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CORRIER ECONOMIA

LUNED 12 DICEMBRE 2011

Persone, reti e consumi

TECNOLOGIA & PASSIONI


dollari spesi per gli spot su Twitter questo il costo giornaliero dello spazio pubblicitario di fianco ai trend sulla rete dei cinguettii: sono i temi sui quali le persone scrivono pi tweet nel preciso momento in cui si guarda il sito. Negli ultimi tre mesi il record sono stati i 35 mila tweet allora per #ThankYouSteve, quando Jobs morto. #OccupyWallStreet, invece, non ha mai toccato i 9 mila tweet allora, anche se il trend durato di pi.

Boom dei regali acquistati con il tablet I pi entusiasti dello shopping online sono i consumatori Usa con liPad o altro tablet: l87% lo user per i regali di Natale, dice Equation research, spendendo in media 325 dollari, soprattutto per vestiti e giocattoli (il 38% pensa di comprarli). Met del campione fa gli acquisti dal divano, il 20% dal letto.

120.000

Baldwin vittima dei videogame La mania dei giochi online costata cara allattore Alec Baldwin, cacciato da un aereo AA in partenza perch si rifiutava spegnere il telefonino dove stava giocando a Words With Friends. Il popolare gioco di Zynga (si compete con gli amici in tempo reale) ha 4,4 milioni di utenti attivi al giorno.

Lanalisi

Retromarce La scoperta: Facebook, YouTube and C. fanno bene. Il Politecnico di Milano: Un errore impedirne laccesso ai dipendenti

Ma prima bisogna imparare larte di conversare


DI EDOARDO SEGANTINI

Aziende Aprite i computer ai social network


Telecom e Vodafone rispondono ai clienti con Twitter, Ibm lancia 80 blog, Intesa Sanpaolo punta sui wiki Cos le imprese usano il web 2.0 per migliorare il clima di lavoro e fare affari. Ma la met lo teme ancora
DI ENRICO GRAZZINI

interesse delle aziende per i social network certamente un fatto positivo, ma non sicuro che tutte abbiano capito a fondo i meccanismi di base. In un certo senso la situazione del web 2.0 di oggi ricorda la seconda met degli anni Novanta, quando le imprese scoprirono Internet. Allora l'importante era essere in Rete, avere un sito, cos come oggi fondamentale essere su Facebook e su Twitter. Ma allora come oggi, se si vuole vincere, il gioco bisogna prima di tutto conoscerlo. E la prima cosa da sapere che, per trarre vantaggio dallo stare in una comunit virtuale, bisogna gestire bene le conversazioni. Beh, che ci vuole? Pu pensare qualcuno. In realt tuttaltro che semplice. Alcune aziende usano Facebook nella fase post-vendita un po' in alternativa o integrando il lavoro del call center, ad esempio per gestire i reclami. Ma non sempre dimostrano di saper ascoltare ci che viene detto e, soprattutto, di saper rispondere in modo adeguato. La cosa bella che sovente sono altri consumatori a rispondere, indicando la so-

e aziende stanno imparando a usare i social network e i blog, Facebook, Twitter e YouTube. C ancora molta diffidenza, ma un fatto certo: la concorrenza globale si gioca sullintelligenza e le tecnologie sociali sono diventate indispensabili per incoraggiare la condivisione delle conoscenze. Sono la leva competitiva delle imprese per fare circolare le informazioni, riorganizzare i processi, aumentare la produttivit, innovare e raggiungere obiettivi di business. Met delle aziende italiane ha ancora timore a utilizzare tecnologie aperte non facilmente controllabili dice Mariano Corso, responsabile scientifico Osservatorio 2.0 alla Scuola di Management del Politecnico di Milano . Imprese ed enti pubblici inibiscono ancora laccesso a Facebook o a YouTube. Ma se il personale perde tempo con Facebook o YouTube la responsabilit non delle tecnologie: un dipendente pu sprecare tempo anche alla macchinetta del caff. La colpa piuttosto di chi non li istruisce sul loro buon uso e non d motivazioni. Del resto, dora in poi sar praticamente impossibile non usare le reti sociali.

I 10 marchi pi amati su Facebook

zioni aggiornamenti in diretta su prodotti e servizi. Con Twitter un cliente pu fare domande e ricevere risposta in meno di un minuto. Marco Patuano e Paolo Bertoluzzo, rispettivamente amministratori delegati di Telecom Italia e Vodafone Italia, rispondono personalmente a centinaia di persone sulle strategie e le dinamiche delle loro aziende.

Le multinazionali
La diffusione di terminali mobili come gli smartphone e i tablet elettronici uno stimolo alladozione delle tecnologie di collaborazione dice Corso . Ma in Italia i social network sono considerati rilevanti solo da un terzo delle medie e grandi aziende. Le pi sensibili sono le multinazionali di consulenza, informatica, telecomunicazioni e progettazione. Eni sta facendo partire il progetto Moka di social network per favorire la progettualit e la collaborazione dal basso: sperimentata per ora da 700 persone, coinvolger tutti i collaboratori Eni nel mondo. Unicredit ha attivato 55 business community partecipate da oltre 10 mila dipendenti di dieci Paesi; la sua nuova Intranet aziendale raggiunger tutti i circa 160 mila dipendenti del gruppo in 22 Paesi. Le tecnologie sociali di collaborazione coinvolgono potenzialmente tutte le funzioni aziendali, dai sistemi informativi alla comunicazione, dal marketing al commerciale, allamministrazione. Ma i vincoli pi forti sono culturali e organizzativi dice Corso . Gerarchie troppo rigide possono frenare le innovazioni; ed difficile fare collaborare in Rete persone non abituate a cooperare nella normale vita aziendale. Occorre che liniziativa sia diretta dal top management. E che le aziende premino chi condivide le conoscenze.
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Incubatori di idee
Oltre 20 milioni di italiani sono registrati su Facebook e milioni di clienti fanno domande ed esprimono giudizi via Internet. Allinterno delle imprese i nuovi assunti sono abituati a usare le reti sociali per comunicare, chiedere consigli e trovare soluzioni. I collaboratori aziendali vogliono essere pi coinvolti dice Roberto Battaglia, responsabile formazione in Intesa Sanpaolo . Occorre sfruttare il capitale intellettuale che c in azienda. possibile usare i blog e i wiki come incu-

La regola base gestire bene il dialogo con i propri fan


luzione al problema, e in questi casi si genera un efficace flusso di informazioni dal basso al basso. Per questo meccanismo di disintermediazione non spontaneo n automatico, ma va al contrario gestito con attenzione, accuratezza e assiduit. Non farlo corrisponde a commettere il tipico errore degli anni Novanta, quando alcune aziende andavano su Internet ma poi non aggiornavano i propri siti. L'importante insomma non avere un milione di fan, meglio la met ma stabilendo con loro e tra loro un dialogo vivo. Tenendo a mente che un cliente arrabbiato trasmette la sua irritazione a tutta la comunit, danneggiando la reputazione dell'azienda. Per evitare che questo accada bisogna dargli risposte serie, veloci e convincenti. Chi racconta bugie di solito viene smascherato. Essere su Facebook in altre parole vuol dire prendere un impegno: meglio non esserci, se non si sicuri di saperlo mantenere. esegantini@corriere.it
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batori per le nuove idee. Le aziende che non si adeguano rischiano di rimanere indietro. Una recente ricerca di Burson Marsteller indica che l85% delle prime 100 imprese globali usa gi almeno un network sociale. YouTube utilizzato da centinaia di imprese per fare marketing e trasmettere video di istruzioni e tutorial. Su Facebook i clienti possono diventare fan delle aziende prefe-

rite, esprimere desideri e ricevere servizi on demand. Google ha appena lanciato una piattaforma di social network per le aziende. Grazie a Facebook and company le imprese possono ascoltare le opinioni dei clienti, personalizzare i servizi e rispondere alle critiche. In tre anni abbiamo raccolto 8 mila idee dai clienti che visitano il sito del Mulino Bianco dice Pepe Moder, respon-

sabile marketing digitale Barilla . E alcuni stimoli sono molto buoni. Recentemente, per esempio, su richiesta dei clienti, abbiamo rilanciato una linea di prodotti che avevamo cessato. Ibm cura circa 80 blog su Internet per comunicare con i professionisti delle aziende clienti, aggiornarli sui prodotti e rispondere a eventuali problemi. Twitter consente di fornire ai clienti informa-

Risposte europee Anche per sviluppare gli affari lultima tendenza socializzare. Utilizzando liPhone o Android. Il caso Wiktik

Viadeo, il rivale mobile di Linkedin


francese e ha 40 milioni di iscritti. Mette in rete i professionisti. Con il telefono
gni giorno registra 30 mila nuovi iscritti nel mondo. Manager, professionisti, giovani imprenditori. Con una crescita del 60% in Cina e del 35% in India, ma anche con una forte accelerazione in Italia, dove conta gi 1 milione e 100 mila aderenti. Viadeo il social network professionale con 40 milioni di iscritti, principale concorrente di Linkedin. Non americano: ha le sue roccaforti in Francia, Italia, Spagna. La scorsa settimana stato tra i partner, con Google, Facebook, Linkedin, Ibm e Microsoft, della pi

grande conferenza europea dedicata alla rete e al Social business, LeWeb 11, a Parigi dal 7 al 9 dicembre. La tendenza emersa riassunta in una parola: Solomo, che vuol dire Social-local-mobile. Socializzare il business il nostro scopo, per offrire non solo visibilit, ma reali opportunit di scambio spiega Dan Serfaty, 45 anni, cofondatore di Viadeo, su cui ha investito dal 2005, e attuale amministratore delegato . Siamo una rete professionale globale, ma allo stesso tempo multilocale: il 90% delle relazioni si svilup-

pano allinterno dello stesso Paese e nella stessa lingua. E i dispositivi mobili sono lasse di sviluppo per il 2012. Abbiamo gi lapplicazione per iPhone e Android, ma non basta. Stiamo sviluppando applicazioni mobili che siano realmente utili per fare affari, oltre a funzioni di ricerca molto pertinenti. questa la strategia per diversificarsi da Linkedin (nato nella Silicon Valley,

Idea Dan Serfaty, cofondatore e amministratore delegato di Viadeo

attivo dal 2003, con 135 milioni di utilizzatori, il 41% negli Usa). Laltra novit di Viadeo da inizio 2012 sar la Videochat, per entrare meglio in relazione con possibili clienti, partner commerciali o investitori. Pensiamo soprattutto a imprenditori e commercianti, precisa Serfaty. Diverso lapproccio di unaltra comunit professionale nata questanno: Wiktik, fondata da una start-up francese nel parco tecnologico di Sophia Antipolis, che sta crescendo del 30%. Negli ultimi tre mesi stata consultata da 220 mila persone, delle quali 30 mila professionisti e 12 mila imprese diventati membri attivi. Il concetto semplice, rispondere alla domanda: Di che cosa avete

bisogno?. Facile da usare e gratuita, Wiktik si basa sullo scambio di annunci tra i partecipanti. Il segreto rendere semplici e immediati i contatti tra professionisti che devono risolvere dei problemi. Basta mettere un annuncio mirato di due-tre righe per avere le risposte dice Chantal Bourratire, cofondatrice e presidente . Facciamo guadagnare tempo a chi cerca uno stage, un impiego, una partnership o dei clienti. Il mese scorso Wiktik ha ottenuto un finanziamento in venture capital di 420 mila euro da 2Cinvest, Paca Investissement- Turenne Capital.
CHIARA SOTTOCORONA
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