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A 45 anni dal rapimento di Aldo Moro innumerevoli sono state le pagine a lui
dedicate e molte di esse hanno fatto breccia nel cuore e nella mente di chi, con
vivo ricordo, si è cimentato nella sua persona. Sì, perché è impossibile non
incentrato sul bene comune e sulla responsabilità che un servitore dello Stato
deve avere verso i suoi cittadini. Il rischio di poter fare retorica parlando della
profondità della sua persona quindi è molto alto, per questo mi preme
“anni di piombo”, crocevia per una diffusa quanto attuale crisi dell’umano: il
La riduzione del rapporto con la realtà, dovuta a una ragione intesa come misura,
ci ha progressivamente condotto al nichilismo. Che forma ha il nichilismo oggi?
Ha la forma dello svuotamento, di una destituzione della realtà (…) è la negazione
del reale come segno, cioè come gravido di essere e di promessa per sé2.
del reale e del bene comune, ebbero come fondamento sociale e razionale la
1
Aldo Romeo Luigi Moro è stato un politico, accademico e giurista italiano, due volte
Presidente del Consiglio dei ministri, segretario politico e presidente del consiglio nazionale
della Democrazia Cristiana. Tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante
alla Costituente, ne divenne segretario . Fu più volte ministro; come presidente del Consiglio
guidò diversi governi di centro-sinistra , promuovendo nel periodo 1974-76 la cosiddetta
strategia dell'attenzione verso il Partito Comunista Italiano. Fu rapito il 16 marzo 1978 e
ucciso il 9 maggio successivo dalle Brigate Rosse.
2
J. CARRON, La bellezza disarmata, Rizzoli, Milano 2015, p. 167.
Quest’ultimo sarà il fondamento delle Brigate rosse, nota organizzazione
terroristica tra le più violente e spietate degli anni 70’, le quali riponevano la
dei valori nella post–moderna, ha affrancato l’uomo dal concetto di Dio e dalla
vuoto dilagante con la violenza soprattutto verso chi era proteso verso il
prossimo senza il timore di escludere Dio. Proprio per questo sono più che mai
dai fatti di via Fani, scrisse sul Corriere della Sera un articolo sul rapimento di
decenni, le sue parole sui quei tragici fatti risuonano ancora oggi alle orecchie
smarrimento
L’uomo e la sua società stanno morendo per eccesso di realtà; ma d’una realtà
privata del suo senso e del suo nome: privata, cioè, di Dio. Dunque, d’una realtà
irreale. La servitù tanto giustamente esecrata e temuta sembra di nuovo premere
alle nostre spalle, proprio mentre la terribile assenza prende a rombare dentro i
nostri poveri crani. Affondare gli occhi nel nostro male tenendo presente il Dio
che abbiamo lasciato o, quantomeno, il dolore d’averlo lasciato, non significa
veder meno: significa vedere ancora di più; e significa, inoltre, non poter più usare
la parola (quella parola che è appunto ciò che si fa carne) come menzogna;
menzogna che è servita e serve per usare la carne; per colpirla, crivellarla e
stenderla, assassinata, su una delle strade che avevamo costruito per il nostro bene
e per la nostra vita3.
3
G.TESTORI,La realtà senza Dio, in https://it.clonline.org/news/cultura/2018/03/15/giovanni-
testori-rapimento-aldo-moro-la-realta-senza-dio (Consultato il 14/05/2023).
In questo contesto storico-culturale di non-senso, in cui è presente
anche durante il rapimento rimanendo coerente, saldo negli ideali, legato agli
affetti, tanto da sentire l’esigenza di scrivere ai suoi famigliari per lasciare loro
le sue parole e il suo ricordo con tutte le sue forze, fino all’ultimo istante di
vita.
Tra le varie lettere dei suoi 55 giorni di prigionia, una merita sicuramente di
essere annoverata tra quelle più importanti. È la sua ultima lettera scritta alla
nonché la sua fragilità salda nella fede e la sua capacità di abbandono al volere
di Dio nella certezza che anche la realtà più difficile e a tratti incomprensibile
In questa lettera è possibile scorgere il suo lato più sensibile e il forte legame
estrema. Dopo aver letto il suo esempio, è doveroso porsi questa domanda:
4
A. CHERCHI – E. MANERA, 55 giorni Aldo Moro, voci e carte dalla prigionia, L’unità,
Torino 2003, p. 81-82.
“che cosa può vincere il nichilismo e il suo senso di vuoto”? Solo una
presenza in grado di destare in noi tutta la passione per l’umano, presenza che
Davide Giuliani