Sei sulla pagina 1di 3

LA PRINCESSE DE MONTPENSIER

● l'arte della litote (figura retorica che consiste nel negare l’idea contraria per ottenere
l’effetto di rinforzarla) consente a Madame de Lafayette di aprire squarci tanto più
inquietanti sugli abissi dell'io: nelle sue novelle niente è gratuito, ogni dettaglio è
funzionale all'azione.
● La linearità cronologica del racconto non fa che accrescere questa sensazione di
vicolo cieco, di soffocante progressione.
● Le guerre civili erano presenti nella memoria familiare dell'aristocrazia francese e
gravide ancora di ricadute sul presente (l'editto di Nantes sarà revocato nel 1685),
ma per i valori simbolici di cui sono cariche.
● È privilegio del classicismo francese produrre il massimo effetto possibile con
un'estrema economia di mezzi = tono neutro del racconto.
● il salotto di Mademoiselle de Scudéry, luogo simbolo della préciosité, è frequentato
dai «nuovi dotti che elaborano in quegli anni un compromesso fecondo tra cultura
alta e cultura mondana noto con l'etichetta di <<galanteria ». Questo viene reso noto
da Somaize, nel suo “Dictionnaire des Prétieuses” (1661).
● Jean Regnault de Segrais e Pierre-Daniel Huet caldeggiano una riforma della
narrativa nel senso di una maggiore verosimiglianza e semplicità degli intrecci: a
questo programma sembra attenersi Madame de Lafayette fin dalla sua prima
produzione.
● Gli scrittori aristocratici cercano di proteggere la loro identità con il ricorso a
pseudonimi o all'anonimato: si vuole evitare di passare per autori di professione. —>
“La Princesse de Montpensier” esce anonima il 20 agosto 1662. In questi anni
andavano in voga i romanzi eroici, ad esempio quelli di Mademoiselle de Scudéry
“Artamène ou le Grand Cyrus” e “Clélie”. Questi hanno una struttura prevedibile: un
inizio in medias res e racconti retrospettivi per chiarire gli antefatti dell'azione. Il tutto
condito da un ottimismo di fondo sulla possibilità di dominare, classificandoli, i moti
della psiche. La novella, invece, che nell'intenzione degli autori doveva rappresentare
una sorta di negativo fotografico del romanzo, distinguendosi per una maggiore
audacia realistica, non ha ancora trovato la sua strada, limitandosi a imitare da vicino
i modelli italiani e spagnoli.
● la scrittrice fissa i canoni di un genere nuovo, le cui principali caratteristiche sono: 1)
verosimiglianza storica (conoscenza approfondita delle fonti) —> Madame de
Lafayette ha approfittato di certe lacune delle fonti per innestarvi una vicenda quasi
interamente immaginaria; 2) la dispositio di seguire in modo lineare la successione
cronologica degli eventi = una scelta anti-romanzesca, infatti de Lafayette per “La
Princesse de Montpensier” sceglie piuttosto il modello delle memorie, percepite
come antitetiche all'universo ampolloso e bizzarro del romanzo (cioè si intende la
corte, che è il luogo dell’apparire, che nasconde degli intrighi). 3) il caso diventa un
dio crudele che gioca con i personaggi; 4) eredita da Mademoiselle de Scudéry le
atmosfere e la terminologia morale; 5) i protagonisti hanno il culto dei sentimenti
raffinati e preziosi e, con anacronismo appena percettibile, ricorrono alle immagini e
al lessico amoroso della << galanteria >> seicentesca. Sono spinti l'uno verso l'altro
dalla forza irresistibile dell'« inclinazione »; 6) De Lafayette crea un il mito della
grandeur héroïque: Il mondo di Madame de Lafayette è un mondo del sospetto —>i
valori non sono accettati senza essere messi alla prova e spesso questo esame
mette a nudo la loro fragilità e inconsistenza. La passione non è uno slancio
generoso verso l'altro, una fonte di perfezione morale come nella vulgata
neoplatonica dei romanzi, ma un impulso egoistico, un desiderio di possesso che
cancella ogni considerazione e rispetto per i desideri altrui, un istinto di dominio che
porta a disporre degli altri come pedine per i propri scopi = l’egoismo spinto fino al
sadismo inconsapevole.
● L'amore diventa una camera di tortura —> 1) Nel caso del principe di Montpensier, la
passione si identifica da subito con la gelosia, che induce ad infliggere sofferenze a
se stessi e agli altri; 2) Il conte di Chabannes sembra sfuggire all'egoismo conge nito
della passione: la sua dedizione alla donna amata è fuori dal comune e si pone sul
piano del sublime (De Lafayette per parlare di lui utilizza l'aggettivo << straordinario
»: Corneille aveva coniato l'espressione vraisemblable extraordinaire per rendere
conto sul piano della teoria letteraria dei gesti sublimi e fuori del comune dei suoi
eroi).
● I meccanismi perversi del desiderio triangolare secondo René Girard non sono mai
più evidenti che nell'effetto che hanno su Chabannes le confidenze della principessa:
« Tutte le confidenze che gli faceva sulla tenerezza e la delicatezza dei suoi
sentimenti per il duca di Guisa accrescevano ai suoi occhi il pregio del suo cuore e
rendevano più violento il desiderio di possederlo ».
● « i quattro tratti principali dell'anima umana al suo stato naturale », cioè la follia, la
malignità, l'ignoranza e la vanità. A questi Madame de Lafayette sostituirebbe i
«disordini » della passione. (Saint-Réal)
● Con audacia senza pari, la narratrice analizza la condizione femminile, legata da
interessi familiari ed economici.
● Novità strutturale: Madame de Lafayette sceglie di raccontare una vicenda
postmatrimoniale, mostrando i pericoli a cui le passioni espongono la tranquillità
dell'animo.
● La lingua è di un'estrema sobrietà, di una secchezza crudele. Adottando per la
narrazione il tono del puro resoconto obiettivo. Però vi sono due eccezioni: 1) la
conclusione del racconto; 2) una massima lasciata cadere come per caso in uno dei
momenti decisivi del racconto. « Si è deboli quando si è innamorati »—> Così la
narratrice commenta la debolezza con cui il conte di Chabannes rinuncia al suo
unico e velleitario tentativo di sottrarsi all'autorità della principessa.
● la drammatica prevedibilità dei comportamenti dei personaggi —> Nell'episodio
decisivo del fiume, la vista della principessa intenta ad osservare dei pescatori attiva
nella mente del duca la più scontata delle metafore galanti: << Il si gnore di Guisa [...]
pensava dentro di sé che avrebbe potuto essere catturato nei suoi lacci come il
salmone nella rete del pescatore ». Ma qui l'immagine della prigionia non ha niente
della banalità di tanta poesia mondana, accentua invece nel lettore l'impressione che
una trappola scatti per il duca, segnando d'ora in poi il suo destino.>>
● La novella storica —> 1) innestare la fiction nel modo più discreto possibile su un
nucleo di verità storica = Avertissement che precede il testo a stampa accredita
maliziosamente l'idea che la vicenda possa essere tratta da un manoscritto risalente
all'epoca dei fatti, esso collega inoltre il passato con il presente; 2) scelta di un
passato storico -quasi sempre il periodo delle guerre di religione- sufficientemente
vicini nel tempo da avere ricadute forti sul presente, ma non cosí vicino da
confondersi con la cronaca; 3) scelta dei personaggi = devono appartenere alle
famiglie di più antica nobiltà, ma non essere troppo noti per non rendere inverosimile
la loro implicazione in vicende amorose immaginarie.
● Renata d'Angiò è la protagonista ideale perché un alone di mistero circonda la sua
esistenza al punto da fare supporre che i suoi discendenti abbiano voluto cancellarne
il ricordo. L'unica personalità storica ben conosciuta è Enrico di Guisa, figlio
primogenito del duca Francesco. I Guisa, ramo cadetto della famiglia dei duchi di
Lorena; qui rientra anche nella narrazione l’assassinio dei due capi dei Guisa (1588)
prefigurata mediante la rivalità amorosa tra i due personaggi (moventi privati e
passionali).
● Tutta la storia di Francia dallo scoppio della seconda guerra di religione nell'autunno
del 1567 al terribile massacro della notte di San Bartolomeo, tra il 23 e il 24 agosto
1572, interpretato da Madame de Lafayette, sulla scorta degli storici, come un
complotto ordito dalla monarchia contro il partito protestante. Le fasi di guerra sono
scandite da alcuni celebri episodi come la battaglia di Saint-Denis (seconda guerra di
reli gione), che porta alla pace di Longjumeau (1568), sostanzialmente favorevole ai
protestanti; le battaglie di Jarnac e di Montcontour (1569), due nette sconfitte delle
truppe protestanti ad opera dell'esercito reale, che determinano la fine della terza
guerra di religione, sancita dal trattato di Saint Germain-en-Laye; le trattative di Blois,
che terminano con l'accordo per il matrimonio della principessa reale, Margherita di
Valois, con Enrico di Navarra, il futuro Enrico IV.
● È da segnalare anche che per disegnare questo quadro storico Madame de
Lafayette utilizza con grande scrupolo di esattezza l'opera di storici a lei
contemporanei come Davila, François Budes de Mézeray e il biografo del padre di
Francesco di Borbone, Nicolas Coustureau.
● Nella versione in italiano di questo testo, bisogna mettere in luce due termini
fondamentali: 1) “inclination” —> designa la passione amorosa fondata su un'affinità
segreta e irresistibile tra due anime, che non dipende quindi da una valutazione
preliminare di qualità e difetti della persona amata; 2) “vertu” —> uno di quei valori
"difensivi" che derivano dall'educazione e a cui l'eroina si appiglia per tutelarsi dai
rischi della passione amorosa.

Potrebbero piacerti anche