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29 carte bollate: atti di compravendita. 30 croce: l a f i r m a di M a z z a r , che era analfabeta. 31 scudo di pietra: l o s t e m m a d e l l a f a m i g l i a n o b i l e che di s o l i t o e r a posto s o p r a i l p o r t o n e d e l palazzo nobiliare.

. 32 chiusa limitrofa: a p p e z zamento confinante. 33 prendere pel collo M a z z a r : p r e t e n d e r e da M a z z a r un prezzo eccessivo. 34 mezzadri: c o n t a d i n i c h e coltivano l a t e r r a s e c o n d o un c o n t r a t t o a g r i c o l o p e r cui i l g u a d a g n o d i v i s o t r a i l proprietario e i l contadino che lavora. 35 malannate: a n n a t e di s c a r s i raccolti.

sacco. - Costui vuol essere rubato per forza! - diceva Mazzar, e schia tava dalle risa quando i l barone gli dava dei calci nel di dietro, e si fregarla schiena colle mani, borbottando: C h i minchione, se ne stia a casax l a roba non di chi l'ha, ma di chi la sa fare. Invece egli, dopo che ebb fatta la sua roba, non mandava certo a dire se veniva a sorvegliare la msse o la vendemmia, e quando, e come; ma capitava all'improvviso, a piedi o i cavallo alla mula, senza campieri, con un pezzo di pane in tasca; e dormiv accanto ai suoi covoni, cogli occhi aperti, e lo schioppo fra le gambe. In tal modo a poco a poco Mazzar divenne padrone di tutta la roba de barone; e costui usc prima dall'uliveto, e poi dalle vigne, e poi dai pasce li, e poi dalle fattorie e infine dal suo palazzo istesso, che non passava gio: no che non firmasse delle carte bollate 2 9 e Mazzar ci metteva sotto la su, brava croce 3 0 . A l barone non rimase altro che lo scudo di pietra 3 1 ch'er prima sul portone, ed era la sola cosa che non avesse voluto vendere, dicer. do a Mazzar: - Questo solo, di tutta la mia roba, non fa per te - . Ed e: vero; Mazzar non sapeva che farsene, e non l'avrebbe pagato due baioc chi. Il barone gli dava ancora del tu, ma non gli dava pi calci nel di dietr : - Questa una bella cosa, d'avere la fortuna che ha Mazzar! - diceva I gente; e non sapeva quel che ci era voluto ad acchiappare quella fortum quanti pensieri, quante fatiche, quante menzogne, quanti pericoli di ar. dare in galera, e come quella testa che era un brillante avesse lavorato gic: no e notte, meglio di una macina di mulino, per fare la roba; e se il pr: prietario di una chiusa limitrofa 3 2 si ostinava a non cedergliela, o voleprendere pel collo Mazzar 3 3 , dover trovare uno stratagemma per costringerlo a vendere, e farcelo cascare, malgrado la diffidenza contadinesca. 1 gli andava a vantare, per esempio, la fertilit di una tenuta la quale ne : produceva nemmeno lupini, e arrivava a fargliela credere una terra pr: messa, sinch i l povero diavolo si lasciava indurre a prenderla in affitti per specularci sopra, e ci perdeva poi il fitto, la casa e la chiusa, che Mazzi r se la chiappava, per un pezzo di pane. E quante seccature Mazzar c: veva sopportare! I mezzadri 3 4 che venivano a lagnarsi delle malannate 35 . ; debitori che mandavano in processione le loro donne a strapparsi i capelli e picchiarsi il petto per scongiurarlo di non metterli in mezzo alla strac, col pigliarsi il mulo o l'asinelio, che non avevano da mangiare. - L o vedete quel che mangio io? - rispondeva lui - pane e cipolla! e che ho i magazzini pieni zeppi, e sono i l padrone di tutta questa roba E se gli domandavano un pugno di fave, di tutta quella roba, ei diceva: Che, vi pare che l'abbia rubate? N o n sapete quanto costano per seminale, e zapparle, e raccoglierle? - . E se gli domandavano un soldo risponde' che non l'aveva. E non l'aveva davvero. Che in tasca non teneva mai 12 tari, tanti ce ne vo levano per far fruttare tutta quella roba, e il denaro entrava e usciva coro; un fiume dalla sua casa. Del resto a lui non gliene importava del der.i ro, diceva che non era roba, e appena metteva insieme una certa sonine comprava subito un pezzo d i terra; perch voleva arrivare ad avere del

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