lotus 1-2-3. Esistono poi anche dei "pacchetti integrati" (integrated package) come il Works e il Framework, ovvero dei pacchetti di programmi contenenti le possibilit di videoscrittura, banca dati, foglio elettronico ed un programma per la gestione del "modem", ossia dello strumento che permette di connettere il computer ad una struttura elaborativa esterna per mezzo del collegamento telefonico. Questi ultimi package per non hanno preso molto piede nella ricerca storica italiana, in quanto esiste una grossa diffidenza nei confronti di tali programmi onnicomprensivi. Inoltre, lo scambio delle informazioni, e
5 4

In questo senso, quello che cambiato negli ultimi anni rispetto ai decenni precedenti il costo unitario ed il tempo necessario per la elaborazione dei dati.

Questi infatti si sono enormemente abbassati, permettendo cos non solo un maggior numero di elaborazioni in un tempo e ad un costo decisamente inferiori, ma anche la possibilit di effettuare degli esperimenti elaborativi senza avere la certezza dei risultati ottenibili, ma con la sicurezza della loro precisione rispetto ai dati

forniti alla macchina.

(...) l'utilizzazione degli elaboratori, che danno risposte ai quesiti in tempi reali, ha modificato radicalmente il modo di procedere nella ricerca, poich soluzioni rapide alle domande consentono percorsi alternativi e ci si pu permettere il lusso di fare tentativi in direzioni impensabili nel lavoro manuale, quando era necessario procedere alla verifica di non pi di una sola ipotesi, se si voleva vedere la conclusione del lavoro. Saggiando invece le varie possibilit, lo storico pu individuare nuove strade, quesiti sempre diversi e giungere a risultati imprevisti6. Qualunque sia l'uso che ne venga fatto comunque,

penso sia fortemente riduttivo, per chiunque si proponga di analizzare l'uso del computer all'interno della

ricerca storica, il limitarsi ad affrontare l'argomento unicamente dal punto di vista della metodologia d'impiego della macchina in questo delicato campo. Mi sembra sia forse meglio cercare di capire questo fenomeno nella sua globalit, analizzando tutte le questioni collegate al

quindi la loro diffusione, reso possibile grazie all'uso dei dischetti (floppy disk) sui quali esse vengono memorizzate.
6

F. Bocchi, Informatica e storia della citt medievale. L'esperienza di Bologna, "H&C Notizie. Bollettino d'informazioni del Comitato Italiano History & Computing", n.0, 1990, p.2.

fatto di voler usare questo strumento come integrazione della ricerca storiografica. Il primo problema che ci si trova di fronte

relativo alla definizione di questa macchina. Infatti, se per "distinguere" del nome si intende una "separare", differenza allora nella la cosa

diversit

implica

nominata e quindi tutte le denominazioni che sono state date finora a questo strumento mostrano solo una parte delle sue possibilit. Termini come computer appunto, o calcolatore, mettono in luce unicamente le sue

caratteristiche matematiche o tecnico-matematiche7. Gi il termine sposta francese ordinateur sulle pi generale, in quanto

l'accento

sue

caratteristiche

classificatorie, ma anche questo un termine parziale e quindi insufficiente. Inoltre, il fatto di poter eseguire velocemente, matematici, e che con estrema precisione, che sia calcoli

classificazioni,

costruzioni

grafiche, non che l'effetto visibile della sua capacit pi specifica, ovvero quella di manipolare dei dati, o delle informazioni, sotto forma di impulsi elettrici. In altre parole, questa macchina non fa altro che elaborare delle serie di segnali elettrici a cui noi attribuiamo valore di simboli rappresentanti delle particolarit del mondo reale. Dunque, penso che la definizione migliore possa amcora essere quella molto generale di elaboratore. E' quindi importante guardare prima di tutto ai

lavori in campo storico e scientifico-sociale svolti per mezzo, o con l'ausilio, del computer, agli argomenti

affrontati e alle tecniche utilizzate, e soprattutto ai motivi che li hanno ispirati e al dibattito metodologico degli storici e scienziati sociali. L'elaboratore non

L'aggiunta dell'aggettivo elettronico solo specificazione di una sua caratteristica costruttiva.

la

solamente

un

prodotto

tecnologico

che

ha

permesso

di

aumentare la velocit di elaborazione dei dati e delle informazioni di tipo quantitativo, ma un qualcosa che ha permesso una miglior studi organizzazione pi ampi di del di lavoro e di ad

intraprendere allora

molto sia a

quelli

fino di

affrontati,

livello

ricerca

nuove

informazioni che di gestione di risultati gi acquisiti. Inoltre, la complessit insita nel suo uso ha portato alcuni storici a specializzarsi in questo campo, campo che non , si badi bene, una nuova branca della storia, ma una tecnologia interattiva che ha permesso di guardare alla ricerca storica in modo diverso e dunque di

rileggerla in maniera nuova. Non la prima volta che dei fatti esterni alla ricerca storiografica ne condizionano l'evoluzione in una precisa direzione, portando anche ad una rilettura, con occhi sempre mutate nuovi, per dei di lavori precedenti. di e/o Si trattava quasi di il

nuove

correnti

pensiero, sociali,

frutto come

condizioni

politiche

positivismo o il marxismo. Nel fatto di cui ci stiamo occupando, invece, uno strumento tecnico, e non delle nuove condizioni nella politico-sociali, ricerca storica un quello diverso che modo ha di

introdotto

lavorare e una diversa maniera di guardare alle cose da studiare, che ha introdotto, in altre parole, delle nuove strutture mentali in questa materia.

L'informatica ha effetto rilevante sulle discipline a cui applicata perch offre la possibilit di guidare e determinare il modo di organizzare un ragionamento e di suggerirne le possibili modificazioni. Ci deriva dal disegno logico del computer che ha una forte connessione con i processi

logici deduttivi e ricompone la conoscenza e strumento applicativo8.

dicotomia

fra

Non si trattato cio di un aggiornamento puramente tecnologico, ma, mano a mano che venivano compiuti sempre nuovi sempre lavori, pi l'uso dello strumento per tecnico cos diveniva una

complesso

creandosi,

dire,

propria "memoria storica", fatta dell'esperienza che su di esso veniva compiuta. Questa "memoria storica" quindi condizionava fortemente gli ulteriori sviluppi, non solo dei successivi lavori, ma soprattutto della riflessione critica che su tali ha lavori veniva effettuata. alcune Questa sedi

riflessione,

che

trovato

anche

istituzionali specifiche come l'Association for History and Computing, e ha che portato allo sviluppo ed sia infine della alla

metodologia nascita

dell'epistemologia computazione conseguenze potr ha

della Quali

storica avuto, questa e

(historical soprattutto sulla

computing). quali

conseguenze

avere,

nascita

ricerca storica? Utilizzato all'inizio proprio come calcolatore dalla storiografia quantitativa, per indagini nei campi della demografia storica e della storia economica, questo

strumento vede poi ampliarsi il suo campo d'uso fino alla creazione di databases infatti di diversa di grandezza. Come

"ordinatore"

permette

immagazzinare,

catalogare ed elaborare in un tempo relativamente breve, se non proprio in tempo reale, un numero enorme di dati o di informazioni. Questo ha permesso di intraprendere

lavori via via sempre pi ampi e l'aumento quantitativo delle informazioni elaborate in questo modo ha condotto a

F. Lugli, La ricostruzione della cartografia l'esempio della mappa di Bologna del 1715, "H&C

storica: Notizie.

nuovi

risultati

anche

di

tipo

qualitativo.

L'intensificarsi del suo uso ha portato quindi, tra la seconda met degli anni Sessanta e la prima met degli anni Settanta, e ad una prima riflessione critica di sulle questo

possibilit

sulla

interdisciplinariet

strumento, riflessione che si incentrata sui concetti teorici che dovrebbero stare alla base dei lavori
9

da

svolgere e sui loro rispettivi metodi applicativi.

Computer e storia quantitativa Non la prima volta che questi concetti teorici vengono messi in discussione, la querelle attorno ad essi essendo nata alla dei ma met del secolo scorso, con nella di

l'introduzione storiografia,

metodi necessario

quantitativi attendere il

saggio

Notiziario del Comitato Italiano History & Computing", n.1, 1990, p.10. A questo proposito, doveroso precisare che tale riflessione si svolta, nei termini che descriveremo, principalmente all'interno delle storiografie francese ed inglese. Diverso il discorso per gli Stati Uniti, in quanto il dibattito in questo paese si incentrato sulla econometria storica e su quella particolare metodologia di ricerca denominata counterfactual history (cfr. La nuova storia economica, a cura di R.L. Andreano, tr.it., Einuaudi, Torino, 1975). Per quanto riguarda il nostro paese, invece, l'interesse per l'applicazione delle tecniche informatiche alla ricerca storica molto recente e per avere una riflessione simile a questa stato necessario attendere fino al 1991, quando uscito il numero monografico di "Quaderni Storici", a cura di R. DEROSAS e R. Rowland, intitolato Informatica e fonti storiche, (n.78, 1991), opera indubbiamente meritoria, peccato per che arrivi con oltre vent'anni di ritardo; i termini nei quali sono stati affrontati argomenti cos importanti come la trattazione informatica delle fonti storiche ricordano infatti molto da vicino quelli del dibattito svoltosi sulle pagine delle "Annales E.S.C." tra la seconda met degli anni Sessanta e la prima met degli anni Settanta. Nel frattempo per la ricerca in questo campo si portata molto pi avanti, come si potr notare dalle relazioni che verranno presentate nel corso del prossimo congresso internazionale dell'Association for History and Computing, che si terr a Bologna dal 28 agosto al 2 settembre del 1992.
9

Franois

Furet:

Quantitative

History,
10

per

avere

una

compiuta riflessione epistemologica :

(...) le dernier texte thorique majeur sur "Le quantitatif en histoire" (de Franois Furet) date de 1974, l'apoge de la mthode11. In questo saggio infatti, Furet, dopo aver premesso che:

(...) la "storia quantitativa" designa con lo stesso termine pi cose: sia un tipo di fonte che un tipo di procedimento, e sempre, in un modo o nell'altro, esplicitamente o meno, un tipo di 12 concettualizzazione del passato , distingue ben tre insiemi di problematiche connessi al quantitativismo storiografico: il primo concerne le procedure elaborative dei dati storico-quantitativi; il secondo riguarda la preminenza nelle discipline storiche

F. Furet, Quantitative History in Historical Studies Today, cit., versione leggermente rimaneggiata d'un testo pubblicato sulla rivista inglese "Daedalus" nel numero di dicembre 1970, dedicato alla "Storiografia contemporanea", e successivamente ristampato con il titolo L'histoire quantitative et la costruction du fait historique, "Annales E.S.C.", XXVI, 1, 1971, pp.63-75. Lo stesso articolo apparso anche in due diverse traduzioni, con l'identico titolo Il quantitativo in storia, sia in J. Le Goff e P. Nora, Fare storia, (a cura di), Einaudi, Torino, 1981, pp. 3-23, che in F. Furet, Il laboratorio della storia, tr.it., Il Saggiatore, Milano 1985, pp. 66-83. Tutte le citazioni ed i riferimenti verranno fatti, per comodit, da quest'ultimo testo. D. Milo, La rencontre, insolite mais difiante, du quantitatif et du culturel, "Histoire & Mesure", II, 2, 1987, p.7. L'anno a cui fa riferimento questo autore quello della pubblicazione della prima edizione dell'originale francese del libro a cura di Jacques Le Goff e Pierre Nora, Faire de l'histoire, Gallimard, Paris 1974. Per una panoramica di massima delle varie edizioni di questo testo cfr. nota precedente.
12 11

10

Furet, op.cit., p.66.

10

di tematiche e metodologie mutuate dalle scienze sociali corrispettive matematica, la (la storia economica dalla dall'economia demografia,

storia

demografica

ecc.); e il terzo infine, relativo le similitudini e le differenze con la storia seriale, in quanto ambedue si fondano sulla:

(...) sostituzione della serie all'evento, vale a dire la costruzione del dato storico in una funzione d'analisi probabilista. Alla questione classica: che cosa un fatto storico? danno tutte e due una risposta nuova che trasforma la costituzione, da parte dello storico, del suo materiale di analisi, 13 vale a dire il tempo . In altre parole, viene nuovamente posto agli storici l'annoso problema della "fondazione su basi scientifiche" della ricerca storica, fondazione che dovrebbe partire da una ridefinizione del concetto di fonte storica, vista ora come un rapporto tra lo storico e la rilevazione dei dati in funzione dell'obiettivo da raggiungere, con la possibilit dunque di utilizzarla anche per rispondere a nuove domande, e non solo a quelle per le quali nata. In altre parole, l'elaboratore permette di estendere fonti, a periodi

quell'approccio caratteristico

multidisciplinare delle storiografie

alle relative

storici pi lontani nel tempo e dunque pi povere di documentazione, anche a periodi pi vicini a noi, e

quindi con una documentazione pi abbondante, superando cos il problema relativo al di tempo una necessario fonte con per una

l'approfondimento

dell'analisi

grande massa di informazioni, come pu essere un archivio del XIX secolo. Da questo punto di vista, Furet individua tre diversi tipi di rapporto storico-fonti, di

13

Furet, op.cit., p.69.

11

complessit crescente: 1) fonti strutturalmente numeriche utilizzate per analisi nel loro campo originale (registro parrocchiale per lo storico demografico); 2) fonti

strutturalmente numeriche utilizzate per analisi in altri campi rispetto a quello originale (studio dei prezzi come indice dello sviluppo economico) 3) fonti non

strutturalmente numeriche che lo storico quantitivizza, le quali si suddividono ulteriormente in non numeriche, ma comunque seriali (archivi notarili) ed in non

numeriche e non seriali (vestigia iconografiche)14.

Rimane il fatto che lo storico di oggi costretto (...) a riflettere alle condizioni di costituzione del suo sapere. Tale possibilit gli agevolmente offerta dal calcolatore, che lo libera dal compito che occupava quasi tutto il suo tempo, vale a dire la raccolta di dati su schede. Ma lo costringe, in compenso, a un lavoro preliminare sull'organizzazione delle serie di dati e sul loro 15 significato in rapporto a ci che cerca . Quindi significativo ridefinizione non in se del stesso, documento in quanto storico, immagine

speculare di una porzione di realt passata, ma perch inserito in una serie e di conseguenza la sua viene ad essere una significativit, per cos dire, "acquisita", essendo definita da ci che lo precede e da ci che lo segue all'interno della serie, e sempre in funzione di ci che si vuole spiegare. Tale lavoro pu naturalmente essere svolto anche in maniera manuale, ma in modo molto

14

Cfr. Furet, op.cit., p.75-76. A nostro modesto parere comunque, questa suddivisione avrebbe potuto essere gi quella volta semplificata in due sole classi: fonti numeriche e fonti non numeriche. Furet, op.cit., p.76.

15

12

meno agevole e la sua applicabilit si presenta molto pi difficile.

Questo incontro di una rivoluzione metodologica e di una rivoluzione tecnica, (...), consente di prevedere la costruzione di nuovi archivi, consevati su nastri perforati, che rinviano non soltanto a un nuovo sistema di classificazione, ma soprattutto ad una critica documentaria differente da quella del XIX secolo. Il documento, il dato, non esistono pi di per se stessi, ma in rapporto alla serie che li precede e li segue; il loro valore relativo che diventa oggettivo e non il rapporto con una inafferrabile sostanza "reale"16. Di conseguenza viene rimesso in discussione anche il concetto di evento storico, di cui il documento non altro della che la testimonianza induttiva scritta, e dunque o rifiuto

concezione

(idealista

positivista)

dell'indagine storica, secondo la quale la ricerca altro non che lo scoprimento di un ordine pre-dato in base all'accertamento di ogni minuscolo fatto che lo compone. Anche la suddivisione dell'indagine in settori storici viene rimessa in discussione, dello in quanto permette la di

interdisciplinariet

strumento

scavalcare un notevole numero di quelle barriere erette dagli storici precedenti tra settore e settore, sia a livello tematico che a livello cronologico. Tutto ci naturalmente non lascia immune lo storico, il quale, a causa delle particolarit dello strumento, viene costretto a pianificare fin nei minimi dettagli

tutti i particolari della ricerca che intende effettuare

Furet, op.cit., p.71. Lo storico francese preciser ulteriormente le sue posizioni nell'articolo pubblicato nel 1975 sul n. 89 di "Diogne" intitolato Problmes des sciences contemporaines. Cfr. F. Furet, Dalla storia-racconto alla storia-problema, in Id, Il laboratorio della storia, cit., pp.84-99. La sottolineatura finale della citazione mia.

16

13

prima di poterla iniziare e quindi a rinunciare a tutta la sua ingenuit epistemologica, autentica o di comodo che sia .
17

Egli,

inoltre,

si

trova

di

fronte

alla

necessit di dover imparare ad usare tutta una serie di nuovi strumenti matematici finora a lui poco usuali, come la statistica e il calcolo delle probabilit.

Da questo punto di vista l'utilizzazione del calcolatore da parte dello storico non soltanto un immenso progresso pratico per via del risparmio di tempo che consente (...); comporta anche un'opportuna coazione teorica, dato che la formalizzazione di una serie documentaria destinata ad essere programmata obbliga lo storico a rinunciare fin da principio alla sua ingenuit epistemologica, a costruire il suo oggetto di ricerca, a riflettere sulle sue ipotesi, e a passare dall'implicito all'esplicito18. Questa frantumazione della realt storica in serie quantificabili per viene a compromettere qualsiasi

visione complessiva del passato, dalle filosofie della storia alle macroteorie dei modelli interpretativi, alla aspirazione di storia globale. Secondo Furet per, tale aspirazione non dev'essere completamente cancellata:

Questa affermazione, estremamente vera per quanto riguarda il lavoro svolto mediante i mainframe dei centri di calcolo, invece da intendersi in maniera molto pi sfumata per quanto riguarda i personal computer, in quanto con questi ultimi possibile ritornare quante volte si vuole sul lavoro fatto per tutti gli aggiustamenti del caso, anche se comunque necessario aver ben chiara l'ipotesi di lavoro che si persegue. In nessun caso infatti concesso procedere a tentoni. E' un p come andare a piedi o guidare la macchina: nel primo caso possibile andare a casaccio, nel secondo necessario aver sempre presente quello che si intende fare, anche andando in giro senza una meta precisa, per non correre il rischio di andare a sbattere e distruggere cos tutto il lavoro fatto fino a quel punto.
18

17

Furet, Il quantitativo in storia, cit., p.71-72.

14

(...) bisogna conservarla come orizzonte della storia, ma (...) per progredire si deve rinunciare a prenderla come punto di partenza della ricerca se non si vuole ricadere nell'illusione teleologica (...) La storia contemporanea potr progredire soltanto se delimiter il suo oggetto, definir le sue ipotesi, costituir e descriver le sue fonti con tutta la cura possibile19.

Il revival del narrativo Il dibattito di giunge quindi Il ad una svolta al con

l'articolo

Lawrence

Stone

ritorno

racconto:

riflessioni su una nuova vecchia storia20. Le critiche apportate da Stone all'utilizzo dei computer in

particolare ed alla quantificazione storica in generale, non si appuntano tanto sulla macchina in se stessa,

quanto sul modo in cui era stata usata dalla storiografia quantitativa, in special modo dalla cliometria americana, mettendo in discussione la stessa sofisticazione della metodologia della quantificazione come strumento

euristico. Egli , infatti, in primo luogo convinto che:

(...) la campionatura manuale preferibile, perch pi rapida ed altrettanto attendibile, al tentativo di immettere l'intero universo in una memoria artificiale21. ed in secondo luogo, che:

19 20

Furet, Il quantitativo in storia, cit., p.78.

L. Stone, Il ritorno al racconto. Riflessioni su una nuova vecchia storia, in Id., Viaggio nella storia, tr.it., Laterza, Bari 1989, pp. 81-106
21

Stone, op.cit., p.91.

15

La quantificazione ha risposto a molti quesiti sul che cosa (...), ma sinora ci ha detto assai poco sui perch22, Si viene a rifiutare cos non solo lo strumento ed il metodo ad esso necessariamente collegato, ma anche in toto qualsiasi tipo di riflessione studioso sulla di del natura delle

informazioni elaborate

che per

dallo la

storia suo

vengono prodotto a

costruzione che,

23 intellettuale ,

riflessione

invece,

inizier

svilupparsi solo alcuni anni pi tardi con l'apertura di due ben precisi luoghi di dibattito. Nel 1986 infatti nascono sorta sia l'Association in la for History ma and di Computing, vocazione et

fisicamente e

Inghilterra rivista

internazionale, Mesure".

francese

"Histoire

History and Computing Il congresso di fondazione dell'associazione

internazionale History and Computing si tenuto tra il 21 e il 23 marzo del 1986 in una delle universit di Londra, il Westfield College. Questa associazione si

propone di tenere in collegamento tra loro, magari di tipo informatico, tutti coloro che si interessano appunto dell'applicazione dei computer nella ricerca storica.

22 23

Stone, op.cit., p.92.

La posizione di Stone quindi contraddistinta da una estrema significativit, tanto vero che gli articoli ed i saggi scritti dopo il suo nella prima met degli anni Ottanta in merito alla metodologia ed all'epistemologia storiografiche non hanno potuto fare a meno di riferirsi allo storico inglese, per approvare, per puntualizzare oppure, come accaduto il pi delle volte, per confutare quanto in quell'articolo sostenuto.

16

The Association for History and Computing exists to encourage and maintain interest in the use of computers in all types of historical studies at all 24 levels, in both teaching and research . Il convegno si subito presentato piuttosto denso, sia di contributi che di argomenti di dibattito, anche perch, oltre alle relazioni sui vari lavori in corso di svolgimento o appena compiuti, ha presentato anche, in contemporanea, delle dimostrazioni pratiche dei lavori

stessi ed una esposizione di vari tipi di computer e di programmi. In questi tre giorni quindi ci sono state

qualcosa come 56 relazioni e 20 dimostrazioni pratiche, a cui hanno assistito quasi trecento persone provenienti, oltre che da tutta Europa, anche dal Canada e dagli USA25. Il dato immediatamente emerso che il compito che si affida in misura maggiore al computer quello di fungere da archivo elettronico, sfruttando le sue enormi capacit di memoria. Da questo punto di vista, infatti, il suo utilizzo relativamente semplificato, in quanto, oltre alle indispensabili conoscenze di tipo

storiografico, richiede "solo" una impostazione di tipo informatico e ci si pu facilmente far aiutare dai

tecnici dei vari centri di calcolo, se la base di dati di notevoli dimensioni e quindi deve girare su di un mainframe, oppure se si sta costituendo una vera e

propria banca di dati26. Se invece si sta lavorando su

24 25

Articolo I dello statuto dell'Associazione.

L'unico elemento rimarchevole negativamente stato la scarsa presenza italiana, sei persone in tutto, delle quali solo tre occupantisi di storia in senso stretto. E' necessario non confondere il termine "banca dati" (databank) con il termine "base di dati" (database), in quanto la prima un soggetto istituzionale che pu contenere
26

17

delle

piccole

basi

di

dati

livello

di

personal

computer, basta solo avere un p di buona volont per imparare ad usare uno dei programmi di archiviazione dati presenti sul mercato. Ma c' un altro motivo, senz'altro molto pi

importante, che giustifica questo tipo di utilizzo. La costruzione di una base di dati, piccola o grande che sia, sempre l'indispensabile passo preliminare di tutte le elaborazioni. Queste, infatti, non possono avvenire senza che il computer abbia un magazzino dove attingere il materiale su cui deve lavorare e dove depositare i risultati. Quindi, quasi tutte le relazioni hanno messo in luce i problemi relativi alla costruzione di banche o basi di dati che potessero egregiamente assolvere la

funzione di sostegno della successiva ricerca che su di esse si sarebbe svolta.

Il computer come metafonte Costruire un archivio manualmente, mediante delle

schedine cartacee, un lavoro abbastanza semplice, ma se lo stesso lavoro lo si vuole far fare al computer

necessario riflettere bene su che cosa si desidera fare e soprattutto costruire come. base In di altre dati parole, di tipo se si desidera

una

storiografico,

necessario interrogarsi:

(...) sur la nature et la forme des donnes avec lesquelles travaille l'historien27.

molteplici esempi della seconda, la quale invece proprio un archivio computerizzato. J.P. Genet, Histoire, Mesure", I, 1, 1986, p.7.
27

Informatique,

Mesure,

"Histoire

&

18

Questa esattamente la domanda che si pone JeanPhilippe Genet nell'articolo d'apertura del primo numero della rivista "Histoire & Mesure", pubblicato nel 1986, dal significativo titolo Histoire, Informatique, Mesure e nel quale si prova ad affrontare le difficolt relative all'uso del computer da un punto di vista teorico. La risposta che egli si d che lo storico lavora sulle sue fonti trasformando in un il "reale storico" di (le "rel

historique")

insieme

definito

informazioni,

ovvero ne ricava una o pi serie di dati che possono essere inserite nell'elaboratore. E' lo stesso lavoro che viene compiuto manualmente; la differenza sta nel fatto che la "formalizzazione" delle informazioni per il loro inserimento esplicitata, inconscio, in ma uno schedario ad un cartaceo livello di non pi quanto o viene meno

rimane il

esattamente

contrario

avviene

nell'uso del computer, dove questa operazione deve essere opportunamente dei dati, pianificata uno prima dell'inizio di dell'input e

mediante

sforzo

definizione

categorizzazione delle informazioni da memorizzare28.

Le travail de l'historien sur les sources (...) transforme le 'rel historique' en una collection de donnes scientifiquement construites: c'est cette collection, que je propose d'appeler mtasource, qui va tre soumise l'ordinateur; (...)29

Una base di dati computerizzata, infatti, non come un archivio od uno schedario personale, dove si pu (quasi) facilmente ritrovare qualsiasi dato immesso. Essa pretende una rigida indicizzazione delle informazioni per il loro ritrovamento. La pena per l'inosservanza di questa regola massima: il mancato reperimento del dato memorizzato.
29

28

Genet, op.cit., p.8.

19

Questo

perch
30

il

computer,

secondo

la

teoria

dell'informazione , tratta i dati in maniera puramente formale, li considera cio esattamente quello che sono: dei segnali elettrici, completamente privi di qualsiasi collegamento con la realt esterna. Per contro per:

(...) le traitement des seuls signaux que la machine a enregistrs est une assurance contre l'entropie et 31 la perte de l'information . In questa maniera, i dati inseriti nella macchina costituiscono un sistema chiuso, al contrario dello

schedario, il quale invece un sistema talmente aperto32 da cessare di funzionare come tale e di seguire quindi quella che
33

viene

definta, se

appunto,

come

"teoria

dei in

sistemi" .

Infatti,

possibile

introdurvi

Questa teoria un modello interpretativo del mondo reale dal punto di vista della forma piuttosto che della sostanza. In altre parole, essa non basata sugli oggetti, ma sulle differenze tra gli oggetti; differenze che, a loro volta, ne producono altre e quindi generano informazione. Per essere ancora pi chiari, la teoria dell'informazione una teoria prettamente matematica utilizzata per la progettazione e la costruzione dell'hardware degli elaboratori elettronici e non riguarda in alcun modo la loro parte software. Cfr. G. Longo, Teoria dell'informazione, Boringhieri, Torino 1980, ed anche N. Gilbert, Informazione (Teoria della), in Il grande dizionario Jackson di elettronica e informatica, a cura di D. Pellizzaro e G. Giuliano, Jackson, Milano 1986, pp. 429-431. Genet, op.cit., p.9. Data una situazione, l'entropia la misura dell'incertezza esistente all'interno di questa situazione. Un sistema aperto un sistema che permette l'introduzione di materia dall'esterno. Questa materia viene poi elaborata e il prodotto finale, quando lascia il sistema, di una complessit pi alta della semplice somma delle sue parti.
33 32 31

30

La teoria dei sistemi quella che permette la "(...) costruzione di modelli per realt o processi caratterizzati da alta complessit e da forte diversificazione nei tipi delle variabili in gioco, consentendo un loro inquadramento matematico e una loro trattazione tecnologica efficace (...)"

20

qualsiasi contrario

momento del

nuove sistema

categorie

d'informazioni,
34

al

computerizzato ,

invece

impossibile sfruttare esaustivamente tutti i collegamenti tra i singoli pezzi delle varie informazioni, cosa

possibilissima con il computer.

Mais le changement fondamental auquel introduit le systme, c'est prcisment la possibilit d'introduction de la mesure: elle n'est plus cantone au 'quantitatif' ou rput tel, elle est dsormais partout, parce qu'elle est une qualit indissociable du systme d'informations; da ce point de vue, la distintion classique entre ce qui serait a priori quantitatif et ce qui ne le serait pas n'a aucun raison d'tre maintenue. Il y a seulement des sources qui sont directement et immdiatement susceptibles d'tre soumises un traitement quantitatif, et puis il y a les autres qui, elles, ne le sont qu' partir du moment o elles sont 35 costitues en ensembles organiss . Quella distinzione, strutturalmente che viene sorpassata da e fonti cio, Furet, proprio tra la

introdotta numeriche

fonti non

strutturalmente

numeriche, in quanto, una volta introdotte nel computer, sono entrambe E delle sono metafonti proprio strutturalmente questi sistemi che Genet

organizzate. d'informazioni,

questi

insiemi

organizzati,

propone di chiamare metafonti:

E. Agazzi, Introduzione, in I sistemi tra scienza e filosofia, (a cura di E. Agazzi, SEI, Torino 1978, p.11-12. In realt, un sistema d'informazioni bloccato solo un'astrazione e quindi anche nel sistema computerizzato possibile introdurre nuove informazioni, ma, mentre nello schedario manuale tale operazione pu essere svolta facilmente con delle soluzioni ad hoc, questo nel computer non possibile. Bisogna rispettare sempre la formalizzazione di partenza della base di dati.
35 34

Genet, op.cit., p.10.

21

(...) une mtasource, c'est--dire un ensemble rduit et fini de donnes extraites de l'ensemble infini qu'est le 'rel historique'. La premire exigence qui dcoule d'un recours conscient la machine est l: l'obligation de consentir un appauvrissement raisonn qui fonde le travail 36 scientifique . La creazione di un sistema d'informazioni a partire dalle fonti, porta a considerare tre variabili

fondamentali di tale lavoro: la seconda e la terza di tali variabili creano difficolt solo a livello pratico, essendo nell'ordine, un aumento di rigore della critica delle fonti e lo sviluppo di una metodologia di gestione della metafonte. a La prima variabile in invece si La ha delle

implicazioni allo

livello di due

teorico,

quanto teorie.

appoggia prima

sviluppo

differenti

denominata "globale" ed quella che:

(...) permet de choisir et de dlimiter l'objet et la finalit d'une recherche historique, en somme, ce qu'il est convenu aujourd'hui d'appeler d'un terme neutre, la problmatique37. la seconda invece, strettamente collegata alla

costruzione della metafonte, denominata come "locale" ed quella che:

(...) permet d'extraire du 'rel historique' et de construire l'ensemble fini qui est destin tre le champ d'tude, structur en mtasource38.

36 37 38

Genet, op.cit., p.10. Genet, op.cit., p.11. Genet, op.cit., p.11.

22

E'

in le

quest'ultima definizioni o

che

assumono

particolare e le loro

importanza genealogie

(dfinitions) collegamenti

(gnalogies)

corrispondenti.

Questo lavoro pone in primissimo piano il lavoro dello storico, il quale viene visto da Genet come il creatore di un nuovo universo.

L'historien qui constitue une mtasource est donc un "dmiurge": il substitue au "rel historique" un monde clos, dont il a entirement conu les lois et les composants. La thorie initiale locale est garante, non pas de la rassenblance entre le "rel historique" et sa raprsentation dans la mtasource, mais de la cohrence et de la transparence de l'opration d'extration qui a permis de construire quelque chose qui ne sera jamais plus qu'un modle 39 thorique . Una volta che l'universo artificiale della metafonte computerizzata stato creato, lo storico deve attuare delle strategie d'analisi di tale universo. accumulata In in tale oltre

compito

aiutato

dall'esperienza

trent'anni d'utilizzo della macchina in campo storico e dall'uso della misura, arma essenziale per il

dispiegamento della strategia.

(...) une mtasource, ensemble fini, raprsentation exhaustive ou partielle d'une extraction du rel historique, gnre en quelque sorte sa proprie chelle, moins qu'elle ne soit statistiquement dote du statut d'chantillon raprsentatif (...). La mtasource est una structure organise, qui donne donc l'apparence d'un ordre: mais il faut se souvenir que cet ordre risque de n'tre, lui aussi, qu'un artefact40.

39 40

Genet, op.cit., p.12. Genet, op.cit., p.13.

23

Formalizzata la metafonte e misurati i parametri, non ci si trova per automaticamente trasportati nel

mondo della matematica, quello che in realt si fatto essendo stato l'aprire la porta agli strumenti dei

matematici, non solo a quelli statistici, descrittivi, induttivi o inferenziali ,


41

basati

sulla

teoria

delle

probabilit, ma anche ad altre teorie matematiche, quali:

(...) la thorie des catastrophes de Ren Thom, ou celle des fractales de Benot Mandelbrot, par exemple42. I metodi allo a matematici, storico quello infatti, il sono quelli che

permettono

passaggio ma per

dall'universo questo

computerizzato

reale,

regolare

passaggio si impone l'elaborazione di una nuova teoria, la teoria del metodo:

Il est donc essentiel pour l'avenir de l'histoire (et des sciences humaines en gnral) que le dbat

La statistica, infatti, pu essere sia di tipo descrittivo, ovvero l'analisi della totalit dei dati di una data unit statistica, sia di tipo induttivo o inferenziale. In entrambi questi ultimi due casi si tratta di analisi di un campione dei dati per poterne inferire ipotesi o fare previsioni, ma nel primo si tratta di un campionamento casuale, mentre nel secondo di un campionamento mirato, come nel caso di sondaggi elettorali in alcuni seggi che nelle elezioni precedenti hanno dimostrato di rispecchiare le medie nazionali. L'unit statistica un insieme coerente di costanti e variabili (un esempio classico l'elenco del telefono). Queste inoltre possono entrambe essere sia diacroniche, cio evolventesi nel tempo, come le mercuriali dei prezzi, che sincroniche come i censimenti, ovvero una pluralit di informazioni in merito ad una stessa unit statistica.
42

41

Genet, op.cit., p.14.

24

sur les implications pratiques et thoriques mthodes mathmatiques soit ouvert43.

des

Un esempio di modello matematico

I modelli spaziali sono quelle carte sulle quali si proietta la realt sociale, trovandovi una parziale spiegazione (...)44 Cos scriveva Braudel nel 1958, ma il lavoro su cui ha svolto la sua relazione Tracey E. Rihll45 durante il primo convegno di History & Computing, pubblicandone una versione pi estesa l'anno successivo su "Histoire et

Mesure", decisamente molto di pi, trattandosi infatti di:

(...) a collaborative project, between a member of the School of History and a computer modeller in the School of Geography at Leeds, to build a conceptually simple byt mathematically rigorous model of settlement hierarchy development, specifically in Ancient Greece. A mathematical model is a set of equations which rapresent a formally

43 44

Genet, op.cit., p.15.

F. Braudel, Storia e scienze sociali. La "lunga durata", in ID., Scritti sulla storia, tr.it., Mondadori, Milano, 1980, p.91. T.E. Rihll - A.G. Wilson, Model Based Approaches to the Analysis of Regional Settlement Structures: the Case of Ancient Greece, in History and Computing, edited by P.Denley and D.Hopkin), Manchester University Press, Manchester, 1987, pp.10-20, ed anche: T.E. Rihll, A.G. Wilson, Spatial Interaction and Structural Models in Historical Analysis: Some Possibilities and an Example, "Histoire & Mesure", II, 1, 1987, pp.5-32. Per semplicit e comodit, i riferimenti riguardano quest'ultimo testo.
45

25

defined hypothesis or theory about some realworld system of interest46. Dal punto di vista della storia sociale in generale e della storia si urbana su in una particolare differente questo modello della

matematico

basa

concezione

citt, la quale non viene pi vista come una struttura urbana, ma come luogo dello spazio dove pi forte

l'interazione sociale, e cerca di rispondere a domande relative diventano al fatto che e solo sul alcuni perch insediamenti alcune di umani si

poi

citt,

esse

sviluppano maggiormente rispetto ad altre. Da un punto di vista matematico, invece, esso utilizza le

caratteristiche minime per la definizione dell'esistenza e della locazione


47

di

un

sito,

date

in

coordinate

cartesiane , oltre ai dati sulla popolazione e le risorse presenti nella regione. Uno degli assunti di base,

infatti, che esista una proporzionalit diretta tra la variabile popolazione e la variabile risorse disponibili.

The minimisation of input data not only makes the model independent of an inadequate database and of the evidence used to test it, but also has the additional benefit of giving the model a predictive potential to identify important sites even if evidence is lacking, or exists but hasn't yet been organised or utilised to bear upon the problem 48 posed .

46 47

Rihll - Wilson, op.cit., p.10.

In merito a tali coordinate, cfr. C.B. Boyer, Storia della matematica, tr.it., Mondadori, Milano 1990, p.386 e ss.; pu essere utile anche un qualsiasi libro di testo di geometria delle scuole medie inferiori, nella parte relativa ai fondamenti della geometria analitica.
48

Rihll - Wilson, op.cit., p.11.

26

In conclusione, gli autori affermano che ci sono tre effetti positivi che si possono ricavare dalla

costruzione di modelli simulativi: a livello concettuale, essi obbligano a definire chiaramente i concetti e le assunzioni di partenza; a livello evolutivo, necessitano della formalizzazione delle ipotesi per poterle esprimere in linguaggio se il matematico; modello a livello di risultati, e provato in con

quanto,

ben

definito

successo, pu essere riutilizzato cambiando il valore dei parametri.

Geographers and sociologists in particular are attempting to bring the temporal dimension into the heart of their perspectives, by building new theories of power and elegance which break away from the old dichotomies of static/dynamic, diachronic/synchronic, structure/function,individual/society. A resurgence of the Annales spirit is underway, but not (...) this time, with imperialistic aims. (...) we can begin to build systematic models explicitly informed by social theory and incorporating both the spatial and the temporal dimensions49. In questa maniera il cerchio si chiude. Di tutti i problemi dibattuti sin dall'inizio del secolo, solo

quello relativo alla storia quantitativa ha avuto, se non una soluzione, perlomeno una definizione. Ci che

avvenuto stato un superamento della vecchia dicotomia quantitativismo/antiquantitativismo, a favore di una

accettazione da parte della professione storiografica del possibile utilizzo del del linguaggio dei per numeri la come

completamento

linguaggio

naturale

ricerca

storica. Conquista non priva di significato, in quanto gli storici di oggi non possono pi permettersi di

abbandonarsi ad un facile impressionismo degli avverbi

27

quantitativi, precisione

ed

inoltre

sono

tenuti delle

ad

una

maggior

nella

definizione

loro

categorie

interpretative. Le altre questioni, invece, prima fra tutte quella relativa ai rapporti tra la storia e le altre scienze sociali, non sono state definitivamente risolte n sono scomparse, ma si ripresentano puntualmente, solo che

questa volta devono tener conto di due elementi in pi: l'elaboratore elettronico ed i modelli matematici.

49

Rihll - Wilson, op.cit., p.18.

28

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