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(da "La Nona Campana", febbraio 2007)

Nell'estate 2004 un emissario del Comitato promotore "Fiera di Primavera" di Paderno Dugnano, dopo la scoperta di una malconcia tela raffigurante sant'Agnello bisognosa di restauro, si rivolse all'archivio parrocchiale di Lonate per avere notizie sul sacerdote Arcangelo Agnelli, parroco di Dugnano nativo di Lonate. Dall'archivio lonatese emersero poche testimonianze essenziali che vennero subito segnalate al Comitato di Paderno, pi o meno in questi termini sintetici. Il sacerdote Arcangelo Agnelli, curato di Paderno, aveva fatto testamento presso il notaio Andrea Forni in data 22 marzo 1667, testamento di cui non resta copia nell'archivio parrocchiale di Lonate. Aveva lasciato ad un suo erede di nome Francesco l'impegno, per quanto concerne Lonate, di fare cantare messa ogni anno nella chiesa di San Nazaro il 14 dicembre in onore di sant'Agnello. Le efemeridi dei legati attestano fino all'anno 1788 che a Lonate si cantava messa al 14 dicembre in San Nazaro: negli ultimi anni, a dire il vero, non e indicato il luogo della celebrazione. La chiesa dl San Nazaro, antichissima, fu chiusa al culto per un decreto governativo del 1783 quand'era "in stato rovinoso" : Per l'Ottocento, forse anche a causa degli stravolgimenti introdotti dall'imperatore Giuseppe d'Austria e da Napoleone, non si trovano pi cenni sull'adempimento del legato Agnelli. A fine settembre 2005 il parroco di Paderno, don Gabriele Sala, trasmise a Lonate due fotografie della tela - prima e dopo il restauro -, ed anche, a sorpresa, la trascrizione del lungo e complesso testamento del sacerdote Agnelli fatta a fine Ottocento dal parroco Appiani di Dugnano, trascrizione trapuntata di errori che ne rendono difficile la lettura in molti passaggi. Ora che si e ottenuta dall'Archivio di Stato di Milano una copia dell'abbreviatura originale del notaio Fomei (questo il cognome esatto), il testamento risulta assai meglio comprensibile nelle linee generali e nelle clausole applicative. Ne sintetizziamo il contenuto in modo da arricchire la scheda biografica del sacerdote lonatese.

Nel testamento, dettato al notaio in Milano con presenza di pronotai e testimoni, Arcangelo Agnelli si dichiarava nativo di Lonate Pozzolo e menzionava due fratelli: Giovanni Ambrogio e Giovanni Paolo. Ricordava che, dopo essere stato curato di Dugnano, lo era di Paderno dove aveva fatto costruire nella chiesa parrocchiale (intitolata alla Nativit della Madonna) il sepolcro dei curati in cui voleva essere sepolto, e la cappella di sant'Agnello, da lui fatta decorare e dotata di calice d'argento, pianeta, tunicelle, camici e moschetto bianco. Teneva impegnate 4.500 lire imperiali presso l'oste Sioli di Dugnano e una somma superiore alle 9.000 lire sul Banco di Sant'Ambrogio. Nominando suo erede universale Francesco Agnelli figlio di Giovanni Ambrogio, gli faceva obbligo di redigere

l'inventario dei suoi denari e crediti, e di onorare di conseguenza le sue volont testamentarie. Lasciava 100 lire imperiali alla domestica e 50 a ciascuna delle due figlie di lei; 6 scudi (pari ciascuno a 6 lire imperiali) al nipote Giovanni Paolo (figlio di Giovanni Ambrogio) che viveva a Mozzate; tonache e libri a un altro Giovanni Paolo Agnelli che era curato di Ello, e 4 scudi a Giovanni fratello di detto curato. Destinava 13.500 lire imperiali all'altare di sant'Agnello in Paderno, ove voleva che si celebrasse messa quotidiana da un cappellano eletto dal curato locale. Disponeva un aiuto finanziario (10 scudi l'anno per la scuola e 35 per la retta di seminario) a favore di un parente che aspirasse al sacerdozio. Istituiva doti di 100 lire per ragazze lonatesi del suo parentado, purch povere, timorate di Dio, assidue ai serramenti e alla dottrina cristiana. Disponeva - eccoci al punto - che a Lonate, nella chiesa di San Nazaro, si cantasse ogni anno messa nel giorno di sant'Agnello con l'intervento dei due curati del borgo e di tutti i cappellani, con 8 candele accese di 9 once l'una. Disponeva che all'estinguersi della linea maschile dei discendenti, la sua casa di Lonate, abitata dall'erede Francesco, passasse in propriet alla locale Scuola della Carit, perch i frutti dell'affitto giovassero ai poveri. Dalla foto ricevuta (allegata a questo articolo) sembra che la tela di Paderno sia stata decurtata a destra, dove la figura di un angelo appare tagliata. Nel quadro il santo, vestito di talare, mantello e cappuccio scuri, regge la croce con la mano destra, un libro nella sinistra. A reggere il pastorale invece L'angelo di sinistra. Con il nome di Agnello si conoscono due santi, entrambi del secolo VI: l'uno, pi famoso, che fu teologo e vescovo di Ravenna; l'altro, abate di un monastero presso Napoli, che festeggiato al 14 dicembre. Gli elementi del quadro si attagliano al secondo. Da notare ai piedi del santo, a sinistra, lo stemma famigliare del testatore: un ovale che contiene nel campo inferiore un agnello passante sopra strisce verticali bianche e nere, nel cameo superiore una bandiera rossa crociata di giallo.

Della famiglia Agnelli si conoscono varie figure attive in seguito sulla scena di Lonate: nel 1732 un Giovanni Francesco vicecurato, nel 1736 un Giovanni Battista fu Arcangelo fra i reggenti della comunit, nel 1751 un Carlo che abitava in contrada Monte ed era proprietario di 50 pertiche di terra, nel 1805 un Carlo Ambrogio sacerdote benestante che si fece acquirente del soppresso monastero di San Michele, nel 1833-57 un Giacomo falegname capace di grandi realizzazioni per la chiesa parrocchiale (cassa e cantoria dell'organo, sottoposta bussola, due pulpiti, serramenti al battistero), nell'anno 1885 un altro Giacomo capomastro che esegui a Gallarate su disegno Borgomaneri la facciata del santuario della Madonna in Campagna. A Lonate il cognome Agnelli e attestato soltanto dal 1574, anno in cui, secondo lo stato delle anime compilato dal parroco Setticelli, vivevano in contrada Borgo in una casa di propriet Gennari tre fratelli Agnelli, figli di Francesco: Giovanni (calzolaio), Girolamo, Caterina, rispettivamente di 24, 20 e 13 anni. Nel testamento del 1667 il sacerdote Arcangelo Agnelli si dichiara figlio di Giovanni Angelo e dichiara gi morti i fratelli Giovanni Ambrogio e Giovanni Paolo. Menziona i nipoti Francesco (l'erede) e Giovanni Paolo (vivente a Mozzate), figli di Giovanni Ambrogio. Menziona come discendenti del fratello Giovanni Paolo un nipote Girolamo e i pronipoti, figli di lui, Giovani Paolo (il curato di Ello), Giovanni e Francesco. Nonostante il ripetersi degli stessi nomi nel parentado Agnelli con rischio di confusione, l'archivio parrocchiale di Lonate fornisce riscontri soddisfacenti, anche se non tutti i riscontri desiderabili, sia perch la serie dei registri anagrafici non completa, sia perch alcune annate a registro appaiono lacunose. Non si trova l'atto di nascita di Arcangelo, futuro curato di Paderno, ma c'e l'atto di matrimonio dei suoi genitori, Giovanni Angelo Agnelli e Margherita Motella, datato 4 febbraio 1576, ove si legge che Giovanni Angelo era calzolaio, di Gallarate ma abitante a Lonate: data la rarit del cognome e della professione, dobbiamo ritenerlo coincidente con il Giovanni dello stato delle anime del 1574. In data 14 febbraio 1582 registrato il matrimonio del fratello Girolamo, che segnalazione importante - detto figlio di messer Francesco di Gallarate, il quale Girolamo sposava Maddalena Spezzi. Questo Girolamo deve ritenersi il padre di Giovanni Paolo, che risulta gi morto nel 1621, anno in cui il figlio Girolamo (recante come d'uso il nome del nonno) sposava Margherita Rossini di Ferno, dalla quale avr poi Giovanni Paolo (futuro curato di Ello) e Giovanni, mentre Francesco gli nascer dalla seconda moglie, Franceschina Bertoni pure di Ferno, sposata nel 1637. Quando nacque Arcangelo, il curato di Paderno? Quando nacquero, se nacquero a Lonate, i fratelli Giovanni Ambrogio e Giovanni Paolo? Negli anni a registrazione lacunosa o a registrazione non pervenuta, cio fra il 1576 e il 1597. Probabilmente l'et di Arcangelo deducibile senza problemi dal registro dei morti di Paderno. Noi invece indoviniamo facilmente il perch della scelta della chiesa di San Nazaro per la messa annuale. La casa dove gli Agnelli abitavano nel 1574 e dove, secondo il sistema antico, Giovanni Angelo visse anche con moglie e figli, era la prima sul lato occidentale della contrada Borgo; stava, dunque, in faccia alla chiesa di San Nazaro. Perci a questa chiesa Arcangelo era legato dalla fanciullezza.

Non conosciamo le vicende della cappellania di Sant'Agnello in Paderno, per il cui buon funzionamento il testatore si raccomandava alla locale Scuola del SS. Sacramento, che forse era tutt'uno con la fabbriceria. Per quanto riguarda la messa cantata in San Nazaro di Lonate, dall'archivio parrocchiale si apprende che l'erede Francesco Agnelli non fu sollecito nel farla celebrare. Per questo alla Pasqua del 1670, due anni dopo la morte del testatore, i due curati del borgo, Pietro Celio e Pietro Castiglioni, gli negarono i sacramenti. Francesco si appell ai superiori diocesani, i quali delegarono a risolvere la pendenza il vicario foraneo, Giovanni Pietro Rasini. Costui, visto il testamento, riunite e conciliate le parti, registr in data 13 giugno 1670 la promessa di Francesco di dare ogni anno ai due curati per la messa di sant'Agnello in San Nazaro lire 9 imperiali, importo non comprensivo delle spese per la cera e per tanti cappellani quanti i curati volessero invitare. Per tale messa, morto Francesco, gli eredi Agnelli pagarono ogni anno lire 5 e mezzo a ciascuno dei due parroci; quanto ai cappellani, negli anni 1750-60 ne intervenivano ogni volta una decina. Va segnalato che negli ultimi lustri del Settecento era la Scuola della Carit a farsi carico della celebrazione annuale.

Gi che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia antica di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.

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