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Onorevole Ministro si vuole con tale atto sottoporre alla sua attenzione la discrasia

delle azioni poste in essere, all'interno del Dicastero di sua competenza, dall'ufficio
personale militare e, più in generale, dallo Stato Maggiore delle FFAA, organo
sottoposto al Suo controllo, richiedendone pertanto una dovuta spiegazione: in
particolar modo per quel che concerne i provvedimenti adottati dalla stessa
amministrazione della Difesa nel merito del diritto di tutti gli uff.li ausiliari - di cui
all'art.21 lett. a) e c), L.n. 215/2001 – all'accesso alle procedure di stabilizzazione
Si antepone alle considerazioni nel merito di quanto appena anticipato, una
riflessione personale: pur essendo consci del fatto che tale situazione si sia venuta a
creare per un atteggiamento di lassismo da parte della precedente Amministrazione
di centro sinistra (precipuamente dell'On. PARISI), che, per evitare conflitti con lo
Stato Maggiore delle FFAA (insomma per un quieto vivere degno della peggiore
politica), ha letteralmente subito il dictact dello stesso, svilendo proprio la carica
da lei ricoperta, siamo altrettanto convinti che ora il dicastero debba tornare nelle
mani di un esperto politico e non di una cricca di ufficiali delle FFAA;
diversamente ne verrebbe a subire un sicuro decadimento la Sua figura politica e
più in generale quella dei futuri Ministri della Difesa, non dimenticando la
malcelata anticostituzionalità di detto atteggiamento: è una questione di “dignità
politica” che tocca tutto il consesso parlamentare.
Si cercherà, di seguito, di mettere in luce, tramite una obbiettiva analisi della
normativa speciale inerente gli ufficiali delle FFAA., determinati elementi di diritto
inerenti la stabilizzazione degli ufficiali ausiliari delle FFAA con particolare
riferimento al Corpo delle Capitanerie di Porto, così come positivizzato nella
L.n.296/2006, cc.417 e seguenti, 519 e seguenti , e c.570 art.1 della citata legge.
La L.n.296/2006 all'art.1, comma 519, individua i soggetti beneficiari delle
procedure di stabilizzazione, sottolineando una priorità nel merito del trattenimento
in servizio degli Uff.li Ausiliari delle FFAA; allo stesso tempo dispone che parte
del fondo di cui al C.96 L.n.311/2004 venga utilizzato per la procedura appena
citata.
Detto fondo è stato istituito con la legge finanziaria 2005 per le assunzioni di tutto
il personale della P.A. soggetto al blocco delle assunzioni, ivi compreso il
personale militare non soggetto alla “professionalizzazione” (art.1 c.95
L.n.311/2004): gli Ufficiali delle FFAA (prioritariamente c.97 L.n.311/2004);
infatti, durante lo stesso 2005 l'assunzione in servizio permanente effettivo (id est:
a tempo determinato) di tutti gli uff.li delle FFAA (Corpo delle Capitanerie di Porto
e Arma dei Carabinieri inclusi) è avvenuta grazie al fondo di cui all'art.1, c.96
L.n.311/2004.
Per una completa e corretta valutazione si rappresenta che, dal combinato del
disposto normativo di cui Legge 27 dicembre 2006, n. 296 art. 1 cc. 519, 526, 417,
419, risulta chiaro il divieto per le Amministrazioni destinatarie delle risorse per la
stabilizzazione di ricorrere a nuovi rapporti di lavoro precario nei cinque anni
successivi all'attribuzione delle stesse.
Nel merito, poi, della citata “professionalizzazione”, al c.570 della stessa legge si
riferisce che i soli oneri previsti dalla tabella A (il cui fondo è destinato
all'assunzione del solo ruolo truppa) allegata alla legge 14 novembre 2000, n. 331,
nonche' dalla tabella C (anch'essa afferente il solo ruolo truppa) allegata alla
legge 23 agosto 2004, n. 226, sono ridotti del 15 per cento in ragione d'anno a
decorrere dall'anno 2007”.
La legge istitutiva “del servizio militare professionale”, L.n.331/2000, infatti,
all'art.3 comma 1 stabilisce che gli unici militari destinatari del provvedimento e
dell'annessa tabella “A” - testé riportata -, siano coloro i quali appartengano al
ruolo truppa, ordinando, nello stesso tempo, la riduzione in termini di unità
(190.000) dell'organico delle FFAA; contestualmente prevede l'esclusione
dell'Arma dei Carabinieri, e del Corpo delle Capitanerie di Porto da detta
disposizione.
Preme ricordare, comunque, che detta procedura di contrazione era già in corso a
far data dal D.Lgs.n.490/97, e che anche in quel frangente il Corpo delle
Capitanerie di Porto al pari dei Carabinieri era svincolato dal dettame in parola; il
Corpo infatti è in fase di potenziamento dell'organico (in particolar modo della
categoria degli ufficiali), ai sensi della Legge 13 Febbraio 1990, n.23, nella Legge
6 Agosto 1991, Legge n.255 (Artt.1, 3, 7, 8), ed, infine, nella Legge 30 Novembre
1998, n.413.
A suffragare quanto testé detto intervengono D.Lgs. 30 Dicembre 1997, n. 490
Art.1, c.1, ed Art. 60, la L. 14 Novembre 2000, n.331 Art.3, c.1, lett.a), ed,
infine, il D.Lgs. 8 maggio 2001, n.215 Artt.1, 2, 3; infatti dal combinato di dette
norme si evince che la diversa dipendenza economico-funzionale, dal Dicastero
delle Infrastrutture e Trasporti, del “Corpo” rispetto alle tre FFAA, imponga una
redazione separata degli stessi decreti sull'organica (Art.1, c.1, ed Art. 60, D.Lgs. n.
490/1997); al fine di dirimere la questione posta in essere, risulterebbe, pertanto,
utile e necessario l'intervento collaborativo (oltre che dovuto ai sensi dell'art.3 della
L.n.84/94) dell'On. Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Alteo MATTEOLI,
quanto alla richiesta di spiegazioni nel merito della questione relativa gli Uff.li
Ausiliari del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Detto “Corpo”, infatti, rinviene i fondi per l'assunzione ed il conseguente
mantenimento in servizio del proprio personale del ruolo ufficiale dai “fondi
strutturali” del Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alieni dai fondi
destinati alla “professionalizzazione” delle FFAA; diversamente, ma con fondi
ugualmente separati dalla professionalizzazione, avviene, per il personale
“ufficiale” di Esercito, Marina, Aeronautica che rinviene gli oneri finanziari per
l’assunzione tra i fondi strutturali del Dicastero della Difesa, pertanto non
riconducibili al disposto di cui all'art.3, c.1, lett. a), L.n.331/2000, all'art.23, c.2,
L.n.226/2004, e, come logica conseguenza, all'art.1, c.570 L.n.296/06.
Un esame obbiettivo dei fatti, però, non può prescindere da una considerazione
generale, peraltro, affermata dal dicastero della Funzione Pubblica e confermata
dalla sentenza della Camera di Consiglio del 30.1.2008 sul ricorso n.4229/2007,
R.G.R., nella quale la terna giudicante ha giustamente sottolineato che il fondo, di
cui all'art.1, c.96, della L.n.311/2004, non ha un legame imprescindibile od una
netta disgiunzione da determinate amministrazioni, bensì da specifiche procedure
di assunzione.
Infatti, la normativa sulla stabilizzazione è eccezione alla norma comune che
regolamenta l’immissione nei ruoli del servizio permanente della P.A., e parimenti
il diniego di accesso al fondo di cui all’art.1 c.96 L.n.311/2004, è valido solo per
quel che attiene le procedure ordinarie di concorso; ma la stabilizzazione è per
l'appunto procedura straordinaria d'assunzione: tutti gli ufficiali delle FFAA sono
pertanto autorizzati a beneficiarne; anche se, come già menzionato, questi stessi
non sono esclusi da quanto stabilito all'art.1 c.96, L.n.311/04.
Di più, l’ultimo Documento programmatico del Corpo delle Capitanerie di Porto
datato 2006, quanto a personale, detta l’esigenza di un aumento di ufficiali
subalterni del servizio permanente, riscontrabile in 100 unità circa, rispetto
all'organica (comprensiva di forza ausiliare) che in detto anno (2006) non soffriva
l'attuale deficit della categoria degli uff.li subalterni.
In particolare si segnala che, rebus sic stantibus, l’unico “Corpo” con competenze
di Polizia Giudiziaria, interessato alla lotta al contrasto dell’immigrazione
clandestina, che non abbia beneficiato, nei provvedimenti adottati dall'attuale
compagine governativa, ancorché nelle possibilità, di una disposizione volta alla
tutela dell’efficienza del servizio reso dal Corpo stesso, e, quindi, del proprio
personale ruolo “ufficiale”, è quello delle Capitanerie di Porto; nonostante questo
stesso venga ritenuto dallo schieramento parlamentare tutto, ma, in particolare
dall'attuale “maggioranza”, di fondamentale importanza, alla stregua delle altre
forze di polizia ( a partire già dalla L.n.189/2002 - c.d. BOSSI-FINI - e dal Decreto
interministeriale datato 14/07/03 - Disposizioni in materia di contrasto
all'immigrazione clandestina), per la lotta al contrasto dell'immigrazione
clandestina: guarda caso, punto nodale della campagna elettorale.
Ciò detto proprio quando gli sbarchi degli immigrati clandestini stanno triplicando.
In tal senso si gradirebbe, per quanto di competenza, ottenere un utile intervento
collaborativo anche dell'On. Ministro dell'Interno Roberto MARONI ai sensi e per
gli effetti di quanto previsto agli artt. 55, 57 cc.1, 2, 3 del C.P.P., all’art. 21 legge 

963/65 e all’art. 23 legge 979/82.
Vi è, infatti, da sottolineare che il precedente governo di sinistra, disattendendo le
disposizioni di cui alle leggi citate (ed in particolare L.n.189/2002 - c.d. BOSSI-
FINI), ha privato il sopra riferito "Corpo" di unità essenziali ai normali compiti
d'istituto.
In particolare si segnala la necessità di uff.li subalterni, impiegati nel servizio di
guardia, in attività di vigilanza, prevenzione e contrasto dell'immigrazione via
mare, oltreché diretti responsabili dell'organizzazione, del coordinamento e della
messa in opera di tutte le operazioni di Polizia Giudiziaria; dei conseguenti
controlli, infatti, è richiesta notizia certa da parte della Comunità Europea; in caso
di mancata comunicazione, o, peggio, assenza di dette ispezioni, la stessa provvede
ad avviare le procedure di sanzione avverso il paese inadempiente (vedasi quanto
occorso al nostro paese a fine 2007 per carenze di controllo dell'attività di pesca
del “tonno rosso”); la mancanza di detto personale, quindi, verrebbe a determinare
una spesa, piuttosto che un guadagno, per lo stesso Stato.
Nonostante quanto appena esposto lo Stato Maggiore della Difesa, di concerto con
l'ufficio personale militare, arrogando a se il diritto di decisione ultima e la stessa
gestione finanziaria dello Stato, ha avviato le procedure di stabilizzazione per i soli
uff.li dell'Arma dei Carabinieri (con logica conseguenza dei disposti di cui DPR
29.12.2007 e L. n. 244/2007 art.3, c. 93, che hanno posto detti uff.li dei Carabinieri
extra-organico, senza, quindi ve ne fosse una reale necessità).
Tutto ciò, senza riferirsi, per il Corpo delle Capitanerie di Porto, al Dicastero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, ignorando il combinato del disposto normativo di cui
agli artt.1, 60, D.Lgs.n.490/97 e all'art.3, L.n.84/94; quindi, palesando, con il
supporto dell'allora On. Ministro PARISI, una superficiale analisi della normativa
di settore.
Da tale atteggiamento è disceso un contenzioso che coinvolge tutti gli Uff.li
Ausiliari delle FFAA ed, in particolare, del Corpo delle Capitanerie di Porto,
risultati vincitori con sentenza del T.A.R. Lazio del 30.01.2008 (afferente, per
l'appunto, la “stabilizzazione” del personale Uff.le a tempo determinato).
Contestualmente l'Amministrazione in parola ha bandito nel corso degli anni 2007,
2008 concorsi per personale a tempo determinato siano essi per ufficiali in ferma
prefissata o per allievi ufficiali al biennio delle varie accademie militari delle
FFAA ivi compresi il Corpo delle Capitanerie di Porto e l'Arma dei Carabinieri; e,
a causa del contenzioso testé citato, di questi concorsi è stato revocato solo quello
afferente il reclutamento di uff.li ausiliari della Marina Militare nel corso dell'anno
2007.
Lo stesso Ministero della Difesa ha ulteriormente bandito concorsi per personale in
servizio permanente effettivo (in particolare quelli pubblicati in Gazzetta Ufficiale
n. 66 del 26-8-2008 e in G.U. n. 64 del 2-8-2007, e in G.U. n.8 del 29-1-2008, e
tutte le assunzioni relative agli allievi frequentanti il terzo anno delle Accademie
militari) con logica conseguente assunzione di nuovo personale a tempo
indeterminato.
Pertanto, dalla piana lettura della normativa ne consegue che:
1. il disposto di cui al c.519 si applica a tutti gli uff.li delle FFAA;
2. gli unici fondi sottoposti a riduzione sono quelli relativi agli oneri di cui alla
Tab. “A”, L.n.331/2000 e alla Tab. “C”, L.n.226/2004 , previsti per
l'assunzione e il mantenimento dei soli volontari di truppa;
3. l'assunzione di tutti gli Uff.li a tempo indeterminato (delle FFAA, ivi
compresi L'Arma dei Carabinieri, il Corpo delle Capitanerie di Porto)
avviene a mezzo di fondi alieni a quelli relativi alla
“professionalizzazione”(vedasi Tab. “A”, art.3 c1 L.331/2000, Tab. “C” e
“E” artt.23 c.2 e 28 L.226/2004);
4. per quel che concerne le tre FFAA (escluso il Corpo delle Capitanerie di
Porto e l'Arma dei Carabinieri), l'essere ricompresi in un decreto che
stabilisce un mero dato numerico non significa beneficiare di un fondo
istituito per altro diverso “ruolo”;
5. ammesso e non concesso che l'assunzione a tempo indeterminato di tutti gli
uff.li dell'Esercito, della Marina Militare e delle Aeronautica Militare si
debba ritenere vincolata al fondo sulla professionalizzazione delle FFAA di
cui alle L.nn.331/2000 e 226/2004, e che da ciò ne discenda l'esclusione al
beneficio del fondo di cui all'art.1, c.96 L.n.311/2004 (contraddicendo
quanto affermato dalla terna giudicante nella sentenza sopra citata), ci si
interroga sul motivo per il quale non si sia operato alcunché per gli Uff.li del
Corpo delle Capitanerie di Porto; essendo lo stesso escluso dalla riduzione a
190.000 unità (D.Lgs.n.490/97), e dalla “professionalizzazione” quanto a
ruolo “ufficiali” (L.n.331/2000, D.Lgs.n.215/2001, L.n.226/2004);
considerato che l'assunzione in servizio permanente effettivo degli uff.li di
detto “Corpo” avviene tramite fondi strutturali del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti ovvero anche con quanto disposto agli artt.7 e 8
L.n.255/91 (fondi notoriamente esclusi dalla “professionalizzazione”); visto
che lo stesso Tar Lazio nella camera di consiglio del 30.01.2008 ha ritenuto
gli ufficiali delle C.P., al pari degli ufficiali dell’Arma dei Carabinieri
titolari di una posizione di interesse legittimo alla conclusione del
procedimento di stabilizzazione;
6. al di là della sperequazione interna operata ai danni degli Uff.li Ausiliari
delle tre Forze Armate che - ancorché dotati del medesimo stato giuridico
dei parigrado dell'Arma dei Carabinieri - si sono visti negato il trattenimento
in servizio nelle more della conclusione delle procedure di stabilizzazione,
vi è una ulteriore discrasia: l'Amministrazione della Difesa continua a
selezionare personale a tempo determinato perfino all'interno dell'Arma dei
Carabinieri nonostante si acclarato il beneficio - inerente processo di
stabilizzazione - goduto, in termini economici, dalla stessa Arma;
7. la decisione di assumere nuovi Uff.li delle FFAA a tempo determinato
parrebbe essere in contrasto con il disposto normativo di cui ai c.417 e
seguenti e c.519 e seguenti, art.1 L.n.296/06; infatti, trattasi di
amministrazione della Difesa di cui gli Uff.li dei Carabinieri fanno parte al
pari di tutti i colleghi delle tre FFAA;
8. mentre la determinazione nel merito dell'assunzione di nuovi Uff.li a tempo
indeterminato (sempre delle FFAA), pur sapendo di poter essere costretta ad
assumerne altrettanti nei prossimi mesi, essendo in corso un contenzioso con
gli Uff.li Ausiliari congedati nel corso dell'anno 2007 (parte dei quali
risultati già vincitori presso il Tar Lazio), sembrerebbe avvenire a discapito
di qualsivoglia principio di buona gestione e buon andamento
dell'Amministrazione, oltreché essere lesiva del dovuto rispetto di tutti gli
interessati tra gli uff.li delle Forze Armate: siano essi già stati assunti od “in
procinto di”; il proprio destino e futuro lavorativo potrebbe cambiare da un
momento all'altro.
Si richiede, pertanto, a lei sig Ministro, ai sensi e per gli effetti del principio di
proporzionalità, di ragionevolezza, ma, soprattutto, di buon andamento
dell'Amministrazione, in particolare, così come positivizzati nell'art.97 della
Costituzione nell'art.1 della L.n.241/90, oltre che dall'esame combinato del
disposto normativo di cui all'art.1, commi 417, 419, 519, 526, L.n.296/2006, di
voler procedere, con estrema urgenza, ad una valutazione nel merito dei
recenti bandi volti all'assunzione in servizio a tempo determinato ed
indeterminato, considerando l'opportunità della sospensione dal servizio di
tutto il personale già reclutato/assunto ovvero, ove possibile, di
revocare/sospendere i bandi stessi, a far cominciare dalla data dall'inizio del
contenzioso, o a partire dal 30.01.2008 (giorno della sentenza T.A.R. Lazio),
quantomeno per la componente afferente il sopra richiamato Corpo delle
Capitanerie di Porto.
In alternativa, per quel che attiene la Marina Militare ed in particolare per il
Corpo delle Capitanerie di Porto, considerata la necessità di controllo e tutela
del territorio nazionale, tramite la lotta volta alla prevenzione ed al contrasto
dell’immigrazione clandestina, ed i servizi di Polizia Giudiziaria richiesti dalla
Comunità Europea, e, quindi, in particolare, del servizio svolto dagli Ufficiali
Subalterni del “Corpo”, valutare l'opportunità, di concerto con i Dicasteri
competenti (Infrastrutture e Trasporti, Interni), di un richiamo per titoli in
servizio permanente effettivo, quantomeno del personale ausiliario
raffermato, ultimo congedato (anno 2007), di cui all'art.21 lett.a) e c),
D.Lgs.n.215/2001; di più, valutare una soluzione alternativa per tutti quegli
uff.li di cui all'art.21 lett. c), Legge citata, (V e VI corso) per i quali non sia
stato bandito apposito concorso di “rafferma”.

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