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i Conflitti
Indice
LA MAPPA DEI CONFLITTI DI COPPIA 5
LA MIA STORIA 7
IL GIOCO: VITTIMA E CARNEFICE 9
IL PARTNER È SEMPRE QUELLO GIUSTO 11
LA CHIMICA DEL CONFLITTO 12
I FILI SCOPERTI DELLA PERSONALITÀ 14
LA VIA EVOLUTIVA DEL CONFLITTO 16
DAL CONFLITTO ALLA PRESA DI COSCIENZA 17
QUALCOSA DI NUOVO 19
CAMBIAMO IL COPIONE 22
LE 6 FASI DEL CONFLITTO 23
COSA SUCCEDE ALLE EMOZIONI 24
COSA SUCCEDE NEL CORPO 27
I 7 PASSI DEL CAMBIAMENTO 28
NON DEVI MANTENERE LA CALMA 30
Armonia di Coppia.it
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Ciao! Benvenuta/o in ArmoniadiCoppia.it
Mi ci sono voluti molti anni per creare un minimo di stabilità affettiva nella mia vita e ho
dovuto attraversare molte fasi complicate e dolorose.
Sono però riuscita a superarle scoprendo i meccanismi di quello che avveniva all'interno
di me,
me e sono qui oggi, per condividere la mia esperienza con te.
Sono certa che se sei qui, anche la tua storia è costellata da scontri con il partner,
incomprensioni, fraintendimenti, dolore e sfiducia nei confronti dell'amore. So che vuoi
incomprensioni
davvero migliorare la tua vita affettiva
affettiv e sono sicura anche che hai già tentato in tanti
modi di sistemare le cose, di farti capire ed affrontare le difficoltà ma che non hai avuto
molti successi fino ad oggi.
Purtroppo vivere in coppia non è cosa semplice e nessuno ci ha mai dato le istruzioni.
Risolvere da soli i conflitti nella coppia è complesso e di solito si cerca l'appoggio di un
psicoterapeuta, ma la psicologia tradizionale indagando nel passato utilizza spesso tempi molto
lunghi, senza garantire risultati permanenti. Inoltre può richiedere un investimento economico non
indifferente.
La psicologia moderna, salvo rare eccezioni, tende ad occuparsi prevalentemente degli aspetti
mentali analizzando il passato. Purtroppo però quando litighiamo il conflitto che s'innesca è in primo
luogo emotivo ed irrazionale:
irrazionale se cerchiamo di controllarlo con la mente, finiamo quasi sempre per
cucirci sopra una toppa senza risolvere realmente il problema alla radice.
Anche sapere quello che ci può essere successo durante l'infanzia, per quanto utile non ci farà
uscire dai meccanismi automatici che abbiamo consolidato, perché sono inconsci e quindi quando li
mettiamo in azione, molto spesso non ce ne accorgiamo nemmeno.
Se a volte riusciamo invece ad esserne consapevoli, lo siamo solo parzialmente e razionalmente: non
ne conosciamo in profondità tutto il loro senso.
Attualmente non sembrano esistere metodi ufficiali per sciogliere questi meccanismi, personalmente
però, ho scoperto una pratica di 7 passi che ha trasformato molte difficoltà nella mia vita di coppia e
desidero condividerla con te in questa guida..
* Questa guida non intende sostituire un eventuale lavoro di psicoterapia ma desidera condivedere
un'esperienza personale ed offrire una tecnica alternativa e pratica per affrontare i conflitti. *
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In quel periodo avevo già varcato una soglia importante di sofferenza e terminata la prima
relazione, poco dopo ne cominciai una seconda, che fu per me ancora più devastante.
All'inizio sembrava un sogno, e come da copione mi sentivo alle stelle e felice, fintanto che...
mi ritrovai davanti a qualcosa che non sapevo comprendere nè gestire: un muro di silenzi,
impossibilità di confronto e di dialogo ed inoltre... nessuna risposta affettiva.
Così, davanti a questa situazione mi ritrovai in trappola: non ero in grado di fuggire dalla
relazione nè dal dolore che provavo (come avevo sempre fatto), non potevo scaricare il
mio dolore nemmeno attraverso il dialogo (come prima accadeva) e non potevo nemmeno
colpevolizzare il compagno perché me lo impediva.
Da sola non avevo nessuno strumento per uscire da questo labirinto, rimasi con tutto il dolore,
e non potendolo comprendere, non potendolo scaricare... nè arrabbiarmi o combattere, caddi in
un pesante stato depressivo,
depressivo e questo fu per me l'inizio di un grande inferno!
La psicoterapia mi è servita a capire dove mi trovavo e ogni scelta fatta ha contribuito alla mia
evoluzione ma ritengo che in tutto questo percorso ci siano delle informazioni importanti che
se avessi saputo prima, mi avrebbero evitato molta sofferenza.
Parleremo del "gioco vittima e carnefice" di quanto il "partner sia sempre quello giusto"
nonostante questo ci potrà sembrare a volte, un concetto difficile da accettare.
IL GIOCO: VITTIMA E CARNEFICE
All'epoca, la visione che avevo sulla vita e le relazioni era legata al mio
bisogno di ricevere quello che secondo me era logico ricevere, per poter
costruire quell'ideale di Coppia che avevo in mente.
Non avevo visioni diverse o più ampie della relazione tra due persone... e nel frattempo sapevo
solo oscillare in base alla relazione:
relazione se ricevevo quello che mi aspettavo o desideravo, andava
tutto bene, se invece non succedeva, passavo il tempo a litigare e a reagire nei modi più svariati
per arginare la sofferenza che provavo.
Tutti noi, più esplicitamente o meno, quando ci ritroviamo insoddisfatti e nel pieno scontro,
stiamo chiedendo al partner qualcosa.
qualcosa Razionalmente pensiamo che le nostre richieste abbiano
motivazioni sensate, ma in verità quello che pensiamo e crediamo in questi momenti: è soltanto
la punta di un nostro iceberg interiore che non abbiamo ancora esplorato.
Anche quando reagiamo all'attacco del partner, gli stiamo in qualche modo chiedendo qualcosa:
che ci capisca.
Sono sicura che in tutto questo ti starai chiedendo cosa ci sia di sbagliato nel fare questo e
dove possa stare la parte di responsabilità del nostro partner, "non sarà mica tutta colpa mia?"
chiede una vocina dentro di te... vero?
Proprio perché da sempre siamo immersi nelle regole di questo gioco (che ci sono state
tramandate), quando soffriamo finiamo per trarre sempre queste conclusioni:
• LA COLPA È DELL'ALTRO,
• LITIGARE È SBAGLIATO,
• LA SOFFERENZA È SBAGLIATA E VA ELIMINATA.
Proprio così: i conflitti e le sofferenze, quando si presentano nella nostra vita sentimentale,
possono diventare delle importanti porte di accesso a dei cambiamenti,
cambiamenti in primo luogo
all'interno di noi stessi, e di conseguenza nel rapporto con l'altro.
Quando diamo la colpa all'altro, stiamo delegando all'altro anche il nostro potere.
potere Gli stiamo
chiedendo di fare per noi qualcosa che non non siamo ancora in grado di fare autonomamente:
comprenderci, accettarci e amarci.
Prova ad immaginare un bambino piccolo che piange o si arrabbia perché prova delle forti
emozioni che non è ancora in grado di comprendere. Nei frangenti nei quali litighiamo, siamo
come questo bambino, che non ha alcuna colpa per quello che sente ma che ha bisogno di
amore e comprensione che in quel momento il partner purtroppo non è in grado di dargli perché
anch'esso/a si trova immerso/a in qualcosa di altrettanto doloroso che nemmeno noi siamo in
grado di comprendere.
Tutto ciò che è accaduto nel tuo passato e che non hai elaborato nè superato,
diventa destino nella tua vita, ovvero ti fa incontrare la sofferenza che
attualmente vivi e non lo fa contro di te ma a tuo favore. Per farti evolvere.
Il partner è soltanto un messaggero di qualcosa che hai scordato e del quale non sei
totalmente consapevole in questo momento, ma allo stesso modo ha la funzione di richiamarne
alla tua coscienza il ricordo,
ricordo facendolo emergere... insieme a tutto il carico emotivo che avevi
seppellito.
Così come il partner che è nella nostra vita è quello più adatto per aiutarci ad evolvere e a
prendere maggiormente coscienza di noi stessi, anche noi lo siamo per il nostro partner.
Anche cambiare partner non è una vera soluzione perché in ogni caso tutto quello che non
abbiamo affrontato e risolto, tende a ripresentarsi nelle nostre vite e spesso lo fa in modi molto
più incisivi.
La chimica del conflitto e della sopravvivenza
Proprio perché il partner rappresenta qualcuno che possiede le chiavi per aprire le porte di stanze
che abbiamo chiuso e dimenticato all'interno di noi stessi, ha anche la capacità di far scattare
l'allarme nel nostro sistema di sicurezza. Ma andiamo per gradi a scoprire cosa succede quando
della nostra relazione si accende un conflitto.
COMBATTI O FUGGI!
O meglio: “Freeze, Flight or Fight” che significa:
“CONGELARSI, FUGGIRE O COMBATTERE”.
COMBATTERE” .
E bene sì, queste sono le risposte neurovegetative ed istintive che fanno parte della nostra
natura "animale". Davanti ad un pericolo reale o anche solo percepito, scatta l'istinto di
sopravvivenza attraverso queste reazioni che sono completamente istintive.
FLIGHT È LA FUGA
L’amigdala è una piccola area del sistema limbico, sede della percezione della paura e
dell’aggressività e che reagisce istintivamente,
istintivamente contrariamente dalla corteccia prefrontale,
che impiega ben 25 millisecondi per attivarsi ed è dedicata al pensiero, alla comprensione e la
connessione con gli altri.
Ok, ma ti starai chiedendo... "cosa c'entra tutto questo con il conflitto di coppia?
Non sarà mica la stessa cosa?". Vediamolo.
MA, non è assolutamente vero che tutti re-agiamo davanti a qualcuno che ci dice qualcosa
di provocatorio, LO FACCIAMO SOLTANTO SE INTERIORMENTE - ED INCONSCIAMENTE -
ANCHE NOI SIAMO D'ACCORDO CON QUELLO CHE CI STA DICENDO L'ALTRO.
"Questo significa che se reagisco davanti al mio partner che mi sta dando (ad esempio)
della/o stupida/o, significa che inconsciamente io penso la stessa cosa di me?" Sì.
Se veniamo provocati e ci sentiamo toccati da qualcosa che oggettivamente non può
compromettere la nostra sopravvivenza, si innesca ugualmente in noi questo processo di
allerta attacco e/o fuga.
Ciò che richiama la sua reattività oggi, sono i “fili scoperti” della nostra personalità.
Il carattere definisce la nostra visione del mondo e di quella che definiamo “realtà” ma che di
fondo, sperimentata attraverso di esso, diventa soltanto un’interpretazione soggettiva.
Le prime esperienze che non siamo stati in grado di comprendere ed assimilare correttamente,
non sono mai state interiormente superate e su di esse son state costruite delle forme di
protezione, che nella vita adulta continuiamo a rivivere,
rivivere sperimentandole in continuazione nella
stessa modalità della primissima esperienza, attraverso le fasi FREEZE, FLIGHT and FIGHT.
FIGHT
Tutto questo significa anche che molti dei nostri "modi di fare" sono
in realtà degli AUTOMATISMI
AUTOMATISMI,, delle RE-AZIONI, e non delle azioni consapevoli.
Quando entriamo in queste fasi ovviamente significa che qualcuno ci sta toccando "nel
vivo", in un nostro punto doloroso. Forse penserai che sia normale, che tutti noi abbiamo dei
punti sensibili e dolenti e che "il partner dovrebbe a maggior ragione conoscerli ed
accettarli". Certo, ma se non vengono accettati significa che all'interno di noi, nemmeno noi
li stiamo accettando. Il partner è soltanto un nostro riflesso, ci fa da specchio.
“Non è mai troppo tardi per farsi un'infanzia felice” cit. L. Jovanotti.
In poche parole, quello che nella nostra vita ci sta creando sofferenza, ha a che fare con
qualcosa che sta prima di tutto all'interno di noi ma che cerchiamo di combattere all'esterno.
Quello che realmente sta accadendo in questi momenti è che si riattiva all'interno di noi un
TRAUMA, ovvero la memoria incoscia di qualcosa di doloroso vissuto nel passato e non ancora
TRAUMA
elaborato e superato.
La maggior parte delle nostre sofferenze ha origine nella nostra infanzia, è stato così che... la
scelta istintiva che abbiamo fatto la prima volta per proteggerci da un turbinio emozionale e
psicologico che non eravamo in grado di gestire e sopportare, la ripetiamo all’infinito, spesso
attraendo nella nostra vita situazioni analoghe che ci portano di proposito a riviverla per darci
la possibilità di sciogliere l’ingorgo.
Quale migliore occasione, se non il conflitto di coppia, per superare questi blocchi?
Di sicuro non ci troviamo nella savana a dover combattere tigri feroci, per quanto a volte il
nostro partner sembri assomigliarci!
Non ci sono errori e non ci sono colpe, ognuno ha fatto il suo meglio per sopravvivere alle
prime esperienze. L'unica differenza, la fa il fatto di essere ora adulti e di poter cambiare il
presente, comprendendo cosa mettiamo ancora in atto del nostro passato.
IL DOLORE TRASFORMA
Ed è come un lento fuoco che brucia e trasforma tutto quello che non ci serve per entrare più in
connessione con noi stessi, amarci, rispettarci, vivere bene ed per essere felici, con noi stessi
e con un partner che fa altrettanto.
Attenzione: non ti sto dicendo di rimanere in una relazione piena di sofferenza a tutti i costi
con lo scopo di sanarla, ma qualora tu sia all'interno di una relazione dalla quale non riesci a
staccarti nonostante l'infelicità che provi, queste informazioni potranno aiutarti a vederne i tuoi
meccanismi, provando a scioglierli; riuscendo così a fare dei nuovi passi verso la tua felicità,
ovunque essa sia, con o senza il tuo attuale partner.
Spesso quello che ci tiene in una relazione difficile, è la sofferenza stessa, unita al bisogno
che il partner ci riconosca qualcosa (come abbiamo detto a pag.9).
Dal Conflitto alla Presa di Coscienza
Come hai capito, il dolore e la necessità di litigare con il tuo partner sono principalmente uno
specchio che ti sta mostrando la possibilità di affacciarti ad una verità più ampia all'interno di
te e nei confronti della relazione. Solo quando darai ascolto a questo "campanello d'allarme"
che cerca di richiamare la tua attenzione: inizieranno a cambiare le cose.
Qualche anno fa, in una normale serata di rientro a casa, io ed il mio compagno, stanchi dalla
giornata, iniziammo a litigare per una (apparente) banalità.
Lui mi faceva notare che la signora delle pulizie secondo lui non stava pulendo bene la casa
e m'incalzò dicendomi che avrei potuto gestire in modo diverso il rapporto che avevo con lei.
Iniziò così a darmi consigli su come spiegare meglio alla signora i lavori domestici da fare.
Questo argomento come molti altri, si trasformava spesso in una bomba ad orologeria e
finivamo per litigare. Pensavo: "Ma come? Stai mettendo in dubbio quello che faccio e come lo
faccio" Non ti fidi di me? Pensi di saper far meglio di me le cose... allora perché non le fai tu?"...
tu?"
e ovviamente spesso, questi pensieri mi uscivano anche dalla bocca... provocando disastri.
Continua...
Come spesso mi capitava, percepivo l'atteggiamento del mio compagno, freddo, rigido,
dispotico, e nella mia mente pensavo “è proprio un ingegnere”, "non lo sopporto quando fa così",
"perché non la pianta!?"...
Quella sera però, diversamente dal solito... non lo feci... ero così stanca di litigare per cose che
mi sembravano assurde.
Non sapevo cosa stesse vivendo lui, ed io ero in balia delle emozioni negative che mi stavano
inondando. Così, provai a restare presente a quello che stavo sentendo dentro di me e nel mio
inondando
corpo, e cercai di smettere di dare importanza alla mia testa che mi diceva sempre le stesse
cose.
Rimasi in silenzio ad ascoltare, evitai di parlare... tanto qualsiasi cosa avessi detto ci saremmo
fraintesi.
Mi concentrai su ciò che stavo sentendo, cosa mi stavano facendo provare le sue parole,
lasciando entrare in me il suo tono di voce. Ne osservavo solamente gli effetti su di me: le
emozioni... le tensioni fisiche... lo stomaco teso la testa confusa... i ventimila pensieri che mi
stavano giravano nella testa.
Andai a farmi una doccia e lasciai il mio compagno deluso e stranito del fatto che non rimanessi
lì con lui a litigare, tanto che, mentre salivo le scale mi disse alzando la voce "ma stai bene?!?
Dove vai? Sei impazzita?!? Vieni qui! Finiamo il discorso!".
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Io rimasi presente al malessere che stavo sentendo, senza prendere alcuna posizione su
di esso, senza “pensare”, senza etichettare, senza allontanare il disagio e senza darmi
spiegazioni.
Qualcosa di nuovo
Accadde per la prima volta qualcosa che mi lascò a bocca aperta... fui colta all'improvviso sotto
alla doccia da una chiarezza improvvisa senza averla minimamente cercata con la testa:
“mi fa star male ciò che io penso di me stessa,
stessa, non ciò che lui pensa di me. Quello che io
penso di me stessa è che credo di essere una persona inefficiente ed incapace,
incapace, della quale
non ci si può fidare ...ecco cosa in profondità io penso di me stessa”.
Quello che mi aveva sconvolta era il prendere coscienza così velocemente, in un lampo di genio
improvviso, qualcosa che viveva nel mio inconscio. Da sempre pensavo che in quei momenti
improvviso
fosse lui a pensarmi inefficiente, quando in realtà lui stava vivendo tutt’altro e non mi pensava
affatto tale.
Ero soltanto io a pensarmi in quel modo e quando litigavo con lui mi difendevo dall'accettare
in profondità questa credenza che avevo su me stessa. Era forse come mi aveva fatto sentire
qualcun'altro nel mio passato o nella mia infanzia? Poco importava a quel punto.
Realizzare che ero io per prima a giudicarmi, mi permise di prendermi cura di questa mia idea,
separando ciò che io penso di me dalla paura che tutto questo arrivasse dall'esterno.
dall'esterno La
presa di coscienza su ciò che siamo e pensiamo di noi stessi è l’inizio della soluzione del
conflitto con l’altro, ma è anche molto di più: innesca un processo di guarigione interiore che
sradica il conflitto con l'altro!
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Il conflitto è in realtà un fraintendimento.
Questa situazione mi permise di vedere la scena da molte più angolature
angolature, capii anche che il
malessere del mio compagno, quando mi incalzava in quel modo... era l'ansia che lui vive quando
non può controllare le situazioni governate da altri e questo in lui crea una profonda sofferenza,
così il suo modo di dare indicazioni su come gestire situazioni pratiche, diventa per lui un
tentativo (apparente) di controllare la sua profonda paura di fidarsi degli altri e poi venire tradito.
Nell’episodio che ti ho raccontato, ognuno di noi stava vivendo una sua interpretazione degli
eventi. Quello che di solito si fa mentre si litiga, è cercare di portare l’altro a vederla come noi, al
fine di arginare le nostre paure ma è un'illusione che fa rimanere entrambi intrappolati nel proprio
film e a ripetere così il conflitto.
Come abbiamo già visto a pag. 13 questo stato di allarme è naturale e biologico, fa parte
del nostro istinto di sopravvivenza, solo che in queste situazioni l'unica entità che rischia di
"morire" è una parte del nostro ego, e questo avviene davvero se molliamo la presa... l'ego ha
paura di morire e in questi momenti rischia effettivamente di morire, ma se il nostro ego si
scioglie, liberiamo all'interno di noi un nuovo grado di consapevolezza.
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perché coincide sempre con lo scontro, con l'incomprensione o con una sensazione di dolore
emotivo o fisico.
Come abbiamo già visto, lo stato di trauma si attiva quando una tua parte interiore che vive
in ombra, viene colta dalla paura che un determinato evento doloroso che hai già vissuto in
passato e che NON HAI SUPERATO, possa manifestarsi nuovamente.
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Cambiamo il copione!
Ok, credo tu ne abbia abbastanza di informazioni, è arrivato il momento di esplorare il
cambiamento ed inizare a fare qualcosa di pratico.
Nelle prossime pagine vedremo quali sono le che fasi normalmente viviamo quando non
sappiamo come agire e ci limitiamo alla re-azione automatica. Vedremo anche il ruolo delle
emozioni in questo processo e il ruolo del corpo,
corpo in modo da imparare a gestire tutti questi
aspetti durante lo scontro.
Conoscere cosa accade alle emozioni e al tuo corpo è molto importante, per il semplice fatto
che: non siamo tutti uguali ed è un errore standardizzare. Se è vero che tutti sappiamo cosa
significa re-agire davanti a qualcosa che ci ferisce, quello che non sappiamo è che ognuno lo fa
a modo suo, ed è importante che tu possa iniziare ad intuire quale o quali modalità utilizza la
tua personalità per difendersi.
Iniziamo!
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Le 6 fasi del Conflitto
LE FASI CHE MANTENGONO ATTIVO IL CONFLITTO.
Il conflitto lo teniamo in piedi con le emozioni alle quali diamo dei nomi ben precisi nella
nostra mente. Lo facciamo attraverso le giustificazioni razionali, pretendendo il controllo della
situazione e perpetuando all'infinito il meccanismo di conflitto e dolore.
L’ego ferito non vuole morire ed il processo interiore che avviene normalmente, è questo:
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Cosa succede alle emozioni: le 5 ferite
Ad ogni ferita la sua reazione
Entrare in uno stato di trauma, equivale sempre ad una reazione e ne abbiamo evidenziate 3: L'ATTACCO, LA FUGA
O L'ANESTESIA.
In realtà questa è una semplificazione, perché ognuno di noi, ha dei modi preferenziali di re-azione al dolore, in base
alla propria particolare ferita, anche se sono tutti riconducibili a queste 3 reazioni primarie.
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Con una ferita da umiliazione potresti sentirti spesso umiliato
umiliato,
provare vergogna, non sentirti degno e avere paura delle
punizioni. La più grande paura per chi soffre di questa ferita è la
libertà, sentirsi totalmente libero di fare quello che si desidera.
Quando ci si crede sporchi, si prova disgusto per sè stessi, ci si sente in colpa e ci si e vergogna
nel provare piacere. Si pensa sempre prima agli altri tenendosi sempre occupati, pensando di
guadagarsi un posto in paradiso. Il corpo della ferita da umiliazione è in sovrappeso.
Aprirsi al partner, rendersi vulnerabili, fidarsi e concedersi all'altro, può essere un'esperienza meravigliosa
se si riesce ad uscire dal film registrato all'interno di sè, nel quale se ci si lascia andare a qualcuno, si
rischia di venire traditi. Non esiste persona che possa ferirci se scorgiamo che quel traditore è prima di
tutto all'interno di noi e che noi per primi, con la nostra malfidenza, trattiamo l'altro con sfiducia, tradendolo.
Il concetto di "tradimento" non è riferito soltanto al "tradire andando con un altra persona", si può tradire in molti modi,
ad esempio non rispettando le promesse fatte o illudendo l'altro di fare qualcosa che invece non si farà, solo per tenerlo
"buono". Si tratta di una forma di manipolazione. Il corpo di chi soffre di questa ferita, presenta spalle molto larghe
rispetto al bacino, il petto spesso è rigonfio. Nelle donne potrebbe presentarsi a volte il contrario: bacino molto più
largo rispetto alle spalle e cosce piuttosto sviluppate.
Se desideri approfondire il tema delle 5 ferite, puoi leggere il libro "Le 5 ferite e come guarirle" di Lise Bourbeau.
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5 ESEMPI PRATICI
Come puoi notare la modalità di difesa di ogni tipo di ferita, coincide con lo stesso atteggiamento
che si ha prima di tutto anche con sè stessi.
Qui trovi alcuni esempi specifici legati alle 5 ferite. Ricorda che tutti noi possiamo vivere una o
più ferite contemporaneamente.
ESEMPIO 1: se mi sento spesso rifiutata/o dal partner, quindi non voluta/o, non desiderata/o,
significa che io per prima/o rifiuto le persone o il partner (in questo caso sarà più facile
pensare di essere rifiutante nei confronti delle persone in generale). Rifiuto gli altri ogni
Rifiuto
volta che non sono presente fisicamente o mentalmente e rifiuto contemporaneamente
me stesso vivendo con la convinzione di non poter essere voluta/o e desiderata/o.
TEMO DI NON ESSERE DESIDERATA/O E QUESTO ACCADE OGNI VOLTA CHE QUALCUNO MI SUSCITA
TERRORE E SENTO URGENTE IL DESIDERIO DI SPARIRE O SCAPPARE, FISICAMENTE O MENTALMENTE.
ESEMPIO 3: se tendo a disprezzare molto il partner, disprezzo anche me stessa/o. Lo faccio sminuendo e
provocando il partner con frecciate verbali ed interiormente sminuendo e disprezzando anche me stessa/o.
TEMO DI SENTIRMI INVASO E CONTROLLATO, DESIDERO ESSERE LIBERO DI ESSERE E VIVERE COME
VOGLIO SENZA PER QUESTO PERDERE L'AMORE DELL'ALTRO.
Ricorda:
Ciò che io penso degli altri, lo penso prima di tutto di me stessa/o.
Ciò che io faccio agli altri, lo faccio prima di tutto a me stessa/o.
Solo che non ne sono consapevole.
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Cosa succede nel corpo
Il corpo è sempre una "cartina tornasole" infallibile per riconoscere che si è attivato uno stato
di trauma. IL NOSTRO CORPO MEMORIZZA OGNI EVENTO O TRAUMA DA NOI NON
ELABORATO: IL CORPO NON MENTE MAI.
Ogni sofferenza provata e non risolta, si sedimenta nel corpo attraverso delle contratture
muscolari che formano delle specifiche corazze muscolari. Le corazze muscolari, servono a
"nascondere" alla nostra coscienza delle sensazioni provate e che sono state dolorose.
Per questo se farai caso, quando vivi un momento di difficoltà senti delle tensioni o dei dolori in
alcune aree del tuo corpo.
In base al tipo di ferite vissute, le contratture croniche hanno determinato anche la tua attuale
conformazione fisica.
Come dicevamo, ognuno di noi vive anche più di una di queste ferite contemporaneamente, e
anche il corpo si è strutturato in base ad esse.
Il tema delle ferite caratteriali è molto vasto, ora quello che voglio spiegarti è il metodo pratico
per affrontare i conflitti,
conflitti in modo da iniziare ad esplorarli, a conoscerti meglio e a conoscere
meglio anche il tuo partner.
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Viste quali sono le fasi di un normale conflitto che sfocia nel dramma, capito il ruolo delle
emozioni e del corpo, ora vedremo finalmente quali sono le fasi di un conflitto che possiamo
rendere EVOLUTIVO e a favore della nostra crescita, personale e di coppia. QUESTE SONO LE
FASI E GLI STEP FONDAMENTALI:
7. NOTERAI CHE IN AUTOMATICO NELLA TUA TESTA CI SONO UN SACCO DI PENSIERI RIPETITIVI*
DI PAURA E ODIO, TU OSSERVA COME SI SENTE IL TUO CORPO E CHE EFFETTO STANNO
AVENDO I PENSIERI E LE EMOZIONI SU DI ESSO. I pensieri continueranno a persistere, non
te ne curare troppo, non cercare di controllarli, lasciali liberi, evita di dargli importanza,
soltanto continua ad osservarti, aiutati con il respiro, osserva i tuoi pensieri, le tue
emozioni, le sensazioni fisiche ed il tuo respiro. Non è ciò che sta accadendo fuori a ferirti,
è dentro di te.
*Pensieri come: "ecco lo sapevo che diceva/faceva così", “perché non capisce?”, “sei proprio un’idiota”, “che
stronza/o”, “come ti permetti?”, “non mi ami”, “ti odio”, “fottiti!”, "non te ne frega niente di me", "sei egoista", ecc...).
Puoi anche decidere di intraprendere un’azione pratica rispetto a quanto sta accadendo,
provando a staccarti dalla situazione per ameno 20 minuti, continuando però ad osservarti.
20 minuti sono importanti perché sono il tempo necessario perché scenda l’adrenalina.
Resta con quello che senti e nel frattempo puoi provare ad impegnarti
a fare qualcosa di pratico o fisico, come una corsa o pulire la casa.
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Non devi mantenere la calma
All'inizio potrebbe sembrarti difficile, sono certa che ti chiederai come sia possibile mantere
la calma. Il realtà sappi che non è la calma che devi cercare, anzi,
anzi IL VERO LAVORO LO FA
SOLTANTO L'OSSERVAZIONE PRIVA DI GIUDIZIO. Se senti molta rabbia a livello fisico, ideale
sarebbe che utilizzassi questi 20 minuti per esprimerla attraverso il corpo in maniera sicura,
con una corsa ad esempio, una pedalata veloce con la cyclette,... se la rabbia non la percepisci
molto a livello fisico, puoi intraprendere altre azioni come "obbligarti" a fare dell'altro, riordinare
una stanza, fare una doccia,... affidati alla tua intuizione.
... la presenza alle tue emozioni e alle tue sensazioni, senza bloccarle e senza metterci sopra
delle etichette a quello che ti sta succedendo dentro.
Come per ogni nuova abitudine, potrà sembrarti difficile inizialmente ma solo sperimentando
con costanza potrai comprendere il potere di quello che hai appena letto.
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Spero che questo manuale ti sia d'aiuto per scoprire quali accordi segreti hai
interiormente con te stessa/o... proprio quelli che ora stanno sabotando la tua
felicità di coppia.
Chiara
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Il potere di Adesso - Eckhart Tolle
I 7 segreti per una relazione sana e felice - Don Miguel Ruiz Jr. e
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