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Arcidiocesi Campobasso-Bojano

LO)2*/,2 127,=,(
La vita dei gruppi, delle associazioni e dei movimenti di fedeli laici
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N. 9 del 4 giugno 2007


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Gocce QUEL CHE CONTA
di «Quel che conta non è fare cose grandi o piccole, vistose o insignificanti, ma so-
Sapienza tanto l’amore con cui esse vengono compiute.»
(Beato Giovanni XXIII).

Consulta INSIEME PER L’EUROPA 2007


Diocesana Un ulteriore passo nel cammino di comunione tra movimenti cristiani di tutta è
stato compiuto a Stoccarda (Germania) dove il 12 maggio scorso si è svolto il se-
condo incontro “Insieme per l’Europa” (Troverete un ampio resoconto nello spe-
ciale allegato a questo numero).
Preceduto da due giorni di congresso con 2.000 responsabili di gruppi e movimenti
cattolici, evangelici, anglicani, ortodossi, ha segnato un momento di presa di co-
scienza del di come lo spirito del vangelo continui a tessere la trama della costru-
zione dell’Europa.
«Insieme per l’Europa – come a dichiarato Lucia Lucia Fronza Crepaz a Radio
Vaticana – è una tappa che probabilmente è cominciata davanti a Giovanni Paolo
II nella Pentecoste del ’98, quando chiese ai Movimenti ecclesiali di essere una
parte importante della Chiesa, una visibilità dello Spirito Santo di oggi, e di testi-
moniare l’unità fra i Movimenti. Iniziò una storia di unità e nella Giornata della
Giustificazione ad Augsburg per la firma tra Cattolici e Riformati si incontrarono
questa unità dentro la Chiesa cattolica con un cammino di unità della Chiesa ri-
formata. Lì, di fronte alla difficoltà dell’Europa di ritrovare le sue radici cristiane,
ci fu l’idea di mettersi insieme, di fare una strada insieme di unità dentro il co-
mandamento nuovo dell’amore scambievole, per testimoniare all’Europa che cosa
essa sia davvero, e cioè un prodotto sociale, politico e d’anima del messaggio cri-
stiano arrivato in Europa.»

NEL OGGI DELL’EUROPA


Sull’Europa e sull’essere Europa pubblichiamo una nota del Coordinatore della Consulta
Diocesana delle Aggregazioni Laicali, presente a Stoccarda.

Queste considerazioni non solo seguono un percorso scandito dai tre momenti
fondamentali ricordati a Stoccarda: “ieri”, “oggi”, “domani”, ma lo attualizzano
nella contemporaneità. E cioè vivere il “presente” di ieri, il “presente” dell’oggi,
il “presente” del domani, in un abbraccio cosmico che rende presente e vivo ogni
attimo della vita, dove la mia storia è già presente e il mio presente è già futuro.

NOTIZIARIO INTERNO – A cura del Consiglio della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali
N. 9 del 4 giugno 2007

attimo della vita, dove la mia storia è già presente e il mio presente è già futuro.
IERI. L’uomo europeo deve riconciliarsi con il suo passato. Sentire e vivere
l’identità europea come una realtà viva, reale, attualizzabile. Vivere l’identità eu-
ropea è ricostruire la nostra memoria storica, per renderla attuale e scevra da in-
comprensioni, odi e superiorità di classi, universalizzando il nostro passato cultu-
rale e collettivo.
Ricordando che nell’Europa hanno convissuto tolleranza e sterminio razziale, li-
bertà e tirannie di destra e di sinistra, democrazie e oppressioni, spiritualità e ma-
terialismo. Qualcuno ha detto che l’Europa non è stata solo maestra dei diritti
umani, ma che essa ha anche “inventato” l’olocausto. Perciò nella memoria
dell’uomo europeo non possono mancare due parole chiave: Auschwitz e perdono.
Solo così troveremo spazio per un nuovo inizio.
OGGI. L’uomo europeo deve saper discernere questi elementi e scegliere e vivere
quegli atteggiamenti e comportamenti coerenti con questo patrimonio di valori.
L’uomo europeo deve saper attingere a piene mani in questa sua eredità culturale
e spirituale. Bisogna, oggi, costruire un’Europa unita, solidale, partecipata. Eu-
ropa presente nel mondo, dove la nostra vita si coniuga con la storia per costruire
un futuro ricco di speranza. Dopo il mercato comune e l’euro, la grande sfida è
creare una identità culturale europea dove ognuno, per la propria parte, sarà
chiamato a parteciparvi corresponsabilmente. Solo grazie al nostro impegno
l’Europa crescerà e diventerà punto di riferimento per un mondo migliore.
DOMANI. Dopo la riconciliazione con il suo passato e l’impegno corresponsabi-
le per un’Europa unita, solidale e partecipata, il nostro futuro si apre in una cul-
tura del dialogo, per realizzare un’Europa aperta, accogliente e ospitale.
L’Europa, in futuro, dovrà fare sempre di più i conti con l’immigrazione e seguire
sempre più una cultura dell’ospitalità, nella sua capacità ad aprirsi all’altro e al
diverso. Vedere nell’altro il proprio volto e il Volto del Signore, rispettandone
l’alterità, la fede, il pensiero, il carattere e accettandone la diversità;
Qualche anno fa Giovanni Paolo II in “Ecclesia in Europa” scriveva: «Dire Eu-
ropa deve voler dire apertura. Nonostante esperienze e segni contrari che pure
non sono mancati, è la stessa storia ad esigerlo: l’Europa non è, in realtà, un ter-
ritorio chiuso o isolato; si è costruita andando incontro, al di là dei mari, ad altri
popoli, ad altre culture, ad altre civiltà. Perciò deve essere un Continente aperto e
accogliente, continuando a realizzare nell’attuale globalizzazione forme di coope-
razione non solo economica, ma anche sociale e culturale» (n. 111).
Stoccarda è “un segno di speranza”. Un’educazione all’ecumenismo che deve
fondarsi sul desiderio di nostro Signore Gesù Cristo che ha voluto una comunità
“una ed unica”. Bisogna partecipare al progetto di Gesù e alla vocazione della
Chiesa “ecumenica” e “missionaria”. Un’educazione - come diceva Don Elio
Bromuri - che metta in rapporto complementare la dimensione ecumenica con
quella missionaria, in quanto l’evangelizzazione non può essere credibile se pro-
posta da Chiese in disaccordo.
In concreto, dall’esperienza della storia e da ciò che lo Spirito ha detto e continua
a suggerire costantemente alle Chiese (Ap. 2,7), i cristiani tutti, dai pastori ai sin-
goli fedeli, sono chiamati a deporre ogni malizia e sospetto, a superare ogni vo-
lontà di predominio, a frenare ogni discordia e a volgere lo sguardo verso Cristo
crocifisso e risorto, avvicinandosi a lui e trovandosi, così, strettamente congiunti
in una comunione piena di fede e di amore, facendo proprio l’appello all’unità di
S. Paolo agli Efesini (Ef. 4).
C’è un esercizio dell’ecumenismo descritto nel decreto conciliare Unitatis redin-
tegmtio (UR2) che indica come via privilegiata la preghiera accompagnata dalla
conversione del cuore, che va sotto il titolo di “ecumenismo spirituale”. È un e-

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N. 9 del 4 giugno 2007

conversione del cuore, che va sotto il titolo di “ecumenismo spirituale”. È un e-


sercizio che tutti possono compiere, senza andare necessariamente a rincorrere i
partner di altre Chiese e confessioni cristiane. L’unità piena e perfetta non è in
potere degli uomini e dei loro sforzi pur necessari e nobili, ma è opera della gra-
zia da accogliere nella preghiera.
(Carmine De Camillis)

Consulta GRAZIE MONS. DI FALCO!


Regionale Con una cerimonia semplice e familiare la Consulta Regionale delle Aggregazioni
Laicali ha salutato e ringraziato Mons. Di Falco, Vescovo uscente della Diocesi di
Sulmona-Valva e delegato per il laicato dalla Conferenza Episcopale Abruzzo Mo-
lise.
L’incontro si è svolto domenica 20 maggio scorso, presso il Seminario Regionale
di Chieti, sede anche della Consulta Regionale.
Dopo il messaggio di ringraziamento, rivolto al prelato dal Segretario della Con-
sulta Regionale, Oana Guerrieri Porreca, Mons Di Falco ha ricordato come il suo
ministero sia sacerdotale che episcopale siano stati segnati dal rapporto con i fedeli
laici organizzati. Ha quindi ringraziato il Segretario della Consulta Regionale per
tutto il lavoro svolto sottolineando il grande risultato raggiunto in Abruzzo-Molise,
anche in relazione alla situazione italiana.
Paolo Mitri, Segretario della Consulta Diocesana Campobasso-Bojano ha rivolto
un breve messaggio di saluto al Vescovo a nome del laicato diocesano e del Moli-
se.
La cerimonia ha trovato il suo culmine nella recita comune dei primi vespri
dell’Ascensione al cielo del Signore.

IL MESSAGGIO DI RINGRAZIAMENTO LETTO DAL SEGRETARIO


REGIONALE
«Al nostro amatissimo Monsignor Giuseppe Di Falco
Eccellenza Reverendissima,
col cuore pieno di riconoscenza e di affetto ci stringiamo a lei in questo momento.
Come singoli e come delegati dei nostri movimenti. gruppi ed associazioni vo-
gliamo esprimerLe la nostra gratitudine per come ci ha aiutato a realizzare la co-
noscenza reciproca e l’amicizia spirituale che ormai lega tutti i membri della
Consulta regionale dei laici, perla preziosa di comunione voluta dai Vescovi della
CEAM e affidata alle Sue cure.
Le tappe di questi 7 anni li conosciamo tutti: il Convegno del 2001, che ci ha fatti
conoscere, l’esperienza di Stoccarda nel 2004 che ci ha inseriti nell’impegno e-
cumenico di ritrovare le radici cristiane dell’Europa, la Sua sensibilità nel pro-
muovere la nascita delle Consulte diocesane con i frutti che ciò ha comportato, la
Sua delicata perseveranza nel presentare favorevolmente ai Vescovi membri della
Conferenza Episcopale la realtà dei laici aggregati, grazie alla quale oggi essi
collaborano con gli Uffici pastorali nel Centro Pastorale Regionale.
Questi frutti sono sicuramente scaturiti dal Suo amore sincero per Gesù e per la
Sua Chiesa che lei ha servito con tanta saggezza.
Anche noi, sotto la sua guida, abbiamo imparato a riconoscerci fratelli e a sentir-
ci parte dell’unica famiglia dei figli di Dio rimanendo uniti nel rispetto delle no-
stre identità .

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stre identità .
Sicuramente la Madonna saprà regalarle tutte le consolazioni che merita per il
Suo lungo e prezioso ministero.
Noi Le vogliamo lasciare come dono la comunione che abbiamo costruito in que-
sti anni con lei e tra noi e l’impegno di continuare sulla strada di una comunione
sempre più profonda per dare testimonianza col nostro amore reciproco
dell’Unità chiesta da Gesù “Che tutti siano uno affinché il mondo creda”.
Il nostro non è un saluto di commiato perché siamo sicuri che tutto quello che si è
costruito nell’unità, in Dio, resta per sempre e per sempre le vogliamo dire grazie
padre, le vogliamo tanto bene!
Tutti i suoi figli della Consulta Regionale dei Laici»

Azione LABORATORIO DI GIOCOLERIA


Cattolica Si è svolto il 2 e 3 giugno scorso, presso il Salone della Parrocchia di S. Giuseppe
Diocesana Artigiano di Campobasso, il corso per Educatori/Animatori parrocchiali di gruppi
e C.S.I. di ragazzi dai 6 ai 14 anni, “LABORATORIO DI GIOCOLERIA”.
Scopo del laboratorio, curato da Luca De Rinaldo, è stato quello di fornire ai for-
matori delle tecniche per organizzare giochi utili alla formazione di ragazzi ed a-
dolescenti.
(Gianluca D’Alessio)

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Ë
´7XWWHOHFRVHULVSOHQGRQRQHOODOXFHµ nostro amore reciproco possiamo unirci più
LO  PDJJLR DOOD +DQQV 0DUWLQ
profondamente con Te, perché Tu ci hai pro-
messo, Signore Risorto, di essere presente là
6FKOH\HU +DOOH GL 6WRFFDUGD VRQR DU
dove due o tre sono riuniti nel tuo nome»
ULYDWL LQ RWWRPLOD GL ROWUH  0RYL
PHQWL GL YDULH &KLHVH GD WXWWD (XURSD D (PPD %DUQHV «È un grande onore per me
VRVWHQHUH LO SURJHWWR H SURVHJXLUH QHO aprire con voi questo giorno di unità e profe-
FDPPLQRGHOO·(XURSDGHOOR6SLULWR zia. Insieme per l’Europa è molto più di un
evento. È la visione potente di cristiani che in
$SUH O·(YHQWR O·(QVHPEOH ´0LWHLQDQGHU
Europa vivono per operare giorno dopo gior-
IU (XURSDµ FRVWLWXLWRVL SHU O·RFFDVLRQH
no un cambiamento nel loro ambiente.»
H FRPSRVWR GDO FRUR H GDOO·RUFKHVWUD GL
 DUWLVWL GL 0RYLPHQWL GL YDUL 3DHVL H *HUKDUG 3URVV «In un tempo, nel quale in
&KLHVH GDO *HQ 9HUGH *HQ 5RVVR H GD Europa si diffondono paralisi, oscurità e una
XQJUXSSRFRUHRJUDILFRLQWHUQD]LRQDOH vera e propria cultura della morte, vogliamo
portare la luce chiara del Vangelo nei vari
4XHVWD VHFRQGD HGL]LRQH GL ´,QVLHPH SHU
ambiti della società e richiamare l’Europa al-
O·(XURSDµ q LQ FRQWLQXLWj FRQ LO SULPR
la vita. Nei discorsi della mattinata questo
DSSXQWDPHQWR GHO  FKH q VWDWR LO
verrà dispiegato»
SXQWRGLSDUWHQ]DGLXQIUXWWXRVRSHUFRU
VR FRPXQH GHL 0RYLPHQWL H &RPXQLWj 8OULFK 3DU]DQ\ «Noi dobbiamo all’Europa
FULVWLDQH DYYHUWLWR FRPH XQ VHJQR GL la testimonianza dell’enorme forza
VSHUDQ]D dell’amore di Gesù crocifisso e risorto che
lega e unisce; la testimonianza del Vangelo
8Q SUH]LRVR FRQWULEXWR DOOD *LRUQDWD q
vissuto: un Vangelo vero, chiaro, invitante,
YHQXWR GDL ODYRUL GHO FRQYHJQR SUHSDUD
autentico, comunicato sia nei rapporti perso-
WRULR GDO WLWROR ´,QVLHPH LQ FDPPLQRµ
nali che nell’annuncio pubblico.»
FKH QHL  JLRUQL SUHFHGHQWL DO  PDJ
JLR KD ULXQLWR FLUFD  PHPEUL DWWLYL 1LFN\ *XPEHO «Noi crediamo che Dio ci
GHL0RYLPHQWLHGHOOH&RPXQLWj chiami a lavorare assieme per continuare a
proclamare il Vangelo e vedere così la rie-
Ë YHQXWD LQ OXFH OD VSLULWXDOLWj FKH JLj
vangelizzazione dell’Europa e la trasforma-
DQLPD O·LQVLHPH XQ IHUPHQWR SURIRQGR
zione della nostra società.»
GLXQLWjFKHLQTXHVWLDQQLKDOLHYLWDWRHG
KD VXVFLWDWR XQ FOLPD GL YLYD FRPXQLRQH $QGUHD 5LFFDUGL «Dobbiamo la fedeltà a
HVSUHVVD QHOOD FRQFUHWH]]D GHOO·LPSHJQR questo appuntamento anche a una nostra
TXRWLGLDQR grande amica, Chiara Lubich, che ha voluto
con tenacia questo nostro ritrovarci qui. (…)
OHWDYROHURWRQGHHLIRUXP,QWHQVL
Il carisma del suo Movimento, l’unità, matura
H SDUWHFLSDWL L YDUL PRPHQWL GL SUHJKLH
sotto le bombe, come speranza cristiana per
UD
un intero continente. (…) Mi chiedo: noi eu-
/D PDWWLQD GHO  PDJJLR LO WRQR VSLUL ropei, figli di una terra dove i cristiani si sono
WXDOHGHOOD*LRUQDWDqJLjDOWRFRQLFDQWL divisi, noi europei possiamo rinunciare al so-
GL $QGUHD H $OEHUW )UH\ /D SUHJKLHUD GL gno dell’unità per cui Gesù ha pregato: che
&KULVWRSKH '·$ORLVLR SUHVLGHQWH GL siano una cosa sola? Abbiamo la pace, le ri-
6\QGHVPRV q SUHJQDQWH «Mostraci il sorse economiche, la libertà per sognare un
cammino della fraternità sincera, affinché nel futuro bello. (…) Ha un senso profetico, cari

63(&,$/(´,16,(0(3(5/·(8523$µ I
amici, essere cristiani europei insieme per -XGLWK H 3DO7RWKYHQJRQRGDOO·8QJKHULD
l’Europa.» 5DFFRQWDQR GHOODORURIDPLJOLDGXUDQWHLO
SHULRGR FRPXQLVWD «Il dolore del nostro
6H $QGUHD 5LFFDUGL IRQGDWRUH GHOOD &R
PXQLWj GL 6DQW·(JLGLR KD WUDFFLDWR LQ XQ
popolo, questo dolore dei credenti, era rima-
DPSLR DIIUHVFR VWRULFR O·LPSRUWDQ]D
sto prima senza risposta. Ora invece si tra-
GHOO·DYYHQLPHQWR GL 6WRFFDUGD &KLDUD
sformava in un’occasione di amare. Prima ci
QHOVXRGLVFRUVROHWWRGD%UXQD7RPDVL
aveva invaso l’angoscia e la paura. Ora ave-
KD HYLGHQ]LDWR TXDQWR VLD IRQGDPHQWDOH
vamo invece scoperto in questo dolore non il
dolore stesso, ma la persona di Gesù che si
QHOOD´QRWWHµLQFXLFLWURYLDPRVFRSULUH
presentava in questo dolore, Gesù crocifisso e
OD OXFH FKH FL GHYH JXLGDUH 8QD QRWWH D
abbandonato.»
FXL RJQL 0RYLPHQWR &RPXQLWj 2SHUD q
XQD ULVSRVWD SURLHWWDQGR «una luce nata 3iO7yWK «Dopo averlo riconosciuto e accet-
dallo Spirito Santo, che è risposta a quella tato, abbiamo imparato ad abbracciarlo an-
particolare oscurità. Una luce che ha la sor- dando al di là del dolore ed amando chi ci
gente nel mistero di Gesù che sulla croce lan- passava accanto.»
cia il grido dell’abbandono. Non era forse $OWUR DPELWR TXHOOR GHOO·HFRQRPLD H GHO
sopraggiunta per Gesù, alla nona ora, una ODYRUR
tenebra così fitta che superava all’infinito
ogni nostro senso di buio? Non sono simili a /XLJLQR%UXQL «La prima sfida: in questa fa-

lui anche le persone affamate, angosciate, tri- se dell’economia mondiale, l’antica tradizio-
sti, deluse…? Non è immagine di lui ogni di- ne europea deve ricordare, a se stessa e al
visione dolorosa tra fratelli e sorelle, fra mondo intero, che la felicità, il ben vivere dei
Chiese, fra brani di umanità con ideologie singoli e dei popoli, è qualcosa di più e di di-
contrastanti? Non sono figura di Gesù che s’è verso dalla crescita del reddito»
fatto “peccato” per noi - come dice Paolo -, /DULFFD(XURSDQRQSXzULQFKLXGHUVLPD
tante piaghe dell’umanità? Se nel 2004 ab- GHYH DSULUVL DJOL DOWUL FRQWLQHQWL PHQR
biamo fatto un passo avanti con la determina- DJLDWLFRPHLQRFFDVLRQHGHOORWVXQDPL
zione di tendere alla fraternità, e a quella u-
niversale, ora vogliamo fare un passo più in 6WHIDQ 1LFNODV «I nostri amici dell’YMCA
profondità: dare la priorità ad amare e segui- nello Sri Lanka sono intervenuti con provve-
re il nostro modello: Gesù crocifisso e ab- dimenti immediati di soccorso, chiedendo aiu-
bandonato. Così potremo raccogliere il grido to a tutto il mondo, esprimendo così la loro
dell’umanità di oggi, e per il Suo “grido” che solidarietà e il loro affetto. Hanno preso par-
te a questa azione 800 collaboratori

$
ha tutto redento creare attorno a noi la socie-
tà rinnovata che il mondo attende.» dell’YMCA dello Sri Lanka e più di 200 vo-
lontari dell’YMCA internazionale»

7HU]R DPELWR TXHOOR GHOOD SRYHUWj H
OOD 6FKOH\HU +DOOH QHO SRPHULJJLR
GHOO·HPDUJLQD]LRQH
GHO  PDJJLR VRQR VWDWL VFHOWL DO
FXQL DPELWL SHU SUHVHQWDUH PRGHOOL $QJHOLFD :DJQHU «Nell’amicizia con i po-

GL YLH SUDWLFDELOL ULVXOWDWL JLj UDJJLXQWL veri e nell’aiuto concreto non avviene
SURVSHWWLYH DIIDVFLQDQWL H SRVVLELOL SHU nient’altro che l’incontro con Gesù.»
FKLXQTXH HVSHULHQ]H WUDWWH GDOOD YLWD 'DOO·$OEDQLD XQ·HVSHULHQ]D YLVVXWD q VWD
FKH FLDVFXQ 0RYLPHQWR RIIUH LQ ULVSRVWD WDWUDWWHJJLDWDGDOO·RUWRGRVVRGL´6RQVRI
DOOD VRIIHUHQ]D H DL SUREOHPLGHOO·(XURSD /LJKWµ ´)LJOLGHOOD/XFHµ 
H GHO PRQGR D FRPLQFLDUH GDOOD IDPL
JOLD WHPD DO FHQWUR GL GLEDWWLWL VSHVVR
.ORGLDQ .RMDVKL «Tanti giovani che emi-
PROWRDQLPDWLLQWXWWRLOFRQWLQHQWH
grano, clandestini, navi, gommoni, giovani

63(&,$/(´,16,(0(3(5/·(8523$µ II
che rimangono, con la povertà nei vestiti e fosse al servizio sia dei cattolici che dei pro-
negli occhi una speranza smarrita. Per noi la testanti. Poco prima della conclusione dei la-
partecipazione e l’unione al corpo, al corpo vori, la scuola elementare cattolica, dove
di Cristo, attraverso l’amicizia, attraverso vanno i nostri figli, è divenuta bersaglio di at-
l’accoglienza, attraverso il servizio verso gli tentati. L’atmosfera era sempre più ostile e la
altri sono fondamenta, sono valori, sono i veri situazione più instabile tanto che l’ufficio del
obiettivi del nostro Movimento. Siamo riusciti nostro centro è stato completamente bruciato.
anche con l’aiuto del consorzio di cooperati- Il Vangelo ci ha dato la libertà di ricomincia-
ve sociali di Pisa a realizzare un progetto re nella luce del Risorto, di continuare a
chiamato la bottega, che sosteneva i giovani a combattere rinnovando l’impegno a dare il
trovare un lavoro, a costruire un percorso di nostro piccolo contributo per il raggiungi-
vita in Albania.» mento della pace e della fraternità
/·$IULFD q VWDWD PROWR SUHVHQWH FRPH
nell’Irlanda del Nord.»
QHOO·DPELWRGHGLFDWRDOODSDFHHDOODJLX 3URPRWRULGL´,QVLHPHSHUO·(XURSDµVRQR
VWL]LD 0RYLPHQWL H &RPXQLWj FULVWLDQL FKH KDQ
QRVROOHFLWDWRODFUHVFLWDGLXQ·DQLPDHX
%HDWULFH&RVWDG·$YRULR «Negli anni del-
URSHD LQ TXHVW·HSRFDGL HXURVFHWWLFLVPR
la guerra civile anch’io, come molti miei con-
6RQR VWDWL SUHVHQWL D 6WRFFDUGD DQFKH L
nazionali, ho dovuto abbandonare il mio Pae-
GHVWLQDWDUL SULPL LQ YLVWD GL TXHVW·LQYLWR
se. Sono arrivata in Costa d’Avorio. Nel cam-
HFLRqLSROLWLFL
po profughi, ci hanno accolto giovani africani
come noi, che ci insegnavano il francese. Così -DFTXHV %DUURW «Sì Europei! Noi siamo e-
ho conosciuto la Comunità di Sant’Egidio. redi di una formidabile storia, ma abbiamo la
(…) Questo amore gratuito mi ha insegnato a missione di aprire il cammino che conduca ad
credere nel Vangelo della pace (…) e a lavo- un governo mondiale al servizio dell’uomo.»
rare per il sogno di un’Africa senza più guer-
5RPDQR 3URGL «E mi pare di dover sottoli-
re»
neare quattro parole che siamo chiamati a
8OWLPRDPELWRTXHOORGHOODFLWWj consegnare all’Europa: unità, fraternità, ri-
7KRPDV 5|PHU «Il futuro dell’Europa è le- conciliazione e pace. L’unità parte (…)
gato anche al futuro delle città. In esse si tro- dall’unità dei cristiani, (…) non fine a se stes-
va tanta vita e varietà. Ma lì si trovano anche sa ma in vista di una fraternità universale.
tante sfide, difficoltà, violenza e tensioni. Ed è (…) Fraternità che deve cominciare dagli
lì dove c’impegniamo. Vogliamo le città abi- immigrati, gli abbandonati, dalle minoranze
tabili, dove ci si trova a casa» (…) E c’è una sfida in più, che Chiara Lubich
ha posto nel 2004: la fraternità come catego-
$ %HUOLQR +HQULHWWH YRQ :XOIIHQ KD IRQ ria cui tenere conto anche nell’agire politico.
GDWR XQ·DJHQ]LD RYH VL SXz WURYDUH LO Riconciliazione: (…) La vera sfida oggi nei
OXRJR SL DGDWWR SHU IDUH YRORQWDULDWR confronti degli Stati non è vincere ma riconci-
VHFRQGROHSURSULHFDSDFLWj liare. Infine la pace. È necessario anche oggi
'DOO·,UODQGD GHO 1RUG XQD FRSSLD KD VLQ
osare la pace, sapendone portare la fatica.
WHWL]]DWR OD VXD YLWD SHU OD SDFH ILQ GDO
Non dimentichiamo queste parole.»
 $OOD JLRUQDWD HUDQR SUHVHQWL UHVSRQVDELOL
GL &KLHVH FKH KDQQR SRUWDWR LO ORUR VR
0DU\ %XUQV «L’ideale dell’amore a Gesù
VWHJQR DOO·(YHQWR H OD ORUR SLHQD DGH
crocifisso e abbandonato è stato sempre la
VLRQH
fonte della nostra ispirazione.»
,O FDUG 9ON $UFLYHVFRYR GL 3UDJD LO 3D
*HUU\ %XUQV«Due politici di partiti opposti
VWRUH -HDQ $UQROG 'H &OHUPRQW SUHVL
ci hanno proposto di costruire un centro che

63(&,$/(´,16,(0(3(5/·(8523$µ III
GHQWH GHOOD &RQIHUHQ]D GHOOH &KLHVH (X VFXULWjª Ë LO VHJQR GHOO·LPSHJQRFRQFUH
URSHH LO YHVFRYR $WKDQDVLRV GLUHWWRUH WRFKHLO0HVVDJJLRILQDOHPDQLIHVWD
GHOOD UDSSUHVHQWDQ]D GHOOD &KLHVD GL
*DEUL )DOODFDUD «È il frutto di oggi per il
*UHFLDSUHVVRO·8QLRQH(XURSHD
futuro. È un frutto europeo, un frutto cristia-
9HVFRYR $WKDQDVLRV «Noi stessi abbiamo no, dello Spirito, il nostro frutto di comunio-
bisogno di stare insieme e sentire la gioia che ne»
ci incoraggia per andare avanti e realizzare Ë VXOOD EDVH GL TXHVWD FRPXQLRQH FKH
quello che non possiamo fare da soli.» LQVLHPH L 0RYLPHQWL QHOOD 'LFKLDUD]LRQH
,O 3DVWRUH ,QJROI (OOVVHO UDSSUHVHQWDQWH ILQDOH  OHWWD GD JLRYDQL GL YDUL 3DHVL GL
GHL SHQWHFRVWDOL HXURSHL LO YHVFRYR H GLYHUVL 0RYLPHQWL H &RPXQLWjHGL&KLH
YDQJHOLFROXWHUDQR +XEHU «Con immensa VH GLYHUVH  GLFRQR ´Vuµ DOOD GLIHVD GHOOD
gratitudine dico: l’incontro con i Movimenti YLWDLQWXWWLLVXRLVWDGL´VuµDOODIDPLJOLD
che sono capaci di congiungere fede e vita, OHJDWDGDXQSDWWRLQGLVVROXELOHGLDPRUH
testimonianza e impegno sociale, è divenuto IUD XRPR H GRQQD ´Vuµ DO FUHDWR FRQ OD
negli ultimi anni sempre più importante per GLIHVD GHOO·DPELHQWH ´Vuµ DG
me. Ho capito che questi Movimenti hanno un XQ·HFRQRPLD VROLGDOH DOOD VROLGDULHWj
futuro e sono importanti compagni in un FRQ SRYHUL HG HPDUJLQDWL DOOR VYLOXSSR
cammino comune.» GHL 3DHVL VYDQWDJJLDWL LQ SDUWLFRODUH
O·$IULFD ´Vuµ DOOD SDFH FRQ OD PHGLD]LR
,OFDUG.DVSHU «Nel 2004 ho detto: “Ho un
QH QHL FRQIOLWWL ´Vuµ D FLWWj FKH VLDQR
sogno”. E continuo a sognare. Nel frattempo
OXRJKL GLVROLGDULHWj HDFFRJOLHQ]D DSHU
mi sono svegliato e ho capito come Giacobbe
WHDOOHGLYHUVHFXOWXUH
che Dio sta operando, che Dio è tra noi. Egli
comincia qui a radunare un popolo nuovo «Per questi “sì” vogliamo lavorare con tutti
(…). Penso che anche Dio ha un sogno, e voi gli uomini e le donne, con le istituzioni e con
siete parte di questo sogno. (…)» tutte le forze sociali e politiche. (…) Insieme
*LRLD H LQVLHPH GHWHUPLQD]LRQH GL FRQWL
vogliamo comunicare all’Europa e al mondo
QXDUH DSSDLRQR HYLGHQWL QHOO·$VVHPEOHD
il Vangelo della vita e della pace che anima i
GL 6WRFFDUGD PHQWUH FL VL DYYLD DOOD FRQ
nostri Movimenti e le nostre Comunità»
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*pUDUG 7HVWDUG «L’ecumenismo ha per vo- *DEULHOOD )DOODFDUD «Cosa posso fare io?
cazione di suscitare processi che la politica Cosa può fare la mia comunità, il mio movi-
da sola non è in grado di suscitare: accettarsi mento, il gruppo? (…) C’è una novità per
reciprocamente, affermare i fondamenti an- l’Europa: è la luce che si sprigiona da Dio
tropologici che determinano i comportamenti anche nel dolore, amato e unito al suo grido,
delle persone e danno un’anima ai popoli e di Lui che è Risorto, Egli è “la luce della vi-
all’Europa. Sognare una Chiesa indivisa si- ta”, la luce della vita europea, la luce della
gnifica allo stesso tempo sognare l’Europa. vita del mondo.»
(…) Sì, la riconciliazione delle confessioni
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cristiane e la loro apertura alle altre religioni
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sarebbe profetica per dar un cuore
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all’Europa.»
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(a cura del Movimento dei Focolari)
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IL MESSAGGIO FINALE DI “INSIEME PER L’EUROPA 2007”

iuniti a Stoccarda da tutta l’Europa, in rappresentanza di più di 240 Movimenti e Co-

“R munità cristiane, vogliamo testimoniare il continuo sviluppo di una nuova comunione


tra di noi, frutto che solo lo Spirito di Dio può dare.
In questa comunione vediamo più chiaramente la nostra responsabilità nell’affrontare la sfida
dell’Europa di oggi: una forte coesione sociale nella molteplicità culturale. La consapevolezza che
le nostre diversità rappresentano una ricchezza e non un motivo di paura o di separazione, può di-
ventare un segno di speranza ovunque sia in pericolo la convivenza.
Vogliamo offrire il contributo di un Vangelo sempre attuale e vitale. Desideriamo mostrare oggi i
frutti delle radici cristiane dell’Europa - passato, presente e futuro della sua storia - che furono vive
anche nei Padri lettura del messaggio finale fondatori. Siamo grati a tutti coloro che si sono impe-
gnati per la riconciliazione e la pace tra i popoli europei. Auspichiamo che l’Europa - che ha ferito
l’umanità con il colonialismo, le guerre mondiali, la Shoah - esprima con più coraggio la sua anima
e dia così il suo necessario contributo per la costruzione di un mondo più fraterno.
I carismi, doni gratuiti di Dio, ci spingono sulla via della fraternità e del vivere insieme come pro-
fonda vocazione europea. La nostra fraternità nasce dall’amore evangelico, sempre rinnovato e co-
municato senza esclusioni. Proprio per questo legame che ci unisce in Dio, oggi abbiamo rinnovato
il patto di amore scambievole, come Gesù ci ha comandato.
Uniti da questo patto di amore scambievole, diciamo sì alla vita e ci impegniamo a difenderne la
dignità inviolabile in tutte le sue fasi, dal concepimento alla conclusione naturale.
Diciamo Sì alla famiglia legata da un patto indissolubile di amore fra uomo e donna, fondamento
per una società solidale e aperta al futuro.
Diciamo Sì al creato difendendo la natura e l’ambiente, doni di Dio da tutelare con rispettoso impe-
gno per le generazioni future.
Diciamo Sì ad un’economia equa, al servizio di ogni persona e di tutta l’umanità.
Diciamo Sì alla solidarietà con i poveri e gli emarginati vicini e lontani; sono i nostri fratelli e so-
relle. Chiediamo ai nostri governi e all’Unione Europea di impegnarsi con decisione per i poveri e
per lo sviluppo dei paesi svantaggiati, in particolare dell’Africa.
Diciamo Sì alla pace e ci impegniamo affinché nelle situazioni di conflitto si possa raggiungere un’
intesa e la riconciliazione, attraverso il dialogo. Senza pace il nostro mondo non ha futuro.
Diciamo Sì alla responsabilità verso tutta la società e lavoriamo affinché le città, con la partecipa-
zione di tutti, divengano luoghi di solidarietà e di accoglienza a persone di origini e culture diverse.
Per questi sì vogliamo impegnarci insieme, ogni movimento e comunità, secondo il proprio carisma
e le proprie potenzialità.
Per questi sì vogliamo lavorare con tutti gli uomini e le donne, con le istituzioni e con tutte le forze
sociali e politiche.
Insieme vogliamo porci nuovamente a servizio della pace e dell’unità che sono a fondamento
dell’Europa di oggi.
Insieme vogliamo comunicare all’Europa e al mondo il Vangelo della vita e della pace che anima i
nostri Movimenti e le nostre Comunità.”

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