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Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Applicazioni Ambientali

Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria per lAmbiente e il Territorio Ingegneria Civile Angela Candela Protezione Idraulica del Territorio

PARTE I
Il rischio idraulico

Lezione III: PAI della Regione Siciliana


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Il rischio idrologico-idraulico

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Il rischio idrologico-idraulico
PAI

http://www.sitr.regione.sicilia.it/pai
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Il rischio idrologico-idraulico
PAI

Il P.A.I. ha sostanzialmente tre funzioni: funzione conoscitiva, che comprende lo studio dellambiente fisico e del sistema antropico, occupandosi anche della ricognizione delle previsioni degli strumenti urbanistici e dei vincoli idrogeologici e paesaggistici. funzione normativa e prescrittiva, destinata alle attivit connesse alla tutela del territorio e delle acque fino alla valutazione della pericolosit e del rischio idrogeologico e alla conseguente attivit di vincolo in regime sia straordinario che ordinario. funzione programmatica, che fornisce le possibili metodologie dintervento finalizzate alla mitigazione del rischio, determina limpegno finanziario occorrente e la distribuzione temporale.

Gestione del rischio di inondazione


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PAI: funzione conoscitiva

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Catasto delle opere di difesa idraulica Catasto delle opere di sistemazione dei versanti (intensive ed estensive) Redazione della Carta degli interventi realizzati, in corso e programmati Redazione della Carta degli insediamenti e infrastrutture regionali Redazione di cartografie di dettaglio delle situazioni critiche Sperimentazione di metodologie di calcolo per la valutazione, in aree pilota, della propensione al dissesto Attivit per la formazione di tecnici specializzati nella pianificazione territoriale Individuazione e programmazione di strategie di politica territoriale con il coinvolgimento di tutti i livelli delle Amministrazioni Pubbliche, dei Servizi Tecnici Nazionali e della Protezione Civile
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PAI: funzione normativa e prescrittiva

Metodologia operativa per lanalisi idraulica e la valutazione del rischio per inondazione
Gli studi, condotti per i tempi di ritorno T= 50, 100 e 300 anni, si possono articolare nelle seguenti fasi fondamentali: 1. Individuazione e caratterizzazione dellambiente fisico oggetto di studio; 2. Analisi storico-inventariale (raccolta dati) e analisi territoriale; 3. Studio idrologico; 4. Studio idraulico; 5. Perimetrazione delle aree a diversa pericolosit di inondazione e valutazione del rischio idraulico.
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2. Analisi storico-inventariale (raccolta dati) e analisi territoriale


Letteratura e pubblicazioni scientifiche, dati storici. Dati archiviati dal GNDCI del C.N.R., nellambito del progetto AVI. Ordinanze di protezione civile per fen. di inondazione nei centri abitati. Studi geologici a supporto dei Piani Regolatori Generali dei comuni. Studi per listituzione di aree naturali protette (parchi e riserve). Piano Straordinario per lAssetto Idrogeologico, pubblicato con Decreto A.R.T.A. n. 498/41 del 04/07/2000, basato su studi e segnalazioni da parte di diversi Enti (fino al 1998). Studi di bacino effettuati dal Dipartimento Foreste dellAssessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana (dal 2000 ad oggi).
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2. Analisi storico-inventariale (raccolta dati) e analisi territoriale


Segnalazioni da parte degli Enti Locali agli Organi Regionali e Nazionali (Protezione Civile, Assessorato Territorio e Ambiente, Uffici del Genio Civile) di fenomeni avvenuti (dal 1998 ad oggi). Studi e segnalazioni provenienti dalle Province Regionali, ESA, EAS, ANAS, Consorzi ecc. Censimento delle aree inondate effettuato dal Dipartimento di Protezione Civile per la redazione dei Piani di emergenza (19992003). Progetti relativi a interventi di consolidamento effettuati e in corso di realizzazione.
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2. Sintesi (fenomeni di dissesto pi frequenti):


Fenomeni di esondazione per cause morfologiche e/o antropiche (insuff. idraulica per vegetaz. in alveo, materiale sversato impropr. negli alvei, restringimenti di sezione, regimentazione idraulica non adeguata, cedimenti di arginature, alvei-strada, mancanza di opere di raccolta e allontanam. acque) Fenomeni di crisi idraulica da alluvionamento: Presenza deflusso di attraversamenti che restringono la sezione di

Tratti dalveo artificiali e alvei coperti


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PAI insediamenti e delle attivit

2. Carta degli antropiche


Classe E1

Descrizione Case sparse, insediamenti agricoli a bassa tecnologia Reti e infrastrutture tecnologiche di secondaria importanza, a servizio di ambiti territoriali ristretti (Acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, irrigue, cabine di trasformazione, depuratori, gasdotti), piccola viabilit, insediamenti agricoli ad alta tecnologia Ferrovie, grande viabilit, reti e infrastrutture tecnologiche di primaria importanza (Acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, irrigue, cabine di trasformazione, depuratori, gasdotti), Beni ambientali e culturali di interesse rilevante Centri abitati, insediamenti industriali e artigianali
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E2

E3

E4

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3. Studio idrologico (HEC-HMS dell


Hydrologic Engineering Center)

Obiettivo: Stima della massima portata relativa alla sezione fissata del corso dacqua in esame e la probabilit associata che tale portata venga raggiunta o superata (T= 50, 100 e 300). 1. Studio della piovosit al fine di condurre il calcolo dei parametri statistici necessari per la costruzione delle CPP; 2. Studio della capacit di assorbimento del terreno, tramite costruzione di uno strato informativo sul CN (Curve Number) riguardante il bacino, per la determinazione delle perdite idrologiche e successiva costruzione dello ietogramma di progetto; 3. Determinazione del trasferimento della pioggia netta alla sezione di chiusura del bacino mediante tracciamento delle aree isocorrive e convoluzione tra ietogramma di progetto e aree isocorrive.
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PAI

4. Studio idraulico

Obiettivo: Determinazione della capacit di convogliamento dellalveo e dei relativi manufatti di attraversamento per fissata probabilit di accadimento nei tratti vallivi dei corsi dacqua (T= 50, 100 e 300).

Center (cartografia disponibile tale da non consentire unaffidabile ricostruzione delle sezioni trasversali e della valle fluviale circostante) fuoriesce dallalveo nel tratto di esondazione e determinaz. dellestensione delle zone prossime al suddetto tratto dove lacqua esondata si dispone in funzione delle informazioni ricavate da un DEM del terreno dellarea in esame

HEC-RAS (River Analysis System) dellHydrologic Engineering

Metodo dei volumi statici (valutaz. del volume dacqua che

Modello bidimensionale SWE (Aronica et al., 1998)


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Il rischio idrologico-idraulico

PAI 5. Pericolosit (mappa delle aree inondabili)


Aree ad alta probabilit di inondazione (T = 50 anni) Aree a moderata probabilit di inondazione (T = 100 anni) Aree a bassa probabilit di inondazione (T = 300 anni) La pericolosit valutata in maniera differente a seconda delle informazioni disponibili e della connessa affidabilit della ricostruzione delle aree inondabili Metodologia semplificata P = f(1/T)
T 50 100 300 P P3 P2 P1
Battente idraulico H<0.3 m 0.3<H<1m 1<H<2m H>2m

Metodologia completa P = f(1/T; H)


Tempo di ritorno 50 P1 P2 P4 P4 100 P1 P2 P3 P4 300 P1 P2 P2 P3

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PAI

6. Mappe di rischio
Carta degli insediamenti e delle attivit antropiche + Carta delle pericolosit

Mappa del rischio dinondazione


moderato (R1): i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale sono marginali; medio (R2): sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale che non pregiudicano lincolumit delle persone, lagibilit degli edifici, e la funzionalit delle attivit economiche; elevato (R3): sono possibili problemi per lincolumit delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle infrastrutture (inagibilit edifici), interruzione attivit socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale; molto elevato (R4): perdita di vite umane, lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, distruzione delle attivit socioeconomiche.
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PAI

6. Mappe di rischio
Classe E1 Descrizione Case sparse, insediamenti agricoli a bassa tecnologia Reti e infrastrutture tecnologiche di secondaria importanza, a servizio di ambiti territoriali ristretti (Acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, irrigue, cabine di trasformazione, depuratori, gasdotti), piccola viabilit, insediamenti agricoli ad alta tecnologia Ferrovie, grande viabilit, reti e infrastrutture tecnologiche di primaria importanza (Acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, irrigue, cabine di trasformazione, depuratori, gasdotti), Beni ambientali e culturali di interesse rilevante Centri abitati, insediamenti industriali e artigianali

P P3 P2 P1

E2

50 100 300

E3

E4

=
Rischio P1 P2 P3 E1 R1 R1 R2 E2 R1 R2 R2 E3 R2 R3 R4 E4 R3 R4 R4
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Metodologia semplificata

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PAI

6. Mappe di rischio
Classe E1 Descrizione Case sparse, insediamenti agricoli a bassa tecnologia Reti e infrastrutture tecnologiche di secondaria importanza, a servizio di ambiti territoriali ristretti (Acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, irrigue, cabine di trasformazione, depuratori, gasdotti), piccola viabilit, insediamenti agricoli ad alta tecnologia Ferrovie, grande viabilit, reti e infrastrutture tecnologiche di primaria importanza (Acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, irrigue, cabine di trasformazione, depuratori, gasdotti), Beni ambientali e culturali di interesse rilevante Centri abitati, insediamenti industriali e artigianali

Battente idraulico

Tempo di ritorno 50 P1 P2 P4 P4 100 P1 P2 P3 P4 300 P1 P2 P2 P3

E2

+ =

H<0.3 m 0.3<H<1m 1<H<2m H>2m

E3

E4

Rischio P1 P2 P3 P4

E1 R1 R1 R2 R2

E2 R1 R2 R2 R3

E3 R2 R3 R3 R4

E4 R2 R3 R4 R4
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Metodologia completa

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PAI: funzione programmatica Programma degli interventi


AZIONI DEL P.A.I.
NON STRUTTURALI
Regolamentazione dell'uso del territorio

STRUTTURALI
Estensive Intensive

Attivit di previsione e sorveglianza

Interventi di recupero naturalistico

Opere di consolidamento dei versanti in frana

Mantenimento delle condizioni di assetto del territorio

Interventi di consolidamento e rimodellamento dei versanti con utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica

Opere di miglioramento della rete di drenaggio superficiale

Programmazione ed Attuazione

Opere di sistemazione idraulica e forestale sul reticolo minore e nel territorio montano

Privilegiate azioni ed interventi a carattere preventivo che operano in modo estensivo e diffuso sul territorio intervenendo sulle cause dei dissesti.
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PAI: funzione programmatica

Priorit dintervento

1 livello = R4 (E4 P4);


Rischio P1 P2 P3 P4 E1 R1 R1 R2 R2 E2 R1 R2 R2 R3 E3 R2 R3 R3 R4 E4 R2 R3 R4 R4

2 livello = R4 (E4 P3); 3 livello = R4 (E3 P4); 4 livello = R3 (E4 P2); 5 livello = R3 (E3 P3); 6 livello = R3 (E3 P2); 7 livello = R3 (E2 P4).

Disciplina delle aree a rischio molto elevato (R4) ed elevato (R3)


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Direttiva Europea 2007/60 sulle alluvioni

COMUNITARIO DIRETTIVA 2007/60/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 23 ottobre 2007 relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni

NAZIONALE DECRETO LEGISLATIVO 23 febbraio 2010, n. 49: Attuazione della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni.

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Direttiva Europea 2007/60 sulle alluvioni

Riprende quasi integralmente la L.267/98 (Sarno)


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Direttiva Europea 2007/60 sulle alluvioni

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Direttiva Europea 2007/60 sulle alluvioni

Valutazione preliminare del rischio (art. 4) (22 dicembre 2011) Individuazione zone a rischio Mappe pericolosit e rischio alluvioni (art. 6) (22 giugno 2013) PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI (art.7) (22 giugno 2015)
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Strumenti e scadenze

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Direttiva Europea 2007/60 sulle alluvioni

Piani di Gestione del rischio di alluvioni (art. 7)


I Piani di Gestione del rischio di alluvioni riguardano tutti gli aspetti della gestione del rischio di alluvioni, in particolare la prevenzione, la protezione e la preparazione, comprese le previsioni di alluvione e il sistema di allertamento nazionale e tengono conto delle caratteristiche del bacino idrografico o del sottobacino interessato. I piani di gestione possono anche comprendere la promozione di pratiche sostenibili di uso del suolo, il miglioramento delle azioni di ritenzione delle acque, nonch l'inondazione controllata di certe aree in caso di fenomeno alluvionale. Le Autorit di Bacino Distrettuali predispongono i Piani di Gestione del rischio di alluvioni coordinati a livello di Distretto Idrografico, per le zone ove possa sussistere un rischio potenziale significativo di alluvioni o si ritenga che questo si possa generare in futuro (valutazione preliminare), e le zone per le quali sono gi disponibili, prima del 22/12/2010 mappe di pericolosit e del rischio di alluvioni I Piani di Gestione sono predisposti entro il 22 giugno 2015, fatti salvi gli strumenti di pianificazione gi realizzati (D.Lgs 152/06, L 183/89, D.L. 180/98, DPCM 29/09/98)
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Piano di gestione del rischio di inondazione

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Direttiva Europea 2007/60 sulle alluvioni

Risposte agli eventi


Interventi Operano sul danno atteso (esposizione) Efficienza e sostenibilit anche a breve termine Attiva partecipazione delle popolazioni interessate

Non strutturali

Interventi di mitigazione

Devono intervenire sia sulle portate solide che su le portate liquide

Strutturali

Operano sullseverit e sulla vulnerabilit Garantiscono sicurezza diretta delle persone e dei beni Necessitano di tempi lunghi
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