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CAPITOLO IV RELAZIONI TRA LE COMPONENTI DI DEFORMAZIONE E DI TENSIONE 1, Materiali elastici. Legge di Hooke. Nei precedenti capitoli le deformazioni e le tensioni si sono studiate ciascuna per suo conto; esistono perd dei legami tra le componenti di de- formazione e le componenti speciali di tensione, legami dipendenti dalla natura del materiale, Una prima grande classe @ quella dei cosiddetti materiali elastici; sono tali, secondo la definizione classica, quei materiali, e solo quelli, in cui, con riferimento ad un volume elementare, dopo Pazione di un qualsiasi insieme di tensioni comunque variabili nel tempo, all’annullarsi delle ten- sioni si verifica il ritorno dell’elemento alla configurazione geometrica iniziale, Nella teoria matematica si distinguono tre tipi di elasticita. Si defini- scono materiali ipoelastici (Truesdell 1955) quelli per cui, a partire da un qualsiasi insieme di tensioni 0,,, le variazioni delle componenti di tensione sono funzioni lineari. omogenee delle variazioni delle componenti di de- formazione: doy=E Cin, denn » ove le Cy dipendono dai valori delle a, Si é genericamente indicata con a, una delle sei componenti di ten- sione, con ey, una delle sei componenti speciali di deformazione Si precisa che le cy. non dipendono dal segno delle de,,, € che il loro determinante @ diverso da zero, cosi che le dey, sono funzioni uniformi delle doy. Caratteristica di tali materiali @ che cambiando di segno alle de,x, sotto le stesse 0, le doy restano inalterate, cambiando solo di segno; questo fatto assieme all’altro dell’indipendenza delle cx, dalla velocita di carico giustifica il termine « elastico » dell’aggettivo ipoelastico, mentre cap. 1v RELAZIONI TRA LE COMPONENTI, Yeipo» sta a significare che i materiali elastici propriamente detti rien- trano nella classe pi ampia degli ipoelastici. Si definiscono materiali elastici quelli per cui, sempre con riferimento ad un volume elementare, esiste una corrispondenza biunivoca tra le a € le exe, ed esiste inoltre uno stato naturale (ove si pone ¢,,—=0) in cui sia o,=0; la suddetta proprieta deve valere per un intorno finito dello stato naturale nello spazio delle o,. Si definiscono iperelastici quei materiali elastici che rispettano anche il principio di conservazione dell’energia; per essi si vedra (cap. VIII, § 21) che & condizione necessaria la 805 8Onx Bem Bey I materiali che nel seguito saranno considerati elastici sono quelli rientranti nella definizione di iperelastici, Si avverte che le 4. Possono pure comprendere i termini del 2° or- dine etc. nelle uv w, purch le ¢,,, € le 0, corrispondenti siano comprese nel suddetto intorno finito dello stato naturale, L’ampiezza di questo campo, che a stretto rigore @ limitatissima, ai fini tecnici pud assumersi abbastanza elevata per alcuni materiali come lacciaio e le leghe metal- liche, meno per altri, come per il legno, il laterizio, il conglomerato, le rocee, Liipotesi perd che occorre fare per poter raggiungere risultati utili nella pratica tecnica, anche se spesso poco aderente al vero, é quella pitt particolare di elasticita lineare, che si lega al nome dell’inglese Robert Hooke (1660); per essa le relazioni tra le 1, e le oy sono lineari ed omo- genee. Postulando che le-componenti di tensione in un punto siano funzioni delle componenti di deformazione nello stesso punto, si intende che le ex Siano funzioni delle coordinate xyz del punto prima della deforma- zione, le a, invece funzioni delle coordinate x’ y'z' dello stesso punto a deformazione avvenuta. Nell'ipotesi di piccoli spostamenti si ammette che le ay, in x’ y! 2’ coincidano con quelle in xy z. La legge di Hooke si traduce nelle sei relazioni Oy = 2 Cyn Ene @ Le Cn. sono le costanti elastiche, costanti nel senso che non dipen- dono dalle componenti di deformazione e di tensione nel punto; esse sono perd in genere funzioni del punto. Se le costanti elastiche non variano con il punto, il corpo si dice omogeneo nei riguardi delle proprieta ela stiche, 124 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. 1 Le Cin. delle (4-1) sono 36; per la Bex ey Cum = Cnty § le costanti cio? si riducono a 21, e la matrice delle (4-1) @ simmetrica ri- spetto alla diagonale principale. Si osservi pure che il determinante dei coefficienti (4-1) deve essere diverso da zero, per ottenersi, conformemente alla definizione, che le én. siano funzioni uniformi (in particolare lineari) delle oy: ex =T Cy Fy qa) A tale proposito si precisa che le costanti ci, debbono essere indi- pendenti anche dal segno delle en. Dalle (441’) risulta che, dato un intorno, se su di esso agiscono le due sestuple di tensione On one", le componenti di deformazione sono date dalla somma delle due sestuple ee eye ottenibili attraverso le (4-1') dalle o’, v's, e dalle o”, +". E’ questo il principio di sovrapposizione delle dejormazioni, che per- mette con riferimento al volume elementare di scomporre un qualsiasi sistema di tensioni in altri parziali, calcolare le deformazioni corrispon- denti e sommarle; cid indipendentemente dalla grandezza degli sposta- menti. ‘ipotesi di isotropia, Un corpo si dice isotropo in un suo intorno se, in quell'intorno, le sue proprieta sono le stesse in ogni direzione; in altre parole, se da quello intorno si estrae un volume, per esempio un parallelepipedo, quest’ultimo @ identico ad un qualsiasi altro parallelepipedo della stessa forma estrat- to dallo stesso intorno con orientazione diversa dal primo. Per quel che ci riguarda, i corpi saranno d’ora innanzi, salvo esplicito avviso, considerati __RELAZIONI TRA LE COMPONENTI, ECC. 125 isotropi in ogni punto, — o tout court isotropi — nei riguardi delle sole pro- prieta elastiche. Cié significa che in ogni punto i coefficienti c,. della (4-1) non dipendono dalla posizione della terna di riferimento rispetto al corpo. Un corpo pud essere omogeneo ed isotropo, 0 isotropo e non omoge- neo, oppure omogeneo e anisotropo (anisotropo é@ sinonimo di non isotro- po) 0 ancora non omogeneo ed anisotropo; un intorno comunque é sem- pre considerabile enme omogeneo. Materiali isotropi possono considerarsi i getti di fusione, le rocce non stratificate, i vetri colati; anisotropi, invece, sono tutti quei materiali che hanno subito vicissitudini lungo una particolare direzione, come il legno, gli acciai laminati e trafilati, le rocce stratificate, le fibre naturali e sin- tetiche, i laterizi pressati; anche ai materiali anisotropi si applicano peré, in genere, i risultati validi per quelli isotropi, rientrando questa approssi- mazione in tutte quelle difformitA che differenziano lo schema di calcolo dalla struttura effettiva, e delle quali si tiene conto, come si vedra, attra- verso i coefficienti di sicurezza. Se un corpo & omogeneo ed isotropo, un piano 7 (fig. 4-1) di simme- tria geometrica (tale cio’ che ad ogni punto P del corpo corrisponda un Wis. 4-1 altro punto P’ immagine speculare di P rispetto a x) @ anche piano di simmetria fisica. Cid significa che sollecitazioni simmetriche rispetto a = provocano deformazioni, tensioni e spostamenti anch'essi simmetrici, e sollecitazioni emisimmetriche (cioé tali che si possano rendere simme- triche cambiando il segno di quelle giacenti da una stessa parte di x) provocano deformazioni, tensioni e spostamenti emisimmetrici. Infatti nel caso di simmetria delle sollecitazioni ruotando il corpo, con le sollecitazioni ad esso solidali, di 180°, in modo che P’ si porti in P, si riottengono le stesse sollecitazioni, e quindi devono ottenersi gli stessi effetti. Nel caso dell’emisimmetria, cambiando prima segno alle solleci- tazioni (e quindi agli effetti) e poi ruotando di 180°, si ottengono le solle- 126 SCIENZA DELLE COSTRUZIONI Vou. 1 citazioni di partenza, e quindi devono aversi gli effetti di partenza. Cid pus avvenire solo se gli effetti sono simmetrici nel primo caso, emisim- metrici nel secondo. Dalla tabella che segue si trae il carattere di simmetria od emisimme- tria delle o; tj, € delle ¢; y;, rispetto ai piani coordinati yz, 2x, xy. Cié premesso, si consideri un parallelepipedo retto elementare di materiale isotropo, sottoposto ad una distribuzione uniforme di tensioni normali ¢ su due facce opposte (fig. 42); il riferimento cartesiano sia Fic. 42 orientato secondo i tre spigoli del parallelepipedo, e I'asse x secondo la direzione di a. Attese le dimensioni, il parallelepipedo pud considerarsi costituito di materiale omogeneo. Poiché sia il solido che le forze agenti su di esse sono simmetrici spetto ai tre piani passanti per il centro del parallelepipedo e paralleli ai piani xy, yz, 2x, anche le deformazioni che ne derivano debbono soddi- sfare alla stessa proprieta; possono percid essere presenti solo le «,¢¢2, mentre si ha ¥qy= Y=", 1 parallelepipedo rimane percid retto a deformazione avvenuta; esso presenta una variazione di lunghezza nel senso dell’asse x, e il corrispon- dente coefficiente di dilatazione lineare, ¢,, & per la legge di Hooke pro- porzionale a o,,.secondo un coefficiente E detto modulo di Joung 0 mo- cap. IV RELAZIONI TRA LE COMPONENT, ECC. 127 dulo di elasticita normale, Le dimensioni di E sono Ft-*, e si esprimono in genere in Kg/emq,, o in t/mq: Q) Il parallelepipedo presenta variazioni di lunghezza anche secondo gli assi y e z; i coefficienti di dilatazione <, ed 2, sono uguali, per ragioni di isotropia, e per la legge di Hooke sono anche essi proporzionali a o, se- condo un coefficiente Em, In genere ¢, ed ¢, sono di segno contrario ad & 3 Si scrive percio ox & Emm” a La costante 1/m prende nome di modulo di contrazione trasversale, © modulo di Poisson. I valori delle costanti E ed 1/m per i materiali da costruzione pitt comuni sono riportati in tabella, Fic. 4-3 Per quanto si é ora detto, nell’intorno di’un punto generico di un corpo isotropo un parallelepipedo elementare retto con i lati orientati secondo le direzioni principali di tensione nel punto (fig. 4-3) si conserva retto a deformazione avvenuta. Infatti, se il parallelepipedo si conserva retto per una distribuzione uniforme di tensioni normali su due facce op- poste, per il principio di sovrapposizione delle deformazioni si conserva retto anche se una distribuzione di questo tipo si esercita su tutte e sei le facce. Se ne.trae che le direzioni principali di deformazione coincidono con quelle’ principali di tensione; @ questa una propriet caratteristica dei solidi isotropi. Si consideri un parallelepipedo retto elementare nellintorno di un vou. x SCIENZA DELLE COSTRUZIONI 128 “auorzeurs0; “2p BI BINsyUr Js MD opuoses BIJoNd oNTe,T ‘ozIOJS o] BpIOIESO 15 No opuodss ouOHZeNNp e[ vaIPUT OMA TF “OYDUF ENP TAC ( “eqerzueBue} osues Uy ‘oepex Osues ut ‘osqry of Opuooas ‘a}usMTEAadstx ‘OMe 9 OZIOJS OY aD OULOIDUT ¢ “ZT 200 = 200 999 1208 ‘OUTSSEIE ‘OTFEy “wIIIINH osad 2 yuvsad-yuas anBoln07 SdOULOSINV SINSWIOGIG FZNASSI s¥0 | 0021 = 000'8) cove + oov'sr | coer + oov'0et | “eppeot | 80:0 + 20°0 | ovo = s¥0 | oo0's + 000'9| oo + o00'TT | oo0'0zt + 00.06 entyaq ‘onsn ‘oddorg | 1949061 an6ofyoT £00 + zoo | 0S’ = FO | 00'S + 000°9| covet = oo0'TT | o00'9T = ooOOeT woRAIO,P Our ‘ansaans Oud T jumnatune Bou JOWLOSINY BINANVIGEN GZNASSE eT = iT eavtd ‘eeqy eee oie raaaBBaq asoussay AdOWLOSINY HLNGWAIWOE BZNASSE 20°0 + 00 | oso +c | a0" + 000%) oor + vos. i ar aE) Sar bua |u| SC eae ea a Cane _ TG.) tessa Ww oTRDORT G@ sieupAysao, BUSTS 1 OMPONT | a | (uopasdwe op) NOIZNBLSOO Va INVNOT aco | oovoeer auono || oso + zzo| ooozt + cover | suaeoqeut est45 | oro 00066 omorg || o¢0 + 2o| ost + oore esas esta seo ooo0ee'T eurey 0 08 + OT | poneg, 080 = OZ0 0O0'00ZT + 0O0'0OT'T ODUIZ, $70 000008 + 000°009 OnaA #0 oooott equa || 910 + oro o00'00% = o0v'00z | oruowe oyexewTo|u0y seo 000082 pw |) - ooo oot FEuOET 0 000004 | (oyuyuTTeANp) jeuoAy - 000'0ST + 000°0E Pruesina BNI, 8-0 o000u9 onmumny || — | gog00u = 000008 co 80 = $0] 000 081% + oovosoz repoy |] ozo + oro} 000-009 + o00'00 oyueap | [wt | @wapa | w/t | Guay © | ‘OLE GHOITIVLAN AHDAT ‘LLVUAWOTONOD ‘AULaId cap. v RELAZIONI TRA LE COMPONENTI, ECC. 129 punto generico del corpo, con i lati orientati secondo gli assi xyz e si suppongano note le componenti speciali di tensione ad esso relative; per la ricerea delle componenti di deformazione si pud sfruttare il principio di sovrapposizione delle deformazioni, Le tensioni normali non danno luo- go, per quanto gid osservato, che a dilatazioni lungo i tre assi xyz. Le tensioni tangenziali non possono dar luogo, a loro volta, che a scorrimenti; di pid, una t, non provoca che una yj,. Cid si trae considerando che la ty, 8 simmetrica rispetto al piano passante per il centro del parallelepi- pedo e parallelo al piano jk, emisimmetrica rispetto ai piani paralleli ad ik ed ji; la deformazione che ne segue, dovendo soddisfare alle stesse proprieta, si riduce alla sola ,.. ud seriversi quindi per le ¢, sovrapponendo gli effetti, (944) m 4) Per ottenere le espressioni degli scorrimenti si consideri nell'intorno del generico punto A un parallelepipedo retto soggetto ad una sola , per esempio la ty (fig. 4-4); sia dx=dy—=a. A deformazione avvenuta, le Fic. 44 due diagonali restano ortogonali, poiché esse sono parallele (vedi cerchio di Mohr) alle direzioni principali di tensione in A, e quindi a quelle di 1 ruuncions = Selena delle conraiont« 130 SCIENZA DELLE COSTRUZIONT Vou. 1 deformazione; inoltre i punti B e D, che giacciono su x ed y, si spostano ortogonalmente a questi assi, essendo s,=«,=0, e il punto C lungo la direzione principale AC. A deformazione avvenuta la AC presenta l’al- lungamento co’ Vez 2 ( a) ie (: a or On = e la BD un accorciamento identico, BB” + DD”. Si ha percid 1 aot 1 BB’ =— CC’ ~ (: + +) ; m 2 V2E Poiché & BB = BB". /3—— (14 = E si pud scrivere “a “a A 2BB ‘ty = BAB! + DAD’ =2 BAB! =——=2 a dal confronto delie due precedenti relazioni si ottiene t 1 2—(i1+-). EV m Alespressione y= 2e,, da cui si trae immediatamente y, si giunge anche dal- la seconda delle (1-19) cap. RELAZIONT TRA LE COMPONENTI, ECC. __ 131 Ponendo G (6) siha te to =G 5 = 6) Yn=—G (6) fee mace La G é una costante del materiale, avente le dimensioni Fi, che dipende da E ed m, e prende nome di modulo di elasticita tangenziale o prima co- stante di Lamé. Le (4-4) e (4-6) sono dovute al Navier (1821). Dalla prima delle (4-4) si ha ato a=Ee +o m ox , da cui, aggiungendo ai due membri =", e ricordando V’espressione del- m Vinvariante lineare di tensione T, si ha 1 T o (42 )aze+= m m E 1 7 a= at. (a) I4oc 14— m m Sommando membro a membro le (4-4) si ottiene 1 2\1 &teyte=— \(l——)T. y E m Nell'ipotesi di piccoli spostamenti é e b ( 2 ) T (7) EV mp 132 SCIENZA DELLE COSTRUZIONT al Dalla (a) si ha percio: . E (ex +e, + (b) a= I ato ‘ex +e, +e) 1t+— m(1+4) (1-2) m m/ Vm, Definendo la seconda costante di Lamé 5 ® e 2 m (43) 0-3) m. m, Ja (b) si serive, con le altre due analoghe, op=2Ge, tilts, +e) G, = 2 Ge, +) (ex + ey + €2) (9) Op = 2 Ge, + (ex tes +e) - Nell'ipotesi di piccoli spostamenti le (4-9) si serivono oy =2Ge,+ 20 o,=2Ge, +20 @) On Gat Le (4-9), con le altre tre che si ricavano dalle (4-6) w= Cty Tye =O ye (10) Toe = G Ye sono le relazioni inverse di quelle di Navier, e forniscono le componenti speciali di tensione in funzione delle componenti di deformazione. Si osserva che, nell’ipotesi di isotropia, delle 21 costanti cy, della (4-1) alcune sono nulle, le altre sono tutte esprimibili attraverso le due sole 1 costanti E ed — m car. 1V RELAZIONI TRA LE COMPONENT, ECC. 133 . 1 Pud essere fornito un intervallo in cui sicuramente il modulo — m & compreso. Se T é positivo, ¢, +, +e, @ pur esso positivo; cid @ con- fermato dall’esperienza. Dalla (4-7) si deduce percié che 2 1—-—>0 = da cui 1 1 ms? Inoltre ad una ty positiva corrisponde una y,, positiva; dalle (4-5) e (4-6) si deduce pertanto 1 1+—>0 m da cui si pud scrivere percid toi -1l<-<-. ay m2 Il significato fisico delle due costanti di Lamé @ immediato. La prima, G, é il rapporto tra Ja tensione tangenziale e lo scorrimento da essa pro- dotto. La seconda, 2, &, nell'ipotesi di piccoli spostamenti, il rapporto fra una delle tre tensioni normali e la dilatazione cubica, quando le altre due tensioni normali sono tali da annullare la dilatazione lungo la retta d’azio- ne della prima tensione; cid si deduce dalle (4-9). Sia G che 2 hanno, come E, le dimension fisiche di una tensione.

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