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Corriere della Sera Marted 8 Novembre 2011

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Cronache 25
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Il caso

Dagli omicidi dei gruppi paramilitari ai 268 prigionieri stipati in celle per 16. Un saggio sul Paese che rifiuta lestradizione del terrorista italiano
dio ogni 348 arrestati), mentre nello Stato di Rio de Janeiro il rischio di essere assassinati in una stazione di polizia 1.640 volte pi elevato (un omicidio ogni 23 arrestati). Per non dire della repressione sociale. Lassociazione parigina ACAT France (Action des Chrtiens pour lAbolition de la Torture) nel capitolo dedicato al Brasile del rapporto Un Monde Tortionnaire 2011, rileva come la maggior parte delle persone che lottano per il diritto a un alloggio e alla terra, membri di comunit indigene, contadini senza terra e squatters urbani, vittima di gravi violazioni dei diritti delluomo: torture, assassini, esecuzioni senza processo che, mediamente, si traducono in oltre 50 mila omicidi lanno commessi ufficialmente per ragioni di sicurezza, il numero pi elevato al mondo. Tanto che lindice americano Ptls (Political Terror Scale Levels), che misura il livello delle violazioni dei diritti umani in termini di omicidi politici, rapimenti, detenzioni illegali, torture e maltrattamenti nei vari Paesi del mondo ha piazzato il Brasile nel 2010 al livello 4, essendosi estesi e intensificati soprusi e violazioni dei diritti umani rispetto al 1998, quando il Brasile era collocato a livello 3. Colpa anche delle milicias, gruppi paramilitari formati in larga parte da forze di polizia fuori servizio o in pensione, che minacciano, compiono violenze, uccidono, intimidiscono i testimoni, avendo sotto controllo la mag-

Undicimila uccisi dalla polizia nel Brasile del caso Battisti


Lezioni allItalia che perseguita, ma le loro violazioni?
di GIAN ANTONIO STELLA
a che pulpito! Nei soli Stati di Rio de Janeiro e San Paolo hanno contato in pochi anni 11.010 persone abbattute perch facevano resistenza allarresto e i brasiliani rifiutano di consegnarci Cesare Battisti per il fondato timore di persecuzione per le sue idee politiche come se lItalia non rispettasse i diritti elementari? meglio che Adriano Sabbadin (figlio del macellaio Lino assassinato nel 1979 a Mestre) e Alessandro e Giuseppe Santoro (figli di Pierluigi, lagente di custodia ammazzato a Udine nel 1978), protagonisti del convegno di Torino La voce delle vittime del terrorismo, non leggano il libro Crescita economica e violazione dei diritti umani in Brasile. La loro amarezza rischierebbe di sfociare in collera. Alessandro Monti, docente di politica economica a Camerino, ha raccolto infatti nel suo saggio numeri e testimonianze tratti da rapporti ufficiali che dimostrano come lo stato giallo-oro non abbia davvero le carte in regola per dare a noi lezioni di legalit e

allomicidio delle forze dellordine: Amnesty International ha accertato che nel solo 2009 la polizia avrebbe ucciso in "atti di resistenza" 1.048 persone a Rio de Janeiro (resistencia seguida de morte) e 543 persone a San Paolo (autos de resistencia), con un incremento, rispetto al 2008, del 41% degli omicidi commessi dalla polizia militare. Si tratta, prosegue Monti, dei casi estremi e pi eclatanti di una condizione di sistematica violazione istituzionalizzata dei diritti umani, largamente diffusa nelle aree urbane e rurali che colpisce soprattutto le comunit dei nativi (guarani-kaiow, quilombola) e le popolazioni "afrodiscendenti", prive di garanzie di ordinaria sopravvivenza.

I confronti internazionali, del resto, parlano chiaro: stando ai dati Onu, se nel 2008 in USA si verificato un caso di police killing ogni 37.751 persone arrestate, nello Stato di San Paolo il rapporto quasi 100 volte pi alto (un omici-

I familiari
Da sinistra, Alessandro Santoro, Adriano Sabbadin, Dante Notaristefano (presidente Aiviter) e Giuseppe Santoro. I Santoro e i Sabbadin sono figli di due vittime di Battisti

In libert Cesare Battisti a San Paolo, in Brasile (Pinto/Ansa)

Squadre della morte In soli nove mesi nel 2010 le milicias hanno assassinato 240 persone
giustizia. Il gigante economico sudamericano che negli ultimi decenni ha fatto segnare una strepitosa accelerazione che lha portato a umiliare lArgentina (surclassata da un Pil quattro volte superiore) e a entrare fra i primi 7 Paesi del mondo, superando proprio lItalia (dalla quale solo pochi anni fa era distaccato da un abisso), pu vantare numeri da primato non solo positivi ma anche negativi. Una contraddizione antica. Basti ricordare che il primo boom, con impennate del Pil fino al 14% si registr nel quinquennio pi feroce della dittatura militare (ottobre 1969-marzo 1974) sotto la presidenza di Garrastazu Mdici che sospese lo stato di diritto. Cos come contraddittoria lascesa economica. Se nellultimo decennio gli investimenti stranieri sono decuplicati e la classe media passata da 66 a 95 milioni di persone, labissale distanza tra i ricchi e i miserabili aumentata cos tanto che solo nel Sudafrica e nel Botswana lingiustizia sociale pi spaventosa. La contraddizione maggiore, per, come dicevamo, sulla gestione della giustizia. Certo, anche noi abbiamo le carceri vergognosamente sovraffollate. Ma i 496.251 detenuti brasiliani (uno ogni 413 abitanti) vivono spesso in condizioni bestiali: le ONG Justice Global e Conectas, nel corso di una visita nelle carceri dello Stato di Espiritu Santo, hanno constatato che nelle celle previste per un massimo di 16 persone erano ammassati ben 268 prigionieri. Il problema pi grave, per, sono i metodi spicci fino

Lagguato al giudice Tre mesi fa Patricia Acioli stata freddata con armi in dotazione esclusiva delle forze armate
gior parte delle favelas di Rio de Janeiro per conto di organizzazione del narcotraffico. Quanto pericolose siano le milicias testimoniato da Amnesty International: nella capitale e nellarea metropolitana dello Stato di San Paolo si segnala un imponente e crescente presenza di "death squad" con numerosi omicidi multipli": le statistiche ufficiali evidenziano come in soli 9 mesi, dal gennaio al settembre 2010, sarebbero state uccise 240 persone in 68 distinti episodi di violenza che hanno visto in azione squadre della morte. emblematico, denuncia Monti, il caso di Patricia Acioli, una giovane giudice di discendenze italiane che a Rio de Janeiro era impegnata in numerosi processi a carico di agenti corrotti e appartenenti alle milicias. Una donna coraggiosa. Che aveva condannato tra gli altri 4 agenti accusati di almeno 11 omicidi su commissione. stata assassinata tre mesi fa a Niteroi, in faccia a Rio de Janeiro, da un commando di almeno 12 persone che non solo ha usato pistole calibro 40 e 45, armi in dotazione esclusiva di forze armate e polizia civile e militare di Rio de Janeiro; ma ha agito quando al giudice era stata ritirata la scorta armata nonostante le numerose minacce di morte. Tutta la nostra solidariet. Al Brasile, ai brasiliani, ai giudici come Patricia Acioli, ai poliziotti perbene... Non facile governare una societ complessa. E certo non siamo noi a poter dare lezioni. Ma le bacchettate sul caso Battisti, come ha detto Napolitano, se le potevano davvero risparmiare...
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