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initlabor - Longo - Panio - La musica e' un linguaggio?

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CONSERVATORIO DI MUSICA G. VERDI DI MILANO


Corso di Cultura Musicale Generale (Joanne Maria Pini)

LA MUSICA UN LINGUAGGIO?

Ricerca di: Angela Longo Giosu Panio

ANNO ACCADEMICO 2001/2002

Indice Introduzione Linguaggio Musica Il comportamento musicale come linguaggio Tonalit ed Atonalit Linguaggio dellindicibile Conclusione [LA MUSICA E' UN LINGUAGGIO?]

Introduzione il guaio che voi, caro, non saprete mai, n io vi potr mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per se, sono vuote? Vuote, caro mio.E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nellaccoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto dintenderci; non ci siamo intesi affatto. (L. Pirandello)

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24.08.2011 15:15

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chiss cosa avrebbe detto Pirandello se in questo caso si fosse adoperata la musica come linguaggio Non si sempre sostenuto infatti, che la musica un linguaggio universale, universalmente comprensibile a tutti gli uomini, per vie intuitive, emotive o sentimentali? Ma proprio un linguaggio, la musica, di cui si possono enunciare le regole grammaticali e sintattiche, come di un qualsiasi altro linguaggio verbale? Per quanto vago una parola ha un senso proprio (o anche pi di uno); se ad esempio consideriamo la parola albero, essa non indica un albero preciso ma comunque il concetto di albero; in altri termini, mentre il concetto di albero non si pu confondere con un fiore, in musica un accordo, una nota non significano niente in quanto non si trovano in un contesto, o meglio, non si trovano in una grammatica. La musica infatti, pu solo fare allusione ad altre cose, ma non pu rinviare che a se stessa. Il linguaggio il pi vero, diceva Hegel, ma esso separa, isola, sposta, e al limite si desidera sempre altra cosa di ci che si dice. La musica esprime la pura vita interiore, dice B. de Schloezer, ma essa impotente a nominare. Da quanto stato detto, emerge chiaramente che parlare di musica e linguaggio non affatto semplice. Forse questa una delle ragioni per cui al momento non esiste alcun libro, saggio o trattato che analizzi esaustivamente la musica dal punto di vista linguistico, semiologico e psicologico. cos che ha avuto origine la nostra ricerca, obiettivo probabilmente molto ambizioso, ma che noi abbiamo cercato di svolgere al meglio, animati da grande interesse e curiosit. Il poco tempo a disposizione, per, non ci ha consentito di sviluppare tanti altri argomenti affluenti al tema principale e forse, molti saranno i perch non risolti che deluderanno il lettore alla ricerca di definizioni esaurienti o di mere certezze. Questa ricerca pertanto destinata a tutti coloro che vogliono farne un punto di partenza, chiaro, essenziale e conciso per procedere oltre nella lunga e mai finita avventura che il linguaggio dei suoni propone ad ogni uomo che sia affascinato dalla sua vastit e profondit.

Linguaggio Si parla di linguaggio per designare ogni maniera di esprimersi comunicativamente. Si possono intendere almeno quattro concetti diversi. Nel primo,quello generale il linguaggio infatti linsieme delle possibilit, tanto collettive quanto individuali consentite dalla comunicazione verbale ed esprimintisi nelle infinite produzioni linguistiche dei parlanti le diverse lingue. Il linguaggio concepibile come la facolt universale di comunicare mediante un sistema linguistico ed indipendente dalle restrizioni che le norme contingenti impongono alla strutturazione delle lingue. E' una capacit conoscenza, altamente connessa con le caratteristiche cognitive della mente umana, ma virtuale, che nellesperienza pratica trova manifestazione attraverso le lingue naturali che appaiono nellesperienza sotto forma di atti linguistici specifici. Questa formulazione ha trovato una sua prima formulazione nellopera di Saussure. Per lui i rapporti che uniscono i termini linguistici possano svilupparsi in due piani: i sintagmi e le associazioni o i sistemi che sono considerati da Saussure due forme di attivit mentale. Il sintagma una combinazione di segni che ha come supporto lestensione;nel linguaggio articolato questa estensione irreversibile. Il sistema comprende le unit che hanno qualcosa in comune e che si associano nella memoria e formano cosi dei gruppi in cui dominano rapporti diversi. Saussure aveva intuito che il sintagmatico ed il sistematico devono corrispondere a due forme di attivit mentale, e in questo modo gi usciva dalla linguistica.

Il Sintagma.

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La parola pu essere definita come una combinazione di segni: la frase parlata il tipo stesso del sintagma. Il sintagma dunque molto vicino alla parola. C una forma del sintagma di cui si occupa la sintassi che per cosi dire la versione glottica dal sintagma. Ci non toglie che la prossimit strutturale del linguaggio e della parola sia un fatto importante, in quanto essa pone continuamente dei problemi dellanalisi. Il sintagma si presenta sotto una forma concatenata (per esempio il flusso della parola). Il senso pu nascere solo da unarticolazione, cio da una divisione simultanea dello strato significante e della massa significante:in un certo qual modo il linguaggio ci che divide il reale. Il sintagma continuo,ma in pari tempo pu essere veicolo di senso solo se articolato. Come scomporre il sintagma? Per quanto concerne il linguaggio articolato,ci sono state innumerevoli discussioni sulla natura delle parole. Esistono sistemi rudimentali di segni fortemente discontinui: le segnaletiche stradali per esempio, i cui segni, per motivi di sicurezza, devono essere radicalmente separati per essere percepibili immediatamente; ma i sintagmi iconici, fondati su una rappresentazione pi o meno analogica della scena reale, sono infinitamente pi difficili da scomporre, ragion per cui questi sistemi sono quasi universalmente accompagnati da una parola articolata che fornisce loro il discontinuo che essi non hanno. La scomposizione del sintagma un operazione fondamentale, giacch deve portare alla luce le unit paradigmatiche del sistema; il fatto deve essere costituito da una sostanza che deve venire scomposta dunque ci che per essenza definisce il sintagma. La distribuzione la condizione stessa del sintagma: il sintagma un gruppo qualsiasi di segni etero-funzionali; esso sempre binario ed i suoi due termini si trovano in un rapporto di condizionamento reciproco. Sussiste una libert di associazione delle unit sintagmatiche. Per il linguaggio, Jakobson ha fatto notare che il locatore fruisce di una crescente libert di combinazione delle unit linguistiche, dal fonema alla frase: la libert di costruire dei paradigmi di fonemi nulla, giacch il codice qui stabilito dalla lingua; la libert di riunire dei fonemi in monemi limitata, in quanto ci sono delle leggi di creazione delle parole. La libert di combinare delle parole in frasi reale, ancorch circoscritta dalla sintassi ed eventualmente dalla sottomissione a certi stereotipi; la libert di combinare delle frasi la pi ampia possibile, giacch non ci sono pi coercizioni al livello della sintassi. Saussure indica che la lingua possibile proprio perch i segni si ripetono. La ripetizione dei segni corretta da fenomeni di distanza fra le unit identiche.

Il Sistema. Saussure lo ha visto sotto forma di una serie di campi associativi, gli uni determinati da unaffinit di suono, gli altri da unaffinit di senso. Egli insiste sulla parola termine, giacch, come egli precisa, non appena diciamo termine anzich parola evocata lidea di sistema; la scuola Boomfieldiana, per esempio, restia a considerare i rapporti associativi, laddove A. Martinet raccomandava di distinguere bene i contrasti, dalle opposizioni. I termini del campo devono essere ad un tempo simili e dissimili, comportare un elemento comune ed un elemento variante. Lelemento comune ai termini di un paradigma si configura come elemento positivo, e questo fenomeno sembra contraddire le dichiarazioni di Saussure sulla natura puramente differenziale, oppositiva della lingua: nella lingua non ci sono se non differenze senza termini positivi; considerare (i suoni) non come suoni dotati di valore assoluto, bens di un valore puramente oppositivo, relativo, negativo"Ogni valore della lingua va considerato oppositivo, e non positivo, assoluto"; cos come sembra contraddire questaltra affermazione, sempre di Saussure, che ancora pi netta: " peculiare alla lingua, come in generale ad ogni sistema semiologico, il fatto che in essa non ci possa essere differenza fra ci che distingua una cosa e ci che la costituisce". Il linguaggio umano comporta due tipi di opposizione distintive (tra fonemi) e quelle significative (fra monemi).

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Trubeckoj ha proposto una classificazione delle opposizioni distintive che Cantineau ha ripreso ed esteso alle opposizioni significative della lingua. 1) Opposizioni bilaterali e multilaterali. In queste opposizioni lelemento comune dei due termini, base di paragone, non rintracciabile in altre opposizioni del codice o viceversa lo . Prendiamo l alfabeto latino scritto: lopposizione delle figure E/F bilaterale poich lelemento comune F non presente in nessunalta lettera; viceversa, lopposizione P/R multilaterale giacch la forma P (o elemento comune) presente in B. 2) Opposizioni proporzionali ed isolate. In queste opposizioni la differenza costituita da una specie di modello: per esempio, Mann/Manner e Land/Lander sono opposizioni proporzionali. Le opposizioni non proporzionali sono isolate, ed evidentemente sono le pi numerose. 3) Opposizioni privative. Sono le pi note. Lopposizione privativa designa qualsiasi opposizione nella quale il significante di un termine caratterizzato dalla presenza di un elemento significativo o marca, che invece non rintracciabile nel significante dellaltro termine. 4) Opposizioni costanti. E il caso dei significati che hanno dei significati differenti. 5) Opposizioni sopprimibili o neutralizzabili. E il caso dei significati che non hanno sempre dei significati differenti, di modo che i due termini dellopposizione possono talvolta essere identici. Il linguaggio pu valere come ogni sistema di comunicazione o codice: si parla di linguaggio umano contrapposto a linguaggio degli animali, linguaggio verbali, non verbali, naturali ed artificiali, dei gesti, delle immagini e in senso traslato, linguaggio nel valore di sistema comunicativo si estende a volte a coprire solo molto mediatamente comunicativi: per cui si parla di linguaggio della moda, dei sogni, dellinconscio. Si dice ancora linguaggio ogni variet particolare di espressione o comunicazione derivante dalla specificazione dellimpiego, presso certe categorie di utenti ed in certi ambiti, di un sistema comunicativo, per esempio della lingua. Gli studi intorno al linguaggio si sono recentemente sviluppati soprattutto in due direzioni: 1) la riflessione sulle propriet e sui caratteri distintivi che definiscono il linguaggio verbale nei confronti del linguaggio non verbale umano e degli altri modi di comunicazione, in specie i linguaggio degli animali; 2) ricerca sulla filogenesi e lontogenesi del linguaggio. Gli studi comparativi delle diverse forme di linguaggio caratterizzano in senso stretto la lingua, caratteri quali la simbolicit, la convenzionalit, il di stanziamento, lequivocit e soprattutto la creativit. Che il linguaggio sia un sistema simbolico era gi noto al pensiero greco classico, e si qualifica precisamente come il suo fungere da meditazione concettuale tra individuo ed il mondo esterno e da mezzo di organizzazione e categorizzazione dell esperienza. In quanto sistema simbolico il linguaggio altres altamente convenzionale: in questo caso, la convenzionalit assume il carattere specifico di arbitrariet, doto che non vi alcuna dipendenza di ordine ne logico, ne naturale, ne fisico, ne altrimenti motivata dall esterno fuori dalla convenzionalit linguistica tra entit designate, appartenenti al mondo reale o a mondi possibili e del linguaggio. La simbolicit del linguaggio permette altres di significare fatti ed eventi esterni al parlante e non solo ne principalmente di fare da indice e da segnale di stati danimo, emozioni o fatti comunque legati allemittente. Laspetto creativo delluso del linguaggio comprende non solo la caratteristica della libera ed aperta produttivit a partire da un numero finito e dato di materiali di base, bens anche fatti pi specifici quali: la possibilit di produrre messaggi sempre nuovi, cio mai prodotti prima, o di associare messaggi non nuovi a situazioni sempre nuove. La summenzionata libert da simboli, per cui lemissione non mai controllata in maniera determinante ne da stati interni allemittente ne da stimoli esterni ne da funzioni fisiologiche; lappropriatezza contestuale, vale a dire la capacit di adattamento dei messaggi a qualunque nuova circostanza possibile. I recenti studi sui linguaggio animali, che presentano una grande variet di forma e di canali mostrano come solo nel linguaggio verbale umano si trovino contemporaneamente e nella forma pi piena tutti questi caratteri, e

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rafforzano quindi la convinzione che nella sua natura attuale il linguaggio verbale sia specie-specifico delluomo e qualitativamente ben distinto da ogni altro sistema di comunicazione. Sia caratteri anatomici, quali la conformazione del tratto vocale sopralaringeo ricurvo ed a due canne, sia caratteri neurologici, quali quelli che devono presiedere ai meccanismi neurali di codificazione-decodificazione del linguaggio e strutturarne la grammatica, non abbiano paralleli in tutte le specie conosciute. Minori luci per loggettiva mancanza di dati sicuri, hanno finora portato le teorie ed ipotesi avanzate circa lorigine del linguaggio. Se impossibile una ricostruzione dellitinerario che deve aver condotto da una prima sommaria comunicazione gi agli albori della vicenda delluomo sulla terra allo sviluppo di strumenti comunicativi cos raffinati e complessi quali appaiono le diverse lingue attestate gi in epoca protostorica, e se i caratteri costitutivi del linguaggio danno in se stessi scarsa informazione circa la sua evoluzione, ci sono tuttavia motivi per ritenere molto antica lungo lalbero genealogico degli ominidi la comparsa del linguaggio. infatti da considerare molto probabile una qualche embrionale forma di comunicazione orale gi simile al linguaggio nellHomo habilis e nellHomo erectus, spostando dunque la nascita del linguaggio verso i tre milioni di anni fa; mentre una forma di linguaggio va attribuita senza esitazioni allHomo neandertalensis. I primi suoni da cui esso evoluto erano probabilmente accompagnatori di stati emotivi, poca consistenza hanno altres le varie teorie imitative da pi parti avanzate, come quelle delluk-uk o ding-dong, ipotetica imitazione verbale di caratteristiche fisiche di oggetti o eventi, o dello yo-he-ho. Pi fondata sembra lopinione che il linguaggio si sia sviluppato come una sorta di prolungamento del gesto manuale.

Musica
Musica: quale definizione? La musica una attivit umana della quale non possibile proporre una definizione univoca e valida in assoluto, dal momento che la nozione stessa di musica, le riflessioni via via formulate sulla complessa realt del sonoro ed i contorni assegnati agli eventi ritenuti specificamente musicali sono variati a seconda delle epoche storiche, delle culture e degli individui. Nessuna lingua antica possedeva un vocabolario perfettamente rispondente al concetto di musica modernamente inteso, cio come arte di combinare e coordinare variamente nel tempo e nello spazio i suoni, prodotti da voci o da strumenti e ordinate in strutture qualificate secondo laltezza, la durata, lintensit. Molino riuscito a mostrare che i contorni del concetto occidentale di musica variano a seconda che vi si includano le variabili poetiche, immanenti o estetiche. La musica larte di combinare i suoni in base a regole, di organizzare una durata con elementi sonori come si legge nel dizionario Robert? Essa viene allora definita dalle sue condizioni di produzione ( unarte) e dai suoi materiali costitutivi (i suoni). Secondo unopinione diversa lo studio dei suoni compete alla fisica, mentre allestetica musicale appartiene la scelta dei suoni piacevoli. Alla definizione coniata sulle condizioni di produzione si sostituisce quella data dalleffetto prodotto sul ricettore: i suoni devono essere piacevoli. Secondo altri ancora, la musica si confonde quasi completamente con lacustica, particolare settore della fisica: lo studio dellacustica e delle propriet dei suoni va oltre, in un certo senso, il campo propriamente musicale. Il numero ed il tipo di variabili che possono intervenire nella definizione del musicale illimitato. Molino considera la musica come un fatto sociale totale la cui definizione varia a seconda delle epoche e delle culture. In seno alla nostra cultura, dunque, la nozione di musica lungi dallessere omogenea. Ruwet non esita a scrivere: "non mi darebbe fastidio se una teoria della poesia, attribuendo un ruolo centrale ai parallelismi, escludesse taluni tipi di poesiamoderna, esattamente come non mi disturberebbe una teoria musicale generale che prendesse in considerazione Mozart, Debussy, Gesualdo, Schoenberg, il gagaku, il canto gregoriano, ecc, ma che escludesse, in quanto non musica,

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ad esempio, la Radio Music di John Cage". Molino ritiene che ciascun elemento appartenente al fatto musicale totale pu essere separato ed assunto quale variabile strategica della produzione musicale. E quanto accade nellattivit del gruppo Zaj di Madrid: sulla scena, un pianoforte viene spostato e tre musicisti compongono un azione senza parlare, ne cantare, ne suonare. In occidente, non vi mai ununica concezione culturalmente dominante di musica, ma un insieme sfumato di concezioni. Ci si potrebbe aspettare che la nozione di musica contenga almeno la variabile di suono. Cage la ritrova nel suo pezzo 425 di silenzio, dove un pianista avvicina ed allontana le mani dalla tastiera a pi riprese senza mai far udire una sola nota: in questo caso la musica, ci dice Cage, il rumore prodotto dagli spettatori. Per Jakobson, la musica prima di tutto un gioca di forme: quando essi riconoscono un certo effetto estetico affettivo, lo fanno malgrado la natura formale della musica. La definizione semiologia proposta da Jakobson dipende dagli a priori dello strutturalismo: per lui lessere della musica e della poesia risiede nelle loro strutture. E la stessa concezione del senso musicale che ritroveremo in Ruwet: il senso della musica pu apparire solo nella descrizione della musica stessa. Il significato viene dato, in musica, nella descrizione del significante. La musica viene ridotta molto raramente a semplice veicolo di un significato; basta che abbia un senso, ma come le acque di un fiume piuttosto che come un sillogismo. I Mapuche dellArgentina non hanno alcun equivalente per la parola musica, ma distinguono le forme strumentali ed improvvisate, la musica europea e quella delle trib diverse dai Mapuche, i canti cerimoniali ed un genere a parte, il tayil. Robertson dice che sicuramente non esiste un concetto universale e interculturale di ci che sarebbe la musica. I Mapuche associano ai loro diversi generi vari interpretanti e, rispetto al tayil, interpretanti esclusivamente extramusicali. *** Gli accademici della Crusca (Dizionario, Venezia, 1612), definirono la musica: Scienza della produzione della voce e dei suoni. Il vocabolario universale Italiano della Soc. Tipografica Tramonter e C. la definiva: Arte di esprimere sentimenti merc suoni regolati. Il Tommaseo nel suo Dizionario defin la musica: Scienza della proporzione della voce e dei suoni ma anche arte di formare con i suoni la melodia e larmonia. Dizionario Zingarelli: arte di combinare i suoni in guisa che nella forma di melodia, armonia, polifonia strumentazione, rendano gli effetti dellanimo umano o immagini e visioni ideali. Dizionario Treccani: arte che si esprime per mezzo dei suoni. Dizionario Garzanti: larte di combinare i suoni secondo determinate regole.

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