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menticabile "Coppelia". f
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La voce calda di Fabrizio De Andr risuona dagli altoparlanti del teatro Comunale di Lonigo e dice: "Per parlare di certe cose, ci vuole pi spazio di una canzone". E' vero. Argomenti come la vita e la morte, la pace e la guerra, l'amore e l'odio, la felicit, la noia, l'allegria, la tristezza sono troppo grandi per poter essere compressi in quattro strofe e un accordo. Quelli che una canzone riesce a esprimere sono semmai solo frammenti di emozioni, piccoli spunti per ragionarci un po' su e da approfondire poi con calma, magari facendosi aiutare da un buon libro. Parte da qui il lavoro che i musicisti della Piccola Bottega Baltazar hanno compiuto sull'eredit musicale lasciata dal cantautore genovese e che hanno condensato in un reci-
tal intitolato "La cattiva strada. Ballata per Fabrizio De Andr", presentato con successo al teatro leoniceno. Non un'esibizione delle solite cover band che, sfruttando la voce impostata del cantante e pescando a piene mani nel vasto repertorio di Faber, mettono insieme un nostalgico repertorio di successi, ma uno spettacolo colto e pieno di pathos nel quale la musica si alterna con felice intuizione alla parola e all' immagine. Oltre ai quattro musicisti della Piccola Bottega Baltazar sono infatti in scena due altri protagonisti: Filippo Tognazzo, che legge e drammatizza alcuni testi scelti per la loro affinit di spirito e contenuto con i brani in scaletta, e Guido Ostanel, editore di un fumetto che il disegnatore Sergio Algozzino ha dedicato ad alcuni dei pi noti personaggi creati dalla fantasia di De Andr. Ostanel si ritaglia il ruolo
ConlaBaltazar ancheTognazzo
di annunciatore dei vari quadri di cui si compone lo spettacolo e le sue parole rimbalzano su uno schermo che riproduce le immagini del libro. Il gioco di trovare un testo letterario che si sposi alla vena poetica di De Andr inizia con il vibrante elogio di Geroges Brassens a "La cattiva reputazione", affiancato a due brani
berto Saba, uno con "Le spleen de Paris", l'altro con "La citt vecchia", sembrano fatti apposta per rievocare le prime canzoni di Faber, quelle dedicate ai vicoli pi sordidi della sua Genova, alle giovani prostitute, al "tipo strano che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano". Sulla stessa scia, con letture tratte da "La ballata delle madri" di Pier Paolo Pasolini e dal film francese "La maman e la putain", si crea lo spazio per canzoni come "Bocca di rosa" e "Il bombarolo" e di altre ("Volta la carta", "Don Raffa" e "Hotel Supramonte") nelle quali la vena musicale di De Andr incrocia felicemente le rime del veronese Massimo Bubola. Il bis concesso dopo i fragorosi applausi del pubblico mette in mostra un'altra caratteristica della Piccola Bottega Baltazar, quella legata alla ricerca sulla musica popolare e ben illustrata dalla struggente ninna nanna "A foghi spenti". Poi, una movimentata versione di "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" con Filippo Tognazzo del doppio ruolo del "sire vincitor" e della pretenziosa pulzella, manda tutti a casa di buonumore. f
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