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Come Trasformare

i Conflitti
Indice
LA MAPPA DEI CONFLITTI DI COPPIA 5
LA MIA STORIA 7
IL GIOCO: VITTIMA E CARNEFICE 9
IL PARTNER È SEMPRE QUELLO GIUSTO 11
LA CHIMICA DEL CONFLITTO 12
I FILI SCOPERTI DELLA PERSONALITÀ 14
LA VIA EVOLUTIVA DEL CONFLITTO 16
DAL CONFLITTO ALLA PRESA DI COSCIENZA 17
QUALCOSA DI NUOVO 19
CAMBIAMO IL COPIONE 22
LE 6 FASI DEL CONFLITTO 23
COSA SUCCEDE ALLE EMOZIONI 24
COSA SUCCEDE NEL CORPO 27
I 7 PASSI DEL CAMBIAMENTO 28
NON DEVI MANTENERE LA CALMA 30

Armonia di Coppia.it
Armonia di Coppia.it
Ciao! Benvenuta/o in ArmoniadiCoppia.it

Mi chiamo Chiara, ho 38 anni e ho passato molto tempo a soffrire sentimentalmente.

Mi ci sono voluti molti anni per creare un minimo di stabilità affettiva nella mia vita e ho
dovuto attraversare molte fasi complicate e dolorose.
Sono però riuscita a superarle scoprendo i meccanismi di quello che avveniva all'interno
di me,
me e sono qui oggi, per condividere la mia esperienza con te.

Sono certa che se sei qui, anche la tua storia è costellata da scontri con il partner,
incomprensioni, fraintendimenti, dolore e sfiducia nei confronti dell'amore. So che vuoi
incomprensioni
davvero migliorare la tua vita affettiva
affettiv e sono sicura anche che hai già tentato in tanti
modi di sistemare le cose, di farti capire ed affrontare le difficoltà ma che non hai avuto
molti successi fino ad oggi.

...MA NON TI PREOCCUPARE, SEI NEL POSTO GIUSTO. CONTINUA A LEGGERE.

Purtroppo vivere in coppia non è cosa semplice e nessuno ci ha mai dato le istruzioni.
Risolvere da soli i conflitti nella coppia è complesso e di solito si cerca l'appoggio di un
psicoterapeuta, ma la psicologia tradizionale indagando nel passato utilizza spesso tempi molto
lunghi, senza garantire risultati permanenti. Inoltre può richiedere un investimento economico non
indifferente.

La psicologia moderna, salvo rare eccezioni, tende ad occuparsi prevalentemente degli aspetti
mentali analizzando il passato. Purtroppo però quando litighiamo il conflitto che s'innesca è in primo
luogo emotivo ed irrazionale:
irrazionale se cerchiamo di controllarlo con la mente, finiamo quasi sempre per
cucirci sopra una toppa senza risolvere realmente il problema alla radice.
Anche sapere quello che ci può essere successo durante l'infanzia, per quanto utile non ci farà
uscire dai meccanismi automatici che abbiamo consolidato, perché sono inconsci e quindi quando li
mettiamo in azione, molto spesso non ce ne accorgiamo nemmeno.

Se a volte riusciamo invece ad esserne consapevoli, lo siamo solo parzialmente e razionalmente: non
ne conosciamo in profondità tutto il loro senso.

Attualmente non sembrano esistere metodi ufficiali per sciogliere questi meccanismi, personalmente
però, ho scoperto una pratica di 7 passi che ha trasformato molte difficoltà nella mia vita di coppia e
desidero condividerla con te in questa guida..

Ma prima di iniziare, lascia che ti racconti la mia storia!

* Questa guida non intende sostituire un eventuale lavoro di psicoterapia ma desidera condivedere
un'esperienza personale ed offrire una tecnica alternativa e pratica per affrontare i conflitti. *

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Il litigio nella coppia


è in primo luogo irrazionale ed emotivo.
Non possiamo utilizzare la mente per uscirne
quando è stata la mente stessa a crearlo.
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La mia storia - un viaggio con una nuova meta.
Le relazioni che più mi scossero le vissi intorno ai 20 anni: gelosie, incomprensioni, incapacità
ad accettare l'altro e ad accettare me stessa... In coppia passavamo sempre molte ore a
parlare senza mai veramente comprenderci nè a risolvere nulla. A 28 anni ero già cintura nera di
conflitti con il partner: litigi, cose non dette, incomprensioni, tira e molla e fughe.

In quel periodo avevo già varcato una soglia importante di sofferenza e terminata la prima
relazione, poco dopo ne cominciai una seconda, che fu per me ancora più devastante.
All'inizio sembrava un sogno, e come da copione mi sentivo alle stelle e felice, fintanto che...
mi ritrovai davanti a qualcosa che non sapevo comprendere nè gestire: un muro di silenzi,
impossibilità di confronto e di dialogo ed inoltre... nessuna risposta affettiva.

Così, davanti a questa situazione mi ritrovai in trappola: non ero in grado di fuggire dalla
relazione nè dal dolore che provavo (come avevo sempre fatto), non potevo scaricare il
mio dolore nemmeno attraverso il dialogo (come prima accadeva) e non potevo nemmeno
colpevolizzare il compagno perché me lo impediva.

Da sola non avevo nessuno strumento per uscire da questo labirinto, rimasi con tutto il dolore,
e non potendolo comprendere, non potendolo scaricare... nè arrabbiarmi o combattere, caddi in
un pesante stato depressivo,
depressivo e questo fu per me l'inizio di un grande inferno!

L'urgenza in quel momento era il mio stato interiore,


interiore ma subito dopo lo sarebbe stato anche il
mio rapporto con le relazioni e con l'amore, che era decisamente tutto da riscrivere e sanare.
Chiesi aiuto a 3 diversi terapeuti, ma ad ogni seduta mi sentivo sempre più analizzata e molto
lontana dal sentirmi compresa, capivo che continuava a restare tutto su un piano molto razionale
e mi chiedevo che senso avesse percorrere questa strada.
Finalmente un giorno cercando su internet trovai un terapeuta che mi aiutò a capire qualcosa
di importante. Alla prima seduta mi trovai davanti una persona incredibilmente sensibile ed
interessata agli aspetti più profondi e spirituali della complessità umana, e per questo con una
visione più ampia delle storie dei suoi pazienti.

RIUSCÌ A MOSTRARMI I COLLEGAMENTI TRA LE MIE NECESSITÀ DI


LEGARMI A PERSONE CHE MI FACEVANO SOFFRIRE, E LE IDEE CHE
AVEVO SU ME STESSA.
Fu così che capii che dovevo lavorare su me stessa, e trovare gli strumenti per farlo
quotidianamente e nel lungo termine senza necessariamente dipendere da un terapeuta.
Iniziarono così per me lunghi anni di ricerca,
ricerca letture, corsi e sì, anche di terapia.

La psicoterapia mi è servita a capire dove mi trovavo e ogni scelta fatta ha contribuito alla mia
evoluzione ma ritengo che in tutto questo percorso ci siano delle informazioni importanti che
se avessi saputo prima, mi avrebbero evitato molta sofferenza.

Proprio per questo oggi sono qui a condividerle con te.


Desidero raccontarti i passi fondamentali per ottenere dei cambiamenti e soprattutto, quali
sono i pensieri e le credenze da rivoluzionarie e che stanno alla base di ogni sofferenza.

Nelle prossime pagine ti parlerò proprio dalle credenze


credenze: ovvero i primi ostacoli da superare nella
nostra mente per trasformare la tua vita sentimentale!

Parleremo del "gioco vittima e carnefice" di quanto il "partner sia sempre quello giusto"
nonostante questo ci potrà sembrare a volte, un concetto difficile da accettare.
IL GIOCO: VITTIMA E CARNEFICE
All'epoca, la visione che avevo sulla vita e le relazioni era legata al mio
bisogno di ricevere quello che secondo me era logico ricevere, per poter
costruire quell'ideale di Coppia che avevo in mente.
Non avevo visioni diverse o più ampie della relazione tra due persone... e nel frattempo sapevo
solo oscillare in base alla relazione:
relazione se ricevevo quello che mi aspettavo o desideravo, andava
tutto bene, se invece non succedeva, passavo il tempo a litigare e a reagire nei modi più svariati
per arginare la sofferenza che provavo.

QUESTA È LA DINAMICA COMUNE NELLE RELAZIONI:


aspettarsi qualcosa dal partner.

Tutti noi, più esplicitamente o meno, quando ci ritroviamo insoddisfatti e nel pieno scontro,
stiamo chiedendo al partner qualcosa.
qualcosa Razionalmente pensiamo che le nostre richieste abbiano
motivazioni sensate, ma in verità quello che pensiamo e crediamo in questi momenti: è soltanto
la punta di un nostro iceberg interiore che non abbiamo ancora esplorato.

Anche quando reagiamo all'attacco del partner, gli stiamo in qualche modo chiedendo qualcosa:
che ci capisca.
Sono sicura che in tutto questo ti starai chiedendo cosa ci sia di sbagliato nel fare questo e
dove possa stare la parte di responsabilità del nostro partner, "non sarà mica tutta colpa mia?"
chiede una vocina dentro di te... vero?

NON È UNA QUESTIONE DI COLPE. Vediamo perché...


Il gioco che facciamo da sempre è quello della "vittima e del carnefice":
carnefice" lo facevano i
nostri genitori, i nostri nonni e tutti i nostri antenati. Un gioco a ruoli in cui ci si scarica
reciprocamente le responsabilità (alla vocina nella nostra testa piace chiamarle "colpe" perchè
prova un senso di alleggerimento).

Proprio perché da sempre siamo immersi nelle regole di questo gioco (che ci sono state
tramandate), quando soffriamo finiamo per trarre sempre queste conclusioni:
• LA COLPA È DELL'ALTRO,
• LITIGARE È SBAGLIATO,
• LA SOFFERENZA È SBAGLIATA E VA ELIMINATA.

Pensiamo che sofferenza e conflitto siano degli ostacoli o qualcosa da


eliminare al più presto dalla nostra vita, nessuno ci insegna invece che la
sofferenza è un'insegna luminosa importante lungo la nostra strada... che
però va saputa decifrare.

Proprio così: i conflitti e le sofferenze, quando si presentano nella nostra vita sentimentale,
possono diventare delle importanti porte di accesso a dei cambiamenti,
cambiamenti in primo luogo
all'interno di noi stessi, e di conseguenza nel rapporto con l'altro.

Quando diamo la colpa all'altro, stiamo delegando all'altro anche il nostro potere.
potere Gli stiamo
chiedendo di fare per noi qualcosa che non non siamo ancora in grado di fare autonomamente:
comprenderci, accettarci e amarci.

Prova ad immaginare un bambino piccolo che piange o si arrabbia perché prova delle forti
emozioni che non è ancora in grado di comprendere. Nei frangenti nei quali litighiamo, siamo
come questo bambino, che non ha alcuna colpa per quello che sente ma che ha bisogno di
amore e comprensione che in quel momento il partner purtroppo non è in grado di dargli perché
anch'esso/a si trova immerso/a in qualcosa di altrettanto doloroso che nemmeno noi siamo in
grado di comprendere.

Purtroppo però in queste situazioni di dolore ci trascorriamo moltissimo tempo e continuiamo


soltanto a reagire nei confronti di quello che proviamo scaricando totalmente le colpe sul partner
e così facendo, per quanto possa sembrarci assurdo... continuiamo a sprecare l'opportunità
di scendere più in profondità a conoscere noi stessi. Quello che normalmente facciamo con la
sofferenza che proviamo è combatterla ed arginarla,
arginarla pensando che il problema sia esterno a noi
e così lo combattiamo fuori, nel nostro partner. Quando in realtà tutto questo dolore lo stiamo
provando noi, si scatena all'interno di noi ed ha a che fare principalmente con noi.

Ogni sofferenza che vivi ti sta segnalando che esiste un punto


interrotto all'interno di te, ed è impossibile creare armonia nella
tua vita finché non gli presterai la giusta attenzione.
IL PARTNER È SEMPRE QUELLO GIUSTO
Così come ci è stato insegnato a considerare sbagliata la sofferenza che proviamo, reputiamo
sbagliato anche l'attuale partner e tutte le persone che arrivano nella nostra vita a farci
soffrire.

Pensiamo di doverle eliminare,


eliminare quando parliamo con l'amico o l'amica di fiducia ci sentiamo
sbagliati nel raccontare che la nostra relazione non funziona, e magari l'amico stesso finisce
per dirci "lascialo, se continui a starci assieme e a soffrire allora sei masochista".

Dispiace deludere l'amico, ma la verità è un'altra:

Tutto ciò che è accaduto nel tuo passato e che non hai elaborato nè superato,
diventa destino nella tua vita, ovvero ti fa incontrare la sofferenza che
attualmente vivi e non lo fa contro di te ma a tuo favore. Per farti evolvere.

Il partner è soltanto un messaggero di qualcosa che hai scordato e del quale non sei
totalmente consapevole in questo momento, ma allo stesso modo ha la funzione di richiamarne
alla tua coscienza il ricordo,
ricordo facendolo emergere... insieme a tutto il carico emotivo che avevi
seppellito.

Così come il partner che è nella nostra vita è quello più adatto per aiutarci ad evolvere e a
prendere maggiormente coscienza di noi stessi, anche noi lo siamo per il nostro partner.

Non ci incontriamo mai a caso.

Anche cambiare partner non è una vera soluzione perché in ogni caso tutto quello che non
abbiamo affrontato e risolto, tende a ripresentarsi nelle nostre vite e spesso lo fa in modi molto
più incisivi.
La chimica del conflitto e della sopravvivenza
Proprio perché il partner rappresenta qualcuno che possiede le chiavi per aprire le porte di stanze
che abbiamo chiuso e dimenticato all'interno di noi stessi, ha anche la capacità di far scattare
l'allarme nel nostro sistema di sicurezza. Ma andiamo per gradi a scoprire cosa succede quando
della nostra relazione si accende un conflitto.

Cosa scatta quando litighiamo?

COMBATTI O FUGGI!
O meglio: “Freeze, Flight or Fight” che significa:
“CONGELARSI, FUGGIRE O COMBATTERE”.
COMBATTERE” .

E bene sì, queste sono le risposte neurovegetative ed istintive che fanno parte della nostra
natura "animale". Davanti ad un pericolo reale o anche solo percepito, scatta l'istinto di
sopravvivenza attraverso queste reazioni che sono completamente istintive.

FREEZE È L’ALLERTA, UN’IPER-VIGILANZA,


una prima risposta davanti alla percezione di un pericolo

FLIGHT È LA FUGA

E FIGHT È IL COMBATTIMENTO PER DIFESA

Siamo predisposti a rispondere istintivamente in questo modo davanti a situazioni di pericolo, ed


è sensato sia così in caso di effettivo allarme.

L’istinto irrompe completamente sulla ragione.


Cosa accade chimicamente all’interno di noi?
Quando siamo in pericolo o anche solo lo percepiamo, vengono rilasciati nel flusso sanguigno
due ormoni: l’adrenalina e il cortisolo necessari ad aumentare il tono muscolare in caso di
difesa, e aumentano la frequenza cardiaca più la respirazione per innalzare la lucidità e la
concentrazione; a questo punto scatta l’amigdala che in 12 millisecondi risponde.

L’amigdala è una piccola area del sistema limbico, sede della percezione della paura e
dell’aggressività e che reagisce istintivamente,
istintivamente contrariamente dalla corteccia prefrontale,
che impiega ben 25 millisecondi per attivarsi ed è dedicata al pensiero, alla comprensione e la
connessione con gli altri.

Quando scatta il sistema limbico si entra in uno stato in cui


la razionalità non ha assolutamente più alcun controllo.

Ok, ma ti starai chiedendo... "cosa c'entra tutto questo con il conflitto di coppia?
Non sarà mica la stessa cosa?". Vediamolo.

La differenza tra pericolo Reale e pericolo Percepito:


Un pericolo REALE è una circostanza in cui può venire seriamente
compromessa la nostra incolumità fisica.

Un pericolo PERCEPITO invece ha a che vedere


con la paura che venga DESTABILIZZATA
LA PROPRIA PERSONALITÀ.

Quando avvertiamo pericolo e si attiva lo stato di allerta,


ipotizziamo a causa di una provocazione verbale da parte di qualcuno,
potremmo provare emozioni differenti in base al nostro tipo di carattere e
attraverso il proprio personale sentire.

MA, non è assolutamente vero che tutti re-agiamo davanti a qualcuno che ci dice qualcosa
di provocatorio, LO FACCIAMO SOLTANTO SE INTERIORMENTE - ED INCONSCIAMENTE -
ANCHE NOI SIAMO D'ACCORDO CON QUELLO CHE CI STA DICENDO L'ALTRO.

"Questo significa che se reagisco davanti al mio partner che mi sta dando (ad esempio)
della/o stupida/o, significa che inconsciamente io penso la stessa cosa di me?" Sì.
Se veniamo provocati e ci sentiamo toccati da qualcosa che oggettivamente non può
compromettere la nostra sopravvivenza, si innesca ugualmente in noi questo processo di
allerta attacco e/o fuga.
Ciò che richiama la sua reattività oggi, sono i “fili scoperti” della nostra personalità.

Cos’è la personalità e quali sono i suoi fili scoperti?


Sicuramente ti sarà capitato di dire “io sono fatta/o così”, sottolineando al partner che le tue
inclinazioni a reagire davanti a quello che ti succede, facciano parte della tua natura, solo che
non è proprio così, perché potresti essere in tanti altri modi diversi se non si fosse consolidato
in te un determinato tipo di “carattere” e modo di percepire il mondo e gli eventi.

Il carattere è il risultato della “cronicizzazione” di modelli assimilati


dalla famiglia, dall'educazione e dalle prime esperienze di vita
e soprattutto del modo di RE-AGIRE che si ha avuto ad esse.

Il carattere definisce la nostra visione del mondo e di quella che definiamo “realtà” ma che di
fondo, sperimentata attraverso di esso, diventa soltanto un’interpretazione soggettiva.

Le prime esperienze che non siamo stati in grado di comprendere ed assimilare correttamente,
non sono mai state interiormente superate e su di esse son state costruite delle forme di
protezione, che nella vita adulta continuiamo a rivivere,
rivivere sperimentandole in continuazione nella
stessa modalità della primissima esperienza, attraverso le fasi FREEZE, FLIGHT and FIGHT.
FIGHT

Ovvero scappiamo (non affrontiamo magari), attacchiamo o ci blocchiamo.

Tutto questo significa anche che molti dei nostri "modi di fare" sono
in realtà degli AUTOMATISMI
AUTOMATISMI,, delle RE-AZIONI, e non delle azioni consapevoli.
Quando entriamo in queste fasi ovviamente significa che qualcuno ci sta toccando "nel
vivo", in un nostro punto doloroso. Forse penserai che sia normale, che tutti noi abbiamo dei
punti sensibili e dolenti e che "il partner dovrebbe a maggior ragione conoscerli ed
accettarli". Certo, ma se non vengono accettati significa che all'interno di noi, nemmeno noi
li stiamo accettando. Il partner è soltanto un nostro riflesso, ci fa da specchio.

“Non è mai troppo tardi per farsi un'infanzia felice” cit. L. Jovanotti.
In poche parole, quello che nella nostra vita ci sta creando sofferenza, ha a che fare con
qualcosa che sta prima di tutto all'interno di noi ma che cerchiamo di combattere all'esterno.
Quello che realmente sta accadendo in questi momenti è che si riattiva all'interno di noi un
TRAUMA, ovvero la memoria incoscia di qualcosa di doloroso vissuto nel passato e non ancora
TRAUMA
elaborato e superato.
La maggior parte delle nostre sofferenze ha origine nella nostra infanzia, è stato così che... la
scelta istintiva che abbiamo fatto la prima volta per proteggerci da un turbinio emozionale e
psicologico che non eravamo in grado di gestire e sopportare, la ripetiamo all’infinito, spesso
attraendo nella nostra vita situazioni analoghe che ci portano di proposito a riviverla per darci
la possibilità di sciogliere l’ingorgo.

Quale migliore occasione, se non il conflitto di coppia, per superare questi blocchi?

Di sicuro non ci troviamo nella savana a dover combattere tigri feroci, per quanto a volte il
nostro partner sembri assomigliarci!

Non ci sono errori e non ci sono colpe, ognuno ha fatto il suo meglio per sopravvivere alle
prime esperienze. L'unica differenza, la fa il fatto di essere ora adulti e di poter cambiare il
presente, comprendendo cosa mettiamo ancora in atto del nostro passato.

La RE-ATTIVITÀ nel conflitto, è dettata dal fatto


che si sta riattivando all'interno: uno stato di trauma.
trauma.
La via Evolutiva del conflitto
Capendo che le relazioni dolorose nascono dalla necessità di integrare aspetti di noi che non
abbiamo ancora chiarito, è facile comprendere anche quanto tutto questo abbia in realtà uno
scopo evolutivo nella nostra vita; così come lo stesso partner che scegliamo è sempre quello
giusto per aiutarci a fare dei passi importanti, proprio perché va a toccare i nostri punti di
dolore ancora irrisolti. Così come anche noi tocchiamo i suoi.
Possiamo riassumere con queste parole, tutto quello che normalmente facciamo e che è
controproducente per una vera evoluzione nella nostra vita sentimentale:

Respingiamo il dolore, anzichè attraversarlo.

Continuiamo a litigare e a non comprenderci all'infinito,


e questo ci tiene fermi.

Non sappiamo come utilizzare A NOSTRO VANTAGGIO LA


SOFFERENZA che stiamo vivendo.

La cosa più importante da capire e ricordare è questa:

IL DOLORE TRASFORMA
Ed è come un lento fuoco che brucia e trasforma tutto quello che non ci serve per entrare più in
connessione con noi stessi, amarci, rispettarci, vivere bene ed per essere felici, con noi stessi
e con un partner che fa altrettanto.

Attenzione: non ti sto dicendo di rimanere in una relazione piena di sofferenza a tutti i costi
con lo scopo di sanarla, ma qualora tu sia all'interno di una relazione dalla quale non riesci a
staccarti nonostante l'infelicità che provi, queste informazioni potranno aiutarti a vederne i tuoi
meccanismi, provando a scioglierli; riuscendo così a fare dei nuovi passi verso la tua felicità,
ovunque essa sia, con o senza il tuo attuale partner.

Spesso quello che ci tiene in una relazione difficile, è la sofferenza stessa, unita al bisogno
che il partner ci riconosca qualcosa (come abbiamo detto a pag.9).
Dal Conflitto alla Presa di Coscienza
Come hai capito, il dolore e la necessità di litigare con il tuo partner sono principalmente uno
specchio che ti sta mostrando la possibilità di affacciarti ad una verità più ampia all'interno di
te e nei confronti della relazione. Solo quando darai ascolto a questo "campanello d'allarme"
che cerca di richiamare la tua attenzione: inizieranno a cambiare le cose.

Voglio iniziare raccontandoti cos'è accaduto a me e come ho scoperto i 7 PASSI PER


TRASFORMARE I CONFLITTI che ti spiegherò nelle prossime pagine.

Qualche anno fa, in una normale serata di rientro a casa, io ed il mio compagno, stanchi dalla
giornata, iniziammo a litigare per una (apparente) banalità.

Lui mi faceva notare che la signora delle pulizie secondo lui non stava pulendo bene la casa
e m'incalzò dicendomi che avrei potuto gestire in modo diverso il rapporto che avevo con lei.
Iniziò così a darmi consigli su come spiegare meglio alla signora i lavori domestici da fare.

Questo argomento come molti altri, si trasformava spesso in una bomba ad orologeria e
finivamo per litigare. Pensavo: "Ma come? Stai mettendo in dubbio quello che faccio e come lo
faccio" Non ti fidi di me? Pensi di saper far meglio di me le cose... allora perché non le fai tu?"...
tu?"
e ovviamente spesso, questi pensieri mi uscivano anche dalla bocca... provocando disastri.

Continua...
Come spesso mi capitava, percepivo l'atteggiamento del mio compagno, freddo, rigido,
dispotico, e nella mia mente pensavo “è proprio un ingegnere”, "non lo sopporto quando fa così",
"perché non la pianta!?"...

Mi sentivo dominare e questo mi faceva molto arrabbiare.

Solitamente, reagivo all'istante difendendomi... ed attaccando ("fight", ricordi?).


"Perché non lo fai tu?
Perché non ci parli tu?
Tu che sai come fare?!
Perché non la pianti?".

Quella sera però, diversamente dal solito... non lo feci... ero così stanca di litigare per cose che
mi sembravano assurde.

Non sapevo cosa stesse vivendo lui, ed io ero in balia delle emozioni negative che mi stavano
inondando. Così, provai a restare presente a quello che stavo sentendo dentro di me e nel mio
inondando
corpo, e cercai di smettere di dare importanza alla mia testa che mi diceva sempre le stesse
cose.

Rimasi in silenzio ad ascoltare, evitai di parlare... tanto qualsiasi cosa avessi detto ci saremmo
fraintesi.

Mi concentrai su ciò che stavo sentendo, cosa mi stavano facendo provare le sue parole,
lasciando entrare in me il suo tono di voce. Ne osservavo solamente gli effetti su di me: le
emozioni... le tensioni fisiche... lo stomaco teso la testa confusa... i ventimila pensieri che mi
stavano giravano nella testa.

Andai a farmi una doccia e lasciai il mio compagno deluso e stranito del fatto che non rimanessi
lì con lui a litigare, tanto che, mentre salivo le scale mi disse alzando la voce "ma stai bene?!?
Dove vai? Sei impazzita?!? Vieni qui! Finiamo il discorso!".

Armonia di Coppia.it
Io rimasi presente al malessere che stavo sentendo, senza prendere alcuna posizione su
di esso, senza “pensare”, senza etichettare, senza allontanare il disagio e senza darmi
spiegazioni.

Qualcosa di nuovo
Accadde per la prima volta qualcosa che mi lascò a bocca aperta... fui colta all'improvviso sotto
alla doccia da una chiarezza improvvisa senza averla minimamente cercata con la testa:
“mi fa star male ciò che io penso di me stessa,
stessa, non ciò che lui pensa di me. Quello che io
penso di me stessa è che credo di essere una persona inefficiente ed incapace,
incapace, della quale
non ci si può fidare ...ecco cosa in profondità io penso di me stessa”.

Wow. Cos'era successo?


Wow 2:
io per prima credevo questo di me, e non il mio compagno?!

Quello che mi aveva sconvolta era il prendere coscienza così velocemente, in un lampo di genio
improvviso, qualcosa che viveva nel mio inconscio. Da sempre pensavo che in quei momenti
improvviso
fosse lui a pensarmi inefficiente, quando in realtà lui stava vivendo tutt’altro e non mi pensava
affatto tale.

Ero soltanto io a pensarmi in quel modo e quando litigavo con lui mi difendevo dall'accettare
in profondità questa credenza che avevo su me stessa. Era forse come mi aveva fatto sentire
qualcun'altro nel mio passato o nella mia infanzia? Poco importava a quel punto.

Realizzare che ero io per prima a giudicarmi, mi permise di prendermi cura di questa mia idea,
separando ciò che io penso di me dalla paura che tutto questo arrivasse dall'esterno.
dall'esterno La
presa di coscienza su ciò che siamo e pensiamo di noi stessi è l’inizio della soluzione del
conflitto con l’altro, ma è anche molto di più: innesca un processo di guarigione interiore che
sradica il conflitto con l'altro!

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Il conflitto è in realtà un fraintendimento.
Questa situazione mi permise di vedere la scena da molte più angolature
angolature, capii anche che il
malessere del mio compagno, quando mi incalzava in quel modo... era l'ansia che lui vive quando
non può controllare le situazioni governate da altri e questo in lui crea una profonda sofferenza,
così il suo modo di dare indicazioni su come gestire situazioni pratiche, diventa per lui un
tentativo (apparente) di controllare la sua profonda paura di fidarsi degli altri e poi venire tradito.

Nell’episodio che ti ho raccontato, ognuno di noi stava vivendo una sua interpretazione degli
eventi. Quello che di solito si fa mentre si litiga, è cercare di portare l’altro a vederla come noi, al
fine di arginare le nostre paure ma è un'illusione che fa rimanere entrambi intrappolati nel proprio
film e a ripetere così il conflitto.

L’unica via è occuparti di quello che vivi tu.


La paura più grande che abbiamo, non è dunque il conflitto in sè, ma scoprire cosa ci sta dietro
e cosa potrebbe rivelarci di noi stessi.
stessi Per essere più precisi, in un primo momento quello che
ci spaventa sono le emozioni incotrollate che proviamo e lo stato di allarme che proviamo.

Come abbiamo già visto a pag. 13 questo stato di allarme è naturale e biologico, fa parte
del nostro istinto di sopravvivenza, solo che in queste situazioni l'unica entità che rischia di
"morire" è una parte del nostro ego, e questo avviene davvero se molliamo la presa... l'ego ha
paura di morire e in questi momenti rischia effettivamente di morire, ma se il nostro ego si
scioglie, liberiamo all'interno di noi un nuovo grado di consapevolezza.

Perché salgono così tante emozioni quando litighiamo?


Nei momenti più accesi lo sai bene anche tu: sale una forte energia che riempie la mente di
pensieri ed il corpo di tensioni, emozioni e malesseri,
malesseri o talvolta di anestesia fisica ed emotiva,
di desiderio di urlare, scappare o aggredire... le famose fasi FREEZE FLIGHT FIGHT di cui
abbiamo parlato a pag. 12. Ovviamente questa energia serve a contrastare lo stato di trauma.
Penso ti sarà abbastanza facile riconoscere quando si attiva il trauma in te o nel tuo partner,

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perché coincide sempre con lo scontro, con l'incomprensione o con una sensazione di dolore
emotivo o fisico.

Come abbiamo già visto, lo stato di trauma si attiva quando una tua parte interiore che vive
in ombra, viene colta dalla paura che un determinato evento doloroso che hai già vissuto in
passato e che NON HAI SUPERATO, possa manifestarsi nuovamente.

RICORDA QUESTI 3 PUNTI FONDAMENTALI:

La re-azione è istintiva e non è MAI consapevole.

Questa re-azione è servita in passato a proteggerti ma ora ostacola la tua


vita.

L'ENERGIA FORTE CHE SALE È L'ENERGIA DELL'EGO,


DELL'EGO, ovvero la parte in ombra
all'interno della tua coscienza che vuole continuare a sopravviere ed è
disposta a nutrirsi di conflitti e della tua sofferenza anche per tutto il resto
della tua vita.

Che ne pensi di interrompere tutto questo?

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Cambiamo il copione!
Ok, credo tu ne abbia abbastanza di informazioni, è arrivato il momento di esplorare il
cambiamento ed inizare a fare qualcosa di pratico.

Nelle prossime pagine vedremo quali sono le che fasi normalmente viviamo quando non
sappiamo come agire e ci limitiamo alla re-azione automatica. Vedremo anche il ruolo delle
emozioni in questo processo e il ruolo del corpo,
corpo in modo da imparare a gestire tutti questi
aspetti durante lo scontro.

Conoscere cosa accade alle emozioni e al tuo corpo è molto importante, per il semplice fatto
che: non siamo tutti uguali ed è un errore standardizzare. Se è vero che tutti sappiamo cosa
significa re-agire davanti a qualcosa che ci ferisce, quello che non sappiamo è che ognuno lo fa
a modo suo, ed è importante che tu possa iniziare ad intuire quale o quali modalità utilizza la
tua personalità per difendersi.

Comprendere quali sono i tuoi metodi re-attivi,


ti aiuterà a conoscerti meglio, a cogliere quando si attivano
e a mettere in pratica i successivi:
7 PASSI PER TRASFORMARE IL CONFLITTO.

Iniziamo!
Armonia di Coppia.it
Le 6 fasi del Conflitto
LE FASI CHE MANTENGONO ATTIVO IL CONFLITTO.

Il conflitto lo teniamo in piedi con le emozioni alle quali diamo dei nomi ben precisi nella
nostra mente. Lo facciamo attraverso le giustificazioni razionali, pretendendo il controllo della
situazione e perpetuando all'infinito il meccanismo di conflitto e dolore.
L’ego ferito non vuole morire ed il processo interiore che avviene normalmente, è questo:

1. ARGOMENTO O SITUAZIONE CRITICA E/O DOLORSA CHE SI (RI)PRESENTA


2. PERCEZIONE DI EMOZIONI FORTI AL TUO INTERNO, CONTRASTANTI E DENSE,
MA SOPRATTUTTO PRIVE DI CONTROLLO

3. PERCEZIONE DI DOLORE, EMOTIVO E/O FISICO


Lo puoi avvertire anche nel corpo perché i traumi si sedimentano nel corpo, ad esempio:
chiusura dello stomaco, nodo in gola, male al petto, dolore alla pancia, ecc.

4. SITUAZIONE DI PERICOLO CONCLAMATA PER L'EGO


5. LA MENTE INIZIA AD OSTACOLARE LE EMOZIONI ARGINANDOLE, RESPINGENDO TUTTE LE
SENSAZIONI DI SOFFERENZA.
SOFFERENZA.
In automatico se inizi a farci caso, nella tua testa scorrono pensieri ripetitivi che sono dei
pensieri che fai da sempre e che possono assomigliare a questi: “è assurdo”, “perché non
capisci?”, “sei un idiota”, "sei fuori di testa!", "non la passi liscia...", "che stronza/o”, “ma sei
fuori?”, “non mi ami”… “scordatelo”, maledizioni varie, ecc...

6. ATTACCO, FUGA O PARALISI.


PARALISI. In questo stadio finale si è pienamente nel trauma e dentro al
dramma.

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Cosa succede alle emozioni: le 5 ferite
Ad ogni ferita la sua reazione

Entrare in uno stato di trauma, equivale sempre ad una reazione e ne abbiamo evidenziate 3: L'ATTACCO, LA FUGA
O L'ANESTESIA.
In realtà questa è una semplificazione, perché ognuno di noi, ha dei modi preferenziali di re-azione al dolore, in base
alla propria particolare ferita, anche se sono tutti riconducibili a queste 3 reazioni primarie.

Chi ha vissuto una ferita da rifiuto sarà abile nello scappare


fisicamente o mentalmente (astraendosi). La paura più grande che
non si desidera rivivere è il panico, il sentirsi respinto e non desiderato.
Anche un semplice sguardo può venire interpretato come segno di disapprovazione e dunque
di rifiuto, e chi soffre di questa ferita tende ad utilizzare molto le funzioni della mente per
proteggersi. Il corpo di chi soffre di questa ferita, tende ad essere molto magro e scarno.

Con una ferita da abbandono potresti vivere delle prodonde tristezze,


crisi di pianto e disperazione.
disperazione La paura più grande è quella di
rimanere da sola/o, perché nel rivivere la sensazione di solitudine
si può riattivare un'esperienza passata e traumatica di abbandono.
Solitudine non equivale ad abbandono, anche passare lungo tempo da soli non significa essere
stati abbandonati o sentirsi abbandonati, ma per chi vive questa ferita, il concetto di "solitudine"
è doloroso ed il campanello d'allarme può scattare quando il partner si allontana, si teme che
cambi idea su di noi e che ci abbandoni, perché infondo si è profondamente convinti di non meritare
qualcuno accanto. Il corpo della ferita da abbandono, solitamente è poco tonico con parti cadenti.

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Con una ferita da umiliazione potresti sentirti spesso umiliato
umiliato,
provare vergogna, non sentirti degno e avere paura delle
punizioni. La più grande paura per chi soffre di questa ferita è la
libertà, sentirsi totalmente libero di fare quello che si desidera.

Quando ci si crede sporchi, si prova disgusto per sè stessi, ci si sente in colpa e ci si e vergogna
nel provare piacere. Si pensa sempre prima agli altri tenendosi sempre occupati, pensando di
guadagarsi un posto in paradiso. Il corpo della ferita da umiliazione è in sovrappeso.

Con una ferita da tradimento probabilmente ti arrabbierai accusando


o cercando di convincere l'altro dei tuoi punti di vista e cercando
di controllare il partner e anche la situazione,
situazione perché non ti fidi.
Una delle tue paure più grandi è la separazione, che per te significa
rivivere la sofferenza di traumi passati nei quali l'aver riposto fiducia
in qualcuno ha rappresentato per te il tradimento dei tuoi sentimenti.

Aprirsi al partner, rendersi vulnerabili, fidarsi e concedersi all'altro, può essere un'esperienza meravigliosa
se si riesce ad uscire dal film registrato all'interno di sè, nel quale se ci si lascia andare a qualcuno, si
rischia di venire traditi. Non esiste persona che possa ferirci se scorgiamo che quel traditore è prima di
tutto all'interno di noi e che noi per primi, con la nostra malfidenza, trattiamo l'altro con sfiducia, tradendolo.
Il concetto di "tradimento" non è riferito soltanto al "tradire andando con un altra persona", si può tradire in molti modi,
ad esempio non rispettando le promesse fatte o illudendo l'altro di fare qualcosa che invece non si farà, solo per tenerlo
"buono". Si tratta di una forma di manipolazione. Il corpo di chi soffre di questa ferita, presenta spalle molto larghe
rispetto al bacino, il petto spesso è rigonfio. Nelle donne potrebbe presentarsi a volte il contrario: bacino molto più
largo rispetto alle spalle e cosce piuttosto sviluppate.

Con una ferita da ingiustizia potresti sentirti distaccato o cercare il


distacco emotivo da quello che ti sta succedendo con il tuo partner, lo
puoi fare anche fisicamente, incrociando le braccia sul plesso solare per
bloccare le sensazioni. Pensi che la ragione ed il sapere siano più importanti
dei sentimenti. La massima paura è la freddezza ed il distacco.
Chi soffre di questa ferita, non ha potuto esprimersi liberamente ed essere sè stesso nell'infanzia
e ha sentito rifiutata la propria individualità e spontaneità, ha così cercato di dare ottime
prestazioni ed essere perfetto e per sentirsi accettato. Il corpo di chi vive questa ferita appare
ben proporzionato e tende ad avere una postura particolarmente dritta ma rigida, con una vita a
volte molto stretta.

Se desideri approfondire il tema delle 5 ferite, puoi leggere il libro "Le 5 ferite e come guarirle" di Lise Bourbeau.

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5 ESEMPI PRATICI
Come puoi notare la modalità di difesa di ogni tipo di ferita, coincide con lo stesso atteggiamento
che si ha prima di tutto anche con sè stessi.
Qui trovi alcuni esempi specifici legati alle 5 ferite. Ricorda che tutti noi possiamo vivere una o
più ferite contemporaneamente.

ESEMPIO 1: se mi sento spesso rifiutata/o dal partner, quindi non voluta/o, non desiderata/o,
significa che io per prima/o rifiuto le persone o il partner (in questo caso sarà più facile
pensare di essere rifiutante nei confronti delle persone in generale). Rifiuto gli altri ogni

Rifiuto
volta che non sono presente fisicamente o mentalmente e rifiuto contemporaneamente
me stesso vivendo con la convinzione di non poter essere voluta/o e desiderata/o.
TEMO DI NON ESSERE DESIDERATA/O E QUESTO ACCADE OGNI VOLTA CHE QUALCUNO MI SUSCITA
TERRORE E SENTO URGENTE IL DESIDERIO DI SPARIRE O SCAPPARE, FISICAMENTE O MENTALMENTE.

Tradimento Umiliazione Abbandono


ESEMPIO 2: se chiedo molta presenza, vicinanza, aiuto e contatto fisico al partner, sto in
realtà chiedendo a me stessa/o di esserci con me stassa/o e di imparare ad occuparmi di
me. Quando vivo delle crisi, mi terrorizza la paura di rimanere da sola/o con me stessa/o.
OGNI VOLTA CHE IL PARTNER SI ALLONTANA UN PO' DA ME TEMO DI NON MERITARE L'AMORE E LA
VICINANZA E TEMO DI VENIRE ABBANDONATA/O.

ESEMPIO 3: se tendo a disprezzare molto il partner, disprezzo anche me stessa/o. Lo faccio sminuendo e
provocando il partner con frecciate verbali ed interiormente sminuendo e disprezzando anche me stessa/o.
TEMO DI SENTIRMI INVASO E CONTROLLATO, DESIDERO ESSERE LIBERO DI ESSERE E VIVERE COME
VOGLIO SENZA PER QUESTO PERDERE L'AMORE DELL'ALTRO.

ESEMPIO 4: se tradisco il partner, sono abituata/o a tradire anche me stessa/o. Tradisco


me stessa/o convivendo con la sensazione sotterranea di non potermi fidare di me.
TEMO DI PERDERE IL CONTROLLO E VENIRE TRADITA/O.

ESEMPIO 5: se sono ingiusta/o con il partner, sono ingiusta/o anche me stessa/o.


Ingiustizia
Lo faccio chiedendo prestazioni elevate al partner nel fare le cose perché io per
prima/o pretendo molto da me stessa/o. Non so essere indulgente con me stessa/o.
TEMO DI APRIRMI EMOTIVAMENTE E TROVARE NELL'ALTRO RIFIUTO E FREDDEZZA NEI MIEI CONFRONTI,
PER QUESTO MI ADOPERO TANTO NEL "FARE" E NEL CERCARE DI ESSERE PERFETTA/O.

Ricorda:
Ciò che io penso degli altri, lo penso prima di tutto di me stessa/o.
Ciò che io faccio agli altri, lo faccio prima di tutto a me stessa/o.
Solo che non ne sono consapevole.

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Cosa succede nel corpo
Il corpo è sempre una "cartina tornasole" infallibile per riconoscere che si è attivato uno stato
di trauma. IL NOSTRO CORPO MEMORIZZA OGNI EVENTO O TRAUMA DA NOI NON
ELABORATO: IL CORPO NON MENTE MAI.

Ogni sofferenza provata e non risolta, si sedimenta nel corpo attraverso delle contratture
muscolari che formano delle specifiche corazze muscolari. Le corazze muscolari, servono a
"nascondere" alla nostra coscienza delle sensazioni provate e che sono state dolorose.
Per questo se farai caso, quando vivi un momento di difficoltà senti delle tensioni o dei dolori in
alcune aree del tuo corpo.
In base al tipo di ferite vissute, le contratture croniche hanno determinato anche la tua attuale
conformazione fisica.

• L'eccessiva magrezza evidenzia la paura di sentirsi RIFIUTATI E NON ESISTERE.


• L'ipotonia muscolare (parti del corpo cadenti o muscolatura senza tono) è la caratteristica di
chi teme di venire ABBANDONATO
ABBANDONATO.
• Il grasso nel corpo corrisponde alla paura di sentirsi UMILIATI E DI PROVARE VERGOGNA.
• La muscolatura molto forte, tesa e robusta corrisponde alla paura di PERDERE IL CONTROLLO
E FIDARSI DEGLI ALTRI.
• La rigidità fisica è per la paura di sentirsi NON ACCETTATI PER QUELLO CHE REALMENTE SI È
motivo per il quale si tende al perfezionismo.

Come dicevamo, ognuno di noi vive anche più di una di queste ferite contemporaneamente, e
anche il corpo si è strutturato in base ad esse.
Il tema delle ferite caratteriali è molto vasto, ora quello che voglio spiegarti è il metodo pratico
per affrontare i conflitti,
conflitti in modo da iniziare ad esplorarli, a conoscerti meglio e a conoscere
meglio anche il tuo partner.

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I 7 Passi del Cambiamento


Un nuovo modo per imparare ad amarsi e ad amare.

Viste quali sono le fasi di un normale conflitto che sfocia nel dramma, capito il ruolo delle
emozioni e del corpo, ora vedremo finalmente quali sono le fasi di un conflitto che possiamo
rendere EVOLUTIVO e a favore della nostra crescita, personale e di coppia. QUESTE SONO LE
FASI E GLI STEP FONDAMENTALI:

1. ARGOMENTO O SITUAZIONE CRITICA CHE SI RIPRESENTA

2. EMOZIONI CONTRASTANTI E DENSE, PRIVE DI CONTROLLO

3. DOLORE, EMOTIVO E FISICO CHE SI RIATTIVA ANCHE NEL CORPO

4. AVVERTI LA SITUAZIONE DI PERICOLO

5. LA MENTE INIZIA AD OSTACOLARE LE EMOZIONI ARGINANDOLE, RESPINGENDO LA


SOFFERENZA

6. OSSERVA COSA STAI PROVANDO E - SE TI È POSSIBILE - NON PARLARE.


Se non riesci a trattenerti non importa, anche se dirai qualcosa, attaccherai o ti difenderai
dal partner l'importante è che tu riesca ad osservare tutto quello che sta accadendo in te
senza dargli nomi e senza darti spiegazioni.

7. NOTERAI CHE IN AUTOMATICO NELLA TUA TESTA CI SONO UN SACCO DI PENSIERI RIPETITIVI*
DI PAURA E ODIO, TU OSSERVA COME SI SENTE IL TUO CORPO E CHE EFFETTO STANNO
AVENDO I PENSIERI E LE EMOZIONI SU DI ESSO. I pensieri continueranno a persistere, non
te ne curare troppo, non cercare di controllarli, lasciali liberi, evita di dargli importanza,
soltanto continua ad osservarti, aiutati con il respiro, osserva i tuoi pensieri, le tue
emozioni, le sensazioni fisiche ed il tuo respiro. Non è ciò che sta accadendo fuori a ferirti,
è dentro di te.
*Pensieri come: "ecco lo sapevo che diceva/faceva così", “perché non capisce?”, “sei proprio un’idiota”, “che
stronza/o”, “come ti permetti?”, “non mi ami”, “ti odio”, “fottiti!”, "non te ne frega niente di me", "sei egoista", ecc...).
Puoi anche decidere di intraprendere un’azione pratica rispetto a quanto sta accadendo,
provando a staccarti dalla situazione per ameno 20 minuti, continuando però ad osservarti.
20 minuti sono importanti perché sono il tempo necessario perché scenda l’adrenalina.

Rimani con quello che senti.

Resta con quello che senti e nel frattempo puoi provare ad impegnarti
a fare qualcosa di pratico o fisico, come una corsa o pulire la casa.

Darsi un tempo di tregua - a sè stessi e all’altro - è uno stumento importantissimo per


cambiare le cose. Tanto quanto, essere a conoscenza che il conflitto è un evento prima di tutto
interiore e ha uno scopo evolutivo.

RICORDA: non devi smettere di pensare, ma cercare di osservare senza giudizio


tutto quello che stai provando e pensando.

Applicare i 7 passi è importante, per imparare a separare le


emozioni dalle associazioni meccaniche ed abituali
della tua mente.

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Non devi mantenere la calma
All'inizio potrebbe sembrarti difficile, sono certa che ti chiederai come sia possibile mantere
la calma. Il realtà sappi che non è la calma che devi cercare, anzi,
anzi IL VERO LAVORO LO FA
SOLTANTO L'OSSERVAZIONE PRIVA DI GIUDIZIO. Se senti molta rabbia a livello fisico, ideale
sarebbe che utilizzassi questi 20 minuti per esprimerla attraverso il corpo in maniera sicura,
con una corsa ad esempio, una pedalata veloce con la cyclette,... se la rabbia non la percepisci
molto a livello fisico, puoi intraprendere altre azioni come "obbligarti" a fare dell'altro, riordinare
una stanza, fare una doccia,... affidati alla tua intuizione.

La presenza è lo strumento evolutivo


Il vero segreto, il vero strumento è la presenza senza giudizio
rispetto a quello che stai vivendo interiormente.

... la presenza alle tue emozioni e alle tue sensazioni, senza bloccarle e senza metterci sopra
delle etichette a quello che ti sta succedendo dentro.
Come per ogni nuova abitudine, potrà sembrarti difficile inizialmente ma solo sperimentando
con costanza potrai comprendere il potere di quello che hai appena letto.

Sei pronta/o per scoprire una nuova armonia nella tua


relazione? Ora non ti resta che sperimentare!

Armonia di Coppia.it
Spero che questo manuale ti sia d'aiuto per scoprire quali accordi segreti hai
interiormente con te stessa/o... proprio quelli che ora stanno sabotando la tua
felicità di coppia.

Ricorda: il potere è nelle tue mani in ogni istante, respira


e resta presente ai tuoi pensieri, alle tue emozioni e al tuo
corpo.
Ti auguro di scoprire presto
una profonda e rinnovata felicità di coppia.
A presto!
Se desideri scrivermi le tue impressioni o vuoi farmi delle domande, puoi farlo a
questo indirizzo: info@armoniadicoppia.it, sarò
lieta di risponderti.

Chiara
Armoniadicoppia.it

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