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Romanticismo e Realismo Usa
Romanticismo e Realismo Usa
Il movimento romantico giunge come altri influssi attraverso l'Inghilterra. Molti dei motivi romantici si
possono trovare in America fin dalle origini: l'individualismo, l'amore per la vita semplice e primitiva in
mezzo alla natura, per la libertà e l'uguaglianza. Alcune condizioni storiche però ritardano e influenzano lo
sviluppo di questa corrente. C'è ancora in letteratura una tradizione neoclassica e razionalista non ancora
esaurita. Gli Stati Uniti sono inoltre liberi e hanno raggiunto la democrazia, perciò non c'è spazio per il
sorgere di quell'ansia di ribellione che è caratteristica di molti autori romantici. Il romanticismo americano
acquisisce lentamente consapevolezza di sé durante il periodo che possiamo definire di formazione.
L'opera di James Fenimore Cooper[4] può essere divisa in tre gruppi: del primo fanno parte i romanzi più
noti che hanno come tema la lotta tra bianchi e indiani: un esempio è il romanzo L'ultimo dei Mohicani (The
Last of The Mohicans, 1826). Il secondo gruppo è dedicato alle avventure di mare tra cui il romanzo più
rappresentativo è Il corsaro rosso (The Red Rover, 1827)[5]. Dell'ultimo gruppo fanno invece parte i romanzi
sociali e storici, fra cui emerge La spia (The Spy, 1821)[6] ambientato nel periodo della guerra di
indipendenza americana.
Ralph Waldo Emerson è il protagonista e il portavoce della rivoluzione intellettuale che si manifesta in
America alla metà dell'Ottocento; nella sua opera esprime l'ansia di emancipazione dell'individuo e
l'inquietudine morale che sono caratteristiche del romanticismo americano. Per Emerson l'uomo e il suo
mondo vivono in completa armonia e la tradizione deve essere ignorata in favore della ricerca individuale.
In religione rigetta il culto esteriore non ammettendo che una religione immediata e interiore. È panteista e
seguace di Plotino. Il suo ottimismo filosofico lo porta ad ammettere che tutti gli uomini sono uguali per
natura, moralmente e intellettualmente. Nel suo primo opuscolo, Natura(Nature, 1836) sono evidenti le sue
convinzioni fondamentali: la natura è pervasa dalla divinità, è la concreta manifestazione dello spirito. Tra i
suoi saggi il più conosciuto è L'intellettuale americano (The American Scholar, 1837).
Fa parte della cosiddetta scuola trascendentalista anche Harriet Beecher Stowe. Scrive il famoso
romanzo La capanna dello zio Tom (Uncle Tom's Cabin, 1851-1852) che ha una tiratura prodigiosa e
influenza positivamente l'opinione pubblica sul problema dello schiavismo.
Herman Melville
Melville crea opere veramente americane, espressive di un mondo nuovo che comincia a riconoscersi
nettamente distinto dall'Europa. I lunghi anni trascorsi in mare offrono a Melville l'ispirazione e
l'ambientazione per molte delle sue opere, ma la sua sensibilità quasi impressionistica fa di lui qualcosa di
più di un viaggiatore che registra le sue avventure. Moby Dick ovvero la balena (Moby Dick, 1851) è
considerata la sua opera maggiore. In questo romanzo l'elemento «avventura» si trasforma in mito, e
Melville traccia un'autobiografia spirituale. Il tema della lotta del capitano Achab contro l'inafferrabile balena
bianca è ricco di sviluppi epici e drammatici. La lotta finisce con la morte del capitano, mentre sopravvive
Ishmael, personaggio che guida il lettore lungo il viaggio.
Periodo realista
Anche in America, dagli elementi del romanticismo che fanno appello ai sensi nasce la nuova scuola
realista. Il progresso scientifico contribuisce a far nascere negli scrittori un bisogno di esattezza e una
nuova e più disincantata visione della realtà. Gli autori si fanno più attenti ai paesaggi, alle tradizioni e ai
costumi. Sorge una vera e propria scuola del «colore locale». In un primo momento non si può ancora
parlare di realismo vero e proprio: restano degli elementi romantici quali una compiacenza per il pittoresco,
un amore per i contrasti drammatici. Nel Sud la letteratura del colore locale comincia più tardi e prende una
caratteristica nostalgica e pittoresca, cercando di riprodurre il mondo di prima della guerra idealizzandolo.
Rebecca Harding Davis descrive per prima con tocchi di autentico realismo la vita nelle fonderie della
Pennsylvania in Vita nelle fonderie del ferro (Life in the Iron Mills, 1861).
Realismo temperato
Henry James
Così viene definito quel realismo che rifiuta le crudezze che son care, per esempio, ai naturalisti francesi, e
ne ignora la franchezza verbale.
Henry James (1843-1916) può essere considerato uno dei pionieri del romanzo contemporaneo di lingua
inglese. Non partecipa alla guerra di secessione ed è probabilmente da quel periodo che comincia a
formarsi in lui un senso doloroso di impotenza e di straniamento dalla vita. Da giovane passa diversi anni
nelle capitali europee. L'America era divenuta per lui qualcosa contro cui reagire e in Europa va in cerca di
incontri letterari, di un'educazione spirituale e sentimentale. Il tema fondamentale della sua opera è:
l'americano di fronte all'Europa. In seguito si pone il problema dell'artista in conflitto con la società e del
suo pellegrinaggio in cerca di una società. Col romanzo Ritratto di signora (The Portrait of a Lady, 1881) i
temi sono già stati messi compiutamente a fuoco, e James entra nel circolo della letteratura europea con
una personalità matura e originale. Negli anni dal 1882 al 1897 James abbandona la sua prima maniera
ancora abbastanza tradizionale iniziando un periodo sperimentale. I frutti migliori della singolare ispirazione
di James sono da cercare nei volumi di novelle e in romanzi come Gli ambasciatori (The Ambassadors,
1903), Il vaso d'oro (The Golden Bowl, 1904) e Le ali della colomba (The Wings of The Dove, 1902). Negli
ultimi due le protagoniste sono due americane che trionfano in Europa, dopo averne subito l'influenza, per
la loro forza di carattere. In questi romanzi James riprende il tema della prima opera, il romanticismo
permeato di puritanesimo che gli fa vedere nell'Europa qualcosa di repellente e allo stesso tempo
affascinante. La novità consiste nella tecnica di presentazione dei personaggi e delle loro reazioni. Essi
non vengono quasi mai presentati direttamente ma da un altro personaggio. È la tecnica che sarà chiamata
del punto di vista. In questo modo, la ricchezza dell'analisi viene dilatata all'infinito e il mondo appare come
estremamente sfaccettato e complesso. Tra i racconti meglio riusciti possiamo annoverare Il giro di
vite (The Turn of The Screw), L'altare dei morti (The Altar of The Dead), La bestia nella giungla (The Beast
in The Jungle).
Theodore Dreiser inaugura un'epoca nuova della letteratura americana. Ha un'infanzia dolorosa. Il tema
della vita crudele e squallida, al centro della sua opera, gli viene infatti dalla sua esperienza personale. La
sua visione della vita è quella di un realista oggettivo che però dà importanza ai sogni e alle speranze. Il
suo primo romanzo importante è Sorella Carrie (Sister Carrie, 1900) ed è uno studio sulla lotta per
raggiungere una posizione sociale sicura e un'esistenza confortevole in cui affiora anche un motivo più
profondo: la piena conquista della propria personalità da parte di una ragazza senza cultura e senza mezzi
di sussistenza. Sono due temi fondamentali per Dreiser, che applica le leggi di Darwin alla società: l'uomo
si muove in base alle proprie necessità biologiche e, nella lotta che consegue, i più deboli rimangono
schiacciati. La mancanza di denaro è la vera colpa originale perché implica mancanza di cultura, di amore.
In parte autobiografica è la figura del protagonista di Una tragedia americana (An American Tragedy, 1925)
il quale ricorda Carrie per la passività dei suoi atteggiamenti: è vittima di forze biologiche e sociali.
L'impotenza del protagonista Clyde rende la sua tragedia ancora più cupa. A Clyde manca anche l'illusione
della vittoria, cosa che invece aveva Carrie. Nonostante le ristrettezze della sua visione, Dreiser è riuscito a
dare il senso di un mondo in evoluzione dove quotidianamente si formano nuove fortune. I fortunati
salgono nella scala sociale, i più deboli sono spinti violentemente ai margini.