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"11 87 77 ài 22" , ma in dialetto piranese suona così: "ùndise otantasete setantasete ài vintidò". (come se
un piranese citasse un dialogo in italiano: Un dise: "Ho tanta sete"; "Se tanta sete hai, vin ti dò")
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“Lampa Dario e Lampa Dina salutano la cara Mella. Cara Bina, t’ama Rindo? Ama Rena. E’ morta Della.
Manda Lino. Se santa sei ho tanta (66, 80) fede in te. Se dici sette, non dici otto (16, 7 non 18). Seei Otto?
No, veh! (6, 8? 9!) - [Achille Campanile]
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In via Veneto c'è una chiesa dedicata a Santa Maria della Concezione, affidata all'ordine dei Cappuccini.
Come tutti i romani sanno, il tempio è noto per le cinque cappelle sotterranee, decorate con le ossa e i
teschi di oltre 4000 frati, le cui spoglie furono traslate dal vecchio cenobio di San Nicolò de' Porcis alle falde
del Quirinale, ora Santa Croce e San Bonaventura.
Per trasportare le ossa furono fatti trecento viaggi su carrette tra il 1627 e il 1631. Si dice che la terra che
ricopre il pavimento provenga dalla Terra Santa. Una scritta all'uscita del sotterraneo ricorda
impietosamente il comune destino mortale: "sei ciò che fummo, sarai ciò che siamo".
Lasciamo i sotterranei e andiamo nell'attiguo convento dei Cappuccini: là viveva un certo Fra' Pacifico,
molto amato dal popolo per la straordinaria facoltà di dare numeri da giocare al lotto, con risultati – si
diceva – di sicuro successo.
Proprio per questa sua dote, fu trasferito su ordine di papa Gregorio XVI: le 'dritte' del frate creavano non
pochi problemi alle casse dello Stato Pontificio, gestore del gioco. Appena la notizia si sparse, la gente
accorse numerosissima al convento.
Il frate, commosso, si congedò dai romani con questi versi, contenenti l'indicazione di una cinquina secca:
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Ai primi di maggio del 1884 tre baldi quarantenni in gita a Superga, Arrigo Boito, Giovanni Camerana e
Giuseppe Giacosa, entrati in un ristorante videro seduta ad un tavolo Eleonora Duse con Giovanni Verga e
l'attore Tebaldo Checchi, suo marito. La Duse, allora venticinquenne, era un'attrice già molto nota,
specialmente dopo il successo ottenuto nel gennaio di quell'anno nella Cavalleria rusticana, riduzione
teatrale dell'omonima novella contenuta nella raccolta verghiana Vita dei campi.
Colpito dall'irresistibile fascino della giovane attrice, Arrigo Boito andò ad appartarsi in un angolo della sala
e in un baleno concepì questi stupefacenti versi.
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Seta moneta
Le donne di Gaeta
Che filano la seta
La seta e la bambagia
Bambini chi vi piace
Ci piace Giovanni
Che fa cantare i galli
La chioccia coi pulcini
I galli e le galline
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