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"Dio permise che io avessi un'esperienza di ateismo, di profonda discesa all'inferno della mia
esistenza.”. Così ricorda Kiko Argüello, l'iniziatore del Cammino Neocatecumenale, il suo
allontanamento temporaneo dalla Chiesa. Nacque a Leon 64 anni fa in seno ad una famiglia
borghese. I suoi genitori erano cattolici, ma la formazione che ricevette da loro non gli servi per
dare risposte alle sue domande ed inquietudini. Eccezionalmente, Kiko Argüello, vestito
rigorosamente di nero, ebbe con noi quest’improvvisata intervista, a dispetto della sua conosciuta
resistenza a dichiarazioni e pose (fotografiche), in occasione della sua visita, lo scorso dicembre,
alla cattedrale di Almudena dove è sul punto di dare inizio all’affresco dell'abside della chiesa.
Argüello ha recentemente dichiarato che la sua opera, Corona misterica, sarà terminata prima del
matrimonio del Principe.
El Semanal: Lei studiò Belle arti ed ottenne, essendo molto giovane, importanti premi di
pittura. Era già allora un artista di successo, dipinge ancora?
Kiko Argüello: No, abbandonai quando mi dedicai a predicare il Vangelo. Io sono innanzitutto un
catechista, non un pittore. Sebbene in seguito, in un paio di occasioni, alcuni anni fa, , mi chiesero
di realizzare in diverse chiese d'Italia qualche lavoro e l'ho fatto.
El Semanal: Come è stato scritto, dipingerà anche l'abside di Almudena. Che cosa vuole
rappresentare in questa occasione?
Kiko Argüello: (Evita la risposta) A me interessa parlare di quello che tu pensi del Cammino
Neocatecumenale. Quale conclusione hai tirato fuori?
El Semanal: Veramente lo vedo un po' apocalittico. Soprattutto quando afferma che "l'essere
più profondo dell'uomo è morto.”.
Kiko Argüello: (Si arrabbia un po') Questa è l'immagine che alcuni giornalisti si impegnano a
dare. Lo dicono loro, non io, e non è così. Io non predico un messaggio apocalittico, al contrario:
quello che vogliamo è annunciare il messaggio della salvezza, la morte e resurrezione di Cristo (Il
kerigma). Io dico che gli uomini hanno paura della morte, e per questo motivo cercano di fuggire,
di scappare da questo dolore, e si separano gli sposi, ci sono divorzi, aborti, eutanasia, odio, e le
coppie non vogliono avere più di uno o due figli…
El Semanal: Crede realmente che molte coppie non vogliono avere più di due figli o si
separano perché hanno paura della morte? Le coppie neocatecumenali non si separano?
El Semanal: Quello che è da pensare allora e che non abbiamo fede nello Spirito Santo capace
di fare rivivere tutto questo, di risuscitare sentimenti che ormai non esistono.
Kiko Argüello: Perché la società attuale si sta paganizzando, perché non viviamo il Vangelo,
perché la gente non ha vita interiore, perché ciò che domina è il denaro, il successo… Io quello che
pretendo di offrire alla Chiesa è, dinanzi a un nuovo paganesimo, un nuovo catecumenato. Quali
soluzioni danno le parrocchie? È necessario una graduale un'iniziazione cristiana vissuta in
comunità che fortifichi la fede degli adulti e renda visibile l’amore di Gesù Cristo.
Kiko Argüello: Si perché concepii un'esistenza senza Dio dove tutto era assurdo…
El Semanal: Bisogna abbandonare tutto e vivere in forma austera per giungere alla salvezza?
Kiko Argüello: No, non è così. Io non predico questo. Ciò che affermo è che per l'azione dello
Spirito Santo in noi possiamo uscire dalla schiavitù del denaro, dei nostri idoli e concupiscenze, e
donarci agli altri; ma non come un moralismo o imposizione, bensì come una grazia che proviene
dall'esperienza dell'amore di Cristo.
El Semanal: Lei andò a vivere in una baracca perché, dice, «non accettavo essere un borghese
come i miei genitori».
Kiko Argüello: Si però questo fu in gioventù. La gente cambia. Quello che volevo era non
ingannare me stesso. Ora pretendo di predicare il vangelo per contrastare la secolarizzazione
attuale.
Durante la nostra conversazione, Kiko regge una bibbia rilegata in argento, con un pesce inciso
nella sua parte anteriore ed una croce di David nella posteriore:
«Questa è mia moglie, io la chiamo così perché mi accompagna sempre dappertutto»