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DARIO TOMASELLA

ELABORATORE: STRUMENTO STORICO

(Testo dell'intervento tenuto al VII Congresso Internazionale di History & Computing allUniversit di Bologna nel 1992 ed ora pubblicato in: Francesca Bocchi e Peter Denley (a cura di): Storia e Multimedia. Atti del Settimo Congresso Internazionale Seventh International Congress Association for History & Computing, Bologna, Grafis Edizioni, 1994, pp.585-596.)

Abstract
La prima parte dell'intervento prende in esame la nascita della metodologia storico-quantitativa da un

punto di vista storico: da tecnica d'analisi interna alla storia economica, al suo progressivo allargamento alle altre branche della ricerca storica nel corso del secondo dopoguerra, alla sua coniugazione per con la neonata alla

strumentazione

informatica,

arrivare,

prima

riflessione epistemologica in merito svoltasi tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta ed alla distinzione tra fonti strutturalmente numeriche e fonti strutturalmente non-numeriche operata da Franois Furet, e quindi al concetto di metafonte elaborato da Jean Philippe Genet alla met degli anni Ottanta. Nella seconda parte invece, vengono affrontate le linee di sviluppo della metodologia storico-informatica che si sono avute in questi ultimi anni, viste nella prospetiva definita nel corso della prima parte, e si mettono in luce alcune possibili categorie d'analisi

metodologica del lavoro fin qui svolto, l'approfondimento delle quali categorie potrebbe portare non solo ad una nuova riflessione epistemologica, ma anche ad una

definizione dei confini, e quindi della sfera d'azione, della computazione storica.

Introduzione Tra la fine del 1600 e l'inizio del 1700 nacque a Firenze, strumento divenne per opera di Bartolomeo Subito e Cristofori, un nuovo

musicale. il

denominato quindi

gravecembalo, il nome

poi

fortepiano

assunse

definitivo di pianoforte. Figlio del clavicembalo e del clavicordo, non "pizzicava" le corde come il primo, n le sfregava come il secondo, ma le percuoteva per mezzo di martelletti di legno rivestiti di pelle. Questo tipo di meccanica percussione costruttiva sulle gli e permetteva quindi di di variare la

corde

ottenere

degli

effetti di variazione della dinamica e del timbro dei suoni ed un virtuosismo non ottenibili, od ottenibili in maniera Inoltre molto ridotta, di con gli strumenti in precedenti. sia

permetteva

eseguire

contemporanea

l'accompagnamento che la melodia del brano musicale su di un'unica tastiera, e quindi una sola persona era in grado di suonare i un'esecuzione risultati dopo completa. che si Indubbiamente introdotto sono

cambiati

questo

nuovo strumento nella musica, e ci avvenuto a tutti i livelli, sia per quanto riguarda la sua diffusione sul piano sociale (si passa dall'esclusivo appannaggio

aristocratico alla diffusione tra la borghesia), sia per quanto riguarda lo stimolo degli interessi degli quindi dal mecenatismo a economicospartiti e

commerciali dell'attivit

(aumento

dell'editoria

d'insegnamento, dei musicisti ma

inizio delle

dell'affrancamento grandi famiglie

nobiliari),

soprattutto

livello

musicale: anche se alla base della musica rimane sempre il Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach, grazie a questo nuovo strumento la scrittura pianistica

viene

completamente

rinnovata

partire

da

Ludwig

Van

Beethoven1. Questa digressione preliminare nel campo della

storia della musica ci stata suggerita dalla premessa posta nella presentazione sulla di questo di Convegno e che del

possiamo programma:

ritrovare

seconda

copertina

(...) poich l'informatica consente di cambiare le procedure del lavoro rispetto a quello tradizionale, lo storico pu (...) raggiungere risultati storiografici diversi da quelli che raggiungerebbe lavorando manualmente? La risposta, dal nostro punto di vista e sulla

scorta del suddetto esempio, non pu essere che univoca: indubbiamente si!, possibile. Infatti, quando per

svolgere un lavoro, si cambiano gli strumenti, naturale che ci sia la possibilit che i risultati cambino, in quanto muta la maniera di lavorare, e forse cambia anche la natura stessa di quel lavoro, ma appunto una

possibilit e non una certezza. In vedere questo due momento la quindi, prima davanti la a noi possiamo che

strade:

vecchia

strada

percorriamo da tanti anni, costituita dal nostro solito modo di vedere i problemi e delle stesse metodologie per tentare di risolverli, e fatta di della valori nostra solita e

terminologia

costellata

abituali

rassicuranti. Potremmo quindi proseguire lungo il cammino

Infatti, il pianismo attuale molto pi vicino a Beethoven, di quanto quest'ultimo non lo sia a Bach. Basti ascoltare, per esempio, 'Round Midnight di Thelonious Monk, compositore e pianista jazz, negro e americano, vicino a La Tempesta di Beethoven, oppure vicino ad un qualsiasi brano per clavicembalo, o per clavicordo, per accorgersi immediatamente della profondissima differenza.

indicatoci dalla matrice disciplinare nascere come studiosi,

che ci ha visti lo strumento

metabolizzando

"elaboratore elettronico", sia come mainframe che come personal strutture computer, mentali; all'interno in questo delle modo nostre vecchie l'unico

tuttavia,

risultato che potremmo ottenere sarebbe un aumento della velocit di lavoro. Risultato non disprezzabile, potremmo avere i nostri risultati storiografici molto pi

velocemente di prima, ma sarebbero comunque gli stessi che otteremmo, In anche se pi lentamente, oltre in maniera della

manuale.

altre

parole,

all'aumento

velocit di lavoro, non ci sarebbero altri risultati. C' per un'altra strada che possiamo imboccare, una strada che chiede ancora di essere costruita, in quanto essa necessita di un'altra terminologia, di nuovi valori, di modi diversi di affrontare i vecchi problemi e di inventare metodologie alternative per tentare di

risolverli. Una nuova matrice disciplinare insomma, che ci permetta di rinnovare le nostre strutture mentali e quindi di sfruttare appieno Solo tutte in le questo dei possibilit modo allo

offerteci storico

dall'informatica. sar possibile diversi da

raggiungere quelli che

risultati

storiografici

raggiungerebbe

lavorando manualmente. Qual il bivio che ci permette di imboccare l'una o l'altra di tali due strade? Questo rappresentato da una

"Matrice disciplinare" il termine che Thomas Kuhn addotta nel suo Poscritto 1969 in sostituzione del termine "paradigma". Questa si compone di quattro elementi ritenuti comuni all'interno di una comunit scientifica che si riconosce il quella matrice disciplinare: le "generalizzazioni simboliche", i "modelli", i "valori" e gli "esemplari". Questi ultimi sono delle soluzioni di problemi (o rompicapi) che fungono da "esempio" all'interno della comunit scientifica stessa. Cfr. Thomas S. Kuhn, Poscritto 1969, in idem, La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Come mutano le idee nella scienza, 6 Torino, Einaudi, 1978 , pp.209-251.

scelta

che

ognuno

di

noi

costretto

compiere:

continuare a delegare ai "tecnici" tutto quello che pu essere definito come il lato informatico della storia, oppure far coincidere la figura del "tecnico" con quella dello "storico" nella persona dello storico

computazionale. In ultima analisi, tutto dipende da che cosa vogliamo ottenere dall'uso del computer all'interno del nostro studio. Se ci accontentiamo di un aumento

della velocit di lavoro, allora sufficente continuare a camminare lungo la solita strada, cercando quelle che vengono definite come soluzioni ad hoc per adattare le nostre normali metodologie di lavoro alle esigenze del computer e continuando per quanto ad affidarci qualsiasi ai tecnici o

informatici

riguarda

piccolo

grande problema che ci tocca affrontare ogni volta che accendiamo il nostro personal computer. Ma se ci non basta, se tutto questo ci lascia insoddisfatti, allora siamo costretti ad imboccare la seconda strada, quella che ci impone le di fare un di leggero base passo indietro per

rivedere

impostazioni

della

nostra

matrice

disciplinare alla luce delle conquiste, sia hardware che software, dell'informatica. Con questo non voglio dire che ci troviamo

assolutamente d'accordo con quanto ha avuto occasione di affermare lo storico francese Emmanuel Le Roy Ladurie pi di vent'anni fa, ovvero che:

Per quanto riguarda la storia quantitativa, un facile pronostico s'impone anche in Francia: almeno in questo campo, lo storico di domani dovr essere un programmatore, o non sar affatto3.

Emmanuel Le Roy Ladurie, Lo storico e il calcolatore elettronico, originalmente in "Le Nouvelle Observateur" del

Ciononostante, in questa affermazione, seppur cos datata e categorica, c' indubbiamente un fondo di

verit. Non per quanto riguarda la distinzione tra storia quantitativa e qualitativa, in quanto questa distinzione, nata nella seconda met secolo scorso e codificata in forma definitiva da Franois Furet
4

nel

corso

dei

primissimi anni '70, stata annullata nel 1986 da JeanPhilippe Genet quando ha dimostrato che:

(...) il cambiamento fondamentale (...), precisamente la possibilt d'introduzione della misura: essa non pi relegata al "quantitativo" o reputato tale, essa ormai dapperttutto, perch una qualit indissociabile del sistema d'informazioni; da questo punto di vista, la distinzione classica tra quello che sar a priori quantitativo e quello che non lo sar non ha alcuna ragione d'essere mantenuta. Si hanno solamente delle fonti che sono direttamente e immediatamente suscettibili di essere sottoposte ad un trattamento quantitativo, e poi si hanno le altre che non lo sono che a partire dal momento in cui esse sono costituite in insiemi organizzati5.

08.05.1968, ed ora in Le frontiere dello storico, dell'autore), Bari, Laterza, 1976, pp.3-9, pg.9.
4

(a

cura

Franois Furet, Quantitative History in Felix Gilbert, Stephen R. Graubard, Historical Studies Today, (a cura di), New York, W.W. Norton & Company inc., 1972. Versione leggermente rimaneggiata d'un testo pubblicato sulla rivista inglese "Daedalus" nel numero di dicembre 1970 e dedicato alla "Storiografia contemporanea". Successivamente fu ripubblicato con il titolo L'histoire quantitative et la costruction du fait historique, in "Annales E.S.C.", 26, 1971, pp.63-75. Lo stesso articolo apparso anche in due diverse traduzioni italiane dal francese, con l'identico titolo Il quantitativo in storia, sia in Jacques le Goff, Pierre Nora, Fare storia, (a cura di), Torino, Einaudi, 1981, pp. 3-23, che in Franois Furet, Il laboratorio della storia, (a cura dell'autore), Milano, Il Saggiatore, 1985, pp. 66-83.

"(...) le changement fondamental (...), c'est prcisment la possibilit d'introduction de la mesure: elle n'est plus cantone au 'quantitatif' ou rput tel, elle est dsormais partout, parce qu'elle est une qualit indissociable du systme

In altre parole, una volta introdotta una qualsiasi fonte in un qualunque elaboratore elettronico, essa muta la sua identit in metafonte, ovvero diventa una fonte di livello superiore; a questo punto non ha pi alcun senso parlare di quantit o qualit, in quanto qualunque cosa venga introdotta in maniera strutturalmente organizzata in un computer in qualche modo misurabile. L'affermazione di Le Roy Ladurie invece ha il suo fondo di verit dove afferma che lo storico di domani dovr essere un programmatore, e noi vi aggiungiamo, se vorr usare il computer. Questo l'unico modo infatti, per vincere quella che dicotomia sta tra storico e a tecnico tutti i

informatico

attualmente

percorrendo

livelli il nostro modo di lavorare. Studiare informatica, questo il compito che, dal nostro punto di vista, si impone oggi a chi vorr essere uno storico computazionale domani. Ma una scelta privata che ognuno libero di compiere o meno. La nostra paura per relativa al fatto che coloro i quali come non una opteranno scelta troppo dei per questa che noi un

consideriamo domani, forse di

evolutiva, lontano,

possano

neanche essere

trovarsi di una

nelle specie

condizioni

rappresentanti

storiografica in via d'estinzione. Per quanto ci riguarda, questa scelta l'abbiamo gi compiuta ed abbiamo anche provato ad immaginare quali

potrebbero essere alcuni punti sui quali accentrare la nostra attenzione per poter verificare come l'informatica cambia il nostro modo di lavorare. Quindi proviamo a fare

d'informations; da ce point de vue, la distintion classique entre ce qui serait a priori quantitatif et ce qui ne le serait pas n'a aucun raison d'tre maintenue. Il y a Seulement des sources qui sont directement et immdiatement susceptibles d'tre soumises un traitement quantitatif, et puis il y a les autres qui, elles, ne le sont qu' partir du moment o elles sont costitues en ensembles organiss." Jean-Philippe Genet, Histoire, Informatique, Mesure, in "Histoire & Mesure", vol.I, n.1, 1986, pg.10.

un passo indietro, prima di dare uno sguardo in avanti, verso i possibili problemi che dovremo prepararci ad

affrontare.

Primi passi storico-informatici E' noto che uno dei primi campi di applicazione

dell'informatica, anzi della meccanografia, come veniva chiamata allora, al campo della ricerca storiografica stato quello della storia quantitativa. I motivi di ci, com' facilmente intuibile, sono direttamente collegati al modo di lavorare di tale metodologia di ricerca, la quale si basa, oltre che sulla semantica e la grammatica dei linguaggi naturali, anche su quelle dei linguaggi

numerici e questi ultimi sono stati il principale modo di comunicare degli elaboratori fino a pochi anni fa. Anche se i primi esempi di storia quantitativa si hanno tra la prima e la seconda met del secolo scorso, prima in Francia e poi in Germania, il suo riconoscimento ufficiale come metodologia di ricerca avviene appena in conseguenza quella della grande crisi economica del 1929. In

occasione

infatti,

pi

precisamente

l'anno

successivo, nascono ben due organizzazioni internazionali di storici economico-quantitativi: il Comitato

Internazionale per la Storia dei Prezzi e la Commissione di Ricerche Storico-Statistiche. Sotto il loro patrocinio viene svolta una gran massa di lavori in America,

Francia, Germania, Inghilterra e in altri numerosi paesi europei. In Italia invece, data la particolare situazione politica6 e la stagnante cultura storica dominata

dall'altissima figura Benedetto Croce, si hanno appena i

Il fascismo dominava la scena dal 1922, mentre in Germania il nazismo sarebbe salito al potere appena nel 1933, ovvero quattro anni dopo la Grande Crisi.

primi splendidi tentativi, portati avanti a lato della cultura ufficiale ed in modo completamente sganciato

dalla cultura internazionale, di Luigi Dal Pane. Questa esplosione di lavori economico-quantitativi a livello internazionale dur lo spazio di una decina

d'anni. Essi infatti si fondavano sul presupposto che le crisi essere economiche, se adeguatamente previste. studiate, Tale potessero si

matematicamente

presupposto

rivel ben presto privo di fondamento e quindi cessarono i finanziamenti, sia pubblici che privati, a questo tipo di studi. Il riconoscimento pubblico delle possibilit d'utilizzo delle metodologie quantitative in campo

storico era per avvenuto. Questa metodologia di studio inizi a rifiorire

nella seconda met degli anni '50, in concomitanza con l'uscita sul mercato dei primi elaboratori. La differenza fondamentale con il periodo prebellico per era data dal fatto che tale strumento concettuale non era pi

applicato esclusivamente alla storia economica, ma anche ad altre discipline, storiografiche in particolare ed

umanistiche in generale. Tra il 1955 ed il 1960 infatti, strumenti quantitativi ed elaboratore iniziarono a venir applicati all'opera ai omnia campi di pi Tommaso svariati, d'Aquino, dall'archeologia dagli archivi

notarili dell'epoca moderna allo sfruttamento dei servi della gleba medievali. Negli Stati Uniti, nel corso degli anni '60, vengono inoltre utilizzati per la costruzione di modelli di sviluppo econometrici basati sui

presupposti della counterfactual history da parte della scuola cliometrica americana.

Due turnig point La diffusione di tali lavori, utilizzanti tra

l'altro anche il concetto di storia seriale sviluppato proprio nel corso degli anni '60, portarono ad una prima riflessione epistemologica negli anni a cavallo del 1970. Il prodotto pi alto di tale riflessione, e fondamentale turning point sulla strada che porta alla nascita della computazione storica, senza dubbio l'articolo
7

di

Franois Furet: Il quantitativo in storia quanto codifica definitivamente, la metodologia da un

del 1972, in di vista

punto

epistemologico,

seriale-quantitativa

utilizzante l'elaboratore nella ricerca storica. E' per un saggio di riflessione due sul passato e sul presente e

dell'uso

di

tali

strumenti,

quello

concettuale

quello elettronico, nell'analisi storiografica e quindi ancorato, sia concettualmente che tecnologicamente, al

periodo a lui contemporaneo. In altre parole, leggendolo bisogna sempre tener ben presente lo stadio di sviluppo degli elaboratori dei primissimi anni Settanta e le

difficolt insite nel loro uso. Il secondo turning point di fondamentale importanza sulla strada che porta la computazione storica a

diventare adulta ed indipendente, senz'altro il saggio di Jean Philippe Genet: Histoire, Informatique, Mesure8, articolo di apertura del primo numero della rivista

"Histoire et Mesure", apparso nel 1986, non a caso lo stesso anno della fondazione dell'Association for History and Computing. In tale saggio, lo storico francese

presenta il concetto di metafonte, concetto che permette di superare la distinzione introdotta da Furet tra fonti

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Franois Furet, op.cit. Jean Philippe Genet, op.cit.

strutturalmente quantitative e fonti strutturalmente non quantitative. Tali fonti infatti, una volta introdotte nell'elaboratore diventano delle metafonti, ovvero delle fonti strutturalmente organizzate, e quindi suscettibili di un approccio di tipo matematico, sia statistico che modellistisco. Se per storia quantitativa si intende quel tipo di ricerca storiografica basato sull'uso della sintassi e della storia grammatica dei linguaggi si matematici, quella allora parte per

non-quantitativa

intende

della

ricerca basata sull'uso della sintassi e della grammatica dei linguaggi naturali. Il concetto di metafonte permette di superare tale distinzione, in quanto l'elaboratore non distingue tra segni di linguaggi matematici o segni di linguaggi naturali, esso "maneggia" unicamente segnali

elettrici, a cui noi diamo un significato collegato al mondo reale. Ovvero, il concetto di metafonte collegato all'elaboratore rende superata la dicotomia tra storia quantitativa e storia qualitativa, in quanto entrambe

diventano una unica storia strutturalmente organizzata. In compenso per introduce nuove distinzioni ed proprio su queste distinzione storico-computazionali che dovrebbe appuntarsi il dibattito su come l'informatica cambia il modo di lavorare dello storico e, di

conseguenza, su come cambiano i risultati della ricerca e dell'analisi storiografiche.

Gli storici e l'hardware Un primo importantissimo che punto la da affrontare tra

senz'altro hardware e

quello

riguarda se

distinzione

software.

Infatti,

finora

l'attenzione

degli storici si puntata prevalentemente sulla parte soft della macchina, non bisogna dimenticare che il

funzionamento di un programma e di un metodo di lavoro dipendono in modo esiziale dal tipo di macchina

utilizzata e da come tale macchina viene sfruttata. Non ci riferiamo qui unicamente alla oramai scontata

distinzione tra Mainframe e Personal Computer, ma anche tra PC e PC. E'infatti indubbio, per fare un esempio ecclatante, che lo stesso lavoro prende una piega diversa se viene svolto su di un elaboratore di tipo XT, munito di processore 8086 e privo di disco rigido o su di un modello AT, con un processore 80486 ed un disco rigido da 300 Mb. Sono entrambi dei PC, vero, ma quale differenza tra loro: non solo in velocit, ma soprattutto in

prestazioni. Basti dire che, mentre il secondo permette di lavorare in multitasking, il primo non solo non lo permette, ma siamo costretti a cambiare dischetto ad ogni pi sospinto. Inoltre la distinzione tra Personal e Mainframe si ulteriormente introduzione possibilit network. superata In la complicata, di del un o forse corno delle infatti, semplificata, del dalla la o

terzo

dilemma: in rete

collegamento maniera

macchine pu e

tale

anche

essere in

distinzione

tra

Mainframe

Personal,

quanto in una rete di lavoro tutte le macchine entrano in una collaborazione che tiene conto delle loro rispettive possibilit ed attitudini. Come in una orchestra, ognuna svolge il compito assegnatogli e mentre concorrono tutte al risultato finale, a nessuna negata la possibilit di effettuare degli "assolo", ovvero di svolgere dei lavori per conto proprio. Si viene cos a prospettare in maniera diversa anche la strutturazione del lavoro dal punto di vista umano, in quanto diminuisce di importanza la scelta se dover

svolgere un determinato lavoro da soli o inserirsi in un gruppo: ognuno lavora per conto proprio ed il risultato

singolo

va

favorire

ed

arricchire

il

risultato

complessivo di tutta la rete. D'altra parte, se vero che alcuni tipi di rapporti uomo-macchina, nel senso hard del termine, sono tutti da analizzare, non per detto che gli altri siano cos scontati come possono sembrare a prima vista, come si pu notare dallo specchietto alla fine di queste note. La nostra riflessione dovrebbe andare quindi a sviscerare i problemi che riguardano le varie metodologie di lavoro relativamente ai vari tipi di hardware utilizzato, in

quanto esso non solo il supporto fisico della parte soft dell'elaboratore, ma il primo condizionamento che ci troviamo davanti un nel lavoro momento di in cui decidiamo di

intraprendere

ricerca

storiografica

utilizzando il computer.

Gli storici e il software Dal punto di vista soft invece, la prima importante distinzione da fare riguarda il tipo di lavoro che viene svolto con l'elaboratore, ovvero se si intenzionati a memorizzare dei dati o ad elaborarli. Si potrebbe

naturalmente obiettare che tale distinzione artificiosa e che si memorizzano le informazioni per poi consultarle ed elaborarle. Il problema per legato al fatto che se non si distiguono tali due momenti c' una alta

probabilit di cadere in un grosso errore: di memorizzare cio i dati in funzione dei risultati che si desidera ottenere dalla loro elaborazione, non solo scartando, per risparmiare tempo e memoria, i dati che non ci

interessano immediatamente, ma anche memorizzandoli nella maniera che ci risulta pi comoda. La metafonte cos costruita, molto importante per la ricerca che stiamo svolgendo, una volta effettuato tale

lavoro

diventa

per

inutilizzabile,

in

quanto

gi

completamente sfruttata da un punto di vista elaborativo. Quindi, se qualcuno vorr svolgere un altro lavoro simile al nostro, sar gli costretto stessi e a dati costruirsi o quasi, Tale una con diversa notevole ha dei

metafonte dispendio

con di

tempo

denaro.

errore

precedenti illustri, in quanto vi sono gi cadute molte delle ricerche svolte nel corso degli anni '60 e '70; due esempi per tutti: Time on the Cross familles10.
9

e Les Toscans et leur

Memorizzazione Dal punto di vista della costruzione della

metafonte, c' da dire che questo non solo il primo, ma anche uno dei passi pi importanti sulla strada di un qualsiasi lavoro storiografico che vuole utilizzare

l'elaboratore. Il motivo di ci legato al fatto che una qualsiasi elaborazione di tipo informatico ha

necessariamente bisogno di un "magazzino" dove prelevare i dati da elaborare e dove poi depositare i risultati; quindi una base di dati di partenza semplicemente, e necessariamente, indispensabile a chiunque voglia usare l'elaboratore in maniera razionale e compiuta. Possiamo quindi introdurre una nuova distinzione,

ovvero se si vuole creare una base di dati memorizzando una fonte gi esistente, oppure se si intende crearne una ex novo, come le basi di dati contenenti la schedatura di

Robert W. Fogel, Stanley Engerman, Time on the Cross, vol.I: The Economics of America Negro Slavery, vol.II: Evidence and Methods - A Supplement, Boston, 1974. David Herlihy, Christine Klapish, Les Toscans et leur familles. Un tude du catasto florentin de 1427, Paris, 1978.
10

reperti preistorici o arcaici . Naturalmente i problemi legati a questi lavori sono completamente diversi, come sono diversi i problemi che ci troviamo ad affrontare se intendiamo dimensioni, informatizzare ad esempio una il unica fonte Book, di il notevoli famoso

11

Domesday

catasto medievale memorizzato all'Universit di Hull in Gran Bretagna12, oppure se intediamo costruire una

metafonte collazionando tante piccole fonti simili tra loro, come viene fatto da anni al Demographic Data Bank di Ume, in Svezia13. In tutti questi casi si tratta comunque di archivi informatizzati e le procedure inerenti alla loro

costruzione, se presentano delle problematiche di fondo abbastanza simili dal punto di vista informatico, la loro specificit dal punto di vista storico li rende tutti profondamente diversi tra loro ed su queste differenze che dovrebbe i appuntarsi la di che nostra questa appunto riflessione parte si di come

mutano

risultati quella del

dell'analisi occupa con della l'uso

storiografica, archiviazione

materiale

storico,

dell'elaboratore.

Cfr. Paola Moscati, Archeologia e calcolatori, Firenze, Giunti, 1987, ed anche: Paola Moscati, Trattamento di dati negli studi archeologici e storici, (a cura di), Roma, Bulzoni, 1990. Andrew Ayton, Virginia Davis, The Hull Domesday Project, in Peter Denley, Deian Hopkin, History and Computing, (a cura di), Manchester University Press, 1987, pp.21-28. Gun Steflo, Jan Sundin, Using a Large Historical Database: An Example from the Demographic Database in Ume, in Peter Denley, Deian Hopkin, op.cit., pp.58-62.
13 12

11

Elaborazione Fino ad una decina di anni fa, questa parte della storiografia problemi, ma informatica presentava all'uso s o dei meno grossi delle

limitatamente

matematiche statistiche nel campo della ricerca storica. La questione era doppia: prima di tutto, se era lecito o meno usare le grammatiche e le sintassi dei linguaggi numerici in campo storiografico, e in secondo luogo, in caso di risposta affermativa, a quali dati applicare

questi linguaggi. Come abbiamo visto, il primo problema fu risolto riconoscendo il valore degli strumenti

statistici applicati alla ricerca storiografica visti i risultati che trova che permettevano di di ottenere, Furet il la riconoscimento sua pi alta

nell'articolo per quanto

espressione;

riguarda

secondo

problema

invece, fu risolto attraverso il concetto di metafonte elaborato da Genet, in quanto permette di applicare tali strumenti a qualsiasi tipo di dati, una volta che questi siano stati introdotti nell'elaboratore. Da qualche anno a questa parte invece, il discorso della matematica applicata a alla causa in ricerca storica si di suo

ulteriormente nuovi

complicato

dell'introduzione campo. Nel

strumenti Genet

matematici prevedeva

questo

articolo, metodologia

l'introduzione sia della teoria

nella delle

storiografica

catastrofi di Rene Thom, che della teoria dei frattali di Bennit Mandelbrot: se ben vero che non siamo ancora a questo punto, il concetto di "modellistica matematica" per gi i entrato nella ricerca storiografica. della new Hanno

iniziato

cliometrici

americani

economic

history, nel corso degli anni '60 e '70, a costruire dei modelli matematici dello sviluppo storico, modelli che permettevano lo sviluppo di ipotesi controfattuali: sono rimasti celebri, tra gli altri, gli studi di questo tipo

relativi

all'importanza

delle

ferrovie

nello

sviluppo

degli Stati Uniti nel secolo scorso e all'incidenza della schiavit nella crescita dell'industria statunitense . Ora per i termini del problema si sono
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ulteriormente complicati, in quanto vengono costruiti dei modelli matematici di tipo profondamente diverso, non pi unicamente relativi ai campi della storia economica o

dell'economia storica, ma relativi anche a campi storici che fino a qualche anno fa non parevano avere nulla a che fare con la matematica. Lasciando da parte la teoria dei giochi di John von Neumann ed Oskar Morgenstern,

applicata con successo a varie ricerche storiografiche anche in campo non storico-economico15, gi durante il Congresso di fondazione dell'Association for History and Computing, nel 1986, fu presentato da Tracey E. Rihll un modello matematico elaborato all'Universit di Leeds, in Inghilterra, che permetteva di rintracciare i luoghi di possibili insediamenti umani nell'antica Grecia in base ad alcuni parametri inseriti in una serie di funzioni16. Non solo, ma non pi tardi del Congresso Annuale del 1990 a Montpellier, stato presentato da un gruppo di studio

Cfr. Robert W. Fogel, Railroads and Economic Growth. Essays in Econometric History, Baltimore, 1964, e Robert W. Fogel, Stanley Engerman, Time on the Cross, op.cit.. In merito a quest'ultimo argomento vedi anche: Alfred Conrad, John Meyer, The Economics Slavery in the Antebellum South, in "Journal of Political Economy", LXVI, 1958, pp.95-130. Per fare qualche esempio, cfr. Gian Enrico Rusconi, Giochi e paradossi in politica, (a cura di), Torino, Einaudi, 1989. Rusconi ha inoltre applicato un modello di game theory allo scoppio della prima guerra mondiale: cfr. Id, Rischio 1914, Bologna, Il Mulino, 1987. Cfr. T.E. Rihll, A.G. Wilson, Model Based Approaches to the Analysis of Regional Settlement Structures: The Case of Ancient Greece, in Peter Denley, Deian Hopkin, op.cit., pp.10-20. Vedi anche: Id., Spatial Interaction and Structural Models in Historical Analysis: Some Possibilities and an Example, in "Histoire et Mesure", II, N.1, 1987, pp.5-32.
16 15

14

tedesco , della Freie Universitt di Berlino, un modello matematico per lo studio della mentalit di coloro che partivano con le Crociate per combattere in Terrasanta, basato sull'utilizzo della logica formale. Come si vede, quella che una volta era la negletta matematica, ora invece ha assunto una parte importante all'interno dell'insieme degli strumenti a disposizione dello storico, parte che non possiamo permetterci di

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fingere di non vedere. Anche in questa mutazione degli strumenti, l'elaboratore svolge un ruolo senz'altro di primo piano e questo un'altro dei punti sui quali va diretta la nostra della attenzione professione relativa alla natura in del

cambiamento

storiografica

seguito

all'uso del computer.

Cartografia automatica Fin dai tempi di Alexander von Humbolt e di Paul Vidal de la Blache, lo una per non risalire oltre ha l'epoca sempre delle

contemporanea, rappresentato

studio parte

della

geografia

estremamente

importante

scienze antropologiche latu senso, in quanto quella che permette di collegare l'uomo allo spazio fisico che lo circonda. sempre degli Strumento la principe di questo collegamento

stata

cartografia, fisici del

rappresentazione terreno. Con

grafica Lucien

accidenti

mondo

Febvre e il suo La Terra e l'evoluzione umana18, lo studio di tale rapporto per giunge ad una svolta decisiva, in

Cfr. Gordesch Johannes, Salzwedel Harmut, Siggelkow Ingeborg, Une thorie des notions et son application la recherche automatise: l'espace social et l'espace historique, in "Montpellier Computer Conference 1990 - Volume des Resumes", pp.44-48.

17

quanto supera la dimensione strettamente sincronica per assumerne anche una diacronica, ovvero lo studio della geografia assume anche una prospettiva storica. In vengono questo pi modo, in anche esame la cartografia i ma cambia: non o

presi

solo

fenomeni anche

fisici

politico-economici

contemporanei,

quelli

dei

secoli passati. La carta geografico-storica, intesa come carta tematica, storici aiuta in infatti la comprensione di dei

fenomeni

quanto

permette

visualizzarli

immediatamente mediante la loro condensazione in pochi tratti grafici altamente alle senso simbolici legende. E e facilmente non

interpretabili solamente vero

grazie nel

questo di

dell'analisi

spazi

strettamente naturali in rapporto alla presenza umana, ma anche, e soprattutto, nel senso dell'analisi di come

l'uomo organizza lo spazio in cui vive. In questo senso, il lavoro svolto Francesca Bocchi e Fernando Lugli sul catasto medievale di Carpi in mostra quanto cio tutta la sua di

fondamentale comprendere

importanza19,

permette

cartograficamente,

visivamente,

l'evoluzione storica di uno spazio fisico in seguito alle interazioni economico-sociali. Inutile dire che anche qui l'elaboratore, come

fattivamente dimostrato dal lavoro summenzionato, svolge un ruolo fondamentale, in quanto permette di analizzare grosse quantit di dati e di costruire carte storiche in un tempo di gran se I lunga tali problemi inferiore lavori a quello che si

impegnerebbe manualmente.

venissero per

affrontati sono molto

relativi

Lucien Febvre, La Terra e l'evoluzione umana. Introduzione geografica alla storia, Torino, Einaudi, 1980. Cfr. Francesca Bocchi, Fernando Lugli, Computer Methods Used to Analyse and Reconstruct the Cadastral Map of the Town of Carpi, in Peter Denley, Deian Hopkin, op.cit., pp.222-228.
19

18

differenti dai casi precedenti, in quanto il lavoro di disegno cartografico del e al computer di presuppone sia

l'apprendimento hardware

funzionamento tavolette

strumenti, che

(plotter

grafiche)

software,

abbastanza inusuali per lo storico e quindi tale processo molto meno semplice ed intuitivo di quanto possa

sembrare a prima vista. Ed proprio in questa direzione, nella direzione cio dell'analisi dell'utilizzo da parte degli degli la di storici nostra lavoro di tali strumenti, sui che dovrebbe dei

dirigersi metodi

riflessione relativi

cambiamenti

alla

introduzione

dell'elaboratore nella ricerca storica.

Insegnamento ed apprendimento informatico Last but not least, il problema dell'insegnamento della storia cercando di sfruttare al massimo le

possibilit che oggi ci offre l'informatica. Tale punto stato messo per ultimo in quanto riteniamo che vada

affrontato in maniera diversa dai precedenti. In quelli infatti, il nodo delle questioni era dato da come noi storici ci poniamo di fronte a questo nuovo strumento interattivo e come impariamo ad usarlo, in quest'ultimo invece il nodo duplice: insegnare agli altri sia la storia che ad usare l'elaboratore per impararla. In altre parole, necessario insegnare non solo come si sviluppa la ricerca storica, ma anche come farlo utilizzando il computer. Per fare questo riteniamo sia indispensabile prima di tutto legati l'approfondimento all'uso di da parte nuovi nostra dei

problemi

questi

strumenti,

concettuali e informatici, per poi poterlo insegnare agli altri. Una volta sviluppati i punti precedenti, ovvero una volta che noi abbiamo imparato, allora potremo insegnare.

Questo

naturalmente punto per

non

significa

accantonare sui

quest'ultimo

concentrarsi

unicamente

precedenti, ma che necessario realizzare un fatto: in questo momento ci troviamo nella precaria situazione di dover insegnare degli elementi di computazione storica che abbiamo appena appreso, o che stiamo ancora

apprendendo, e non siamo sicuri di averli compiutamente "digeriti". Quindi, se giusto e necessario sviluppare anche quest'ultimo punto, indispensabile farlo in

contemporanea agli altri e senza perderli mai di vista, in modo da confrontare e verificare in continuazione

quello che continuiamo ad imparare con quello che abbiamo la possibilit di insegnare. Inoltre, vista la passione diffusa per i videogames e lo stato del loro sviluppo specialmente dal punto di vista grafico, penso sia estremamente utile recuperare una modo della dimensione del suo ludica primo dell'insegnamento, livello, al ovvero secondo in particolar

dell'insegnamento livello, ovvero ed

storia

(contrapposto dei metodi

l'insegnamento

della

ricerca

storica)

imparare a sfruttare i concetti alla base di tali giochi per trasformarli in ludiche lezioni di storia20.

L'esempio potrebbero essere giochi come Simcity e Centurion, autentici modelli matematici dove c' una serie di precisi rapporti tra le variabili e quindi una qualsiasi decisione del giocatore in merito ad una variabile va ad influenzare anche le altre del modello, modificando completamente lo sviluppo del gioco. Se le variabili fossero di tipo storico, cio se Simcity consentisse di costruire, ad esempio, un borgo medievale piuttosto che una moderna metropoli, lo studente-giocatore apprenderebbe i rapporti tra le variabili di funzionamento di un borgo medievale e il loro sviluppo reciproco da un punto di vista storico.

20

Conclusioni Date queste premesse quindi, pensiamo sia molto pi utile che questo Convegno annuale diventi un luogo di dibattito risultati stimolando informatica sui metodi e di lavoro lo piuttosto si potr pi che fare sui solo parte sul

ottenuti la

questo

nostra

riflessione

sulla che non

della

computazione

storica,

versante della ricerca storiografica. D'altronde, gli storici che fanno parte della

Association for History and Computing sono quanto di pi disparato possa esistere, sia dal punto di vista tematico che da quello cronologico. Ci che li unisce la

metodologia, e precisamente la metodologia informatica. Nei congressi tenuti finora stato s affrontato il

problema della ricerca storica fatta con il computer, ma quasi sempre dal punto di vista della storia e solo

parzialmente da quello dell'elaboratore, quasi si avesse paura di dare troppo spazio allo strumento e quindi di meccanizzare la storia, svuotandola cos di significato. Si oramai visto per, che tale paura completamente priva di fondamento e la macchina solo una protesi, una ulteriore espansione delle nostre capacit umane, e che quindi senza un uomo capace che la guidi perfettamente inutilizzabile. E' tempo allora di rendersi capaci di sconfiggere definitivamente motivo questa per paura il e di realizzare che il

principale

quale

desideriamo

riunirci

quello di discutere dell'unico argomento che ci accomuna tutti: la metodologia d'utilizzo dell'elaboratore in

campo storiografico; per fare questo per necessario porre in primo piano tali due elementi: il metodo e lo strumento. Pensiamo che in tale maniera sar possibile stimolare un dibattito, e su i s suoi sulla natura di dello storico ma

informatico

compiti

ricerca,

soprattutto per quanto riguarda i suoi metodi di lavoro, dibattito che potr far superare al Congresso Annuale il mero compito di dare "fama e lustro" alla nazione

ospitante, offrendo piuttosto argomenti di discussione e di confronto su di una maniera di fare ricerca storica che possa proiettarsi nel futuro dell'elettronica, senza per questo dimenticare le basi culturali della nostra

tradizione storiografica.

SCHEMI RIASSUNTIVI

Gli storici e l'hardware: Singolo Gruppo --------------------------I scontato ? I ? I --------------------------I ? I scontato ? I --------------------------I ? I ---------------------------

Personal Mainframe Rete

Memorizzazione e costruzione degli archivi: una in una / esistenti memorizzazione fonti / fattuali e bibliografiche \ nuove \ tante in una

Elaborazione: statistica / elaborazione \ modellistica

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