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IL PRIMO COLLOQUIO: DALLA DIAGNOSI COMPLESSA ALLA

DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI TRATTAMENTO

MODULO 6
Riepilogo

UNIT 2
La Valutazione

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a cura di: Dott. Francesca Mastrantonio - IIRIS www.FormazioneContinuaInPsicologia.it
1
© 2012-2016 Tutti i diritti riservati.
Un caso clinico: Colloquio con MARIA allo sportello d’ascolto di scuola

M: forse sulla separazione dei miei, dunque mio padre aveva una relazione già durante il matrimonio, diciamo circa un anno
forse 2 anni prima che i miei genitori si separassero, quindi c’era crisi per quello che mi è stato detto. Mio padre di questa
persona è tutt’ora innamorato perciò i miei si sono separati e niente si sono separati da 6 anni , tra l’altro noi prima abitavamo a
F…. e ci siamo trasferiti a Roma all’Eur e mio padre invece abita a T…. dall’altra parte di Roma..

T: ci siamo trasferiti? cioè tua madre..


M: io mia madre e mio fratello, e quindi mio padre dunque abita a T…. con la sua compagna e da 4-5 anni, noi abitiamo all’eur
con noi c’è una persona, il compagno di mia madre, che abita con noi e questo è un grave problema per me perché non ci vado
per niente d’accordo. Non è che sono gelosa di mia madre, con la compagna di mio padre ho un buon rapporto. Lei è una
persona molto discreta, non si intromette assolutamente nelle questioni che riguardano me, mio padre e mio fratello, quindi
familiari. Sa stare al posto suo anche perché credo sia mio padre che gli abbia messo dei limiti, e credo sia giustissimo.
Questo non è successo e non succede tutt’ora con il compagno di mia madre, lui ha anche 2 figli e quindi tende un po’ a
prendere le veci di mio padre, io non ci vado d’accordo dopo tanti scontri non parlo più con lui..

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Un caso clinico: Colloquio con Matteo suggerito dalla scuola

T: questa situazione da quanto va avanti?


M: è da un po’, 2 anni
T: e com’è l’atmosfera in casa?
M: beh io questa persona la vedo la sera a cena a casa
T: come si chiama?
M: Mauro, a lui piacerebbe ristabilire i rapporti perché prima c’erano, io ci ho provato veramente però proprio non mi sta
simpatico come persona, non mi piace proprio come la pensa, come educa i suoi figli, come si comporta con loro, è una persona
un po’ bigotta tra l’altro, va bè sciocchezze però comunque io non ci vado d’accordo, ci ho provato veramente però non va,
abbiamo litigato un sacco di volte quindi non mi va….. già ho avuto tanti problemi per conto mio sinceramente, di aggiungerne
un altro ….., per me non è pesante come situazione perché ripeto lo vedo la sera, però per lui sì, nel senso che a lui dispiace ma a
me non interessa perché voglio dire cioè, io ceno vediamo la tv stiamo tutti insieme poi me ne vado a letto e il giorno dopo
ricomincio la giornata e non lo vedo fino alla sera successiva quindi perciò..

T: questa situazione come diventa un problema? Perché tu hai detto forse il mio problema è legato alla separazione dei miei no?
M: perché comunque il problema non è stato proprio la separazione in sé per sé, è stato tutto quello che è avvenuto dopo cioè
tutti i litigi in tribunale, i soldi, queste cose qua..
T: cosa ti ha toccato di più?

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Obiettivi del colloquio

•Presenza o meno di segni di psicosi


Valutare:

•Problemi che hanno condotto la persona da uno psicologo


•Segnali di depressione, tendenze omicide o suicide
•Aspetto fisico, igiene, modo di parlare e relazionarsi
•Disturbi dell’attività motoria (tic, manierismi, postura)
•Pregressi eventi importanti nella sua esistenza
•Chi o cosa sembra mantenere il suo comportamento non adattivo
•Cosa si aspetta dal colloquio
•Esistono indicazioni o controindicazioni rispetto all’adozione di una
particolare terapia
•Esiste o meno la possibilità di costruire una relazione terapeutica
mutuamente soddisfacente
•Punti di forza ed attributi positivi
•Perché cerca aiuto proprio in questo momento della sua vita
•Se si evidenziano motivi validi per sperare nel successo terapeutico

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Un caso clinico:
M: va bè a parte il fatto che non si parlano più i miei (piange) e niente ci sono stati vari processi legati ai soldi, tra l’altro di tutte
queste cose mia madre mi rende partecipe, mi racconta un po’ quello che succede di come si comporta mio padre e viceversa e
comunque per me è difficile prendere posizione nel senso che a me non va, perché io tengo sia a mia madre che a mio padre,
perché sono i miei genitori punto….. mia madre lo fa involontariamente sicuramente cioè non è che mi dice tuo padre è cattivo
non lo ha mai detto e non lo farà mai sicuramente, però anche dirmi quello che succede, quali sono le pratiche del divorzio è
comunque pesante……

T: tu hai provato a dire questa cosa hai tuoi?


M: l’ho detto a mia madre……. però tutta questa situazione mi fa riflettere su mio padre…. comunque è lui che ha deciso di
chiudere avendo quest’altra relazione……. comunque questo mi è stato detto da tutte e due ……. mia madre me disse che dal
momento che c’era crisi tra lei e papà anche lei frequentavo un'altra persona ….. e niente ….. voglio dire succede sicuramente che
due persone non si amano più e che lui abbia incontrato un'altra persona, però nei confronti del resto della famiglia non è che
sia una cosa bella... perciò questa cosa che mi è stato detta mi ha dato fastidio e poi tutto quello che è successo durante il
processo mi fa riflettere, però a me non va di riflettere, non mi va di dire che mio padre è una persona che non mi piace perché
comunque c’è un bel rapporto con mio padre assolutamente, quindi …… quindi niente (Piange) …cioè non pensavo di piangere ,
…..non è che tutti i giorni io penso a questa cosa ………… io ho problemi, ho problemi a relazionarmi con le persone, assolutamente
no.
T: prova a dirmi quello che senti.
M: in che senso?

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Un caso clinico:
T: rispetto a queste lacrime a questa emozione che è salita su.
M: boh perché forse non ne avevo mai parlato, perché comunque non è che mi metto a parlarne con mia madre, o a persone che
non conoscono la situazione, con mia madre sicuramente non mi trovo a dire queste cose e con mio fratello non ne parliamo
cioè..
T: mi sembra che ti faccia molto male però.
M: ma non lo so perché sto piangendo bo, però..
T: è importante sapere il perché?
M: non lo so, tra l’altro io adesso sto bene, nel senso aver cambiato scuola sicuramente mi ha aiutato, cioè la famiglia, la scuola
e comunque io non ce la facevo proprio, io studiavo anche 5 ore al giorno però poi magari non avevo voti soddisfacenti perciò il
cambiar scuola mi ha sicuramente sollevato un grande dispiacere..
T: una fonte di stress?
M: sì ma anche perché io mi sentivo proprio incapace e quindi sicuramente adesso sto bene da questo punto di vista perciò
piangere nel raccontare queste cose io non me la spiego, perché non pensavo veramente di…
T: proviamo un po’ a capire queste lacrime?
M: sì magari
T: sono uscite fuori che stavi descrivendo i momenti difficili vissuti nella separazione, torniamo su quel periodo, raccontami
com’è andata, tu come l’hai vissuta la separazione?

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.:Diagnosi
I sintomi
I sintomicompaiono
compaionoquando
quandoc’èc’èuna
unadeviazione
deviazioneo oun’interruzione
un’interruzione del normale
del normale
svolgimento del ciclo vitale di una famiglia o di un gruppo naturale
svolgimento del ciclo vitale di una famiglia o di un gruppo naturale.
un sintomo è il segnale che una famiglia ha difficoltà a superare uno stadio di questo ciclo
Un sintomo è il segnale che una famiglia ha difficoltà a superare uno stadio di
Di solito i sintomi compaiono quando una persona si trova in una situazione impossibile e
questo ciclo.
sta tentando di uscirne
LaDiterapia
solito iha
sintomi compaiono
successo quando
quando riesce unacambiare
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si trova
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situazione
in modo tale
impossibile e sta tentando di uscirne.
che questa possa sfruttare al massimo le sue capacità potenziali ed evolvere nei
processo del ciclo vitale
Ciclo di Vita: processo di corteggiamento, dell’accoppiamento, della costruzione del nido, della procreazione,
dell’allevamento della prole e del conseguimento della vita autonoma da parte dei figli, della
vecchiaia.

J. Haley Terapie non Comuni

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Un caso clinico:
M: ero piccola avevo 9 anni e mezzo, lì per lì mi è crollato il mondo addosso, è normale perché ero piccola quindi il senso della
separazione non riuscivo ancora a comprenderlo. Mio padre faceva i salti mortali per vedere me e mio fratello, però dopo che ho
capito come funzionava non mi è pesato tanto quello, almeno credo, è stato brutto tutto quello che è venuto dopo. Inizialmente i
miei genitori andavano d’accordo dopo la separazione, ma penso sia così per molte persone che si separano, la cosa si gestiva
tranquillamente poi però sono sorti alcuni problemi, perché appunto il compagno di mia madre si è trasferito presto nel senso
che dopo un anno che noi stavamo a Roma è venuto a vivere a casa con noi
T: quindi quanto sarà che vive con voi hai detto?

M: 4-5 anni, e niente e comunque questa è stata una cosa anche che ha dato fastidio a mio padre, e ne parlava spesso, forse lui
non la riteneva giusta, e poi va bè hanno cominciato a discutere, ma è chiaro perché se non andavano d’accordo quando erano
sposati figurati quando erano separati , quindi comunque c’erano molte discussioni adesso nello specifico non mi ricordo, sarà
passato un anno dalla separazione perché mio padre ha cambiato lavoro, prima lavorava al CS faceva il dirigente e adesso
lavora con una società francese che si occupa ………………….,

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Un caso clinico:
M: ….. e in quel periodo quando ha cambiato lavoro ha chiesto se poteva diminuire un po’ di soldi dall’assegno, però mia madre
non lavora fa la casalinga ha smesso di lavorare da quando ci siamo trasferiti da F a Roma e ci sono state discussioni, sono
andati in tribunale e comunque il giudice ha dato ragione a mia madre e quindi l’assegno è rimasto invariato, e quindi ci sono
stati vari problemi, perciò quello che mi da fastidio è quello che è venuto dopo, e il fatto che a me non va di scegliere, non mi va
di giudicare chi sia buono e chi sia dalla parte del torto, quindi non mi va perché è chiaro che sto con mia madre, ma sto anche
con mio padre. Ognuno dice una cosa diversa, ognuno dice la sua perciò non sapere realmente come stanno le cose mi da
fastidio, forse sapendo realmente come vanno le cose potrei giudicare, però in realtà non mi va neanche di giudicare cioè vorrei
che non me le dicessero proprio, che non sapessi di tutte queste discussioni di questi screzi perché appunto voglio bene sia a mia
madre che a mio padre. Non ho mai avuto problemi con loro, e sono loro ad avere problemi, perciò vorrei che non ce ne
rendessero partecipe perché non mi va; io l’ho già detto a mia madre ma adesso non sono nate più discussioni quindi per
adesso non ha detto più niente perché effettivamente non c’è stato niente da raccontare però non so se poi in qualche occasione
non so..
T: quanto tempo è durato il periodo in cui sei stata un coinvolta in queste dinamiche di coppia?

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.: Diagnosi
Concetto evolutivo di diagnosi

La diagnosi psicologica evolutiva mira essenzialmente a cogliere non tanto


l’aspetto nosografico, ma a formulare ipotesi circa il processo d’insorgenza del
disturbo in relazione alla storia del soggetto.

Non tenta di spiegare il perché in termini lineari, ma tenta di ricostruire


storicamente la peculiarità di uno sviluppo, preoccupandosi di comprendere gli
eventuali vantaggi secondari e di orientare al trattamento.

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Un caso clinico:
M: quando diciamo sono diventata più grande , e quando sono iniziati i problemi io avrò avuto 13-14 anni…2-3 anni fa..
T: che hai cominciato anche a capire un po’ di cose.
M: si che mi sono state spiegate anche un po’ di cose.
T: in questo momento secondo te qual è l’aspetto più pesante per te?
M: adesso, nessuno, adesso sto bene, nel senso che appunto problemi per adesso non ce ne sono, nel senso che non è successo
più niente, qui a scuola mi trovo molto bene, lo sport per adesso va bene, infatti quando lei mi ha chiesto «perché sei venuta», io
non lo so perché, sono venuta le ho chiesto se potevo aver un appuntamento così, è stato..
T: istintivo!
M: sì,
T: il che mi fa riflettere ancora di più, e come se fosse stata una azione non pensata, razionalmente e quindi hai proprio risposto
velocemente rispetto ad una tua esigenza che quasi era presente in modo «sotterraneo», quindi secondo te come mai?
M: non lo so…(silenzio)
T: a me colpisce questa cosa, perché c’è come una parte di te che dice va tutto bene oramai ho risolto i problemi, anche perché ho
cambiato scuola, ho risolto perché non parlo più con Mauro, tanto ceniamo solo insieme e poi me ne vado, i miei non avendo più
litigi tra loro non mi mettono più in mezzo quindi ho risolto, ma è come se fosse una soluzione superficiale perché poi sotto c’è
qualcosa che non va, che non si è risolto….(silenzio)… (piange)
T: che senti in questo momento?

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Un caso clinico:
M: ehmm, non lo so, non mi aspettavo scatenasse tutto..
T: che effetto ti fa renderti conto di questa cosa?
M: non so cioè stupore però…. ho così tanti problemi e non me ne ero resa conto, non è che mi sento una persona problematica,
… e non mi ci vorrei sentire.
T: è questo secondo me che influisce su questo pianto, cioè non vorresti sentirti come una persona che ha delle difficoltà,
secondo me però stai vivendo da diverso tempo forti tensioni e forte stress che accumuli e cerchi il modo di trovare delle
soluzioni che però tappano il tuo stato d’animo.
( M piange)
M: purtroppo quando comincio a piangere, non finisco più, però il più delle volte trattengo..
T: una cosa che mi colpisce e che tu hai detto: “quando i miei si sono separati mi è crollato il mondo addosso, però è normale”
poi hai detto in riferimento a Mauro: “è una persona che non mi piace però, tanto ho risolto tanto non ci parlo” è come se avessi
l’esigenza di normalizzare tutto e non voler sentire.

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.: Diagnosi
La Diagnosi è intesa come un processo dinamico-evolutivo che procede di
pari passo con il processo terapeutico e consiste nell’attività di ipotizzare.

L’ipotesi non è né vera né falsa, ma solo più o meno utile.

Diagnosi Complessa

Approfondisce la storia del paziente e la sua sintomatologia


Fasi evolutive del ciclo di vita
Richiesta esplicita
Blocco esistenziale
Aree di funzionamento

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Colloquio diagnostico strutturale

Teso a mettere in luce le caratteristiche dei tre principali tipi di


organizzazione della personalità.

È incentrato sui sintomi, sui conflitti o sulle difficoltà del paziente, e


sulle particolari modalità con cui egli li manifesta nell’interazione
duale che si realizza durante il colloquio stesso.

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