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L INTERVISTA Sky TG24

h.11.35 - 19.12.2010 Conduttore: Maria Latella Ospite: Corrado Passera, CEO Intesa Sanpaolo

MARIA LATELLA: Buona domenica, stata una settimana ricca di contenuti. Il governo Berlusconi ha ottenuto, sia pure per soli tre voti, la maggioranza; ci sono state le dimostrazioni degli studenti per la Riforma Gelmini e non solo, unaltra manifestazione degli studenti attesa per la settimana che verr; e poi oggi la tristissima notizia della scomparsa di Tommaso Padoa Schioppa. Insomma, non mancano gli argomenti questa domenica e per affrontarli abbiamo qui con noi Corrado Passera, buongiorno, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, e certamente, se non amico, sicuramente un buon conoscitore di Tommaso Padoa Schioppa. CORRADO PASSERA: S, una grande perdita. Una persona notevolissima, ma non solo per competenza; una persona che credeva nellEuropa e che ha contribuito a farla, e che ha contribuito a gestire lItalia in momenti difficili; una persona che credeva fortemente nel mercato ma, al di sopra del mercato, nelle istituzioni; una persona con la quale si poteva parlare di bene comune. Insomma, una grande persona che ci mancher. MARIA LATELLA: Un italiano di quelli utili al Paese? CORRADO PASSERA: Un italiano di quelli molto utili al Paese, in tante occasioni, e che ancora lo sarebbe stato. MARIA LATELLA: Gli italiani in questa settimana, cos come nelle precedenti a dire la verit, si interrogano su quello che accadr, perch vero che c stata la notizia della maggioranza ottenuta che ha evidentemente rafforzato Silvio Berlusconi, ma non affatto rimossa lipotesi di elezioni anticipate. Si parla di un ingresso dellUDC di Casini nel Governo, ma tutto molto indecifrabile in questo momento. Allora, dottor Passera, se lei dovesse, da banchiere ma anche da osservatore della situazione italiana e da cittadino, scegliere tra lidea che questa maggioranza debba in qualche modo andare avanti, e le elezioni anticipate, che cosa si augurerebbe per lItalia? CORRADO PASSERA: Io mi auguro che in questo momento la politica governi! un momento complesso, di cui non dobbiamo nasconderci anche i rischi; un momento in cui, dopo mesi di disordine e di non azione, dobbiamo prendere in mano la situazione sia dal punto di vista economico, che vuol dire delloccupazione, sia dal punto di vista

della gestione di una crisi europea che ci pu trascinare dentro. Siamo riusciti a starne fuori, a gestire fino ad ora molto bene il nostro Paese rispetto ad altri; per di tutto abbiamo bisogno meno che di un altro lungo periodo di tutti contro tutti, di incertezza, di chiss cosa succeder. Un tale periodo potrebbe innescare un meccanismo capace di far scattare una situazione di grande difficolt. Quindi ecco la risposta: il momento di governare, di riavviare la crescita, di lavorare tutti insieme sulloccupazione. MARIA LATELLA: Su La Repubblica questa mattina Eugenio Scalfari, nel suo consueto editoriale, scrive: per ora la situazione italiana non stata oggetto dellattenzione degli speculatori, se ci fosse una campagna elettorale che dura due o tre mesi, ebbene quello che successo alla Grecia, che successo allIrlanda o che potrebbe succedere alla Spagna, beh, in una campagna elettorale che lascia le cose in mobilit per due o tre mesi, potrebbe succedere anche allItalia. C il rischio che gli speculatori si scatenino sullItalia, diciamo nei prossimi mesi, ed vero o no che il rischio potrebbe acuirsi se ci fosse una campagna elettorale in corso? CORRADO PASSERA: S, il rischio c; e una campagna elettorale dallesito incerto, ma che certamente rappresenterebbe un periodo di grande disordine e di contenzioso tra le parti, aumenterebbe questo rischio. Guai per a paragonare la situazione italiana a quella di altri Paesi, come la Grecia o lIrlanda, che sono molto pi deboli, e in situazioni proprio non confrontabili con noi. Il nostro un Paese che ha un sacco di forze, dal punto di vista del risparmio, della tenuta delle banche, della tenuta del deficit pubblico. Quindi, non paragoniamo situazioni diverse. Per, certamente, non dobbiamo fornire una scusa a quella che lei giustamente chiama la speculazione internazionale, creando una situazione in cui sarebbe fin troppo facile infilarsi. MARIA LATELLA: Restiamo per un attimo ancora allestero. Sul Financial Times di questo fine settimana, Christopher Caldwell, nel suo editoriale, conclude cos il pezzo dedicato appunto allItalia ed intitolato Perch lItalia ha ancora Berlusconi. Scrive: Berlusconi non un rischio per la democrazia, la conferma, diciamo il simbolo, che dalla guerra fredda in poi la democrazia italiana, che sia gestita, condotta da Berlusconi o dai suoi detrattori, non riuscita a mettere vere radici nel tessuto italiano. Questo scrive il Financial Times: che ci sia o no Berlusconi, la democrazia in Italia non ha messo radici profonde. E vero? CORRADO PASSERA: No, non vero! La nostra una democrazia forte, che ha ricostruito dopo la guerra un grande Paese, che ha superato dei momenti di estrema difficolt, come quelli rappresentati dal terrorismo o dalla congiuntura economica.

Certo, oggi una democrazia che non decide, che non assicura al Paese una crescita sostenuta (cio che produce occupazione) e sostenibile, che non soddisfa i suoi cittadini. Come tale dunque una democrazia che deve crescere, cio che deve porsi il problema di non essere ancora allaltezza dei compiti. Ha davanti a s la sfida del federalismo europeo (noi siamo inseriti in una Europa in cui dobbiamo essere pi protagonisti), e deve mettere a posto il suo federalismo interno, che un meccanismo solo attivato ma non ancora assestato. Tuttavia non sono assolutamente dellidea del Financial Times, anche se condivido la necessit di porsi come obiettivo prioritario non solo la crescita economica, ma anche la crescita della nostra democrazia. MARIA LATELLA: Ecco, Corrado Passera non va quasi mai in televisione e rilascia pochissime interviste. Lultima che ha rilasciato, a mia memoria, era al Corriere della Sera. Ad Aldo Cazzullo. lei disse che cera bisogno di fare cose immediate. Cit, tra le tre, quattro cose che andavano fatte e di cui parleremo anche in questa intervista, le infrastrutture. Lei ha visto le immagini del nostro telegiornale di questo fine settimana ghiacciato? Colonne e colonne di persone che non avevano nessun riparo. La neve capita ovunque; anche negli altri Paesi, anche in Inghilterra e anche in Francia si bloccano le strade, eccetera; per certo non nella misura cos drammatica che stata sperimentata in questo fine settimana. CORRADO PASSERA: No, no! Inaccettabile. Lidea che ci siano colonne di macchine con dentro famiglie che passano la notte in autostrada vicino a centri abitati e sviluppati del nostro Paese qualcosa di assolutamente inaccettabile. Quanto al tema delle infrastrutture, una questione tanto vasta quanto centrale. una delle aree del nostro Paese dove abbiamo accumulato pi ritardo rispetto agli altri Paesi. Le infrastrutture sono una delle componenti pi importanti della produttivit, del funzionamento di un Paese. Infrastrutture vuol dire strade, porti, ferrovie: comparti in cui sicuramente molto stato fatto, ma molto ancora da fare. Ma vuol dire anche termovalorizzatori, rigassificatori, e tutto ci che sta intorno alle aziende, a cui solo il pubblico, favorendole o quanto meno non ostacolandole, pu provvedere, per far s che il Paese nel suo insieme sia competitivo e cresca. Ci vogliono le aziende, che devono fare la loro parte, ma intorno alle aziende ci devono essere quelle cose che soltanto il Sistema Paese pu assicurare. Noi l abbiamo accumulato un grande ritardo. MARIA LATELLA: Ecco, ma perch da trentanni non si fanno queste cose? CORRADO PASSERA: Non che non si fanno: se ne sono anche fatte, intendiamoci. Ma il ritardo sulle infrastrutture rimane. Esso si accumula a causa di due problemi principali: uno quello delle risorse, che tuttavia in molti casi sono disponibili; laltro quello del processo decisionale, il

problema pi inaccettabile, che non di rado impedisce di spendere risorse pure esistenti. In Italia, in quasi tutti i campi, ma soprattutto nelle infrastrutture, non si riesce a prendere decisioni. I meccanismi decisionali sono stati disegnati in modo tale che le entit che possono mettere un veto senza esserne responsabili sono cos numerose, da protrarre di fatto i processi per anni, lustri o decenni. MARIA LATELLA: Abbiamo detto due cose. Quindi, bisogna fare le infrastrutture e bisogna fare in modo che chi decide si assuma le responsabilit per poi mettere in moto la macchina italiana. Me ne dice una terza che andrebbe fatta in Italia, o cominciata a fare nel 2011, nellanno che ci attende, per modernizzare e per evitare limmobilismo? CORRADO PASSERA: Le cose sarebbero tante. Ma, nel breve, credo che in questo momento di grande pressione sulle aziende sarebbe benvenuto tutto ci che premia, fiscalmente e non solo, chi investe, chi promuove unioni fra aziende, chi va sui mercati esteri, chi fa ricerca. Dal punto di vista strutturale, parlando quindi di cose pi di medio periodo ma che bisogna pure iniziare, citerei sicuramente il tema della scuola. E poi la giustizia. Si potrebbe obiettare: Ma perch parlando di economia si parla di giustizia? Il mancato funzionamento della giustizia, sia nellambito civile che nel penale, non solo il vulnus pi grave al contratto sociale tra cittadino e stato (perch lunica cosa che non si pu privatizzare la giustizia), ma diventa la ragione principale per cui dallestero non vengono ad investire nel nostro Paese. Gli investitori internazionali, che possono scegliere tanti posti in cui andare, vanno magari l dove il costo del lavoro come il nostro e altre rigidit sono come le nostre; ma, in tanti casi, non scelgono lItalia perch abbiamo un sistema di giustizia che non garantisce vera giustizia, o quanto meno non la garantisce in tempi accettabili per leconomia e per limpresa. Quindi, a dovere scegliere un problema da affrontare di petto (per per fare crescita ce ne sono tanti da affrontare), sceglierei quello della giustizia, sia civile che penale, che si imballata completamente. MARIA LATELLA: Quindi, prendere di petto il sistema della giustizia significa migliorare a cascata anche leconomia? CORRADO PASSERA: Significa ridare alla gente fiducia nelle istituzioni, significa attirare pi investimenti, significa sbloccare una serie di decisioni anche di investimento, significa velocizzare il fare, l dove ci sono occupati in attesa o soldi da investire in attesa perch bloccati da un processo interminabile. E non ci vogliono i fantasmiliardi per affrontare il tema della giustizia. Bisogna volerlo, sono questioni organizzative: con interventi relativamente facili si potrebbe sbloccare un po la situazione.

MARIA LATELLA: Che cosa succeder allItalia se neanche nel 2011 le cose cambieranno? Cio se non si innesta questo meccanismo virtuoso, positivo, se lanno passa senza che si siano fatte le cose? Che cosa potrebbe succedere? CORRADO PASSERA: Mi giro la domanda. Per il 2011 abbiamo una previsione economica che definirei tristarella: crescita bassissima, che comunque non creer occupazione. Rispetto a questa previsione tendenziale possiamo andare meglio o peggio. Possiamo sicuramente andare peggio perch, se non risolviamo almeno alcuni di quei problemi di cui parlavamo, la nostra crescita pu essere ancora inferiore e se si innesca un atteggiamento negativo nei confronti del nostro Paese possiamo avere grandi pressioni sui mercati internazionali. Allopposto, se affrontiamo un certo numero di problemi, e siamo capaci di premiare gli investimenti, di realizzare le infrastrutture, anche soltanto andando a spendere quello che gi stato messo a disposizione o attivando soldi privati, rimettendo in modo il processo decisionale, possiamo portare la crescita ad un livello sufficiente per creare occupazione, che lemergenza numero uno. MARIA LATELLA: Ecco, poi ci sarebbero mille cose da chiedere allamministratore delegato di una grande banca internazionale. Se resta il tempo gliele chiedo perch, per esempio, ieri sentivo, apprendevo da fonti di stampa, che ci sono aziende in Italia che non ricevono pagamenti, per esempio dallIran, perch questioni internazionali bloccano le lettere di credito. Mille cose si potrebbero chiedere ad un banchiere. Ma il tempo quello, e allora io le chiedo: a ventanni lei andava alluniversit cominciando per a lavorare come impiegato di quinta alla Olivetti. Era la fine degli anni 70, linizio degli anni 80. Oggi - di pochi giorni fa la rivolta degli studenti nelle strade di Roma, al di l del fatto che potessero esserci uno o pi violenti - lo stato danimo di rabbia di questa generazione che non riesce a vedere nel proprio futuro uno stato danimo assolutamente esistente e reale. Bene, quale era la differenza tra questi ragazzi (lei ha figli di ventanni quindi conosce bene la generazione) e i suoi ventanni quando, appunto, faceva luniversit ma la presero a fare limpiegato di quinta alla Olivetti. Oggi, se un ragazzo ci prova gli fanno fare al massimo uno stage, anche se ha due lauree. CORRADO PASSERA: Questa una domandona. Prima di tutto preciso che non ho solo figli di ventanni, ma anche molto piccoli. MARIA LATELLA: Ha anche una bambina di appena qualche mese. CORRADO PASSERA: E ci mi apre prospettive pi larghe. Certamente, quando ho iniziato a lavorare alla fine degli anni 70, era ancora condivisa la convinzione che il

futuro fosse con tutta probabilit, anzi quasi in forma garantita, migliore del presente, e che facendo bene le cose uno si inserisse automaticamente in un processo positivo. Oggi questo atteggiamento rispetto al futuro cambiato; ma dobbiamo correggerlo, perch quando non c speranza nel futuro tutto si inceppa. Oggi c una preoccupazione molto maggiore rispetto al futuro da parte dei giovani; da parte un po di tutti, ma sicuramente da parte dei giovani. Certo era pi facile allora trovare lavoro, per era meno facile andare allestero. Adesso pi facile andare a studiare allestero dopo luniversit. MARIA LATELLA: Lei ci andato subito dopo luniversit perch era di una famiglia molto ricca. CORRADO PASSERA: Ci sono andato dopo alcuni anni di lavoro. La mia famiglia ha sempre puntato sulla formazione dei figli, e di questo io e i miei fratelli saremo sempre grati ai nostri genitori . Per, in America sono andato con due borse di studio: allepoca non ce nerano tante, ma ce nerano. Adesso la cosa molto pi fattibile; quindi andare a completare la propria formazione fuori dallItalia unopzione che tanti dovrebbero cogliere, pi di quanto oggi correntemente si faccia. MARIA LATELLA: Per, per tornare al tema della disoccupazione, e ho ancora pochi minuti ed ho ancora tre domande per lei, che cosa potrebbe fare il governo italiano per sbloccare il fatto che lItalia il Paese al penultimo posto nella occupazione giovanile? CORRADO PASSERA: Loccupazione fondamentalmente funzione della crescita economica: se c crescita le aziende assumono e la disoccupazione diminuisce. Quindi, la priorit per tutti comunque quella di assicurare maggiore crescita economica. C poi la questione della formazione che si d alle persone che arrivano nel mondo del lavoro. Molto spesso non quella che serve. Noi abbiamo per esempio un territorio inesplorato nel nostro Paese: non abbiamo la formazione tecnica superiore. In molti Paesi dEuropa, dopo gli istituti tecnici, c un ulteriore grado. MARIA LATELLA: Lei stato A.D. delle Poste, quindi si trovato di fronte a un colosso che sembrava, anche l, immobile, la cosiddetta struttura dellimpiegato statale poco elastico, rigido, che potrebbe essere la metafora dellItalia: le Poste come la metafora dellItalia oggi. L ha cambiato le cose. CORRADO PASSERA: Quella per me stata la fortuna della vita. Poter passare un certo periodo di tempo nellaltro mondo, non quello del privato ma del pubblico, e capire che nella pubblica amministrazione italiana c un enorme potenziale di miglioramento come quello che abbiamo scoperto nelle Poste, stato qualcosa che mi ha cambiato la vita, dal punto di vista sia professionale, sia umano.

Si diceva Le Poste? Sono come lItalia: non ci si pu fare niente, tra sindacato, politica, regole, gente che non vuole lavorare. Ma quando mai! Mettendosi dimpegno al lavoro, investendo anche in tecnologia, ricreando fiducia, introducendo di nuovo le regole del merito, da una delle peggiori poste del mondo (perch quella era la situazione) siamo diventate una delle migliori. Abbiamo completamente ristrutturato unazienda che non si reggeva in piedi dal punto di vista economico. Ma soprattutto si creata in azienda una grande voglia di fare, di recuperare dignit: stata una grande soddisfazione. Ha fatto bene a menzionare il caso delle Poste, perch proprio la metafora dellItalia, o almeno di una gran parte dellItalia che considerata persa od irrecuperabile e che invece, facendo le cose giuste, con determinazione, si pu cambiare. MARIA LATELLA: Bene, allora, se lei ha tanti progetti, se ha fatto tante esperienze anche con il pubblico impiego, se preoccupato per questo Paese, ha una figlia piccola e quindi lo ancora di pi per il suo futuro, perch non si impegna? Perch non scende in politica, perch non dice bene, metto a disposizione del mio Paese le mie competenze e chi le vuole se le prenda? CORRADO PASSERA: Perch dice scende in politica? Si sale in politica! La politica la cosa pi importante di una societ. Questo per commentare la domanda. Quanto alla risposta, io faccio un altro mestiere, che cerco di fare al meglio con lo spirito, mi sia permesso di dire, che dovrebbe essere quello della politica: mi impegno per le aziende che amministro, mettendoci per anche un po di sempre fatto, continuo a farlo, penso di poterlo fare ancora meglio. La fiducia in un Paese, poi, non viene solo dalla politica, ma dal funzionamento di tutto il sistema. Ciascuno di noi pu contribuire a ricreare fiducia nel Paese, perch alla fine la gente sviluppa atteggiamenti positivi e si impegna se vede un progetto curato da tutta la classe dirigente, se vede intorno a s una comunit di cui sente di far parte (una sensazione oggi sfilacciata), se percepisce che ci sono regole rispettate da tutti. MARIA LATELLA: E ci sono degli esempi. Siamo veramente in chiusura ed io devo salutarla. CORRADO PASSERA: gi finita? MARIA LATELLA: S, gi finita. Per le chiedo una cosa: i banchieri non sono molto popolari, proprio per niente perch fanno un sacco CORRADO PASSERA: Di banchieri ce ne sono di tanti tipi. MARIA LATELLA: S, per fanno un sacco di soldi in un momento in cui tanti non li fanno. Lei ha, diciamo, una grande barca, ha ville? E cosa ne fa dei soldi? CORRADO PASSERA: No! Abbiamo creato con Umberto Eco una piccola casa editrice, a cui teniamo molto, che si occupa di storia. un progetto iniziato 17 anni fa per bene comune, di iniziative che servono al di l dellinteresse particolare dellazienda. Questo lho

riprendere e rendere accessibile a tutti la storia della civilt europea. MARIA LATELLA: Beh, le faccio tanti auguri perch, come dire, spero che le case editrici facciano utili e so che i banchieri ci tengono agli utili. Grazie a Corrado Passera per essere stato con noi domenica. Grazie a voi che ci avete seguito. CORRADO PASSERA: Grazie a lei.

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