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Introduzione al Diritto Canonico


Il diritto canonico il diritto della chiesa, canonico deriva dal greco kanon che significa norma: il complesso di regole e precetti destinati a disciplinare la vita della chiesa. L unione in questa cos particolare materia di diritto e religione unica perch per definizione classica:  Diritto: complesso di precetti e regole esterne e istituzionalizzate  Religione: complesso di credenze ultraterrene di natura individuale con regole e comportamenti capaci di imporsi solo internamente al soggetto Le comunit religiose nascono quasi sempre di fronte ad un leader carismatico che portatore di un messaggio divino e che nella sua opera terrena fonda una comunit di fedeli legati tra loro attraverso un vincolo spirituale. A lla scomparsa del capo i fedeli ereditano la responsabilit di continuare il suo operato, ma perch il tempo non sopravvenga alla comunit vengono organizzate regole e precetti con l intenzione di mantenere intatto quell insieme di credenze e principi ri cevuti dall insegnamento del fondatore: la credenza sar cos meglio recepita e fissata dalla comunit quanto pi in modo autoritario sar descritta e insegnata. Per cui accanto alla chiesa che cura l aspetto ascetico si inserisce la chiesa che cura l a spetto organizzativo e strutturale di essa: verranno cos a coesistere in un unica struttura la chiesa spirituale e la chiesa istituzionale. La chiesa spirituale, almeno alle sue origini indistinguibile dalla chiesa istituzionale, sono la stessa cosa, ma man mano che luna si evolve anche l altra fa altrettanto perci oggi fissato il carattere unitario e inscindibile delle 2 chiese( ribadito dal concilio vaticano II), quali che siano le 2 facce della stessa medaglia. Sono state prodotte varie teorie che hanno cercato di contrapporsi a questa visione della chiesa: y Teoria Stohm: il diritto un potere umano esterno e istituzionalizzato mentre la chiesa una struttura fondata sulla carit che rifugge la coercizione tipica del diritto y Teoria Statualista: il diritto canonico non considerato diritto perch non coercitivo La prima teoria superata dal dettame del concilio vaticano II mentre la seconda si basa su una concezione del diritto troppo statualista perch vi diritto laddove vi sia un aggregazione sociale organizzata con regole che disciplinano i loro rapporti. Ma la prova che stronca definitivamente le precedenti teorie la natura divina fondamentale del diritto canonico: la norma fondamentale, la pietra di paragone a cui deve ispirarsi il d iritto canonico l insegnamento del Cristo tramite l Antico e il Nuovo testamento. Principi costituzionali del diritto canonico L elemento caratterizzante della struttura fondamentale del diritto canonico il principio del primato pontificio: la chiesa organizzata secondo una scala gerarchica al cui vertice risiede il papa o romano pontefice, che concentra nella sua figura ogni potere di governo sugli ambiti di azione della chiesa. Ci si verificato oltre che per l influsso storico( Roma era la capitale dell impero romano) soprattutto per la posizione di Pietro. Pietro era il coordinatore e portavoce dei 12 a cui Ges affida espressamente la continuazione della sua missione terrena( E io ti dico tu sei pietro e su questa pietra edificher la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te dono le chiavi del regno dei cieli, e tutto ci che legherai sulla terra sar legato nei cieli, e tutto ci che scioglierai sulla terra sar sciolto nei cieli Mt 16, 18-19). Negli ultimi anni della sua vita Pietro va a vivere a Roma per meglio dedicarsi alla missione di fede, i suoi successori cominciano a chiamarsi vescovi e si sentono investiti della stessa responsabilit delegata al loro predecessore. Ma il processo che ha portato al principio del primato pontificio si evoluto negli anni: all inizio veniva riconosciuta a Roma la caratteristica di citt in cui avevano ricevuto il martirio Pietro e Paolo ma gi alla fine del I secolo la comunit di Corinto( fondata da Paolo di Tarso) si rivolgeva al vescovo di Roma per risolvere i contrasti sorti al proprio interno, nei decenni successivi del II sec. il vescovo di Roma assume un ruolo chiarificatore per

2 decidere il giorno della Pasqua( la I domenica dopo il I plenilunio della primavera). A partire dal IV secolo il vescovo di Roma inizia ad essere chiamato papa ed assume potere anche sul piano giuridico istituzionale, ormai a tutti gli effetti il successore e vicario di Pietro. Durante il periodo medioevale la figura del papa acquista im portanza soprattutto con Gregorio VII e Innocenzio III: al romano pontefice viene riconosciuto ogni potere nell ambito della chiesa, non solo come successore di Pietro ma anche come vicario di Cristo, il papa quindi sottoposto al diritto divino ma al di sopra delle leggi della chiesa che pu in qualunque momento abrogare o derogare. Il principio primaziale viene poi ribadito con il concilio vaticano I del 1870 definendo al papa la caratteristica dell infallibilit, si arriva cos a definire la norma 331 del codice canonico del 1983 che istituzionalizza il principio di supremazia e infallibilit papale. Il secondo principio di carattere costituzionale di diritto divino che si pu dedurre dalle sacre scritture il principio di collegialit della chiesa. Infatti Ges oltre a costituire la chiesa unita e coesa(E io ti dico tu sei Pietro e su questa pietra edificher la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te dono le chiavi del regno dei cieli, e tutto ci che legherai sulla terra sar legato nei cieli, e tutto ci che scioglierai sulla terra sar sciolto nei cieli Mt 16 18-19) affid il compito ai 12 di continuare la sua missione. La collegialit risalta subito perch al posto di Giuda viene scelto Mattia( viene preferito a Barsabba), la consapevolezza di non essere una semplice aggregazione di persone ma un gruppo con una precisa funzione a fondare la collegialit. Infatti le prime comunit cristiane erano solite riunirsi per affrontare i problemi maggiori in concili o s inodi in cui erano presenti i vescovi, con l andar del tempo i concili si allargarono sempre di pi fino a riunire vescovi di chiese molto lontane fra loro. Si arriva cos a dei veri e propri concili ecumenici, il primo stato il concilio di Nicea del 32 5, dove venivano discussi i maggiori problemi organizzativi, disciplinari e dogmatici. Il principio di collegialit rappresenta la responsabilit che ogni vescovo ha, oltre che nei confronti della propria chiesa anche rispetto alla chiesa in generale. Ques to principio non verr mi messo in discussione: anche quando papi che mettevano in risalto massimamente il principio di primato pontificio usufruirono dei concili ( Innocenzio III indisse un concilio ecumenico nel 1215) , anche dopo lo Scisma d Occidente(1378-1414) fu proprio il concilio ecumenico di Costanza(1414-1418) a trovare la soluzione deponendo un papa, convincendo alla rinuncia gli altri 2 ed eleggendo Martino V. Il principio di collegialit ha trovato la massima espressione nel concilio vaticano II(1962-1969), che lo ha definito e che ripreso dal codice canonico del 1983. Il terzo principio di carattere costituzionale di diritto divino della chiesa l esclusione dal sacerdozio al sesso femminile. L imposizione delle mani che conferisce il sac ramento dell ordine sacro stata data da Cristo solo ai 12: tutti uomini, ricevendo il anche il dono dell eucarestia( Fate questo in memoria di me Lc 22, 19 ) e lo Spirito Santo( Gv 21 23). L unica valente obiezione che possibile fare a questo princip io di ordine storico: la donna non mai stata considerata pari all uomo, soprattutto nella mentalit giuridica ma l insegnamento di Ges contrario a questo pensiero: ad esempio concede a delle donne di essere visto subito dopo la resurrezione, andan do contro la mentalit giudaica che non accorda valore alla testimonianza femminile. Diritto Divino Il diritto divino quel diritto che risale alla volont di Dio che trova quindi espressione nei libri della Sacra Scrittura quali l Antico e il Nuovo Te stamento. E possibile ordinare il diritto divino in 2 parti: y Diritto divino positivo: il diritto che si trova nei vangeli e nella bibbia y Diritto divino naturale: il diritto che si trova soprattutto nella bibbia. E detto naturale perch insito nella stessa natura dell uomo. Tipico istituto di diritto naturale il matrimonio

3 I principi di diritto divino( naturale e positivo) occupano nell ordinamento della chiesa un posto analogo a quello del diritto contenuto nelle carte costituzionali degli stati moderni. Il diritto divino il principio fondamentale del diritto della chiesa, la base costituzionale dell ordinamento canonico, anche se non c mai stata una raccolta normativa di diritto divino( negli anni 70 si provato con la lex fundamenta lis, ma il tentativo venne abbandonato per la difficolt di codificare). Ma dato che la Bibbia, il vangelo e gli altri testi non sono per natura testi legislativi necessario operare un procedimento interpretativo di formalizzazione che renda i contenuti pi precisi. Vi sono varie teorie che trattano di questo procedimento: da quella positivista che richiede un intervento della potest legislativa della chiesa attraverso una canonizzazione precettiva delle scritture alla teoria pi lassista per cui il diritto divino sarebbe di per se gi vigente senza un interpretazione formalizzante. Il compito della chiesa quindi quello di individuare, interpretare e rendere operativi all interno della comunit i principi di diritto divino, ma anche se il diritto divi no per sua natura fisso ed immutabile(il bene che Dio ha voluto per gli uomini non pu essere mutevole) necessario per farlo capire meglio agli uomini compiere dei completamenti. Quindi il procedimento interpretativo di formalizzazione un metodo di approccio mutevole per la comprensione del diritto divino( immutabile) e funziona rispetto alle condizioni storiche, cognizione e grado di approfondimento che ha riguardo alla comunit( Gregorio Magno sostiene che le parole divine crescono con chi le legge) . Perci possibile definire uno dei caratteri dell ordinamento giuridico della chiesa che la dinamicit rispetto alle situazioni storiche: la chiesa non un istituzione fissista ma capace di adattarsi e rinnorvarsi nel tempo. Un'altra caratteristi ca del diritto divino che unisce alla dinamicit la carit (Questo il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati Gv 15, 12): la norma di diritto canonico vincola cos in modo doppio, deve essere seguita oltre che per doverosit giuridica anche per amore verso il prossimo. Il diritto divino efficace nell ambito della chiesa, questa riconosce tutti gli ordinamenti all infuori di essa ma condanna tutte quelle disposizioni legislative che risultino i contrasto con le norme di d iritto divino, anzi se le due norme vengono in contatto viene applicata la norma di dirtto divino. La validit temporale del diritto divino, poich immutabile, fisso e prescritto da Dio eterna, sempre valida ed efficace perch non necessaria una sua pr omulgazione formale. Il diritto divino inderogabile, non abrogabile ed immodificabile dal legislatore umano perci la potest di cui gode il romano pontefice non assoluta perch sottoposta al diritto divino, allora non c un organo di controllo costituzionale delle leggi ma una sorta di autocontrollo che sfugge a qualunque ulteriore verifica da parte di altri organi e che non pu essere sottoposta a forme di giudizio del suo operato( secondo il brocardo: prima sedes a nemine iudicatur), ma se non ci sono organi formali nell ordinamento della chiesa presente una forma deterrente: la collegialit episcopale, la forza delle tradizioni e il sensus fidei di tutta la chiesa verso i precetti insegnati dal Signore . Per cui il diritto divino rimane fermo nella sua vigenza anche di fronte a leggi ecclesiastiche umane che dispongono in contrasto con esso( bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini At 5, 29, che il fondamento dell obiezione di coscienza). Il diritto divino pu subire deroghe nella s ua fase di applicazione alle realt tramite la dispensa: l autorit umana cristiana si arroga il diritto di derogare il diritto divino per far fronte ad una situazione particolare. La dispensa lo strumento che consente all autorit di sospendere l ef ficacia di una disposizione legislativa nei singoli casi concreti, un atto di natura amministrativa conosciuto anche negli ordinamenti statali ma nel diritto canonico ha un utilizzo maggiore perch l istituto tutela degli interessi particolari e se visto in se per se pu anche risultare negativo per la vita spirituale. Innanzitutto posta nei confronti del legislatore umano, anche se questo pu stabilire varie limitazioni e modalit di rilascio per provvedimenti di questo tipo mentre il diritto divino non pu subire deroghe neppure nella sua concreta applicazione; l unica

4 caratteristica che deve essere apposta alla dispensa che essa sia concessa solo per una giusta e ragionevole causa( can. 90) ossia che l interesse che viene protetto risulti meritevole di tutela e che, al contrario la naturale applicazione della legge porterebbe a sacrificarlo, la dispensa di solito momentanea o, al massimo temporanea. L autorit competente ad emettere la dispensa di solito il vescovo diocesano od un altra au torit equiparata ma per alcune tipologie di legge come quelle penali o processuali la dispensa riservata all esclusiva competenza della Sede apostolica( dispensa dell obbligo del celibato dei preti o di fronte ad un urgente pericolo di morte dispensa ad un impedimento matrimoniale). La dispensa basa la sua applicazione sul principio di equit che domina la struttura legislativa della chiesa: nel momento applicativo della legge necessario tenere conto delle specifiche esigenze del caso concreto, il principio di aequitas deve essere letto unitamente agli altri 2 principi( carit ed elasticit) perch oltre che modificarsi e cercare di compiere la missione datale da Cristo l ordinamento canonico deve essere permeato di uno spirito evangelico che mitigh i le disposizioni legislative cercando di conformarsi alla giustizia divina: ci che cerca quindi l ordinamento canonico la compenetrazione tra la volont divina e la giustizia umana. Alla luce di questi principi necessario esaminare altri due istitut i tipici del diritto canonico: il privilegio e la consuetudine. Il privilegio una concessione di natura amministrativa di un trattamento particolare a favore di determinate persone effettuato dall autorit ecclesiastica competente, rende legittimi facolt e comportamenti che non sono previsti o sono vietati dalla legge. Il privilegio pu andare a favore di determinate persone ( sia fisiche che giuridiche) e pu essere legato a cose o localit. Contrariamente a quanto avvento in epoche passate la chiesa oggi tende a fare un uso molto oculato del privilegio per cercare di evitare disuguaglianze all interno di una stessa comunit. A differenza della dispensa il privilegio perpetuo e non viene a cessare se i beneficiari vi rinunciano, sino a quando la rinuncia non sia accettata dall autorit che lo ha accordato. La consuetudine un altro istituto tipico del diritto canonico: esso consente che comportamenti consuetudinari acquistino rilevanza, e conseguentemente forza di legge, non solo nei casi in cui e ssi si pongano fuori dal diritto vivente( la consuetudine deve essere osservata almeno per 30 anni) ma anche quando siano contrari ad esso( nell ultimo caso la consuetudine deve essere per centenaria o immemorabile). Vi sono anche altri 2 istituti che so no adottati dalla chiesa di fronte a comportamenti non conformi al diritto: sono la dissimulazione e la tolleranza. La dissimulazione consiste nella finzione da parte del autorit di non conoscere un determinato comportamento antigiuridico( in sostanza il comportamento viene tollerato e non sanzionato): l esempio tipico quello di 2 coniugi che dopo anni di convivenza matrimoniale scoprono di essere imparentati in un grado tale da costituire impedimento invalidante al matrimonio. In questo caso viene sa crificato un precetto legislativo in favore dei valori umani, si opera una sorta di bilanciamento di interessi. L altro provvedimento di indole normativa molto simile alla dissimulazione la tolleranza, l autorit non si limita a restare passiva di fron te ad un certo comportamento antigiuridico ma lo considera positivo. L istituto della tolleranza l estremizzazione normativa della dissimulazione: la dissimulazione viene istituzionalizzata, la tolleranza adottata nella maggior parte dei casi contro atti o comportamenti dell autorit civile ritenuti lesivi di diritti o prerogative della chiesa ma se la chiesa non istituzionalizzasse il comportamento lesivo sarebbe peggio. Evoluzione Storica del Diritto Canonico Il diritto di produzione umana nell or dinamento della chiesa quel diritto emanato dalle autorit che sono dotate di potere legislativo o da comportamenti riconosciuti come fatti idonei a produrre norme giuridiche. Nell ordinamento canonico accanto al diritto divino e spesso posto come addizione ad esso risiede il diritto di produzione umana con l effetto che la distinguibili tra i due differenti metodi importante ma non sempre agevole: definire

5 una norma di un tipo rispetto ad un altro significa in un certo modo dichiararne gli effetti temporali e spaziali( il diritto divino ha effetti erga omnes e eterno, il diritto di prod. umana no). Il diritto canonico umano da ricondurre ai primi secoli delle comunit cristiane, all inizio erano i vescovi a legiferare in questo modo( soprattutto in concilio ecumenico), ma con il progressivo affermarsi della posizione di preminenza del vescovo di Roma la produzione normativa si intensifica assumendo la forma pi comune del decretale, ossia quella risposta motivata che il pontefice da alle richieste di chiarimento o di risoluzione di particolari problemi. L importanza del decretale visibile soprattutto perch negli anni successivi si iniziano a comporre raccolte ordinate in collezioni( alcune vennero falsificate per scopi politici). Negli anni suc cessivi alla fine del I millennio la produzione legislativa del pontefice aumenta in maniera considerevole( collezione Anselmo, vescovo di Lucca ad esempio), ma il documento pi importante di questo periodo il decreto di Graziano. Attorno al 1140 il mona co camaldolense graziano inizia la compilazione di una raccolta sistematica e ordinata dei testi normativi canonici. Lavoro imponente perch la caratteristica peculiare del diritto canonico sempre stata quella dell eterogeneit. Graziano utilizzando cir ca 3900 testi e suddividendo l opera in 3 parti former un trattato di massima importanza per la chiesa, su cui sorgeranno numerosi studi da parte dei maggiori decretisti. Lo studio del decreto di Graziano si divide in 2 indirizzi metodologici: il primo attraverso le glosse( es. Glossa ordinaria di Giavnni da Brescia) e il secondo attraverso la compilazione del summae decreti da Papaleuca. Sotto la spinta di questi atti si va affermando il potere primaziale del pontefice( plenitudo potestatis) perci si intensificano ancora di pi la produzione di decretali che ormai sono riconosciuti come atti legislativi a pieno titolo( verranno composte 5 collezioni a cavallo del XII -XIII secolo per ordinare i documenti). Ma l opera che riordina tutto il diritto papale successivo al decreto di Graziano viene stilata da Gregorio IX nel 1234 con il nome di Decretales Gregori IX. Suddivisa in V libri ordinava i decretali per materia trattata: gerarchia ecclesiastica, matrimonio, giurisdizione ecclesiastica, processi discip lina clericale, diritto penale. Fino al 1917 questa compilazione rimarr la base del diritto papale post -grazianeo . Da ricordare il corpus iuris canonici promosso dal concilio di Basilea( 1438 circa). Un altro momento fondamentale di sviluppo del diritt o canonico il concilio di Trento, celebrato dopo la frattura con la parte protestante guidata da Martin Lutero. I decreti promulgati da Pio IV nel 1564 contengono importanti innovazioni sulla disciplina del clero, dei religiosi e del matrimonio. Il conci lio di Trento porta una riorganizzazione e un potenziamento della curia romana e ad una sostituzione per quanto riguarda l aspetto normativo: scompaiono i decretali e vengono sostituiti dalle bolle o costituzioni papali. Si arriva cos al concilio vaticano I iniziato da Pio IX nel 1869 ed interrottosi l anno successivo per la presa di porta pia: questo concilio ricordato soprattutto per la proclamazione del principio di infallibilit del papa, ma fu dato inizio ad un lavoro di revisione del corpus iuris ( ricordiamoci che aveva 400 anni). Il lavoro fu ripreso da Pio X che lo estese a tutto il diritto della chiesa, ma non si fece una nuova compilazione ma un codice( sul pensiero del Code Napoleon del 1804), decisione molto controversa perch veniva mossa contro di essa l asserzione che codificando( e quindi cambiando il metodo di stesura del diritto che fino a quel momento era stato del decretale e poi della bolla) le norme si togliesse dalla legislazione la possibilit di utilizzare quegli istituti ( car it, elasticit, tolleranza) tipici del diritto canonico. Ma il codex iuris canonici fu promulgato nel 1917 da papa Benedetto XV dotato di 2414 canoni suddivisi in 5 libri segn un forte accentramento legislativo e l immissione nel sistema giuridico can onico di un interpretazione autentica fornita da una commissione di nomina pontificia. Si arriva cos al concilio Vaticano II promosso da Giovanni XIII, l evento cristiano pi importante del XX secolo, e continuato da Paolo VI aggiunse alla produzione no rmativa 16 documenti( costituzioni, dichiarazioni e decreti) riformando l idea di chiesa come popolo di Dio,

6 mutando la liturgia in una forma pi moderna( dal latino all italiano) e promuovendo il diritto alla libert religiosa, che sostituisce il princ ipio di tolleranza verso posizioni ideologiche non conformi alla propria. Inoltre viene modificato il rapporto verso le confessioni non cattoliche e incitato il sentimento di unit di tutti i cristiani. Ma una riforma prettamente giuridica operata dall entrata in vigore del codice canonico del 1983, i lavori su questo documento iniziarono nel 1967, subito dopo la fine del concilio sotto la guida del cardinale Pericle Felici e di un gruppo di tecnici del diritto canonico, ma solo con Giovanni Paolo II viene proclamato il nuovo codice che innanzitutto delinea come un triangolo ideale le sacre scritture, gli atti del concilio vaticano II e il nuovo codice canonico. Il codice formato da 1752 canoni, una riduzione che lascia ampio spazio alla discrezionalit del legislatore locale e che attua il proposito di decentramento legislativo, viene abbandonata la visione romanistica tipica del codice del 1917 e viene suddiviso il codice in 7 libri ( rispetto ai 6 del precedente): norme generali, norme sui fedeli e n orme strutturali di governo, norme sull insegnamento e santificazione, norme sulla regolamentazione dei beni temporali. Redatto in lingua latina ha avuto fin da subito una diffusione a livello mondiale grazie alle traduzioni, viene confermata la commissio ne speciale per l interpretazione istituita dalle norme di codice del 17, che anzi viene potenziata divenendo il pontificio consiglio per l interpretazione degli atti legislativi, la soluzione delle diatribe legislative viene pubblicata negli acta apostolicae sedis ed assume efficacia vincolante per tutta la chiesa. Tra le costituzioni promulgate da Giovanni Paolo II nei suoi 20 anni e passa di pontificato meritevole ricordare il pastor bonus dell 88, che ha dato un nuovo assetto alla curia romana; la universi dominici gregis del 96 definendo la sede vagante al momento della morte del pontefice. Ma l attivit legislativa pontificia affiancata altri provvedimenti normativi di natura secondaria quali le istruzioni, le lettere circolari, i decreti em anati dai vari dicasteri della curia romana, ma il provvedimento legislativo pi rilevante il codex canonum ecclesiarum orietalium del 1990, documento funzionale ha definire l autonomia delle chiese orientali. Chiese Orientali Anche se il rito ecclesiale pi diffuso nel mondo quello romano/latino, caratteristico delle regioni occidentali dell impero ma anche dell Africa, dell Asia e dell America latina, nelle regioni orientali dell impero romano si svilupparono 3 tradizio nali rituali attorno alle chiese ritenute pi importanti perch fondate dai discepoli di Ges: i riti celebrati erano quello Antinocheo, quello Alessandrino e quello Costantinopolitano (o Bizantino), quello Caldeo, tipico della Mesopotamia e della Persia e quello Armeno, tipico dell Asia minore. Il periodo in cui le chiese orientali si staccarono definitivamente dalla parte occidentale intorno al 1050, provocando il primo scisma della chiesa o scisma d oriente. Nei secoli successivi si cerc di ricomporre questa frattura attraverso il decreto Latentur coeli durante il concilio ecumenico del 1439 con cui si sanciva la riunificazione delle 2 parti ma il decreto non trov seguito effettivo. Le chiese orientali hanno mantenuto un assetto organizzativo autono mo del tutto differente da quelle occidentali: la presenza caratteristica delle chiese patriarcali, presiedute da un vescovo insignito del titolo di patriarca con potest giurisdizionale su tutti i vescovi appartenenti al patriarcato, la presenza del sinod o patriarcale, organismo composto da tutti i vescovi del patriarcato con la funzione legislativa per l intera chiesa patriarcale, elezione del nuovo patriarca e intronizzazione( investitura della carica) ufficiale hanno permesso la formazione di una strut tura organizzativa particolarissima e differente dalla chiesa romana. I patriarchi quindi non sono nominati dal papa ma ad egli devono richiedere con lettera la comunione ecclesiale dopo aver preso possesso del loro ufficio. La regolamentazione giuridica d elle chiese orientali definita da un insieme di canoni emanati dalle stesse nei primi secoli di vita delle comunit e confermati dal sinodo Trullano di Costantinopoli del 691 e del Concilio di Nicea II del 787.

7 Dopo la promulgazione del codice canonico si andata affermando l attivit legislativa delle conferenze episcopali nazionali, organismi che riuniscono tutti i vescovi di una determinata nazione, questa legislazione ha la funzione di integrare e sviluppare principi ed indicazioni normative contenu ti nella legislazione universale. Questi provvedimenti hanno carattere di legge solo per delle comunit di un preciso territorio e si chiamano concordati. I concordati sono accordi disciplinati dalla santa sede e una nazione per lo sviluppo, il completamen to e l attuazione della disciplina pattuita, anche l Itali ha un accordo concordatario con la santa sede che risale al 1984, il quale prevede anche ulteriori intese con la repubblica( ad esempio il Decreto generale sul matrimonio canonico del1990, con cui vengono completate le disposizioni sugli effetti civili del matrimonio canonico e sentenze di nullit). Chiese Particolari La chiesa cattolica ha una conformazione caratteristica soprattutto di un rapporto di comunione tra la chiesa universale e le chie se particolari: la comunione si esprime nella reciproca immedesimazione tra questi due organi, il rapporto di solidariet e di amore che alla base del vincolo insegnato da Ges. La comunione si realizza in 2 modalit: verticale attraverso una comunione di tutti e due gli organi con Dio e orizzontale perch entrambe le chiese attuano una comunione tra gli uomini. Infatti la chiesa cattolica o universale composta da un complesso di comunit di chiese particolari, che mantengono un unit e una diversit di fondo tipica del proprio territorio. Le chiese particolari hanno verso la chiesa universale un rapporto di mutua interiorit perch ogni chiesa particolare agisce come mano della chiesa universale. La chiesa particolare affidata alla cura di un vescovo che deve essere affiancato da un gruppo di sacerdoti che compongono il presbiterio( il presbiterio provvede alle esigenze spirituali dei fedeli), la tipica chiesa particolare la diocesi, gruppo di fedeli residenti in un determinato ambito territoriale dove ha la sede il vescovo. La caratteristica della diocesi che la fa differenziare da una sua simile il rito che caratterizza la prevalenza della componente personale su quella territoriale, per cui vi un uniformit di rito piuttosto che un uniform it di territorio( in sostanza la diocesi il gruppo di fedeli appartenenti ad un determinato rito dimoranti in un certo territorio), per cui in uno stesso territorio vi possono essere pi diocesi o parti di diocesi per i fedeli di ogni singolo rito( es. Il Cairo: in essa risiedono 7 vescovi: 6 per i riti orientali e 1 per il rito latino. Accanto alla diocesi sono chiese particolari le abbazie territoriali, al cui vertice gerarchico sta l abate, avente gli stessi poteri del vescovo(es. Monte Cassino , Oli veto Maggiore a Siena), in altri casi lo stesso pontefice a governare un dato luogo attraverso un delegato chiamato prelato ci si verifica nelle prelature territoriali, territori di grande importanza spirituale per la chiesa universale( soprattutto i sa ntuari come Pompei). E sorta di recente la figura della prelatura personale: una comunit di fedeli appartenenti a diversi paesi riuniti per finalit missionarie e come capo della comunit risiede un prelato con gli stessi poteri del vescovo( l unica pre latura personale conferita dalla chiesa stata attribuita all Opus Dei, fondata dal sacerdote spagnolo Jos Maria Escriv de Balaguer). Sono chiese particolari anche le amministrazioni apostoliche, comunit di fedeli che per ragioni gravi (es. natura politica in Russia ex sovietica) non vengono erette come diocesi ma affidate alla cura pastorale di un amministratore apostolico che le governa a nome del pontefice( molto simile alla prelatura territoriale), infine nei paesi dove non sono ancora sufficientemente stabili le comunit cristiane sono formati i vicariati apostolici o le prefetture apostoliche. Soggetti all Ordinamento Giuridico della Chiesa Il requisito fondamentale per cui una persona pu entrare a far parte della chiesa la credenza nella paro la di Cristo, ma dato che un fatto puramente interiore necessaria un adesione formale o espressione esteriore di ci che si concreta nel sacramento del

8 battesimo. Innanzitutto i sacramenti sono segni sensibili della grazia divina e consentono un unione ascetica ma tangibile dell uomo con il divino, i sacramenti sono 7( battesimo, cresima, eucarestia, penitenza, estrema unzione, ordine sacro e matrimonio)istituiti da Cristo e riconducibili alla sua volont con l intento di porre l uomo in una comun icazione mediata dalla chiesa con Dio. Il sacramento ha cos una doppia dimensione perch oltre che segno esteriore di adesione alla comunit dei fedeli(che si concreta con la parola) un esperienza intimistica dell uomo. Il battesimo il primo sacramento che rende l uomo persona nella chiesa, soggetto dell ordinamento giuridico canonico e possessore di diritti e doveri derivanti da questo status giuridico. Caratteristica principale del battesimo l indelebilit di questo sacramento, carattere soprannaturale tipico del battesimo che non pu essere cancellato con qualsiasi atto della chiesa( neppure con la scomunica), considerato valido in qualunque hiesa cristiana esso venga celebrato purch siano presenti: y Il rito di immersione, infusione o aspers ione dell acqua benedetta y Il riferimento trinitario non meramente formale ma corrispondente al contenuto della fede professata dalla chiesa cattolica Non sono considerati battesimi validi quelli concessi dalla comunit mormona( per non adesione sostanziale alla trinit cattolica) e quello dei testimoni di Geova(non adesione alla trinit). Con una disposizione innovativa can. 11 il legislatore canonico ha inteso sottolineare che sono soggetti al diritto canonico solo i battezzati all interno della chiesa cattolica o coloro che pur battezzati si siano convertiti ad essa. I diritti e doveri spettanti con il battesimo sono elencati nel libro II del codice canonico( libro dedicato alla conformazione istituzionale della chiesa): il battezzato ha il compito di vi vere in comunione, promuovendo la crescita della chiesa e la sua continua santificazione. Vi sono atti che incidono direttamente sulla condizione giuridica del battezzato, che ne modificano i propri diritti e doveri in conseguenza di comportamenti contrast anti con le esigenze di vita fondamentale della comunit. Questi atti sono: y Le sanzioni penali ecclesiali: sono atti interni alla chiesa fatti a tutela della propria difesa, ad essi dedicato il Vi libro del codice canonico del 1983. Differentemente dal 1917 il codice ha preferito esperire funzioni penali solo in carattere residuale, ossia laddove non fosse esperibile altro rimedio. Le pene dell ordinamento canonico sono di carattere spirituale e tendono sempre all emendamento del reo( si chiamano anche pene medicinali) e sono applicate solo dopo che viene data la possibilit al colpevole di ravvedersi. Le pene canoniche sono la scomunica, l interdizione e la scomunica; la scomunica non consente al battezzato di partecipare agli eventi pi significativi della comunit( sacramenti, uffici ed incarichi di qualunque genere della chiesa), inflitta per comportamenti in contrasto con fondamentali principi della struttura ecclesiastica( apostasia, eresia, scisma, consacrazione di un vescovo senza mandato ponti ficio, violenza fisica contro il romano pontefice), per gravi attentati al valore di alcuni fondamentali sacramenti( profanazione dl pane eucaristico o violazione del segreto confessionale) o per atti che colpiscono la vita umana( es. aborto). L interdizi one( permanente fino al ravvedimento) o la sospensione( a carattere temporaneo) una pena a carattere espiatorio che si concreta nella proibizione di dimorare in un certo territorio, potest, incarico, ufficio o titolo onorifico perdita della carica. Le p ene canoniche nei casi pi gravi si infliggono in modo automatico, in maniera latae sententiae solo per il fatto della commissione del delitto(es. sentenza al vescovo francese Marcel Lefebvre che ha applicato il canone 1364). y Le unioni matrimoniali irregol ari: sono le situazione di convivenza come marito e moglie ma senza che fra loro sia stato celebrato il matrimonio valido per il diritto canonico(conviventi di fatto, battezzati con matrimonio civile, divorziati che siano risposati civilmente con un'altra persona). Queste persone non sono suscettibili di

9 alcuna sanzione penale canonica ma non possono ricevere l eucarestia perch vivono una situazione in contrasto con i principi professati dalla chiesa. y La separazione formale dalla chiesa: se un atteggiamen to di disinteresse, disimpegno e mancata partecipazione( che non rilevante ai fini dello status giuridico) assume carattere pubblico concretandosi in un atto di separazione formale dalla chiesa, esso sottrae il fedele dall ambito di applicazione di dete rminate norme canoniche( es. egli potr convolare a nozze di tipo civile). I Laici Un altra peculiarit dei soggetti al diritto canonico lo status del fedele laico: il laico colui che ha ricevuto solamente il sacramento del battesimo e in genere anche la cresima. La dottrina del concilio vaticano II ha mutato la visione di questo status perch tradizionalmente il laico era percepito come fedele minore rispetto a coloro che insegnavano e governavano la chiesa(ci deriva da un passo della seconda parte del decreto di Graziano), i chierici, mentre il concilio ha affermato che i laici svolgono una parte attiva e necessaria nella chiesa. Quello che caratterizza i laici l indole secolare ossia il loro inserimento nelle realt temporali e la loro partecip azione alle attivit terrene: i laici devono essere liberi di agire nelle scelte e negli impegni riguardanti la vita politica e sociale, e secondo il canone 227 a loro conferita quella libert che compete ad ogni cittadino, diritto che impedisce all aut orit ecclesiastica di interferire nelle determinazioni che i laici ritengono opportuno assumere nelle scelte politiche ferma restando che a guidarli sia la dottrina ecclesiastica. La legislazione canonica vigente permette ai laici di svolgere ognuna delle 3 fondamentali funzioni ecclesiali( insegnamento, santificazione e governo della chiesa): secondo il canone 229 possono ricevere il mandato di insegnanti in scienze sacre nelle universit e istituti di scienze religiose( ma non a tenere l omelia che prerogativa del parroco), essere addetti all istruzione catechistica di comunione e cresima secondo il canone 776; possono assumere il ruolo di lettore e commentatore nelle celebrazioni, sostituire i sacerdoti nel presiedere alle preghiere, distribuire la s anta comunione; nella forma di governo( che sar pi tardi ripresa esaurientemente) la partecipazione dei laici si concreta nell inserimento in organi collegiali dove svolgono una funzione consultiva, nei consigli pastorali o sinodi diocesani, o pi raram ente una funzione giurisdizionale nei collegi o tribunali. I Chierici Il sacramento che caratterizza una parte dei fedi e che rende idoneo ad esercitare il ministero di guida nei confronti di tutto il popolo di Dio l ordine sacro: con questo sacramento il fedele diventa chierico( deriv. da Klericos che significa chiamato da Dio) o ministro sacro ed assume uno stato di vita che lo investe della missione di evangelizzatrice che cristo ha affidato ai suoi discepoli, lo status giuridico di ministro sacro non altera la condizione del fedele ma inserisce in essa un ulteriore qualificazione che oltre ad essere di natura istituzionale di natura intrinseca alla persona. Infatti come per il battesimo l investitura sacra indelebile e insopprimibile eccezion fa tta per delitti di particolare gravit o su richiesta di una dispensa da parte dell interessato da richiedere alla Santa Sede e accordata per cause gravissime, al termine di un indagine sull effettiva meritevolezza del caso. La condizione pu per esser e ripresa: infatti un sacerdote allontanato o privato delle sue funzioni potr sempre impartire l assoluzione sacramentale dei peccati ad un fedele che si trovi in pericolo di morte( canone 292,976). La condizione giuridica di chierico si articola in 3 st ati: diaconato, presbiterato ed episcopato, ma rappresenta una funzione unitaria caratterizzata da diritti e doveri elencati nel codice canonico dai canoni 273 ai canoni 289(es. obbligo di prestare fede ed obbedienza al sommo pontefice e al proprio ordinario, obbligo alla santit della carica). La vocazione sacerdotale comporta una serie di restrizioni e vincoli nelle normali attivit: per i chierici il diritto di associazione incontra un limite in quelle associazioni cui fini risultino incompatibili

10 con gli obblighi propri del loro stato( canone 278); mentre notevoli limitazioni incontrano nello svolgimento dell attivit politica: i chierici non possono assumere uffici pubblici che comportino una partecipazione all esercizio del potere civile secondo il c anone 289( secondo il principio di elasticit non si trattano di proibizioni assolute ma per la promozione del bene comune o difesa dei diritti della chiesa possibile che un chierico faccia parte della vita politica dietro dispensa dell autorit ecclesi astica, es. Don Luigi Sturzo e la democrazia cristiana). L obbligo pi impegnativo dello status clericale contraddistinto dalla condizione di celibato che non consente ai chierici di contrarre matrimonio: esso non si tratta di un obbligo di diritto divi no ma percepito molto fedelmente da tutta la chiesa cattolica perch trova una giustificazione nel passo Seguitemi, vi far pescatori di uomini Allora Pietro prese la parola e gli disse: Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa al tuo seguito Mt 4,19;19,27, anche se Ges non l ha mai formalmente imposto( Paolo di Tarso si era mantenuto celibe per poter meglio seguire la vocazione e si limita ad esortare i cristiani al proprio seguito). Il precetto perci di tipo tradizionale, ultimamente a causa delle cri si di vocazione sono emerse spinte contro ci ma gi da Paolo VI nel 1967 con l enciclica Sacerdotalis coelibatus aveva affermato la ferrea difesa del celibato, nel 1992 Giovanni Paolo II ha mantenuto la stessa posizione assunta da Paolo VI( Benedetto XVI continua sulla stessa strada) e ha definito il chierico come sposo della chiesa. L obbligo del celibato pu essere oggetto di dispensa ma con la sola giurisdizione della santa sede( il sacerdote che oggetto di tale dispensa perde tutti i diritti dell o stato clericale e viene degradato allo stato di laico), mentre nel caso di primo grado di ordinazione clericale( il diaconato) possibile che venga insignito a persone gi sposate. Nelle chiese orientali l obbligo del celibato in vigore solo per i ve scovi, mentre deroghe straordinarie sono state conferite ai ministri di altre confessioni cristiane convertitesi a quella cattolica. L accesso all ordine sacro subordinato a precisi requisiti: l et minima deve essere di 23 anni per il diaconato, 25 per il presbiterato e 35 per l episcopato e si richiede che al momento dell ordinazione il candidato professi integralmente la sua adesione alla fede cattolica, abbia una preparazione culturale e dottrinale e conduca una vita ineccepibile. Il chierico chiamato ad esercitare 3 fondamentali funzioni nella vita della chiesa: insegnare, santificare e governare. Per ci che riguarda insegnare o munus docendi va rilevato che il magistero ufficiale di definire le verit di fede abilitato solo al sommo pontefice e al collegio dei vescovi, i quali godono del principio di infallibilit derivante dal concilio vaticano I del 1870 quando intendono proclamare con atto definitivo una dottrina riguardante i costumi o la fede che deve essere condivisa da tutta la chiesa secondo il canone 749. Ma dal 1870 ad oggi si avuta una sola proclamazione papale ex cathedra da considerarsi infallibile: quella del dogma dell assunzione di Maria alla gloria dei cieli proclamata da Pio XII nel 1950; le stesse prerogative papali lo h anno il collegio dei vescovi, che comprende al suo interno il pontefice, mentre i vescovi singolarmente non godono dell infallibilit ma sono solo maestri e dottori di fede. Per la funzione di santificare o munus santificandi l ordine sacro abilita il fe dele a compiere quegli atti di carattere liturgico e culturale tra i quali l amministrazione dei sacramenti che si concretizzano con l investitura di presbiterato che conferisce al soggetto la potest di presiedere al rito centrale della liturgia cristia na, alla consacrazione del pane e del vino, alla remissione dei peccati ai fedeli che si accompagnano alla penitenza. La completezza delle funzioni con la prerogativa della facolt di governo conferita con la carica di episcopato, che abilita all ammini strazione della chiesa e, in via esclusiva, all ordine sacro. Oltre ai laici e ai chierici vi un altro status giuridico che quello dei fedeli di vita consacrata o religiosi. Alla base di questa particolare decisione non vi un sacramento ma un atto di significato spirituale: una promessa solenne( voto o professione religiosa)

11 fatta a Dio e ricevuta pubblicamente dalla chiesa, di seguire uno stile di vita particolarmente improntato all osservanza dei 3 obblighi fondamentali quali la carit, la povert e l obbedienza. A questo particolare status possono accedere sia uomini che donne e la figura per antonomasia l eremita o anacoreta, la vita consacrata imita, secondo le parole di Giovanni Paolo II, la vita che Ges ha abbracciato ed ha proposto ai discepoli che lo seguivano e sono rappresentanti della vita religiosa i monaci Benedettini, Francescani, Domenicani e gesuiti. In questo caso si tratta di istituti religiosi, in cui i membri oltre ad emettere voti pubblici conducono una vita in comunit in una situazione separata dal mondo, questa la forma di vita consacrale pi antica che comprende anche i canonici e chierici regolari, che uniscono lo stato di vita e le prerogative del sacerdozio con quelle della vita comunitaria religiosa( Agostiniani e Barnabiti), gli ordini mendicanti( Ordine dei Francescani), le congregazioni religiose laicali che non ricevono l' ordine sacerdotale e hanno il compito di insegnare istruzione ai giovani o con finalit assistenziali( Fratelli di san Giuseppe Benedetto Cot tolengo). Un inquadramento giuridico pi tardo e risalente al secolo scorso lo hanno avuto gli istituti religiosi secolari, i cui membri si vincolano all osservanza dei tradizionali consigli evangelici della castit, povert ed obbedienza, senza per cond urre una vita comunitaria, di natura sia maschile(Campagna di san Paolo) o femminile(suor Orsoline), ad essi vengono assimilate le societ di vita apostolica, sia maschili che femminile e composte da laici e religiosi, i cui membri, pur senza assumere i voti religiosi conducono una vita in comunit dedicandosi al perseguimento di alcune finalit specifiche di apostolato, carit e di impegno nella vita missionaria secondo il canone 731. Il superiore soggetto al romano pontefice ma nel governo dell istitut o affiancato da un consiglio e dal capitolo generale, un organo collegiale rappresentativo di tutti gli appartenenti all istituto stesso( il fedele di vita consacrata pu anche essere consacrato vescovo ed allora non sar pi soggetto al suo superiore ma solo al romano pontefice es. Carlo Maria Martini arcivescovo di Milano appartiene all ordine dei Gesuiti, mentre nel corso della storia si verificata l assunzione di un monaco o frate al supremo pontificato: Eugenio II era cistercense). Assetto Istituzionale della Chiesa La struttura istituzionale della chiesa non un sistema di stato e di governo disciplinata da una carta costituzionale o da un qualsiasi documento ma deriva da una tradizionale e stabile forma di osservanza delle cariche e delle risp ettive attribuzioni ma soprattutto negli anni successivi al concilio vaticano II si era diffusa una spinta di maggiore democratizzazione del sistema ecclesiale: una parte della chiesa sosteneva che essa dovesse modernizzarsi e acquisire quei sistemi tipici delle democrazie del XX secolo per adattarsi meglio alla nuova societ civile. Questa spinta non stata ignorata ma nemmeno aderita in tutta la sua visione perch gli stessi principi ecclesiali non consentono di trapiantare tutto il sistema democratico e gli assetti istituzionali tipici di esso: infatti se principi come la parit tra fedeli e di rispetto per l autonomia delle comunit locali sono stati ribaditi in modo forte dal concilio vaticano II il principio cardine delle democrazie giuridiche non po tr mai essere accolto dal sistema ecclesiale perch in essa ogni funzione di guida esercitata da un investitura del suo stesso fondatore( Pietro a cui da Cristo stato delegato il compito di pascere le pecorelle Gv 21, 15), a nome di esso e non dei singoli fedeli che deve essere amministrato il potere e il governo, per cui anche una regola come la maggioranza sar una componente importante del diritto canonico perch assicura il buon funzionamento di molti organismi( oggi l elezione del romano pontefice fatta a scrutinio segreto con maggioranza semplice) ma non sar il principio fondamentale della comunit, difatti per lungo tempo si esercitava il periodo della sanioritas, che non riteneva sufficiente che l eletto fosse eletto dalla maggioranza m a che tale gruppo rappresentasse anche la sanior pars( comprendente i membri pi autorevoli del gruppo).

12 Mentre le funzioni emanate da Cristo agli apostoli erano 3( munera santificandi, munera docendi e munera governandi ), la potest riconosciuta agli apostoli era tradizionalmente di natura duplice: potest di ordine e potest di giurisdizione. La potest di ordine derivava dal sacramento dell ordine sacro e comprendeva le prerogative pi strettamente liturgiche e culturali, di natura irrevocabile si diversificava dalla potest di giurisdizione o governo perch essa derivava dall investitura di un ufficio ed era soggetta a revoca. Si ammetteva per esempio che la potest di governo fosse conferita anche a fedeli non ordin ati( es badesse territoriali ossia superiori religiose a capo di un istituto), ma la scissione maggiore tra potest di giurisdizione e potest di ordine si verifica soprattutto nella figura del pontefice, infatti a questa carica pu essere eletto anche un qualsiasi fedele a patto che dopo l elezione sia nominato vescovo( questa ipotesi di laico eletto a papa rimasta in via teorica), ma molti diaconi o preti sono stati eletti pontefici( es Gregorio VII o Bonifacio VIII). In una posizione intermedia cons iderata la potest di insegnamento o magistero consistente nella potest di insegnare la parola di Dio ed interpretarne automaticamente i contenuti, con essa si identificava spesso la potestas iudicionis e perch essa era connessa con l ufficio del vescovo. Con il concilio vaticano II la visione della potest mutata verso una concezione unitaria di sacra potestas conferita da Cristo a Pietro, tale potest deriva ed acquisibile con il sacramento dell ordinazione. Questa visione innovativa ha portato a due certezze: y I vescovi diventano immediatamente membri del collegio episcopale con diritto a partecipare al concilio ecumenico y Inscindibilit tra il conferimento dell ufficio di romano pontefice e la consacrazione episcopale( se il fedele non gi vesco vo dopo l accettazione della carica deve ricevere la consacrazione episcopale dallo stesso decano del collegio cardinalizio che ha proceduto all elezione secondo il canone 332 La sacra potestas non ricomprende in se qualunque potest di governo all inte rno della chiesa ma solo quel nucleo essenziale che si ricollega alla peculiare natura di questa comunit religiosa cio nelle prerogative di guida pastorale dei fedeli. Altre funzioni affidate ai chierici possono di volta in volta essere affidate ai laici con una delega da parte del titolare dell ufficio cui tali funzioni sono riconnesse. La potest di governo formata da una potest legislativa, una potest esecutiva o amministrativa e una potest giudiziaria: tutte queste 3 potest sono concentrate nel le mani di uno stesso individuo(nella chiesa universale il romano pontefice, nelle chiese particolari il vescovo) attraverso il diritto divino(infatti fu Cristo ad affidare a Pietro il compito di pascere le pecorelle), ma in comunit complesse come ogg i non materialmente possibile esercitare questo potere da soli perci si affidano delle funzioni di potestas in modo saltuario attraverso una delega da parte del soggetto titolare della potest oppure la potestas viene esercitata da organo, gli organi co n potest vicaria, i quali hanno una caratteristica e democratica divisione dei poteri. In questi casi la potest legislativa esercitata direttamente dal soggetto titolare della potest( il papa nell universale, il vescovo nel particolare), la potest esecutivo-amministrativa e quella giudiziaria sono affidate a organi vicari distinti. Un altro principio generale che caratterizza la potest di governo la natura ministeriale di servizio a beneficio di tutti i fedeli, infatti deriva direttamente dall insegnamento di Ges. Al vertice della chiesa universale risiede il romano pontefice o vicario di Cristo, che concentra in se una potest definita suprema, piena, immediata ed universale e che pu essere liberamente esercitata ex canone 331, nei confronti della quale non pu essere ammessa alcuna forma di supervisione o controllo e quindi di ricorso od appello da parte dei fedeli(suprema), ricomprende in se tutti e 3 i munera di insegnamento, santificazione e governo dei fedeli potendo esprimersi su qualsia si campo giuridico (piena) e su tutti i fedeli senza necessit di mediazione(immediata), una potest che si estende a tutta la chiesa

13 nella forma universale e particolare(universale). Quest assolutezza nei poteri incontra il limite invalicabile che il pontefice ha di fronte al diritto divino evitando che egli sia un sovrano legibus solutus. Oltre a presiedere la chiesa universale il romano pontefice a capo della diocesi di Roma, infatti il capo della chiesa universale direttamente conferito i quanto vescovo di Roma ma il governo della diocesi stessa affidato di solito ad un vescovo che agisce in posizione vicaria( ossia nel nome e per conto del pontefice) che viene chiamato cardinale vicario. Come capo di tutta la chiesa il papa ne detiene la rappresentanza ufficiale in tutti i rapporti esterni, sia di fronte agli istituti religiosi sia nei rapporti con gli Stati od altri organismi politici, infatti il pontefice la suprema autorit di Stato della Citt del Vaticano costituita con il trattato lateran ense del 1929 per garantire al sommo pontefice e agli altri organi della chiesa la piena indipendenza e l assenza di qualunque soggezione ad altra autorit statale, per cui l autorit del papa sullo stato vaticano una sovranit politica di natura tempo rale. Teoricamente la sovranit papale sarebbe massima perch in lui si concentrerebbero le 3 funzioni ma concretamente il governo di ognuna di esse emendato a organi vicari: y Potere legislativo: commissione composta da cardinali, nominata per 5 anni dal pontefice y Potere esecutivo-amministrativo: spetta al presidente della suddetta commissione y Potere giudiziario: spetta ad organi specificatamente costituiti per tale funzione, giudice unico, tribunale, corte dappello e corte di cassazione) Affiancato alla figura del romano pontefice c un organismo collettivo che il collegio dei vescovi, che rappresenta il successore del gruppo dei 12. A capo del collegio risiede il romano pontefice con tutti i poteri conferitogli, per cui non ipotizzabile un conflitt o tra i 2 organi perch comporterebbe un conflitto del pontefice con se stesso per cui si potrebbe formare solo un conflitto tra i vescovi e il romano pontefice(differentemente i vescovi anche se uniti non sono il collegio dei vescovi) per cui si trattereb be di un contrasto di fatto. Infatti il papa a decidere di volta in volta quale potest tra personale o collegiale dover esperire ma non pu esimersi dallo scegliere. Il collegio dei vescovi costituito da tutti coloro che hanno ricevuto la consacrazi one episcopale, di esso fanno quindi parte i vescovi diocesani( essenti a capo di una diocesi)ma anche i vescovi titolari(non aventi alcun governo diocesano, infatti sono assegnati ad una diocesi non pi esistente, ma altri incarichi nella struttura eccles iale), i vescovi emeriti( i vescovi che hanno lasciato il governo diocesano per superamento dei limiti di et(75 anni), per rinuncia o trasferimento ad altro incarico, il principio di decadenza da un ufficio per sopraggiunti limiti di et stato introdott o nel 1967 da paolo VI, ultimamente i vescovi emeriti sono molti. Oltre al requisito della consacrazione necessario che i vescovi siano in comunione gerarchica con il pontefice e tutti gli altri membri del collegio, il quale non operante in modo contin uativo ma deve essere convocato e riunito in assemblea allora il consiglio dei vescovi prende il nome di concilio ecumenico. In tutta la storia sono stati convocati 21 concili di cui 8 nel I millennio e 13 nel II fino alla celebrazione del concilio ecumeni co vaticano II. Data l eccezionalit dell evento e la forza politica che esso sprigiona Paolo VI istitu un organo capace di dare continuit al lavoro conciliare e compierne parte delle sue funzioni: il sinodo dei vescovi. Il sinodo dei vescovi un istituto composto di rappresentanti di tutti gli episcopati nazionali, integrati dai capi dei pi importanti uffici di governo della chiesa universale e dai membri designati liberamente dal pontefice. Il sinodo dei vescovi si riunisce ogni 3 anni in assemblea ordinaria( a cui partecipano i vescovi in conferenza episcopale nazionale, i patriarchi e gli arcivescovi delle chiese orientali, i capi dei dicasteri della curia romana e alcuni rappresentanti religiosi), che la sua naturale espressione ma trova spesso una convocazione straordinaria in riunioni rappresentative della chiesa universale o di uno specifico settore territoriale limitato( assemblea straordinaria e assemblea speciale), la

14 continuit dellattivit assicurata da una segreteria permanente che ha l incarico di organizzare i lavori delle riunioni. Il sinodo dei vescovi un organo a carattere consultivo che prevede che il pontefice possa attribuirgli in particolari casi funzioni deliberative, i lavori si chiudono con un documento contenente le pro poste, le indicazioni e le istanze approvate in assemblea e che il pontefice rielabora in una esortazione apostolica( il pontefice libero di accogliere soltanto le indicazioni da lui ritenute preferibili). Per consentire una corretta espressione della po test di governo sulla chiesa il papa non esercita da solo tutte le funzioni ma si serve di alcuni collaboratori. Nei primi secoli di vita della chiesa di Roma era naturale che il vescovo si servisse di collaborazione e consiglio verso i vescovi delle diocesi vicine( chiamate suburbicarie, nei preti e diaconi delle chiese e diaconie), la funzione svolta da questi soggetti di aiuto con il tempo si istituzionalizz e queste figure furono chiamate cardinali( da cardine della chiesa= punto di appoggio della chiesa) e divennero un corpo di stretti collaboratori del papa. La porpora del cardinale era concessa a tutte e 3 gli ordini: cardinali diaconi, cardinali preti e cardinali vescovi) e anche se formalmente continuavano ad avere le stesse funzioni non esercit avano la giurisdizione ma si occupavano del governo della stessa chiesa universale. I cardinali oltre compongono nel loro insieme un organo collegiale (le cui riunioni assumono il nome di concistoro) che svolge la funzione consultiva nei confronti del papa , tradizionalmente lorgano consultivo pi vicino e a diretto contatto con lui. La nomina dei cardinali avviene per decreto pontificio che viene reso pubblico durante il concistoro, a partire da Paolo VI si stabilito che i cardinali dovessero essere 12 0 senza contare i membri sopra 80 anni: il concistoro per la nomina di nuovi cardinali viene celebrato quando il loro numero sceso sensibilmente al di sotto del numero massimo di 120. Tra essi deve esserci accordo e non si pone il conflitto di competenza tra il sinodo dei vescovi e il collegio cardinalizio perch il sinodo dei vescovi si occupa di tematiche generali della chiesa mentre il collegio cardinalizio di problemi pratici od organizzativi. Con il potenziarsi del ruolo del romano pontefice il ruol o dei cardinali divenne pi complesso e il governo centrale della chiesa dovette dotarsi di uffici e dicasteri stabili, con una precisa regolamentazione, questi uffici erano affidati alla direzione dei cardinali e presero il nome di curia romana, la quale ebbe una sua sistematica strutturazione con Sisto V nel 1588 e con Pio X e Giovanni Paolo II con il Pastor bonum. Attualmente la curia romana una struttura istituzionale composta da:  una segreteria di stato, con competenze generali e di collaborazione er a rappresentanza del pontefice, con funzione di indirizzo e coordinamento di tutti gli altri organismi, presieduta dal segretario di stato che il cardinale pi eminente della curia, quello pi vicino al papa e che lo sostituisce in caso di impedimento: la segreteria di stato divisa in 2 sezioni: y La sezione riguardante gli affari del servizio quotidiano del sommo pontefice, del redigere i provvedimenti e di curarne la pubblicazione y La sezione di curare i rapporti con gli altri stati con funzioni analog he al ministero degli esteri nella repubblica italiana  9 congregazioni, con competenze amministrative presiedute ciascuna da un prefetto, coadiuvato da un arcivescovo e da un consiglio di direzione composto da cardinali e vescovi  3 tribunali con funzioni inerenti allattivit giudiziaria  11 pontifici consigli, organi consultivi su problemi di attualit  altri uffici di carattere economico Tra le congregazioni spicca la Congregazione per la dottrina della fede il cui compito di promuovere e tutelare la dott rina ed lerede storica della santa inquisizione, ad essa riservato il compito di giudicare quelle dottrine contrarie ai principi cattolici tramite pena di scomunica latae sententiae. Oggi per il compito soprattutto quello di promuovere le

15 verit di fede attraverso iniziative di studio, di ricerca, di approfondimento che si concludono con l emanazione di ampi documenti esprimenti le posizioni della chiesa su date materie( si pu ricordare il Dominius Iesus del 6/08/200 che ribadisce il principio di unicit e universalit della chiesa salvifica di Ges; il Donum vitae del 22/02/1987 che affronta i problemi delle tecniche di procreazione artificiale formulando un giudizio di illiceit morale). Tra le altre congregazioni necessario ricordare la Congre gazione per le cause dei santi con il compito di proclamare santi determinati fedeli, accertando che il fedele veramente degno di essere proposto come modello di venerazione a tutta la chiesa per una particolare elevatezza morale o perch arrivato a sa crificare la propria vita per amore di Cristo, ma poich si concreti il procedimento deve essere avvenuto un miracolo.(es guarigione inspiegabile da una grave malattia),in questi casi si ricorre ad una consulta medica. Se l evento pu essere pregiudizial e della guarigione si pu procedere alla beatificazione e successivamente, dopo la prova del secondo miracolo alla canonizzazione. Una rilevanza nella curia data ai tribunali della Segnatura apostolica, organo di vigilanza di controllo e supervisione di tutta l amministrazione nellambito della chiesa, e della Rota romana, un tribunale dappello chiamato ad esprimere un giudizio su tutte le cause che non hanno trovato definitiva soluzione presso i tribunali delle chiese particolari(vi sarebbe anche il tribunale della penitenza apostolica ma esso non ha funzioni giurisdizionali ma svolge compiti inerenti al foro interno( coscienza dei fedeli) e indulgenze). Riguardo ai pontifici consigli un posto di preminenza dato al Pontificio consiglio per linterpretazione di testi legislativi, esso ha compiti di natura strettamente giuridica per stabilire l interpretazione autentica di tutte le leggi universali della chiesa. Nel complesso quindi la curia romana ha la funzione di coadiuvare il pontefice nellesercizi o del suo supremo ufficio pastorale, al momento della morte del pontefice decade tutto il sistema curiale in modo automatico, le cariche di curia sono temporanee e con la durata di 5 anni con limite di et di 75 anni, ad eccezione del segretario di stato c he cessa solo con la morte del pontefice. Elezioni Pontificie Il pi importante compito affidato al collegio cardinalizio lelezione del pontefice. Dai primi secoli dove la designazione del vescovo di Roma era fatta dai vescovi delle diocesi vicine e dagli ecclesiali romani di maggiore autorevolezza lelezione venne regolata formalmente solo con Niccol II nel 1059. Allinizio l elezione fu riservata ai soli cardinali vescovi seppur approvata da tutto il clero romano, nel secolo seguente Alessandro II la estese a tutto il collegio cardinalizio e la partecipazione di essa divenne un insopprimibile diritto. Soltanto in tempi recenti a partire dal pontificato di Paolo VI stato stabilito che i cardinali decadono dal diritto di eleggere il papa con il compim ento degli 80 anni di et. L elezione avviene in un luogo chiuso senza alcun contatto con l esterno, dove i cardinali sarebbero usciti soltanto con l elezione del nuovo papa e il collegio cardinalizio viene cos chiamato conclave, ufficialmente a partire dalla costituzione Ubi periculum, promulgata da Gregorio X nel 1274. Lultima modifica al sistema del conclave stata apportata da Giovanni Paolo II nel 1996 con la costituzione apostolica Universi Dominici gregis. Alla morte del pontefice l governo del la chiesa viene limitato agli affari interni e indilazionabili e passa al collegio cardinalizio, che lo esercita riunendosi in congregazione generale, sia attraverso un comitato ristretto composto dal cardinale camerlengo e da 3 cardinali estratti a sorte, incaricati di trattare le questioni minoritarie che si presentano quotidianamente. Alla notizia della morte del pontefice i cardinali devono confluire a Roma entro 15 o massimo 20 giorni devono dare linizio al conclave nella domus santae martae( non pi nel palazzo apostolico) e ogni mattina vengono trasportati senza che abbiano alcun contatto con il mondo esterno al palazzo apostolico mentre le operazioni elettorali si svolgono nella cappella sistina dove avviene l elezione per scrutinio segreto con ma ggioranza dei 2/3

16 degli elettori presenti( sono stati aboliti il metodo dellacclamazione e quello del compromesso).Gli scrutini debbono continuare, se nella prima votazione non c stato esito positivo, due al mattino e due al pomeriggio per 3 gironi al t ermine dei quali se non si giunti ad una soluzione si avr una pausa di preghiera di un giorno e poi altri 7 giorni di scrutini e cos via fino a 30 scrutini. In questa situazione di stallo Giovanni paolo II ha emanato una costituzione che prevede che i cardinali possano agire in modo differente: o acquistare la maggioranza assoluta o richiedere un ballottaggio tra i 2 nomi dello scrutinio precedente. Importante la segretezza e lassoluto isolamento che i cardinali debbono tenere durante il conclave, no n possono avere contatti con il mondo esterno di qualsiasi natura, nemmeno ascoltare trasmissioni radiofoniche o televisive, vietato di introdurre nei locali qualsiasi strumento che possa riprodurre la voce di natura tecnica. Per quanto riguarda le interferenze da parte di autorit civili nellelezione papale esse vengono punite con la pena della scomunica. Avvenuta l elezione il cardinale decano chiede all eletto se accetta l elezione canonica a romano pontefice e, ricevutone il consenso gli chiede di essere chiamato. Con l accettazione dell eletto immediatamente vescovo della chiesa romana e l annuncio viene preceduto da una fumata bianca a cui segue la prima benedizione urbi et orbi delleletto. L ufficio del romano pontefice viene a cedere sol o con la morte del titolare o con la rinuncia volontaria alla carica adeguatamente manifestata secondo il canone 332( es. Celestino V). Il Governo delle Chiese Particolari Nelle chiese particolari la potest di governo incentrata nella figura del vescovo, che ha potest legislativa, amministrativa e giudiziaria nell ambito della diocesi ed limitata dalla potest universale del sommo pontefice, perci il vescovo sogget to al diritto divino e al diritto ecclesiastico vigente per tutta la chiesa. Il vescovo esercita la potest legislativa ed emenda ad organi vicari quella amministrativa e quella giudiziaria: al vicario generale, che preside la curia diocesana con funzione amministrativa e al vicario giudiziale che presiede il tribunale particolare. Al vicario generale possono essere affiancati dei vicari episcopali, con l incarico di occuparsi sempre a nome del vescovo di un certo territorio della diocesi mentre la gestione economica della diocesi affidata al consiglio per gli affari economici coadiuvato da un amministratore economo. La cura pastorale dei fedeli decentrata alle varie parrocchie ciascuna affidata al parroco, mentre nelle diocesi pi grandi il vescovo pu essere affiancato da vescovi ausiliari. Il momento della collegialit si esprime attraverso il presbiterio, gruppo di sacerdoti strettamente inseriti nella diocesi, ma che ha solo una funzione consultiva. Il presbiterio agisce istituzionalmente attraverso un organo amministrativo rappresentativo il consiglio presbiterale che ha sostituito il capitolo cattedrale, il consiglio presbiterale formato da membri canonici di nomina vescovile che non era ritenuto rappresentativo del presbiterio. Nellambito del consiglio presbiterale viene chiamato il collegio dei consultori, organo consultivo necessario in alcune materie. Il secondo momento di collegialit si verifica con il sinodo diocesano che viene indetto da ogni vescovo ogniqualvolta lo ritenga opportuno per il bene della chiesa particolare, questo si protrae in diverse riunioni intercalate da periodi di riflessione e di approfondimento che si concludono con una serie di deliberazioni di carattere legislativo. Questi atto vanno ricollegati alla persona del vescovo ijn quanto unico legislatore del sistema particolare. Tra gli organi collegiali doveroso nominare il consigliompastorale che non di obbligatoria istuituzione ma che tende ad essere xostituito in tutte le diocesi ed costituito da tutte le com ponenti dei fedeli, in particolare dai laici, si tratta di un organo meramente consultivo. La nomina dei vescovi libera e effettuata tramite bolla pontificia che assegna ad un prescelto una sede episcopale, al momento di ricevere la bolla il vescovo si c onsidera veascovo eletto ma per essere formalmente investito dell autorit di vescovo deve prendere possesso della diocesi attraverso una lettera formale a tutti gli organi canonici della diocesi e una solenne

17 cerimonia nella chiesa cattedrale del governo pastorale della comunit dei fedeli. L ufficio episcopale conferito a tempo indeterminato e tende a durare sino alla morte del titolare o al compimento del 75esimo anno a presentare la rinuncia al proprio ufficio, se questa viene accettata la diocesi d iventa vacante e il governo di essa passa al collegio dei consultori che tenuto entro 8 giorni a nominare un amministratore diocesano che governer il territorio fino all elezione del nuovo vescovo. Strutture Istituzionali Intermedie Vi sono anche istituti di governo del diritto canonico che sono articolazioni gerarchiche derivanti da contingenze storiche, infatti risalendo ancora una volta ai primi secoli del cristianesimo era naturale che i vescovi delle grandi citt assumessero una posizione rilevante rispetto alle altre diocesi per cui venne ad affermarsi la figura del vescovo metropolita a cui furono riconosciuti poteri di controllo e circoscrizione territoriale nell ambito della chiesa, nel tempo questi vescovi acquistarono potere soprattutto nel medioevo e vennero chiamati primati, ma questa figura oggi solo un relitto storico, perch il potere esercitato da esso confluito nelle conferenze episcopali regionali e nazionali. Le conferenze episcopali regionali costituiscono una prerogativa italian a, dove l elevato numero delle diocesi ha indotto a creare dei raggruppamenti pi ampi rispetto a quello dela provincia presiedute da un collegio comprendente tutti i vescovi della regione. La conferenza episcopale regionale ha funzione di collegamento de ll attivit pastorale delle singole diocesi ma essa pu decidere di convocare un assemblea di vescovi chiamata concilio plenario che gode di potest di governo in maniera legislativa ma i documenti devno essere sottoposti al controllo della santa sede.

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