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LE CONTROVERSIE TRINITARIE E CRISTOLOGICHE NEI SECOLI IV-V

INTRODUZIONE:
Mentre la Chiesa sembrava che potesse godere finalmente di una vera pace esterna e interna, si preparavano invece nuove controversie intorno ai punti essenziali della fede. Il mistero della Trinit e il mistero di Cristo. Sorsero cos interminabili e vivaci discussioni intorno a questi due misteri della fede cristiana. Queste lotte teologiche si possono classificare, cronologicamente e logicamente in tre gruppi principali: in un primo momento (sec. IV) riaffior la questione trinitaria, gi emersa nel sec. III con le discussioni relative ai subordinazionisti e monarchiani. Il problema dogmatico stava nel fatto che se, da un lato, ci si atteneva al pi rigoroso monoteismo e allunit di Dio, daltro lato si adorava anche Cristo come Dio accanto al Padre: questa difficolt tuttavia, nei primi tempi della Chiesa, non fu mai chiaramente avvertita. Per gli apologisti e i primi Padri della Chiesa il massimo oggetto di riflessione fu il tema cristologico. La dottrina del Logos, tuttavia, non risolse il problema ma lo rese ancora pi acuto e ora, di fronte alle false speculazioni degli gnostici, che con le loro teorie degli eoni e dei demiurghi abbassavano il Logos a creatura, si rendeva necessario accordare la divinit di Cristo con lunit di Dio. Si trattava, dunque, di precisare quale fosse il rapporto fra il Padre e il Figlio, fra le due prime Persone e la Terza. Riallacciandosi alle vecchie posizioni di subordinazione, Ario negava la divinit del Verbo, mentre gli pneumatomachi attaccavano luguaglianza dello Spirito Santo con le altre due Persone. La controversia viene decisa nei due primi Concili Ecumenici di Nicea (325) e Costantinopoli (381).

8.1 LArianesimo e il Concilio di Nicea (325)


Ario era un sacerdote di Alessandria, nato nellattuale Libia verso il 260, educato alla scuola di Luciano di Antiochia (cfr. Scuola Antiochena), dove il suo spirito, irrequieto e facile a fomentare le divisioni che agitavano lEgitto e in genere lOriente cristiano, si era impadronito di quelle armi di scuola come la dialettica sottile e lesegesi storico-letteraria, tipiche della Scuola Antiochena (Scuola Alessandrina, esegesi allegorica). La sua parola vivace (grande predicatore), la sua immaginazione poetica, la sua vita austera e le sue opere (Thaleia: Banchetto) gli conferivano un facile ascendente sul clero della citt di Alessandria. Secondo lui il Verbo (la seconda Persona) non eterno, stato creato dal nulla, nel tempo: una pura creatura, mutevole, pu cio acquistare nuove perfezioni, oppure cadere nel peccato senza una speciale assistenza divina. Tuttavia, egli la prima creatura, superiore a tutte le altre, di gran lunga superiore agli uomini e, perci, lo si poteva definire un semi-Dio (demiurgo). Ma la divinit non gli apparteneva di per s. E stato creato liberamente, cio poteva non esistere, ma come strumento della creazione, giacch secondo Filone Dio trascende il mondo in modo cos assoluto da non potere entrare in rapporto diretto con questo. Il Verbo, dopo la sua risurrezione, stato elevato alla condizione di figlio adottivo di Dio. Due frasi riassumono i punti centrali della dottrina di Ario: Vi fu un tempo in cui il Verbo non esisteva e Il Verbo viene dal non essere. Il vescovo Alessandro di Alessandria, preoccupato per la diffusione di queste nuove idee, convoc un grande Sinodo di vescovi egiziani ed scomunic Ario ed i suoi seguaci e

furono espulsi da Alessandria 8318). Ario si rec a Cesarea dove seppe guadagnarsi la simpatia di Eusebio, vescovo della citt e grande storico della Chiesa: con lappoggio di questultimo, pot essere introdotto presso Eusebio di Nicomedia, ove allora risiedeva la corte imperiale. Si convocarono altri sinodi (Nicomedia, Antiochia) per discutere e decidere sulla nuova teologia trinitaria di Ario. Con lappoggio del sinodo di Nicomedia pot ritornare ad Alessandria, dove nacquero immediatamente violenti discussioni, si ebbero tumulti nelle strade e si tennero covegni notturni. In questo momento intervenne Costantino, preoccupato della pace della Chiesa e dellImpero, e convinto che era suo ufficio di fare di arbitro fra i due partiti, invi il vescovo occidentale Osio, suo amico, per riportare lunit e la pace con il dialogo, ma non ci riusc e inform lImperatore che la questione non si riduceva, come egli aveva fino allora ritenuto, a discussioni sottili sul significato di alcuni passi della Scrittura, e lo persuase a convocare un Concilio Generale. Il Concilio viene convocato da Costantino e non dal papa Silvestro; lImperatore mise a disposizione dei vescovi i mezzi di trasporto, di cui si servivano le autorit statali. Il Concilio si apr a Nicea il 19 giugno del 325 (19 giugno - 25 agosto) alla presenza dellImperatore che entr solennemente simile ad un angelo celeste di Dio (Eusebio), tenne un discorso (in latino) esprimente il suo desiderio che fosse ristabilita la pace della Chiesa: Io considero terribile come una guerra, come una battaglia, e pi difficile a vincersi, ogni sedizione interna nella Chiesa di Dio, e la pavento pi che le guerre esterne. Parteciparono al Concilio circa 318 vescovi, quasi tutti orientali (cinque venuti dallOccidente). Il Papa Silvestro si fece rappresentare da due presbiteri romani che non ebbero che un ruolo secondario. Molti vescovi portavano ancora sui loro corpi le cicatrici dellultima persecuzione (Eusebio). Dopo il discorso inagurale dellImperatore, cominciarono le discussioni: vennero letti allassemblea alcuni fra i passi pi significativi di Ario, e apparve chiaro alla maggioranza limpossibilit di accettare una tale dottrina. Soltanto 17 vescovi si schierarono dalla sua parte e tra loro cera il vescovo Eusebio di Nicomedia. A Nicea era presente anche il giovane diacono Atanasio, che accompagnava il suo vescovo Alessandro. Sorsero per divergenze sul modo di proporre la fede ortodossa, perch mentre alcuni volevano limitarsi ai termini usati nella Scrittura, altri sostenevano la necessit di precisarli, perch non fossere male interpretati dagli ariani. Eusebio di Cesarea propose la formula di fede in uso nella sua Chiesa, secondo cui il Verbo viene ex Deo, ma essa era troppo generica e si prestava a equivoci, dato che non specificava in quale modo il Verbo viene da Dio. Si prepar allora unaltro testo, in cui contro gli errori di Ario si precis leterna generazione del Verbo dal Padre e la sua Consustanzialit con il Padre ( ). Particolarmente importante erano le espressioni usate nella formula: il Verbo deriva ex substantia Patris, genitum, non factum, consustantialis Patri. Questa ultima parola, che non piaceva a molti orientali, perch era stata usata da alcuni eretici anteriori in un altro senso, era in realt perfettamente adeguata a definire la divinit del Figlio, e divenne per dire cos la tessera dellortodossia. Alla fine, il simbolo di fede niceno condann esplicitamente la dottrina contraria sostenuta da Ario, pur senza nominarlo. In sintesi: nella cos detta confessione di fede (Credo niceno) fu definita la retta dottrina: Cristo generato unigenito dal Padre, ossia della sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, vero Dio da vero Dio, generato, non creato, consustanziale al Padre ( ). Il simbolo fu sottoscritto da tutti i vescovi, eccetto due. LImperatore stesso partecip a tutta la cristianit in una circolare, che Ario e i suoi seguaci erano stati scomunicati e banditi dalla Chiesa cristiana, come peggiori nemici della vera fede, e ordin che i loro scritti fossero bruciati. Nel Concilio furono anche esaminati alcune questioni disciplinari, come la dta della pasqua e il celibato del clero (vescovi, presbiteri, diaconi), su cui non si raggiunse un accordo unanime. Le decisioni furono prese in 20 canoni o regole, e promulgate insieme alla professione di fede; sul celibato del clero il sinodo lasci cadere la proposta di emanare una legge sul celibato, che gi era una pratica diffusa in molte chiese dellOccidente.

Il 25 agosto avvenne la chiusura del Concilio: se era stata precisata la dottrina ortodossa, la crisi ariana era per ben lunghi dallessere chiusa, e in pratica continu in modo drammatico sino al 381. Perch? Contribu al prolungarsi della lotta non solo lingerenza statale, ma anche lincertezza nella terminologia. Per lungo tempo si continu a prendere come sinonimi le parole greche ousia e hypostasis. Questa ultima espressione (corrispondente in latino a substantia) indica ci che sottost, che sostiene, che d origine, forza e realt: gradualmente essa acquist perci il significato di persona, essere responsabile. Il primi termine invece, ousia, derivato dal greco eimi, essere, venne a lungo usato per indicare lessenza, ci che costituisce la realt, con due eccezioni diverse, ora nel senso di sostanza, natura, ora in senso di persona. Costantino nellanno 328 chiam il vescovo esiliato Eusebio a Nicomedia. Anche Ario pot ritornare e fu restituito, su preciso ordine dellImperatore, al suo ministero. Ma Atanasio, che nel 328 era diventato vescovo di Alessandria, si rifiut di accoglierlo fra il suo clero, incorrendo cos nellira dellImperatore che lo mand in esilio nel 335 a Treveri (Gallia). Ecco, perch si riaccese di nuovo la questione ariana e divise praticamente la Chiesa tra niceni e ariani.

8.2 La Controversia sulla divinit dello Spirito Santo. Il primo Concilio di Costantinopoli del 381. Introduzione:
Con il ritorno di Eusebio a Nicomedia (328), ariano, riprese vigore il partito filoariano, che come primo oggettivo cerc di perseguire i rappresentanti pi in vista del partito niceno: Eustrazio di Antiochia sotto preteste diversi fu deposto da un sinodo ed esiliato dallImperatore Costantino, uguale sorte tocc ad altri vescovi. Ora si voleva colpire Atanasio, che dal 328 guidava la sede di Alessandria, dopo la morte di Alessandro, venne accusato falsamente dalluccisione di un vescovo, della fustigazione di altri.... Costantino dispose che il caso fosse trattato da un sinodo da tenersi a Tiro nel 335 e, data la maggioranza di vescovi ariani, venne condannato ed esiliato a Treveri, mentre Ario venne riabilitato. La morte di questultimo e, lanno successivo quella dellImperatore, segnarono linizio di nuove fortune per il partiro ariano, dal momento che il figlio di Costantino, Costanza, durante tutto il periodo del suo governo avrebbe appoggiato larianesimo fino alla morte, avvenuta nel 361. 1. Le vicende si alternano tra un sinodo e laltro: se un sinodo romano (340-341 riabilit Atanasio, quella di Sardica del 342 non riusc a trovare la concordia dei due partiti, e cos i diversi sinodi successivi, come quello di Milano del 355 dominato dallImperatore Costanzo. 2. Tentativi di avvicinamento tra i due partiti: verso il 356 cominci una nuova fase nel dibattito sul consostanziale, quando Aezio, diacono di Antiochia , ripropose la questione ariana sostenendo che il Figlio non della stessa sostanza o natura, ma anomoios, cio dissimile rispetto al Padre; una forma pi radicale dellarianesimo. Basilio di Ancira propose il termine omoiousios, cio simile al Padre nella sostanza. 3. Le sedi pi importanti dellOriente parlano ariano: col doppio sinodo di SeleuciaRimini del 359 e la prevalenza di una teologia di indirizzo ariano, il credo niceno fu abbandonato, mentre i vescovi niceni vengono deposti ed esiliati. Le maggiori sedi dellOriente (Alessandria, Antiochia, Costantinopoli) erano in mano ad ariani; in Occidente, Milano e Sirmio. Per di pi, con larrivo di Giuliano al potere (361), le cose pegigiorano per i niceni, a causa della politica religiosa del nuovo imperatore e il suo intento di ripristinare il paganesimo.

4. La Questione dello Spirito Santo: maturava intanto una nuova questione relativa alla divinit dello Spirito Santo e del suo rapporto col Padre e col Figlio. La sua divinit veniva difesa dai padri Cappadoci (Basilio, Gregorio di Nizza, Gregorio di Nazianzo). Il nuovo imperatore Valentiniano I (364-375) in Occidente aderiva alla fede nicena pur senza proteggerla, mentre suo fratello Valente (364-378) in Oriente, continuava sulla via ariana, per cui continuarono le persecuzioni ed esili per i vescovi niceni. 5. Il partito niceno ha un nuovo capo, Basilio di Cesarea: morto Atanasio (373), adesso il campione della fede nicena il vescovo di Cesarea, Basilio; come prima cosa cerca di riunire i diversi gruppi niceni, poi si da fare per coprire le sedi vacanti con vescovi di fede nicena. Il suo pensiero teologico, come quello di suo fratello Gregorio di Nizza e dellamico Gregorio di Nazianzo, puntualizzava e chiariva la dottrina trinitaria, offrendo elementi anche concettuali che sarebbero stati fondamentali per laffermazione della teologia nicena nel concilio del 381 a Costantinopoli. Cos nel linguaggio teologico il termine ousia per indicare la sostanza di Dio, mentre Hypostasis esprimeva lesistenza individuale in cui si manifesta la sostanza divina nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, per cui oramai si dir che in Dio vi sono una sostanza e Tre Hpostasi (Persone). Morto lImperatore Valente (378), ariano, Graziano (Occidente), filoniceno, nomin per lOriente un altro filoniceno, il generale Teodosio. Gi nel 377 s. Basilio sosteneva la necessit di una discussione comune sui problemi che travagliavano la Chiesa dellOccidente, ma a causa della sua morte (379), fu il vescovo Melezio a dirigere il sinodo di Antiochia dellautunno di quellanno, dove 153 vescovi presenti furono concordi nel confermare la fede nicena in comunione con Roma e coi vescovi orientali. Per di pi, Teodosio nuovo imperatore per la parte orientale, da Tessalonica con lEditto del 27 febbraio del 380 imponeva a tutti di professare la fede cattolica: tale fede riguardava lunica divinit di Padre, Figlio e Spirito Santo, per cui da tributare loro lo stesso onore nelluguale maest e Trinit. In questo modo era anche aperta la strada alla convocazione di un concilio. 6. Convocazione del Concilio a Costantinopoli (maggio 381): lidea di convocare un concilio si era gi posta in precedenza, per la situazione politica imped lImperatore Graziano prima, e Teodosio poi, di interessarsene. Questultimo lo pot fare, convocando i vescovi orientali per il maggio del 381.Parteciparono circa 150 vescovi tutti orientali, nessuno venuto dallOccidente; cera un gruppo di vescovi pneumatomachi (nemici dello Spirito Santo), che abbandonarono la sede del concilio prima della seduta di apertura. Per lOccidente era previsto un concilio diverso, da tenersi in una citt occidentale, come di fatto avvenne ad Aquileia, sotto la presidenza di s. Ambrogio. Si conosce poco di questo concilio; le notizie che abbiamo si trovano in storici cristiani come Socrate, Sozomene (Historia Ecclesiastica), Teodoreto di Ciro, Gregorio di Nazianzo. Come documenti del concilio conosciamo i canoni, il Simbolo Niceno-Costantinopolitano, una Lettera sinodale indirizzata a Teodosio e la lista dei vescovi che la sottoscrissero; gli autori latini che ci trasmettono tante notizie di quellepoca, non parlano di questo concilio. In Oriente, Teodoreto riporta il testo della lettera sinodale spedita il 382 dai vescovi del concilio al Papa Damaso e ai vescovi riuniti a Roma, per informarli di quanto era avvenuto lanno precedente al concilio. Nel momento passava sotto silenzio, soltanto posteriormente, nel concilio di Calcedonia del 451, nel riconoscere esplicitamente il Simbolo della fede definito a Costantinopoli, viene rivalutata la sua importanza, e, volendo giustificare il can. 28 sulle prerogative del vescovo di Costantinopoli, verr citato il can.3 del concilio del 381 come decisioni del secondo sinodo. Anche il concilio del 553 (II Costantinopolitano) ricorder i Quattro concili precedenti, mentre in Occidente solo al concilio del Latterano del 649 (ecumenico IX) sotto Martino I, ci sar una menzione dei Cinque santi concili universali. Un concilio, dunque, che divenne ecumenico per un consenso ecclesiale dopo il fatto, fa capire come la maturazione dei principi contenuti in nuce nella rivelazione abbia degli sviluppi analoghi a quello che, in Occidente, ebbe il Primato Romano.

Il Concili fu aperto ai primi giorni di maggio: non si conosce lordine dei lavori, ma erto che lImperatore Teodosio non vi ebbe un ruolo cos importante, come quello di Costantino a Nicea. Ricevette dai partecipanti una lettera di ringraziamento, dove loro esponevano i risultati del lavoro svolto: conferma e nuova formulazione della fede nicena, senza che fosse riproposta alla discussione, dal momento che tutti i presenti ammettevano la divinit del Figlio e dello Spirito Santo. Fu anche presentata una definizione dogmatica andata perduta, in cui erano ribadite la consostanzialit e la distinzione delle Tre Persone divine, come pure la perfetta incarnazione del Verbo, ed una ulteriore condanna degli eretici. Furono approvati anche una serie di canoni: nel primo vennero condannati tutti gli eretici; il famoso can.3 recitava che il vescovo di Costantinopoli ha il primato donore dopo il vescovo di Roma, essendo quella citt la nuova Roma.. Con ci non si toglieva alcun diritto alla Chiesa di Roma, ma qualificando al secondo posto quella di Costantinopoli rispetto ad Alessandria e Antiochia, si infrangeva cos il principio dellapostolicit nella gerarchia ecclesiastica, dal momento che non esisteva alcuna ragione a favore della primazia di Costantinopoli che non fosse limportanza politica della capitale bizantina. E interessante che il riconoscimento della sua primazia venisse da un sinodo orientale, solo pi tardi riconosciuto come ecumenico. I papi Leone Magno (440-461) e Gregorio Magno (590-604) sosterranno che i canoni del concilio del 381 non furono mai comunicati alle loro sedi (Cfr. Leone Magno Ep. 106,5, in PL, coll. 1005-1007; Gregorio Magno Ep. 7, 31, MGH, Registrum Epistularum, I, p. 479). Una conclusione interessante e significativa: questo concilio viene registrato nei documenti del concilio di Calcedonia come Simbolo della fede dei 150 padri: completa quello niceno per quanto riguarda il Figlio (Se incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo....). La novit riguarda la dottrina sullo Spirito Santo: non usa il termine omoousios, usato a Nicea per il Figlio, ma tornando alla formulazione di Basilio, viene dichiarata la divinit dello Spirito Santo, associandolo alladorazione ed alla glorificazione trinitaria. Mentre Nicea recitava semplicemente Credimus et in Spiritum Sanctum, quello Costantinopolitano aggiunger dominum et vivificantem, ex Patre procedentem, cum Padre et Filio coadorandum et conglorificandum, qui locutus est per prophetas. La sua divinit, dunque, viene pienamente afferm,ata con luso del termine Kurios, e, sulla base di Gv. 15,26, con la processione dal Padre, si confutava la dottrina mecedoniana che voleva creato e fatto dal Figlio. Il concilio si chiudeva il 30 luglio 381, con la vittoria netta del partito niceno e la sconfitta dellarianesimo. Va ricordato per che, attraverso il vescovo Ulfila, il cristianesimo ariano era penetrato tra i gotici germanici. Volendone trarre un bilancio, oltre al senso positivo impresso alla dottrina trinitaria, in particolare dello Spirito Santo, occorre anche dire che col can.3 si poneva il germe delle successive contese tra la Prima e la Seconda Roma, oltre a porre in secondo piano le gloriose chiese apostoliche di Alessandria e Antiochia e Gerusalemme. Per quanto riguarda la dottrina del Filioque, la diversit nellinterpretazione tra Oriente e Ocidente. Sta pi nella formulazione che nella sostanza.

8.3 Il Concilio di Efeso (431). La Maternit divina di Maria


Stabilita la divinit del Figlio, il Verbo uguale al Padre, restava da chiarire in che rapporto la divinit del Figlio stesse con la sua umanit. 1. Apollinare vescovo di Laodicea: insegnava prima che in Cristo il Verbo-logos si unisce ad un corpo privo di anima; pi tardi, quando gli fu dimostrato che tale tesi era in contrasto con la Scrittura che ci mostra un Cristo dotato di una autentica vita umana, egli afferm che il Verbo aveva assunto un corpo e unanima vegetativa e sensitiva, ma che il Verbo stesso esercitava la funzione di principio intellettivo: solo coas, diceva Apollinare, si pu spiegare sia lunit della persona di Cristo (Nestorio e Eutiche cercheranno una soluzione al problema in un modo diverso e opposto), sia la sua impeccabilit (dove c una volont umana, sarebbe sempre presente il peccato), sia la frase giovannea: Et Verbum caro factum est. Si vede che

non teneva conto del vero senso dellespressione ebraica carne. La dottrina di Apollinare venne condannata a Costantinopoli nel 381. Apollinare tende a sottolineare prevalentemente lunit del Cristo, accentuando per la natura divina. A questa linea si contrapponeva la scuola antiochena, che accentuava invece la distinzione delle due natura, col pericolo di distinguere in esse due persone. 2. Nestorio, il rappresentante pi notevole della scuola antiochena, nel 428 fu nominato vescovo di Costantinopoli. Divulgando senza grande originalit le idee di Teodoro di Mopsuestia e della scuola teologica antiochena, insegnava che in Cristo le due nature formano due persone, due soggetti responsabili, uniti fra loro in modo solo estrinseco. Si tratta di una unit morale, di una unit di volont, di un collegamento esteriore, analogo a quello che sussiste fra luomo e la donna nel matrimonio. Di conseguenza, Maria non pu essere considerata madre del Verbo, ma della persona umana di Cristo, e deve perci essere chiamata non Theotohos, ma Cristotokos. Altra conseguenza: non morto il Dio incarnato, ma luomo in cui Dio si incarn. Si pu parlare di ununica persona, diceva lui, ma solo in un senso analogo. La nuova teoria dest immediatamente una grande emozione a Costantinopoli, anche nel popolino che si interessava a questi discussioni teologiche. Dest forte opposizione soprattutto il fatto che Nestorio, il vescovo della capitale dellImpero, negassero alla Vergine il titolo di Madre di Dio, diffuso in oriente fin dal sec. III. 3. Cirillo di Alessandria: vescovo di Alessandria dal 412, tent di mettere in luce il pi chiaramente possibile la relazione che univa in un modo strettissimo, intimo e reale, le due nature in Cristo, e parl di ununione fisica kenosis physik e dellunica natura del Logos incarnato. Ma, dolo lunione delle due nature in Cristo, si poteva da fatto parlare unicamente di una sola natura (mia physik), vale a dire di una natura teandrica. Pi tardi Eutiche si riallaccer a questa teoria per ricavarne la sua dottrina eretica monofisita. Alla base della cristologia alessandrina sta la teologia di Origene. Ricordiamo che a Origene si deve la locuzione cristologica Uomo-Dio. Lesegesi allegorica ed una speculazione teologica influenzata dai concetti platonici avevano spinto Origene a formulare uintima e profonda mistica del Logos, nella quale si affermava che lincontro fra lumanit e la divinit si era verificato in Cristo nella sua pi alta perfezione e si invitava i cristiani ad attuare questa stessa perfezione in loro stessi. Atanasio, Basilio, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nizza avevano sviluppato ulteriormente il pensiero di Origene. Gregorio di Nizza aveva gi chiaramente richiamato lattenzione sul fatto che lunit andava ricercata esclusivamente nella Persona divina e non in una fusione della natura umana con la divina. Egli insegn altres che in Cristo lunica Persona divina del Logos possedeva due nature -quella divina e quella umana, intimamente congiunte-, e che entrambe le nature sussitevano ognuna di per s e non confuse luna accanto allaltra; tuttavia esse non erano divise luna dallaltra, bens ordinate luna allaltra. Tornando a Cirillo, uomo di vasta cultura dottrinale e di sincero zelo, ma combattivo e duro, non essente di una certa ostilit verso la sede di Costantinopoli, che nel 381 si era arrogato il primo posto in Oriente, e non ancora giunto ad una perfetta chiarezza nella terminologia da lui usata, soprattutto per quanto riguardava la delicatissima distinzione fra natura e Persona. Dato che cera molta confusione fra i monaci di Egitto a causa delle tesi nestoriane, Cirillo invi loro una lunga lettera per chiarire la dottrina tradizionale; e poi invi anche unaltra lettera allo stesso Nestorio, dove affermava: Non vogliamo dire che la natura del Verbo si trasform e si fece carne, e neppure che fu mutata in un uomo completo, composto di anima e di corpo, ma invece noi sosteniamo che il Verbo, unendo a s ipostaticamente (= nella sua persona) a se stesso la carne animata da anima razionale, divenne uomo in modo inesprimibile e incomprensibile, si chiam Figlio delluomo, non soltanto per buona volont, n per beneplacito, e neppure prendendone solamente la persona ... Colui che esiste prima di tutti i tempi, generato dal Padre, detto nato secondo la carne da una donna...perch per noi... da una donna stato generato secondo la carne. Alla stessa

maniera diciamo che il Verbo ha sofferto ed risuscitato, non gi... nella sua natura divina, ma perch... limpassibile era in un corpo capace di soffrire. In altre parole, Cirillo ribadisce che le azioni e le sofferenze della natura umana di Cristo possono attribuirsi direttamente alla Persona divina del Verbo, perch la natura umana stata assunta come propria dalla persona divina. 4. Cirillo e Nestorio si rivolsero al Papa Celestino, ed ebbe la peggio Nestorio, che fu condannato come eretico, papa Celestino lo minacci con la deposizione se non avesse ritrattato delle sue tesi entro 10 giorni, e incaric Cirillo dellesecuzione della sentenza. Cirillo oltrepassando le istruzioni ricevute, volle prima di tutto riunire nella sua citt un sinodo, in cui fu approvata una nuova lettera a Nestorio, dove accanto allesposizione della dottrina ortodossa, si condannava la dottrina di Nestorio in 12 punti o anatematismi, di cui riproduciamo il primo: Chiunque non riconosce che lEmmanuele veramente Dio, e che quindi la Santa Vergine madre di Dio, poich ella gener secondo la carne il Verbo di Dio incarnato, sia anatema. La scuola antiochena replic scomunicando chi sosteneva che lEmmanuela era veramente Dio, e non piuttosto il Dio con noi, in quanto ha inabitato la natura umana, unendosi alla nostra massa, ricevuta da Maria Vergine. La diversit delle due scuole tutta qui: in Cirillo unione ipostatica, cio in una sola persona delle due nature, per cui la natura umana strumento congiunto della persona divina e le sue oprazioni possono e debbono essere attribuite alla persona divina. N Nestorio lunione solo accidentale. Cirillo usava per in vari punti espressioni ambigue, come unione naturale 8nel senso di unione reale), e una natura del Verbo incarnato (per sottolineare maggiormente lunione delle due nature). 5. Un concilio nella citt di Efeso: nel fra tempo lImperatore Teodosio II convoc un concilio da tenersi ad Efeso per la Pentecoste del 431. Il Papa dette il suo consenso: tuttavia mentre per papa Celestino il concilio avrebbe dovuto confermare la condanna gi avvenuta ed indurre a Nestorio a penitenza, per Teodosio II lassemblea avrebbe dovuto colpire Cirillo, per cui non nutriva nessuna simpatia. Il Papa invi due legati che dovevano solo assistere Cirillo, il vero rappresentante del Pontefice. Come stabilito, il concilio si apr la festa di Pentecoste del 431 (27 giugno). A Efeso erano presenti Nestorio e Cirillo, assistiti ciascuno da unimponente schiera di vescovi: mancavano i legati pontifici ritardati dal mal tempo nella traversata, e il Patriarca di Antiochia, Giovanni, fautore di Nestorio, che calcolava di intervenire nellultimo momento per decidere a favore di Nestorio. Cirillo, forte della sua autorit di rappresentante del Papa, sfidando lopposizione di una settantina di vescovi che aspettavano Giovanni con i suoi, decise di aprire il concilio il 22 giugno, alla presenza di 153 vescovi. In una lunga seduta, durata tutto il giorno, Nestorio, che non era intervenuto, venne destituito per la sua dottrina e la sua disubbidienza ai canoni, Venne approvata allunanimit la seconda lettera di Cirillo a Nestorio, che per ci pu essere considerata come una defnizione dogmatica del concilio stesso; nessuna particolare approvazione ebbero invece i 12 anatematismi. Il popolo accolse con gioia la sentenza e riaccompagn i vescovi alle loro case con una fiaccolata. Il concilio sembrava finito. Quattro giorni dopo arriv Giovanni dAntiochia: convoc i vescovi dissidenti, scomunic Cirillo e i suoi aderenti, col pretesto di aver rinnovato coi 12 anatematismi gli errori di Ario e Apollinare. Il 10 giungno arrivarono i legati pontifici; approvarono la deposizione di Nestorio ed assistettero nelle sessioni seguenti alla scomunica di Giovanni . Uno dei legati, il prete Filippo, richiam nellassemblea il significato del Primato rimano: ... Pietro ha ricevuto... le chiavi del regno... lui che sino ad ora vive e giudica nei suoi successori. LImperatore si trov di fronte a una situazione piuttosto ambigua; in un primo momento parteggi per Nestorio, condannando il concilio presieduto da Cirillo, poi tent un compromesso, riconoscendo la deposizione di tutti e due gli avversari. Cirillo reag energicamente e con abilit, inviando larghi donativi ai pi influenti dignatari della corte: cosa che gli valse laccusa di tentata corruzione. Alla fine Teodosio II abbandon Nestorio al suo

destino, permettendo che fosse eletto un successore per la sede di Costantinopoli e lasciando Cirillo indisturbato ad Alessandria. Nestorio fu relegato in un monastero. La prima conseguenza di questi fatti fu la divisione nellepiscopato orientale: da una parte gli antiocheni che continuarono ad accusare Cirillo di arianesimo e apollinarismo e pronunciarono di nuovo la scomunica contro di lui; nellaltro partito i seguaci di Cirillo che reagivano facendo altrettanto. Solo nel 433 si raggiunse la riconciliazione: Giovanni accett la decisione del concilio di Efeso, Cirillo abbandon le formule ambigue da lui prima difese, che potevano effettivamente essere male interpretate. Laccordo venne comunicato da Cirillo al popolo di Alessandria con la lettera Laetentur coeli, in cui si esponeva la fede ortodossa: Professiamo che il Signore Nostro Ges Cristo, Figlio Unigenito di Dio, perfetto Dio e perfetto uomo, composto di anima ragionevole e di corpo, generato dal Padre prima di tutti i tempi quanto alla divinit, quanto allumanit nato da Maria Vergine alla fine dei tempi, per noi e per la nostra salvezza; consostanziale al Padre secondo la divinit, consostanziale a noi secondo lumanit.... A causa di questa unione, esente da mescolanza, noi riconosciamo che la Santa Vergine madre di Dio, perch Dio-Verbo si incarnato, si fatto uomo, ed ha unito a s, dal momento della concezione, il tempio (cio lumanit) presso da lei. Proprio questultima espressione, il tempio, che aveva un certo sapore nestoriano, fu criticata dal molti, e solo lautorit imperiale ottenne il riconoscimento universale dellacordo. Prima di concludere due cose: come spesso avvenne nella storia delle eresie, Nestorio, esiliato in diverse parti e morto alla vigilia del concilio di Calcedonia (451), neg di aver mai insegnato la dottrina condannata: in realt, anche ammettendo la sua buona volont e la sua carit per coloro che lo avevano impugnato, la sua concezione di due persone (divina e umana) tenute insieme da una terza persona unitiva comune, difficilmente pu intendersi nel senso di una unione reale e non solo morale fra le due nature. Il nestorianesimo si estinse rapidamente nellimpero romano, ma ebbe una certa diffusione in Persia, e da l raggiunse lIndia e persino la China. Oggi nuclei di nestoriani esistono ancora in Siria, nellisola di Cipro e nellIrak. Circa 150.000 nestoriani o caldei dellIrak hanno da tempo abbracciato la fede cattolica pur conservando il loro rito; i nestoriani dellIndia si sono in gran parte uniti alla Chiesa cattolica nel 1941.

8.4 il Concilio di Calcedonia (451). Il Monofisismo


Introduzione: Mentre i nestoriani separavano le due nature in Cristo, alcuni che si dicevano seguaci di Cirillo caddero nelleccesso opposto, cio accentuavano la divinit a scapato dellumanit, fino a mescolare le due nature o ad assorbire la natura umana in quella divina. Cristo risulta, si, della composizione di due nature, ma non sussiste distinto in due nature: dopo lincarnazione si pu parlare solo di ununica natura: Monofisismo ( ).Il corpo di Cristo non della stessa natura nostra, ma divinizzato. In breve: Cristo ex duabus, non in duabus (naturis). 1. Eutiche, sostenitore del Monofisismo: il sostenitore di tale dottrina fu larcimandrita di un monastero di Costantinopoli, Eutiche, venerato per la sua et e forte della protezione imperiale, avversario acerrimo di Nestorio, si presentava come difensore del concilio di Efeso: riprese a sviluppare la teoria di Cirillo sullunica natura in Cristo ( = Monofisismo), e fuse insieme le due nature in modo talmente profondo che la natura umana sembr assorbita dalla natura divina. Attaccato da vari teologi antiocheni, come Teodoreto di Ciro, in un sinodo celebrato a Costantinopoli nel 448 e presieduto da Flaviano, patriarca della capitale, fu scomunicato e sospeso dal sacerdozio. Qualcuno dice che la condanna era dovuta a motivi politici, con una certa intenzione di umiliare chi, proprio a Costantinopoli, si professava seguace del patriarca di Alessandria. Bisogna dire che Eutiche, nonostante appellarsi al concilio di Efeso e alla dottrina di Cirillo, dava un senso diverso da quello intenso da Cirillo.

2. Eutiche e Papa Leone Magno: Eutiche sostenuto dallimperatore Teodosio II e dal patriarca di Alessandria, Dioscuro, si appell al Papa, allora Leone Magno. Per risolvere la questione Teodosio, su invito di Dioscuro, convoc un nuovo concilio per il 449 da celebrarsi a Efeso. Papa Leone design alcuni legati per il concilio, e invi al patriarca Flaviano una breve trattazione, Epistula Dogmatica ad Flavianum, passata alla storia anche con il nome di Tomus ad Flavianum. Questo scritto un capolavoro letterario e teologico, in cui la dottrina ortodossa esposta con estrema chiarezza, e la precisazione dogmatica si une a una viva piet: Rimanendo integre le propriet delle due nature e delle due sostanze, unite in una sola persona, la maest si riveste della bassezza, la forza della debolezza, leternit dellimmortalit....Il vero Dio nacque con la natura completa e perfetta di vero uomo, perfetto nella sua natura divina e perfetto nella nostra...Colui che invisibile per sua natura, diventa visibile per la nostra; chi era al di fuori di ogni spazio, ha voluto essere limitato in uno spazio; colui che esisteva prima del tempo incomincia ad essere nel tempo.... Il Dio impassibile si degna di diventare un uomo soggetto alla sofferenza, il Dio immortale si sottomette alla legge della morte.... Colui che vero Dio anche vero uomo... Come Dio non cambiato a motivo della sua misericordiosa accondiscendenza, cos luomo non soppresso dalla dignit divina... Ciascuna delle due nature opera in comunione con laltra ci che le proprio.... una sola e stessa Persona nello stesso tempo veramente Figlio di Dio e veramente figlio delluomo... Nel Signore Ges Dio e luomo formano una sola persona, ma lumiliazione e la gloria, che si riflettono su di essa, provengono ciascuna da fonte diversa... (Tomus ad Flavianum, c. 3-4). Veniva chiarita, dunque, la vera dottrina dellunione delle due nature nellunica Persona di Cristo (Unione ipostatica). Questa lettera papale fu definita la prima sentenza infallibile ex cathedra emessa da un Papa. 3. Il pseudoconcilio del 449: Il concilio si apr ad Efeso allinizio di agosto del 449 alla presenza di un centinaio di vescovi, sotto la presidenza di Dioscuro di Alessandria, nominato dallImperatore; ai legati del papa fu negata la presidenza che essi reclamavano. Apparve subito lintenzione di Dioscuro di riabilitare Eutiche; infatti, esercit su tutti i vescovi una fortissima pressione, ai legati venne proibito leggere la lettera inviata dal Papa Leone al concilio, che riaffermava i diritti della Sede romana, confermava la convocazione dellassemblea, e tracciava le direttive dei lavori. Nemmeno il Tomus ad Flavianum fu potuto leggere. Senza tener conto delle proteste di Flaviano e di altri vescovi, Eutiche venne dichiarato ortodosso e reintegrato nella sua dignit (arcimandrita): asseriva di attenersi ai concili di Nicea e di Efeso e di rigettare le eresie di Nestorio, Apollinare e altri... Addirittura Dioscuro chiese la deposizione di Flaviano e di Eusebio di Dorilea; subirono la medessima sorte altri vescovi che si erano mossi contro Eutiche o che comunque erano sospettati di Nestorianesimo, in modo speciale Teodoreto di Ciro, Domno di Antiochia e Iba di Edesa. Temendo una rivolta di una larga parte dellassemblea, restia a questo passo radicale, Dioscuro fece intervenire nellassemblea i soldati imperiali: Flaviano fu malmenato e inviato allesilio, morendo nel corso del viaggio a causa delle ferite e i trattamenti, i vescovi atterriti, firmarono tutte le decisioni prese. Il presidente fece chiudere la sessione con queste acclamazioni: Dio ha parlato per bocca di Dioscuro. Cos si chiuse quello che nella storia viene chiamato Il latrocinio di Efeso, oppure Il concilio dei briganti. 4. La proposta di un nuovo concilio a Nicea: Flaviano prima di morire aveva appellato al papa: leone reag immediatamente contro quello che chiam: Non sinodo ma latrocinio di Efeso (Latrocinium ephesinum) e propose un nuovo concilio, che per si svolgesse sotto il suo controllo, non sotto il controllo dellImperatore. Teodosio mor improvvisamente gli successe sua sorella Pulcheria che, associando al trono il vecchi generale Marciano, accett lidea di convocare un concilio, da tenersi sotto la guida e lautorit del papa, e da celebrarsi nella citt di Nicea, poi trasferito a Calcedonia sul Bosforo (451). 5. Il Concilio di Calcedonia (451): Oramai a Costantinopoli soffiavano nuovi venti e i sostenitori di Eutiche, avvertendo il cambiamento, cercavano di allinearsi al nuovo corso. Eutiche fu costretto a lasciare il suo monastero, la salma di Flaviano venne riportata solennemente nella capitale in riparazione degli affronti e della morte a causa dei maltrattamenti; molti vescovi aderivano al Tomus ad Flavianum. Solo Dioscuro con un gruppo di fedelissimi resisteva. Leone pens per un momento che il concilio non fosse pi

necessario, dato che i condannati di Efeso erano stati riabilitati; e poi, gli Unni erano alle porte dItalia, mancava la tranquillit necessaria per un approfondita discussione teologica. LImperatore Marciano per tenne duro nellidea, e papa Leone cedette: il concilio si apr a Calcedonia (sulle rive del Bosforo, di fronte a Costantinopoli), allinizio di ottobre del 451, alla presenza di circa 600 vescovi, di cui solo 5 occidentale. Erano anche presenti Pulcheria e Marciano. Il concilio pi numeroso dellantichit. Le sedute si svolsero sotto la presidenza dei legati pontifici. Come prima cosa, vennero riconosciuti come ecumenici i concili del 325, del 381 e del 431; furono approvati ancora una volta il simbolo Niceno-costantinopolitano, nonch il Tomus ad Flavianum (Pietro ha parlato per bocca di Leone). Dopo si affront quello che era successo a Efeso nel 449: furono cancellate le sue decisioni, e Dioscuro venne deposto. Finalmente si decise di redigere una nuova formula di fede, che riprendeva la sostanza del Tomus ad Flavianum, con qualche ulteriore precisazione, confessando un solo e identico Cristo,, Figlio, Signore, Unigenito in due nature, senza confusioni, senza mutazioni, senza divisioni, senza separazioni, poich la differenza delle nature non per nulla soppressa dallunione, mentre anzi le propriet di ciascuna sono salvaguardate e riunite in una sola persona ed in una sola ipostasi. Dei quattro avverbi (in latino: inconfuse, immutabiliter, indivise, inseparabiliter), i primi due si opponevano alla dottrina di Eutiche, gli ultimi due a quella di Nestorio. Leone Magno, basandosi sulla tradizione teologica occidentale, aveva cos chiarito lunit della persona (unione ipostatica) in Cristo. Senza confusione sussistono le due nature, la divina e lumana, luna accanto allaltra (contro Cirillo ed Eutiche), ma esse non sono divise luna dallaltra, bens congiunte insieme indissolubilmente (contro Nestorio) nella persona del Logos divino. Da questa unione dipende lintera opera salvifica di Cristo. Le asserzioni sulla persona di Cristo costituiscono infatti, al tempo stesso, il fondamento per la teoria della redenzione e appaiono perci dimportanza capitale per la fede cristiana. Infine, il concilio emise 30 canoni disciplinari relativi a varie questioni (rapporto dei monaci coi vescovi, la giurisdizione del patriarca di Gerusalemme, ecc.). Merita unattenzione speciale il can. 28: questo canone ha due parti, una teorica e una deduzione pratica. Nella teorica, c unaffermazione di principio, che attribuisce lorigene del Primato romano ad un motivo puramente storico, cio il vescovo di Roma sarebbe stato riconosciuto capo della Chiesa, in quanto era il vescovo della capitale. Tale affermazione era in contrasto non solo con la tradizione, ma anche con altre affermazioni, fatte durante il concilio dai vescovi orientali, e si spiega solo con la vivissima preoccupazione di Costantinopoli, di giustificare in un modo o in un altro la preminenza che esso si arrogava sugli altri patriarchi orientali, cio su Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Se il principio fosse stato inteso in tutta la sua gravit, la conseguenza logica avrebbe dovuto essere il trasferimento del primato dallantica alla nuova capitale, da Roma a Costantinopoli. In realt, le conseguenze dedotte erano piuttosto modeste: il Patriarcato si arrogava il diritto di consacrare i metropolitani di varie zone dellOriente. I legati romani chiesero in vano lannullamento del canone o vollero almeno che la loro protesta restasse agli atti, e cos fu! Come atto finale lassemblea indirizz al Papa leone una lettera ossequiosa, riconoscendolo come capo del concilio e chiedendo che approvasse i favori accordati a Costantinopoli. Il Papa protest invece contro il can. 28, ricordando da una parte la diversit dellordinamento ecclesiastico e di quello civile, e dallaltra soffermandosi soprattutto sulle ragioni pratiche (storiche e giuridiche) contrarie ai privilegi rivendicati da Costantinopoli. 5. Dopo Calcedonia: alcune considerazioni finali: a) la storia del monofisismo non termina con Calcedonia. Nel 452 lImperatore Marziano decret lesilio di Dioscuro e di Eutiche, e promulg editti severi contro i loro seguaci. Ma la condanna monofisita si trov di fronte a una resistenza ancora pi accanita di quella di Nestorio. Per, il monofisismo non era uniforme: accanto ai monofisiti radicali (eutichiani) cerano molti che servivano pi la dottrina cristologica di Cirillo, respingevano la dottrina di Calcedonia, perch intravedevano in essa un velato nestorianesimo; sono piuttosto scismatici e non eretici. b) Se il nestorianesimo non

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esercit un grande influsso nellimpero, il monofisismo, malgrado le condanne di Calcedonia, mantenne quasi intatta la sua forza di attrazione, soprattutto in Siria, Egitto, Armenia e Abisinia. c) La persistenza del movimento era dovuta a fattori religiosi e politici. Cera in tutto lOriente una forte ostilit al Nestorianesimo, e molti, sia pure a torto, sospettavano tracci di nestorianesimo dovunque si parlasse di due nature, anche per la confusione non del tutto superata, fra natura e persona. Daltra parte, i movimenti religiosi si uniscono spesso a correnti politiche parallele: losservazione vale per lo scisma del 1054, per leresia di Giovanni Hus in Boemia nel secolo XV, per il luteranesimo. Nel caso presente, il monofisismo costituiva laspetto religioso dellopposizione che regnava in tutte le provincie orientali contro il centralismo di Bisanzio. In Egitto i monofisiti presero il nome di copti, in Siria e nei paesi limitrofi di giacobiti, da Giacobo Bardai, vescovo di Edesa. La situazione si fece minacciosa per limpero quando i monofisiti si impadronirono di parecchi patriarcati orientali, come Gerusalemme, Alessandria, Antiochia...Il suo dominio per fu di breve durata, grazie allintervento deciso dellImperatore Leone I (457-474) che riusc a fermarli e a restituire alcune di queste sedi ai vescovi calcedonensi, tranne Alessandria che continu nelle loro mani. Alla morte di Leone I, lusurpatore Basilisco restitu di nuovo molte sedi ai monofisiti e colp con lanatema mediante uno scritto ufficiala (enciclica) la Lettera dogmatica di Papa Leone Magno e il simbolo calcedonense. Lo scritto di Basilisco fu sottoscritto da 500 vescovi orientali. Mentre il nuovo Imperatore Zenone (476-491) destituiva Basilisco, il patriarca di Alessandria Pietro Mongo, monofisita, concord con il patriarca di Costantinopoli, Acacio, un simbolo nel quale si pronunciava lanatema contro Nestorio ed Eutiche, e nello stesso tempo anche contro il concilio di Calcedonia e si dichiarava come norma di Fede il Simbolo NicenoCostantinopolitano, i Dodici anatematismi di Cirillo e la definizione di Efeso (431). LImperatore Zenone pubblic questa formula dottrinale soto il nome di Henotikon , con valore di legge statale in materia religiosa (482). Con questa legge cercava lunit religiosa dellimpero dilaniato dalle dispute continue su Cristo. Come al solito, i compromessi fatti a tavolino non soddisfano nessuno: sia i calcedonensi che i monofisiti rifiutarono questo documento ufficiale. E cos, Papa Felice II (496-504) scomunic il patriarca Acacio, e si arriv perfino alla piena rottura fra Oriente e Occidente. Questo scisma (scisma acaciano) dur 35 anni. In quel tempo il monofisismo si diffuse largamente in Oriente. Le trattative avviate con Roma sotto lImperatore Anastasio, non sortirono leffetto desiderato. Tocc allImperatore Giustino (518-527), consigliato da suo nipote Giustiniano, il compito di ripristinare ancora una volta lunione con la Sede Apostolica (519). Papa Ormisda (514-523) accolse favorevolmente lofferta di pace e mand legati a Costantinopoli con una formula di unione. si riconosceva il simbolo di Calcedonia e le lettere dogmatiche di Leone Magno, inoltre venivano riconosciuti e si decretava lanatema contro Nestorio, Eutiche, Dioscuro e i loro seguaci. Veniva riaffermato di nuovo la primazia della Sede romana e del suo vescovo, come successore di Pietro.

10. LA CHIESA AL TEMPO DELLIMPERATORE GIUSTINIANO. LA CELEBRAZIONE DEL V CONCILIO ECUMENICO DELLANNO 553
1. Chi era Giustiniano? Il suo ideale come Imperatore. Di umile origine sal al trono imperiale lanno 527. Insieme alla sua sposa, Teodora, scaltra e intelligente, intrigante, si propose di ricostituire lImpero romano universale Oriente ed Occidente) su base cristiana unitaria.. A questo scopo mese a disposizione il suo straordinario talento, la sua indomita volont ed energia, la sua profonda erudizione, le sue

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guerre vittoriose (contro i vandali in Africa e ostrogoti in Italia) e i provvedimenti adottati per stirpare il paganesimo e le eresie: per esempio, chiuse la Scuola filosofica di Atene (nellanno 529), le cui cattedre fino allora erano state coperte quasi esclusivamente da neoplatonici pagani. Egli ordin pure, pena la completa privazione dei diritti civili e la perdita dei beni, che tutti i pagani dovessero farsi battezzare; e per quanto riguarda le eresie perseguit i seguaci di Origene e si adoper intensamente, sia pure con scarso successo, per guadagnare alla dottrina calcedonense i monofisiti dellimpero, mentre la moglie Teodora intrigava segretamente per favorirli. Tutto questo, dicevo, al servizio di quel grande ideale di ricostituire di nuovo lImpero romano (Oriente ed Occidente) sotto lunit della fede cristiana. 2. Alla ricerca dellunit dottrinale: ricordiamo che gli imperatori bizantini dei secoli VI e VII, preoccupati della divisione dottrinale (calcedonensi - monofisiti di Eutiche), vera minaccia per lunit dellimpero, tentarono due vie opposte per ristabilire lunit della fede: da una parte, lotta contro il nestorianesimo, per dimostrare a tutti che si poteva essere pienamente cattolici, accettando Calcedonia, senza cadere nel nestorianesimo. Una delle scuse dei monofisiti: accettare Calcedonia significava accettare le dottrine di Nestorio. Laltra via, fare una serie di compromessi e concessioni con il monofisismo, nella ricerca di una via media che contentasse gli uni e gli altri. La prima via fu seguita da Giustiniano, e port alla condanna dei Tre Capitoli nel 553, cio alla condanna degli scritti di Teodoro di Mopsuestia, di Teodoreto di Ciro e di Ibas de Edessa. Questi scritti erano effettivamente affetti di nestorianesimo, ma Teodoreto e Ibas, avversari di Eutiche, erano stati reintegrati dal Concilio di Calcedonia nelle loro sedi, da cui erano stati cacciati nel 449. Perci, la condanna di quegli scritti dava agli occidentali limpressione di un attentato contro Calcedonia e di un nuovo compromesso con i monofisiti ed effettivamente era cos nellintenzione di Giustiniano. 3. Nel campo dellorganizzazione e amministrazione bisogna ricordare il Corpus Iuris Civilis, il cosiddetto Codice di Giustiniano, che una recopilazione di tutte le leggi emanate dallimpero romano-cristiano. La sua politica religiosa fu quella di Costantino, cio sostenere e difendere in tutto la Religione cattolica e la sua legittima gerarchia. Il suo ideale, ricordiamolo di nuovo, era la pi stretta unione, anzi compenetrazione reciproca tra Stato e la Chiesa. Anche se riconosceva il Primato del Papa sulla Chiesa universale, nella pratica si considerava come un vero Basileus anche nel campo religioso e volle costantemente imporre la sua volont anche al Papa, come nel caso del papa Vigilio (537-555), portato con la forza a Costantinopoli e l, sotto pressioni, firmare documenti di condanna dei Tre Capitoli (Concilio del 553). E, quindi, lecito considerare il periodo del suo governo come lepoca classica del Cesaropapismo bizantino. Quale sovrano teocratico e protettore dellortodossia, Giustiniano si riteneva autorizzato e addirittura obbligato a determinare nei minimi particolari il dogma e la disciplina ecclesiastica, facendoli servire a scopi politici. Nonostante questo, lavor instancabilmente per la realizzazione di queste due ideali: a) il trionfo del Cristianesimo, da cui la sua attivit missionaria (missione tra gli slavi dei fratelli Cirillo e Metodio); b) lunit religiosa, per cui perseguit i pagani e gli eretici, e si adoper per convincere i monofisiti e rientrare nellunit della fede, ma non ci riusc come abbiamo detto prima. 4. La questione dellOrigenismo o dispute circa lortodossia di Origene: Dalla morte di Origene erano passati tre secoli. Lui era morte (prima met secolo III) in pace e comunione con la Chiesa; nonostante alcune delle sue idee non erano troppo ortodosse. Giiustiniano dovette intervenire (in questo caso per mediare) nella disputa circa lortodossia del grande pensatore alessandrino. Per capire il significato di queste dispute necessario esporre, anche se brevemente, lorigine e lo sviluppo di questa complicata e intrincata questione che si trascinava da qualche secolo. 4.1 In primo luogo, non c dubbio che Origene abbia insegnato nelle sue opere alcuni errori dottrinali, quali, per esempio, la pre-esistenza delle anime, lApokatastasi o ritorno delle cose al suo stato originale, e poi la riconciliazione finale dei dannati nellinferno. La prima controversia su queste idee del maestro alessandrino avverr quasi un secolo dopo la sua morte. C un primo stadio in questa controversia, al tempo di s. Girolamo e Ruffino di

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Aquileia (fine secolo IV), quando ancora larianesimo divideva la Chiesa: il primo attaccava duramente Origene, accusandolo di eresia; Ruffino invece lo difendeva, e per questo tradusse al latino il De Principiis, togliendo e correggendo le cose che potevano essere non conforme alla dottrina ortodossa. Cos iniziata tra i due una controversia accanita sulla dottrina di Origene. 4.2 La seconda fase di questa controversia ebbe luogo ad Alessandria e a Costantinopoli, fine secolo IV - inizio secolo V: ad Alessandria il patriarca Teofilo che gi si era manifestato origenista, cambi idea e proib le opere di Origene, e cominci una campagna contro i suoi seguaci, tra alcuni monaci del patriarcato. A Costantinopoli s. Giovanni Crisostomo difendeva Origene per motivi soprattutto di scuola (Antiochia). La controversia divent una questione puramente politica. Teofilo e limperatrice Eudossia contro s. Giovanni, una sequela, perci, di quella lotta secolare dei due patriarcati, da quando Costantinopoli fu dichiarata la Seconda Roma nel Concilio di Costantinopoli (381). Nel cosiddetto sinodo della Quercia (403), presieduto da Teofilo, depose il Patriarca s. Giovanni Crisostomo e dallImperatore Arcadio fu mandato in esilio in Bitinia, richiamato in sede di nuovo dopo una manifestazione popolare a suo favore, ma per poco tempo, perch fu mandato di nuovo allesilio dove mor. 4.3 Terza fase: le contese origeniste si accendono di nuovo sotto lImperatore Giustiniano. Adesso il principale centro degli origenisti era la cosiddetta nuova Laura, presso Tecua, avversato dallabate della antica Laura, s. Saba, presso Gerusalemme: i suoi primi tentativi per disporre lImperatore Giustiniano contro Origene furono in un primo tempo vani. Dopo la morte di s. Saba (532) la corrente origenista ebbe nella Palestina e fuori un nuovo slancio. Ma di l a poco avvenne un cambio repertino: quaranta monaci origenisti vengono cacciati dalla Laura; diversi vescovi condannarono apertamente lorigenismo, tra i quali il patriarca di Gerusalemme, Pietro, che invi allImperatore una querela contro gli origenisti. Giustiniano, accogliendo questo invito, promulg nel 552 un editto, in cui si condannavano nove proposizioni di Origene (contenute nel libro De Principiis); il suo nome fu aggiunto per la prima volta allelenco degli eretici, che i vescovi e gli abati dovevano anatematizzare al momento di prendere la loro carica. Cos, dopo tre secoli dalla sua morte, Origene, uno dei pi grandi teologi dellantichit, veniva condannato nella forma pi severe dalla Chiesa universale, in quanto che anche il papa Vigilio ader esplicitamente alla condanna.

5. La controversia dei Tre Capitoli


In questa lotta contro le eresia da parte dellImperatore Giustiniano e la sua ricerca dellunit della fede, messa in pericolo dalla divisione tra calcedonensi e monofisiti, dovette affrontare unaltra controversia, quella che pi volte viene chiamata la controversia dei Tre Capitoli. Una controversia che pure toccava nel modo pi sensibile gli intessi dellOccidente e del Papato, come vedremo inseguito. Un vescovo origenista e molto influente in corte, chiamato Aschida, per distrarre lImperatore dalla persecuzione degli origenisti, richiam lattenzione del sovrano su ulaltro argomento: lo convinse che i monofisiti sarebbero stati disposti a rientrare alla Chiesa dellImpero (Calcedonia) se si fossero condannati come nestoriani i capi della scuola antiochena e i suoi scritti teologici. Si trattava di: Teodoro di Mopsuestia, persona e scritti; gli scritti di Teodoreto di Ciro contro Cirillo di Alessandria e il concilio di Efeso; la Lettera del presbitero, e pi tardi vescovo, Ibas di Edessa, lettera in cui difendeva Teodoro e attaccava gli anatematismi di Cirillo.

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LImperatore accolse di buon grado la proposta e nel 544 promulg un editto in cui, cercando di non compromettere le decisioni del concilio di Calcedonia, scagliava lanatema contro i tre capi, Tre Capitoli. Leditto imperiale contro i Tre Capitoli fu accolto ovunque con grave scontento. Giustiniano per tenne duro: i vescovi orientali si piegarono, non senza disappunto, al suo volere. E vescovi occidentali, cominciando dal papa romano Vigilio, non erano daccordo per niente per le ragioni che abbiamo detto prima. Si come papa Vigilio si mostrava riluttante, fu portato a Costantinopoli per ordine di Giustiniano, dove in aprile del 548 pronunci in un Iudicatum lanatema contro i Tre Capitoli, ma con la clausula salva auctoritate calcedonensis. Questo fatto del papa suscit fra gli occidentali la pi grande indignazione, per tre motivi: a) il Cesaropapismo di Giustiniano; b) laccondiscendenza ai monofisiti; c) e la demolizione del prestigio del Concilio di Calcedonia. Gli africani arrivarono per fino ad escludere Vigilio della loro comunione ecclesiastica, forse per una questione di orgoglio e autonomia da Roma. In queste condizioni Papa e Imperatore decisero nel 550 di convocare un Concilio Ecumenico, e che nel frattempo non si facessero innovazioni in questa materia. Nonostante questo, Giustiniano, spinto da Teodoro Aschida, eman nel luglio del 551 un nuovo editto di condanna dei Tre Capitoli. Ne segu una rottura formale tra Papa e lImperatore. Perla sicurezza della sua persona papa Vigilio dovette cercare asilo prima nella chiesa di s. Pietro a Costantinopoli, e poi nella chiesa di s. Eufemia a Calcedonia, e procedette con censurare Teodoro Aschida e i suoi seguaci. Sulla questione del Concilio che era stato convocato, furono riprese le trattative fra il Papa e lImperatore; ma, poich non fu possibile un accordo, il concilio fu celebrato senza la partecipazione del Papa a Costantinopoli nel maggio-giugno del 553, sotto la presidenza del nuovo patriarca di Costantinopoli Eutichio; come era da prevedere, il concilio rinnov lanatema contro i Tre Capitoli e minacci di esilio e destituzione i loro difensori. LImperatore fede pure condannare definitivamente lorigenismo in quindici anatematismi. Fra tanto, papa Vigilio aveva preparato un nuovo memoriale su questa materia, il Constitutum del 14 maggio 553, in cui vietava in forma decisa e chiara la condanna dei Tre Capitoli.Le ragioni sono le medesime fatte valere fin da principio dagli occidentali. Ma Giustiniano non ci stava, non accett il Constitutum. Pur non volendo rompere la comunione con la Santa Sede, impart tuttavia lordine al Concilio di radiare il nome dl Papa da tutti i dittici, accusandolo di aderire alle eresie di Nestorio e Teodoro. Allora, papa Vigilio sotto il peso di fortissime pressioni, infermo e privato dei suoi consiglieri, cambi decisione unaltra volta. Nel dicembre del 553 ritir il Constitutume ader alle decisioni del Concilio; in un secondo Costitutum del 23 febbraio 554, espose i motivi del suo atteggiamento. A questo punto pot ritornare a Roma, ma mor durante la traversata a Siracusa, nel 555. Anche i Papi che succedettero Vigilio, cominciando da Pelagio II (556-561) che da sempre si era opposto alla condanna dei Tre Capitoli, riconobbero il Concilio di Costantinopoli come ecumenico (V Ecumenico). Non fecero lo stesso altre chiese latine dellOccidente almeno di immediato, dove gli avvenimenti narrati nocquero assai il prestigio del Papato romano. I vescovi africani in maggioranza accedettero dopo alcuni anni; invece le provincie ecclesiastiche di Milano e Aquileia finirono per staccarsi per qualche tempo dalla Sede romana. Questo scisma dellItalia settentrionale si stinse solo al tempo del papa Sergio I.

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