Sei sulla pagina 1di 9

LE RELAZIONI GIAPPONE-COREA DEL SUD E IL PESO DELLA STORIA

7 marzo 2012

Francesco Valdiserri

Copyright Equilibri 2012

A partire dal termine della Seconda Guerra Mondiale, Corea del Sud e Giappone hanno progressivamente rafforzato le relazioni diplomatiche, economiche e militari, seppur in un contesto caratterizzato dalla presenza di frizioni riconducibili in gran parte alla dominazione giapponese della penisola coreana dal 1910 al 1945. Ad oggi, i due Paesi intrattengono strette relazioni commerciali e sono i due principali alleati degli Stati Uniti nella regione. Tuttavia, una serie di contenziosi ancora aperti non ha ancora permesso a Tokyo e Seoul di normalizzare completamente le relazioni bilaterali e sulla strada del riavvicinamento tra Giappone e Corea del Sud giocano un ruolo decisivo sia la crescente influenza della Cina che la questione coreana.

Evoluzione del processo di normalizzazione


Le relazioni diplomatiche tra Corea del Sud e Giappone sono riprese nel giugno 1965 con la firma del Treaty on Basic Relations, accordo che ha segnato linizio di conferenze annuali a livello ministeriale tra i due Paesi. In tale occasione, Tokyo elarg un pacchetto di riparazioni segreto a Seoul del valore di 800 milioni di dollari. Tuttavia, le indennit economiche non hanno permesso per oltre cinque decenni di allentare la tensione psicologica tra i due Stati. Ad un riavvicinamento non ha contribuito il Partito Liberal Democratico giapponese (alla guida del Paese dal 1955 al 2009, con una parentesi dal 1994 al 1996), restio ad una chiara assunzione delle responsabilit per il periodo 1910-1945. Tale periodo rappresenta uno dei principali nodi irrisolti fra i due Paesi e la colonizzazione nipponica del territorio coreano a partire dal 1910 sino al termine del secondo conflitto mondiale rappresenta ancora oggi per la popolazione sudcoreana un decisivo fattore di attrito con Tokyo. Secondo le accuse mosse dalla Corea del Sud, il Giappone non avrebbe completamente riconosciuto le proprie responsabilit per gli eventi occorsi dal 1910 al 1945, lasso di tempo durante il quale le forze di occupazione giapponesi commisero numerose atrocit ai danni della popolazione locale. In questo contesto, la pubblicazione nellaprile 2005 di un libro scolastico da parte del Ministro dellEducazione giapponese, ha sollevato le critiche di numerosi storici, soprattutto cinesi e coreani, in quanto il testo in questione avrebbe fornito una visione distorta di tali responsabilit. In particolare, tra gli eventi appena menzionati o tralasciati del tutto allinterno del testo, il massacro di Nanchino nel 1937, il ricorso alla schiavit da parte dellEsercito giapponese e programmi mirati ad una vera e propria costrizione nei confronti di circa 200mila donne residenti nei territori occupati, Copyright Equilibri 2012

principalmente nella penisola coreana, a prostituirsi e svolgere il ruolo di comfort women o Jugun-ianfu per i soldati giapponesi durante la guerra. Un ulteriore fattore di contrapposizione tra i due Paesi rappresentato dallo Yasukuni Shrine, un tempio shintoista a Tokyo e simbolo dellimperialismo militare giapponese. Lopera, fondata nel 1869, un sacrario ed un memoriale dedicato alle anime di circa 2,5 milioni di caduti giapponesi che servirono lImpero Giapponese durante i conflitti combattuti dal 1867 al 1951. Lo Yasukuni Shrine costituisce un nodo della discordia soprattutto con la Cina, le due Coree e Taiwan, poich celebra anche circa mille soldati giapponesi incarcerati al termine della Seconda Guerra Mondiale per aver commesso crimini di guerra, inclusi 14 criminali classe A (condannati per crimini contro la pace). In particolare, in Cina ancora vivo il ricordo di quanto commesso dai soldati nipponici durante le campagne militari tra il 1925 ed il 1945, ed anche negli ultimi anni si sono registrate manifestazioni antigiapponesi, a dimostrazione dellalto valore simbolico dello Yasukuni Shrine. Le ripetute visite di politici e dignitari nipponici al tempio, tra cui quelle effettuate dal 2001 al 2006 dallex Primo Ministro Junichiro Koizumi, sono state lette da Pechino, Seoul, Pyongyang e Taipei come provocazioni intollerabili, sebbene lattuale Primo Ministro Yoshihiko Noda abbia dichiarato, nel settembre 2011, di non avere lintenzione di visitare il santuario. La controversia ruota intorno al significato di tali visite da parte dei politici nipponici. Difatti, mentre per i giapponesi lo Yasukuni Shrine rappresenta anche un simbolo religioso (il santuario infatti unorganizzazione religiosa indipendente dal governo), per i cittadini coreani, cinesi e taiwanesi le visite al tempio vengono lette nella loro accezione storico-politica, provocando di conseguenza ampio risentimento. Le contrapposizioni si sono attenuate con lavvento al potere del Partito Democratico Giapponese, che ha privilegiato i rapporti con Seoul in materia di politica estera. In questo ambito, lex Primo Ministro Naoto Kan, in carica dal luglio 2010, nellagosto seguente ha espresso profondo rimorso e chiesto sincere scuse ai coreani per i 35 anni di dominio coloniale del Giappone, costituendo un significativo passo in avanti nel rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Giappone e Corea del Sud. Inoltre, nellottobre 2011, Noda, successore di Kan e in carica dallagosto scorso, volato a Seoul per restituire a Lee Myung-bak, Presidente sudcoreano, cinque volumi contenenti documenti reali della Corea del Sud, trafugati dal Giappone durante il periodo doccupazione. Quindi, il 6 dicembre, il governo giapponese ha inviato i 1.200 volumi rimanenti, collezione di documenti risalenti alla dinastia coreana Joseon (1392-1897). Copyright Equilibri 2012

La diatriba sulle isole contese


La visita di Noda avvenuta dopo che il 1 agosto la Corea del Sud aveva negato lingresso nel Paese a tre parlamentari dellala conservativa giapponese che, giunti a Seoul, pianificavano di visitare lisola di Ulleung, il territorio della Corea meridionale pi vicino alle Isole Liancourt, chiamate Dokdo in coreano e Takeshima in giapponese, conteste da entrambi gli Stati ma amministrate attualmente dalla Corea del Sud. La sovranit sulle isole in questione, situate nel tratto di mare tra Giappone e Corea del Sud, costituisce uno dei principali nodi della discordia tra i due Paesi; il gruppo di isolotti, di origine vulcanica e abitato soltanto da una coppia di pescatori, sebbene amministrato da Seoul, peraltro dietro riconoscimento internazionale, rivendicato da Tokyo. La diatriba ruota intorno allimportanza simbolica ed economica delle Isole Liancourt, tenuto conto dellelevata pescosit dei fondali adiacenti le isole e soprattutto della presenza di riserve di gas naturale ancora intatte. Nonostante lesigua dimensione delle isole (0,08 miglia quadrate), la battaglia diplomatica sulla sovranit delle isole ha visto per anni entrambi i Paesi presentare prove cartografiche per rivendicarne lautorit; in particolare, Seoul afferma che le isole facciano parte dei territori che il Giappone ha dovuto restituire al termine della Seconda Guerra Mondiale, sebbene il Trattato di San Francisco (1945) abbia omesso di affrontare la questione. Il Giappone, da parte sua, dichiara che la sovranit sulle isole riportando che le Liancourt facciano parte della Prefettura nipponica di Shimane dal 1905. A conferma dellimportanza della posta in gioco, nel 2006 si verificata unimprovvisa escalation delle tensioni, quando il Giappone ha inviato due navi a ridosso delle Liancourt per effettuare delle ricerche scientifiche, mossa alla quale Seoul ha replicato con linvio di 18 navi. Inoltre, dopo il terremoto che ha devastato il Giappone nel marzo scorso, alcune organizzazioni caritatevoli in Corea del Sud hanno raccolto pi di 50 milioni di dollari da devolvere a Tokyo, salvo poi bloccare la donazione in aprile quando il Giappone, con la pubblicazione di un report denominato Diplomatic Blue Paper, ha di nuovo rivendicato la sovranit sulle isole contese. In questo ambito, lultimo episodio in ordine temporale che ha causato unescalation delle tensioni si verificato nel giugno scorso, quando un aereo della compagnia Korean Air ha effettuato un volo dimostrativo sopra le Liancourt. Levento ha scatenato la reazione di Takeaki Matsumoto, Ministro degli Esteri giapponese sino al 2 settembre 2011, che ha protestato per la presunta violazione dello spazio aereo del Giappone. Copyright Equilibri 2012

Verso una cooperazione militare effettiva?


Nonostante Giappone e Corea del Sud siano entrambi stretti alleati degli Stati Uniti, il primo passo significativo per quanto riguarda lavvio di una cooperazione bilaterale in campo militare stato compiuto soltanto nel gennaio 2011. In un incontro tra i Ministri della Difesa di entrambi i Paesi, i diplomatici hanno dato il via libera alle consultazioni per il raggiungimento di due accordi di natura militare. Il primo, denominato GSOMIA (General Security of Military Information Agreement), stabilisce le procedure per la protezione di informazioni militari classificate, la cui importanza risiede nella possibilit di scambiare informazioni tra i due Paesi sul programma nucleare e militare della Corea del Nord. Il secondo accordo, denominato ACSA (Acquisition and Cross-Servicing Agreement), autorizza lo scambio di supporto logistico (cibo, acqua, carburante etc.) durante operazioni di peacekeeping ed operazioni umanitarie. Sebbene ad oggi entrambi gli accordi non siano stati portati a compimento, lavvio delle negoziazioni rappresenta un passo storico per lavvio di strette relazioni militari tra Seoul e Tokyo. Inoltre, sebbene larticolo 9 della Costituzione giapponese, imposta dagli USA nel dopoguerra, vieti esplicitamente luso della forza militare per regolare questioni internazionali1, i colloqui con Seoul affermano una volont sempre pi forte da parte di Tokyo di rivedere la propria politica di sicurezza e quella estera, due temi di estrema importanza e sensibilit a livello di politica interna (ad esempio, la presenza di basi militari americane su suolo giapponese una problematica strettamente connessa agli equilibri politici interni). La nuova strategia ha avuto un impulso decisivo nel dicembre 2010 con la pubblicazione delle Linee Guida Programmatiche di Difesa Nazionale (LPDN). Nella fattispecie, il Giappone rivendica una maggiore autonomia, anche di natura militare, per far fronte sia allascesa cinese (aumento spese militari di Pechino, rivendicazioni nel Mar Cinese orientale), che ad un eventuale innalzamento delle tensioni nella penisola coreana, scenario che, senza dubbio, avrebbe ripercussioni negative anche sulla sicurezza del Paese. Tale rivisitazione della politica di sicurezza incide anche sul rapporto con gli USA, sebbene Washington rimanga il principale alleato di Tokyo. Il Giappone infatti, dopo aver di fatto delegato per decenni agli Stati Uniti le proprie strategie di
1

Article 9: Aspiring sincerely to an international peace based on justice and order, the Japanese people forever renounce war as a sovereign right of the nation and the threat or use of force as means of settling international disputes. In order to accomplish the aim of the preceding paragraph, land, sea, and air forces, as well as other war potential, will never be maintained. The right of belligerency of the state will not be recognized. (Trad.: Aspirando sinceramente ad una pace internazionale fondata sulla giustizia e sullordine, il popolo giapponese rinunzia per sempre alla guerra, quale diritto sovrano della Nazione, ed alla minaccia o all'uso della forza, quale mezzo per risolvere le controversie internazionali. Per conseguire lobiettivo proclamato nel comma precedente, non saranno mantenute forze di terra, del mare e dellaria, e nemmeno altri mezzi bellici. Il diritto di belligeranza dello Stato non sar riconosciuto.)

Copyright Equilibri 2012

difesa, vuole riacquisire tali funzioni per gestire al meglio possibili scenari di crisi regionale, valutando autonomamente le migliori strategie da adottare per far fronte alle minacce citate in precedenza. La cooperazione fra Giappone e Corea del Sud stata fortemente incoraggiata dagli Stati Uniti, che gi al termine degli anni 90, con la stipula del TCOG (Trilateral Coordination and Oversight Group), erano riusciti nellintento di porre i due Paesi allinterno di una sorta di alleanza triangolare in ottica di contenimento dellinfluenza cinese e di contrasto al nucleare nord coreano. Inoltre, sempre grazie alla volont statunitense, nel 2010, dopo uno scambio di colpi di artiglieria tra Pyongyang e Seoul nella isola sudcoreana di Yeonpyeong (dopo il rifiuto di Seoul di interrompere delle esercitazioni militari il Nord ha esploso 170 colpi sullisola uccidendo 4 persone, ai quali il sud ha risposto con 70 colpi), Corea del Sud, Giappone e USA hanno formato un fronte comune nei confronti del regime della Corea del Nord. Inoltre, a partire dallincidente di Yeonpyeong, sia Tokyo che Seoul hanno iniziato ad inviare propri osservatori per assistere alle esercitazioni militari tenute dalle rispettive truppe con quelle americane.

Linfluenza del contesto regionale sulle relazioni bilaterali tra Seoul e Tokyo
Il crescente ruolo della Cina e la minaccia rappresentata dal nucleare della Corea del Nord costituiscono un fattore che contribuisce ad avvicinare progressivamente Seoul e Tokyo, soprattutto alla luce della scomparsa del dittatore nordcoreano Kim Jong-il, evento che potrebbe incidere profondamente sugli equilibri regionali. Il 17 gennaio scorso, i delegati giapponesi, sudcoreani ed americani si sono incontrati per discutere il riavvio dei negoziati sul nucleare di Pyongyang denominati Six Party Talks (negoziati multilaterali avviati nel 2003 sul disarmo nucleare di Pyongyang, che coinvolgono le due Coree, Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia), meeting che ha preceduto quello tra linviato USA Glyn Davies e diplomatici cinesi e nordcoreani tenutosi a Pechino nel febbraio. Questultimo incontro si rivelato un successo per la diplomazia americana, dal momento che soltanto pochi giorni dopo, esattamente il 29 febbraio, il neo leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato, daccordo con la comunit internazionale, USA in primis, di sospendere i test nucleari e missilistici e larricchimento delluranio. Tale decisione potrebbe spianare la strada alla riattivazione dei negoziati a sei, evento auspicato sia da Seoul che Tokyo. Inoltre, il 30 gennaio, si sono svolte nella capitale sudcoreana delle consultazioni in tema di difesa e sicurezza, a cui Copyright Equilibri 2012

hanno partecipato anche delegati americani e giapponesi, incentrate soprattutto sulle ambizioni nucleari di Pyongyang. Tuttavia, numerosi ostacoli si frappongono ancora al raggiungimento di una effettiva cooperazione militare tra Giappone e Corea del Sud, a causa del clima politico non ancora maturo in entrambi i Paesi per un superamento dei contenziosi sulle isole contese e sul periodo 1910-45, ed anche a causa dellincertezza circa la reazione della Cina allistituzionalizzazione di unalleanza triangolare che coinvolga anche gli USA. La stessa Corea del Nord, se da un lato, come abbiamo visto, rappresenta un fattore di ravvicinamento tra Seoul e Tokyo, dallaltro lato il Giappone pone come condizione per lavvio di un negoziato ulteriori chiarificazioni da parte nordcoreana per quanto concerne il rapimento di propri cittadini da parte di agenti di Pyongyang tra il 1977 ed il 1983. Un piccolo passo in avanti dal punto di vista di un miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Corea del Sud e Giappone stato compiuto nel febbraio 2012, quando stato annunciato che verr riattivato a breve il programma di scambio di junior diplomats tra i due Paesi, interrotto nel 2001 a causa della diatriba sulle isole contese. Tale programma, iniziato nel 1998, prevede uno scambio di personale diplomatico per condividere know-how e rafforzare la fiducia reciproca, con lobiettivo di contribuire allo sviluppo di relazioni amichevoli tra i due Paesi.

La cooperazione economica regionale


Un forum regionale che potrebbe avvicinare ulteriormente Seoul e Tokyo il summit trilaterale, che, a partire dal dicembre 2008, vede Corea del Sud, Giappone e Cina organizzare annualmente degli incontri ad alto livello incentrati sul rafforzamento della cooperazione a livello politico ed economico. Liniziativa, nata nel 1999 a lato dellASEAN Plus Three (APT) summit come strumento informale per lavvio di contatti diplomatici fra i Capi di Stato dei tre Paesi, dal dicembre scorso ha assunto una propria identit. Limportanza di tali incontri emersa soprattutto nel 2009, quando Corea del Sud, Giappone e Cina hanno dovuto aumentare i rispettivi sforzi per fa fronte alla crisi economica globale, e, anche grazie allimpegno del Primo Ministro giapponese Yukio Hatoyama, stato dato impulso alle negoziazioni in tema di un Free Trade Agreement e di un Trilateral Investment Agreement fra i tre Paesi. Nel 2012 dovrebbe essere firmato un accordo relativo ad investimenti diretti e al rafforzamento dei legami economici fra Giappone, Corea del Sud e Cina. Qualora laccordo dovesse essere raggiunto, si aprir la strada alla firma anche di un Free Trade Agreement fra i tre Stati. Inoltre, nellultimo summit del 21-22 maggio 2011, sono Copyright Equilibri 2012

stati compiuti anche decisivi passi in avanti per quanto concerne le relazioni bilaterali tra Cina e Giappone, in stallo dal 2010 dopo lincidente diplomatico avvenuto nel settembre dello stesso anno di fronte alle isole Senkaku/Diaoyu, contese da Pechino e Tokyo. Lutilit del summit trilaterale potrebbe riflettersi nella ripresa delle negoziazioni tra Giappone e Corea del Sud, in stallo dal 2004, per il raggiungimento di un Free Trade Agreement bilaterale. Tuttavia, su questo punto, rimangono ancora degli ostacoli da superare, soprattutto a causa delle preoccupazioni del mondo economico sudcoreano. Difatti, sebbene i due Paesi figurano reciprocamente come terzo partner commerciale, il Giappone detiene un surplus in tema di scambio commerciale bilaterale, soprattutto grazie alla massiccia presenza di imprese ed investitori nipponici nel crescente mercato sudcoreano. Per questa ragione, Seoul teme che un accordo di libero scambio aumenti tale gap a favore di Tokyo. Osservando le dinamiche dellinterscambio commerciale bilaterale tra Giappone e Corea del Sud degli ultimi venti anni, emerge una progressiva normalizzazione della situazione e se nel 1965 linterscambio si attestava sui 220 milioni di dollari, nel 2010 il volume totale degli scambi ha superato i 92 miliardi di dollari. Tale trend conferma un concreto sviluppo della partnership economica, dinamica confermata da un importante accordo dellottobre scorso teso a rafforzare le rispettive valute per far fronte alla crisi economica europea. Inoltre, Tokyo ha avviato i colloqui con Washington per lingresso nel TPP (Trans-Pacific Partnership), mossa che conferma la volont nipponica di raggiungere unautonomia economica e che tuttavia ha sollevato i malumori della Corea del Sud, la quale non fa parte del TPP. Fredda reazione anche in Giappone per lapprovazione, da parte del Parlamento americano nellottobre scorso e di quello sudcoreano nel novembre, del KORUS FTA (Korea-US Free Trade Agreement), patto firmato dai due Paesi nel 2007, ma effettivo soltanto a partire dal 15 marzo prossimo. Nel complesso intreccio di interessi nella regione, vediamo come Corea del Sud e Giappone premano in direzione di un rafforzamento dei legami politici, economici e militari con gli Stati Uniti, principalmente in ottica di contenimento di Cina e Corea del Nord. Inoltre, vediamo come stia lentamente prendendo forma una collaborazione sempre pi stretta, soprattutto in ambito militare, tra Tokyo e Seoul. Tale cooperazione rischia tuttavia di causare unescalation delle tensioni sia con Pechino che con Pyongyang, che, naturalmente, non vedono di buon occhio il rafforzamento di un fronte comune che vada inoltre a vantaggio degli interessi strategici degli USA. Occorre ricordare come la Cina sia il pi importante partner commerciale sia di Seoul sia di Tokyo Copyright Equilibri 2012

e soprattutto lalleato pi importante del regime nordcoreano, fattori, entrambi, che potrebbero spingere a maggiore cautela i governi giapponese e sudcoreano.

Conclusioni
Le relazioni bilaterali tra Giappone e Corea del Sud, soprattutto negli ultimi anni, hanno indubbiamente effettuato dei decisivi passi in avanti sulla strada di una sempre pi completa pacificazione. Entrambi gli Stati sono impegnati nella creazione di unarchitettura regionale che permetta di rispondere in modo efficace ed effettivo allinfluenza della Cina e alle incertezze che regnano intorno al regime nordcoreano. Tuttavia, se da una parte gli Stati Uniti si propongono come regia che muove i fili di tale collaborazione, dallaltra parte il cammino verso una completa normalizzazione dei rapporti tra Tokyo e Seoul costellata di una serie di ostacoli, principalmente di natura storica. indubbio che la Cina non veda di buon occhio la creazione di unalleanza sostenuta dagli USA, motivo per il quale Pechino cerca di contrastare il ruolo americano nella regione cercando di stringere accordi di natura commerciale con Giappone e Corea del Sud. Come visto in precedenza, le contrapposizioni tra i due Paesi sono essenzialmente legate al passato e ad oggi costituiscono una materia su cui entrambe le parti non riescono a dialogare, ma su cui anzi viene privilegiato lo scontro diplomatico. Tuttavia, pur vero che, soprattutto negli ultimi anni, Seoul e Tokyo hanno effettuato decisivi passi in avanti in materia di normalizzazione a livello politico, economico e militare. Per tale motivazione, appare certamente credibile e fattibile un superamento di tali contrapposizioni, nellottica di creare una solida partnership che vada a beneficio della stabilit regionale e globale.

Tutti i diritti riservati: permesso luso personale dei contenuti pubblicati da Equilibri.net solo a fini non commerciali. Lutilizzo commerciale, la riproduzione, la pubblicazione e la distribuzione pu avvenire solo previo accordo con Equilibri.net. La foto di copertina ripresa da Internet, quindi valutata di pubblico dominio. Qualora l'autore fosse contrario all' utilizzo, la redazione si impegna all'immediata rimozione previa richiesta allindirizzo e-mail info@equilibri.net

Copyright Equilibri 2012

Potrebbero piacerti anche